Se il peccato non dispiace più a Dio.
Si è parlato tanto di Fatima nel decennio passato, dopo che il Papa
Giovanni Paolo II ha voluto rivelare ciò che è stato presentato come il
terzo segreto. Si è parlato tanto di Fatima, nelle polemiche che sono
seguite alla rivelazione del terzo segreto, che molti pensano non
completa. Ricordiamo tutti il segretario di stato Tarcisio Bertone alla
televisione nazionale, presentare i biglietti scritti da Lucia e le
buste che li contenevano, per smentire chi sosteneva che il terzo
segreto era stato rivelato solo in parte. Ricordiamo tutti almeno il
documentato libro di Socci, “Il quarto segreto di Fatima”, e tutto il
vivace dibattito che ne è seguito.
Insomma, si è parlato tanto di Fatima, ma che fine ha fatto la devozione al Cuore Immacolato di Maria?
Certo, è vivissima in alcuni
circoli ristretti, ma è ancora predicata e praticata nel tessuto
concreto delle nostre parrocchie? Ci sembra proprio di no.
La pratica dei primi 5 sabati
del mese è praticamente scomparsa, quasi fosse una cosa per anime
piccole, che non corrisponde più al modo che ha oggi la Chiesa di
intendere la devozione alla Madonna. Ben inteso, nessuno negherà
pubblicamente che si può essere devoti al Cuore Immacolato di Maria, ma
presenteranno questa devozione come una pia pratica personale, che
lascia il tempo che trova. Ma così non è!
Di fronte al disastro del mondo
sempre più ateo, Dio stesso è intervenuto a Fatima, indicando la via
d'uscita alla distruzione dell'umanità: la devozione al Cuore Immacolato
di Maria.
Il 13 luglio 1917 così parlò la Madonna ai pastorelli:
"La guerra sta per finire, ma
se non smetteranno di offendere Dio, nel regno di Pio XI ne comincerà
un'altra peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce
sconosciuta, sappiate che è il grande segnale che Dio vi dà del fatto
che si appresta a punire il mondo per i suoi delitti, per mezzo della
guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre.
Per impedire tutto questo, sono venuta a chiedere la Consacrazione della
Russia al Mio Cuore Immacolato e la comunione riparatrice nei primi
sabati. Se ascolterete le Mie richieste, la Russia si convertirà e
avrete pace; diversamente, diffonderà i suoi errori nel mondo,
promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa; i buoni saranno
martirizzati, il Santo Padre dovrà soffrire molto, diverse nazioni
saranno annientate. Infine il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo
Padre Mi consacrerà la Russia che si convertirà, e sarà concesso al
mondo qualche tempo di pace"
E due anni prima, nel 1915,
l'angelo dell'apparizione invitò i bambini a pregare prostrati con lui
in riparazione delle offese subite da Dio da parte dei peccatori, e in
particolare con le parole: "Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito
Santo, vi adoro profondamente e vi offro il preziosissimo Corpo, Sangue,
Anima, Divinità di Gesù Cristo presente in tutti i tabernacoli della
terra, in riparazione degli oltraggi, dei sacrilegi e delle indifferenze
con cui Egli stesso è offeso, e per i meriti infiniti del Suo
Santissimo Cuore e del Cuore Immacolato di Maria vi chiedo la
conversione dei poveri peccatori.”
C'è questo continuo ritorno
della parola “riparazione”, che è ormai completamente incomprensibile
per il mondo cattolico di oggi: eppure è questo il cuore di Fatima e
della devozione al Cuore Immacolato. La Madonna chiede di pregare il
Rosario e di offrire la comunione riparatrice, per riparare, appunto,
agli oltraggi, sacrilegi e indifferenze con cui si offende Dio. La
Madonna chiede la comunione riparatrice per la conversione dei
peccatori, perché si salvino da quell'inferno che mostrò loro il 13
luglio 1917: "La Madonna ci mostrò un grande mare di fuoco, che sembrava
stare sotto terra. Immersi in quel fuoco, i demoni e le anime, come se
fossero braci trasparenti e nere o bronzee, con forma umana che
fluttuavano nell'incendio, portate dalle fiamme che uscivano da loro
stesse insieme a nuvole di fumo, cadendo da tutte le parti simili al
cadere delle scintille nei grandi incendi, senza peso né equilibrio, tra
grida e gemiti di dolore e disperazione che mettevano orrore e facevano
tremare dalla paura. I demoni si riconoscevano dalle forme orribili e
ributtanti di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti e neri.
Questa visione durò un momento”
E' accettabile questo per la
Chiesa “rinnovata” della modernità, per i cosiddetti cristiani adulti
del post-concilio? Questi considerando Fatima, parlano dell'attentato a Giovanni Paolo II e dei cristiani uccisi nel '900 come se fossero il cuore di questo messaggio ... ma non parlano più della riparazione, perché?
Semplicemente perché è cambiato lo sguardo nei confronti del peccato dell'uomo e della misericordia di Dio: per i nuovi cristiani, in sostanza, il peccato non offende più Dio.
Ci risiamo: il cattolicesimo
modernista modifica i dogmi, le verità di fede, e quando parla di
peccato non intende più dire ciò che la Chiesa ha detto per diciannove
secoli.
Per i modernisti, teorici o
pratici, il peccato praticamente non esiste più, poiché esso non offende
Dio. Dicono che il peccato non offende Dio, ma nuoce solamente al
peccatore. Il peccato, per loro, non fa niente a Dio. Il peccato,
dicono, non fa che nuocere al
peccatore facendogli perdere la vita divina - questo lo si concede - e,
al tempo stesso, offende gli altri uomini. In queste condizioni il
peccato non ha più la caratteristica dell’offesa, della distruzione
dell’onore di Dio, della Sua gloria, della Sua lode; non ha più la
caratteristica della disobbedienza alla legge di Dio. Insomma il peccato
non è più cattolico, e quindi non va più riparato!
Ci rendiamo conto fratelli,
come fanno ha parlare di Fatima tutti costoro, che ne hanno distrutto il
cuore? Dobbiamo vigilare contro una falsa devozione alla Madonna, fatta
solo di sentimentalismo, che non porta mai a ciò che la Beata Vergine
chiede sempre: la nostra conversione, per il bene nostro e del mondo
intero.
È sorta una nuova religione che distrugge la nozione stessa di peccato.
Abbiamo trovato una bella descrizione di questa drammatica situazione nella Chiesa, fatta da un vescovo illuminato per dottrina:
“In seguito, ci si dice, come
conseguenza, che Dio non punisce il peccato con una qualche pena
temporale o eterna. Poiché il peccato non offende Dio, Dio non lo
punisce. Del resto Dio è la bontà stessa: come potrebbe infliggere delle
pene all’uomo peccatore? No, è l’uomo stesso che si punisce, subendo le
conseguenze dei suoi errori, e l’inferno - se mai qualcuno vi si trova -
l’inferno non è altro che l’esclusione, l’auto-esclusione dall’amore
divino. Dunque l’inferno (per questi falsi cattolici moderni ndr) non è
più una pena inflitta da Dio. Dio non ha più il diritto di punire. Ne
consegue che l’uomo è esentato da ogni dovere di riparazione verso Dio.
Ciò che noi chiamiamo, nel nostro catechismo, la soddisfazione dopo il
peccato, il fatto che il peccatore debba soddisfare la giustizia divina a
causa dei suoi peccati, la soddisfazione, il bisogno di espiare i
propri peccati per riparare l’onore di Dio, non esiste più. L’uomo deve
solo riparare la sua salute spirituale. Ma riparare la gloria di Dio,
cooperare al recupero della creatura caduta nel peccato, non lo si vuole
più! Mentre voi conoscete la bella dottrina cattolica della
soddisfazione che è tutta a gloria di Dio, perché l’uomo peccatore possa
rialzarsi e ridare a Dio la gloria e la lode, risollevando la sua
decaduta natura per mezzo della soddisfazione, per mezzo della pena che
egli subisce volontariamente”.
Ma, alcuni diranno, e
la Misericordia di Dio, dove la lasciate? La Misericordia infinita di
Dio è tutta sulla Croce, dove Gesù ripara i nostri peccati versando il
suo Preziosissimo Sangue. Gesù ha soddisfatto la giustizia
divina morendo per i nostri peccati ... è infinita questa misericordia, è
infinita questa soddisfazione, e ci chiede di entrare in questa grande
riparazione!
Che senso avrebbero la Passione
e la Morte di Gesù Cristo, se non fosse per questa soddisfazione della
giustizia di Dio? La Croce di Cristo diventerebbe una specie di
finzione, di buon esempio dato da Gesù, per dimostrarci che ci ama! No!
Gesù soddisfa la giustizia divina, ripara i nostri peccati realmente,
non fa un “teatrino” del suo amore.
Ma fa di più: domanda a noi,
per sua misericordia, di partecipare alla grande riparazione, non di
negarla! Appartieni al corpo mistico di Cristo, ti è data la grazia di
poter offrire il tuo sacrificio quotidiano, in unione alla Croce di
Cristo, per riparare il tuo peccato e il peccato del mondo: questa è la
dignità del cristiano! Dio, in Cristo, rende utile la fatica del vivere!
Senza questa bontà di Dio che rende utile la tua sofferenza, essa
sarebbe solo infinitamente triste perchè vuota. Che grazia! Ma occorre
accogliere la verità di fede racchiusa nella parola “riparazione” perchè
questa grazia agisca.
Viviamo così il mese di maggio, fedeli al Rosario, ma con questo cuore di riparazione.
D.A.S.
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