Pace fatta tra Vaticano e suore americane, che eviteranno "affermazioni ambigue sulla dottrina"
La visitazione apostolica era stata avviata nel 2009 dal cardinale William J. Levada
E' finito bene lo scontro tra la Congregazione
per la dottrina della fede e la Leadership Conference of Women Religious
(Lcwr), la più grande organizzazione delle suore statunitensi, che
raggruppa l'ottanta per cento delle religiose d'oltreoceano. Ieri è
stato diffuso alla stampa un rapporto congiunto (qui il testo)
in cui si certificano i passi avanti compiuti rispetto alla rottura del
2009, quando l'ex Sant'Uffizio guidato allora dal cardinale William J.
Levada, già arcivescovo di San Francisco, aveva promosso una visitazione
dottrinale sulla Lcwr, sospettando l'esistenza di problematiche
dottrinali che mettevano in discussione alcuni fondamenti della morale
cattolica.
I programmi della Lcwr sono stati rivisti e dopo essere stati approvati "a grande maggioranza" dall'assemblea delle religiose dello scorso agosto, hanno ottenuto il via libera anche dalla congregazione per la Dottrina della fede e dei quella per gli Istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica. Sono state adottate misure al fine di "promuovere un rigore accademico volto a garantire l'accuratezza teologica e per evitare affermazioni ambigue circa la dottrina della chiesa o che potrebbero essere lette come contrarie a essa". Inoltre, "quando si tratterà di affrontare temi contemporanei, particolarmente quelli che, pur non toccando questioni teologiche, affrontano la fede e la morale, la Lcwr si attende che chi interverrà" alle iniziative promosse "abbiano riguardo per la fede della chiesa". Il comunicato è firmato, tra gli altri, dal vescovo Sartain e da suor Sharon Holland, che dell'organizzazione di religiose è la presidente in carica.
Ci vollero tre anni prima che la Conferenza episcopale americana diffondesse le conclusioni dell'indagine, che se possibile aggravavano la posizione della Lcwr, visto che si ravvisavano "inaccettabili posizioni" non solo circa il sostegno alla riforma sanitaria di Barack Obama, ma anche – da parte di alcune sue esponenti di vertice – la promozione di posizioni poco ortodosse su aborto, contraccezione, omosessualità e ordinazione delle donne. Una delle ex presidenti, suor Theresa Kane, rispondeva che "Giovanni Paolo II è morto" a chi le faceva notare che su quest'ultimo tema la chiusura definitiva (ribadita da Francesco) l'aveva compiuta Karol Wojtyla. Più in generale, il cardinale Levada accusava l'organizzazione di "voler andare al di là della chiesa e al di là di Gesù". Tra le accusa anche quella di ritenere Gesù non il Messia, "ma solo uno dei tanti maestri". A seguito della visitazione, l'arcivescovo di Seattle, mons. James Sartain, veniva incaricato di presiedere una commissione volta a rivedere gli statuti della Lcwr. Il cardinale Gerhard Ludwig Müller, nel frattempo succeduto a Levada, confermava la valutazione dottrinale, condivisa anche dal Papa, come rivelato nell'aprile del 2013 da un comunicato della congregazione per la Dottrina della fede. Di ieri, il lieto epilogo.
http://www.ilfoglio.it/chiesa/2015/04/17/chiesa-suore-statiuniti-vaticano-cristiani___1-v-127880-blog-vaticano_c712.htm
Perdonate le suore ribelli. Ora ubbidiranno? 18-04-2015 AA+A++
Tutto è bene quel che finisce bene. Con un comunicato
congiunto (neppure troppo lungo), la Leadership Conference of Women
Religious (Lcwr) e il Vaticano hanno siglato la pace, dopo tre anni di
indagine e ben sei di osservazione da parte della Congregazione per la
Dottrina della Fede. L’aspetto che per primo balza agli occhi è la forte
attenuazione nei toni rispetto a tutto ciò che era stato detto e
scritto a partire dal 2009. I capi d’accusa erano infatti durissimi: il
cardinale William J. Levada, all’epoca prefetto dell’ex Sant’Uffizio,
aveva messo nero su bianco la convinzione che le religiose – che
rappresentano l’ottanta per cento di tutte quelle operative negli Stati
Uniti – stessero andando «oltre la Chiesa e oltre Gesù Cristo».
Sei anni fa era così partita la visitazione apostolica, i cui risultati erano stati pubblicati dalla Conferenza episcopale americana nella primavera del 2012, pochi mesi prima che Levada lasciasse l’incarico nelle mani di Gerhard Ludwig Müller. E, se possibile, il dossier s’era arricchito di imputazioni ancor più gravi. Tra le esponenti del movimento, infatti, vi sarebbe stata la convinzione che «Cristo non sarebbe il Messia, ma solo uno dei tanti maestri», che lo Spirito Santo vivrebbe «in tutta la creazione» e che di aborto, contraccezione, omosessualità e ordinazione delle donne si sarebbe tutto sommato aprire un confronto. Senza dimenticare l’appoggio alla riforma sanitaria di Barack Obama, fortemente avversata dai vescovi locali. Riguardo la possibilità di far celebrare a una donna la messa, capitolo già chiuso da Giovanni Paolo II (come del resto ribadito da Francesco), l’ex presidentessa della Lcwr, suor Theresa Kane, aveva osservato che «Giovanni Paolo II è morto». Nell’aprile del 2013, il Papa confermava i risultati dell’istruttoria, come testimoniato da una nota diffusa dalla Congregazione per la Dottrina della fede.
Il comunicato congiunto diffuso giovedì 16 aprile ribadisce l’impegno delle religiose «nel ruolo cruciale nel servizio della missione», guidando e «rafforzando la testimonianza a una più grande vocazione della vita religiosa, al suo sicuro fondamento in Cristo e alla comunione ecclesiale». Si riconosce il loro prezioso impegno nell'assistenza sociale. Ma delle accuse specifiche mosse dalla Congregazione per la Dottrina della Fede non si fa quasi menzione, quasi che i temi sul tavolo non fossero decisivi. C’è solo la promessa che d’ora in poi le pubblicazioni della Lcwr «avranno bisogno di un sano fondamento dottrinale» e che a tale fine sono state adottate varie misure finalizzate alla promozione «di un rigore accademico che assicurerà l’accuratezza teologica», aiutando altresì a «evitare affermazioni ambigue sulla dottrina della Chiesa o che potrebbero essere lette come contrarie a essa».
Sostanzialmente è un’ammissione di responsabilità, visto che se d’ora in poi si eviteranno «affermazioni ambigue» circa la dottrina, significa che oggi tale ambiguità era assai frequente negli scritti diffusi dall’organizzazione. A conferma di ciò, c'è anche la garanzia che in futuro, agli eventi promossi dalla Lcwr, non saranno più invitati speaker e ospiti che abbiano posizioni non troppo in linea con l’ortodossia cattolica: «La scelta dei temi e degli invitati sarà svolta con preghiera, approfondimento e discernimento» e quando si tratterà di discutere di temi caldi nella quotidiana attualità che – anche se non di stretta teologia, ma comunque aventi a che fare con la morale cattolica – gli interventi dovranno avere «il dovuto riguardo alla fede della Chiesa».
Un anno fa, il cardinale Müller, incontrando i vertici dell’organizzazione, chiese conto del sostegno al movimento filosofico della “Evoluzione cosciente”, le cui tesi – diceva il porporato – sono «opposte alla rivelazione cristiana». Il motivo? Semplice: Dio è sostituito con la materia cosmica in evoluzione e quando ci si affida a tesi del genere, si arriva a commettere errori fondamentali circa l’onnipotenza di Dio, l’incarnazione di Cristo, la realtà del peccato originale, la necessità della salvezza e la natura definitiva dell’azione salvifica di Cristo nel mistero pasquale». Giovedì, Müller ha spiegato come l’ex Sant’Uffizio sia «fiducioso che la Lcwr abbia chiarito la sua missione per sviluppare una visione della vita religiosa centrata sulla persona di Gesù Cristo e radicata nella tradizione della Chiesa».
Suor Sharon Holland, presidente della Lcwr, s'è detta soddisfatta del risultato raggiunto – dopotutto gli statuti rivisitati erano stati approvati a grande maggioranza la scorsa estate, prima di ottenere il placet della Congregazione per la dottrina della fede e di quella degli Istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica – osservando che gli scambi avuti in questi anni con i delegati del Vaticano hanno rafforzato «una comprensione più profonda delle reciproche esperienze, ruoli, responsabilità e speranze per la Chiesa e il popolo che essa serve».
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-perdonate-le-suore-ribelli-oraubbidiranno-12399.htm
I programmi della Lcwr sono stati rivisti e dopo essere stati approvati "a grande maggioranza" dall'assemblea delle religiose dello scorso agosto, hanno ottenuto il via libera anche dalla congregazione per la Dottrina della fede e dei quella per gli Istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica. Sono state adottate misure al fine di "promuovere un rigore accademico volto a garantire l'accuratezza teologica e per evitare affermazioni ambigue circa la dottrina della chiesa o che potrebbero essere lette come contrarie a essa". Inoltre, "quando si tratterà di affrontare temi contemporanei, particolarmente quelli che, pur non toccando questioni teologiche, affrontano la fede e la morale, la Lcwr si attende che chi interverrà" alle iniziative promosse "abbiano riguardo per la fede della chiesa". Il comunicato è firmato, tra gli altri, dal vescovo Sartain e da suor Sharon Holland, che dell'organizzazione di religiose è la presidente in carica.
Ci vollero tre anni prima che la Conferenza episcopale americana diffondesse le conclusioni dell'indagine, che se possibile aggravavano la posizione della Lcwr, visto che si ravvisavano "inaccettabili posizioni" non solo circa il sostegno alla riforma sanitaria di Barack Obama, ma anche – da parte di alcune sue esponenti di vertice – la promozione di posizioni poco ortodosse su aborto, contraccezione, omosessualità e ordinazione delle donne. Una delle ex presidenti, suor Theresa Kane, rispondeva che "Giovanni Paolo II è morto" a chi le faceva notare che su quest'ultimo tema la chiusura definitiva (ribadita da Francesco) l'aveva compiuta Karol Wojtyla. Più in generale, il cardinale Levada accusava l'organizzazione di "voler andare al di là della chiesa e al di là di Gesù". Tra le accusa anche quella di ritenere Gesù non il Messia, "ma solo uno dei tanti maestri". A seguito della visitazione, l'arcivescovo di Seattle, mons. James Sartain, veniva incaricato di presiedere una commissione volta a rivedere gli statuti della Lcwr. Il cardinale Gerhard Ludwig Müller, nel frattempo succeduto a Levada, confermava la valutazione dottrinale, condivisa anche dal Papa, come rivelato nell'aprile del 2013 da un comunicato della congregazione per la Dottrina della fede. Di ieri, il lieto epilogo.
di Matteo Matzuzzi
| 17 Aprile 2015
http://www.ilfoglio.it/chiesa/2015/04/17/chiesa-suore-statiuniti-vaticano-cristiani___1-v-127880-blog-vaticano_c712.htm
Perdonate le suore ribelli. Ora ubbidiranno? 18-04-2015 AA+A++
Sei anni fa era così partita la visitazione apostolica, i cui risultati erano stati pubblicati dalla Conferenza episcopale americana nella primavera del 2012, pochi mesi prima che Levada lasciasse l’incarico nelle mani di Gerhard Ludwig Müller. E, se possibile, il dossier s’era arricchito di imputazioni ancor più gravi. Tra le esponenti del movimento, infatti, vi sarebbe stata la convinzione che «Cristo non sarebbe il Messia, ma solo uno dei tanti maestri», che lo Spirito Santo vivrebbe «in tutta la creazione» e che di aborto, contraccezione, omosessualità e ordinazione delle donne si sarebbe tutto sommato aprire un confronto. Senza dimenticare l’appoggio alla riforma sanitaria di Barack Obama, fortemente avversata dai vescovi locali. Riguardo la possibilità di far celebrare a una donna la messa, capitolo già chiuso da Giovanni Paolo II (come del resto ribadito da Francesco), l’ex presidentessa della Lcwr, suor Theresa Kane, aveva osservato che «Giovanni Paolo II è morto». Nell’aprile del 2013, il Papa confermava i risultati dell’istruttoria, come testimoniato da una nota diffusa dalla Congregazione per la Dottrina della fede.
Il comunicato congiunto diffuso giovedì 16 aprile ribadisce l’impegno delle religiose «nel ruolo cruciale nel servizio della missione», guidando e «rafforzando la testimonianza a una più grande vocazione della vita religiosa, al suo sicuro fondamento in Cristo e alla comunione ecclesiale». Si riconosce il loro prezioso impegno nell'assistenza sociale. Ma delle accuse specifiche mosse dalla Congregazione per la Dottrina della Fede non si fa quasi menzione, quasi che i temi sul tavolo non fossero decisivi. C’è solo la promessa che d’ora in poi le pubblicazioni della Lcwr «avranno bisogno di un sano fondamento dottrinale» e che a tale fine sono state adottate varie misure finalizzate alla promozione «di un rigore accademico che assicurerà l’accuratezza teologica», aiutando altresì a «evitare affermazioni ambigue sulla dottrina della Chiesa o che potrebbero essere lette come contrarie a essa».
Sostanzialmente è un’ammissione di responsabilità, visto che se d’ora in poi si eviteranno «affermazioni ambigue» circa la dottrina, significa che oggi tale ambiguità era assai frequente negli scritti diffusi dall’organizzazione. A conferma di ciò, c'è anche la garanzia che in futuro, agli eventi promossi dalla Lcwr, non saranno più invitati speaker e ospiti che abbiano posizioni non troppo in linea con l’ortodossia cattolica: «La scelta dei temi e degli invitati sarà svolta con preghiera, approfondimento e discernimento» e quando si tratterà di discutere di temi caldi nella quotidiana attualità che – anche se non di stretta teologia, ma comunque aventi a che fare con la morale cattolica – gli interventi dovranno avere «il dovuto riguardo alla fede della Chiesa».
Un anno fa, il cardinale Müller, incontrando i vertici dell’organizzazione, chiese conto del sostegno al movimento filosofico della “Evoluzione cosciente”, le cui tesi – diceva il porporato – sono «opposte alla rivelazione cristiana». Il motivo? Semplice: Dio è sostituito con la materia cosmica in evoluzione e quando ci si affida a tesi del genere, si arriva a commettere errori fondamentali circa l’onnipotenza di Dio, l’incarnazione di Cristo, la realtà del peccato originale, la necessità della salvezza e la natura definitiva dell’azione salvifica di Cristo nel mistero pasquale». Giovedì, Müller ha spiegato come l’ex Sant’Uffizio sia «fiducioso che la Lcwr abbia chiarito la sua missione per sviluppare una visione della vita religiosa centrata sulla persona di Gesù Cristo e radicata nella tradizione della Chiesa».
Suor Sharon Holland, presidente della Lcwr, s'è detta soddisfatta del risultato raggiunto – dopotutto gli statuti rivisitati erano stati approvati a grande maggioranza la scorsa estate, prima di ottenere il placet della Congregazione per la dottrina della fede e di quella degli Istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica – osservando che gli scambi avuti in questi anni con i delegati del Vaticano hanno rafforzato «una comprensione più profonda delle reciproche esperienze, ruoli, responsabilità e speranze per la Chiesa e il popolo che essa serve».
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-perdonate-le-suore-ribelli-oraubbidiranno-12399.htm
se queste sono suore.......mah!forse si.......venghino venghino nuove suore e nuovi preti per "nuova chiesa"....non quella del Signore indubbiamente!!!!
RispondiEliminaOnore alle Francescane dell'Immacolata!!
RispondiEliminaTommaso Pellegrino - Torino
www.tommasopellegrino.blogspot.com