CHI PERSEGUITA I CRISTIANI?
Cristiani Perseguitati. Vediamo da chi (di Maurizio Blondet) #Blondet
Nota di Rischio Calcolato: della serie Isis i cattivissimi tagliagole mussulmani, 100% made in Corano…. come no. E la vacche volano. Poi per carità ognuno fa propaganda per la propria parrocchia, vero?
Dall’inerzia alla frenesia. I cristiani sono perseguitati, ha detto il Papa, che è simpatico ai media, e allora tutti i media si son messi l’elmetto. Prima, non se n’erano accorti. E danno gran risalto ai politici: «l’opzione militare», dice Gentiloni, è possibile per proteggere i cristiani perseguitati dal Califfato ed altri islamisti. Anche l’opinione pubblica, o meglio «la ggente» se devo giudicare dai tweet ed altri messaggi istantanei che arrivano a Radio Rai, Radio 24 eccetera, sono tutti di colpo per la crociata. Bisogna intervenire, proteggere, ripetono migliaia di persone che fino a ieri manco sapevano di avere le famose «radici cristiane».
Ora, giustapponiamo qualche informazione :
In Iraq, gli USA sabotano la guerra contro lo Stato Islamico
Il titolo è di un sito americano ben informato, Moon of Alabama. Racconta dunque, il giornale online, quel che è accaduto durante le fasi finali della riconquista di Tikrit da parte dell’esercito iracheno, 4 mila soldati, affiancati da 25 mila miliziani volontari sciiti, che la stanno strappando dalle mani dell’IS in sanguinosissimi scontri. Circa un migliaio di combattenti dello Stato Islamico, irriducibili, continuavano a resistere nel centro città fra le macerie, dove rimanevano anche civili, non molti però. Estirparli avrebbe comportato una lotta costosa in perdite umane (gli iracheni e iraniani ne hanno avute già molte); sicché le milizia sciite, guidate da ufficiali iraniani, han deciso di non prendere la città d’assalto, bensì di ricorrere alle tecniche d’assedio: tagliata l’elettricità, il rifornimento idrico, intercettati gli approvvigionamenti alimentari, battono con l’artiglieria le posizioni nemiche . Si tratta di indebolire l’avversario prima di tentare l’assalto; per questo non c’è fretta, il tempo gioca contro i takfiri.
A questo punto, intervengono gli Stati Uniti: bombardiamo. Se lo fanno chiedere da ufficiali dell’armata irachena (da loro stessi formati), e mettono sotto pressione il Primo Ministro iracheno, Haider al-Abadi, perché anche lui implori l’Air Force di bombardare i jihadisti. La milizia volontaria e i suoi consiglieri (iraniani) fanno sapere che assolutamente non ritengono il bombardamento necessario. Ma gli americani vogliono per forza partecipare alla vittoria anti-IS: non sono a capo della coalizione contro il Califfato?
Però ad una condizione: «Il Generale Lloyd Austin, capo del Comando Centrale USA, che controlla le operazioni in Iraq, ha dichiarato giovedì alla Commissione senatoriale dei servizi armati [quella capeggiata da McCain] che gli Stati Uniti avevano imposto, prima di accettar di lanciare i bombardamenti aerei, che le milizie e i loro consiglieri iraniani, compreso il loro alto comandante Generale Kassem Suleimani, si ritirino dalla battaglia. Suleimani, figura in precedenza avvolta nell’ombra che sta assumendo un ruolo sempre più chiaro in Iraq, ha lasciato la zona di Tikrit durante il fine-settimana e forse è tornato in Iran».
Dunque gli americani hanno liberato i loro amici decapitatori (pardon, nemici) della forza decisiva che li assediava a Tiktrit.
«Le milizie irakene che hanno condotto la lotta contro i militanti dello Stato Islamico a Tikrit si sono opposti giovedì all’intervento americano. (…) Le milizie sciite, di cui molte sono ostili agli Stati Uniti, hanno una parte predominante nelle forze irachene: attorno a Tiktrit, i loro combattenti sono sei volte più numerosi delle truppe regolari del governo iracheno. ‘Tutta la mobilitazione popolare rifiuterà di battersi finché i bombardamenti aerei americani proseguono’, ha dichiarato al-Kadhimi Moin,capo del Comitato di mobilitazione popolare del consiglio provinciale di Baghdad: “Che (i regolari) combattano senza di noi e vediamo il risultato. Gli Stati Uniti ci vogliono rubare la vittoria”».
«Non abbiamo fiducia nella coalizione diretta dagli americani per lottare contro l’ISIS», ha dichiarato Naim al-Ubudi, portavoce di Asaib Ahl al-Hak, uno dei tre gruppi che hanno dichiarato che si ritireranno dalla linea del fronte che accerchia Tiktrit: «In passato, hanno preso di mira le nostre forze e hanno paracadutato aiuti all’ISIS. Per errore…».
Gli americani danno inizio ai bombardamenti. Per i risultati, bisogna riferirsi a dei messaggi scambiatisi evidentemente fra gente sul campo:
Elie J. Magnier@EjmAlrai:
#Ultime notizie: 6 uccisi e 13 feriti fra Kataeb Hezbollah #Irak e polizia federale a causa della #coalizione guidata da USA, a sud #Tikrit (danni collaterali)
12h02 – 26 marzo 2015
Elie J. Magnier@EjmAlrai:
#Ultime notizie: 6 uccisi e 13 feriti fra Kataeb Hezbollah #Irak e polizia federale a causa della #coalizione guidata da USA, a sud #Tikrit (danni collaterali)
12h02 – 26 marzo 2015
Elie J. Magnier@EjmAlrai:
# Hashd al-Sha’bi Iraki # Brigata di Tikrit apparentemente colpita da bombardamento aereo oggi. Numerose vittime. Fiducia fra #USA e Hashd al più basso livello.
03h05 – 27 marzo 2015
# Hashd al-Sha’bi Iraki # Brigata di Tikrit apparentemente colpita da bombardamento aereo oggi. Numerose vittime. Fiducia fra #USA e Hashd al più basso livello.
03h05 – 27 marzo 2015
Insomma: le forze aeree USA, fornite di mezzi di ricognizione impressionanti per tecnologia, e di armi ad alta precisione e costosissime, sono riuscite a lanciare bombe sulle «forze amiche» (col primo colpo hanno dato un bel colpo ai combattenti di Hezbollah) che assediano Tikrit. Un errore. Anzi due errori, in meno di 24 ore.
Nonostante tale «aiuto» americano, gli iracheni hanno preso e ripulito la gran parte sud della Città. Dove stanno trovando, in fosse comuni, le centinaia di cadaveri dei 1700 soldati iracheni sterminati dall’IS nella prima presa di Tikrit, a giugno. Millesettecento reclute – cadetti in addestramento al Campo Speicher, disarmati – sterminate dagli invasori islamisti in una sistematica, assurda strage: quando i media strillano che «sono perseguitati i cristiani», eleviamo un ricordo a questi poveri morti: l’IS uccide parimenti musulmani.
L’IS stermina palestinesi (sembra Tsahal)
Da quando s’è impadronito del campo profughi palestinese di Yarmouk in Siria, ossia in una settimana, l’IS ha ucciso almeno mille palestinesi, musulmani, fra l’indifferenza generale: non sono «cristiani perseguitati». Palestinesi male armati, musulmani, stanno opponendosi all’IS, che è armato ed addestrato da americani e sauditi, e sostenuto da Israele. E chi ha creato ed addestrato i tagliagole persecutori e sterminatori di cristiani e musulmani?
«I ribelli siriani che si sarebbero poi uniti allo Stato Islamico dell’Iraq e Levante (ISIL) sono stati addestrati nel 2012 da istruttori USA operanti in una base segreta in Giordania»: Aaron Klein.
Il Governo turco ha addestrato il Fronte al-Nusra, formazione jihadista che ha finito per dichiarare fedeltà all’IS: Seymour Hersh, il grande giornalista investigativo.
Secondo i collaboratori dell’ex Primo Ministro iracheno Nouri al Maliki (rovesciato dagli americani dopo la fulminea avanzata dell’IS) l’addestramento degli assassini dell’IS è avvenuto in un campo presso la base aerea di Incirlik, Adana, la più grande base americana in Turchia. Da dicembre almeno, i media iraniani e l’intelligence iracheno sostengono che aerei militari americani lanciano sistematicamente rifornimenti ed armi ai combattenti tagliagole nella zona di Yathrib e Balad.
Quando si piange e ci si indigna perché «i cristiani sono perseguitati», non sarebbe male rivelare chi sono i mandanti della persecuzione, e a chi dirigere il giusto sdegno. Stranamente, i nostrimedia e politici tacciono.
Il presidente siriano Assad fra i cristiani di Siria
Chi sta difendendo i cristiani minacciati nella vita? L’Occidente? La Superpotenza?
«Il presidente Bashir Assad ha scambiato gli auguri di Pasqua con i rappresentati di tutte le denominazioni cristiane esistenti in Siria. Ha assicurato i cittadini siriani di fede cristiana che essi sono parte storica integrante e fondamentale della millenaria storia del Paese, e l’apparato di sicurezza siriano li difenderà e proteggerà dalle minacce terroriste, al massimo delle sue capacità».
La foto non è stata pubblicata dai nostri media. A domanda del perché, se si degnassero di rispondere, probabilmente direbbero: è propaganda. Come sappiamo, i nostri media occidentali non pubblicano mai propaganda, se non ha la denominazione d’origine controllata occidentale. Del resto, non fatichiamo a riconoscere che questa foto è propaganda. Propaganda che indica una cosa: che tutti i cristiani di Siria, maroniti ed ortodossi, cattolici e Assiri e Melkiti, si stringono attorno al presidente Assad, solidali con lui e il suo regime.
Posti di fronte alla scelta: l’IS o Assad, non hanno esitazioni. Voi ne avreste?
La popolazione siriana di altre fedi, dopo aver visto le prove dell’IS, Al Nusra e Al Qaeda ed altri terroristi moderati, ha fatto nel suo insieme la stessa scelta. È uno dei motivi del perché, dopo anni di guerra, distruzioni e miserie inenarrabili, il regime si rivela più forte e solido di quel che credevano i suoi nemici.
Ora, Washington (con i sauditi e Israele) vogliono precisamente rovesciare il regime di Assad, onde possa cominciare la strage dei cristiani, insieme a quella dei musulmani non wahabiti (questi non fanno notizia, né commuovono alcuno). Per questo gli americani hanno armato ed addestrato i jihadisti tagliagole, persecutori di cristiani (e di musulmani). Le prove delle spaventose atrocità commesse dai decapitatori da loro addestrati e finanziati non cambiano la politica di Washington: «Assad must go», continua a ripetere Obama. Assad deve essere eliminato, con tutti i mezzi. E i cristiani lasciati in balia dei decapitatori.
Il Pentagono ha annunciato che spedirà in Giordania un reparto di Delta Forces per addestrare «moderati» decapitatori sunniti da lanciare contro Assad onde rovesciarlo; i «moderati» dovrebbero anche, però, combattere l’IS già che ci sono. Decisamente, il doppio gioco americano starebbe diventando ridicolo, se non fosse innestato nella tragedia della destabilizzazione satanica del Medio Oriente, e la sua consegna al potere wahabita, antimusulmano quanto anticristiano.
L’addestramento degli islamisti moderati comincerà a maggio, e vi saranno centri di anche in Turchia, Katar e Arabia Saudita. C’è stato un ritardo, dovuto al fatto che Jabhat al-Nusra, definita dai media «l’affiliata di Al Qaeda in Siria», ha conquistato la città siriana di Idlib, sicché forse non ci sarà bisogno di addestrare i nuovi tagliagole, visto che i vecchi avanzano e guadagnano terreno contro Assad.
Il Governo siriano accusa la Turchia di sostenere direttamente Al-Nusra. Accusa confermata senza vergogna dal New York Times, che ha intervistato il columnist saudita Kashoggi (della nota famiglia) il quale è apparso entusiasta della presa di Idlib da parte dei jihadisti: «È uno sviluppo importante, e penso che ne vedremo altri. Il coordinamento dell’intelligence fra Turchia e Siria non è mai stato migliore».
In queste ore sono i corso combattimenti attorno ad Idlib, i siriani stanno versando un grande tributo di sangue per respingere i tagliagole jihadisti, i vecchi aerei siriani d’epoca sovietica battono le posizioni dei takfiri. Aspri combattimenti sono in corso anche nel campo palestinese di Yarmouk, dovunque musulmani si oppongono con le armi a musulmani jihadisti pagati dai sauditi e addestrati dagli USA. Yarmouk è a dieci chilometri dal palazzo presidenziale di Assad.
Se il regime cade, l’Occidente potrà vedere una ancor più grande «persecuzione di cristiani». Gli stermini di musulmani che in questo momento stanno difendendo i cristiani contro l’Occidente e i takfiri, non saranno notati.
Di Maurizio Blondet , il
Nota di Rischio Calcolato: Questo post è tratto dalla rivista on-line EffediEffe sito di informazione a cui consigliamo caldamente un abbonamento (50€ spesi benissimo)
LA VERA STORIA DEL GENOCIDIO DEGLI ARMENI di Maurizio Blondet
Maurizio Blondet sui giovani turchi e il genocidio armeno
A prescindere se si e' d'accordo oppure no con il punto di vista di Blondet e' abbastanza evidente chi fomenti lo scontro tra Turchia e Armenia e Grecia, cosi' come la risoluzione del congresso USA sul genocidio armeno rappresenta una punizione per le ultime prese di posizione dei turchi.
Giovani Turchi, una storia censurata
Maurizio Blondet
06 marzo 2010
Sir Gerard Lowther, l’ambasciatore britannico presso la Sublime Porta, il 29 maggio 1910 al ministro degli Esteri(Foreign Office) Sir Charles Hardings, stilò il seguente rapporto con precise informazioni sul colpo di Stato dei Giovani Turchi che aveva esautorato di fatto il sultano Abdul Hamid. In quel momento, l’impero ottomano era governato dalla giunta che si denominava ‘Comitato Unione e Progresso’. Si trattava, scrisse Sir Lowther con linguaggio esplicito (allora non era d’obbligo il politicamente corretto), di un’organizzazione massonica.
«... Questa nuova Massoneria di Turchia, diversamente da quella di Inghilterra o d’America, è in gran parte segreta e politica, e ogni informazione sull’argomento si può avere solo in via strettamente confidenziale [...] Giorni fa un massone locale che aveva divulgato i segnali dell’arte è stato minacciato di deferimento alla corte marziale, che siede in virtù del dichiarato stato d’assedio [...].
Sultano Abdul Hamid
«Il movimento Giovane Turchia a Parigi appare separato e in larga parte inconsapevole delle interne manovre di quello di Salonicco. Quest’ultima città conta una popolazione di 140 mila abitanti, di cui 80 mila sono ebrei spagnoli, e 20 mila della setta di Sabbatai Zevi o cripto-giudei, che professano esternamente l’Islam. Molti di questi ultimi hanno acquisito la nazionalità italiana e sono affiliati a logge massoniche italiane. [Ernesto] Nathan, il sindaco ebraico di Roma (1), è un alto grado della Massoneria, e i primi ministri ebrei [Sidney] Sonnino e [Luigi] Luzzatti (2), come altri senatori e deputati ebrei, sembra siano parimenti massoni.
[...] Emanuele Carasso, un ebreo massone di Salonicco (3), ed attualmente deputato per questa città alla Camera ottomana, ha fondato una loggia chiamata “Macedonia Risorta” collegata con la Massoneria italiana. Sembra essere stato lui a indurre i Giovani Turchi, ufficiali e civili, ad aderire alla Massoneria, onde esercitare un’impalpabile influenza ebraica sul regime in Turchia.
[...] L’ispirazione del movimento di Salonicco sembra essere stato soprattutto ebraico [...]. Carasso ha cominciato a giocare una parte importante, fra cui la ‘cattura’ del Comitato Balcanico, e si è notato che ebrei di ogni colore, locali e stranieri, sono sostenitori entusiasti del nuovo governo; fino al punto, come un turco mi ha detto, che ogni ebreo sembra diventato una spia potenziale dell’occulto Comitato [Unione e Progresso], e la gente ha cominciato a rilevare che il movimento era una rivoluzione più ebraica che turca. Il governo italiano ha nominato un ebreo e massone di nome Primo Levi, che non fa parte della carriera diplomatica, come console generale a Salonicco, ed Oscar Strauss, che insieme con Jacob Schiff (4) ha influenzato gli ebrei americani in favore della emigrazione in Mesopotamia e contro altri piani territoriali come una forma intensificata di sionismo, è stato nominato ambasciatore americano.
[...] Carasso è stato uno dei latori del mandato di deposizione di Abdul Hamid [il sultano, ndr] che è stato portato a Salonicco e confinato nella residenza dei banchieri ebreo-italiani del Comitato [la Banca Commerciale Italiana di Otto Joel e Federico Weil, ndr]; un fratello di Remzi Bey è stato delegato a sorvegliarlo. Dopo la deposizione, i giornali ebrei di Salonicco sono esplosi in grida di liberazione dall’‘oppressore di Israele’, colui che aveva fatto orecchie da mercante agli appelli di Herzl, il capo sionista, e che, imponendo il passaporto rosso contro gli immigranti ebreo-polacchi ha (come il nostro Alien Act) ostacolato la realizzazione degli ideali del sionismo in Palestina. Il nono Congresso Sionista, nel dicembre 1909 ad Amburgo, ha annunciato che la frattura fra ‘territorialisti’ e ‘sionisti’ è stata sanata “grazie al miracolo della rivoluzione turca».
Javid Bey
Allo stesso tempo [D]Javid Bey, deputato per Salonicco, un astutissimo cripo-giudeo e massone, è stato fatto ministro delle Finanze, mentre Talaat Bey, altro massone, è diventato ministro degli Interni (5).
[...] Al parlamento è stato ‘ordinato’ di varare una legge sulla stampa estremamente restrittiva, e un cripto-ebreo e massone di Salonicco è stato nominato ‘Directeur du Bureau de la Presse’: un posto di enorme potere, dato che chi lo ricopre può sopprimere un giornale per ‘critiche al nuovo regime’ (un atto che viene bollato come ‘reazione’), o mandare il proprietario o il direttore davanti alla corte marziale. Una Agenzia Telegrafica Ottomana ufficiosa è stata creata sotto la direzione di un ebreo di Baghdad, e un avvocato ebreo e massone di Salonicco è stato appuntato come consigliere del ministro della Giustizia. Anche la filiale di Costantinopoli del Comitato Unione e Progresso è guidata da un cripto-giudeo e massone di Salonicco. Un altro cripto-giudeo e massone ha fatto decisi tentativi di diventare ‘Préfet’, ossia sindaco, della capitale, ma non è ancora riuscito nel suo scopo; il principe Said Halim, un massone egiziano, è stato nominato vice-sindaco [...]. Il vecchio ministero della Polizia è stato sostituito dalla “Sureté Publique”, che controlla la polizia e la gendarmeria, e vi si è messo a capo un massone di Salonicco.
Talaat Bey
[...] Talaat Bey, il ministro dell’Interno, che è di origine zingara e viene da Kirjali, nel distretto di Adrianopoli, e Javid Bey, il ministro delle Finanze che è un cripto-giudeo, sono le facce ufficiali del potere occulto del Comitato. Essi sono i soli membri del gabinetto che contano davvero, e sono anche al vertice della Massoneria in Turchia [...]. Un turco ha definito tutto ciò come ‘drogare quest’ultima (la Turchia, ndr) con hashish ebraico’. Allo stato attuale, il movimento Giovani Turchi sembra essere ad un esame accurato principalmente ebraico, e “Turco” in quanto opposto ad altri elementi ottomani, come arabi, greci, bulgari, armeni, eccetera [...]. All’inizio si sperava che armeni, bulgari, greci e gli ebrei ottomani avrebbero servito da sostenitori, ma i Giovani Turchi a quanto pare si sono alleati esclusivamente con gli ebrei, ottomani e stranieri, ed hanno alienato le altre etnie. Lo stesso risultato si nota in Ungheria, dove gli ungheresi, che sono di razza turca e parimenti privi di istinto per gli affari, sono diventati soggetti alla dominazione economica e finanziaria delgi ebrei [...].
[...] Dato che la Turchia [ottomana] contiene i luoghi sacri ad Israele, è naturale che gli ebrei si diano molto da fare per mantenere la loro posizione eclusiva di influenza economica, e di utilizzarla per far avanzare i loro ideali, ossia la creazione finale di uno Stato autonomo ebraico in Palestina o Babylonia, come illustrato da Israel Zangwill (6) nel suo articolo sulla ‘Fortnightly Review’ di aprile. Egli prenderebbe due piccioni con una fava se ottenesse l’immigrazione senza restrizioni di ebrei in Turchia – un progetto che persegue da anni – e il trasferimento in Mesopotamia [attuale Irak, ndr] di alcuni milioni di correligionari oggi legati in Russia e Romania. In cambio della “immigrazione senza restrizioni” di ebrei stranieri, egli ha offerto ai Giovani Turchi di sacrificare la sua lingua materna e sostituirla con la lingua turca, e persino di assumersi tutto intero il debito nazionale turco.
[...] Il dottor Nazim, uno dei membri più influenti del Comitato di Salonicco e di cui si dice che sia di origine ebraica, in compagnia del suo fidus Achates, un certo Faik Bey Toledo, cripto-giudeo di Salonicco, ha visitato la branca parigina dello ICA (Judeo-Colonisation Association) ed ha apertamente sostenuto l’idea di far immigrare 20 mila ebrei romeni in Macedonia, e qualche milione di ebrei russi in Mesopotamia [...]. Senza dubbio quando i Giovani Turchi, con le loro pesanti spese militari, dovranno ottenere prestiti, gli ebrei prestatori faranno altre pressioni [...], perché l’Aurore (Shefak), un giornale sionista iniziato un anno fa a Costantinopoli, non si stanca mai di ricordare ai suoi lettori che il dominio dell’Egitto, la terra dei Faraoni che obbligarono gli ebrei a costruire le piramidi, è parte della futura eredità di Israele.
[...] Ma sono la Palestina e la Mesopotamia la mira ultima degli ebrei. Il fine immediato per cui operano è praticamente la cattura economica della Turchia [...]. Hanno il controllo delle leve essenziali del governo dei Giovani Turchi, anche se il ministero dei Lavori Pubblici è ancora tenuto da un armeno, Halajian Effendi. Quando il suo predecessore, un altro armeno, fu eliminato, fu fatto un energico tentativo di sostiturlo con un giudeo [...]. La sua posizione è ancora fragile, e i già duri e costanti attacchi gli vengono dal giornale finanziato da ebrei, ‘Le Jeune Turc’ [il giornale era diretto dal Vladimir Jabotinski, il sionista-militarista, filo-fascista, fondatore del partito che oggi si chiama Likud. ndr], mentre corrono voci che il suo successore sarà un ebreo, o un turco con un ebreo alle spalle. E’ ovvio che la comunità ebraica, che è così vitalmente interessata a mantenere il suo predominio esclusivo nei consigli della Giovane Turchia, è ugualmente interessata a tener vive le fiamme della discordia fra l’etnia turca e i possibili rivali (degli ebrei), ossia armeni, greci, eccetera [...]. Gli ebrei odiano la Russia e il suo governo [...]. Gli ebrei possono aiutare i Giovani Turchi con l’intelligenza, l’abilità negli affari, la loro enorme influenza sulla stampa in Europa, e il denaro in cambio di vantaggi economici e infine della realizzazione degli ideali di Israele.
[...] Gli ebrei (the Jew) hanno fornito fondi ai Giovani Turchi ed hanno dunque presa su di loro; ma per mantenere questa presa deve almeno dare l’apparenza di sostenere i Giovani Turchi nel compimento del sogno ‘nazionale’. La segretezza e i metodi elusivi sono essenziali ad entrambi.
L’ebreo orientale è abile a manipolare forze occulte, e la Massoneria politica secondo il modello continentale [francese, ndr] è stata scelta come il legame e la copertura più efficace per celare le operazioni interne del movimento [...]. Ma tutto questo dipende da finanzieri europei, ossia per lo più ebraici, che forniscano le somme necessarie a mantenere un esercito sproporzionato rispetto all’attuale stato di sviluppo economico» (7).
Il Comitato Unione e Progresso descritto dall’ambasciatore e non il sultano (sotto arresto ed esautorato) si macchierà del genocidio degli armeni. L’ambasciatore americano di allora, Henry Morgenthau senior (ebreo, ma non sionista) ne testimonierà in questi termini:
Henry Morgenthau senior
«Villaggi dopo villaggi e città dopo città, furono spogliati della loro popolazione armena, in condizioni simili. Durante questi sei mesi, da quanto si può sapere, circa 1.200.000 persone furono indirizzate verso il deserto della Siria. ‘Pregate per noi’, dicevano, abbandonando i focolari che 2.500 anni prima avevano fondato i loro avi. ‘Non torneremo mai più su queste terre, ma noi ci ritroveremo un giorno. Pregate per noi!’. Avevano appena abbandonato il suolo natale che i supplizi cominciavano; le strade che dovevano seguire non erano che dei sentieri per muli dove procedeva la processione, trasformata in una ressa informe e confusa. Le donne erano separate dai bambini, i mariti dalle mogli. I vecchi restavano indietro esausti, i piedi doloranti. I conduttori dei carri trainati dai buoi, dopo avere estorto ai loro clienti gli ultimi quattrini, li gettavano a terra, loro e i loro beni, facevano dietro front e se ne tornavano ai villaggi, alla ricerca di nuove vittime. Così, in breve tempo, tutti, giovani e vecchi, si ritrovavano costretti a marciare a piedi; e i gendarmi che erano stati inviati, per così dire, per proteggere gli esiliati, si trasformavano in veri carnefici. Li seguivano, baionetta in canna, pungolando chiunque facesse cenno di rallentare l’andatura. Coloro i quali cercavano di arrestarsi per riprendere fiato, o che cadevano sulla strada morti di fatica, erano brutalizzati e costretti a raggiungere al più presto la massa ondeggiante. Maltrattavano anche le donne incinte e se qualcuna, e ciò avveniva spesso, si accovacciava ai lati della strada per partorire, l’obbligavano ad alzarsi immediatamente e a raggiungere la carovana. Inoltre, durante tutto il viaggio, bisognava incessantemente difendersi dagli attacchi dei musulmani. Distaccamenti di gendarmi in testa alle carovane partivano per annunciare alle tribù curde che le loro vittime si avvicinavano e ai paesani turchi che il loro desiderio finalmente si realizzava. Lo stesso governo aveva aperto le prigioni e rilasciato i criminali, a condizione che si comportassero da buoni maomettani all’arrivo degli armeni. Così ogni carovana doveva difendere la propria esistenza contro più categorie di nemici: i gendarmi di scorta, i paesani dei villaggi turchi, le tribù curde e le bande di cetè o briganti. Senza dimenticare che gli uomini che avrebbero potuto proteggere questi sfortunati erano stati tutti uccisi o erano stati arruolati come lavoratori, e che i malcapitati deportati erano stati sistematicamente spogliati delle armi. A qualche ora di marcia dal punto di partenza, i curdi accorrevano dall’alto delle loro montagne, si precipitavano sulle ragazze giovani e, spogliandole, stupravano le più belle, come pure i bambini che piacevano loro, e rapinavano senza pietà tutta la carovana, rubando il denaro e le provvigioni, abbandonando così gli sfortunati alla fame e allo sgomento».
Ed ecco un’altra testimonianza dell’ambasciatore Morgenthau:
«Un giorno Talaat [il ministro dell’Interno della giunta] fece la richiesta forse più inaudita che mi sia stata rivolta. La Compagnia assicurativa New York Life Insurance Co. e la Equitable Life di New York avevano fatto per anni ottimi affari con gli armeni. Questa gente si assicurava molto sulla vita, un altro esempio delle sue abitudini al risparmio. ‘Io voglio’, mi disse Talaat, ‘che chiediate alle compagnie di assicurazione americane di inviarci la lista completa delle polizze fatte ai loro assicurati armeni. Essi sono praticamente tutti morti adesso, e non hanno lasciato eredi per ritirare il denaro. Esso naturalmente spetta allo Stato. Adesso è il governo ad esserne beneficiario. Lo farete?’. Era troppo, e persi la calma: ‘Non avrete mai questa lista da me’, dissi, mi alzai ed uscii».
Questa richiesta è una firma: si chiama chutzpah. Talaat Bey sarà ucciso nel 1921 a Berlino da un attentatore armeno.
1) Ernesto Nathan è stato sindaco di Roma dal 1907 al 1913. Nato a Londra e di cittadinanza inglese, si ritiene fosse il figlio illegittimo nato dagli amori di Giuseppe Mazzini con Sarah Nathan, la moglie del banchiere tedesco-londinese Mayer Moses Nathan. Grado 33, feroce anticlericale, la Massoneria lo volle sindaco a Roma come schiaffo al Vaticano.
2) Sideny Sonnino, ebreo che professava l’anglicanesimo, nato a Pisa nel 1847, radicale, fu primo ministro due volte, nel 1906 e nel 1909. Come ministro degli Esteri del governo Salandra nel 1914, fu l’anima dei negoziati segreti che trascinarono l’Italia nella Grande Guerra a fianco degli alleati anglo-franco-americani. Luigi Luzzatti, banchiere ebreo veneziano (fu fondatore e presidente a vita della Banca Popolare di Milano, nonchè dell’Università Ca’ Foscari) è stato capo del governo dal 31 marzo 1910 al 29 marzo 1911, ministro del Tesoro nel precedente governo di Rudinì (1898) e del seguente governo Giolitti (1903-1905).
3) Emmanuele Carasso, commerciante e banchiere, era in affari con Israel Lazarevitch Helfand (“Parvus”, nella fazione bolscevica) ed intimo amico di Giuseppe Volpi, futuro conte di Misurata, che era andato a far fortuna nell’impero ottomano con il commercio dei tabacchi di Macedonia. In quegli anni Volpi era il plenipotenziario in Turchia della Banca Commerciale Italiana, che di fatto gestiva il debito pubblico ottomano per conto delle banche creditrici francesi e inglesi.
4) Jacob Schiff (Francoforte 1847 .- New York 1930) fu il capo della banca Kuhn & Loeb che, tra l’altro, in odio all’impero zarista, finanziò Trotsky e dunque la rivoluzione bolscevica.
5) Djavid Bey, Talaat Bey e gli altri personaggi citati più sotto dall’ambasciatore britannico (il “dottor Nazim”) sono gli autori della macchina di sterminio con cui il Comitato Unione e Progresso massacrò oltre un milione e mezzo di armeni, bollati dagli ebrei ottomani come “amaleciti”.
6) Nato a Londra da ebrei russi nel 1894, giornalista di successo, Zangwill fu un esponente dell’organizzazione sionista, da cui si staccò per fondare la fazione detta “Territorialista”, perché disposta a creare uno Stato ebraico anche al di fuori della Palestina.
7) Letter from G. Lowther to C. Hardinge, 29 may 1910. His Majesty’s Stationary Office, Lowther Papers, Foreign Office 800/193°. La relazione dell’ambasciatore Lowther è pubblicata integralmente in E. Kedourie, “Young Turks, Freemasons and Jews”, Middlea Eastern Studies, Volume 7, numero 1, gennaio 1971.
COMMENTI: EFFEDIEFFE.com Giornale Online | Direttore Maurizio Blondet - Giovani Turchi, una storia censurata
«... Questa nuova Massoneria di Turchia, diversamente da quella di Inghilterra o d’America, è in gran parte segreta e politica, e ogni informazione sull’argomento si può avere solo in via strettamente confidenziale [...] Giorni fa un massone locale che aveva divulgato i segnali dell’arte è stato minacciato di deferimento alla corte marziale, che siede in virtù del dichiarato stato d’assedio [...].
Sultano Abdul Hamid
«Il movimento Giovane Turchia a Parigi appare separato e in larga parte inconsapevole delle interne manovre di quello di Salonicco. Quest’ultima città conta una popolazione di 140 mila abitanti, di cui 80 mila sono ebrei spagnoli, e 20 mila della setta di Sabbatai Zevi o cripto-giudei, che professano esternamente l’Islam. Molti di questi ultimi hanno acquisito la nazionalità italiana e sono affiliati a logge massoniche italiane. [Ernesto] Nathan, il sindaco ebraico di Roma (1), è un alto grado della Massoneria, e i primi ministri ebrei [Sidney] Sonnino e [Luigi] Luzzatti (2), come altri senatori e deputati ebrei, sembra siano parimenti massoni.
[...] Emanuele Carasso, un ebreo massone di Salonicco (3), ed attualmente deputato per questa città alla Camera ottomana, ha fondato una loggia chiamata “Macedonia Risorta” collegata con la Massoneria italiana. Sembra essere stato lui a indurre i Giovani Turchi, ufficiali e civili, ad aderire alla Massoneria, onde esercitare un’impalpabile influenza ebraica sul regime in Turchia.
[...] L’ispirazione del movimento di Salonicco sembra essere stato soprattutto ebraico [...]. Carasso ha cominciato a giocare una parte importante, fra cui la ‘cattura’ del Comitato Balcanico, e si è notato che ebrei di ogni colore, locali e stranieri, sono sostenitori entusiasti del nuovo governo; fino al punto, come un turco mi ha detto, che ogni ebreo sembra diventato una spia potenziale dell’occulto Comitato [Unione e Progresso], e la gente ha cominciato a rilevare che il movimento era una rivoluzione più ebraica che turca. Il governo italiano ha nominato un ebreo e massone di nome Primo Levi, che non fa parte della carriera diplomatica, come console generale a Salonicco, ed Oscar Strauss, che insieme con Jacob Schiff (4) ha influenzato gli ebrei americani in favore della emigrazione in Mesopotamia e contro altri piani territoriali come una forma intensificata di sionismo, è stato nominato ambasciatore americano.
[...] Carasso è stato uno dei latori del mandato di deposizione di Abdul Hamid [il sultano, ndr] che è stato portato a Salonicco e confinato nella residenza dei banchieri ebreo-italiani del Comitato [la Banca Commerciale Italiana di Otto Joel e Federico Weil, ndr]; un fratello di Remzi Bey è stato delegato a sorvegliarlo. Dopo la deposizione, i giornali ebrei di Salonicco sono esplosi in grida di liberazione dall’‘oppressore di Israele’, colui che aveva fatto orecchie da mercante agli appelli di Herzl, il capo sionista, e che, imponendo il passaporto rosso contro gli immigranti ebreo-polacchi ha (come il nostro Alien Act) ostacolato la realizzazione degli ideali del sionismo in Palestina. Il nono Congresso Sionista, nel dicembre 1909 ad Amburgo, ha annunciato che la frattura fra ‘territorialisti’ e ‘sionisti’ è stata sanata “grazie al miracolo della rivoluzione turca».
Javid Bey
Allo stesso tempo [D]Javid Bey, deputato per Salonicco, un astutissimo cripo-giudeo e massone, è stato fatto ministro delle Finanze, mentre Talaat Bey, altro massone, è diventato ministro degli Interni (5).
[...] Al parlamento è stato ‘ordinato’ di varare una legge sulla stampa estremamente restrittiva, e un cripto-ebreo e massone di Salonicco è stato nominato ‘Directeur du Bureau de la Presse’: un posto di enorme potere, dato che chi lo ricopre può sopprimere un giornale per ‘critiche al nuovo regime’ (un atto che viene bollato come ‘reazione’), o mandare il proprietario o il direttore davanti alla corte marziale. Una Agenzia Telegrafica Ottomana ufficiosa è stata creata sotto la direzione di un ebreo di Baghdad, e un avvocato ebreo e massone di Salonicco è stato appuntato come consigliere del ministro della Giustizia. Anche la filiale di Costantinopoli del Comitato Unione e Progresso è guidata da un cripto-giudeo e massone di Salonicco. Un altro cripto-giudeo e massone ha fatto decisi tentativi di diventare ‘Préfet’, ossia sindaco, della capitale, ma non è ancora riuscito nel suo scopo; il principe Said Halim, un massone egiziano, è stato nominato vice-sindaco [...]. Il vecchio ministero della Polizia è stato sostituito dalla “Sureté Publique”, che controlla la polizia e la gendarmeria, e vi si è messo a capo un massone di Salonicco.
Talaat Bey
[...] Talaat Bey, il ministro dell’Interno, che è di origine zingara e viene da Kirjali, nel distretto di Adrianopoli, e Javid Bey, il ministro delle Finanze che è un cripto-giudeo, sono le facce ufficiali del potere occulto del Comitato. Essi sono i soli membri del gabinetto che contano davvero, e sono anche al vertice della Massoneria in Turchia [...]. Un turco ha definito tutto ciò come ‘drogare quest’ultima (la Turchia, ndr) con hashish ebraico’. Allo stato attuale, il movimento Giovani Turchi sembra essere ad un esame accurato principalmente ebraico, e “Turco” in quanto opposto ad altri elementi ottomani, come arabi, greci, bulgari, armeni, eccetera [...]. All’inizio si sperava che armeni, bulgari, greci e gli ebrei ottomani avrebbero servito da sostenitori, ma i Giovani Turchi a quanto pare si sono alleati esclusivamente con gli ebrei, ottomani e stranieri, ed hanno alienato le altre etnie. Lo stesso risultato si nota in Ungheria, dove gli ungheresi, che sono di razza turca e parimenti privi di istinto per gli affari, sono diventati soggetti alla dominazione economica e finanziaria delgi ebrei [...].
[...] Dato che la Turchia [ottomana] contiene i luoghi sacri ad Israele, è naturale che gli ebrei si diano molto da fare per mantenere la loro posizione eclusiva di influenza economica, e di utilizzarla per far avanzare i loro ideali, ossia la creazione finale di uno Stato autonomo ebraico in Palestina o Babylonia, come illustrato da Israel Zangwill (6) nel suo articolo sulla ‘Fortnightly Review’ di aprile. Egli prenderebbe due piccioni con una fava se ottenesse l’immigrazione senza restrizioni di ebrei in Turchia – un progetto che persegue da anni – e il trasferimento in Mesopotamia [attuale Irak, ndr] di alcuni milioni di correligionari oggi legati in Russia e Romania. In cambio della “immigrazione senza restrizioni” di ebrei stranieri, egli ha offerto ai Giovani Turchi di sacrificare la sua lingua materna e sostituirla con la lingua turca, e persino di assumersi tutto intero il debito nazionale turco.
[...] Il dottor Nazim, uno dei membri più influenti del Comitato di Salonicco e di cui si dice che sia di origine ebraica, in compagnia del suo fidus Achates, un certo Faik Bey Toledo, cripto-giudeo di Salonicco, ha visitato la branca parigina dello ICA (Judeo-Colonisation Association) ed ha apertamente sostenuto l’idea di far immigrare 20 mila ebrei romeni in Macedonia, e qualche milione di ebrei russi in Mesopotamia [...]. Senza dubbio quando i Giovani Turchi, con le loro pesanti spese militari, dovranno ottenere prestiti, gli ebrei prestatori faranno altre pressioni [...], perché l’Aurore (Shefak), un giornale sionista iniziato un anno fa a Costantinopoli, non si stanca mai di ricordare ai suoi lettori che il dominio dell’Egitto, la terra dei Faraoni che obbligarono gli ebrei a costruire le piramidi, è parte della futura eredità di Israele.
[...] Ma sono la Palestina e la Mesopotamia la mira ultima degli ebrei. Il fine immediato per cui operano è praticamente la cattura economica della Turchia [...]. Hanno il controllo delle leve essenziali del governo dei Giovani Turchi, anche se il ministero dei Lavori Pubblici è ancora tenuto da un armeno, Halajian Effendi. Quando il suo predecessore, un altro armeno, fu eliminato, fu fatto un energico tentativo di sostiturlo con un giudeo [...]. La sua posizione è ancora fragile, e i già duri e costanti attacchi gli vengono dal giornale finanziato da ebrei, ‘Le Jeune Turc’ [il giornale era diretto dal Vladimir Jabotinski, il sionista-militarista, filo-fascista, fondatore del partito che oggi si chiama Likud. ndr], mentre corrono voci che il suo successore sarà un ebreo, o un turco con un ebreo alle spalle. E’ ovvio che la comunità ebraica, che è così vitalmente interessata a mantenere il suo predominio esclusivo nei consigli della Giovane Turchia, è ugualmente interessata a tener vive le fiamme della discordia fra l’etnia turca e i possibili rivali (degli ebrei), ossia armeni, greci, eccetera [...]. Gli ebrei odiano la Russia e il suo governo [...]. Gli ebrei possono aiutare i Giovani Turchi con l’intelligenza, l’abilità negli affari, la loro enorme influenza sulla stampa in Europa, e il denaro in cambio di vantaggi economici e infine della realizzazione degli ideali di Israele.
[...] Gli ebrei (the Jew) hanno fornito fondi ai Giovani Turchi ed hanno dunque presa su di loro; ma per mantenere questa presa deve almeno dare l’apparenza di sostenere i Giovani Turchi nel compimento del sogno ‘nazionale’. La segretezza e i metodi elusivi sono essenziali ad entrambi.
L’ebreo orientale è abile a manipolare forze occulte, e la Massoneria politica secondo il modello continentale [francese, ndr] è stata scelta come il legame e la copertura più efficace per celare le operazioni interne del movimento [...]. Ma tutto questo dipende da finanzieri europei, ossia per lo più ebraici, che forniscano le somme necessarie a mantenere un esercito sproporzionato rispetto all’attuale stato di sviluppo economico» (7).
Il Comitato Unione e Progresso descritto dall’ambasciatore e non il sultano (sotto arresto ed esautorato) si macchierà del genocidio degli armeni. L’ambasciatore americano di allora, Henry Morgenthau senior (ebreo, ma non sionista) ne testimonierà in questi termini:
Henry Morgenthau senior
«Villaggi dopo villaggi e città dopo città, furono spogliati della loro popolazione armena, in condizioni simili. Durante questi sei mesi, da quanto si può sapere, circa 1.200.000 persone furono indirizzate verso il deserto della Siria. ‘Pregate per noi’, dicevano, abbandonando i focolari che 2.500 anni prima avevano fondato i loro avi. ‘Non torneremo mai più su queste terre, ma noi ci ritroveremo un giorno. Pregate per noi!’. Avevano appena abbandonato il suolo natale che i supplizi cominciavano; le strade che dovevano seguire non erano che dei sentieri per muli dove procedeva la processione, trasformata in una ressa informe e confusa. Le donne erano separate dai bambini, i mariti dalle mogli. I vecchi restavano indietro esausti, i piedi doloranti. I conduttori dei carri trainati dai buoi, dopo avere estorto ai loro clienti gli ultimi quattrini, li gettavano a terra, loro e i loro beni, facevano dietro front e se ne tornavano ai villaggi, alla ricerca di nuove vittime. Così, in breve tempo, tutti, giovani e vecchi, si ritrovavano costretti a marciare a piedi; e i gendarmi che erano stati inviati, per così dire, per proteggere gli esiliati, si trasformavano in veri carnefici. Li seguivano, baionetta in canna, pungolando chiunque facesse cenno di rallentare l’andatura. Coloro i quali cercavano di arrestarsi per riprendere fiato, o che cadevano sulla strada morti di fatica, erano brutalizzati e costretti a raggiungere al più presto la massa ondeggiante. Maltrattavano anche le donne incinte e se qualcuna, e ciò avveniva spesso, si accovacciava ai lati della strada per partorire, l’obbligavano ad alzarsi immediatamente e a raggiungere la carovana. Inoltre, durante tutto il viaggio, bisognava incessantemente difendersi dagli attacchi dei musulmani. Distaccamenti di gendarmi in testa alle carovane partivano per annunciare alle tribù curde che le loro vittime si avvicinavano e ai paesani turchi che il loro desiderio finalmente si realizzava. Lo stesso governo aveva aperto le prigioni e rilasciato i criminali, a condizione che si comportassero da buoni maomettani all’arrivo degli armeni. Così ogni carovana doveva difendere la propria esistenza contro più categorie di nemici: i gendarmi di scorta, i paesani dei villaggi turchi, le tribù curde e le bande di cetè o briganti. Senza dimenticare che gli uomini che avrebbero potuto proteggere questi sfortunati erano stati tutti uccisi o erano stati arruolati come lavoratori, e che i malcapitati deportati erano stati sistematicamente spogliati delle armi. A qualche ora di marcia dal punto di partenza, i curdi accorrevano dall’alto delle loro montagne, si precipitavano sulle ragazze giovani e, spogliandole, stupravano le più belle, come pure i bambini che piacevano loro, e rapinavano senza pietà tutta la carovana, rubando il denaro e le provvigioni, abbandonando così gli sfortunati alla fame e allo sgomento».
Ed ecco un’altra testimonianza dell’ambasciatore Morgenthau:
«Un giorno Talaat [il ministro dell’Interno della giunta] fece la richiesta forse più inaudita che mi sia stata rivolta. La Compagnia assicurativa New York Life Insurance Co. e la Equitable Life di New York avevano fatto per anni ottimi affari con gli armeni. Questa gente si assicurava molto sulla vita, un altro esempio delle sue abitudini al risparmio. ‘Io voglio’, mi disse Talaat, ‘che chiediate alle compagnie di assicurazione americane di inviarci la lista completa delle polizze fatte ai loro assicurati armeni. Essi sono praticamente tutti morti adesso, e non hanno lasciato eredi per ritirare il denaro. Esso naturalmente spetta allo Stato. Adesso è il governo ad esserne beneficiario. Lo farete?’. Era troppo, e persi la calma: ‘Non avrete mai questa lista da me’, dissi, mi alzai ed uscii».
Questa richiesta è una firma: si chiama chutzpah. Talaat Bey sarà ucciso nel 1921 a Berlino da un attentatore armeno.
1) Ernesto Nathan è stato sindaco di Roma dal 1907 al 1913. Nato a Londra e di cittadinanza inglese, si ritiene fosse il figlio illegittimo nato dagli amori di Giuseppe Mazzini con Sarah Nathan, la moglie del banchiere tedesco-londinese Mayer Moses Nathan. Grado 33, feroce anticlericale, la Massoneria lo volle sindaco a Roma come schiaffo al Vaticano.
2) Sideny Sonnino, ebreo che professava l’anglicanesimo, nato a Pisa nel 1847, radicale, fu primo ministro due volte, nel 1906 e nel 1909. Come ministro degli Esteri del governo Salandra nel 1914, fu l’anima dei negoziati segreti che trascinarono l’Italia nella Grande Guerra a fianco degli alleati anglo-franco-americani. Luigi Luzzatti, banchiere ebreo veneziano (fu fondatore e presidente a vita della Banca Popolare di Milano, nonchè dell’Università Ca’ Foscari) è stato capo del governo dal 31 marzo 1910 al 29 marzo 1911, ministro del Tesoro nel precedente governo di Rudinì (1898) e del seguente governo Giolitti (1903-1905).
3) Emmanuele Carasso, commerciante e banchiere, era in affari con Israel Lazarevitch Helfand (“Parvus”, nella fazione bolscevica) ed intimo amico di Giuseppe Volpi, futuro conte di Misurata, che era andato a far fortuna nell’impero ottomano con il commercio dei tabacchi di Macedonia. In quegli anni Volpi era il plenipotenziario in Turchia della Banca Commerciale Italiana, che di fatto gestiva il debito pubblico ottomano per conto delle banche creditrici francesi e inglesi.
4) Jacob Schiff (Francoforte 1847 .- New York 1930) fu il capo della banca Kuhn & Loeb che, tra l’altro, in odio all’impero zarista, finanziò Trotsky e dunque la rivoluzione bolscevica.
5) Djavid Bey, Talaat Bey e gli altri personaggi citati più sotto dall’ambasciatore britannico (il “dottor Nazim”) sono gli autori della macchina di sterminio con cui il Comitato Unione e Progresso massacrò oltre un milione e mezzo di armeni, bollati dagli ebrei ottomani come “amaleciti”.
6) Nato a Londra da ebrei russi nel 1894, giornalista di successo, Zangwill fu un esponente dell’organizzazione sionista, da cui si staccò per fondare la fazione detta “Territorialista”, perché disposta a creare uno Stato ebraico anche al di fuori della Palestina.
7) Letter from G. Lowther to C. Hardinge, 29 may 1910. His Majesty’s Stationary Office, Lowther Papers, Foreign Office 800/193°. La relazione dell’ambasciatore Lowther è pubblicata integralmente in E. Kedourie, “Young Turks, Freemasons and Jews”, Middlea Eastern Studies, Volume 7, numero 1, gennaio 1971.
COMMENTI: EFFEDIEFFE.com Giornale Online | Direttore Maurizio Blondet - Giovani Turchi, una storia censurata
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