Divorzio sì o no
E’ sempre la questione della riammissione ai sacramenti (primo fra tutti la comunione) dei divorziati risposati al centro del dibattito
in vista del prossimo Sinodo straordinario sulla famiglia.
I vescovi tedeschi capitanati (ancora per poco) da monsignor Robert Zollitsch vogliono fare in fretta,arrivare alla primavera con le nuove linee guida nel segno della misericordia che tutto perdona, per cercare di orientare la discussione del prossimo ottobre a Roma.
Sono talmente impazienti da rispedire al mittente, senza troppi complimenti, perfino gli ammonimenti del custode della fede, il prefetto Müller, voluto da Benedetto e confermato da Francesco. I “riformatori” vedono nella “Evangelii Gaudium” una sorta di legittimazione alle loro pretese e intenzioni: “L’esortazione apostolica dimostra che la chiesa tedesca si sta muovendo nella giusta direzione”, dice Robert Eberle, portavoce della diocesi di Friburgo. Prendono a esempio la cosiddetta prassi ortodossa, quella che dà una seconda possibilità ai divorziati risposati. Il primo a
parlarne, durante la conferenza stampa improvvisata tra i sedili dell’airbus Rio-Roma dello scorso
luglio, era stato Francesco in persona: gli ortodossi “seguono la teologia dell’economia, come la
chiamano, e danno una seconda possibilità, lo permettono”. Non una parola in più, nessuna presa di
posizione nel merito della questione. Chi una posizione l’aveva presa, invece, era stato Müller.
Prima sulla Tagespost e poi sull’Osservatore Romano, che del Papa, dopotutto, è il giornale
ufficiale. Dal prefetto dell’ex Sant’Uffizio era arrivata una chiusura totale: “Oggi nelle chiese
ortodosse esiste una varietà di cause per il divorzio, che sono solitamente giustificate con
riferimento alla oikonomìa , la clemenza pastorale per i singoli casi difficili, e aprono la strada a un
secondo o terzo matrimonio con carattere penitenziale. Questa prassi non è coerente con la volontà
di Dio, chiaramente espressa dalle parole di Gesù sulla indissolubilità del matrimonio”.
Aggiungeva, Müller, che quella prassi è “un problema ecumenico da non sottovalutare”. Niente da
fare, dunque. Quello ortodosso, sanciva il custode della fede cattolica, non è un esempio che possa
valere per la chiesa romana. Non tutti, però, tra i corridoi del Vaticano, sembrano pensarla come il
prefetto tedesco. Più che i commenti del presidente del Pontificio consiglio per la Famiglia,
monsignor Vincenzo Paglia, secondo cui “accogliere e ascoltare le famiglie così come sono, tutte le
famiglie, nella complessità delle varie situazioni”, a far notizia è la perplessità per le frasi di Müller
mostrata dall’arcivescovo Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo fresco di nomina e
molto vicino a Bergoglio.
Il monsignore già segretario del Conclave – fu a lui che il neoeletto Pontefice pose in capo lo
zucchetto rosso, come da antica tradizione caduta in disuso dal 1958 –, non è per nulla convinto
dall’assunto secondo cui la riammissione ai sacramenti dei divorziati risposati sia contraria alla
volontà divina. Intervistato qualche giorno fa dal sito Vatican Insider, Baldisseri ha detto infatti che
“l’esperienza della chiesa ortodossa può esserci di aiuto, non solo per quanto riguarda la sinodalità e
la collegialità, ma anche nel caso della benedizione della seconda unione matrimoniale, per
illuminare il cammino”. Molto utile sarà, aggiungeva, “l’esperienza di altre chiese, come quelle
orientali”. Quelle che per il titolare della congregazione per la Dottrina della fede agiscono contro il
volere di Dio.
di Matteo Matzuzzi
in “Il Foglio” del 3 dicembre 2013
Sesso, pope e videotape: preti ortodossi super gay e…
ATENE – Un pope (prete ortodosso) fotografato con indosso un abito da sposa,collana di perle al collo e pelliccia sulle spalle. L’immagine è finita sulle prime di vari giornali e nei siti internet di notizie. Poi unarchimandrita nudo in un video postato su un sito internet per incontri sessuali. Quindi la storia di un cappellano militare e della sua amante.
Infine la pubblicazione di una foto in cui si vede distintamente unvescovo metropolita dellaChiesa ortodossa impegnato a fare sesso con un altro uomo. Secondo quanto ha scritto il quotidiano ‘Acropolis’, che ha pubblicato la foto, il vescovo avrebbe subito telefonato alla redazione minacciando di togliersi la vita in caso la sua identità venga rivelata. L’alto prelato, peraltro, avrebbe ammesso l’autenticità dell’immagine, spiegando che sarebbe stata scattata per un tentativo di estorsione.
La sequenza ha messo la Chiesa ortodossa greca in grande agitazione. Non ha ancora commentato i fatti ma secondo GreekReporter è attesa a giorni una riunione del Santo Sinodo, massima istanza decisionale ortodossa, durante la quale si vedrà come gestire gli scandali ed eventualmente punire i responsabili.
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