ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 19 ottobre 2015

Alla gioiosa (ma sempre più spesso incupita) macchina da guerra sinodale.

Qualche considerazione sul caso singolare del bambino che, secondo quanto raccontato nell'aula sinodale, ha spezzato un'ostia offrendone una metà al padre divorziato risposato. Per il quotidiano della Cei l'episodio è stato raccontato da un parroco di Trieste, padre sinodale per volontà del Papa. La tv della Cei, invece, ha dato la parola al vescovo messicano Garza, che rivendica la paternità del racconto...
Attorno all’episodio raccontato nell’aula del Sinodo e riguardante il bambino che ha spezzato l’ostia, offrendone una metà al padre divorziato risposato, si è sviluppata un’indecorosa gazzarra accusatoria e offensiva, con protagonista la fanfara di trombe e tromboni - accompagnata dai collaudati turiferari che sempre incensano il potere (qualsiasi esso sia) – che fanno da scorta sonora alla gioiosa (ma sempre più spesso incupita) macchina da guerra sinodale.
A costoro vogliamo offrire due versioni contrastanti su attori e luogo dell’episodio. Tali versioni provengono ambedue dalla conferenza episcopale italiana. La prima è quella di ‘Avvenire’, quotidiano cartaceo e online della Cei; la seconda di Tv 2000, televisione sempre della Cei. Sono certo due fonti giornalistiche doc che hanno una loro ufficialità, specie se riportano fatti di cui sono protagonisti ecclesiastici italiani. Perciò sono in genere fonti attendibili, di cui anche noi ci serviamo. Nel caso in questione, per il nostro ultimo commento intitolato “Il bambino e le magnifiche sorti e progressive del Sinodo”, abbiamo attinto alle informazioni così dettagliate di ‘Avvenire’.
Vediamo i testi contrastanti.
. ‘Avvenire.it’ del 15 ottobre 2015
Sotto il titolo “Il bambino che ha commosso il Sinodo”, un collega serio e rigoroso come pochi, Luciano Moia, scrive tra l’altro: “In attesa di capire se l’impegno educativo costante e appassionato valga meno della sessualità sponsale, il Sinodo si commuove proprio per la storia di un bambino, figlio di una coppia di divorziati risposati. Un bambino che – come ha raccontato don Roberto Rosa, parroco di San Giovanni Apostolo a Trieste, durante la congregazione generale di questa mattina – spezza in due l’ostia per darne una metà ai genitori che non avrebbero potuto riceverla. Il parroco, come lui stesso ha riferito, stava distribuendo le particole, in occasione di una Messa per le Prime Comunioni. Il bambino difronte a lui ha preso l’ostia e l’ha spezzata a metà, consegnandone una parte ai genitori. Il sacerdote ha poi saputo che i genitori si erano trovati in più occasioni a tentare di spiegare al piccolo perché, divorziati risposati, non potessero accostarsi alla Comunione. Un ostacolo non da poco in un progetto di educazione alla fede che, come tutti i percorsi pedagogici, dovrebbe essere nutrito più di esempi e di gesti che non di parole.
E probabilmente anche a questo aspetto devono aver pensato i padri sinodali che, ascoltando il racconto, non si sono preoccupati di nascondere la loro commossa partecipazione”.
. Avvenire del 17 ottobre 2015
Lo stesso Luciano Moia (della cui onestà giornalistica oggettivamente non si può dubitare) ribadisce l’episodio in un articolo intitolato “Dilemma divorziati risposati: Possibile una linea comune” e sottotitolato “Il vescovo van Looy: sento interventi più propositivi dopo la storia del bimbo che ha dato l’ostia ai genitori”. Ecco l’incipit dell’articolo: “Un racconto che tocca il cuore, come quello proposto l’altro ieri nell’Aula sinodale da don Roberto Rosa, parroco di san Giovanni Apostolo, a Trieste, può servire ad arrotondare gli spigoli della riflessione? A sciogliere qualche irrigidimento giuridici sta e ad aprire spiragli verso un’apertura pastorale dove l’accoglienza viene anteposta alla norma, pur senza cancellarla? L’idea è stata suggerita dal vescovo di Gand, in Belgio, Lucas van Looy, secondo bcui, dopo aver ascoltato la storia del bambino che al momento della Prima Comunione ha spezzato l’ostia per dividerla con i genitori – divorziati e risposati – che non avrebbero quindi potuto riceverla, “gli interventi in Aula sono diventati più propositivi”.
. TV 2000 del 18 ottobre 2015 (comunicato stampa)
Sotto il titolo: Sinodo, vescovo messicano: “Sono stato io a raccontare la storia del bimbo che ha commosso l’assemblea” – Parla per la prima volta, a TV 2000, il vescovo messicano mons. Garza”, ecco l’incipit del comunicato-stampa.
Roma, 18 ottobre 2015 – Il bambino che ha spezzato l'ostia per darla ai suoi genitori divorziati risposati aveva studiato al catechismo “l'importanza di non tenere Gesù solo per se stessi ma di portarlo ai propri amici e alle proprie famiglie”. Così il vescovo messicano, mons. Alonso Gerardo Garza, della diocesi di Piedras Negras, in un'intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, ha motivato il gesto del bimbo verso i propri genitori. A raccontare la vicenda era stato nei giorni scorsi proprio mons. Garza durante i lavori del Sinodo. Una storia che ha commosso l'intera Assemblea sinodale.
QUALCHE DOMANDA SPONTANEA:
. Può essere che gli episodi siano stati due, uno a Trieste e l’altro in Messico? Non si può escludere del tutto.
. Può essere che gli episodi siano avvenuti nello stesso modo a Trieste e in Messico? Non si può escludere del tutto.
. Può darsi che Luciano Moia abbia preso un granchio in buona fede? Difficile, però -quando si deve scrivere in fretta - a volte capita a tutti di sbagliare.
. Può essere che uno dei due affabulatori abbia ‘scippato’ l’episodio all’altro? Non si può escludere del tutto.
. Può essere allora che un padre sinodale (il vescovo messicano? il parroco nominato al Sinodo dal Papa?) abbia mentito con l’intenzione di ‘valorizzare’ la sua presenza? Non si può escludere del tutto.
. In ogni caso,  se in tutta questa vicenda c’è stato un ‘falsario’ (come si scrive dai tutori del giornalismo autodefinitosi ‘vero’), è inwww.rossoporpora.org oppure magari da qualche altra parte?
QUEL BIMBO: PER AVVENIRE E’ TRIESTINO, PER TV 2000 E’ MESSICANO … - di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 19 ottobre 2015


L’esorcista De Meo: “Altro che commozione, al Sinodo raccontato un atto sacrilego”


Don Cipriano De Meo
“La frazione dell’ostia consacrata è atto riservato solo al sacerdote. Se viene effettuato da un altro siamo nel sacrilegio, altro che commozione e lacrime. Qui  gode solo Satana”: parole e musica di Padre Cipriano De Meo il notisissmo esorcista pugliese. Con Padre Cipriano, esorcista di lunghissimo corso e per anni presidente della stessa associazione, parliamo del caso, raccontato al Sinodo dei vescovi, del bambino che avrebbe spezzato in due l’ ostia della sua prima comunione per darla ai genitori divorziati. Un episodio che potrebbe fare breccia, almeno emotiva, sui padri sinodali e che sui media ha avuoto molto ( forse esagerato) rilievo. Ammesso che risponda al vero.
Don Cipriano, al Sinodo si sono commossi…
” Lo ripeto. Si commuovano quanto si vuole, ma  solo il sacerdote ha il potere di spezzare l’ ostia. E’ un atto riservato a lui, dalla liturgia, ed ha un preciso significato. Se accade il contrario, se viene effettuato da un altro che sacerdote non è, siamo al sacrilegio e altro che commozione. Qui se la ride il Demonio. Penso che il vero responsabile di questo fatto, sia comunque, il sacerdote o  chi ha ammnistrato la comunione, doveva intervenire subito. Il bambino non è nel peccato  perchè non si rendeva conto del fatto e della sua gravità. Il peccato ha bisogno della precisa e  deliberata volontà di infrangere la legge. Ma il prete sì. Se qualcuno da questo episodio vuole lucrare o è ignorante, o in malafede”.
Se è atto sacrilego, qual è la conseguenza?
“Ogni atto di sacrilegio e ogni peccato, sono figli di Satana. Oggi il nemico, per via della scristianizzazione, è entrato nella società ed anche nella chiesa. Lo aveva detto già Paolo VI”.
 Divorziati risposati e  coppie gay: possibile dare loro la comunione?
“Niente affatto. Loro, per scelta, non vivono in stato di grazia e dunque sono in peccato. Se non si convertono, non è possibile prendere la comunione”.
Unioni civili, le piacciono?
“Per niente. Sono demoniache, perchè ogni cosa che va contro Dio appartiene al Nemico. Non sono certo prodotto dell’ Angelo custode”.
Nella sua lunga pratica di esorcista, quali sono i santi maggiormente temuti dal Demonio?
“Intanto la Madonna, poi Padre Pio e la recita del Rosario. Spesso, il  diavolo è urtato da Benedetto XVI del quale probabilmente odia la umiltà che è il suo opposto. Viviamo un brutto momento, e sembra che il nemico sia scatenato”.
Bruno Volpe
http://www.lafedequotidiana.it/lesorcista-de-meo-altro-che-commozione-al-sinodo-raccontato-un-atto-sacrilego/

Il bambino e l’Eucaristia  –  una lettera di Carla D’Agostino Ungaretti


zzzzppcmnCaro Direttore,
i tempi che la Chiesa di Cristo sta attraversando sono tali che non possiamo tacere, a meno di renderci complici o conniventi di ciò che i media ci propinano con studiata attenzione e con finalità ben precise.
La notizia del bambino che ha spezzato l’Ostia consacrata per porgerla ai genitori divorziati e risposati – come se si fosse trattato di una tavoletta di cioccolata che la buona educazione insegna a condividere con gli altri – non mi ha affatto commosso, come ha commosso i teneri cuori dei Padri sinodali, ma mi ha turbato e addolorato.  Il gesto di quella creatura innocente è stato spontaneo, o guidato da qualcuno? Propendo per la seconda interpretazione, perché dubito che un bambino sia stato capace di concepire un gesto che tira l’acqua al mulino dei cattolici “adulti” e perfettamente funzionale alla polemica relativa alla Comunione dei divorziati risposati.  Allora constato per l’ennesima volta che il “nemico”non arretra di fronte a nulla pur di seminare la sua zizzania nel campo del Padrone.
Prescindendo per un momento dal problema di fondo, ciò che maggiormente mi stupisce in questa storia è come mai in quest’epoca antiromantica, antisentimentalista, tecnologizzata e secolarizzata, quel sapiente e teologicamente agguerrito Consesso, nonché i mass media che ci hanno abbondantemente inzuppato il pane, si lascino commuovere da un episodio simile e lo divulghino ai quattro venti. Passi per giornali e TV – spesso ignoranti in materia catechistica, ma sempre alla ricerca dello scoop tanto più apprezzato quando può contraddire la dottrina ufficiale cattolica – ma i Padri sinodali ignorano forse che coadiuvare il sacerdote a distribuire la S. Comunione è esclusivo compito dei diaconi (viri probati) o tutto al più dei Ministri dell’Eucaristia, persone consacrate e comunque appositamente scelte e preparate dalla Chiesa per svolgere questo importantissimo ministero? Un bambino, creatura (come ripeto) innocente, proprio perché bambino non può avere la consapevolezza e la forza della fede sufficientemente mature per  amministrare l’Eucaristia, senza contare che non è stato certo preparato a un simile compito, per il quale io stessa mi sentirei inadatta e indegna.
I bambini hanno infiniti e inconsapevoli modi per ispirarci tenerezza, come ispirarono tenerezza allo stesso Gesù che li abbracciò e li benedisse invitandoci ad imitare la loro semplicità di cuore per entrare nel Regno dei Cieli, ma devono essere educati, guidati e sostenuti dagli adulti, con la parola e con l’esempio, nel cammino della fede, perciò non può essere consentito loro il gesto che compì lo stesso Gesù  durante l’Ultima Cena affidando il  compito di “farlo in memoria di Lui” soltanto ai discepoli e ai loro successori. Altrimenti potremmo pensare, come molti rami del Protestantesimo, che quando ci accostiamo all’altare per ricevere la S. Comunione  sulla mano (io personalmente l’ho sempre ricevuta in bocca e continuerò sempre a fare così) ciascuno di noi possa sentirsi autorizzato a spezzare in due la sacra Particola per porgerne la metà a chi viene dietro di lui nella fila; se lo ha fatto un bambino, perché non può farlo un adulto credente che sicuramente è molto più avanti di lui nella fede? Ma per i protestanti, che non accettano la dottrina della “transustanziazione”, come fu poi definita dal Concilio di Trento,  quell’Ostia non è il Corpo e il Sangue di Cristo, ma solo il simbolo commemorativo della salvezza operata da Lui. Quindi la differenza è abissale.
Tornando rapidamente al problema di fondo che avevo momentaneamente accantonato, i Padri sinodali di lingua tedesca vorrebbero concedere la Comunione ai divorziati risposati in base al principio dell’epikeia, cioè valutando caso per caso. Questo principio, se mi sorregge la memoria dei miei antichi studi di Giurisprudenza, fu sinteticamente definito “la giustizia del caso singolo“, vale a dire applicabile quando il legislatore aveva omesso di disciplinare alcuni casi concreti di cui non aveva notizia e che invece si presentano frequentemente. Ebbene, non sono questi i casi. Dio non può essere assimilato al legislatore terreno perché tutto vede e tutto sa, leggendo nel più profondo del cuore umano e, per di più, la Parola di Cristo al riguardo è stata chiarissima e inequivocabile.
Che significa tutto ciò? Mi viene da temere che vasti settori della Chiesa Cattolica (e io tremo al pensiero che comprendano anche il Papa e i Vescovi) sono affascinati dalla teologia protestante e dalla relativa pastorale che, attribuendo al singolo fedele la libera interpretazione della Scrittura, arriva a scollegare la dottrina dalla prassi e svuota i Sacramenti della Grazia Santificante.  Non è stato il Card. Marx di Monaco  (nomina sunt omina …?) a dire che la “Chiesa bavarese non è una filiale della Chiesa di Roma”?
Non so cosa ci riserbi il futuro, ma intanto io, cattolica “bambina”, piango.
Lodiamo insieme Gesù Cristo e teniamoci stretti a Lui.
Carla D’Agostino Ungaretti
.
Consigliamo, a chi ancora non lo avesse fatto, la lettura del prezioso libro di don Giorgio Maffei, Il sacrilegio della Comunione sulla mano, che Riscossa Cristiana ha pubblicato in sette puntate. Cliccando qui sarete indirizzati alla pagina della conclusione del libro, che contiene i link per leggere tutta l’opera.
http://www.riscossacristiana.it/il-bambino-e-leucaristia-una-lettera-di-carla-dagostino-ungaretti/

6 commenti:

  1. Come mai non si commuove quasi nessuno dei AAPP ( altissimi prelati ) per le anime che si perdono e vanno all'inferno ? O di quelle che gemono al purgatorio in attesa di Sante Messe e di preghiere per la loro liberazione ? Ah è perchè dicono che l' inferno è vuoto , e che il purgatorio non esiste ; il tutto ( cioè inferno, purgatorio, peccati etc. ) sarebbe un' invenzione della vecchia e obsoleta gerarchia ecclesiale . jane

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  2. Roba da matti !!!!!! jane

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  3. il loro pianto di commozione diverrà "pianto e stridore di denti " se non si convertono....

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  4. Non è più Chiesa questa, cara Jae, non sono più religiosi, quesrti qua, ma impostori bell'e buoni, imbonitori, uomini senza un briciolo di fede, magari in aperta mala fede. Ripeto sempre: facciamo barriera contro d loro, schieriamoci a battaglia, come le galangi romane (a testugine) sotto il segno di Cristo (in hoc signo vincit); la vittoria non può arridere al demonio ed ai suoi scherani, ma all'esercito di Cristo. Ci penserà l'Immacolata a metterli a post, un posto aquanto calduccio, da dove non usciranno mai più, in eterno (e non insidieranno più nessuno). Amen

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  5. Credo comunque avrebbero pianto lacrime di dolore, solo allorquando il fantomatico bambino avesse spezzato in due il loro IBAN.

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