SECONDO PADRE ENRICO ZOFFOLI
Padre
Enrico Zoffoli (Marino,
3 settembre 1915 – Roma, 16 giugno 1996) è stato un presbitero e
teologo italiano, membro della Congregazione
della Passione di Gesù Cristo.
E’ molto noto negli ambienti del Cattolicesimo tradizionale e
dell’apologetica anche per aver pubblicato il Dizionario
del Cristianesimo nel
1992, il testo Contro
le eresie del Cammino Neocatecumenale [1]
(mai confutato), la lettera a padre Livio Fanzaga del 22 febbraio
1994 Con
viva ripugnanza [2]
e tanti altri scritti di fede cattolica.
Ordinato
sacerdote il 29 aprile 1939 presso i padri Passionisti,
si laurea in filosofia e passa a insegnare allaPontificia
Accademia di san Tommaso d’Aquino,
venendo nel frattempo nominato esaminatore dei candidati alle
ordinazioni sacerdotali dei Passionisti e
confessore presso il loro Vicariato di Roma. Successivamente
insegnerà anche alla Pontificia
Università Lateranense.
Predica in tutta Italia missioni e corsi di cultura cattolica per
sacerdoti e laici, avviando un cenacolo di studi teologici per
giovani e adulti per la comprensione del Magistero della Chiesa. Per
oltre mezzo secolo scrive libri di filosofia, apologetica,
spiritualità, teologia, agiografia e storia, alcuni dei quali
imponenti opere di mole e contenuto. Il pensiero diPadre
Zoffoli è
maggiormente influenzato da Tommaso
d’Aquino e Teresa
di Lisieux.
Nel
1958, dopo una visita a suor Celina
Martin,
l’ultima sorella allora vivente di santa Teresa
di Gesù Bambino,
viene incaricato di redigere una storia critica di san
Paolo della Croce:
l’opera finale, che richiederà dieci anni di lavoro, comprenderà
oltre seimila pagine, da cui alcuni passi scelti verranno inseriti
come preghiere liturgiche nel rinnovato Breviario
Passionista.
Nel
1992 pubblica un Dizionario
del Cristianesimo,
che avrà una recensione entusiasta dell’Osservatore
Romano il
16 aprile 1993.
Nei
suoi libri uno dei temi più ricorrenti è quello del mistero
eucaristico: nel cinquantesimo anniversario della sua ordinazione
sacerdotale, P.Zoffoli pubblica il libro La
Messa è tutto,
che verrà poi ristampato in forma di catechismo in séguito degli
elogi ricevuti da diversi teologi.
***
A
proposito di “PostConcilio”
Padre
Zoffoli, in vari testi e catechesi, sinteticamente così si esprime
circa i problemi causati dal Concilio Vaticano II, egli utilizza
l’espressione PostConcilio:
E’
un periodo di crisi per la Chiesa, che dal Vaticano II si prolunga da
più di un trentennio, minacciando ulteriori crolli nell’ambito
della fede e della cultura di un mondo già tradizionalmente permeato
di Cristianesimo.
Le
ripetute ed amare constatazioni dei Papi obbligano a pensare ad
un’apostasia che appare nelle sue reali proporzioni solo
riflettendo sulla più tragica di tutte, le possibili perdite della
coscienza.
La
nozione stessa della verità, interamente capovolta nella
radicalizzazione dell’immanentismo dellafilosofia
moderna,
spinto fino all’oblio dell’ essere
in sé ed
all’assolutizzazione
di una soggettività umana sinonimo di relativismo e storicismo,
amoralismo e nichilismo.
Con
la luce della verità, va tramontando ogni certezza e valore, ogni
fede e ideale, ogni magistero e dogma; per cui nulla sembra più
assolutamente vero e indiscutibile.
Coi
modernisti dell’inizio del secolo, anche in ambienti cattolici, si
ripete che: «la
verità non è più immutabile dell’uomo stesso, giacché essa si
evolve in lui, con lui e per lui»
(Decr. Lamentabili,
prop. 26). Infatti, si osa propagare la convinzione che si dà
soltanto «una
ragione storicamente data; le cui forme mutano col variare dei
contesti culturali»,
per cui sarebbe presuntuoso «riproporre
una concezione metafisica, filosofica e teologica totalizzante».
È
il nuovo “credo” proposto a conclusione di congressi tenuti da
teologi “cattolici” negli anni ’70 e ’80.
***
A
proposito di Papa Paolo VI
Paolo
VI ne era pienamente consapevole quando gemeva:
«La
verità è in crisi. Alla verità oggettiva, che ci dà il possesso
conoscitivo della realtà, si sostituisce quella soggettiva:
l’esperienza, la coscienza, la libera opinione personale, quando
non sia la critica della nostra facoltà e capacità di conoscere, di
pensare validamente. La verità filosofica cede all’agnosticismo,
allo scetticismo, allo snobismo del dubbio sistematico e negativo. Si
studia, si cerca per demolire, per non trovare. Si preferisce il
vuoto [...]. E con la critica della verità filosofica [...] la
verità religiosa è crollata in molti animi che non hanno più
saputo sostenere le grandi e solari affermazioni della scienza di
Dio, della teologia naturale, e tanto meno quelle della teologia
della rivelazione: gli occhi si sono annebbiati, poi accecati...»
(Udienza generale, 20.5.1970).
Così,
la Chiesa del PostConcilio «si
trova in un’ora di inquietudine, di autocritica, si direbbe di
autodistruzione. È come uno sconvolgimento interiore, acuto e
complesso, che nessuno si sarebbe atteso dopo il Concilio. Si pensava
ad una fioritura, ad un’espansione serena delle concezioni maturate
nelle grandi assise del concilio. Ma … se ne viene a sottolineare
soprattutto l’aspetto doloroso. Come se la Chiesa percuotesse se
stessa…»
(Discorso 7.12.1969).
Insomma,
«per
qualche fessura il fumo di Satana è entrato nel tempio di Dio: il
dubbio, l’incertezza, la problematica, l’inquietudine,
l’insoddisfazione, lo scontro si sono fatti largo. Noi avremmo
creduto che l’indomani del concilio sarebbe stato un giorno di sole
per la Chiesa. Ma invece del sole, abbiamo avuto le nuvole, la
tempesta, le tenebre. Cosa è successo? … Una Potenza avversa è
intervenuta: il Diavolo, questo essere misterioso...»
(Discorso 29.6.1972).
In
realtà, si è trattato di «interpretazioni
arbitrarie e offensive di verità sacrosante della fede cattolica…»;
di «voci
[...] che tentano di deformare dottrine fondamentali chiaramente
professate dalla Chiesa di Dio, circa, ad esempio, la risurrezione di
Cristo, la realtà della sua vera presenza nell’Eucaristia, ed
anche della verginità della Madonna, e di conseguenza il mistero
augusto dell’incarnazione ecc. – e ciò che spaventa non è
soltanto la gravità di queste false affermazioni, ma altresì
l’audacia irriverente e temeraria con cui sono pronunciate,
lasciando intravedere che si insinua qua e là il criterio di
giudicare le verità della fede a piacimento, secondo la propria
capacità d’intendere e il proprio gusto di interloquire nel campo
teologico e religioso...»
(Udienza generale 30.11.1966).
***
Col
tempo, l’analisi di papa Montini non cessa di essere sempre più
approfondita, leale, quasi spietata
«Oggi
da qualcuno dentro la chiesa [...] si guarda con riserva, con
diffidenza al magistero ecclesiastico. Al magistero ecclesiastico si
vorrebbe più che altro riconoscere oggi da alcuni l’ufficio di
confermare, la credenza infallibile della comunione dei fedeli [...]
ed a questi si vorrebbe da altri seguaci della dottrina negatrice del
magistero ecclesiastico, riconoscere la capacità d’interpretare
liberamente, secondo il proprio intuito, che facilmente si pretende
ispirato, la S. Scrittura. La fede così diventa apparentemente
facile, perché ciascuno se la modella come meglio vuole, ma perde la
sua autenticità, la sua sicurezza, la sua vera verità, e perciò la
sua urgenza di essere ad altri comunicata: diventa un’opinione
personale»
(L’Osservatore Romano 12.1.1967).
***
A
proposito di Giovanni Paolo II
Offuscata
– ed anzi respinta – la luce della «verità
assoluta»,
ne è seguito il rifiuto della Rivelazione e delle sue fonti;
l’insofferenza del Magistero infallibile; la storicizzazione di
tutte le verità in materia di fede e di morale; il giudizio
livellatore delle religioni, ritenute tutte vere secondo il loro
parziale e sempre mutevole momento culturale; la sensibile estinzione
dello spirito missionario e quindi un ecumenismo superato dall’ansia
irenistica radicalmente agnostica, negatrice dell’indiscutibile
emergenza del Cristianesimo, della Chiesa.
Per
cui non sorprende l’angosciosa constatazione di Giovanni Paolo
II,secondo il quale «si
sono propolate vere e proprie eresie in campo dogmatico e morale,
creando dubbi, confusioni, ribellioni...»
(Discorso 6.2. 1981).
***
Conclusione
Nonostante
la implicita critica che padre Zoffoli fa del Concilio, giunge
tuttavia a conclusioni che possono essere opinabili, poiché il padre
passionista attribuisce il propagarsi delle eresie non tanto al
Concilio stesso, ma più alle disubbidienze ed alle errate
interpretazioni dei documenti stessi; purtroppo non prende in
considerazione – forse nel 1992 ancora non c’era piena
consapevolezza del problema o forse per timori personali –
l’operato dei pontefici i quali sembrano aver favorito spesso
queste interpretazioni anti-tradizionali del
Cattolicesimo, sia nella pratica pancristiana del
falso ecumenismo [3] che nella divulgazione di documenti ben lontani
da quella ortodossia
della fede che
lo stesso Zoffoli ha difeso per tutta la vita.
Dice: Questo
il «PostConcilio» vissuto e sofferto dalla Chiesa, nella quale
molti sono ancora lontani dal capire e accogliere il senso più vero
del messaggio del Vaticano II, da scoprirsi alla luce della
Tradizione Apostolica, interpretata e difesa dal Magistero solenne e
ordinario di Papi e Concili, contro tutti i tentativi di eversione, i
compromessi con la cultura laicista, i tradimenti dei «figli delle
tenebre».
Fonti
e citazioni:
Breve
sintesi (affidabile) tratta da Wikipedia
Dizionario del Cristianesimo (Sinopsis, 1993)
Pascendi e decreto Lamentabili del Sommo Pontefice S. Pio X
Paolo VI - Udienza generale – 30 Novembre 1966
Articolo de “L’Osservatore Romano” – 12 Gennaio 1967
Paolo VI – Discorso – 7 Dicembre 1969
Paolo VI - Udienza generale – 20 Maggio 1970
Paolo VI – Discorso – 29 Giugno 1972
Giovanni Paolo II – Discorso – 6 Febbraio 1981
Dizionario del Cristianesimo (Sinopsis, 1993)
Pascendi e decreto Lamentabili del Sommo Pontefice S. Pio X
Paolo VI - Udienza generale – 30 Novembre 1966
Articolo de “L’Osservatore Romano” – 12 Gennaio 1967
Paolo VI – Discorso – 7 Dicembre 1969
Paolo VI - Udienza generale – 20 Maggio 1970
Paolo VI – Discorso – 29 Giugno 1972
Giovanni Paolo II – Discorso – 6 Febbraio 1981
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