L’apertura di monsignor Miglio alle coppie di fatto è una “picconata” alla famiglia
Sta facendo molto discutere in queste ore l’apertura al riconoscimento delle coppie di fatto avanzata dall’arcivescovo di Cagliari ,Arrigo Miglio.
Dichiarazioni che hanno suscitato ancora più scalpore, essendo state pronunciate in qualità dipresidente del Comitato scientificoorganizzatore delle Settimane Sociali dei cattolici italiani, riunito a Torino.
Andiamo quindi ad esaminare le parole pronunciate da Miglio: “Vorremmo superare i pregiudizi – ha detto – capire che la famiglia non è un problema cattolico, ma di tutti. Confinare la famiglia a un tema di tipo confessionale significa sminuirla nel suo ruolo sociale di pilastro del bene comune. Non sogniamo modelli passati ma partiamo dal nucleo della famiglia attuale, il matrimonio tra un uomo e una donna, e da questa prospettiva ragioniamo per guardare al futuro, verso nuove situazioni e nuovi modelli familiari”. E fin qui nulla di strano, il ragionamento dell’arcivescovo potrebbe essere anche condiviso. Ma poi ha aggiunto: “Da questa prospettiva bisogna ragionare per arrivare a capire che primato della famiglia non significa ignorare né calpestare i diritti e i doveri che si formano in ogni altro tipo di convivenza”.
E qui qualche perplessità inevitabilmente non può non presentarsi. A leggere certe dichiarazioni (non essendo stati presenti dobbiamo attenerci ai resoconti giornalistici), sembrerebbe quasi che il primato della famiglia, anziché un valore, sia diventata una forma di discriminazione verso le altre, differenti, forme di convivenza. Non si riesce a comprendere francamente il perché di un intervento della Chiesa rivolto a garantire il riconoscimento delle convivenze “di fatto”, considerando come ad essere bistrattata oggi sia proprio la famiglia fondata sul vincolo del matrimonio.
La Chiesa ha avuto il privilegio e la virtù di restare sempre fedele al Vangelo senza mai adeguarsi alle mode del momento.
Certo, è scomodo oggi difendere la famiglia tradizionale, lo scandalo semmai sta proprio in questo, nel voler essere “diversi” in un mondo omologato dove il pensiero unico dominante è quello che tende a snaturare il concetto di “famiglia” in favore di una molteplicità di unioni poste tutte sullo stesso piano. Ma un conto è riconoscere diritti a chi legittimamente sceglie di convivere sotto forme diverse dal matrimonio, altra cosa è equiparare queste situazioni alla famiglia classica, con il risultato di rendere il matrimonio fra un uomo ed una donna un rito stanco, quasi un retaggio d’altri tempi da superare, o quanto meno riservare agli irriducibili bigotti.
Certo, è scomodo oggi difendere la famiglia tradizionale, lo scandalo semmai sta proprio in questo, nel voler essere “diversi” in un mondo omologato dove il pensiero unico dominante è quello che tende a snaturare il concetto di “famiglia” in favore di una molteplicità di unioni poste tutte sullo stesso piano. Ma un conto è riconoscere diritti a chi legittimamente sceglie di convivere sotto forme diverse dal matrimonio, altra cosa è equiparare queste situazioni alla famiglia classica, con il risultato di rendere il matrimonio fra un uomo ed una donna un rito stanco, quasi un retaggio d’altri tempi da superare, o quanto meno riservare agli irriducibili bigotti.
Non è stato Papa Francesco a ricordarci che il compito dei sacerdoti non è quello di adeguarsi alla moda ma di servire il Vangelo senza preoccuparsi di andare controcorrente o di dare fastidio? E non sono stati forse coerenti i vescovi degli stati europei dove sono state introdotte legislazioni favorevoli alle coppie di fatto ed alle nozze gay, che hanno fatto sentire forte e chiara la loro condanna? Chi ha più coraggio? I vescovi francesi, belgi, olandesi che si sono opposti alle politiche laiciste dei governi in nome della difesa dei valori irrinunciabili, o Miglio che con la sua uscita si guadagnerà l’apprezzamento e gli applausi dei laicisti italiani?
Forse l’arcivescovo di Cagliari nel rilasciare certe dichiarazioni ha creduto di andare controcorrente, senza accorgersi invece di essersi soltanto omologato al pensiero unico che domina la società contemporanea, un pensiero che già da tempo non riconosce più alcun primato della famiglia. Un assist quello di Miglio, di cui non si avvertiva affatto la necessità.
0http://www.intelligonews.it/lapertura-di-monsignor-miglio-alle-coppie-di-fatto-e-una-picconata-alla-famiglia/
NEL NOME DEL PADRE E DELLA MADRE - IL PAPA E BAGNASCO RIBADISCONO: “LA FAMIGLIA E’ COMPOSTA DA PAPA’, MAMMA E FIGLI” (CON TANTI SALUTI ALLE NOZZE GAY) -
Il capo dei vescovi italiani mette le cose in chiaro: “La famiglia è composta da papà, mamma e figli, come insegna la Bibbia e come prevede la Costituzione” - Bergoglio parla “dell’unità nella differenza tra uomo e donna” - Condanna all’omofobia e rispetto di tutte le opinioni…
Marco Ansaldo per La Stampa
«La famiglia è composta da papà, mamma e figli, come insegna la Bibbia e come prevede la Costituzione». Cosi dice il capo dei vescovi italiani, cardinale Angelo Bagnasco. Le altre non possono essere considerate famiglie. Nessuna discriminazione e nessun anatema. Ma l'invito a rispettare la Chiesa cattolica e a non essere prevenuti nei suoi confronti. Posizione condivisa dallo stesso Pontefice.
PAPA JORGE BERGOGLIO
Bagnasco lo ha ribadito ieri all'apertura della 47esima "Settimana sociale dei cattolici italiani", che si svolge quest'anno a Torino. Titolo: "Famiglia, speranza e futuro per la società italiana". La famiglia è fondata sull'unione uomo-donna. Va riconosciuta nella Carta costituzionale come un «bene per tutti», e sostenuta con politiche adeguate, ma anche con una cultura che ne riconosca il valore.
BERTONE-BERGOGLIO
E, aggiunge il Pontefice, la famiglia fondata sul matrimonio rappresenta «il primo e principale soggetto costruttore della società» e di un'economia a misura d'uomo». Francesco ha inviato un messaggio di saluti. Bagnasco fatto la sua prolusione. La Chiesa deve mantenersi attiva nella società, attenta alle nuove istanze, ma ferma su determinati principi. Uno tra quelli non negoziabili è la famiglia come «grembo della vita».
BAGNASCO ANGELO
Entrambi, Francesco e Bagnasco, chiedono alla politica di aiutare la famiglia. Considerandola come un tassello fondamentale e costruendole attorno un sistema economico-sociale. Bergoglio propone «una concezione della famiglia, che è quella del Libro della Genesi, dell'unità nella differenza tra uomo e donna, e della sua fecondità. Mentre il presidente della Cei afferma che «non deve essere indebolita, peggio destabilizzata».
NOZZE GAY
Nessuna concessione, allora, a tipi di famiglia diverse da quella tradizionale. Spiega Bagnasco: «Nei mesi scorsi il dibattito sulla legge contro l'omofobia ha manifestato con chiarezza questa tendenza. Nessuno discute il crimine e l'odiosità della violenza contro ogni persona, qualunque ne sia il motivo: tale condanna dovrebbe essere sufficiente in una società civile. Per lo stesso senso di civiltà, nessuno dovrebbe discriminare chi sostenga che la famiglia è solo tra uomo e donna».
MATRIMONIO GAYhttp://www.dagospia.com/rubrica-29/Cronache/nel-nome-del-padre-e-della-madre-il-papa-e-bagnasco-ribadiscono-la-famiglia-62654.htm
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