Alle 16,30 di martedì 9 dicembre, il deputato europeo Mario Borghezio ha accolto le persone invitate ad assistere all'inaugurazione del presepe. Erano presenti eurodeputati, assistenti parlamentari, funzionarii europei e invitati esterni all'Istituzione.
Alain Escada, Presidente di Civitas, ha preso brevemente la parola per ricordare che il Bambino Gesù al centro del presepe è chiamato a regnare sulle nazioni e che ogni potere viene da Dio.
In questo centenario della morte di San Pio X, davanti ai convenuti, il Presidente di Civitasha citato le seguenti celebri parole del Sommo Pontefice:
«La civiltà non dev'essere reinventata: essa è stata, essa è la civiltà cristiana, la città cattolica. Si tratta solo di instaurarla e di restaurarla senza posa sulle sue fondamenta naturali e divine».
Alain Escada, Mario Borghezio, Mons. Bernard Fellay
In seguito, Mons. Bernard Fellay, che ha voluto essere presente personalmente, ha proceduto alla benedizione solenne del presepe, assistito da Don Thierry Legrand, Superiore del Distretto del Belgio e dei Paesi Bassi.
Poi il Superiore Generale della Fraternità San Pio X si è rivolto ai presenti dicendo:
“È qui che è incominciato tutto, nel presepe. È dunque normale che i dirigenti dell'Europa rendano omaggio a questo Dio che viene in mezzo agli uomini per salvarli. Lui che è il Re dei Re. Ricordiamoci quello che diveva il cardinale Pie: “Se non è venuto il momento di regnare per Gesù Cristo, allora non è venuto il momento di durare per i governi”. Con la benedizione di questo presepe, la Chiesa affida questo posto alla grazia di Dio. Questo piccolo ambiente diviene un sacramentale e tutti quelli che verranno a raccogliersi qui, ne approfitteranno”.
Oltre all'On. Mario Borghezio, organizzatore con Civitas di questa iniziativa, erano presenti alla benedizione molti eurodeputati: francesi, inglesi, greci, portoghesi e italiani.
Alain Escada, Presidente di Civitas, ha preso brevemente la parola per ricordare che il Bambino Gesù al centro del presepe è chiamato a regnare sulle nazioni e che ogni potere viene da Dio.
In questo centenario della morte di San Pio X, davanti ai convenuti, il Presidente di Civitasha citato le seguenti celebri parole del Sommo Pontefice:
«La civiltà non dev'essere reinventata: essa è stata, essa è la civiltà cristiana, la città cattolica. Si tratta solo di instaurarla e di restaurarla senza posa sulle sue fondamenta naturali e divine».
Alain Escada, Mario Borghezio, Mons. Bernard Fellay
In seguito, Mons. Bernard Fellay, che ha voluto essere presente personalmente, ha proceduto alla benedizione solenne del presepe, assistito da Don Thierry Legrand, Superiore del Distretto del Belgio e dei Paesi Bassi.
Poi il Superiore Generale della Fraternità San Pio X si è rivolto ai presenti dicendo:
“È qui che è incominciato tutto, nel presepe. È dunque normale che i dirigenti dell'Europa rendano omaggio a questo Dio che viene in mezzo agli uomini per salvarli. Lui che è il Re dei Re. Ricordiamoci quello che diveva il cardinale Pie: “Se non è venuto il momento di regnare per Gesù Cristo, allora non è venuto il momento di durare per i governi”. Con la benedizione di questo presepe, la Chiesa affida questo posto alla grazia di Dio. Questo piccolo ambiente diviene un sacramentale e tutti quelli che verranno a raccogliersi qui, ne approfitteranno”.
Oltre all'On. Mario Borghezio, organizzatore con Civitas di questa iniziativa, erano presenti alla benedizione molti eurodeputati: francesi, inglesi, greci, portoghesi e italiani.
Notizia pubblicata sul sito francese della Fraternità San Pio X
La Porte Latine
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1057_Presepe%20_a_Bruxelles.html
Salvini e il sacro: chi è il vero nemico?
Il "sacro" è uno degli ultimi baluardi di resistenza contro alla barbarie dell'economico. Matteo Salvini prova a difenderlo, ma è tempo di lasciar stare i facili attacchi all'Islam, che sono il suo vero obiettivo.
Il leader leghista sembra il nuovo Carlo Martello, che sconfisse gli Arabi a Poitiers: il paladino della cristianità. Dopo aver portato il presepe all’istituto De Amicis di Bergamo, i post sul suo profilo Facebook riguardo a fatti simili aumentano, si fa riferimento anche a recite scolastiche annullate per il rispetto delle altre culture. Questo atteggiamento di Salvini difensore del “sacro” fa riflettere su più aspetti, perché nelle sue contraddizioni e con una buona dose di incoscienza, il leghista combatte una battaglia centrale. Salvini è come Carlo Martello, ma i suoi avversari non dovrebbero essere i soldati arabi, quanto i laicisti.
Il sacro è il peggior nemico dell’economia capitalistica. Il sacro è ciò che ha un significato superiore a quello materiale ed è l’esperienza fondamentale della religiosità. Tutti i divieti e le prescrizioni di una religione nuocciono alla libera circolazione delle merci. Questa tendenza è evidente nello sviluppo storico del capitalismo: la borghesia ha abbandonato i suoi costumi religiosi e ha perso i suoi connotati di classe per meglio inserirsi nell’edonismo connaturato all’economia capitalistica. Lo stesso Pasolini, difendendo il sacro dalle minacce della borghesia, non aveva compreso che il vero avversario era la morale dell’illimitatezza di cui si sarebbe fatta portavoce di lì a pochi anni. Posto questo, il laicismo che viene imposto con effettiva violenza che viene propagandato ai giorni nostri non è altro che una conseguenza diretta della struttura economica. Non si sta parlando di un sereno dialogo delle religioni con i cittadini, atei o credenti, che è sintomo di civiltà e rispetto. L’attacco mosso dai laicisti più scatenati è contro qualsiasi ostacolo alla ricerca del piacere più sfrenata, vero nerbo culturale della nostra società. I presidi che vietano presepi tradizionali non stanno certo tutelando la libertà religiosa dei propri alunni. La vera intolleranza, di cui viene sempre tacciata la religione, sta nella rabbia con cui si colpisce una manifestazione che a credenti può far piacere e ad atei può sembrare solo una capanna con una famigliola, un bue e un asino. Il buonsenso si perde da entrambe le parti, c’è da dire, e al potere comoda dividere le masse secondo delle sorta di tifoserie calcistiche.
Salvini si è lanciato in difesa di chi lo voleva regalando un presepe alla scuola. Ciò che genera contraddizione rispetto quanto detto è il suo atteggiamento ambivalente nei confronti del sacro. Se, infatti, il cristianesimo fa parte dell’identità nazionale e va difeso, l’islam è soggetto ad attacchi continui da parte del leader leghista. È chiaro che l’interesse di Salvini non è certo quello di ridare valore alla sfera del sacro contro alle logiche che lo vorrebbero definitivamente neutralizzare, quando l’esaltare la cultura nazionale contro a quelle straniere. Qui sta il paradosso: nonostante combatta contro al laicismo, sembra voler colpire più gli “arabi”, come fece Carlo Martello. Il vero avversario di Salvini, se ancora lo vogliamo definire “comunista padano”, non dovrebbe certo essere un sacro, di qualsiasi religione, rispettoso di tutti.
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