Avete presente i Francescani dell’Immacolata? Quelli vestiti
di grigio e d’azzurro che, fino a poco tempo fa, organizzavano conferenze di
grande spessore teologico sul Concilio Vaticano II e sul Sommorum Pontificum?
Li avete presente? Bene, dimenticate tutto.
Ora, i Francescani dell’Immacolata si occupano de “La Chiesa
nella cultura dei media. Spettatrice o attrice?”. Ai posteri l’ardua sentenza.
Le uniche cose certe sono: la presenza di padre Alfonso Bruno, che ha avuto il
merito di sfasciare uno dei più fecondi ordini del postconcilio; quella di
Alleanza Cattolica, associazione che si è specializzata nell’arrampicata sugli
specchi; e quella del Rinnovamento nello Spirito, il movimento che, a furia di
rinnovare, ha perso per strada lo Spirito Santo.
Questa
lega tra nuovi Francescani dell’Immacolata, Alleanza Cattolica e Rinnovamento
nello Spirito non ci perplime. È l’immagine della Chiesa contemporanea: un
grosso calderone in cui è possibile trovare di tutto. Capiamoci: la Chiesa è,
per sua stessa natura, inclusiva: deve salvare il maggior numero di anime
possibile e, quindi, più gente si affida ad Essa e meglio è. Ma l’appartenenza
alla Chiesa deve passare dalla fedeltà al Magistero, che non nasce col Concilio
Vaticano II e nemmeno si esaurisce nel 1958..
Detto questo, pare che l’unità nella Chiesa, al giorno
d’oggi, sia realizzata sul sentimentalismo e non sull’adesione a dei dogmi, ad
un medesimo sentire. Tempo fa, i Francescani dell’Immacolata sono stati
invitati a sentire cum Ecclesia. Ma cosa significa oggi sentire cum Ecclesia?
Significa forse fare, come dei vecchi rimbambiti, un flash mob durante la GMG?
Significa forse aprire alle coppie gay come ha fatto mons. Mogavero? Significa
forse far comunicare Vladimir Luxuria come ha fatto il cardinal Bagnasco?
I Francescani dell’Immacolata hanno sempre sentito cum
Ecclesia. Hanno sofferto con Lei e per Lei. Hanno toccato temi spinosi come la
corretta ricezione del Concilio Vaticano II, per una sua rilettura alla luce
della Tradizione. Hanno difeso il Motu Proprio di Benedetto XVI quando i
vescovi e i cardinali di mezzo mondo si sentivano più potenti del Papa e
decidevano di non applicare questo documento papale nelle loro diocesi.
La nuova dirigenza dei Francescani dell’Immacolata, invece,
sente cum Ecclesia e sopprime tutte le MIM, o quasi. Rimangono in vita
solamente quelle del Nord Italia che hanno dato l'assenso all'operato della
nuova dirigenza e che sono seguite da assistenti spirituali filo-volpiani.
Oppure, per punire i frati fedeli a padre Manelli, der kommisar, li spedisce al
fronte. Un frate “refrattario”, che ha scritto un libro fondamentale sulla
Massoneria e che fu particolarmente osteggiato dalla massoneria ferrarese
durante una conferenza, è stato trasferito proprio a Ferrara. Come dire: hai
voluto toccare certi temi, ora sono fatti tuoi.
Der kommisar ha poi spostato un altro frate che seguiva la
causa di beatificazione dei coniugi Manelli da Roma a Tarquinia, in modo tale
che quel frate non possa più occuparsi di questa faccenda. Della serie:
stoppiamo la beatificazione dei Manelli senior, per non santificare il Manelli
vivente.
Questa è la nuova linea dei Francescani dell’Immacolata.
Giudicate voi se, con l’arrivo del Commisario apostolico e della sua cricca, i
frati hanno approfondito il loro carisma o lo hanno snaturato. Giudicate voi se
vivono più cristianamente o se hanno ereditato i peggiori vizi clericali, primi
tra tutti, arroganza e prepotenza.
Matteo Carnieletto
12 gennaio 2014 by guelfonero
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