Patriarca Kirill: "L'Occidente ha perso i valori morali cristiani"
Il rappresentante della Chiesa russo-ortodossa si dice inoltre preoccupato per la repressione a danno di quanti contestano le leggi sulle unioni omosessuali
Dallo sguardo della Chiesa russo-ortodossa, l'Occidente appare come un'area geografica ormai svuotata dei suoi valori. Lo afferma il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill, sottolineando come i valori morali cristiani nelle società occidentali siano diventati di secondaria importanza anche alla luce delle ondate migratorie da parte di popolazioni di religioni diverse da quella cristiana.
"Negli ultimi anni si sono verificati cambiamenti radicali nella vita spirituale in Occidente", l'osservazione del Patriarca. Il quale ha sottolineato che "i Paesi occidentali hanno smesso di identificarsi con la tradizione cristiana". Kirill ne individua le cause nell'immigrazione. "Sulla base del fatto che oggi non solo i cristiani vivono in Occidente, è stata portata avanti un'idea di società nella quale i valori morali cristiani non debbano essere quelli dominanti".
Parlando con Franklin Graham, capo dell'organizzazione di beneficenza Samaritan's Purse e della Chiesa evangelica americana Billy Graham Evangelistic Association, il Patriarca ha quindi espresso preoccupazione circa alcune leggi adottate in Occidente, compresi gli Stati Uniti, che hanno elevato l'unione tra persone dello stesso sesso allo stesso livello del "matrimonio naturale che il Signore ci ha comandato".
Kirill ha rilevato che "le persone che sono in disaccordo con queste leggi sono inoltre sottoposte a repressione. E i cristiani che difendono il significato eterno dei valori morali cristiani sono soggetti a pressioni, innanzitutto mediatiche".
Infine, il Patriarca ha detto che la Chiesa russo-ortodossa ha interrotto i rapporti con le Chiese cristiane che hanno deciso di appoggiare l'idea delle unioni tra persone dello stesso sesso iniziando ad ordinare come sacerdoti e vescovi degli omosessuali e "sposando" coppie gay.
(29 Ottobre 2015) © Innovative Media Inc.
http://www.zenit.org/it/articles/patriarca-kirill-l-occidente-ha-perso-i-valori-morali-cristiani
Vescovo Tikhon: Presto "qualcosa di concreto" su incontro tra Papa e Patriarca russo
Influente figura della Chiesa ortodossa, Tikhon è stato nominato da poco vescovo vicario di Mosca, con una mossa che secondo alcuni avrebbe carattere politico. Il neo vescovo ha la fama di essere il consigliere spirituale di Putin, il cui rapporto con il patriarca Kirill sembra raffreddato dopo il rifiuto di quest’ultimo a esporsi nella crisi ucraina.
Mosca (AsiaNews) - La Chiesa ortodossa russa e quella cattolica “stanno conducendo colloqui” sul possibile incontro tra papa Francesco e il patriarca di Mosca Kirill e “molto probabilmente in un futuro prossimo sapremo qualcosa di concreto”. Lo ha dichiarato alla Tass il vescovo di Yegorevsk, Tikhon (Shevkunov), che il 28 ottobre a Roma ha presentato un suo libro.
Tra le due Chiese “i rapporti negli ultimi 20-30 anni sono stati diversi e talvolta tesi ma ora i tempi sono cambiati, è un periodo di reciproca attenzione benevola", ha dichiarato Tikhon, che in molti indicano come il consigliere spirituale di Vladimir Putin e nominato da poco vescovo, tra le voci di chi lo vede addirittura come possibile successore dell’attuale primate ortodosso russo. Le sue parole sono state smorzate poco dopo da Mosca, dove padre Stefan, segretario del dipartimento sinodale per i rapporti ecclesiastici esterni nei rapporti inter-cristiani, ha detto a Interfax che l’incontro resta in agenda, ma è prematuro parlare dei dettagli.
Quelle di Tikhon sono state le prime dichiarazioni di questo genere dopo la sua nomina a vescovo, evento che di fatto ha aperto ufficialmente la sua carriera nei vertici della Chiesa ortodossa russa, dove comunque da anni esercita una notevole influenza. L’archimandrita si era conquistato l’attenzione dei media internazionali con un articolo del Financial Times, che nel gennaio 2013 lo presentava come la “guida spirituale” di Vladimir Putin. E’ però dai primi anni 2000 che questo monaco - che serviva da vicario del monastero Sretensky, a poca distanza dalla sede dei servizi segreti nella capitale russa e a capo del Consiglio per la Cultura del Patriarcato di Mosca - si era conquistato tale fama.
Si dice che proprio un ex generale del Kgb - i servizi segreti sovietici, diventati oggi Fsb - Nikolai Leonov abbia introdotto Tikhon, 57 anni, nei circoli dell’intelligence russa. Sul monaco girano più voci che fatti concreti e la sua consacrazione a vescovo non ha stupito i molti che l’aspettavano da tempo. Per anni, nonostante la sua influenza, Tikhon è rimasto solo archimandrita, mentre ora la sua nomina a “vescovo vicario di Mosca, con il titolo di Yegorevsk”, è avvenuta in tempi record: il Sinodo ha deciso il 22 ottobre e due giorni dopo il patriarca Kirill, a Kaluga, lo ha consacrato.
Tikhon è stato nominato vicario di Mosca e non ha una propria diocesi; formalmente il vescovo di Mosca è il Patriarca in persona, anche se le funzioni amministrative sono svolte dal metropolita di Krutizkii e Kolomna, Juvenali, il quale è però vicino alla pensione e si appresta a lasciare un posto ambito. Per molti Tikhon è associato all’ala della Chiesa critica di Kirill, i cui rapporti con il Cremlino si sarebbero raffreddati dopo l’annessione della Crimea e la crisi ucraina. Per questo, alcuna stampa russa ha visto nella sua ‘promozione’ e nell’emergere di un nuovo vescovo a Mosca, con stretti legami nelle stanze del potere, una mossa politica: da vescovo Tikhon può ora ambire alla carica di Patriarca, anche se per ora l’ipotesi di una successione non è realistica.
Da notare che nello stesso Sinodo è stato nominato vescovo vicario a Mosca (col titolo di vescovo di Bronnitsy) anche l’archimandrita Paramon (Golubka), di appena 38 anni, vicario del monastero Donskoi e anche lui con grandi prospettive future. (M.A.)
http://www.asianews.it/notizie-it/Vescovo-Tikhon:-Presto-qualcosa-di-concreto-su-incontro-tra-Papa-e-Patriarca-russo-35727.html
"Negli ultimi anni si sono verificati cambiamenti radicali nella vita spirituale in Occidente", l'osservazione del Patriarca. Il quale ha sottolineato che "i Paesi occidentali hanno smesso di identificarsi con la tradizione cristiana". Kirill ne individua le cause nell'immigrazione. "Sulla base del fatto che oggi non solo i cristiani vivono in Occidente, è stata portata avanti un'idea di società nella quale i valori morali cristiani non debbano essere quelli dominanti".
Parlando con Franklin Graham, capo dell'organizzazione di beneficenza Samaritan's Purse e della Chiesa evangelica americana Billy Graham Evangelistic Association, il Patriarca ha quindi espresso preoccupazione circa alcune leggi adottate in Occidente, compresi gli Stati Uniti, che hanno elevato l'unione tra persone dello stesso sesso allo stesso livello del "matrimonio naturale che il Signore ci ha comandato".
Kirill ha rilevato che "le persone che sono in disaccordo con queste leggi sono inoltre sottoposte a repressione. E i cristiani che difendono il significato eterno dei valori morali cristiani sono soggetti a pressioni, innanzitutto mediatiche".
Infine, il Patriarca ha detto che la Chiesa russo-ortodossa ha interrotto i rapporti con le Chiese cristiane che hanno deciso di appoggiare l'idea delle unioni tra persone dello stesso sesso iniziando ad ordinare come sacerdoti e vescovi degli omosessuali e "sposando" coppie gay.
(29 Ottobre 2015) © Innovative Media Inc.
http://www.zenit.org/it/articles/patriarca-kirill-l-occidente-ha-perso-i-valori-morali-cristiani
Vescovo Tikhon: Presto "qualcosa di concreto" su incontro tra Papa e Patriarca russo
Influente figura della Chiesa ortodossa, Tikhon è stato nominato da poco vescovo vicario di Mosca, con una mossa che secondo alcuni avrebbe carattere politico. Il neo vescovo ha la fama di essere il consigliere spirituale di Putin, il cui rapporto con il patriarca Kirill sembra raffreddato dopo il rifiuto di quest’ultimo a esporsi nella crisi ucraina.
Mosca (AsiaNews) - La Chiesa ortodossa russa e quella cattolica “stanno conducendo colloqui” sul possibile incontro tra papa Francesco e il patriarca di Mosca Kirill e “molto probabilmente in un futuro prossimo sapremo qualcosa di concreto”. Lo ha dichiarato alla Tass il vescovo di Yegorevsk, Tikhon (Shevkunov), che il 28 ottobre a Roma ha presentato un suo libro.
Tra le due Chiese “i rapporti negli ultimi 20-30 anni sono stati diversi e talvolta tesi ma ora i tempi sono cambiati, è un periodo di reciproca attenzione benevola", ha dichiarato Tikhon, che in molti indicano come il consigliere spirituale di Vladimir Putin e nominato da poco vescovo, tra le voci di chi lo vede addirittura come possibile successore dell’attuale primate ortodosso russo. Le sue parole sono state smorzate poco dopo da Mosca, dove padre Stefan, segretario del dipartimento sinodale per i rapporti ecclesiastici esterni nei rapporti inter-cristiani, ha detto a Interfax che l’incontro resta in agenda, ma è prematuro parlare dei dettagli.
Quelle di Tikhon sono state le prime dichiarazioni di questo genere dopo la sua nomina a vescovo, evento che di fatto ha aperto ufficialmente la sua carriera nei vertici della Chiesa ortodossa russa, dove comunque da anni esercita una notevole influenza. L’archimandrita si era conquistato l’attenzione dei media internazionali con un articolo del Financial Times, che nel gennaio 2013 lo presentava come la “guida spirituale” di Vladimir Putin. E’ però dai primi anni 2000 che questo monaco - che serviva da vicario del monastero Sretensky, a poca distanza dalla sede dei servizi segreti nella capitale russa e a capo del Consiglio per la Cultura del Patriarcato di Mosca - si era conquistato tale fama.
Si dice che proprio un ex generale del Kgb - i servizi segreti sovietici, diventati oggi Fsb - Nikolai Leonov abbia introdotto Tikhon, 57 anni, nei circoli dell’intelligence russa. Sul monaco girano più voci che fatti concreti e la sua consacrazione a vescovo non ha stupito i molti che l’aspettavano da tempo. Per anni, nonostante la sua influenza, Tikhon è rimasto solo archimandrita, mentre ora la sua nomina a “vescovo vicario di Mosca, con il titolo di Yegorevsk”, è avvenuta in tempi record: il Sinodo ha deciso il 22 ottobre e due giorni dopo il patriarca Kirill, a Kaluga, lo ha consacrato.
Tikhon è stato nominato vicario di Mosca e non ha una propria diocesi; formalmente il vescovo di Mosca è il Patriarca in persona, anche se le funzioni amministrative sono svolte dal metropolita di Krutizkii e Kolomna, Juvenali, il quale è però vicino alla pensione e si appresta a lasciare un posto ambito. Per molti Tikhon è associato all’ala della Chiesa critica di Kirill, i cui rapporti con il Cremlino si sarebbero raffreddati dopo l’annessione della Crimea e la crisi ucraina. Per questo, alcuna stampa russa ha visto nella sua ‘promozione’ e nell’emergere di un nuovo vescovo a Mosca, con stretti legami nelle stanze del potere, una mossa politica: da vescovo Tikhon può ora ambire alla carica di Patriarca, anche se per ora l’ipotesi di una successione non è realistica.
Da notare che nello stesso Sinodo è stato nominato vescovo vicario a Mosca (col titolo di vescovo di Bronnitsy) anche l’archimandrita Paramon (Golubka), di appena 38 anni, vicario del monastero Donskoi e anche lui con grandi prospettive future. (M.A.)
http://www.asianews.it/notizie-it/Vescovo-Tikhon:-Presto-qualcosa-di-concreto-su-incontro-tra-Papa-e-Patriarca-russo-35727.html
Vescovo Tikhon: Presto "qualcosa di concreto" su incontro tra Papa e Patriarca russo
Influente figura della Chiesa ortodossa, Tikhon è stato nominato da poco vescovo vicario di Mosca, con una mossa che secondo alcuni avrebbe carattere politico. Il neo vescovo ha la fama di essere il consigliere spirituale di Putin, il cui rapporto con il patriarca Kirill sembra raffreddato dopo il rifiuto di quest’ultimo a esporsi nella crisi ucraina.
Mosca (AsiaNews) - La Chiesa ortodossa russa e quella cattolica “stanno conducendo colloqui” sul possibile incontro tra papa Francesco e il patriarca di Mosca Kirill e “molto probabilmente in un futuro prossimo sapremo qualcosa di concreto”. Lo ha dichiarato alla Tass il vescovo di Yegorevsk, Tikhon (Shevkunov), che il 28 ottobre a Roma ha presentato un suo libro.
Tra le due Chiese “i rapporti negli ultimi 20-30 anni sono stati diversi e talvolta tesi ma ora i tempi sono cambiati, è un periodo di reciproca attenzione benevola", ha dichiarato Tikhon, che in molti indicano come il consigliere spirituale di Vladimir Putin e nominato da poco vescovo, tra le voci di chi lo vede addirittura come possibile successore dell’attuale primate ortodosso russo. Le sue parole sono state smorzate poco dopo da Mosca, dove padre Stefan, segretario del dipartimento sinodale per i rapporti ecclesiastici esterni nei rapporti inter-cristiani, ha detto a Interfax che l’incontro resta in agenda, ma è prematuro parlare dei dettagli.
Quelle di Tikhon sono state le prime dichiarazioni di questo genere dopo la sua nomina a vescovo, evento che di fatto ha aperto ufficialmente la sua carriera nei vertici della Chiesa ortodossa russa, dove comunque da anni esercita una notevole influenza. L’archimandrita si era conquistato l’attenzione dei media internazionali con un articolo del Financial Times, che nel gennaio 2013 lo presentava come la “guida spirituale” di Vladimir Putin. E’ però dai primi anni 2000 che questo monaco - che serviva da vicario del monastero Sretensky, a poca distanza dalla sede dei servizi segreti nella capitale russa e a capo del Consiglio per la Cultura del Patriarcato di Mosca - si era conquistato tale fama.
Si dice che proprio un ex generale del Kgb - i servizi segreti sovietici, diventati oggi Fsb - Nikolai Leonov abbia introdotto Tikhon, 57 anni, nei circoli dell’intelligence russa. Sul monaco girano più voci che fatti concreti e la sua consacrazione a vescovo non ha stupito i molti che l’aspettavano da tempo. Per anni, nonostante la sua influenza, Tikhon è rimasto solo archimandrita, mentre ora la sua nomina a “vescovo vicario di Mosca, con il titolo di Yegorevsk”, è avvenuta in tempi record: il Sinodo ha deciso il 22 ottobre e due giorni dopo il patriarca Kirill, a Kaluga, lo ha consacrato.
Tikhon è stato nominato vicario di Mosca e non ha una propria diocesi; formalmente il vescovo di Mosca è il Patriarca in persona, anche se le funzioni amministrative sono svolte dal metropolita di Krutizkii e Kolomna, Juvenali, il quale è però vicino alla pensione e si appresta a lasciare un posto ambito. Per molti Tikhon è associato all’ala della Chiesa critica di Kirill, i cui rapporti con il Cremlino si sarebbero raffreddati dopo l’annessione della Crimea e la crisi ucraina. Per questo, alcuna stampa russa ha visto nella sua ‘promozione’ e nell’emergere di un nuovo vescovo a Mosca, con stretti legami nelle stanze del potere, una mossa politica: da vescovo Tikhon può ora ambire alla carica di Patriarca, anche se per ora l’ipotesi di una successione non è realistica.
Da notare che nello stesso Sinodo è stato nominato vescovo vicario a Mosca (col titolo di vescovo di Bronnitsy) anche l’archimandrita Paramon (Golubka), di appena 38 anni, vicario del monastero Donskoi e anche lui con grandi prospettive future. (M.A.)
http://www.asianews.it/notizie-it/Vescovo-Tikhon:-Presto-qualcosa-di-concreto-su-incontro-tra-Papa-e-Patriarca-russo-35727.html
Arcivescovo Pezzi: “I tempi sono maturi per un incontro in campo neutro tra Roma e Mosca”
Foto: CC CITTÀ DEL VATICANO , 27 ottobre, 2015 / 2:00 PM (ACI Stampa).-
Non ci sono ostacoli per un viaggio del Papa in Russia. Ma magari i tempi sono più maturi per un incontro tra la Chiesa di Roma e il Patriarcato di Mosca in un territorio che non sia né Roma né Mosca. Se ne parla da tempo, e lo conferma l’arcivescovo Paolo Pezzi, che dal 2007 guida l’arcidiocesi di Mosca. Che racconta ad Aci Stampa anche un po’ dello stato del dialogo tra cattolici e ortodossi in Russia.
Come vivono i cattolici in Russia?
Abbiamo un rapporto buono, cordiale con il Patriarcato ortodosso. Potremmo anche dire che è un rapporto di dialogo e collaborazione.
E su cosa si basano il dialogo e la collaborazione?
Direi che gli elementi principali sono culturali. Promuoviamo incontri sulla base dei punti che abbiamo in comune, ma anche sui punti sui quali riscontriamo differenze. Si tratta di incontri di discussione, tavole rotonde, seminari. Poi ci sono le attività caritative. Facciamo insieme progetti per aiutare le famiglie in difficoltà, per il recupero dei malati di AIDS o dei tossicodipendenti. Ma portiamo anche avanti una carità più ‘spicciola,’ quotidiana… ci sono giovani cattolici e giovani ortodossi che svolgono assieme una attività caritativa con le persone più abbandonate e più bisognose.
Dato che il dialogo è così ben sviluppato, quanto ci vorrà perché un Papa vada finalmente in Russia?
L’ho detto già più volte, e lo ripeto adesso: per me potrebbe venire anche domani, non ci sono ostacoli di fondo. Il tutto dipende da come potrà essere preparato. Allo stato attuale delle cose, direi che è più probabile un incontro da svolgersi non a Roma e non a Mosca, ma in un altro luogo. Ed io ho sempre pensato che Ravenna possa essere un luogo ideale.
Spesso si dice che il Papa non può andare in Russia se prima la Chiesa ortodossa non risolverà i problemi interni…
Si parla molto anche di questo. È difficile per me dire se c’è un problema interno al Patriarcato ortodosso. Loro non lo hanno mai affermato. Può essere che ci sia una ancora non piena preparazione da parte dei fedeli della Chiesa ortodossa ad incontrare il Papa. Ma non vedo questo come un problema dirimente.
In che modo i cattolici in Russia sono colpiti della situazione in Ucraina?
La situazione ucraina ci ha colpito perché nelle nostre comunità cattoliche in Russia ci sono sia russi che ucraini. C’è gente che ha i propri parenti, amici, conoscenti in Ucraina. Quello che cerchiamo di fare è di suggerire una prospettiva che non si basi su chi ha ragione e chi ha torto. Piuttosto, la spinta è verso una conversione generale a Cristo. Da qui può nascere una iniziativa di aiuto reciproco.
Cosa manca al dialogo cattolico-ortodosso per decollare?
Cosa manca non saprei dire. Questo dialogo c’è a diverso livello, e direi che a livello teologico sembra abbastanza fermo. Il Sinodo panortodosso che si sta preparando potrebbe aiutare nel dialogo, perché potrebbe portare una maggiore coesione su alcune domande che sono all’ordine del giorno nelle chiese ortodosse.
http://www.acistampa.com/story/arcivescovo-pezzi-i-tempi-sono-maturi-per-un-incontro-in-campo-neutro-tra-roma-e-mosca-1761
Siria: 800mila rifugiati tornati a casa dopo i raid russi
Roma, 26 ott – In Siria, oltre 800.000 rifugiati e sfollati hanno fatto ritorno alle proprie case dopo l’inizio dei raid russi contro i terroristi.
Lo ha dichiarato il Gran Muftì di Siria, Ahmad Badr al-Din Hassoun, in un incontro con i membri della delegazione parlamentare russa arrivati a Damasco lo scorso 23 ottobre.
Secondo l’Agenzia Interfax, il Gran Muftì avrebbe rilasciato questa dichiarazione a Sergei Gavrilov, capo commissione della Duma, invitando i due Paesi, Russia e Siria, ad impegnarsi in un aiuto reciproco, essendo entrambi basati su una storia inter-confessionale e di dialogo tra le religioni.
Giovanni Feola
Accordo russo-siriano per trasferire i miliziani takfiri, presi prigionieri, direttamente in Siberia
Secondo una informativa trasmessa dal noto analista militare romeno Valentin Vasilescu, apparso nella pubblicazione romena “Ziaruldegarda.ro”, una fonte libanese avrebbe indicato l’esitenza di un accordo tra Mosca e Damasco rispetto ai terroristi stranieri fatti prigionieri dall’Esercito siriano nel corso delle operazioni di rastrelllamento in Siria ed in particolre riferito ai miliziani dello Stato Islamico.
Coloro che non siano cittadini siriani, come i numerosi militanti stranieri che si sono recati a combattere in Siria ed i loro istruttori sauditi, turchi, quatariani, libici e di altre nazionalità, una volta catturati e disarmati dall’Esercito siriano, saranno consegnati ai russi. In base a detto accordo, la Russia li trasferirà in Siberia a bordo di aerei da trasporto AN-124, che trasportano abitualmente armi e munizioni verso la Siria, quando questi sono di ritorno in Russia.
Una delle destinazioni di questi prigionieri sarebbe il campo petrolifero di Vankor, nel nord della provincia siberiana di Krasnoyarsk, che contiene 50 milioni di tonnellate di petrolio e 95.000 milioni di metri cubi di gas naturale. Si tratta del progetto industriale più importante della Russia per i prossimi 10 anni. La Russia prevede di costruire oleodotti e gasdotti per inviare queste risorse in Cina.
L’unico problema che hanno in questo momento è la scarsezza di mano d’opera. Il progetto prevede tra i 14.000 e 25-000 lavoratori, che non sono facili da reperire in questa regione disabitata, che si trova più in là del Circolo Polare Artico.
L’unico problema che hanno in questo momento è la scarsezza di mano d’opera. Il progetto prevede tra i 14.000 e 25-000 lavoratori, che non sono facili da reperire in questa regione disabitata, che si trova più in là del Circolo Polare Artico.
La Russia starebbe studiando di ottenere della mano d’opera supplementare creando campi di rieducazione per mezzo del lavoro da far svolgere ai terroristi takfiri catturati in Siria.
Le temperature della regione arrivano con frequenza ai 40 gradi sotto zero o più. Questo assieme con l’esistenza nella zona di una importante presenza di orsi bianchi allo stato brado ed il fatto che i paesi popolati più vicini si trovano a circa 1.000 Km. di distanza, costituiscono fattori dissuasori rispetto al rischio di possibili fughe.
Per i miliziani takfiri presi prigionieri in Siria si prospetta quindi una deportazione forzata ed un lungo e freddo inverno.
Fonte: Al Manar
Traduzione: Luciano Lago
Nella foto in alto: l’Esercito siriano festeggia
Nella foto al centro: alcuni miliziani fatti prigionieri
Prosegue l’offensiva delle forze siriane e di Hezbollah. Iniziata la decisiva battaglia di Aleppo
Più di un centinaio di miliziani takfiri si sono arresi alle autorità siriane nella provincia di Aleppo nel momento in cui l’Esercito siriano sta proseguendo la sua avanzata per espugnare le posizioni dei terroristi takfiri, come hanno segnalato varie fonti il Lunedì.
Per lo meno 118 elementi delle milizie si sono arresi e consegnati alle autorità militari in Aleppo, come hanno segnalato le stesse fonti.
Per lo meno 118 elementi delle milizie si sono arresi e consegnati alle autorità militari in Aleppo, come hanno segnalato le stesse fonti.
Il Sabato scorso, 84 terroristi nella provincia di Homs, hanno deposto le armi e si sono arresi alle autorità siriane, come confernato dal corrispondente locale.
Dall’inizio delle operazioni congiunte russo siriane, risulta che più di un migliaio di terroristi takfiri si sono arresi ed altre migliaia di questi hanno abbandonato il paese fuggendo in direzione della Turchia, della Giordania e molti diretti in Eropa, mescolati ai profughi.
Dall’inizio delle operazioni congiunte russo siriane, risulta che più di un migliaio di terroristi takfiri si sono arresi ed altre migliaia di questi hanno abbandonato il paese fuggendo in direzione della Turchia, della Giordania e molti diretti in Eropa, mescolati ai profughi.
Nella zona di Aleppo l’Esercito siriano ha liberato una estensione di circa 150 Km2 .
Nelle ultime offensive scatenate sulla città le truppe siriane della 4a Divisione Blindata, assieme alle forze di Difesa Nazionale, ai combattenti Hezbollah ed a quelli del movimento iracheno Harat al Nuyaba, appoggiati dalle forze aeree russe, hanno preso il controllo di una vasta zona nel territorio a a sud est della provincia di Aleppo. Tra le località liberate ci sono quelle di Qala’at Al Nayam, di Hadadin, le Colline di Al Shahid, Granjas de Zaituna, la Guarnigione de Al Kabdar, Maleiha, Abtiyn, Al Vazihi, Kodar, Al Sabeqiya, Shaqidla, Tal al Naa’am, Al Naa’am, Al Nasseriya, Heijeneh, Huweiya, Boqya, Al Bariyieh, Kafr Tuna y Al Harra.
L’Esercito e le forze della Resistenza sono adesso inpegnate in forti combattimenti con i miliziani nella strada di Janasser-Izriyah, quella che unisce la provincia di Hama con la parte nord del paese, in particolare con la città di Aleppo.
L’Esercito siriano ha annunciato la Domenica che le sue forze avevano abbattuto oltre 130 terroristi fra i miliziani lungo tale strada. Di quelli, 40 appartenevano all’IISIS ed hanno perso la vita ad Aqrabiyah, all’ est di Hama. Altri 30 terroristi del Fronte Al-Nusra sono stati abbattuti nell’area di Izriyah.
Alcune fonti hanno indicato che i terroristi sono stati tutti eliminati nel corso delle operazioni di pulizia portate a compimento dall’Esercito Siriano in dette zone.
Alcune fonti hanno indicato che i terroristi sono stati tutti eliminati nel corso delle operazioni di pulizia portate a compimento dall’Esercito Siriano in dette zone.
Nel frattempo gli attacchi delle forze aeree russe si sono incrementati e, da quando è iniziata la campagna aerea, il 30 Settembre, risultano eseguite più di 1.000 missioni sulle varie province della Siria. Sono state distrutte 819 infrastrutture e postazioni dei terroristi, includendo depositi di armi e munizioni, fabbriche di esplosivi, posti di comando e controllo, campi di addestramento, ecc.. Lo ha annunciato il portavoce del Ministero russo, generale Igor Konashenkov, in una intervista con il canale TV RT.
Nell’ultima settimana sono stati distrutti 363 obiettivi, inclusi 71 posti di comando e controllo, 10 fabbriche di esplosivi e 30 depositi di carburante, di munizioni e di materiali, campi di addestramento dei terroristi e 252 posizioni fortificate.
Nell’ultima settimana sono stati distrutti 363 obiettivi, inclusi 71 posti di comando e controllo, 10 fabbriche di esplosivi e 30 depositi di carburante, di munizioni e di materiali, campi di addestramento dei terroristi e 252 posizioni fortificate.
Gradualmente si stanno variando gli obiettivi che sono passati ad essere da quelli strategici (depositi e fabbriche di armi, esplosivi e carburanti) a quelli tattici che sono i posti di comando, le postazioni di artiglieria e veicoli blindati. Questo ha portato alla eliminazione di un gran numero dei capi dei gruppi terroristi.
Le operazioni di tipo tattico vengono fatte in appoggio dell’offensiva terrestre dell’Esercito siriano che sono effettuate in particolare nelle province di Latiaka e di Aleppo.
Gli attacchi aerei si sono concentrati nelle province del nord e del centro del paese: su Latakia, Idleb, Homs, Hama e Aleppo e, in minor misura, su Deir Ezzor e Damasco, dove gli attacchi sono iniziati nella terza settimana.
Sono stati distrutti dalle operazioni aeree russo siriane i grandi depositi di cui disponeva il Fronte al-Nusra nella regione di Salma, zona di Latakia. Il deposito conteneva riserve strategiche di armi ed attrezzature fornite da USA, Arabia Saudita e Turchia. Distrutti anche 9 carri armati e 10 blindati di cui disponeva il gruppo terrorista.
Sono stati distrutti dalle operazioni aeree russo siriane i grandi depositi di cui disponeva il Fronte al-Nusra nella regione di Salma, zona di Latakia. Il deposito conteneva riserve strategiche di armi ed attrezzature fornite da USA, Arabia Saudita e Turchia. Distrutti anche 9 carri armati e 10 blindati di cui disponeva il gruppo terrorista.
Così anche nella provincia di Raqqa, feudo dell’ISIS, sono stati distrutti altri due depositi e almeno 23 carri armati.
Distrutti anche, nella provincia di Idlib tre depositi sotterranei del Fronte al Nusra a Maaretz al Muman. Lo stesso gruppo ha perso tutte le sue postazioni di artiglieria di Jan Shaijun, ad Hama, e la sua base a Tirtiah, in Latakia.
Distrutti anche, nella provincia di Idlib tre depositi sotterranei del Fronte al Nusra a Maaretz al Muman. Lo stesso gruppo ha perso tutte le sue postazioni di artiglieria di Jan Shaijun, ad Hama, e la sua base a Tirtiah, in Latakia.
Colpita anche, nel Guta orientale, una avanzata postazione missilistica di sistemi di missili Ossa, situati in una base di Otaya, che apparteneva al gruppo Jan Shaijun, finanziato direttamente dall’Arabia Saudita ed è stata distrutta anche un’ altra loro base a Otaya. Questa milizia ha perso totalmente i suoi centri di comando e di operazioni, suscitando le ire della monarchia di Riyad che li considerava sue creature privilegiate.
Al gruppo al-Nusra si era recentemente integrato anche l’ESL (Esercito Siriano Libero) che sono i gruppi “prediletti” dagli USA e dalla Francia, che continuano a definirli “oppositori” del regime (dotati di artiglierie e missili) o “ribelli moderati” , nonostante questi miliziani si siano distinti nelle secuzioni sommarie, negli sgozzamenti e nel taglio delle teste dei prigionieri, oltre alle torture, stupri e violenze sulle popolazioni civili dei luoghi conquistati.
Ultimamente i media occidentali hanno steso un velo di silenzio sulla guerra in Siria per evitare di rivelare al pubblico occidentale le verità scomode di questo conflitto, ad iniziare dalla complicità degli USA e della NATO con i gruppi terroristi e la passività della coalizione diretta dagli USA che per oltre un anno, piuttosto che combattere l’ISIS, ha permesso, per ragioni occulte, che questo si espandesse in tutto il territorio della Siria e dell’Iraq.
Fonti: Al Manar Press Tv
Traduzione e sintesi: Luciano Lago
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.