ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 25 marzo 2015

Melloneide

Alberto Melloni e le controverse tesi del progressismo cattolico

Il progressismo è stato definito da Papa Francesco come la «tentazione di scendere dalla croce, peraccontentare la gente, di piegarsi allo spirito mondano invece di purificarlo e piegarlo allo Spirito di Dio». Cedere al «progressismo adolescente»ha affermato ancora, significa seguire i valori più accattivanti proposti dalla cultura dominante.
In Italia il “progressisimo cattolico” è incarnato dai cosiddetti martiniani, i figli spirituali del card. Carlo Maria Martini.
Dipendenti dall’approvazione del mondo, facevano i leoni del dissenso durante il pontificato di Benedetto XVI mentre con Francesco si guardano bene dal manifestare qualunque critica. Eppure di mal di pancia ne hanno parecchi, basti pensare alla lontananza di vedute, ancora una volta, sui temi bioetici tra loro e il Santo Padre. Abbiamo già fatto l’esempio concreto di come Francesco guardi con ammirazione il coraggio di Paolo VI di chiudere violentemente la porta ad aborto e metodi contraccettivi con l’enciclica “Humanae Vitae”. Documento da sempre osteggiato dai martiniani (card. Martini compreso).
Altri due martiniani di ferro sono lo storico Alberto Melloni e il vaticanista del “Corriere” Luigi Accattoli, il primo autore del libro “Amore senza fine, amore senza fini” (Il Mulino 2015) e l’altro recensore del libro sul quotidiano per cui scrive. La tesi di Melloni, come si evince dalla recensione estasiata di Accattoli, è sinteticamente questa: il mondo oggi fatica ad accogliere la proposta dottrinale della Chiesa sul matrimonio? Allora è la Chiesa che deve cambiare la dottrina. Il che ricorda molto l’appunto di Papa Francesco: «il progressismo è la tentazione di scendere dalla croce per accontentare la gente».
Oggi, scrive Melloni, in una coppia prima viene la «consumazione» del rapporto, cui segue la convivenza e infine il figlio, dopo l’arrivo del quale si va allo «sposalizio solenne», che imita in tutto quello cristiano, “tranne” nel fatto che arriva per ultimo, mentre prima veniva per primo e legittimava il resto. Per questo lo storico chiama alla necessità di «pensare la sponsalità fuori dal regime di cristianità»: le Chiese lo dovrebbero fare prendendo atto che il regime cristiano non esiste più («siamo indietro di duecento anni» disse il cardinale Martini). C’è un equivoco però: il bene proposto dal cristianesimo al mondo è tale soltanto se si è all’interno di una società cristiana? No, la Chiesa propone uno specifico percorsoai fidanzati cristiani perché ritiene che sia un bene per la loro vita, indipendentemente dal consenso che ottiene tale proposta nel mondo o nella società in cui viene attuata. Essa rimane valida indipendentemente dal fatto che il “regime cristiano” non ci sia più o che a causa della perdita dei valori la porta, citando il Vangelo, si sia fatta molto più stretta per chi decide di vivere seriamente il proprio percorso.
Ne ha parlato proprio Papa Francesco domenica scorsa ai giovani napoletani, ricordando però che la famiglia è in crisi anche perché è sotto attacco: «ci sono le colonizzazioni ideologiche sulle famiglie, modalità e proposte che ci sono in Europa e vengono anche da Oltreoceano Poi quello sbaglio della mente umana che è la teoria del gender, che crea tanta confusione. Così la famiglia è sotto attacco». Melloni ha la stessa lettura della realtà sociale del Santo Padre, il quale ha spiegato: «La famiglia è in crisi: questo è vero, non è una novità. I giovani non vogliono sposarsi, preferiscono convivere, tranquilli e senza compromessi; poi, se viene un figlio si sposeranno per forza». La diagnosi è identica, è la risposta a cambiare: Francesco invita a curare maggiormente la preparazione al matrimonio dei fidanzati e ha chiesto a questi ultimi di accostarsi al matrimonio concentrandosi sul sacramento e non su tutto il contorno (la tradizione, il vestito ecc.): «Tu che vieni a sposarti, lo fai perché davvero vuoi ricevere dal tuo fidanzato e dalla tua fidanzata il Sacramento, o tu vieni perché socialmente si deve fare così? Ma dimmi: con che fede ti sposi?».
Ma è andato anche oltre indicando nella «testimonianza dell’amore» degli sposi cristiani davanti al mondo la soluzione dei problemi. «Così bisogna vivere la vita matrimoniale e questo si fa con la preghiera, molta preghiera e con la testimonianza, affinché l’amore non si spenga. La famiglia è in crisi, e non è facile dare una risposta, tuttavia occorrono la testimonianza e la preghiera». Il Sinodo sulla Famiglia è nato anche per trovare risposte sul come uscire da questa crisi.
Il poco feeling tra Alberto Melloni e il pontefice argentino è emerso sul Concilio Vaticano II, come ha rilevato Sandro Magister. Per non parlare del divertente episodio sulla “Marcia per la Vita”: nel maggio 2012 lo storico bolognese l’ha definita così«Più che una iniziativa di stampo cattolico mi pare soprattutto una trovata dal sapore politico. Con la Chiesa questa marcia ha ben poco a che fare». Pochi mesi dopo Papa Francesco non solo ha “benedetto” i partecipanti, non solo ha invitato tutti ad imitarli nella difesa della vita, ma è anche intervenuto politicamente a sostegno del riconoscimento giuridico dell’embrione, intrattenendosi assieme ai promotori dell’iniziativa. Così ha fatto nel 2014 e nel 2015, proprio sabato scorso ha inviato il suo sostegno anche alla Marcia per la Vita svoltasi in Perù.
«Lo spirito della mondanità che anche oggi ci porta a questa voglia di essere progressisti, al pensiero unico»ha detto qualche tempo fa. Coloro che dicono: «Non ci chiudiamo. Siamo progressisti» stanno vivendo «lo spirito del progressismo adolescente» secondo il quale, davanti a qualsiasi scelta, si pensa che sia giusto andare comunque avanti piuttosto che restare fedeli alle proprie tradizioni. «Si pensa che «dobbiamo essere come tutti, dobbiamo essere più normali, come fanno tutti, con questo progressismo adolescente». E lo «spirito di mondanità ci porta all’apostasia».
La redazione

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