"Negli ultimi anni si sono verificati cambiamenti radicali nella vita spirituale in Occidente", l'osservazione del Patriarca. Il quale ha sottolineato che "i Paesi occidentali hanno smesso di identificarsi con la tradizione cristiana". Kirill ne individua le cause nell'immigrazione. "Sulla base del fatto che oggi non solo i cristiani vivono in Occidente, è stata portata avanti un'idea di società nella quale i valori morali cristiani non debbano essere quelli dominanti".
Parlando con Franklin Graham, capo dell'organizzazione di beneficenza Samaritan's Purse e della Chiesa evangelica americana Billy Graham Evangelistic Association, il Patriarca ha quindi espresso preoccupazione circa alcune leggi adottate in Occidente, compresi gli Stati Uniti, che hanno elevato l'unione tra persone dello stesso sesso allo stesso livello del "matrimonio naturale che il Signore ci ha comandato".
Kirill ha rilevato che "le persone che sono in disaccordo con queste leggi sono inoltre sottoposte a repressione. E i cristiani che difendono il significato eterno dei valori morali cristiani sono soggetti a pressioni, innanzitutto mediatiche".
Infine, il Patriarca ha detto che la Chiesa russo-ortodossa ha interrotto i rapporti con le Chiese cristiane che hanno deciso di appoggiare l'idea delle unioni tra persone dello stesso sesso iniziando ad ordinare come sacerdoti e vescovi degli omosessuali e "sposando" coppie gay.                
Roma,  (ZENIT.orgRedazione 
(29 Ottobre 2015) © Innovative Media Inc.
http://www.zenit.org/it/articles/patriarca-kirill-l-occidente-ha-perso-i-valori-morali-cristiani
Vescovo Tikhon: Presto "qualcosa di concreto" su incontro tra Papa e Patriarca russo
Influente figura della Chiesa ortodossa, Tikhon è stato nominato da poco vescovo vicario di Mosca, con una mossa che secondo alcuni avrebbe carattere politico. Il neo vescovo ha la fama di essere il consigliere spirituale di Putin, il cui rapporto con il patriarca Kirill sembra raffreddato dopo il rifiuto di quest’ultimo a esporsi nella crisi ucraina.


Mosca (AsiaNews) -  La Chiesa ortodossa russa e quella cattolica “stanno conducendo colloqui” sul possibile incontro tra papa Francesco e il patriarca di Mosca Kirill e “molto probabilmente in un futuro prossimo sapremo qualcosa di concreto”. Lo ha dichiarato alla Tass il vescovo di Yegorevsk, Tikhon (Shevkunov), che il 28 ottobre a Roma ha presentato un suo libro.
Tra le due Chiese “i rapporti negli ultimi 20-30 anni sono stati diversi e talvolta tesi ma ora i tempi sono cambiati, è un periodo di reciproca attenzione benevola", ha dichiarato Tikhon, che in molti indicano come il consigliere spirituale di Vladimir Putin e nominato da poco vescovo, tra le voci di chi lo vede addirittura come possibile successore dell’attuale primate ortodosso russo.  Le sue parole sono state smorzate poco dopo da Mosca, dove padre Stefan, segretario del dipartimento sinodale per i rapporti ecclesiastici esterni nei rapporti inter-cristiani, ha detto a Interfax che l’incontro resta in agenda, ma è prematuro parlare dei dettagli.
Quelle di Tikhon sono state le prime dichiarazioni di questo genere dopo la sua nomina a vescovo, evento che di fatto ha aperto ufficialmente la sua carriera nei vertici della Chiesa ortodossa russa, dove comunque da anni esercita una notevole influenza. L’archimandrita si era conquistato l’attenzione dei media internazionali con un articolo del Financial Times, che nel gennaio 2013 lo presentava come la “guida spirituale” di Vladimir Putin. E’ però dai primi anni 2000 che questo  monaco - che serviva da vicario del monastero Sretensky, a poca distanza dalla sede dei servizi segreti nella capitale russa e a capo del Consiglio per la Cultura del Patriarcato di Mosca - si era conquistato tale fama.
Si dice che proprio un ex generale del Kgb - i servizi segreti sovietici, diventati oggi Fsb - Nikolai Leonov abbia introdotto Tikhon, 57 anni, nei circoli dell’intelligence russa. Sul monaco girano più voci che fatti concreti e la sua consacrazione a vescovo non ha stupito i molti che l’aspettavano da tempo. Per anni, nonostante la sua influenza, Tikhon è rimasto solo archimandrita, mentre ora la sua nomina a “vescovo vicario di Mosca, con il titolo di Yegorevsk”, è avvenuta in tempi record: il Sinodo ha deciso il 22 ottobre e due giorni dopo il patriarca Kirill, a Kaluga, lo ha consacrato.
Tikhon è stato nominato vicario di Mosca e non ha una propria diocesi; formalmente il vescovo di Mosca è il Patriarca in persona, anche se le funzioni amministrative sono svolte dal metropolita di Krutizkii e Kolomna, Juvenali, il quale è però vicino alla pensione e si appresta a lasciare un posto ambito. Per molti Tikhon è associato all’ala della Chiesa critica di Kirill, i cui rapporti con il Cremlino si sarebbero raffreddati dopo l’annessione della Crimea e la crisi ucraina. Per questo, alcuna stampa russa ha visto nella sua ‘promozione’ e nell’emergere di un nuovo vescovo a Mosca, con stretti legami nelle stanze del potere, una mossa politica: da vescovo Tikhon può ora ambire alla carica di Patriarca, anche se per ora l’ipotesi di una successione non è realistica.

Da notare che nello stesso Sinodo è stato nominato vescovo vicario a Mosca (col titolo di vescovo di Bronnitsy) anche l’archimandrita Paramon (Golubka), di appena 38 anni, vicario del monastero Donskoi e anche lui con grandi prospettive future. (M.A.)
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