DA RONCALLI A RATZINGER
Tuttora si dice che manchino le prove per accusare Roncalli di
modernismo, cioè, della radicale demolizione della spiritualità
cattolica, che non può cambiare con le mode.
Si potrebbe domandare come mai Pio XII, Tardini, Ottaviani e altri prelati non lo hanno scoperto, ma promosso? Come mai non si accorsero della sua ipocrita religiosità?
Lui doveva negare di essere modernista per assicurarsi la carriera, seguendo quanto «imparato da Ernesto Buonaiuti» e descritto da Andreotti («I quattro del Gesù»), che parla dell’“unico torto di non aver saputo aspettare”).
Certo è che Roncalli seguiva chiaramente la prassi modernista, per cui la Chiesa andava cambiata insensibilmente dal suo interno, come avrebbe iniziato a fare nell’ambito delle cariche che gli furono affidate. Ha dimostrato durante tutta la sua lunga carriera il suo spirito modernista, nonostante abbia prestato il giuramento antimodernista.
Si tratterebbe di uno spergiuro aggravato dal tradimento che scomunica un cattolico. Ora, solo un apparato composto di chierici della sua stessa tendenza poteva accettare uno spergiuro in questioni di fede, sufficiente per squalificare chiunque, ma più ancora per annullare qualsiasi possibilità di beatificazione. Eppure, lo hanno eletto e chiamato «papa buono»; amato dalle famiglie, che d’allora iniziarono a disintegrarsi.
Quale morbo inoculava che solo ora si capisce, anche in vista da inesorabili statistiche sul calo disastroso della natalità, specialmente nei paesi cattolici?
Anthony Burgess, di formazione cattolica, ha fatto un’analisi generale, pubblicata su «Il Tempo» di Roma ([1]), del neopelagianesimo di Giovanni 23. Quest’analisi, a detta del suo autore, è giunta alla Congregazione per la causa dei santi in Vaticano ed è stata allegata al dossier dell’«avvocato del diavolo» come argomento contrario alla sua beatificazione. Roncalli, sosteneva il Burgess, rinnovando l’eresia di Pelagio, riteneva che l’uomo porti in sé la forza di auto-redimersi, avanzando nell’autonomia della conoscenza e raggiungendo la vera libertà anche senza la grazia divina. Tal eresia, prosegue l’autore, introdotta nella Chiesa di Roma, alterò la vita morale del mondo. Burgess illustra la sua tesi anche attraverso un personaggio del suo libro, «Gli strumenti delle tenebre», (Rizzoli,1983) che pone la mentalità di Roncalli e di Montini in contrasto con quella di un cattolico, gran peccatore, ma pienamente cosciente della propria responsabilità nell’esistenza del suo male. Era la falsa bontà umana di Roncalli che predicava l’uomo nato buono. Una bontà che non quadra con la dottrina cattolica del peccato originale, ma che si sposa col mito illuminista del “buon selvaggio” di Rousseau. Tale “bontà” è, essa stessa, il male della gente che contesta la vita e perciò Dio «creatore dei mali» di cui si sente vittima e lesa nei suoi «diritti inalienabili»!
Ecco quel che fa di questo secolo, dal punto di vista dell’affermazione del male, il più terribile di tutti; e di Roncalli “il più pericoloso prodotto del secolo; più di Hitler”!
Curioso che quest’accusa, che pare oggi tanto esagerata quanto impopolare, venisse da un famoso autore di lontana formazione cattolica, ma mondano (scrisse il tema dell’Arancia meccanica). Burgess era comunque legato alla logica cattolica per cui, pure piccole alterazioni mentali della verità, causano mali incalcolabili nel tempo. E ciò in proporzione del potere di chi le attua. Nel caso di alterazioni dottrinali da parte di chi occupa la cattedra di Pietro, esse divengono causa di mali irreparabili.
Come mai quest’autore lo riconosceva e testimoniava isolato, a rischio e pericolo della sua popolarità nel mondo, e i grandi prelati tacevano e lo ignoravano?
È uno dei misteri che, dal tempo successivo a San Pio X, avvolgono il grande apparato clericale vaticano. O questo era incapace d’identificare un chierico che nel corso della sua vita religiosa aveva svelato idee naturaliste, pelagiane e moderniste, o lo stesso apparato clericale era profondamente infestato da modernisti e massoni ([2]). Solo per una di queste ragioni avrebbe potuto tralasciare un grave sospetto di spergiuro in questioni di fede. Infatti, prima favorì la nomina di tale chierico a nunzio, una nomina che implicava la veste di vescovo, e di patriarca e cardinale, reso dunque candidato a essere supremo maestro visibile della Chiesa, e poi, mantenne la riverenza a tale chierico che, eletto rovinò la Chiesa con la sua «ispirazione di una nuova pentecoste».
Lo stesso libro di Andreotti si chiude con l’intervento di Giovanni 23 diretto alla causa di beatificazione del card. Andrea Ferrari, ritenuto modernizzante. Lo ha fatto con una frase tipica della sua capacità di giudizio, aliena alle questioni di fede: “Se Pio X aveva una statura di santità di un metro, il Cardinal Ferrari l’aveva di quattro metri”.
Tale misurazione orizzontale della santità fu compiuta poi da Giovanni Paolo 2, aggiungendo a Ferrari anche il grasso buontempone di Roncalli.
Si è visto che il filo modernista Angelo Roncalli, da quanto scrisse Giulio Andreotti, aveva molto imparato da don Ernesto [Buonaiuti, che fu scomunicato]. Costui ebbe l’unico «torto» di non aver saputo aspettare l’evolversi dei tempi ([3]).
Roncalli, invece, imparò ad aspettare la sua ora lavorando per la propria carriera.
Ed eccolo entrato in pieno nella storia dell’allucinato mondo moderno, non a causa della sua opera spirituale o intellettuale – inesistente – ma per essere stato il «concierge» del Vaticano 2; per aver apertola Chiesa al concilium malignantium obsedit me? (Sl. 21). Non sarà esso il mysterium iniquitatis? Il momento storico del falso potere clericale «illuminato» dal culto dell’uomo? Sì, perché tale «potere» – del proclamato culto dell’uomo – è passato in seguito a Paolo 6, Montini e ora a Ratzinger, Benedetto 16.
Ecco l’opera di chi è stato incredibilmente beatificato per la sua «bontà ecumenista»! («Giovanni XXIII papa buono: enigma epocale», in http://wp.me/aWrdv-IS).
“Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi ” (Mt. 23, 15).
Costoro vantano gran «bontà ecumenista», ma proprio per annullare ogni proselitismo.
Giovanni Paolo 2 portò il suo verbo conciliare – simpatico perfino al vodù – tre volte al Brasile cattolico, e a ogni volta le sette si moltiplicarono a dismisura ([4]).
L’inganno ha la dimensione diabolica dell’illuminismo predicato da B16 (22.12.2006) in nome della sua nuova chiesa perfino ai mussulmani: “dialogo da intensificare con l’Islam dovremo tener presente il fatto che il mondo musulmano si trova oggi con grande urgenza davanti a un compito molto simile a quello che ai cristiani fu imposto a partire dai tempi dell’illuminismo e che il Concilio Vaticano II, come frutto di una lunga ricerca faticosa, ha portato a soluzioni concrete per la Chiesa cattolica. Si tratta dell’atteggiamento che la comunità dei fedeli deve assumere di fronte alle convinzioni e alle esigenze affermatesi nell’illuminismo.”
Non è evidente che tutto ciò procede dal diritto alla liberta di mettere la volontà umana (il «volontarismo») al disopra di quella divina del «Padre Nostro»?
L’Illuminismo è l’inversione della Fede, perché sotto la sua influenza il pensiero e la conoscenza umanavogliono evolvere senza alcun rapporto con Dio. Il disegno è di seguire con la sua «libertà» di coscienze e di religioni un ‘filosofare’ che superi la Civiltà cristiana. Per farlo, accantona la fede nell’esistenza di Dio, nell’anima spirituale e immortale e nello stesso libero arbitrio; vuole una società e una famiglia che ignori la questione della morte, del giudizio e del fine ultimo della vita umana; tutto il contrario del Cristianesimo. Eppure è la «religione» di conciliari come Ratzinger, che pretende predicarla per la pace in questo mondo. Per farlo demolisce la Dottrina cattolica, come è stato documentato, anche nel video che apre questo scritto:
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=MjTcHvSRAhU.
Si inizia con l’«uropismo» roncalliano della bontà umana, e si prosegue con il piano di consegna della società umana a illuminati poteri centrali (Splendor Veritatis), che potrebbero assicurare per legge la libertà e il «diritto inalienabile» dell’uomo alla salute, alla vita e alla felicità nella comunità di un’impossibile famiglia ecumenista.
Ecco che i cristiani devono raddoppiare l’attenzione verso il vero «amore familiare» che salva, anche le società terrene. La coscienza cattolica, che è centrata nel Sacrificio di amore di Gesù Cristo alla volontà del Padre, deve modellare la volontà d’amore di tutti.
L’insuperabile Civiltà Cristiana è fondata su quest’amore, che ha cristianizzato la «pietas» romana e ogni retto pensiero ed etica antica sull’uomo e sulla sua famiglia.
Crediamo che il nostro dovere oggi sia di ricordarlo, per aiutare nella preservazione di quel che resta della Famiglia cristiana fondata sull’essere umano spirituale, come è stato creato dal Signore Dio che in modo meraviglioso creò nella sua dignità la natura umana e in modo ancor più meraviglioso la rigenerò. Solo Lui può in quest’ora riscattare le nostre famiglie e noi in un mondo abbagliato da false luci di falsi cristi e falsi pastori. Ma a noi e alle nostre famiglie spetta chiederlo senza sosta in ogni circostanza sociale: Vieni Signor Gesù; solo la Tua Verità ci renderà liberi di fronte ai pericoli incombenti!
Si potrebbe domandare come mai Pio XII, Tardini, Ottaviani e altri prelati non lo hanno scoperto, ma promosso? Come mai non si accorsero della sua ipocrita religiosità?
Lui doveva negare di essere modernista per assicurarsi la carriera, seguendo quanto «imparato da Ernesto Buonaiuti» e descritto da Andreotti («I quattro del Gesù»), che parla dell’“unico torto di non aver saputo aspettare”).
Certo è che Roncalli seguiva chiaramente la prassi modernista, per cui la Chiesa andava cambiata insensibilmente dal suo interno, come avrebbe iniziato a fare nell’ambito delle cariche che gli furono affidate. Ha dimostrato durante tutta la sua lunga carriera il suo spirito modernista, nonostante abbia prestato il giuramento antimodernista.
Si tratterebbe di uno spergiuro aggravato dal tradimento che scomunica un cattolico. Ora, solo un apparato composto di chierici della sua stessa tendenza poteva accettare uno spergiuro in questioni di fede, sufficiente per squalificare chiunque, ma più ancora per annullare qualsiasi possibilità di beatificazione. Eppure, lo hanno eletto e chiamato «papa buono»; amato dalle famiglie, che d’allora iniziarono a disintegrarsi.
Quale morbo inoculava che solo ora si capisce, anche in vista da inesorabili statistiche sul calo disastroso della natalità, specialmente nei paesi cattolici?
Anthony Burgess, di formazione cattolica, ha fatto un’analisi generale, pubblicata su «Il Tempo» di Roma ([1]), del neopelagianesimo di Giovanni 23. Quest’analisi, a detta del suo autore, è giunta alla Congregazione per la causa dei santi in Vaticano ed è stata allegata al dossier dell’«avvocato del diavolo» come argomento contrario alla sua beatificazione. Roncalli, sosteneva il Burgess, rinnovando l’eresia di Pelagio, riteneva che l’uomo porti in sé la forza di auto-redimersi, avanzando nell’autonomia della conoscenza e raggiungendo la vera libertà anche senza la grazia divina. Tal eresia, prosegue l’autore, introdotta nella Chiesa di Roma, alterò la vita morale del mondo. Burgess illustra la sua tesi anche attraverso un personaggio del suo libro, «Gli strumenti delle tenebre», (Rizzoli,1983) che pone la mentalità di Roncalli e di Montini in contrasto con quella di un cattolico, gran peccatore, ma pienamente cosciente della propria responsabilità nell’esistenza del suo male. Era la falsa bontà umana di Roncalli che predicava l’uomo nato buono. Una bontà che non quadra con la dottrina cattolica del peccato originale, ma che si sposa col mito illuminista del “buon selvaggio” di Rousseau. Tale “bontà” è, essa stessa, il male della gente che contesta la vita e perciò Dio «creatore dei mali» di cui si sente vittima e lesa nei suoi «diritti inalienabili»!
Ecco quel che fa di questo secolo, dal punto di vista dell’affermazione del male, il più terribile di tutti; e di Roncalli “il più pericoloso prodotto del secolo; più di Hitler”!
Curioso che quest’accusa, che pare oggi tanto esagerata quanto impopolare, venisse da un famoso autore di lontana formazione cattolica, ma mondano (scrisse il tema dell’Arancia meccanica). Burgess era comunque legato alla logica cattolica per cui, pure piccole alterazioni mentali della verità, causano mali incalcolabili nel tempo. E ciò in proporzione del potere di chi le attua. Nel caso di alterazioni dottrinali da parte di chi occupa la cattedra di Pietro, esse divengono causa di mali irreparabili.
Come mai quest’autore lo riconosceva e testimoniava isolato, a rischio e pericolo della sua popolarità nel mondo, e i grandi prelati tacevano e lo ignoravano?
È uno dei misteri che, dal tempo successivo a San Pio X, avvolgono il grande apparato clericale vaticano. O questo era incapace d’identificare un chierico che nel corso della sua vita religiosa aveva svelato idee naturaliste, pelagiane e moderniste, o lo stesso apparato clericale era profondamente infestato da modernisti e massoni ([2]). Solo per una di queste ragioni avrebbe potuto tralasciare un grave sospetto di spergiuro in questioni di fede. Infatti, prima favorì la nomina di tale chierico a nunzio, una nomina che implicava la veste di vescovo, e di patriarca e cardinale, reso dunque candidato a essere supremo maestro visibile della Chiesa, e poi, mantenne la riverenza a tale chierico che, eletto rovinò la Chiesa con la sua «ispirazione di una nuova pentecoste».
Lo stesso libro di Andreotti si chiude con l’intervento di Giovanni 23 diretto alla causa di beatificazione del card. Andrea Ferrari, ritenuto modernizzante. Lo ha fatto con una frase tipica della sua capacità di giudizio, aliena alle questioni di fede: “Se Pio X aveva una statura di santità di un metro, il Cardinal Ferrari l’aveva di quattro metri”.
Tale misurazione orizzontale della santità fu compiuta poi da Giovanni Paolo 2, aggiungendo a Ferrari anche il grasso buontempone di Roncalli.
Si è visto che il filo modernista Angelo Roncalli, da quanto scrisse Giulio Andreotti, aveva molto imparato da don Ernesto [Buonaiuti, che fu scomunicato]. Costui ebbe l’unico «torto» di non aver saputo aspettare l’evolversi dei tempi ([3]).
Roncalli, invece, imparò ad aspettare la sua ora lavorando per la propria carriera.
Ed eccolo entrato in pieno nella storia dell’allucinato mondo moderno, non a causa della sua opera spirituale o intellettuale – inesistente – ma per essere stato il «concierge» del Vaticano 2; per aver apertola Chiesa al concilium malignantium obsedit me? (Sl. 21). Non sarà esso il mysterium iniquitatis? Il momento storico del falso potere clericale «illuminato» dal culto dell’uomo? Sì, perché tale «potere» – del proclamato culto dell’uomo – è passato in seguito a Paolo 6, Montini e ora a Ratzinger, Benedetto 16.
Ecco l’opera di chi è stato incredibilmente beatificato per la sua «bontà ecumenista»! («Giovanni XXIII papa buono: enigma epocale», in http://wp.me/aWrdv-IS).
“Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi ” (Mt. 23, 15).
Costoro vantano gran «bontà ecumenista», ma proprio per annullare ogni proselitismo.
Giovanni Paolo 2 portò il suo verbo conciliare – simpatico perfino al vodù – tre volte al Brasile cattolico, e a ogni volta le sette si moltiplicarono a dismisura ([4]).
L’inganno ha la dimensione diabolica dell’illuminismo predicato da B16 (22.12.2006) in nome della sua nuova chiesa perfino ai mussulmani: “dialogo da intensificare con l’Islam dovremo tener presente il fatto che il mondo musulmano si trova oggi con grande urgenza davanti a un compito molto simile a quello che ai cristiani fu imposto a partire dai tempi dell’illuminismo e che il Concilio Vaticano II, come frutto di una lunga ricerca faticosa, ha portato a soluzioni concrete per la Chiesa cattolica. Si tratta dell’atteggiamento che la comunità dei fedeli deve assumere di fronte alle convinzioni e alle esigenze affermatesi nell’illuminismo.”
Non è evidente che tutto ciò procede dal diritto alla liberta di mettere la volontà umana (il «volontarismo») al disopra di quella divina del «Padre Nostro»?
L’Illuminismo è l’inversione della Fede, perché sotto la sua influenza il pensiero e la conoscenza umanavogliono evolvere senza alcun rapporto con Dio. Il disegno è di seguire con la sua «libertà» di coscienze e di religioni un ‘filosofare’ che superi la Civiltà cristiana. Per farlo, accantona la fede nell’esistenza di Dio, nell’anima spirituale e immortale e nello stesso libero arbitrio; vuole una società e una famiglia che ignori la questione della morte, del giudizio e del fine ultimo della vita umana; tutto il contrario del Cristianesimo. Eppure è la «religione» di conciliari come Ratzinger, che pretende predicarla per la pace in questo mondo. Per farlo demolisce la Dottrina cattolica, come è stato documentato, anche nel video che apre questo scritto:
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=MjTcHvSRAhU.
Si inizia con l’«uropismo» roncalliano della bontà umana, e si prosegue con il piano di consegna della società umana a illuminati poteri centrali (Splendor Veritatis), che potrebbero assicurare per legge la libertà e il «diritto inalienabile» dell’uomo alla salute, alla vita e alla felicità nella comunità di un’impossibile famiglia ecumenista.
Ecco che i cristiani devono raddoppiare l’attenzione verso il vero «amore familiare» che salva, anche le società terrene. La coscienza cattolica, che è centrata nel Sacrificio di amore di Gesù Cristo alla volontà del Padre, deve modellare la volontà d’amore di tutti.
L’insuperabile Civiltà Cristiana è fondata su quest’amore, che ha cristianizzato la «pietas» romana e ogni retto pensiero ed etica antica sull’uomo e sulla sua famiglia.
Crediamo che il nostro dovere oggi sia di ricordarlo, per aiutare nella preservazione di quel che resta della Famiglia cristiana fondata sull’essere umano spirituale, come è stato creato dal Signore Dio che in modo meraviglioso creò nella sua dignità la natura umana e in modo ancor più meraviglioso la rigenerò. Solo Lui può in quest’ora riscattare le nostre famiglie e noi in un mondo abbagliato da false luci di falsi cristi e falsi pastori. Ma a noi e alle nostre famiglie spetta chiederlo senza sosta in ogni circostanza sociale: Vieni Signor Gesù; solo la Tua Verità ci renderà liberi di fronte ai pericoli incombenti!
[1] - Intervista a «Il Tempo» di Roma e al «O Estado de S. Paulo», 10.1.1982, e altri quotidiani del mondo.
[2] - Buonaiuti
ha potuto fare carriera, almeno all’inizio, proprio perché protetto
dagli “integristissimi” Mons. Benigni e Mons. Chiesa che lo designarono
come loro sostituto e successore ad insegnare sulle loro stesse
cattedre, rispettivamente, storia della Chiesa all’Apollinare (Mons.
Benigni) e filosofia a Propaganda Fide (Mons. Chiesa).
[3] - Andreotti G., «A ogni morte di Papa», Rizzoli, 1982.
[4] - Vedi «La Fede teandrica e il Vodù», www.agerecontra.it
http://www.agerecontra.it/public/pres30/?p=9074
L’EDITORIALE DEL VENERDI
di Arai Daniele
http://www.agerecontra.it/public/pres30/?p=9074
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.