La rivoluzione di una vera teologia della donna
Il ruolo della donna e la sua «dignità», nella Chiesa,vanno
comprese ed esaltate.
Papa Francesco ha parlato così ai fedeli in piazza a Castel Gandolfo, prima di
recitare l’Angelus nella solennità dell’Assunzione. «Comprese ed esaltate», già nel viaggio in
Brasile aveva parlato della necessità di una vera e propria «teologia della donna»: cenni, passaggi,
ma importantissimi.
Il fatto di riprenderli il giorno di Ferragosto ha un
significato tutto particolare. Nell’antichità le
Feriae erano una celebrazione della fertilità e della maternità, di
derivazione orientale, la dea madre Sira, patrona del lavoro dei campi, prerogative che nel
corso dei secoli la tradizione popolare attribuì alla Vergine Maria.
Ma a Ferragosto non si celebra una delle tante feste
dedicate alla Madonna, bensì quella
specialissima dell’Assunta, l’ultimo dogma mariano
dichiarato da Pio XII nel 1950. E perché
sarebbe così speciale? Carl Gustav Jung lo spiegò molto bene
in uno scritto, divenuto importante
per la storia delle donne in Occidente. Il fondatore della
psicologia del profondo, basata sui simboli e gli archetipi di origine protestante nel libro Risposta a Giobbe , scriveva: «Il dogma
dell’Assunzione di Maria al cielo costituisce l’avvenimento
religioso più importante dell’età
moderna dopo la Riforma». Perché era, secondo Jung, l’evento
simbolicamente più importante per
la storia delle donne moderne, per la loro emancipazione e
il loro riconoscimento. Per Jung, il fatto che l’unico essere umano già assunto in cielo, prima della
fine dei tempi, oltre al figlio di Dio, fosse una donna rappresentava una rivoluzione nell’immaginario
collettivo e un riconoscimento di potenza enorme. Al limite dell’onnipotenza, e dunque
dell’eresia, perché rischiava di equiparare troppo pericolosamente la madre, solo donna e del tutto
umana, al figlio, uomo sì ma anche figlio di Dio.
Un bell'intrico teologico e storico. Tanto che nella storia
della Chiesa i movimenti assunzionisti
ebbero vita assai difficile, perché, tra le tante ragioni,
rischiavano di dilatare troppo le prerogative
della Madonna, e quindi delle donne. Credo dunque sia di
grande rilevanza che Papa Francesco,
scelga una circostanza così significativa per parlare del
nuovo ruolo della donna e per celebrare il
25/esimo anniversario della Lettera apostolica Mulieris Dignitatem , di Giovanni Paolo II, sulla
dignità e vocazione della donna. Il significato dell’Assunta
non riguarda solo le donne nella Chiesa ma illumina, e non solo simbolicamente, l’ambivalente figura
della donna mediterranea:
onnipotente - per Jung l’Assunta era il ritorno ad un dio
femmina -, e però anche sottomessa.
Potentissima in quanto madre ma anche subalterna
all’uomo-marito. Una natura fragilissima e
fortissima quella della donna mediterranea, diversa
dall’emancipata donna protestante.
È importante tornare a queste radici profonde dell’identità
femminile contemporanea di fronte al
crescere della violenza contro le donne. È da lì che
dobbiamo ripartire tutti e tutte. La sensibilità
verso il femminicidio cresce ogni giorno, e ne siamo
contente. I movimenti delle donne sono in
allerta permanente, le deputate e le senatrici, tutte, hanno
lavorato con un impegno straordinario, da ultimo il decreto governativo sancirà provvedimenti urgenti.
Tutto questo ci rende giustamente orgogliose. Il «ma» che
segue d’obbligo a queste osservazioni
parla giustamente di prevenzione. E però nessuna prevenzione
è più efficace che ripartire dalla forza delle donne mediterranee, e non solo dalla loro debolezza.
Perché è oggi la loro forza a spaventare,quando vengono meno i contrappesi che la cultura occidentale
maschile aveva messo in piedi, per venirne a patti e per farne il frutto di un rapporto
amoroso. In questo senso, le culture religiose possono essere preziose alleate delle donne e della loro
capacità di costruire relazioni buone.
di Emma Fattorini
in “l'Unità” del 17 agosto 2013
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