Gli appoggi di Monti, il Leccaculo di Comunione e Liberazione Pier Luigi Bersani e il Modello di Stato Sociale della Caritas
E' ormai noto a molti che il Vaticano appoggia Mario Monti e il suo programma di distruzione dello stato sociale, delle imprese, delle famiglie e della stessa democrazia. Ciò resterà nella storia Vaticana come l'ennesima macchia insanguinata che tingerà l'abito oramai lurido della "Santa" Sede. Adesso nel sostegno all'istruito dai Gesuiti Mario Monti si è attivato anche il movimento "Verso la Terza Repubblica", i cui principali promotori sono, tra gli altri:
- Il Presidente di Italia Futura Luca Cordero di Montezemolo, istruito dai Gesuiti all'Istituto Massimiliano Massimo, dove era compagno di classe di Mario Draghi.
- Il fondatore della Comunità di Sant'Egidio Andrea Ricciardi.
- Il presidente delle Acli Andrea Oliviero.
- Il Neocatecumenale segretario della CISL Raffaele Bonanni.
- Lorenzo Dellai, attuale presidente di turno della Regione Autonoma Trentino Alto Adige.
Un movimento che rivelerebbe la sua reale natura se venisse rinominato "Verso la Terza Repubblica Vaticana". Come riferisce il Mondo in un articolo del 3 gennaio 2012:"'Verso la Terza Repubblica' è di fatto il contenitore montiano."
Meno noto è l'appoggio del Vaticano alla sponda sinistra della classe politica.
Molti cittadini credono che in Italia noi abbiamo veramente una opposizione politica allo strapotere del Vaticano. Già abbiamo parlato di questa illusione nel nostro articolo Mario Monti: niente di nuovo sotto il sole Vaticano. Adesso è l'ora di parlare di Bersani, il novello candidato alla Presidenza del Consiglio per la coalizione di centro sinistra. Bersani, un finto comunista fedele alla Chiesa di Roma, si descrive efficacemente con le sue stesse parole, che estraiamo da un articolo de Il Fatto Quotidiano, dal titolo Coop rosse e Compagnia delle Opere, quanto è bello realizzare affari insieme:
“Se vuole rifondarsi, la sinistra deve partire dal retroterra di Cl (Comunione e Liberazione, ndr). La vera sinistra non nasce dal bolscevismo, ma dalle cooperative bianche dell’800, il partito socialista arriva dopo, il partito comunista dopo ancora. E i movimenti del Sessantotto sono tutti morti, solo l’ideale lanciato da Cl negli anni Settanta è rimasto vivo, perché è quello più vicino alla base popolare, è lo stesso ideale che è alla base delle cooperative, un dare per educare”. A parlare così è Pierluigi Bersani. E’ l’agosto del 2003, quando l’attuale segretario del Pd è responsabile economico dei Ds e viene accolto con scrosci d’applausi dal popolo di Cl al Meeting di Rimini.
L’alleanza tra il mondo ciellino e la sinistra italiana ha una storia ormai lunga. È vero che Comunione e liberazione ha sempre sostenuto con determinazione il centrodestra di Silvio Berlusconi, perdonandogli tutto, dalle barzellette con bestemmia al bunga-bunga. Ma è anche vero che si è sempre tenuta una mano libera, da allungare a sinistra. Soprattutto quando ci sono affari da spartire insieme. Ora, con Silvio in declino e il Pdl in crisi, quella mano diventa più forte e visibile. La “trasversalità” (guai a chiamarla inciucio) diventa esplicito progetto politico.
Bersani al Meeting di Rimini del 2006 aggiunge una clamorosa rivelazione: “Quando nel 1989Achille Occhetto volle cambiare il nome del Partito comunista italiano, per un po’ pensò di chiamare il nuovo partito Comunità e libertà. Perché tra noi e voi le radici sono le stesse”. Ovazione. Tre anni prima, nel 2003, era nato l’Intergruppo parlamentare sulla sussidiarietà, che ha tra i suoi più assidui ed entusiasti frequentatori da una parte Maurizio Lupi (ciellino di Forza Italia-Pdl), dall’altra Enrico Letta (Ds, poi Pd). L’Intergruppo si propone come “tavolo di discussione bipartisan ideato per creare un dibattito trasversale sul tema della sussidiarietà”, proclama Lupi. “Il suo obiettivo principale è promuovere l’iniziativa privata dei cittadini in forme di autorganizzazione per sperimentare un rapporto più evoluto fra programmazione statale e soggetti privati. Le diverse nature politiche dei promotori dell’Intergruppo ne hanno fatto un caso singolare nel panorama italiano”.
Non così singolare, in verità, vista la propensione italiana all’inciucio. In questo caso, più sociale che politico. La parola d’ordine è “dal welfare state alla welfare society”, vale a dire:meno Stato sociale e meno intervento pubblico, per dare più spazio alle cooperative, sia cielline, sia rosse. [...]"
Il braccio economico di CL è la Compagnia delle Opere, che è ben descritta nel libro La Lobby di Dioad opera di Ferruccio Pinotti; alle pagine 85-86 leggiamo:
"Il braccio economico di Cl
Una superlobby, ma anche molto di piu. I numeri della Compagnia delle opere sono impressionanti: 41 sedi in Italia e in altri 17 paesi, 34.000 imprese e 1000 associazioni non-profit. Il fatturato complessivo e stato stimato in almeno 70 miliardi di euro.
Numeri in difetto, perche tengono conto soltanto delle imprese iscritte alla Cdo. Ci sono migliaia di societa e di professionisti che, pur non essendo parte della Compagnia, si riconoscono nella sua ideologia e si adoperano per favorirla. Soltanto la sezione milanese della Cdo conta piu di seimila aziende di tutti i comparti e di tutte le tipologie, ma con una prevalenza di quelle che operano nel campo dei servizi e con meno di dieci dipendenti. Gia nel 2008 il numero di associati della Cdo di Milano ha superato quelli di Assolombarda.
Per questa ragione, sempre dal 2008, ben tre componenti del consiglio direttivo della Camera di commercio di Milano sono rappresentanti della Cdo.
Nella Cdo c’e molto di piu della comunanza d’interessi che tiene aggregate le lobby. La Compagnia delle opere è l’applicazione pratica piu riuscita del principio della ≪terza via≫ cattolica, un approccio alla societa e all’economia che non è ne socialista ne liberista. Dietro Cdo c’è un’ideologia solida e forte. E sempre presente il ricordo del carismatico fondatore, don Giussani, ma anche l’influsso di Julian Carron, il suo successore. E c’è la consapevolezza di essere la piu riuscita applicazione pratica della dottrina sociale della Chiesa. Questa consapevolezza non è limitata soltanto agli aderenti di Cdo: è patrimonio di tutta la galassia di Cl e di gran parte della destra cattolica. La Compagnia delle opere nasce ufficialmente l’11 luglio 1986, dando corso a un’intuizione di monsignor Luigi Giussani.
Il nome è suggestivo: per chi conosce un poco la storia il parallelo è immediato. Viene subito da pensare alla Compagnia di Gesù. I gesuiti nascono nel Cinquecento per contrastare la Riforma protestante. Come la Compagnia di Gesu andrà a combattere la sua battaglia contro l’eresia protestante nell’elite della societa, accanto ai sovrani piu potenti d’Europa, così la Compagnia delle opere combatte la sua battaglia contro il liberismo e lo statalismo nel mondo dell’impresa e della politica." (il grassetto è il nostro)
Sempre nello stesso libro leggiamo le connessioni di Bersani con la CdO e CL:
"E inoltre, se negli ultimi tempi la preferenza dei ciellini al Nord si e orientata sulla Lega, ecco che a Firenze il voto di Cl è finito in massa all’esponente del Pd, Matteo Renzi. L’immagine piu eloquente della trasversalita di Comunione e liberazione è emersa il giorno dei funerali di don Luigi Giussani, celebrati nel Duomo di Milano il 24 febbraio 2005. In quell’occasione, a salutare il fondatore del movimento, c’erano praticamente tutti: Silvio Berlusconi, Pierluigi Bersani, Giulio Tremonti, Rocco Buttiglione, Giulio Andreotti, Clemente Mastella, Marco Follini, Letizia Moratti, Enrico Letta, Gustavo Selva, Luca Volonte, Pierferdinando Casini, Marcello Pera. Di certo ne dimentichiamo qualcuno"(Pag. 37)
"Infine, abbiamo approfondito il legame con Pierluigi Bersani, scoprendo che tra il leader del Pd e Cl, sull’asse delle cooperative rosse, esistono note di accordo davvero sorprendenti."(Pag. 37)
"La sponda sinistra: Cl e Bersani
Se il rapporto con il centrodestra è organico, Cl ha forti sponde anche a sinistra. Il segretario del Pd Pierluigi Bersani è da oltre dieci anni una presenza fissa al Meeting di Rimini. Ex sessantottino, ex presidente della rossa Emilia-Romagna, dal 1998 al 2009 (tranne nel 2001) non ha saltato neanche uno dei consessi agostani di Cl. Tanto da diventare uno dei leader piu fedeli al movimento. Nel 2003, da responsabile economico dei Ds, Bersani fu chiamato addirittura ad aprire il rendez-vous romagnolo con una relazione ≪sulla ripresa di Comunione e liberazione≫. E per introdurlo, il moderatore Roberto Fontolan lo definì ≪uno dei massimi amici del Meeting≫. Lui ricambiò ringraziando a modo suo, con una frase che i fedeli di don Giussani (e non solo) non hanno certo dimenticato. ≪Se vuol rifondarsi – disse apertamenteBersani rivolto alla platea –, la sinistra deve ripartire dal vostro retroterra. La vera sinistra non nasce dal bolscevismo, ma dalle cooperative bianche dell’Ottocento. Il primo Partito socialista è venuto dopo le cooperative, il Partito comunista dopo ancora e i gruppi nati con il Sessantotto sono tutti spariti. Solo l’ideale lanciato da Cl negli anni Settanta è rimasto vivo, perchè è quello piu vicino alla base popolare. E' lo stesso ideale che era anche delle cooperative: un dare che è anche un educare.≫ E poi chiosò: ≪Quando nel 1989 Achille Occhetto volle cambiare il nome del Partito comunista italiano, per un po’ pensò di chiamare il nuovo partito “Comunità e libertà”. Perchè tra noi e voi le radici sono le stesse≫. Una dichiarazione d’amore. Che Cl ovviamente non lasciò cadere nel vuoto, se è vero che l’anno successivo, in occasione delle elezioni europee del 2004, il movimento ≪fece campagna a sostegno del futuro ministro, capolista dei Ds in Piemonte, Liguria e Lombardia≫. I soliti ≪infaticabili e furbi cucinieri ciellini≫ avrebbe detto qualcuno. E' stato però nel 2006, nel corso della ventisettesima edizione del Meeting, che la relazione tra Bersani e Cl ha registrato la vera consacrazione. In quella circostanza, infatti, l’establishment del movimento – i vari Giancarlo Cesana, Giorgio Vittadini, Emma Neri – affidò a Pierluigi Bersani, allora titolare del dicastero per lo Sviluppo economico, niente meno che la presentazione del libro del fondatore don Giussani, Dall’utopia alla presenza. Ovvero l’evento clou del Meeting, che tra l’altro chiudeva la manifestazione di quell’anno. Per capire la rilevanza dell’avvenimento, c’è da considerare che don Luigi era morto appena l’anno prima e Bersani era stato l’unico leader degli allora Ds a prendere parte ai funerali, officiati nel Duomo di Milano dal cardinale Joseph Ratzinger, che poco dopo sarebbe stato eletto papa. Presentando l’opera del sacerdote, l’esponente del principale partito della sinistra ebbe per il movimento parole di vicinanza. ≪Ecco, leggendo il libro mi sono trovato a pensare, alla luce della mia esperienza, che certo abbiamo avuto percorsi diversi in quegli anni, ma si respirava alla fine la stessa aria. [...] Un’aria che arrivava al cuore, alla testa, che era un’esigenza di libertà, fondamentalmente di autonomia, di responsabilita, fino a toccare in molti casi, nel profondo, le coscienze e il senso stesso della vita. Ecco, io credo, e lo si vedeva gia allora, anche se non con questa consapevolezza, che Gioventù studentesca nella sfera religiosa e di fede anticipò questo processo.≫ Miele per Cl."(pag. 69-71)
"Avanguardia operaia e poi nel Partito comunista? Un giorno Bersani confessò al settimanale ≪Famiglia Cristiana≫ di aver frequentato da piccolo la parrocchia e il coro della chiesa del suo paese e finanche di avervi fatto il chierichetto. Ma le ragioni della liaison vanno cercate altrove. Per capire cosa leghi il segretario del Pd all’universo di Cl bisogna tornare alla parola-mantra del gruppo: sussidiarieta, la sostituzione dei privati allo Stato nella fornitura dei servizi. Tale principio, come si e visto, rappresenta una delle leve del sistema affaristico delle società della Compagnia delle opere, le quali tramite l’affidamento dalle amministrazioni pubbliche di servizi di ogni genere – dalla sanità all’istruzione, dal sociale all’edilizia –, traggono linfa vitale per il consolidamento del proprio potere economico. Il principio, però, è lo stesso sul quale si basa anche l’impero delle cooperative rosse, un mondo del quale da tempo Bersani, a partire dagli anni Ottanta, quando era assessore regionale ai Servizi sociali dell’Emilia-Romagna, e poi in seguito quando divenne governatore della stessa Regione, è considerato autorevole referente politico. Se non proprio uno stratega."(pag. 73)
"E cosa dire del famoso decreto legge sulle liberalizzazioni, firmato nel luglio del 2006, che secondo alcuni rappresentava un vero e proprio regalo di Bersani alle cooperative? ≪La sostanza è che questo decreto porta subito in dono nuovi benefici per le Coop rosse, che gia pagano poche tasse≫ scrisse il giornalista Rodolfo Ridolfi."(pag. 74)
"Sugli affari, dunque, Bersani e gli amici di Cl si intendono molto bene. E Meeting dopo Meeting, l’ex consigliere del Pci e gli abili ≪cucinieri≫ hanno capito che nel nome della sussidiarietà potevano fare grandi cose insieme." (pag. 75)
"Che Bersani sia ≪l’esponente del centrosinistra piu stimato da Cl≫ è dunque un argomento che non si presta a smentita." (pag. 77)
"Il futuro segretario del Pd parlò quindi al popolo ciellino, dimostrando di saper entrare subito in sintonia con esso. ≪Vedo piu file di cittadini davanti alla Caritas, che davanti alle sedi della Lega...≫ ammiccò durante il suo discorso, prendendo così le parti della Chiesa di Roma, che in quei giorni veniva attaccata dalle bordate del Carroccio. E il riscontro del pubblico fu enorme." (pag. 79)
"Fu alla fine del seminario, tuttavia, che si consumò anche visivamente il matrimonio traBersani e il movimento dei fedeli di don Giussani. Sceso dal palco, l’ex ministro dello Sviluppo economico venne infatti immediatamente cinto da dieci ragazzi del servizio d’ordine ciellino in maglia viola, che tenendosi per mano crearono attorno a lui un cerchio. Cosi protetto, Bersani si accese un sigaro e iniziò una lunga, significativa passeggiata tra gli stand della fiera. Raccogliendo gli applausi della gente, salutando, stringendo mani e fermandosi anche a comprare un biglietto della lotteria del Meeting. ≪Certo, questo può essere considerato un giorno perso nella mia campagna elettorale≫ sorrise Bersani lasciando la sede del festival. ≪Il punto è che la mia ottica guarda al paese, il partito è solo uno strumento, al paese con tutte le sue espressioni più vitali, di cui Cl è un esempio.≫ A sinistra non tutti la presero bene." (pag. 79)
"Durante le festivita natalizie di quell’anno, ancora ≪il manifesto≫ svela che a un pellegrinaggio privato organizzato da Comunione e liberazione in Terra Santa – a cui prendono parte un centinaio di vip istituzionali veneti, ma non solo: c’e anche l’ex ministro Pd Pierluigi Bersani –, partecipano uno a fianco all’altro proprio Graziano Debellini, capo della Cdo Nordest sotto indagine per truffa, il suo avvocato Giorgio Fornasiero e l’ex procuratore aggiunto di Padova Dario Curtarello, da poco promosso alla guida della Procura di Rovigo.10 Una circostanza clamorosa, che nel tempo nessuno dei tre protagonisti ha mai smentito." (pag. 305)
"In effetti al Meeting di Cl del 2009 Berlusconi, pur essendo premier, non è nemmeno stato invitato e gli ospiti d’onore sono stati i vertici della Lega e alcuni esponenti del Partito democratico come Bersani e Letta, simpatizzanti di Cl."(pag. 372, nota 12)
Quindi qual'è il modello di Stato Sociale che ama Bersani? E' forse un welfare state che tutela la disoccupazione, la precarietà, le madri sole con figli a carico? Un welfare pubblico che concede una casa a tutti quelli che per motivi di reddito non riescono a permettersela? Un welfare in grado di fornire cure mediche e posti letto ai poveri? Un welfare che aumenta i trasporti pubblici e riduce le tariffe per i non abbienti? No! Il modello di Bersani di welfare è quello privatistico gestito da aziende o enti controllati dalla Chiesa e dalle coop rosse e bianche. Il modello di Bersani è la Caritas, cioè, l'elemosina stracciona della Chiesa, che si avvale di un esercito di pii fedeli volontari non pagati e di finanziamenti pubblici e aiuti europei: quindi a costo zero o quasi, ma che fa apparire la Chiesa come la "Salvatrice" dei poveri, nel mentre regala loro due pezzi di pane che non escono nemmeno dalle sue tasche!
Nel Messaggero del 23 agosto 2011, Bersani giustificava l'esenzione dell'Ici alla Caritas così dicendo:
«In tempi come questi - sottolinea Bersani - prima di discutere bisognerebbe fare un giro, che sarebbe istruttivo, nelle Caritas diocesane, per capire bene come è messo il Paese e cosa sta facendo la Chiesa».
Il Cialtrone Bersani, supino alla Compagnia delle Opere e a Comunione e Liberazione, non si sogna nemmeno di garantire uno stato sociale pubblico erogato da dipendenti stipendiati con un contratto pubblico a tempo indeterminato! Ecco quindi il suo sostegno all'elemosina pelosa fornita da fedeli che non guadagnano un centesimo (Caritas) o da gente con contratti da fame e precari (le varie cooperative bianche e rosse), erogata per mezzo di contrubuti europei e tramite lo svuotamento delle casse pubbliche, per il beneficio del Maledetto XVI.
Per quanto riguarda la Caritas, il fatto che i contributi escono dalle nostre tasche e non da quelle di Maledetto XVI e della sua azienda millenaria, ce lo conferma anche una notizia riportata su Umbria 24 del 28 dicembre 2012, in cui la Caritas si lamenta di non aver ancora ricevuto i finanziamenti pubblici per erogare i suoi servizi:
"Chiedono cibo, vestiti, spesso una parola di conforto. Sempre più persone si rivolgono alla Caritas diocesana e all’associazione di volontariato San Martino che ne gestisce le opere segno. Numeri in forte crescita, prodotto di una crisi che avvolge una parte consistente del territorio ternano. In questo contesto, si acuiscono le tensioni fra le associazioni diocesane di volontariato e il comune di Terni. In ballo non c’è solo la realizzazione del centro di accoglienza di via Vollusiano, ma anche il pesante ritardo accumulato da palazzo Spada nell’erogazione di un contributo di 636 mila euro. «Per andare avanti siamo costretti a indebitarci», spiegano dalla Caritas.
Contributi. Le attività sono state condotte grazie ai contributi provenienti dall’8 per mille, dalla fondazione Carit e dagli enti locali. Non tutti, però, hanno tenuto fede agli impegni. «C’è una forte disparità nei tempi di erogazione dei contributi pubblici – osserva Francesco Venturini, presidente della San Martino – Alcuni, come la regione Umbria e il comune di Narni, hanno versato le quote nel giro di due, tre mesi al massimo. Il comune di Terni, invece, deve ancora erogare i contributi risalenti al 2009. Quello che più ci infastidisce è che l’ente ha già incassato da tempo i fondi del ministero dell’Interno, 544.759 euro relativi al progetto Rifugiati Terni. Soldi per noi essenziali, ma che sono stati utilizzati per altri scopi rispetto a quelli previsti. Intanto le attività vanno avanti grazie agli anticipi che le banche ci concedono».
Insomma, la Chiesa finanzia le sue attività caritatevoli con i soldi altrui, i nostri, ricavandone però per intero il prestigio. In tal senso possiamo tranquillamente supporre che la crisi economica sia una benedizione per la Chiesa, perchè gli uomini "secolarizzati" ridotti alla fame, per mezzo degli aiuti della Caritas, ritornano a Dio, cioè nelle grifie dei tentacoli Vaticani, che, sulle macerie dello stato sociale, spicca fra tutti per la carità effettuata con le tasche degli altri; ma attenzione, solo una minima parte dei soldi incassati serve a svolgere le attività assistenziali vaticane; ad esempio, per quanto riguarda l'otto per mille, secondo l'Espresso del 16 maggio 2012, "la Chiesa ne spende solo un quinto in opere di carità: il grosso finisce per costruire parrocchie e stipendiare i sacerdoti".
Sempre secondo lo stesso articolo: "Ancora più criticata è però la decisione di ripartire in modo proporzionale anche le scelte non espresse (oltre la metà): in questo modo la Chiesa Cattolicaconquista l'85 percento dei fondi (circa un miliardo di euro) grazie al 36 percento delle firme a suo favore ". Ma i prelati da chi vanno a reclamare poi i soldi che mancano nelle loro attività di sostegno ai poveri? Allo Stato. Facile fare carità con i soldi altrui! Poi, mentre la Chiesa impiega i suoi sacerdoti stipendiati a dire la messa, a convertire le anime, e a pretendere contributi pubblici, la stessa, per erogare i suoi servizi assistenziali, si avvale di un esercito di fedeli volontari che non paga un centesimo e il tutto per la "Gloria di Dio" e del suo potere terreno. Cari lettori, le notizie ci vengono date, non vi è nulla di occulto, ma è come dobbiamo interpretarle che viene assolutamente distorto alla nostra percezione. Perchè infatti uno Stato deve regalare soldi all'azienda Vaticano S.p.a., l'azienda più ricca del mondo, svuotando le proprie casse pubbliche nel mentre mantiene una classe clericale parassita? Perchè non eroga i servizi ai cittadini poveri in prima persona, applicando diritti garantiti dalla legge? La risposta è: Per la "Gloria di Dio" e del potere Temporale della "Santa" Sede e dei Gesuiti. Anche se non siamo totalmente d'accordo con l'impostazione dello UAAR, e consci che la verità è dispersa in varie fonti per confondere i più, è necessario leggere la stima che esso fa riguardo ai fondi pubblici ed alle esenzioni di cui ha goduto la Chiesa nel 2012; un dato, questo, che ci appare sufficientemente documentato, cioè:"€ 6.232.375.437". Infatti ci sembra che l'UAAR non si sia inventato le cifre, ma abbia attinto a fonti certe, come i semplici bilanci pubblicati dalla Chiesa, quando disponibili. Ad esempio, per l'8 per mille leggiamo il rendiconto nel sito ufficiale:
Scheramta tratta dal sito ufficiale dell'8xmille, disponibile al link http://www.8xmille.it/rendiconti/ripartizione2012.pdf |
Anno 2012
TOTALE DISPONIBILE 1.148.076 MIGLIAIA DI EURO, DISTRUBUITO IN:
- ESIGENZE DI CULTO E PASTORALE: 479.226 MIGLIAIA DI EURO.
- SOSTENTAMENTO DEL CLERO: 363.850 MIGLIAIA DI EURO.
- ACCANTONAMENTO A FUTURA DESTINAZIONE PER CULTO, PASTORALE E CARITA': 50.000 MIGLIAIA DI EURO.
- INTERVENTI CARITATIVI: 255.000 MIGLIAIA DI EURO.
QUINDI LA CHIESA STESSA CI DICE CHE SOLO CIRCA IL 22% DI INTERVENTI CARITATIVI E' DESTINATO ALL'AUITO DEI POVERI E IL RESTO E' IMPIEGATO PER ESPANDERE L'IMPERO CATTOLICO E STIPENDIARE IL CLERO PARASSITA, NEL MOMENTO IN CUI IL VATICANO E'PROTESO AD IMPORRE LA SUA "NUOVA EVANGELIZZAZIONE" CON ANNESSA "AUTORITA' MONDIALE", SECONDO LE PAROLE DEL "SANTO" PADRE.
Nell'immagine sopra un estratto del Discorso Del "Santo" Padre Benedetto Xvi
Ai Partecipanti Alla Plenaria Del Pontificio Consiglio Della Giustizia E Della Pace, Sala del Concistoro, Lunedì, 3 dicembre 2012
Ai Partecipanti Alla Plenaria Del Pontificio Consiglio Della Giustizia E Della Pace, Sala del Concistoro, Lunedì, 3 dicembre 2012
dI SEGUITO LE ALTRE VOCI INDIVIDUATE DALLO UAAR:
Immaginiamo quali frutti produrrebbero tutti questi soldi se venissero impiegati interamente dallo Stato per le opere sociali!
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