L’”elitarismo narcisista e autoritario” è dei modernisti : “i veri amici del popolo non sono né rivoluzionari, né novatori, ma...
Le
" veline" televisive nel presentare in TV l'Esortazione Apostolica di
Papa Francesco avevano sottolineato l'aspetto " meno liturgia " ...
Aiutato da Fides et forma ho letto con enorme tristezza questi due paragrafi del documento pontificio.
Ma come ?
Nel
corso della storia della Chiesa i Santi, i Papi e i Pastori delle anime
non avevano sempre spronato i fedeli ( e gli uomini di Chiesa ) a
coltivare la liturgia per la salvezza delle anime e per la
santificazione della società ?
La cura ostentata per la Liturgia, la Dottrina e il prestigio della Chiesa non sono più azioni " buone e sante"?
Qualcosa mi sfugge ...Intanto
prevediamo, non occorre avere il dono della profezia, un ulteriore calo
delle vocazioni al Sacerdozio ( come avvenne in modo drammatico dopo il
Concilio Vaticano II ) .
Chi sta fianco a
fianco con i Sacerdoti nota uno stato di crescente " depressione " : lo
smantellamento delle regole, su cui la Dottrina trova attuazione
pratica nella cura pastorale, a favore di formule " carismatiche " ,
personalistiche e sensazionaliste produce uno stato di smarrimento in
coloro che debbono confessare e consigliare i fedeli !
Tutto questo è accaduto a ridosso del Concilio Vaticano II con i tristi risultati che abbiamo tante volte pianto !
Va colpita la deformazione non il sistema !!!
Come possono essere sommersi nella poltiglia populista i nobilissimi " tres munera " Sacerdotali istituiti per la salvezza delle anime !
Attendiamoci ora una nuova fase di " spretamenti "
perchè , lo possiamo documentare fin d'ora, la dissoluzione delle
regole e dei regolamenti colpirà proprio la sensibilità sacerdotale !
E
se usciranno in pochi sarà per un solo motivo : nessuno, a 30 o 50
anni, vuole morire di fame ... e con la crisi occupazionale attuale ...
Non mischiamo infine le carte a tavola : l”elitarismo narcisista e autoritario”
è solo dei modernisti coloro che hanno maciullato la Chiesa Cattolica
in modo che , così sfigurata, non potesse più attrarre, sedurre e
convertire mentre “i veri amici del popolo non sono né rivoluzionari, né novatori, ma tradizionalisti” ( San Pio X Lettera Apostolica “Notre charge apostolique" ).
I
modi di espressione dei tradizionali possono essere a volte
apparentemente crudi e decisi ma sono pervasi sempre dall’amore per la
Chiesa e dal senso di carità e di amore nei confronti dei fratelli
specialmente quelli bisognosi di essere confermati nella fede !
Chi
ha la mia età è in grado di fare un raffronto, un paragone storico di
come i " novatori " nemici della tradizione vivente della Chiesa che
hanno imposto, e lo continuano a fare quotidianamente, le loro idee e
soprattutto i loro schemi liturgici e dottrinali calpestando i corpi ,
le menti e i cuori di chi non è d'accordo con le loro scelleratissime
finalità !
Noi non ci faremo ulteriormente massacrare e divorare dai lupi rapaci senza reagire, Vangelo alla mano !
A.C.
Dall
'ESORTAZIONE APOSTOLICA EVANGELII GAUDIUM DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AI VESCOVI AI PRESBITERI E AI DIACONI ALLE PERSONE CONSACRATE E AI FEDELI LAICI
SULL' ANNUNCIO DEL VANGELO NEL MONDO ATTUALE
94.
Questa mondanità può alimentarsi specialmente in due modi profondamente
connessi tra loro. Uno è il fascino dello gnosticismo, una fede
rinchiusa nel soggettivismo, dove interessa unicamente una determinata
esperienza o una serie di ragionamenti e conoscenze che si ritiene
possano confortare e illuminare, ma dove il soggetto in definitiva
rimane chiuso nell’immanenza della sua propria ragione o dei suoi
sentimenti.
L’altro è il neopelagianesimo autoreferenziale e
prometeico di coloro che in definitiva fanno affidamento unicamente
sulle proprie forze e si sentono superiori agli altri perché osservano
determinate norme o perché sono irremovibilmente fedeli ad un certo
stile cattolico proprio del passato.
È una presunta sicurezza
dottrinale o disciplinare che dà luogo ad un elitarismo narcisista e
autoritario, dove invece di evangelizzare si analizzano e si
classificano gli altri, e invece di facilitare l’accesso alla grazia si
consumano le energie nel controllare. In entrambi i casi, né Gesù Cristo
né gli altri interessano veramente.
Sono manifestazioni di un immanentismo antropocentrico.
Non
è possibile immaginare che da queste forme riduttive di cristianesimo
possa scaturire un autentico dinamismo evangelizzatore.”
95. Questa
oscura mondanità si manifesta in molti atteggiamenti apparentemente
opposti ma con la stessa pretesa di “dominare lo spazio della Chiesa”.
In
alcuni si nota una cura ostentata della liturgia, della dottrina e del
prestigio della Chiesa, ma senza che li preoccupi il reale inserimento
del Vangelo nel Popolo di Dio e nei bisogni concreti della storia. In
tal modo la vita della Chiesa si trasforma in un pezzo da museo o in un
possesso di pochi.
***
Poichè
i fedeli tradizionali sono per natura ottimisti, perchè credono
nell'azione della Divina Provvidenza anche nei momenti più terribili ,
sento il dovere di postare un breve commento a questo post di un
illustre Teologo :
" E' soltanto una mia piccola impressione, probabilmente errata.
Mi
pare che il Santo Padre abbia voluto accogliere e mettere assieme le
diverse istanze della base. Normalmente il Sinodo propone e il Papa
elabora, secondo il suo discernimento.
Probabilmente Francesco ha voluto dare risalto alle diverse voci. Per questo vi sono apparenti contraddizioni.
Un contentino a tutti, insomma. E' un documento corposo, ma con poche idee teologiche. Prevale un tono più pastorale.
E da questo punto di vista non occorre preoccuparsi eccessivamente, come alcuni già fanno, riguardo alla dottrina.
Dal
punto di vista ecclesiologico trovo poco convincente il decentramento
del potere così come è prospettato, perchè il potere risiede nell'intero
Collegio, sempre con il suo Capo, e non in una parte di esso.
Almeno secondo il Vaticano II.
Ma potrei aver letto male e interpretato peggio".
Foto
storica della guerra civile anti cristiana in Spagna : la statua di
Nostro Signore, Cristo Re, mentre viene fuciliata dai comunisti.
Aiutato da Fides et forma ho letto con enorme tristezza questi due paragrafi del documento pontificio.
Ma come ?
Nel corso della storia della Chiesa i Santi, i Papi e i Pastori delle anime non avevano sempre spronato i fedeli ( e gli uomini di Chiesa ) a coltivare la liturgia per la salvezza delle anime e per la santificazione della società ?
La cura ostentata per la Liturgia, la Dottrina e il prestigio della Chiesa non sono più azioni " buone e sante"?
Qualcosa mi sfugge ...Intanto prevediamo, non occorre avere il dono della profezia, un ulteriore calo delle vocazioni al Sacerdozio ( come avvenne in modo drammatico dopo il Concilio Vaticano II ) .
Chi sta fianco a fianco con i Sacerdoti nota uno stato di crescente " depressione " : lo smantellamento delle regole, su cui la Dottrina trova attuazione pratica nella cura pastorale, a favore di formule " carismatiche " , personalistiche e sensazionaliste produce uno stato di smarrimento in coloro che debbono confessare e consigliare i fedeli !
Tutto questo è accaduto a ridosso del Concilio Vaticano II con i tristi risultati che abbiamo tante volte pianto !
Va colpita la deformazione non il sistema !!!
Come possono essere sommersi nella poltiglia populista i nobilissimi " tres munera " Sacerdotali istituiti per la salvezza delle anime !
Attendiamoci ora una nuova fase di " spretamenti " perchè , lo possiamo documentare fin d'ora, la dissoluzione delle regole e dei regolamenti colpirà proprio la sensibilità sacerdotale !
E se usciranno in pochi sarà per un solo motivo : nessuno, a 30 o 50 anni, vuole morire di fame ... e con la crisi occupazionale attuale ...
Non mischiamo infine le carte a tavola : l”elitarismo narcisista e autoritario” è solo dei modernisti coloro che hanno maciullato la Chiesa Cattolica in modo che , così sfigurata, non potesse più attrarre, sedurre e convertire mentre “i veri amici del popolo non sono né rivoluzionari, né novatori, ma tradizionalisti” ( San Pio X Lettera Apostolica “Notre charge apostolique" ).
I modi di espressione dei tradizionali possono essere a volte apparentemente crudi e decisi ma sono pervasi sempre dall’amore per la Chiesa e dal senso di carità e di amore nei confronti dei fratelli specialmente quelli bisognosi di essere confermati nella fede !
Chi ha la mia età è in grado di fare un raffronto, un paragone storico di come i " novatori " nemici della tradizione vivente della Chiesa che hanno imposto, e lo continuano a fare quotidianamente, le loro idee e soprattutto i loro schemi liturgici e dottrinali calpestando i corpi , le menti e i cuori di chi non è d'accordo con le loro scelleratissime finalità !
Noi non ci faremo ulteriormente massacrare e divorare dai lupi rapaci senza reagire, Vangelo alla mano !
A.C.
Dall
AI VESCOVI AI PRESBITERI E AI DIACONI ALLE PERSONE CONSACRATE E AI FEDELI LAICI
SULL' ANNUNCIO DEL VANGELO NEL MONDO ATTUALE
94.
Questa mondanità può alimentarsi specialmente in due modi profondamente
connessi tra loro. Uno è il fascino dello gnosticismo, una fede
rinchiusa nel soggettivismo, dove interessa unicamente una determinata
esperienza o una serie di ragionamenti e conoscenze che si ritiene
possano confortare e illuminare, ma dove il soggetto in definitiva
rimane chiuso nell’immanenza della sua propria ragione o dei suoi
sentimenti.
L’altro è il neopelagianesimo autoreferenziale e prometeico di coloro che in definitiva fanno affidamento unicamente sulle proprie forze e si sentono superiori agli altri perché osservano determinate norme o perché sono irremovibilmente fedeli ad un certo stile cattolico proprio del passato.
È una presunta sicurezza dottrinale o disciplinare che dà luogo ad un elitarismo narcisista e autoritario, dove invece di evangelizzare si analizzano e si classificano gli altri, e invece di facilitare l’accesso alla grazia si consumano le energie nel controllare. In entrambi i casi, né Gesù Cristo né gli altri interessano veramente.
Sono manifestazioni di un immanentismo antropocentrico.
Non è possibile immaginare che da queste forme riduttive di cristianesimo possa scaturire un autentico dinamismo evangelizzatore.”
95. Questa oscura mondanità si manifesta in molti atteggiamenti apparentemente opposti ma con la stessa pretesa di “dominare lo spazio della Chiesa”.
In alcuni si nota una cura ostentata della liturgia, della dottrina e del prestigio della Chiesa, ma senza che li preoccupi il reale inserimento del Vangelo nel Popolo di Dio e nei bisogni concreti della storia. In tal modo la vita della Chiesa si trasforma in un pezzo da museo o in un possesso di pochi.
L’altro è il neopelagianesimo autoreferenziale e prometeico di coloro che in definitiva fanno affidamento unicamente sulle proprie forze e si sentono superiori agli altri perché osservano determinate norme o perché sono irremovibilmente fedeli ad un certo stile cattolico proprio del passato.
È una presunta sicurezza dottrinale o disciplinare che dà luogo ad un elitarismo narcisista e autoritario, dove invece di evangelizzare si analizzano e si classificano gli altri, e invece di facilitare l’accesso alla grazia si consumano le energie nel controllare. In entrambi i casi, né Gesù Cristo né gli altri interessano veramente.
Sono manifestazioni di un immanentismo antropocentrico.
Non è possibile immaginare che da queste forme riduttive di cristianesimo possa scaturire un autentico dinamismo evangelizzatore.”
95. Questa oscura mondanità si manifesta in molti atteggiamenti apparentemente opposti ma con la stessa pretesa di “dominare lo spazio della Chiesa”.
In alcuni si nota una cura ostentata della liturgia, della dottrina e del prestigio della Chiesa, ma senza che li preoccupi il reale inserimento del Vangelo nel Popolo di Dio e nei bisogni concreti della storia. In tal modo la vita della Chiesa si trasforma in un pezzo da museo o in un possesso di pochi.
***
Poichè
i fedeli tradizionali sono per natura ottimisti, perchè credono
nell'azione della Divina Provvidenza anche nei momenti più terribili ,
sento il dovere di postare un breve commento a questo post di un
illustre Teologo :
" E' soltanto una mia piccola impressione, probabilmente errata.
Mi
pare che il Santo Padre abbia voluto accogliere e mettere assieme le
diverse istanze della base. Normalmente il Sinodo propone e il Papa
elabora, secondo il suo discernimento.
Probabilmente Francesco ha voluto dare risalto alle diverse voci. Per questo vi sono apparenti contraddizioni.
Un contentino a tutti, insomma. E' un documento corposo, ma con poche idee teologiche. Prevale un tono più pastorale.
E da questo punto di vista non occorre preoccuparsi eccessivamente, come alcuni già fanno, riguardo alla dottrina.
Dal
punto di vista ecclesiologico trovo poco convincente il decentramento
del potere così come è prospettato, perchè il potere risiede nell'intero
Collegio, sempre con il suo Capo, e non in una parte di esso.
Almeno secondo il Vaticano II.
Ma potrei aver letto male e interpretato peggio".
Foto
storica della guerra civile anti cristiana in Spagna : la statua di
Nostro Signore, Cristo Re, mentre viene fuciliata dai comunisti.
EVANGELIZZAZIONE “SENZA CONTROLLO”
lcune chicche dall’esortazione al caos evangelico di Papa Francesco.
Come ebbe a dire a Kiko Arguello poco dopo la sua elezione il Papa
sembra auspicare una Chiesa dove si faccia “casino”, dove non ci sia più
una autorità centrale che “trattiene”. Dove si possano delegare alle
Conferenze episcopali anche definizioni dottrinali con il Papa ridotto a
garante dell’ecumenismo, a saggio vegliardo che consiglia e guida.
Magari il suo sistema funzionerà. Ma l’incognita è legata a questa
azione del Papa che demolisce l’immagine, la struttura impalpabile del
rapporto fra un Papa e la sua Chiesa così come l’abbiamo conosciuta.
Perché è certo che il “mondo” saprà accettare e avvicinare questa
“nuova” Chiesa ben diversa dalla precedente. Resta da capire invece cosa
ne sarà di quella Chiesa precedente, se verrà rottamata diventerà
difficile capire quale autorità possa avere una figlia che rinnega sua
madre. Il Papa trasferisce tutto su un piano imprevedibile e
spiritualmente indefinito, dove le strutture non servono più e
l’autorità è ridimensionata. Dove la cura dottrinale e liturgica sono
ridotte a caricaturali simulacri di narcisismo ed estetismo ipocriti,
dove l’ascolto e l’accettazione dell’altro e il rapporto dialettico in
genere assurgono a cardine dell’evangelizzazione.
Drammaticamente – ossia con una certa
teatralità – il Papa finisce per derogare dalle sue prerogative. E così,
relativizzando la sua autorità, somiglia ad un monarca che esercita il
potere al solo scopo di demolirlo, o di distribuirlo ad altri. Che
riconosce la propria autorità solo al fine di privarsene. Il che è bello
ed umile se non fosse che l’umiltà starebbe nell’astenersi dal
modificare ciò che si è ricevuto, dal depotenziare la struttura del
Papato al fine di adattarla alle presunte necessità del tempo. Questo è
relativizzare, storicizzare il Papato, rendere il papato dei secoli o
dei mesi scorsi una sorta di tradimento inautentico dell’istituzione
divina. Sostenere, in sintesi, che tutto ciò che c’è stato finora sia
stato plasmato sul mondo e le sue necessità. E oggi che il mondo è
cambiato, deve cambiare il Papato.
E’ interessante poi notare che il Papa
smorza ogni potenziale critica rammentando che il vero cristiano è
gioioso. E qui mi sembra di averlo preceduto con la mia lettera ai
tradizionalisti tristi. Fondamentalmente però non c’è nulla di cui
rattristarsi in tutta questa rivoluzione del Papa (che è poi dei
Cardinali che l’hanno eletto e che hanno promosso attivamente questa
rivoluzione). E tuttavia neppure argomenti per i quali gioire. Propongo
una terza via: quella un po’ stoica dell’impassibilità!
In ogni caso – e qui il tono dovrebbe
passare dal mesto, gioioso o impassibile che sia, all’ironico o persino
al comico – dopo aver letto l’intera esortazione apostolica mi resta un
dubbio amletico: quale sarebbe la buona novella che dovremmo annunciare
noi cattolici oggi? Se si tratta di banalizzare il messaggio cristiano
in una sorta di abbraccio globale, beh, sono certo che ci riusciremo.
Perché nell’esortazione è curioso constatare che parole come “peccato” e
“conversione” vengano usate non per connotare la dinamica
evangelizzatrice, ma per definire la trasformazione, la palingenesi
della Chiesa stessa. Come “paradiso” e “inferno”, “vita eterna” o
“aldilà” siano del tutto assenti. E come il concetto di redenzione
trascolori in una dimensione “sociale”.
Insomma più contraddizione, più
confusione di questa tra passi avanti e passi indietro, interviste date e
poi più o meno ritrattate, colpi a destra e colpi a manca, Vaticano II à
la Marchetto e Vaticano II à la “basta coi profeti di sventura”,
insomma, più casino di così si muore!
Dall’Esortazione Apostolica “Evangelii Gaudium”
16. Non credo neppure che si debba
attendere dal magistero papale una parola definitiva o completa su tutte
le questioni che riguardano la Chiesa e il mondo. Non è opportuno che il Papa sostituisca gli Episcopati locali nel discernimento di tutte le problematiche che si prospettano nei loro territori. In questo senso, avverto la necessità di procedere in una salutare “decentralizzazione”.
32. Dal momento che sono chiamato a vivere quanto chiedo agli altri, devo anche pensare a una conversione del papato. A me spetta, come Vescovo di Roma, rimanere aperto ai suggerimenti orientati ad un esercizio del mio ministero che lo renda più fedele al significato che Gesù Cristo intese dargli e alle necessità attuali dell’evangelizzazione.
40. Inoltre, in seno alla Chiesa vi sono
innumerevoli questioni intorno alle quali si ricerca e si riflette con
grande libertà. Le diverse linee di pensiero filosofico, teologico e
pastorale, se si lasciano armonizzare dallo Spirito nel rispetto e
nell’amore, possono far crescere la Chiesa, in quanto aiutano ad
esplicitare meglio il ricchissimo tesoro della Parola. A quanti sognano una dottrina monolitica difesa da tutti senza sfumature, ciò può sembrare un’imperfetta dispersione. Ma
la realtà è che tale varietà aiuta a manifestare e a sviluppare meglio i
diversi aspetti dell’inesauribile ricchezza del Vangelo.
47. [...] Queste convinzioni hanno anche
conseguenze pastorali che siamo chiamati a considerare con prudenza e
audacia. Di frequente ci comportiamo come controllori della grazia e non come facilitatori. Ma la Chiesa non è una dogana, è la casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa.
94.
Questa mondanità può alimentarsi specialmente in due modi profondamente
connessi tra loro. Uno è il fascino dello gnosticismo, una fede
rinchiusa nel soggettivismo, dove interessa unicamente una determinata
esperienza o una serie di ragionamenti e conoscenze che si ritiene
possano confortare e illuminare, ma dove il soggetto in definitiva
rimane chiuso nell’immanenza della sua propria ragione o dei suoi
sentimenti. L’altro è il neopelagianesimo autoreferenziale e prometeico
di coloro che in definitiva fanno affidamento unicamente sulle proprie
forze e si sentono superiori agli altri perché osservano determinate
norme o perché sono irremovibilmente fedeli ad un certo stile cattolico
proprio del passato. È una presunta sicurezza dottrinale o disciplinare
che dà luogo ad un elitarismo narcisista e autoritario, dove invece di
evangelizzare si analizzano e si classificano gli altri, e invece di
facilitare l’accesso alla grazia si consumano le energie nel controllare.
In entrambi i casi, né Gesù Cristo né gli altri interessano veramente.
Sono manifestazioni di un immanentismo antropocentrico. Non è possibile
immaginare che da queste forme riduttive di cristianesimo possa
scaturire un autentico dinamismo evangelizzatore.”
95. Questa oscura mondanità si manifesta
in molti atteggiamenti apparentemente opposti ma con la stessa pretesa
di “dominare lo spazio della Chiesa”. In alcuni si nota una cura ostentata della liturgia, della dottrina e del prestigio della Chiesa, ma senza che li preoccupi il reale inserimento del Vangelo nel Popolo di Dio e nei bisogni concreti della storia. In tal modo la vita della Chiesa si trasforma in un pezzo da museo o in un possesso di pochi.
96. [...] Invece ci intratteniamo vanitosi parlando a proposito di “quello che si dovrebbe fare” – il peccato del “si dovrebbe fare” –
come maestri spirituali ed esperti di pastorale che danno istruzioni
rimanendo all’esterno. Coltiviamo la nostra immaginazione senza limiti e
perdiamo il contatto con la realtà sofferta del nostro popolo fedele.
280. [...] Tuttavia non c’è maggior libertà che quella di lasciarsi portare dallo Spirito, rinunciando a calcolare e a controllare tutto,
e permettere che Egli ci illumini, ci guidi, ci orienti, ci spinga dove
Lui desidera. Egli sa bene ciò di cui c’è bisogno in ogni epoca e in
ogni momento. Questo si chiama essere misteriosamente fecondi!
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