Fatima – Roma – Mosca di don Ennio Innocenti
Secondo il messaggio di Fatima, Mosca è destinata ad avere un peso determinante nella crisi mondiale contemporanea, crisi che ha il suo perno in Roma.
In un primo tempo (in cui Roma non obbedisce alla richiesta Celeste), Mosca scatena errori e persecuzioni; in un secondo tempo (in cui Roma aderisce gradualmente anche se inadeguatamente) Mosca opererà una conversione spirituale che avrà il risultato di condurre a un periodo di pace.
Roma cominciò ad obbedire alla signora di Fatima nel 1942 (cui seguì, l’anno dopo, la sconfitta nazista di Stalingrado), obbedienza rinforzata nel 1952 (cui seguì, l’anno dopo, la morte di Stalin) e – sia pure parzialmente – nel 1984 (cui seguì il progressivo crollo dell’Unione Sovietica: 1989). Da allora la persecuzione violenta voluta dalla Russia, cessò, ma le conseguenze politiche e ideologiche mondiali dello scontro continuano (e con esse le persecuzioni).
Dal 1989 la nuova Russia sta gradualmente riprendendo la sua tradizionale fisionomia cristiana e anche la gerarchia ortodossa russa sta incrementando colloqui di chiarimento con la Roma Cattolica.
Ultimamente Papa Francesco (che, appena eletto, disse di voler obbedire pienamente al messaggio di Fatima) ha preso una iniziativa che ha ottenuto un successo mondiale, tale da far sperare in ulteriore miglioramento.
Nel mezzo della crisi siriana, mentre il bellicista governo statunitense stava per scatenare la sua mortifera potenza aerea a favore dei persecutori anticristiani, i venti stati più potenti del mondo (G20) si riunirono sotto la presidenza del Capo russo Putin.
A lui Papa Francesco ha rivolto l’esortazione a farsi mediatore di pace, ottenendo subito la rinuncia al minacciato intervento statunitense e – a seguire – il progredire della calma nella devastata area siriana.
Successivamente Putin, il 27 novembre 2013, ha fatto visita a Papa Francesco, il quale gli ha chiesto ancora di influire “pro posse” per far cessare la violenza nella vasta area del Medio Oriente.
La televisione ha trasmesso quel giorno alcune sequenze del film dell’incontro vaticano. Si videro i due Alti Personaggi avvicinarsi ad un tavolo per scambiarsi alcuni doni simbolici.
Si vide che Putin parlò al Papa indicando l’icona che egli gli aveva portato, l’icona che è la bandiera della rinascita civile e religiosa dei popoli russi, la famosa “Madonna di Vladimir”. Si vide il Papa che ascoltò con deferente e grata partecipazione e poi si mosse per andare nella stanza del previsto colloquio, ma Putin lo fermò chiedendogli qualcosa … il Papa, sorpreso mostrò immediato consenso … Putin ritornò, dunque, al tavolo dei doni e si chinò sull’icona per baciarla con riverenza … dopo di lui anche il Papa la baciò.
Io ebbi l’impressione che Putin avrebbe gradito che fosse stato il Papa a baciare per primo l’icona sacra della Santa Russia.
Questo fatto, oltre a confermare la fede cristiana di Putin, mi è sembrato simboleggiare il possibile ruolo avanguardista della nuova Russia sulla via della pace, sia all’interno della propria compagine sociale sia nel rapporto con Roma sia nei rapporti geopolitici.
E infatti la nuova Russia si difende dal veleno liberale, accetta l’influsso della Chiesa, intesse rapporti di positiva collaborazione con altri grandi popoli asiatici, proclama la sua avversione alla preponderanza della grande finanza che schiavizza e sfrutta i popoli togliendo loro non solo il sangue, ma perfino l’anima, avvilendoli col falso idolo d’una libertà priva di fini, ignara del bene e della gerarchia dei beni.
Questo ravviva la mia speranza che quando Papa Francesco romperà gli indugi e obbedirà pienamente a ciò che il Cielo ha chiesto (dovere che fu riconosciuto dal vecchio Benedetto XVI) allora sarà concesso proprio a noi di vedere l’inizio del promesso periodo di pace.
Senza questa obbedienza, il tempo opportuno scadrà e avremo l’alternativa tragica del famoso terzo segreto ormai pubblicato, ultima conseguenza dell’anarchia anticristiana sbandierata nel 1917 coi finanziamenti dei soliti padroni del mondo.
In un primo tempo (in cui Roma non obbedisce alla richiesta Celeste), Mosca scatena errori e persecuzioni; in un secondo tempo (in cui Roma aderisce gradualmente anche se inadeguatamente) Mosca opererà una conversione spirituale che avrà il risultato di condurre a un periodo di pace.
Roma cominciò ad obbedire alla signora di Fatima nel 1942 (cui seguì, l’anno dopo, la sconfitta nazista di Stalingrado), obbedienza rinforzata nel 1952 (cui seguì, l’anno dopo, la morte di Stalin) e – sia pure parzialmente – nel 1984 (cui seguì il progressivo crollo dell’Unione Sovietica: 1989). Da allora la persecuzione violenta voluta dalla Russia, cessò, ma le conseguenze politiche e ideologiche mondiali dello scontro continuano (e con esse le persecuzioni).
Dal 1989 la nuova Russia sta gradualmente riprendendo la sua tradizionale fisionomia cristiana e anche la gerarchia ortodossa russa sta incrementando colloqui di chiarimento con la Roma Cattolica.
Ultimamente Papa Francesco (che, appena eletto, disse di voler obbedire pienamente al messaggio di Fatima) ha preso una iniziativa che ha ottenuto un successo mondiale, tale da far sperare in ulteriore miglioramento.
Nel mezzo della crisi siriana, mentre il bellicista governo statunitense stava per scatenare la sua mortifera potenza aerea a favore dei persecutori anticristiani, i venti stati più potenti del mondo (G20) si riunirono sotto la presidenza del Capo russo Putin.
A lui Papa Francesco ha rivolto l’esortazione a farsi mediatore di pace, ottenendo subito la rinuncia al minacciato intervento statunitense e – a seguire – il progredire della calma nella devastata area siriana.
Successivamente Putin, il 27 novembre 2013, ha fatto visita a Papa Francesco, il quale gli ha chiesto ancora di influire “pro posse” per far cessare la violenza nella vasta area del Medio Oriente.
La televisione ha trasmesso quel giorno alcune sequenze del film dell’incontro vaticano. Si videro i due Alti Personaggi avvicinarsi ad un tavolo per scambiarsi alcuni doni simbolici.
Si vide che Putin parlò al Papa indicando l’icona che egli gli aveva portato, l’icona che è la bandiera della rinascita civile e religiosa dei popoli russi, la famosa “Madonna di Vladimir”. Si vide il Papa che ascoltò con deferente e grata partecipazione e poi si mosse per andare nella stanza del previsto colloquio, ma Putin lo fermò chiedendogli qualcosa … il Papa, sorpreso mostrò immediato consenso … Putin ritornò, dunque, al tavolo dei doni e si chinò sull’icona per baciarla con riverenza … dopo di lui anche il Papa la baciò.
Io ebbi l’impressione che Putin avrebbe gradito che fosse stato il Papa a baciare per primo l’icona sacra della Santa Russia.
Questo fatto, oltre a confermare la fede cristiana di Putin, mi è sembrato simboleggiare il possibile ruolo avanguardista della nuova Russia sulla via della pace, sia all’interno della propria compagine sociale sia nel rapporto con Roma sia nei rapporti geopolitici.
E infatti la nuova Russia si difende dal veleno liberale, accetta l’influsso della Chiesa, intesse rapporti di positiva collaborazione con altri grandi popoli asiatici, proclama la sua avversione alla preponderanza della grande finanza che schiavizza e sfrutta i popoli togliendo loro non solo il sangue, ma perfino l’anima, avvilendoli col falso idolo d’una libertà priva di fini, ignara del bene e della gerarchia dei beni.
Questo ravviva la mia speranza che quando Papa Francesco romperà gli indugi e obbedirà pienamente a ciò che il Cielo ha chiesto (dovere che fu riconosciuto dal vecchio Benedetto XVI) allora sarà concesso proprio a noi di vedere l’inizio del promesso periodo di pace.
Senza questa obbedienza, il tempo opportuno scadrà e avremo l’alternativa tragica del famoso terzo segreto ormai pubblicato, ultima conseguenza dell’anarchia anticristiana sbandierata nel 1917 coi finanziamenti dei soliti padroni del mondo.
Putin mi ha colpito come ha poggiato la fronte sull'icona ,dopo averla baciata, un gesto intimo di chi ripone fiducia nella Vergine Maria!un grande presidente che non si è vergognato di onorare la Madonna in pubblico,sono rimasta male perché il papa invece sembrava esitante! spero di sbagliarmi!
RispondiEliminaSpera, spera...
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