ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 24 maggio 2015

Don Abbondio: nunc et semper!

Rimbalzano tra Dublino e Roma i commenti entusiasti per la vittoria del ‘sì’ nel referendum sul riconoscimento costituzionale del “matrimonio gay” – “Da Dublino a Roma in tempi brevi!” è l’auspicio della nota lobby, che cerca di evidenziare come la cattolica Italia debba imboccare di corsa la strada della ‘cattolica’ Irlanda, per non restare in compagnia dell’ Europa ‘più arretrata’- Anche in Italia non mancano purtroppo i cattolici ‘à la carte’ e quelli incollati alla poltrona, che si infischiano di quel che ribadisce papa Francesco. 


La “cattolica”, anzi “cattolicissima” Irlanda “volta pagina”, dice sì alle “nozze gay”: l’Irlanda è una nazione “pioniera”; “un faro, una luce di libertà”, “una piccola isola, ai confini dell’Europa e sulla rotta per l’America”, che  può indicare la strada al mondo” e via titolando e commentando da Dublino a Roma. Fino a giungere al “suona forte la campana irlandese, e suona anche per noi. Siamo in prevalenza cattolici, noi e loro” e all’elenco – incontrovertibilmente pervaso da una eloquente venatura razzistica - degli Stati ancora ‘reprobi’, senza tutela per le coppie gay, dove l’Italia è in compagnia di Grecia, Cipro, Lituania, Lettonia, Polonia, Slovacchia, Bulgaria, Romania…come a suggerire dei Paesi culturalmente più ‘arretrati’d’Europa.
Insomma: come prevedibile i risultati del referendum costituzionale irlandese - di uno Stato cattolico solo ormai  sulla carta e semmai cattolico ‘à la carte’ (anche per l’estesa vergogna degli abusi su minori, che ha provocato una grave perdita di credibilità della Chiesa) – in Italia sono strumentalizzati per imporre una svolta legislativa in materia. Di tale manovra è particolarmente insidioso il tentativo di associare il voto irlandese a un’evoluzione ‘aperturista’ che coinvolge in pieno il mondo cattolico.
In Irlanda la Chiesa si è presentata per molti osservatori al voto divisa, incerta, timida e balbettante anche in parte della gerarchia. Creando così ulteriore confusione in un elettorato cattolico già sconcertato dalle prese di posizione a favore del riconoscimento del ‘matrimonio gay’del premier (che si dice pure cattolico) Enda Kenny e di diversi dei suoi ministri. I vescovi in buona parte si sono espressi seguendo uno slogan che un moderno Manzoni potrebbe mettere in bocca a un don Abbondio contemporaneo: “Serve il confronto, non le ideologie”. Per fare un rapido salto in Italia, la stessa linea è espressa esemplarmente dal segretario generale della Cei Nunzio Galantino, entusiasta dei convegni culturali (pur bacchettati recentemente da chi è andato a prenderlo e l’ha posto a capo del settore organizzativo dei vescovi italiani) e pervaso di naturale idiosincrasia verso la testimonianza di piazza: “Non si tratta -  ha detto Galantino al “Corriere della Sera” di domenica 24 maggio– di fare a chi grida di più, i ‘pasdaran’ delle due parti si escludono da sé. Ci vuole un confronto tra gente che vuol bene a tutti”. E’ il trionfo della melassa: sul ponte sventola bandiera bianca.
Tornando in Irlanda non pochi sono stati i sacerdoti, le suore, i laici ‘impegnati’ che si sono scatenati in favore del ‘sì’ al riconoscimento costituzionale del “matrimonio gay”. E l’hanno fatto con affermazioni del genere (vedi l’ “Irish Times” di sabato 23 maggio): “Siamo cattolici, e noi abbiamo imparato a credere nella compassione e nell’amore e nella giustizia e nell’inclusione. Uguaglianza, è per tutto questo che votiamo a favore”. Dove si nota lo stravolgimento del significato di parole chiave dell’esperienza cattolica, annegata in una – e ribadiamo il termine, poiché ci sembra il più consono a descrivere un certo atteggiamento - melassa di buoni sentimenti new age che non corrisponde per niente al concetto vero di ‘misericordia’.
IN ITALIA: CATTOLICI "A' LA CARTE" E CATTOLICI "POLTRONISTI"
Questo insistere da parte dei massmedia sul ‘cattolicesimo’ irlandese per suggerire la strada al cattolicesimo italiano ha purtroppo oggi – siamo realisti - non poche possibilità di raggiungere l’obiettivo in tempi anche brevi. In Parlamento sono in corso d’esame norme di legge “contro l’omofobia” (in verità per la repressione della libertà di pensiero), per l’eutanasia, per le “unioni civili” (in verità per i ‘matrimoni gay’), per l’imposizione dell’ideologia gender nelle scuole di ogni ordine e grado. In governo siedono noti cattolici à la carte, dal presidente del Consiglio al suo contorno di ex-Madonnine del presepe, di ex-catechiste entusiaste delle Giornate mondiali della gioventù, di ex-presidenti delle Acli. Sempre in governo non mancano cattolici ‘poltronisti’, fortemente tentati - per conservare una poltrona – dal vendere Gesù Cristo, la Sacra Scrittura e il Magistero della Chiesa.
Tra le associazioni laicali leggete un po’ che cosa chiede il “Forum delle famiglie” umbro per il prossimo voto regionale. Sotto il motto: “Io voto perché… Cinque motivi per andare a votare”, si legge:
  1. Il lavoro che non c’è, le politiche di sviluppo e di armonizzazione familiare che l’Umbria dovrebbe promuovere;
  2. Il welfare in regime di scarsità di risorse, i modelli alternativi e integrati possibili;
  3. L’educazione e la cultura secondo un’ecologia integrale, rispettosa della persona e dell’ambiente;
  4. Un fisco equo e un’Amministrazione amica della famiglia
  5. Di’ la tua…
C’è qualcuno che riesce a scovare nell’elenco qualche – magari anche timido -accenno a tematiche di grave ed esistenziale attualità come le norme legislative proposte a proposito di matrimonio, eutanasia, indottrinamento gender? No? E’ vero, non si trova niente di tutto questo. Si vede che il “Forum delle famiglie dell’Umbria” o vive su Marte oppure non vuole disturbare la candidata di sinistra alla presidenza dell’Umbria, Catiuscia Marini, esplicitamente favorevole al “matrimonio gay”, alla fecondazione eterologa, alla lotta “contro l’omofobia”, all’aborto, ecc… . Da notare che la Marini, proveniente dalla sinistra radicale, è appoggiata anche dalla formazione politica “Democrazia solidale” (ex-area Monti), che comprende tra l’altro Lucio Romano (già vicepresidente del Movimento per la Vita ed ex-presidente di “Scienza e Vita”).
Ditemi voi: se parti importanti del mondo cattolico italiano parlano e agiscono in tal modo (infischiandosene sostanzialmente di quanto continuano a ribadire con forza papa Francesco e con lucida, coerente fermezza il cardinal Bagnasco), come meravigliarsi se poi i massmedia scrivono che i cattolici contro il riconoscimento del “matrimonio gay”, fedeli alla Dottrina sociale - tendono ormai a diventare piccola minoranza di “bigotti e omofobi”? E ad esempio – come è successo ancora ieri sera a Roma e in altre città italiane – le “Sentinelle in piedi”, che testimoniano coraggiosamente con il pubblico silenzio la loro lotta per la libertà d’espressione, in adesione anche al magistero della Chiesa cattolica sulla famiglia, possono farlo solo con la robusta protezione della polizia e tra le urla e gli schiamazzi delle propaggini della nota lobby? Una vera vergogna, indegna di uno Stato che si dice democratico, ma purtroppo ricorrente.
In Irlanda chi ha reso pubblica testimonianza contro il riconoscimento del “matrimonio gay” è stato additato come nemico del progresso, un oscurantista da emarginare, in alcuni casi ha dovuto chiedere la scorta della polizia. Diversi cittadini hanno versato contributi alla macchina organizzativa del ‘no’ solo dietro garanzia dell’anonimato. Buona parte dei cartelloni elettorali del ‘no’ sono stati strappati. Ora, dopo il voto, è incerto su quel che ne sarà di chi pubblicamente dirà che il matrimonio è solo tra uomo e donna. Si pensi ad esempio alla situazione in cui verranno a trovarsi le scuole cattoliche, i catechisti, magari gli stessi sacerdoti celebranti, tutto l’indotto legato al matrimonio. Che cosa capiterà a chi si rifiuterà di….?


E’ una situazione che, in tempi brevi, potrà conoscere anche l’Italia. E allora, dai comportamenti, perlomeno si constaterà se la maggior parte del cattolicesimo italiano avrà scelto come punto di riferimento fra Cristoforo oppure don Abbondio.  

 CATTOLICI ITALIANI DOPO L'IRLANDA: FRA CRISTOFORO O DON ABBONDIO? 
– di GIUSEPPE RUSCONI 
– www.rossoporpora.org – 24 maggio 2015

http://www.rossoporpora.org/rubriche/italia/493-cattolici-italiani-dopo-l-irlanda-fra-cristoforo-o-don-abbondio.html
Monsignor Pennisi: “Ma la Chiesa resta contraria la famiglia naturale rimane il fondamento della società” 
 La Repubblica 
(Paolo Rodari) «Non mi stupisce il voto irlandese. Come la maggioranza dei Paesi storicamente cattolici, l’Irlanda resta tale ormai soltanto sulla carta. Perché in verità il processo di secolarizzazione ha permeato l’intera società e, anche se vive ancora una certa pratica religiosa, quei valori che per la Chiesa sono importanti non trovano più un consenso nella maggioranza. Anche se, occorre fare attenzione: non hanno votato tutti gli irlandesi, ma una parte».
Arcivescovo di Monreale, segretario della Cei per l’Educazione cattolica, la scuola e l’università, monsignor Michele Pennisi invita a guardare alle due facce del referendum irlandese, al fatto che «se tanta gente ha votato sì, altrettanta si è mostrata indifferente e non è detto che questa si senta oggi rappresentata dal risultato».
Monsignore, se in Italia accadesse la stessa cosa la Chiesa cosa direbbe?
«La Chiesa deve semplicemente ricordare che la famiglia è fondamento, principio originario della società e dello Stato. E deve parlare della bellezza del sacramento del matrimonio. In merito al riconoscimento del matrimonio omosessuale più volte la Chiesa italiana ha ribadito come un conto è il rispetto per tutte le persone e per i loro legittimi diritti, un altro è parlare di nozze gay».
Tuttavia in Italia se ci fosse un referendum in merito non è detto che le aspettative della Chiesa abbiano la meglio.
«Fu già così in occasione dei referendum sull’aborto e il divorzio. La Chiesa però deve fare la sua parte. Nel senso che deve ricordare ciò che per lei è importante, in questo caso il valore della famiglia all’interno di un Paese che per Costituzione la tutela e la promuove, riconoscendone il valore anche per il crescere di una società sana e responsabile. Se poi la maggioranza della popolazione esprime un parere contrario a ciò che a Chiesa suggerisce e pensa significa che maggiore deve essere lo sforzo educativo da parte della stessa Chiesa che deve essere capace di motivare sempre le proprie convinzioni».
La Repubblica, 24 maggio2015


«Serve il confronto, non le ideologie Metodo sinodale per il bene di tutti»

Il segretario Cei: la Chiesa non nega i diritti, ma la famiglia non finisca in un angolo

Gian Guido Vecchi 


Che ne dice, eccellenza? 
«Che su questi temi prevale un delirio dell’emotività e un sonno della ragione. Il Papa sta dicendo cose splendide, sul metodo sinodale, nel senso letterale di “syn” e “odós”: percorrere insieme la stessa strada. Sarebbe l’unico metodo serio per arrivare a una soluzione che sia in linea con il bene comune nel rispetto dei diritti di ciascuno». Monsignor Nunzio Galantino, voluto da Francesco come segretario generale della Cei, non nasconde la «preoccupazione» per l’esito del referendum irlandese e ciò che può accadere in Italia. La Chiesa non accetta «equiparazioni» tra le unioni omosessuali e «quella che non chiamerei famiglia tradizionale, ma costituzionale». Tuttavia il vescovo non lancia anatemi e piuttosto argomenta, «il recupero della ragione è importante», chiedendo un confronto libero da «forzature ideologiche».
In che senso metodo sinodale? 
«Ha presente quando le leggi arrivano in Parlamento dalle commissioni e nelle commissioni, vista la composizione, si sa già in partenza dove si arriverà? Vuol dire che il metodo sinodale non c’è, se si confrontano le ideologie opposte è tempo perso».
E quindi? 
«Il problema serio è che si vogliono dare risposte semplificate a una realtà complessa. Quando c’è in ballo la persona, la complessità è già lì. Si figuri se sono due. Io sogno il momento in cui tutto ciò che riguarda la persona, sia come singolo sia come realtà sociale, venga affrontato al netto di ogni ideologia, interesse, colore partitico. Ci vuole la serenità del confronto, mettere da parte le passioni eccessive per fare il bene di tutti. E se questo non lo favorisce uno Stato, un governo, chi altri deve farlo? Io chiedo ci sia un tavolo nel quale incontrare e non scontrarsi...».
Da una parte i cattolici e... 
«No, il problema non è dei cattolici. Io non sto parlando di ciò che dicono il Vangelo o i documenti della Chiesa. Il problema è la ricerca della verità su ciò che riguarda l’uomo. E non guardo alla categoria del “contro”, un cristiano che si mette “contro” qualcuno o qualcosa già sbaglia passo».

Ma allora da dove si parte? 
«Intanto, mi piacerebbe che nel guardare realtà e diritti si superasse un certo strabismo. Che in politica e sui giornali si parlasse anche della famiglia costituzionale, e alle famiglie fatte di padre, madre e figli si dedicassero almeno le stesse attenzioni ed energie rivolte ad altri tipi di unioni. In fondo sono la stragrande maggioranza, no? Dobbiamo chiederci qual è la funzione che la famiglia costituzionale continua ad avere per il futuro della società. Assicura la vita, tanto per cominciare. È il primo ammortizzatore sociale...».

Perché parla di forzature ideologiche? 
«In certi ambienti ideologizzati sembra quasi che le famiglie costituzionali debbano chiedere scusa di esistere. C’è la tendenza a farle apparire come il luogo dove avviene tutto il male possibile, mentre altre forme di unioni sono dipinte come il paradiso in terra. Si arriva a sostenere che un bambino non ha bisogno della figura materna e di quella paterna ma anzi con i genitori 1 e 2 svilupperebbe maggiori capacità di discernimento. Si fanno passare per scientifiche cose che non stanno né in cielo né in terra...».
Ma perché riconoscere le coppie omosessuali minaccerebbe la famiglia? 
«La posizione della Chiesa e di qualsiasi persona ragionevole non è quella di negare i diritti delle persone, ma non è che diritti individuali sacrosanti debbano regolare la vita di chiunque, stiamo attenti a forzature che mettono in un angolo la famiglia. Ideologia è rendere assoluta una parte della realtà, farla diventare l’unica visibile. Equiparare realtà differenti. È una realtà che due persone dello stesso sesso possano provare attrazione, simpatia, affetto, il desiderio di un progetto comune. Ma bisogna guardare tutta la realtà».Ha ragione chi teme il «piano inclinato» e dice che riconoscere le unioni civili è la premessa al matrimonio? 
«Guardi, bisogna chiamare le cose per nome. Ho l’impressione che vogliamo costruire tutti cavalli di Troia, come da bambini. Cominciamo a dire cosa è la famiglia, che cosa appartiene a una realtà e cosa a un’altra, dopo facciamo altri ragionamenti. Nel piano inclinato si trovano a loro agio le ideologie. A me piacerebbe un tavolo orizzontale, sul quale poniamo le nostre ragioni. Non si tratta di fare a chi grida di più, i “pasdaran” delle due parti si escludono da sé. Ci vuole un confronto tra gente che vuol bene a tutti». 
Gian Guido Vecchi

3 commenti:

  1. Signore ti ringrazio : il sacerdote che ha celebrato la S.Messa a cui ho assistito oggi non è un Don Abbondio (ma già lo sapevo): con la consueta chiarezza ha ricordato che andando contro ai voleri di Dio non si attirano le sue benedizioni ma l'esatto contrario e che noi italiani, purtroppo, potremmo seguire a breve il cattivo esempio degli Irlandesi con nefaste conseguenze.
    Non è vero che tutti i sacerdoti abbiano perso la nozione di cosa voglia dire agire da cattolici... certo quelli così sono pochini ma merita darsi da fare e cercarli, soprattutto se con te, a Messa, ci sono i tuoi figli . e, quando si fanno certi discorsi, eccome se ascoltano.
    Maria Ausiliatrice, oggi, nel giorno della tua festa, ci hai fatto proprio un bel regalo! Grazie!!!

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  2. i Vescovi irlandesi facciano 40 giorni di penitenza a pane e acqua insieme al clero e al popolo cristiano con molte preghiere!

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  3. si vantano di essere gay....e il cattolico se non li corregge ma è d'accordo con loro diventa servo di satana altro che
    cristiano!!!!scegliete da che parte stare non c'è alternativa o con Gesù o con il suo nemico.....

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