Diario Vaticano /
Riguarda
il rito del battesimo. Ha voluto che si dica "Chiesa di Dio"
invece che "comunità cristiana". L'ordine di cambiare è
stato emesso pochi giorni prima delle sue dimissioni. Ed è entrato
in vigore dopo l'elezione di Francesco
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CITTÀ
DEL VATICANO, 22 agosto 2013 – La domenica dopo l'Epifania è la
domenica del battesimo di Gesù. E in ognuna di queste domeniche,
anno dopo anno, Benedetto XVI ha amministrato il primo sacramento
dell’iniziazione cristiana a un certo numero di bambini, nella
Cappella Sistina.
Ogni volta ha dunque avuto modo di pronunciare le formule previste dal rito del battesimo in vigore dal 1969. Ma due parole di questo rito non l’hanno mai convinto del tutto.
Ogni volta ha dunque avuto modo di pronunciare le formule previste dal rito del battesimo in vigore dal 1969. Ma due parole di questo rito non l’hanno mai convinto del tutto.
E così, prima di rinunciare alla cattedra di Pietro, ha ordinato che venissero cambiate nell’originale latino e di conseguenza, a cascata, anche nelle cosiddette lingue volgari.
Il provvedimento, messo in opera dalla congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, è stato pubblicato dal bollettino ufficiale del dicastero, "Notitiae". A segnalarne l'esistenza, nel silenzio dei media vaticani, è stato il quotidiano della conferenza episcopale italiana "Avvenire".
Il decreto che introduce l’innovazione, pubblicato in latino, inizia così:
"Porta della vita e del regno, il battesimo è sacramento della fede, con il quale gli uomini vengono incorporati nell’unica Chiesa di Cristo, che sussiste nella Chiesa cattolica, governata dal successore di Pietro e dai vescovi in comunione con lui".
È proprio partendo da questa considerazione che la congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti ha motivato la variazione nella seconda "editio typica" latina del rito del battesimo dei bambini del 1973 (che nella formula in questione è identico alla prima "editio typica" del 1969):
"Affinché nel medesimo rito sia meglio messo in luce l’insegnamento della dottrina sul compito e dovere della Madre Chiesa nei sacramenti da celebrare".
La variazione introdotta è la seguente.
D’ora in poi al termine del rito dell’accoglienza, prima di segnare con la croce la fronte del bambino o dei bambini, il sacerdote non dirà più: "Magno gaudio communitas christiana te (vos) excipit", ma invece: "Magno gaudio Ecclesia Dei te (vos) excipit".
In pratica papa Joseph Ratzinger, da fine teologo, ha voluto che nel rito battesimale si dicesse in modo chiaro che è la Chiesa di Dio – la quale sussiste compiutamente nella Chiesa cattolica – ad accogliere i battezzandi, e non genericamente la "comunità cristiana", termine che sta a significare anche le singole comunità locali o le confessioni non cattoliche come le protestanti.
Nel decreto pubblicato su "Notitiae" si precisa che Benedetto XVI "ha benevolmente stabilito" la suddetta variazione del rito nel corso di un'udienza concessa al prefetto della congregazione, il cardinale Antonio Cañizares Llovera, il 28 gennaio 2013, appena due settimane prima dell’annuncio delle dimissioni da papa.
Il decreto porta la data del 22 febbraio 2013, festa della Cattedra di san Pietro, ed è firmato dal cardinale prefetto e dall’arcivescovo segretario Arthur Roche. E vi si dice che è entrato in vigore dal giorno 31 marzo 2013, regnante già papa Francesco, che evidentemente non ha avuto nulla da obiettare riguardo alla decisione del suo predecessore.
L'introduzione della variante nelle lingue volgari sarà curata dalle rispettive conferenze episcopali.
Attualmente in inglese la frase nella quale le due parole “comunità cristiana” dovranno cambiare in “Chiesa di Dio” è: "The Christian community welcomes you with great joy".
In francese: "La communauté chrétienne t’accueille avec une grande joie".
In spagnolo: "La comunidad cristiana te recibe con gran allegria".
In portoghese: "È com muita allegria que la comunidade cristã te recebe".
Leggermente discostate dall’originale latino sono la versione tedesca: "Mit großer Freude empfängt dich die Gemeinschaft der Glaubenden [La comunità dei credenti ti accoglie con grande gioia]" e quella in vigore in Italia: "Con grande gioia la nostra comunità cristiana ti accoglie", dove c'è l’aggiunta di un "nostra" non presente nell'originale latino.
La versione italiana è quella che Benedetto XVI ha utilizzato ogni volta che ha amministrato il sacramento nella domenica del Battesimo di Gesù. E forse è proprio quel troppo autoreferenziale "nostra" che ha indotto il papa teologo a decidere il cambiamento.
Fino al 2012, infatti, Benedetto XVI ometteva il "nostra" e pur celebrando in italiano diceva ai piccoli battezzandi: "Con grande gioia la comunità cristiana vi accoglie".
Ma alla fine deve aver considerato ambiguo anche l’originale latino. Così lo scorso 13 gennaio, nel celebrare per l’ultima volta da sommo pontefice il battesimo, ha detto: "Cari bambini, con grande gioia la Chiesa di Dio vi accoglie".
E poco dopo, tra le ultime disposizioni del suo pontificato, ha prescritto tale formula per tutta la Chiesa.
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IL TESTO DEL DECRETO
Nel decreto pubblicato su "Notitiae", 557-558, Ian.-Feb. 2013, 1-2, pagg. 54-56, si cambia "communitas christiana" in "Ecclesia Dei" nei paragrafi 41, 79, 111, 136 e 170 della seconda "editio typica", cioè normativa, in latino, del 1973 del rito del battesimo dei bambinil.
Il paragrafo 41 riguarda propriamente l’"Ordo Baptismi pro pluribus parvulis" (il rito del battesimo per più bambini).
Il paragrafo 79 l’"Ordo Baptismi pro uno parvulo" (il rito per un solo bambino).
Il paragrafo 111 l’"Ordo Baptismi pro magno numero parvulorum" (il rito per un gran numero di bambini).
Il paragrafo 136 l’"Ordo Baptismi parvulorum absente sacerdote et diacono a catechistis adhibendus" (il rito celebrato da catechisti in assenza del sacerdote e del diacono).
Il paragrafo 170 l'"Ordo deferendi ad Ecclesiam parvulum iam baptizatum" (il rito per portare nella Chiesa un bambino già battezzato).
Ecco dunque il testo del decreto:
CONGREGATIO DE CULTU DIVINO ET DISCIPLINA SACRAMENTORUM
Prot. N. 44/13/L
DECRETUM
Vitae et regni ianua, Baptismus est sacramentum fidei, quo homines incorporantur unicae Christi Ecclesiae, quae in Ecclesia catholica subsistit, a Successore Petri et Episcopis in eius communione gubernata.
Unde Congregationi de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum visum est variationem quandam in editionem typicam alteram Ordinis Baptismi Parvulorum inducere, eo ut in eodem ritu melius in lucem ponatur tradita doctrina de munere et officio Matris Ecclesiae in sacramentis celebrandis. Dicasterium proinde ea, quae sequuntur, disponit:
Ordo Baptismi Parvulorum in posterum sic recitet:
1. "41. Deinde celebrans prosequitur dicens:
N. …, N. (vel Filioli), magno gaudio Ecclesia Dei vos excipit. In cuius nomine ego signo vos signo crucis; et parentes vestri (patrinique) post me eodem signo Christi Salvatoris vos signabunt.
Et signat ununquemque parvulum in fronte, nihil dicens. Postea invitat parentes et, si opportunum videtur, patrinos, ut idem faciant".
2. "79. Deinde celebrans prosequitur dicens:
N. …, magno gaudio Ecclesia Dei te excipit. In cuius nomine ego signo te signo crucis; et parentes tui (patrinique vel et matrina) post me eodem signo Christi Salvatoris te signabunt.
Et signat parvulum in fronte, nihil dicens. Postea invitat parentes et, si opportunum videtur, patrinum (matrinam), ut idem faciant".
3. "111. Celebrans prosequitur dicens:
Filioli, magno gaudio Ecclesia Dei vos excipit. In cuius nomine ego signo vos signo crucis.
Producit signum crucis super omnes infantes simul, et ait:
Et vos, parentes (vel patrini), infantes in fronte signate signo Christi Salvatoris.
Tunc parentes (vel patrini) signant parvulos in fronte".
4. "136. Catechista prosequitur dicens:
Filioli, magno gaudio Ecclesia Dei vos excipit. In cuius nomine ego signo vos signo crucis.
Producit signum crucis super omnes infantes simul, et ait:
Et vos, parentes (vel patrini), infantes in fronte signate signo Christi Salvatoris.
Tunc parentes (vel patrini) signant parvulos in fronte".
5. "170. Deinde celebrans prosequitur dicens:
N. …, magno gaudio Ecclesia Dei, cum parentibus tuis gratias agens, te excipit testificaturque te iam ad Ecclesia fuisse receptum. In cuius nomine ego signo te signo Christi, qui tibi in Baptismate vitam largitus est et Ecclesiae suae te iam aggregavit. Et parentes tui (patrinusque vel et matrina) post me eodem signo crucis te signabunt.
Et signat infantem in fronte, nihil dicens; postea invitat parentes et, si opportune videtur, patrinum, ut idem faciant".
Ego infrascriptus Congregationis Praefectus, haec Summo Pontifici Benedicto XVI exposuit, qui, in audientia die 28 mensis ianuarii 2013 eidem concessa, textum praesentem editionis typicae alterae Ordinis Baptismi Parvulorum modo sopradicto posthac variari benigne statuit.
Quae statuta de Ordine Baptismi Parvulorum statim ab omnibus, ad quos spectant, serventur et inde a die 31 mensis martii 2013 plenum habeant vigorem.
Curae autem Conferentiarum Episcopalium committitur ut variationes, in Ordine Baptismi Parvulorum factae, in editiones eiusdem Ordinis lingua vernacula apparandas inducant.
Contrariis quibuslibet minime obstantibus.
Ex aedibus Congregationis de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum, die 22 mense februarii 2013, in festo Cathedrae sancti Petri Apostoli, datum.
Antonius Card. Cañizares Llovera, Praefectus
Arturus Roche, Archiepiscopus a Secretis
__________http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350579
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