Abbiamo assistito nel pomeriggio dello scorso 21 marzo alla visita del papa, durante la sua visita pastorale a Napoli, all’incontro, in Cattedrale, col clero, con i religiosi e religiose. A parte il divertente “siparietto”, in stile napoletano, dell’assedio al papa delle claustrali, mentre il cardinale Sepe, in dialetto locale ed in maniera quasi … - sia detto con rispetto – grottesca e da film felliniano, invitava le religiose a moderarsi nel loro … entusiasmo (v.video de La Repubblica), al termine dell’incontro è stata prelevata la teca contenente le reliquie del sangue del santo vescovo martire patrono della città partenopea, San Gennaro (v. video dell'incontro per intero).
A quanto annunciato dall’arcivescovo Sepe, il sangue si era – in quel momento – “già sciolto a metà”. La teca è stata quindi offerta al papa, che ha benedetto i presenti.
«San Gennaro vuole bene al Papa e a Napoli» ha esultato il cardinale Crescenzio Sepe. Ma in quel momento il Pontefice ha commentato: «Si vede che il santo ci vuole a metà e dobbiamo convertirci tutti perché ci voglia bene di più» (v. il video de La Repubblica).
Non sappiamo bene in che misura il sangue si sia disciolto. Dai video in rete non ne possiamo trarne la sicurezza. Soprattutto non siamo in grado di poter dire se il sangue fosse già sciolto – magari da alcune ore o da alcuni giorni. Secondo Giacomo Galeazzi, perVatican Insider, il sangue addirittura si sarebbe sciolto completamente, tanto da far gridare al “miracolo” (Giacomo Galeazzi, Il sangue di san Gennaro si è sciolto davanti a Francesco, in Vatican Insider, 21.3.2015).
Certo, l’evento prodigioso non si verificò, stando alle cronache, né con Giovanni Paolo II nel 1990 né con Benedetto XVI nel 2007.
Questo potrebbe essere un dato emblematico.
Ma che significato dare a questa “liquefazione” più o meno parziale? Poteva almeno sciogliersi del tutto oppure no, come era avvenuto con i predecessori?
Si sprecherebbero le ipotesi dal sapore quasi cabalistico se volessimo rispondere a questi interrogativi.
Forse ciò da solo esprime il consenso ed il compiacimento del Santo o di Dio?
Proprio ieri ricordava, da “Il Mattino”, il prof. Baima Bollone che il sangue si era liquefatto anche in altre occasioni (oltre ovviamente durante le sue feste liturgiche): nel 1848 per il papa Pio IX (cfr. Ugo Cundari, La liquefazione del sangue di San Gennaro: «Nessuna prova scientifica, un evento non spiegabile». Intervista al prof. Pierluigi Baima Bollone, inIl Mattino online, 22.3.2015). In quell’occasione, il santo pontefice dell’Immacolata, in fuga da Roma, assisté al miracolo ed in segno di riconoscenza per il Patrono di Napoli donò alla Cappella del Tesoro un calice di oro zecchino dal costo elevatissimo, ben maggiore a quello - all'epoca - di una carrozza di lusso.
Calice donato dal beato Pio IX, Tesoro di S. Gennaro, Napoli |
In precedenza, un’altra liquefazione era avvenuta anche nel 1799, durante cioè la c.d. Repubblica Partenopea filo-illuminista e filo-rivoluzionaria, che aveva scacciato i Borbone e che era d’impronta marcatamente anti-cattolica. In quella circostanza, l’evento prodigioso fu visto come segno di benevolenza celeste verso i rivoluzionari. Perciò, san Gennaro fu “spodestato” dal patronato ed addirittura, in quanto traditore, “condannato all’inferno”. In sua vece fu nominato quale Patrono il popolarissimo sant’Antonio da Padova. Dopo pochi anni, quando furono tornati i Borbone, san Gennaro fu “perdonato” e riammesso nel suo patronato (Cfr. per la vicenda Marina Cepeda Fuentes, Il miracolo di San Gennaro e la Repubblica Napoletana del 1799, in Totalità.it. Magazine Online di Cultura e Politica, 19.9.2012).
Dunque, non possiamo trarre dalla liquidazione, intera o parziale che sia, come anche dalla non liquefazione, un auspicio o un compiacimento celeste. O almeno questo è da solo insufficiente. Se lo facessimo, accrediteremmo l’idea, pur accolta da molti sacerdoti e prelati, che la devozione farebbe rima con superstizione e giustificherebbe le convinzioni di coloro che dubitano della stessa prodigiosità dell’evento. In altre parole, il fenomeno può essere variamente interpretato, in modo contraddittorio, a seconda delle circostanze.
Al di là del significato che potremmo attribuire al fatto, dunque, ci ha colpito la battuta – se vogliamo “leggera” - del papa, il quale pur dinanzi all’evento prodigioso (non parliamo di vero e proprio miracolo), non è riuscito a trasformare quell’evento da siparietto in un’assemblea orante, che ringraziasse Dio per il dono elargito e verificatosi sotto i suoi occhi e di quelli degli astanti. Ciò è ancora più biasimevole se lo si ritiene un miracolo, nel qual caso le battute irriverenti, già di dubbio gusto, lo sono maggiormente soprattutto se fatte da ecclesiastici.
La familiarità con un Santo – qual è san Gennaro per i napoletani – è comprensibilissima; è molto “napoletano” scherzare o addirittura adirarsi con san Gennaro, sebbene la saggezza popolare inviti a scherzare con i fanti ed a lasciar stare i santi!
Tuttavia tale intimità e familiarità non devono far dimenticare che il Santo è un solo “tramite”, un mezzo, e che ciò che ci viene donato attraverso quello strumento deve riportare l’attenzione sempre al Vero Protagonista, al Dio di ogni misericordia e datore di ogni dono. E rivedendo le immagini ed i video dell’incontro si ha la netta percezione che si trattasse di tutto (siparietti compresi) fuorché di un incontro orante e composto tra il papa ed i sacerdoti e tra questi ed il Santo, dove il più composto era proprio il papa … . Ci permettiamo una chiosa finale. Saremmo – forse lo abbiamo dimenticato – in Quaresima. Forse era il caso che il clero ed i religiosi napoletani lì convenuti si ricordassero che sentiranno, nei racconti della Passione, del Sangue del Protagonista sparso sulla Croce tra non molti giorni. Era, dunque, quantomeno opportuno ridare rilievo a quel Protagonista. Anche i Santi, del resto, lo sanno e non farebbero mai i "protagonisti" fuori tempo mettendosi loro al centro a scapito di quello Vero!
Augustinus Hipponensis
http://www.scuolaecclesiamater.org/2015/03/san-gennaro-il-papa-ed-il-clero.html
Il trionfo di Francesco e quelle strumentalizzazioni sul cardinal Sepe
Un altro trionfo di Papa Francesco, stavolta a Napoli dove il pontefice ha trascorso una giornata nelle periferie più degradate della città incontrando disoccupati, emarginati, preti di strada, carcerati.
http://www.scuolaecclesiamater.org/2015/03/san-gennaro-il-papa-ed-il-clero.html
Il trionfo di Francesco e quelle strumentalizzazioni sul cardinal Sepe
Un altro grido di condanna contro la criminalità organizzata che a Napoli si chiama camorra ma è la stessa che in Sicilia si chiama mafia e altrove in altra maniera. La criminalità rende schiavi, come anche la corruzione, schiavi del denaro, che corrompe le coscienza allontanandole da Dio.
Ancora una volta certa stampa ha inteso strumentalizzare la visita del Papa in chiave politica, con l' obiettivo di mettere sotto accusa l' arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe, colpevole secondo molti di aver voluto spettacolarizzare la visita di Francesco.
Sotto accusa sono finiti due concerti che l' arcivescovo aveva programmato di organizzare in concomitanza con la visita papale e che la Santa sede ha invece fatto annullare.
Sotto accusa sono finiti due concerti che l' arcivescovo aveva programmato di organizzare in concomitanza con la visita papale e che la Santa sede ha invece fatto annullare.
Sepe fedelissimo di Wojtyla e di Ratzinger da tempo è nel mirino di certa stampa che desidererebbe il suo pensionamento e la sua sostituzione perché appunto ritenuto troppo legato al vecchio corso della Chiesa. Peccato però che proprio il cardinale arcivescovo di Napoli, in tutti questi anni sia stato sempre in prima linea contro la criminalità.
Pochi lo ricordano ma è sua la primogenitura di quel vademecum in uso in tutte le diocesi della Campania, rivolto a tenere fuori i camorristi dalle processioni religiose. Altro che Oppido mamertino, gli inchini a Napoli e dintorni già da anni sono tassativamente vietati, già da tempo i malavitosi sono tenuti fuori dalle confraternite e dalle manifestazioni religiose.
Ma questo non interessa i detrattori di Sepe troppo impegnati a raccontare dei concerti annullati dal Papa e dell' irritazione di quest'ultimo per il tentativo di spettacolarizzare la sua visita. Poi però ampio spazio alla scomunica dei camorristi e alla condanna della corruzione nella politica.
Con l' idea che tutto ciò sia rivoluzionario e quasi una novità. Stesso copione per la storia del cardinale scozzese dimesso da ogni incarico e privilegio perché accusato di abuso su minori da lui stesso ammessi.
Bravo Francesco, il grido di euforia generale, dimenticando che questo è stato possibile grazie alle norme contro la pedofilia volute da Benedetto XVI.
Ma non sarà che la vera spettacolarizzazione è proprio quella che, sempre più frequentemente mettono in scena tanti improvvisati papisti dell' ultima ora?
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