Quando
nel 1959 Giovanni
XXIII (1881-1963)
annunciò al mondo intero la sua intenzione di indire a breve
scadenza un Concilio Ecumenico, disse che si sarebbe trattato di
una «nuova
Pentecoste»,
ossia di una rinnovata discesa dello Spirito Santo sulla Sua
sposa immacolata, la Chiesa. Negli anni immediatamente successivi
al Concilio Vaticano II (1962-1965), il suo successore Paolo
VI (1897-1978)
lasciò in più di un'occasione intendere che questa speranzosa
previsione era stata in larga parte disattesa 2.
In effetti, il periodo postconciliare è stato caratterizzato da
una caduta in verticale di ogni settore della vita della Chiesa.
Nel giro di un paio di decenni, le diverse associazioni formate
da laici (come l'Azione Cattolica, la Legio
Mariæ,
ecc...), le confraternite e i Terz'Ordini, così fiorenti appena
qualche decennio prima sotto il pontificato di Pio
XII (1876-1958),
conobbero una crisi così profonda che oggi molte di esse hanno
dovuto chiudere i battenti o non esistono che sulla carta.
L'unico movimento nato nel periodo postconciliare che sembra in
qualche modo rispondere alle rosee aspettative del «papa buono»
sembra essere il Rinnovamento nello Spirito. In effetti,
suscitato in America, il ramo cattolico del Pentecostalismo si è
rapidamente esteso in Europa incontrando numerosi consensi (basti
pensare all'appoggio del Cardinale Carlo
Maria Martini...),
dando vita, soprattutto in Francia, a vere e proprie «comunità
carismatiche» con tanto di regola approvata da Roma. Non c'è
città italiana in cui i gruppi di preghiera del Rinnovamento
organizzino incontri settimanali o celebrazioni particolari con
un numero crescente di partecipanti. Insomma, per farla breve,
sembrerebbe proprio che il Rinnovamento sia, come disse Paolo VI,
una chance,
un polmone per una Chiesa dal fiato corto, una forma di rinascita
della vita cristiana in un momento di grande difficoltà per la
compagine ecclesiale e per il mondo cattolico in generale. Tra le
ragioni del successo incontrato dal Rinnovamento, va qui
ricordata la grande carità verso il prossimo manifestata dai
suoi membri, la loro generosità, l'estrema disponibilità e lo
spirito di preghiera che li anima. Non dimentichiamo che la
devozione al santo rosario, caduta in disgrazia nel post-Concilio
perché ritenuta una forma di «superstizione medievale», è
stata rivitalizzata soprattutto dal Rinnovamento, e lo stesso si
può dire della devozione a Maria SS.ma e a Gesù sacramentato.
In definitiva, il giudizio che ogni cattolico dovrebbe avere a
riguardo di questo movimento non potrebbe che essere largamente
positivo. Ma non appena si varcano le soglie di una chiesa per
assistere ad un loro «incontro di preghiera» o si intavola un
discorso sulla dottrina interna al movimento, non si può
rimanere indifferenti di fronte alle loro strambe forme di pietà,
così estranee all'austera pietà tradizionale della Chiesa
cattolica e davanti ai loro discorsi in materia di ecumenismo.
Come non rimanere poi colpiti dall'origine stessa del
Rinnovamento, un'origine tutta protestante che si manifesta
mediante le peculiarità tuttora ben evidenti nonostante la
cornice cattolica che le circonda. Ma forse, l'aspetto che lascia
più sbigottiti è l'assenza totale di uno studio teologico serio
da parte dell'autorità ecclesiastica sulla natura della
cosiddetta «effusione dello Spirito», il rito che in un certo
senso apre le porte al neofita che entra nel
Rinnovamento. È stata dunque concessa piena
cittadinanza cattolica ad un movimento nato in seno al colorito
universo del protestantesimo «di frangia» senza prima prenderne
in esame le possibili deviazioni o i pericoli spirituali che può
celare (cosa inimmaginabile sotto il pontificato di Pio XII!).
Purtroppo non si tratta di un caso isolato. Lo stesso è accaduto
anche per un movimento molto in auge ai nostri giorni: il Cammino
Neocatecumenale,
una corrente da cui diversi teologi o sacerdoti (tra cui il noto
passionista Padre
Enrico Zoffoli e don
Luigi Villa)
hanno preso le distanze e denunciato gli abominevoli errori, e
che tuttavia è stato approvato dalla Gerarchia ecclesiastica. E
mentre diversi cattolici di buona volontà cercano di arginare
l'allarmante fenomeno dell'espansione delle sètte anticristiane
(pensiamo al GRIS),
paradossalmente, nella Chiesa stessa si dà tranquillamente
spazio a movimenti eterodossi come quelli appena citati. Ci
troviamo dunque di fronte ad un ennesimo «segno dei tempi» che
la dice lunga sulla terribile crisi dottrinale che sta
attraversando la nostra madre, la santa Chiesa cattolica, e che
non può lasciare impassibili i suoi figli. Questo libro è
innanzitutto indirizzato ai tanti membri del Rinnovamento in
buona fede affinché aprano gli occhi sui pericoli che incombono
sulle loro anime. Ma è anche un mezzo per riaffermare senza
ambiguità quella fede cattolica che abbiamo ricevuto nel
battesimo e dalla cui osservanza dipende la salvezza eterna di
noi tutti.
|
l Introduzione
Tredicimila
congressisti cattolici al Raduno Europeo Carismatico ed Ecumenico di
Strasburgo nel 1982; 14.000 partecipanti alle quattro sessioni di
lavoro del Rinnovamento nello Spirito cattolico a Paray-le-Monial,
nel corso dell'estate del 1984; più di ottocento gruppi carismatici
di preghiera nella sola Francia... Queste attività, caratterizzate
da un entusiasmo travolgente, mostrano che il Rinnovamento nello
Spirito in Francia è una realtà di cui non si può non tenere
conto. La sua influenza sulla vita della Chiesa sembra d'altronde
crescere di giorno in giorno. Per convincersene, è sufficiente
riportare un altro dato interessante: secondo la rivista Informations
catholiques internationales («Informazioni cattoliche
internazionali»), del 15 dicembre 1982, «circa il 30% degli
attuali seminaristi (del 1° e del 2° anno) provengono dal movimento
carismatico».
l Portata
e limiti di questo studio
È nostra
intenzione fornire su questo movimento, generalmente mal conosciuto,
alcuni elementi di informazione e di valutazione. Nella prima parte -
puramente descrittiva - saranno delineate la natura e le origini del
Rinnovamento nello Spirito e alcune delle cause che hanno contribuito
al suo successo, evitando, per quanto possibile, di esprimere giudizi
di valore. Nella seconda parte, sarà presentata una valutazione del
Rinnovamento (elementi positivi, elementi negativi e riserve da parte
della Gerarchia ecclesiastica). Perché questo scritto è
intitolato Conoscere
il Rinnovamento nello Spirito? In
verità, l'Autore si accontenta di richiamare l'attenzione - senza
trattarli - su alcuni interrogativi riguardanti l'«effusione dello
Spirito» e i carismi 3.
l Fonti
Nella
prima parte, che, come abbiamo appena detto, sarà essenzialmente
descrittiva, le uniche fonti utilizzate saranno costituite dai
documenti pubblicati dallo stesso Rinnovamento o da testi
raccomandati dai vertici di detto movimento. La maggior parte di essi
è stata diffusa dalla casa editrice della Comunità Emmanuel 4.
Ecco i principali documenti che via via verranno citati:
Libri
anteriori al 1978:
- Le
retour de l'Esprit («Il ritorno dello Spirito»), di Kevin
e Dorothy Ranagan;
- Faut-il
parler d'un pentecôstisme catholique? («Bisogna parlare di
un Pentecostalismo cattolico»?), di Padre Henri Caffarel;
- Pentecôstisme
chez le catholiques («Il Pentecostalismo presso i
cattolici»), di Padre Renè Laurentin;
- Une
nouvelle Pentecôte? («Una nuova Pentecoste»?),
del Cardinale Leo Iozef Suenens.
Libri
successivi al 1978:
- Le
Renouveau charismatique, une chance pour l'Église («Il
Rinnovamento Carismatico, un'opportunità per la Chiesa»?), di dom
Charles Massabki(1978);
- Feu
sur la Terre («Fuoco sulla Terra»), di Ralph
Martin (1979);
- Sur
le chemin du Renouveau («Sul cammino del Rinnovamento»),
di A. ed E. Bremond (1980);
- Le
Renouveau charismatique en France dans L'Èglise catholique («Il
Rinnovamento Carismatico in Francia e nella Chiesa cattolica»), a
cura della Conferenza Episcopale Francese (1982);
- Les
nouveaux disciples: voyages au sein d’un douzaine de communautés
charismatiques («I nuovi discepoli: viaggi in seno ad una
dozzina di Comunità carismatiche»), di Monique Hébrard (nuova
edizione del 1982);
- Les
pluies de l'arrière-saison. Naissance d'une communauté
nouvelle («Le piogge di fine stagione. Nascita di una nuova
Comunità»), di Fratel Ephraïm (1985).
Riviste o
articoli:
- «Le
Renouveau charismatique» («Il Rinnovamento Carismatico»),
nº 301 della rivista Fêtes et saisons («Feste e
stagioni»);
- Il
est vivant - Le cahiers du Renouveaun («Egli vive. I
quaderni del Rinnovamento»), a cura della Comunità Emmanuel;
- Tychique,
a cura della Comunità Chemin Neuf («Cammino
nuovo»);
- Feu
et lumière («Fuoco e luce»), a cura della Comunità del
Leone di Giuda e dell'Agnello Immolato.
Nella seconda
parte, oltre a quelli già citati, verranno utilizzati i seguenti
documenti:
- Documenti
pontifici;
- Les
mouvements charismatiques au regard de la foi e de l'Église («I
movimenti carismatici rispetto la fede e la Chiesa»), (1975);
- L'œcumenisme,
levier de protestantisation de l'Église («L'ecumenismo,
strumento per la protestantizzazione della Chiesa»), di Padre Georg
May;
- Le
Renouveau charismatique interpellé («Il Rinnovamento
carismatico interpellato»), di J. R. Bouchet e
H. Caffarel (1976);
- Les
pentecôtistes catholiques: ils courent de grands risques («I
pentecostali cattolici: essi corrono dei grossi rischi»), di Hilaire
Campion (1983).
PRIMA PARTE
INFORMAZIONE GENERALE
l Che
cos'è
il Rinnovamento nello Spirito?
Riprendiamo
la definizione che ne dà l'opuscolo Le
Renouveau charismatique en France dans l'Èglise catholique,
pubblicato sotto l'egida della Conferenza Episcopale Francese 5: «In
Francia, il Rinnovamento carismatico si manifesta attraverso delle
assemblee di preghiera e delle Comunità di vita. Esso non è un
"movimento" (non essendo dotato di alcuna struttura
centralizzatrice...), ma una corrente di risveglio spirituale che
raccoglie tutto il popolo di Dio per rinnovarlo nella fede e nel
dinamismo missionario. Si tratta di una realtà molto complessa. In
essa, si ritrovano tutti gli stati di vita (vita monastica, vita
religiosa, vita sacerdotale, vita matrimoniale e celibataria), tutti
i generi di vocazione, tutte le età, tutti i tipi vita, ed è
attraversata da molteplici correnti teologiche».
In sostanza, si tratta di una «corrente
di risveglio spirituale [...] che
si manifesta attraverso dei gruppi di preghiera e delle Comunità di
vita».
Inizialmente denominata «Pentecostalismo cattolico» o «Movimento
cattolico neopentecostale», questa corrente ha successivamente
adottato la designazione attualmente in uso di «Rinnovamento
carismatico» o di «Rinnovamento nello Spirito».
Struttura
Lo si
consideri o meno come un «movimento», resta il fatto che il
Rinnovamento nello Spirito sembra poter contare su di
un'organizzazione molto seria.
- I
gruppi di preghiera
Stando
al summenzionato Rapporto
Episcopale,
nel 1982, i gruppi di preghiera erano circa ottocento: «Il
numero di coloro che frequentano più o meno regolarmente questi
gruppi si situa tra le 25.000 e le 30.000 persone, il che si traduce
in una media settimanale di circa 20.000 presenze effettive. Molte
altre persone hanno avuto un contatto diretto partecipando
occasionalmente ad un'assemblea di preghiera o ad un raduno.
Probabilmente tra le 100.000 e le 200.000 persone» 6.
In questo caso, si tratta di gruppi di preghiera registrati come
cattolici. In effetti, il Rinnovamento nello Spirito tocca da vicino
anche i protestanti; ciò è essenzialmente dovuto al fatto che esso
è nato in seno al protestantesimo. Il nº 32 dei Cahiers
du Renouveau di
aprile del 1981, offre la lista di circa settecento gruppi di
preghiera, riportando i nomi e gli indirizzi dei responsabili.
- Le
Comunità
Generalmente,
i gruppi di preghiera si ricollegano ad alcune Comunità carismatiche
aventi ciascuna una struttura e regole proprie, Comunità che esigono
dai loro membri un impegno molto serrato 7.
Ecco le principali tra quelle riportate dal summenzionato Rapporto
Episcopale:
- Communauté
chrétienne de formation («Comunità Cristiana di
Formazione»; C.C.F.). Più conosciuta con il nome di
«Comunità di Poitiers», essa è stata fondata nel 1974
da Jean-Michel Rousseau, e raggruppa persone
giovani o adulte in una fascia d'età compresa tra i diciotto e i
trent'anni. Calcolando sia ciò che esiste in Francia che all'estero,
essa raccoglie circa cinquecento persone in dodici insediamenti.
- Chrétiens
pour la Cité nouvelle («Cristiani per la Città
Nuova»; C.C.N.). Fondata nel 1979 da Jean-Michel
Rousseau, essa mira all'evangelizzazione dei responsabili della
società, e riunisce duecentocinquanta persone dislocate in quattro
Comunità presenti in Francia e all'estero.
- Communauté
Chemin Neuf. Fondata nel 1973 da Padre Laurent Fabre
s.j., essa riunisce centocinquanta adulti e un centinaio
di bambini, ed espleta la sua vocazione apostolica nel servizio della
formazione e dell'unità dei cristiani. In Francia è presente con
nove fondazioni.
-
Comunità Emmanuel.
Fondata nel 1974 da Pierre
Goursat (1914-1991) 8,
per l'apostolato. Essa riunisce 1.100 adulti e quattrocento bambini
sparsi in numerosi insediamenti regionali 9.
- Comunità
del Leone di Giuda e dell'Agnello immolato.
Fondata nel 1974 da Fratel
Efraïm,
essa pratica uno stile monastico e annovera centoquaranta adulti e
cinquanta fanciulli insediati in dodici Comunità presenti sia in
Francia che altrove 10.
- Communauté
de la Sainte Croix («Comunità
della Santa Croce»). Fondata nel 1972 da Jacky
Parmentier,
essa riunisce centocinquanta adulti e ottanta bambini sparsi in
cinque fraternità con lo scopo di formare nel suo insieme i
«cristiani normali». È presente solo in Francia.
- Communauté
de la Théophanie («Comunità
della Teofania»). Fondata nel 1972 da Jacques
Langhart,
essa raccoglie centodieci adulti e centocinquanta ragazzi che
conducono una vita evangelica di stile monastico in quattro
insediamenti situati in Francia e altrove 11.
|
|
|
Padre
Laurent Fabre
|
Pierre
Goursat
|
Fratel
Efraïm
|
A
riguardo di queste Comunità - delle quali la più numerosa e la più
conosciuta (soprattutto nelle regione parigina) è l'Emmanuel -
è possibile reperire delle descrizioni molto più dettagliate ed
esaurienti nel libro-inchiesta di Monique
Hébrard che
ha per titolo Les
nouveaux disciples: voyages au sein d'une douzaine de communautés
charismatiques (Ed.
du Centurion, 1982).
- Il
coordinamento internazionale
Nel
1972, è stato creato negli Stati Uniti l'Ufficio Internazionale di
Comunicazione del Rinnovamento nello Spirito, abitualmente designato
con la siglaI.C.O. («International
Communication Office»).
Dopo il 1976, l'I.C.O. si
è trasferito a Bruxelles 12;
due americani (Steve Clark e Ralph Martin) partecipano alla sua
direzione 13.
- Attività
specifiche
Nel
Rinnovamento nello Spirito, a fianco delle cerimonie liturgiche
abituali (Messe, visite al SS.mo Sacramento), e delle classiche forme
di preghiera e di apostolato, si ritrovano alcuni tipi specifici di
attività religiosa che lo distinguono dalle altre opere o movimenti
cattolici. Principalmente, tali attività particolari comprendono:
- il gruppo
di preghiera;
- la pratica
dell'«effusione dello Spirito»;
- l'esercizio
dei carismi;
- la vita
comunitaria praticata da laici sposati o meno;
- le attività
religiose interconfessionali.
l Il
gruppo di preghiera
È mediante
questo genere di attività che solitamente si entra in contatto con
il Rinnovamento. Eccone una prima descrizione di Padre
Henri Caffarel (1903-1996): «Generalmente,
il gruppo di preghiera si riunisce tutte le settimane; tale riunione
si protrae per circa due ore, ma a volte anche per quattro
o cinque ore [...].
Di solito, allorché si ha occasione di partecipare a queste
assemblee, si rimane colpiti per il clima di giovinezza, di fervore,
di grande amore fraterno e di spontaneità che vi regna. Una persona
si alza per leggere un passo della Sacra Scrittura. Segue un breve
silenzio, dopo di che ognuno prega in maniera molto semplice [...].
Talvolta, anche un solo versetto della Bibbia o una parola può far
scoccare una lode unanime[...] che
sfocia in un “Lode a Te o Signore”!, “Alleluia”! Spesso
accade che le preghiere si mescolino a dei canti
in lingue.
A volte, qualcuno si alza per proferire a voce alta una “profezia”.
Segue allora un silenzio più prolungato. Poi, un altro intona un
canto che viene subito ripreso in coro dagli altri, magari
accompagnato con alcuni accordi
di chitarra.
La gioia traspare attraverso queste preghiere e questi canti. Essa si
esprime anche mediante la partecipazione di tutta la persona alla
preghiera tramite degli atteggiamenti o dei gesti
espressivi.
Ad un certo punto, appare evidente il pericolo di cadere
nell'esaltazione;
è allora che sta agli animatori di saper “smorzare” la montata
emozionale [...].
Uno degli aspetti più positivi di questo genere di assemblee è la
grande spontaneità che
vi regna. Poter
esteriorizzare la propria fede molto
liberamente è certamente un fattore molto importante affinché
queste fede cresca» 14.
Nel suo libro Le
Renouveau charismatique, une chance per l'Église,
dopo aver dimostrato che esso non è né un ufficio liturgico, né un
retaggio del Vangelo, dom
Charles Massabki o.s.b. mette
in luce in modo più dettagliato le caratteristiche del gruppo di
preghiera:
- Essere
all'ascolto dello Spirito, e quindi all'ascolto
gli uni e degli altri
«Spesso,
la riunione si apre con un canto gioioso e caloroso [...].
Successivamente, un animatore da inizio alla riunione. Dopo aver
richiamato alcuni principî, affinché la preghiera si svolga
nell'ordine, nella pace e nell'ascolto dello Spirito Santo, mediante
il quale Gesù prega in un ciascuno dei partecipanti, e dunque
nell'ascolto gli uni e degli altri, egli, seppur con discrezione, le
imprime la direzione voluta e vigila attentamente sul suo
svolgimento. Al termine, la stessa persona la chiude. Il più delle
volte, questo animatore è un laico, uomo o donna, scelto perché
dotato, per questo servizio, del carisma di “presiedere” di cui
parla anche San Paolo. Egli non dirige la preghiera, e tuttavia
svolge un ruolo d'”autorità”; egli può, ad esempio, intervenire
per “spegnere” un'esaltazione divenuta eccessiva, o per
reincanalare l'assemblea verso la lode, verso un maggior silenzio, o
in un maggior reciproco ascolto».
- L'intervento
spontaneo dei partecipanti
Dom Massabki
insiste su questo punto già segnalato da Padre Caffarel nel seguente
passo: «Se un certo ordine e una certa unità regnano nello
svolgimento dell'assemblea, vi regnerà anche una grande spontaneità.
Ognuno può intervenire liberamente, sia per ringraziare il Signore
mediante una preghiera improvvisata, sia per lodarlo leggendo un
salmo, o per proclamare le sue meraviglie o per intonare un canto che
può essere sovente seguito da un breve periodo di silenzio di buona
qualità. La preghiera può riprendere dopo la lettura di un passo
della Sacra Scrittura».
- Il «canto
in lingue»
Segue la
descrizione del «canto in lingue», nella sua duplice modalità
(collettiva e individuale): «Talvolta, un versetto del testo
sacro o una parola scatenano una lode unanime in cui ciascuno esprime
la propria riconoscenza o la propria meraviglia, sia mediante parole
mormorate sottovoce, che con un canto “in lingue” di grande
bellezza. Questo canto, simile a degli accordi d'organo, si sviluppa,
si fà trionfante, dura qualche istante, per poi estinguersi, dopo un
brevissimo decrescendo, in modo perfettamente armonioso. È un canto
che sgorga dal profondo dei cuori, senza alcun direttore d'orchestra,
indubbiamente simile a quei canti ispirati di cui parla San Paolo in
alcune delle sue lettere [...]. Talora, è uno degli
astanti a cantare "in lingue" tutto solo, sia per celebrare
la gloria di Dio, lodarlo e ringraziarlo, che per "profetizzare",
della quale lui stesso o un altro fornirà l'”interpretazione”. A
volte, la “profezia” può uscire dalla bocca dei partecipanti e
senza essere cantata».
- «Un'esperienza
vissuta della presenza dello Spirito Santo»
Ancora alcune
parole sulla spontaneità e sul fervore che regnano nel gruppo di
preghiera: «Generalmente, quando si assiste a riunioni di
questo tipo, si resta sorpresi per l'atmosfera di fervore, di
raccoglimento, di giovinezza, di grande amore fraterno e di enorme
spontaneità che vi regna [...]. Questa presa di
coscienza personale e completamente nuova di Cristo vivente, che
sprigiona preghiere e canti e li fà spontaneamente scaturire dal
fondo dei cuori, è opera dello Spirito Santo, il grande
Dimenticato, lo Sconosciuto, di
cui si fà la scoperta e l'esperienza
all'interno del gruppo carismatico.
Questa esperienza vissuta della presenza dello Spirito Santo, agisce
in essi ed è il motivo per cui i membri del Rinnovamento sono
contrassegnati con l'epiteto di “carismatici”».
|
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Canti
in lingue, profezie, spontaneità, esaltazione...
|
- I
carismi
Uno
di essi è già stato evocato: il canto «in lingue»: «Se,
dunque, il Rinnovamento è chiamato “carismatico”, [...] è
a causa del fatto che, nel corso di queste riunioni e tra i loro
membri, si producono dei fenomeni
carismatici,
nel senso stretto di fenomeni
straordinari,
come il “parlare in lingue”, le profezie o il dono di
guarigione [...].
In genere, i carismi si manifestano in seguito a ciò che viene
chiamata l'”effusione dello Spirito”, mediante la quale gli
aderenti al Rinnovamento decidono di abbandonarsi completamente
all'azione dello Spirito Santo» 15.
Partendo da questa lunga citazione, è possibile enunciare le
caratteristiche proprie del gruppo di preghiera carismatica:
- non
esiste nessuna regola precisa, ma tutto dettato
unicamente da una grande spontaneità;
- la
direzione del gruppo è affidata ad un animatore che quasi sempre è
un laico;
- la
preoccupazione di essere «in ascolto dello Spirito
Santo [...], e dunque in ascolto gli uni degli altri»;
- «l'esperienza
vissuta della presenza dello Spirito Santo»;
- alcuni
carismi «si producono generalmente in seguito all'”effusione
dello Spirito”». È quindi possibile delineare l'idea
direttrice: in un gruppo di preghiera, si fà l'esperienza della
presenza dello Spirito Santo che parla per bocca dei partecipanti, e
si manifesta mediante dei carismi.
l L'«effusione
dello Spirito»
In
che cosa consiste dunque questa «effusione», in seguito alla quale
si producono dei carismi, e che costituisce «il
secondo elemento essenziale del Rinnovamento nello Spirito»? 16 Le
spiegazioni che vengono date a questo riguardo, sono alquanto
difformi. Ci limiteremo quindi a quelle che compaiono nei due
documenti che la casa editrice della Comunità Emmanuel raccomanda
per un primo approccio al Rinnovamento: il succitato libro di dom C.
Massabki e il n° 301 della rivista Fêtes
et saisons.
A questi, aggiungeremo quella fornita dal Cardinale Leo
Iozef Suenens (1904-1996)
nel suo libro intitolato Une
nouvelle Pentecôte.
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|
L'imposizione
delle mani...
|
- La
spiegazione di dom Massabki
«L'”effusione
dello Spirito”, secondo elemento essenziale del Rinnovamento nello
Spirito, non è un sacramento [...].
L'”effusione dello Spirito” non è un rito nel senso proprio del
termine, ma una
marcia in più in vista di
una effusione, di un intervento specifico delloSpirito
Santo nelle vita di colui che lo desidera. In definitiva, si tratta
di un cammino personale di conversione e di rinnovamento
spirituale [...].
L'”effusione dello Spirito” comporta anche un cammino
comunitario. Tutti i membri del gruppo pregano Dio di esaudire la
richiesta di quel fratello o di quella sorella [...].
Essa ha come scopo quello di permettere allo Spirito Santo, ricevuto
nella sua pienezza nel Battesimo e nella Cresima, di far si che
questi due sacramenti sortiscano i loro effetti più efficacemente e
con maggiore coscienza. Essi, infatti, non
agiscono automaticamente».
Dom Massabki continua illustrando quale sia il carattere di tale
effusione; essa scaturisce dal di dentro: «Molti
battezzati e cresimati conservano in sè stessi lo Spirito Santo
nella sua pienezza, ma questa Acqua Viva che è lo Spirito Santo è
in essi come una fonte
sigillata.
Uno dei mezzi più efficaci per dissuggellare
la fonte,
e per rimuovere gli ostacoli che le impediscono di sgorgare - a causa
di un rifiuto della volontà o per tanti altri motivi, compresa
l'ignoranza - si è dimostrato essere proprio l'”effusione dello
Spirito” all'interno di una Comunità di amore, di fede e di
preghiera. Se dunque si parla di un'“effusione dello Spirito”, lo
si fà ben sapendo che lo Spirito è già stato donato pienamente nel
Battesimo e nella Cresima. Si tratta di un'effusione che non viene
dall'esterno, ma che scaturisce dal di dentro».
In conclusione, l'«effusione dello Spirito» non è né un
sacramento, né un rito, ma un cammino di conversione accompagnato da
una preghiera (personale e collettiva), e da un gesto di solidarietà
(l'imposizione
delle mani): «Nel
Rinnovamento carismatico, l'imposizione delle mani non è un rito
sacramentale, come avviene nel Sacramento della Cresima o in quello
dell'Ordine. Ancor meno, esso è un gesto magico mediante il quale si
trasmette un non ben definito potere di cui si sarà in possesso. In
realtà, si tratta di un gesto che esprime visibilmente la
solidarietà dei membri della Comunità, e il desiderio che la loro
preghiera venga esaudita» 17.
- La
spiegazione della rivista Fêtes
et saisons
«L'”effusione
dello Spirito”, chiamata anche “battesimo
nello Spirito” 18,
è la comunicazione attraverso l'imposizione delle mani ad una
persona che ne fa richiesta e che si è preparata, dei doni dello
Spirito Santo ricevuti in
tutta la loro pienezza.
Se questa “effusione” pone ai teologi degli interrogativi circa
il suo rapporto con il Battesimo e con la Cresima, attualmente, essa
appare soprattutto nei gruppi di Rinnovamento come un esperienza
vivente i cui frutti sono incontestabilmente quelli di una
rinnovazione profonda della vita cristiana» 19.
|
|
Imposizione
delle mani e ministero di guarigione...
|
- La
spiegazione del Cardinale Suenens
Nel
suo libro Une
nouvelle Pentecôte 20,
il Cardinal Suenens definisce l'«effusione dello Spirito» in questi
termini: «Siamo
alle prese con la difficoltà di parlare di una nuova
effusione dello Spirito,
ben sapendo che esso è già stato infuso nel Battesimo. La novità è
dunque di tipo particolare; si tratta di una nuova
venuta dello Spirito già presente,
di un'effusione che non viene dal di fuori, ma dal di dentro [...].
Si tratta di uno scaturimento, di uno schiudimento, di un'azione
dello Spirito che sprigiona e libera delle energie
interiori latenti.
Si tratta di una presa di coscienza più accentuata della sua
presenza e della sua potenza. Un teologo, Padre Francis
A. Sullivan,
professore all'Università Gregoriana di Roma, la descrive come
“un'esperienza religiosa che introduce alcune persone ad
una percezione
decisamente nuova dell'onnipotente
presenza di Dio e della sua azione nella propria vita, azione che
implica ordinariamente uno o più doni carismatici”» 21.
Riassumiamo ora queste tre concezioni inerenti l'«effusione dello
Spirito». Si tratterebbe:
- sia di un
cammino di conversione accompagnato da una preghiera (personale o
collettiva) e da un gesto di solidarietà (dom Massabki);
- sia «della
comunicazione, tramite l'imposizione delle mani, [...] dei
doni dello Spirito Santo ricevuti nella loro pienezza» (cfr. Fêtes
et saisons);
- sia «di
un'effusione che scaturisce dal di dentro [...], di una
presa di coscienza della presenza e della potenza (dello
Spirito) [...], di un'esperienza religiosa che introduce alcuni ad
un senso decisamente nuovo dell'onnipotente presenza di Dio»
(Cardinal Suenens).
In
appendice, forniremo una quarta spiegazione presentata da don
René Jacob nella
rivista Tychique.
Tuttavia, al di là di queste spiegazioni, una cosa è certa e
attestata da innumerevoli testimonianze: in generale, dopo
l'«effusione dello Spirito», si palesano dei carismi e altre
manifestazioni straordinarie: trasformazione della persona,
moltiplicazione dello zelo, vita intensa di preghiera e ottima
riuscita nell'apostolato 22.
A tal punto cheMons. Gérard
Huyghe ha
potuto dire: «È il
battesimo nello Spirito che ha fatto sì che la vita di tante persone
sia stata completamente trasformata» 23.
Alla luce di questi fatti non è difficile comprendere perché
l'effusione dello Spirito venga considerata sia come la «base» 24,
che come il «secondo
elemento essenziale»
del Rinnovamento nello Spirito e non venga generalmente conferito che
a persone che hanno assistito ad un«ciclo
di preparazione» 25.
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Il
Cardinale Suenens
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Padre
Francis Sullivan
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Mons. Gérard
Huyghe
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Secondo la
precisazione di don Massabki, «di solito, i carismi si
producono in seguito a quella che viene chiamata “effusione dello
Spirito”». I carismi più comuni che si riscontrano facilmente
in ambiente carismatico sono quelli del «parlare in lingue», della
«profezia» e della «guarigione».
- Carisma
del «parlare in lingue»
Se ne
distinguono due forme:
-
una individuale: si tratta di una preghiera in una lingua
incomprensibile sia per quelli che ascoltano che per chi la
pronuncia: «Esistono due
forme per “pregare in lingue”. La più corrente è il fenomeno
collettivo di cui ho già parlato. Ordinariamente, ciò avviene in un
momento in cui la preghiera si fà più viva, o in cui essa sembra
esitare tra la parola e il silenzio. Non si trovano più le parole
per celebrare le meraviglie di Dio e ringraziarlo. Più che di un
“parlare”, si tratta di un canto, o di una modulazione lirica che
celebra le “meraviglie di Dio”. La seconda forma è individuale.
Uno solo parla in lingue, mentre gli altri ascoltano in silenzio.
Egli parla o canta emettendo delle sillabe che si succedono senza che
siano articolate in frasi, il tutto presentando un carattere di
coerenza e chiarezza fonetica. Egli non comprende ciò che dice o
canta, ma resta padrone di sè stesso. Egli può cominciare o meno,
continuare o fermarsi, segno che dunque non entra né in trance, né
in estasi. Egli parla o canta in una lingua che non comprendono né
quelli che ascoltano, e nemmeno lui che canta» 28.
Da questo fatto sorge la necessità di dare un'interpretazione a ciò
che nessuno comprende: «Colui
che parla in lingue - dice San Paolo - deve pregare per chiedere il
dono dell'interpretazione, o che “qualcuno interpreti le sue
parole”. In effetti, il più delle volte, l'interpretazione è
fornita da un altro a cui lo Spirito Santo ha fatto il dono di questo
carisma. Grazie a quest'ultimo, l'interprete entra in risonanza con
quello che è stato appena detto o cantato, comprendendone
intuitivamente il senso e la formulazione in termini
intelligibili» 29.
Nel suo libro Pentecôstisme
chez le catholiques,
Padre René
Laurentin sostiene
una tesi diversa a riguardo del «parlare in lingue» individuale.
Secondo lui, l'idioma in cui la persona «parla in lingue» sarebbe:
- in alcuni
casi eccezionali, una vera e propria lingua straniera;
-
generalmente, «un parlare preconcettuale, di carattere
spontaneo, con la freschezza di un ritorno alle fonti».
Collettivo
o individuale, il carisma di «parlare in lingue» è molto diffuso
negli ambienti carismatici: «Uno
degli animatori del movimento mi ha detto che in Francia, l'80% dei
carismatici parla in lingue; la proporzione mi sembrerebbe ovunque
superiore al 50%, salvo forse in Canada (Paese i cui uno dei
principali leader carismatici non parla in lingue), e in alcuni
gruppi nei quali si diffida di ciò che è insolito (come nel gruppo
“Feu Nouveau”)» 30.
- Carisma
di profezia
«Profetizzare,
non significa innanzitutto, né soprattutto, predire l'avvenire; da
un punto di vista etimologico, significa parlare a nome di Dio o al
posto di Dio, benché sia possibile che il profeta possa annunciare
degli avvenimenti futuri. Il profeta è un qualcuno che, illuminato
dallo Spirito Santo, proclama il messaggio di Dio, e testimonia le
realtà divine. Nel Rinnovamento, la “profezia” è una parola, il
più delle volte estratta dalla Sacra Scrittura e che è proclamata
da un membro del gruppo per “edificarlo”, ossia per costruirlo,
ma anche per farlo crescere nella fede, nella speranza e nella
carità [...].
A volte, succede che la parola profetica non sia in diretta relazione
con la Bibbia, o che essa sia un messaggio, un'interpellanza o
un'ammonizione. Conviene allora essere prudenti e mettere in pratica
il “discernimento degli spiriti”, soprattutto quando essa predice
un avvenimento futuro» 31.
Ecco un esempio di profezia che predice un fatto a venire: «Nel
maggio del 1981, ebbe luogo a Roma la Conferenza internazionale dei
leaders del Rinnovamento nello Spirito. Uno di essi, presentò
Padre Tomislav
Vlasic o.f.m.,
un cappuccino della Iugoslavia, e chiese agli altri esponenti di
pregare con lui per la guarigione della Chiesa. In mezzo ad essi, nel
corso della preghiera, Suor Briege
McKenna vide
in spirito Padre Vlasik seduto e circondato da una grande folla; dal
suo seggio sgorgavano dei fiumi d'acqua. Un altro, Padre Emiliano
Tardif,
pronunciò questa profezia: "Non piangere; ecco, io ti mando mia
Madre". Padre Vlasik ritornò in Iugoslavia. Due settimane dopo
il suo ritorno, la Madonna cominciò ad apparire ad alcuni ragazzi e
ragazze della parrocchia francescana di Medjugorje» 32.
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Padre
Tomislav Vlasic
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Suor
Briege McKenna
|
Padre
Emiliano Tardif
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- Carisma
di guarigione
Esso
occupa un posto importante nella vita del Rinnovamento. La
Dr.ssa Martine
Catta parla
di «guarigioni
così numerose e così profonde di cui siamo testimoni in seno al
Rinnovamento nello Spirito» 33.
Nel suo libro Jésus
a fait de moi un témoin 34,
Padre Emiliano Tardif (1928-1999), un religioso canadese, descrive
numerosi casi di guarigione che sembrerebbero stati operati tramite
la sua mediazione dopo che egli aveva ricevuto l'«effusione dello
Spirito» e il carisma di «parlare in lingue». Non pochi articoli
apparsi sui Cahiers
du Renouveau sono
consacrati a commoventi testimonianze di persone che sembrano essere
state guarite nel corso di riunioni di preghiera carismatica. Resta
tuttavia il fatto che le guarigioni in causa non sembra siano state
oggetto di esami analoghi a quelli cui furono sottoposte le
guarigioni avvenute per esempio a Lourdes.
Gruppi di
preghiera, pratica dell'effusione dello Spirito, esercizio dei
carismi... Oltre a queste attività specifiche del Rinnovamento, ne
elenchiamo altre due: la vita comunitaria praticata dai laici -
sposati o meno - e le attività religiose interconfessionali.
l La
vita comunitaria praticata dai laici
Si
tratta certamente di un'attività tipica del Rinnovamento nello
Spirito: «Una
delle caratteristiche e una delle grazie specifiche del Rinnovamento
carismatico cattolico è costituita dalla sua dimensione
comunitaria [...].
In effetti, un po' in tutto il mondo, con l'estensione e la crescita
del Rinnovamento, si è contemporaneamente assistito alla nascita di
Comunità carismatiche» 35.
Il già citato Rapporto
Episcopale segnala
l'attività (in Francia) di sei grandi e sette piccole Comunità
carismatiche presentandole prima di passare a descriverle più
dettagliatamente 36: «In
un mondo che cerca la sua unità nel rispetto delle diversità
(società, culture, ecc...), e come un frutto del Concilio Vaticano
II, nascono oggi delle Comunità “Popolo di Dio”. La loro novità
consiste nel riunire differenti stati di vita: sacerdoti, religiosi,
laici - sposati o meno - e famiglie. Esse sperimentano una vita nel
“Corpo di Cristo” molto intensa, constatando l'urgenza di servizi
e “ministeri” che possono necessitare di un riconoscimento, di
un'istituzione o di un ordinamento. In genere, esse fanno capo ai
Vescovi, i quali, grazie al ministero episcopale, sono in grado di
discernere, confermare e orientare questi nuovi dinamismi che
richiedono nuove forme d'integrazione nella Chiesa (gli statuti di
cinquanta raggruppamenti, formati da un minimo di cinquanta ad un
massimo di 1.500 persone, sono attualmente oggetto di studio da parte
di Roma) [...].
Alcune di esse hanno un impegno di carattere religioso e vanno
gradatamente trasformandosi in vere e proprie congregazioni. Ad
esempio, i membri della Comunità "Pain de Vie" conducono
una vita comunitaria sotto lo stesso tetto, rinunciando a qualsiasi
forma di proprietà e praticando la comunanza totale dei beni,
l'obbedienza e la castità secondo il proprio stato. Altre Comunità
hanno invece assunto un impegno più flessibile. L'appartenenza alla
Comunità "Emmanuel", ad esempio, non implica
necessariamente né la residenza e nemmeno la messa in comune dei
beni. Gli impegni sono soprattutto di ordine spirituale: oltre
all'Eucarestia e a lunghi momenti dedicati all'adorazione personale
quotidiana, esiste anche l'accettazione ad essere accompagnati
regolarmente, di partecipare regolarmente ai vari servizi interni ed
esterni, di versare una retta equa, e di vivere in accordo con gli
orientamenti generali della Comunità [...].
Al centro di queste strutture vivono i tre grandi carismi
tradizionali, seppur con accenti diversi:
- La
preghiera, da cui sono derivate forme di vita semi-monastiche come
nella Comunità del Leone di Giuda;
- L'apostolato,
che ha determinato la nascita di nuovi luoghi di formazione, come nel
caso della Comunità "Chemin Neuf";
- Il
servizio ai poveri, come nella Comunità "Pain de Vie".
Attorno
alle Comunità si costituiscono dei gruppi di amici che, il più
delle volte, assumono una struttura propria. Un esempio è costituito
del gruppo “La Sainte Croix”, il quale riunisce in sé consacrati
e semplici fedeli. La diversificazione dei carismi e delle strutture
non permetterebbe qualsiasi genere di fusione. Pertanto, esse sono
dei vincoli di comunione, elastiche e attive allo stesso tempo. Tale
comunione si manifesta particolarmente in occasione di raduni
organizzati da una delle Comunità. Per i gruppi di preghiera nati
indipendentemente dalle Comunità, esse rappresentano dei punti fermi
di ritrovo a cui fare riferimento» 37.
Ci pare, dunque, che le Comunità, «punti
fermi di ritrovo a cui fare riferimento» per
i gruppi di preghiera, costituiscano non un epifenomeno, ma la
principale struttura del Rinnovamento nello Spirito.
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Canto
e ballo alla Comunità Chemin Neuf.
|
- L'entrata
nella vita comunitaria
Ecco
come si svolge per la Comunità Emmanuel: «Quando
una persona, dopo aver fedelmente partecipato ad un gruppo di
preghiera e aver ricevuto l'effusione dello Spirito, si sente
attratta dalla vita comunitaria, è inviata ad aggregarsi ad alcuni
week-end mensili di ritiro in cui si pratica l'adorazione, la lode e
la vita in comune. Nel corso di questi week-end, vengono impartiti
gli insegnamenti che propongono gli elementi di una vita quotidiana
equilibrata in Cristo. Ciascuno prende coscienza di non poter
progredire senza l'aiuto dei fratelli e delle sorelle, e che le
grazie ricevute individualmente edificano tutto il corpo. Quando la
chiamata alla vita comunitaria sia fa più netta, il fratello sceglie
allora un accompagnatore più anziano, il cui ministero è stato
riconosciuto dalla Comunità, e che lo affianca nel suo cammino.
L'accompagnatore sta al consigliere spirituale così come
l'infermiere sta al medico. Tutti i membri della Comunità vengono
personalmente accompagnati e, allorché si tratta di persone sposate,
vengono accompagnate anche da una coppia [...].
Prima dell'entrata vera e propria, quando il nostro appello a servire
il Signore nella Comunità è stato confermato, viene allora proposto
un periodo di postulato (di due anni). Questo genere di impegno è
rinnovabile ogni anno, in quanto amiamo ricordare che siamo uomini
liberi che il Signore ha scelto, e desideriamo anche ridonarci
pienamente a Lui ogni anno» 38.
L'entrata nella ComunitàEmmanuel è
dunque una questione lunga e seria, il cui svolgimento comprende le
seguenti tappe:
- la
partecipazione continuata ad un gruppo di preghiera;
-
l'«effusione dello Spirito»;
- la
partecipazione ai week-end di formazione;
- il farsi
seguire da un «accompagnatore»;
- un periodo
di postulato di due anni;
- un impegno
rinnovabile ogni anno.
Notiamo che,
nel caso della Comunità Emmanuel, l'impegno non è di
carattere religioso, ovvero non equivale ai voti che si fanno nella
vita religiosa.
- La
fusione della vita familiare nella vita comunitaria
«La
novità (delle Comunità carismatiche) - afferma il Rapporto
Episcopale - sta nel riunire diversi stati di vita:
sacerdoti, religiosi, laici (sposati o scapoli) e famiglie». In
effetti, le summenzionate Comunità propongono a coppie sposate - con
o senza figli - di abbandonare l'autonomia della vita familiare e di
vivere, in «famiglie» residenziali, con altre coppie o con dei
non-sposati. L'insistenza ad impegnarsi in questa strada varia da una
Comunità all'altra; mentre, ad esempio, essa è poco marcata nel
caso della Comunità Emmanuel, la si ritrova con più
forza nel caso della ComunitàChemin Neuf o in quello
della Comunità del Leone di Giuda. Ecco come viene praticata la vita
comunitaria in queste tre Comunità.
- Comunità Emmanuel
Essa propone
contemporaneamente delle famiglie residenziali e delle famiglie
non-residenziali: «La Comunità non è un blocco monolitico,
ma è organizzata secondo un insieme di “famiglie” in cui si
sperimenta l’amore fraterno. I fratelli e le sorelle possono
scegliere fra i diversi modi di vivere quello che più gli aggrada:
- Comunità
di vita residenziale, formate sia da famiglie (padre, madre e figli),
sia da famiglie di non-sposati, che da alcuni ragazzi o ragazze
non-sposati;
- famiglie
non residenziali, formate sia da due o tre coppie, che da cinque o
sei persone non-sposate che non abitano sotto lo stesso tetto, ma che
si ritrovano una volta alla settimana per una serata comunitaria di
preghiera e di convivenza fraterna [...].
La famiglia ci aiuta a riordinare i nostri valori (il Signore sia
servito per primo), e a ristabilire il nostro equilibrio e il nostro
ritmo di vita (sonno, alimentazione e attività). Essa è poco
numerosa (cinque o sei persone al massimo) proprio per rimanere
flessibile, leggera e povera nel contesto concentrazionario della
grande città» 39.
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Canto
e ballo alla Communauté des Béatitudes.
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- Comunità Chemin Neuf
«Ripartita
in molte fraternità di vita, la Comunità "Chemin Neuf" è
mista sotto molti punti di vista: essa è formata da uomini e da
donne, da coppie e da scapoli consacrati, e infine da giovani e da
meno giovani. Ciò che permette a tutto questo piccolo mondo,
immagine del Popolo di Dio, di vivere insieme e di condividere i beni
è un comune desiderio di servire la Chiesa e di annunciare la Buona
Novella» 40.
Il numero del 4 maggio 1985 delFigaro-Madame,
racconta la vita nel centro di Poitières, nei pressi di Lione, di
una coppia parigina entrata nella Comunità Chemin
Neuf con
i suoi tre figli. L'articolo termina in questo modo: «Secondo
la regola comunitaria, i beni della famiglia Ferry sono congelati
fino al momento in cui il loro impegno sarà a vita, anche se
Dominique conserva un'attività professionale parziale. Il loro
spaccato quotidiano testimonia l'orientamento preso: sveglia verso le
6:00; dopo la colazione in famiglia, trenta minuti di ufficio (la
lettura del breviario), seguiti da un'ora e mezza di preghiera
personale e di lettura della Bibbia, e dalla formazione: teologia,
apostolato e vita in fraternità. Il pomeriggio è consacrato al
lavoro manuale. Segue l'ora dei bambini, la cena e l'ufficio della
sera, e, una volta alla settimana, una veglia di preghiera a Lione.
Fra quattro o cinque anni i Ferry potranno abbracciare completamente
l'impegno di vita a cui aspirano ormai da tempo».
- Comunità del Leone di Giuda e dell'Agnello immolato
- Comunità del Leone di Giuda e dell'Agnello immolato
La
Comunità del Leone di Giuda propone «una
vita monastica per coppie e per non-sposati» 41. «Tra
tutte le Comunità nate dal Rinnovamento nello Spirito [...],
quella del Leone di Giuda e dell'Agnello immolato è l'unica in cui
si pratica un tipo di vita monastico; “ma non l’abbiamo fatto
intenzionalmente”, dice Fratel Ephraïm, il fondatore, il quale,
come tutti i fondatori, si sforza di non agire seguendo le proprie
idee, ma di obbedire al soffio dello Spirito» 42.
Le Comunità di vita residenziali del Leone di Giuda, chiamate
«fondazioni» 43,
si autodefiniscono con queste parole: «Coppie
e non-sposati che praticano, ciascuno secondo la propria chiamata e
secondo la propria forza, i consigli evangelici di povertà (nel non
possedere nulla e nella rinuncia agli interessi personali), di
castità (quella della carne per un numero ristretto di persone o
quella del cuore che, secondo sant'Agostino, dev'essere per tutti), e
di obbedienza
che ci rende tutti prigionieri dell'Infinito e schiavi di Colui che
ci rende liberi» 44.
Ma come si svolge la vita monastica di queste coppie? Ecco di seguito
la testimonianza di Monique Hébrard sulla fondazione di
Cordes: «Quando
si oltrepassa la porta del Leone di Giuda, si entra in un altro mondo
in cui tutto è bello, calmo, lento e gioioso [...].
Nel pomeriggio ognuno va alle proprie occupazioni. Verso le 19:00,
dopo che i bambini hanno cenato e che i più piccoli sono a letto,
tutti si riuniscono per la lettura del breviario. Una quarantina di
uomini e donne, dopo aver indossato la coule (un grande mantello di
lana grezza) e il velo per le donne, entrano nella cappella. Per
circa un'ora ho assistito a bocca aperta ad una bellissima liturgia».
Monique Hébrard apporta un'ulteriore testimonianza sul «canto in
lingue» che ricalca ciò che abbiamo detto in precedenza: «Fratel
Ephraïm (il cui vero nome è Gérard Croissant) cantò una lunga
salmodia alternandola ad invocazioni, cantate anch'esse da tutta la
Comunità. In seguito, si elevò un fantastico canto “in lingue”.
Melodie e parole nascevano da tutti i punti dell'Assemblea e si
univano in una meravigliosa polifonia che si amplificava e diminuiva
per poi riprendere. I corpi oscillavano, avvolti nei grandi mantelli
bianchi, in avanti, all'indietro, a sinistra e a destra, si
inclinavano e iniziavano a battere le mani. Era come una formidabile
esplosione di lode e di gioia verso il Signore, corpo e anima riuniti
in un unico slancio».
Ed ecco l'impressione finale che Monique Hèbrard ha avuto da questa
nuova esperienza di «vita
monastica per coppie e non-sposati»: «Dopo
un'ora di ufficio, andammo a sederci a tavola nell'antico refettorio
dei monaci [...].
Il mio vicino mi segnalò sottovoce che la giovane coppia che avevo
di fronte era appena entrata nella Comunità con i suoi quattro
figli. Il padre era un avvocato della Costa Azzurra che aveva
lasciato tutto. Io guardavo questi uomini e queste donne, per la
maggior parte giovani, con pullover di lana grossa (la stagione era
abbastanza fredda), il cui portamento pacifico era quello di
ecologisti non-violenti, ma non erano nemmeno quello. In realtà, io
fui testimone di un fervore mai visto, né nelle chiese, né nei
conventi! Dei monaci! Dei nuovi monaci»! 45.
- Le
Comunità interferiscono nella vita degli sposi?
Quale
sarà l'incidenza delle esigenze comunitarie sulla vita delle persone
sposate? I documenti di cui abbiamo potuto disporre, non affrontano
questo aspetto, fatta eccezione per il libro di Monique Hèbrard,
motivo per cui esso verrà citato più volte e lungamente. Per i
coniugi che vivono in Comunità, lo spazio che rimane per la vita
familiare varia da una Comunità all'altra. Esso sembrerebbe a
sufficienza nel caso della Comunità Chemin
Neuf: «Con
i nostri figli, consumiamo almeno due pasti al giorno e,
paradossalmente, dopo due anni, gli siamo molto più vicini»,
affermavano i coniugi Ferry nella precitata intervista apparsa
sul Figaro-Madame.
Al contrario, la spazio concesso alla vita familiare all'interno
della Comunità Saint
Croix sembra
essere assai ridotto: «Fin
dall'inizio, la Saint Croix è stata una Comunità molto strutturata
in cui il tempo da dedicare alla vita individuale era molto
ristretto. Tranne che una sera alla settimana, in cui ogni famiglia
si ritrova, tutti i pasti sono in comune. Le vacanze “libere” si
riducono a quindici giorni, e degli altri quindici, otto sono
consacrati al ritiro e otto vengono vissuti con tutta la Comunità in
cui - mi è stato detto - si ride e ci si diverte parecchio» 46.
Le esigenze della vita comunitaria sembrano molto spinte in avanti
anche nella Comunità del Leone di Giuda: «Povertà
e obbedienza, esigenze presenti anche nelle altre Comunità, assumono
qui una tinta d'assoluto per il fatto che la vita è totalmente in
comune. Tutto, assolutamente tutto, è messo in comune, e non
solamente i beni materiali, ma qualsiasi oggetto in qualunque momento
della vita quotidiana» 47.
Monique Hébrard è rimasta colpita dall'insistenza con cui si parla
di obbedienza nelle diverse Comunità: «Obbedienza...
obbedienza... obbedienza... Non avevo mai sentito pronunciare così
spesso questa parola, ovunque onnipresente e opprimente. La vita
concreta di ognuno (acquisti, viaggi, studi, ecc...) viene sottoposta
alla “trasparenza” e al discernimento comunitario» 48.
Ed ecco un caso in cui, nella Comunità Saint
Croix,
interviene la «trasparenza» e il discernimento
comunitario: «Francis
e Kristina hanno appena confermato il loro impegno nella Comunità
Saint Croix. Prima di aspettare il loro terzo figlio, essi hanno
pregato Dio per chiedergli se quella era la sua volontà. In seguito,
essi hanno sottoposto il loro desiderio ai fratelli della Comunità.
“Avevo molta paura - dice Kristina - perché desideravo molto
questo bambino e sarai rimasta terribilmente delusa (da un eventuale
parere contrario)”. Questa gravidanza aumenta la sua gioia» 49.
l Le
attività religiose interconfessionali
- L'insistenza
sull'ecumenismo
«Il
Rinnovamento sarà ecumenico o non sarà affatto»,
ha affermato Laurent Fabre, fondatore della Comunità Chemin
Neuf 50. «Spiega
Padre A. M. de Monléon o.p.: "Tra il Rinnovamento nello Spirito
e il movimento ecumenico, esiste una convergenza molto marcata, non
solamente perché il Rinnovamento è apparso in tutte le chiese e
confessioni cristiane, creando dei legami e suscitando delle chiamate
comuni, ma anche perché, più in profondità, il desiderio
dell'unità e l'impegno ecumenico sono un richiamo e un dono dello
Spirito Santo» 51.
Nel suo libro Œcoumenisme
et Renouveau charismatique,
il Cardinal Suenens sviluppa la stessa idea: «Il
Rinnovamento nello Spirito, di cui noi siamo oggi testimoni, si
presenta come un avvenimento spirituale simile a quello che avviene
nella maggior parte delle chiese e denominazioni cristiane. Si tratta
di un evento spirituale che per sua natura riavvicina tutti i
cristiani [...].
A questa conclusione è giunto anche il documento pubblicato in
seguito al colloquio internazionale dei teologi riuniti a Malines,
nel maggio del 1974: “È evidente che il Rinnovamento
nello Spirito è ecumenico per la sua stessa natura”» 52.
- Dall'ecumenismo
alle attività religiose interconfessionali
Così
come oggi esso viene concepito, l'ecumenismo porta a dare una grande
importanza alle attività religiose interconfessionali. Sembra che i
protestanti carismatici condividano questo punto di vista; lo
testimonia questa nota del pastore Georges
Appia,
che fu - ci dice Monique Hébrard -«un
ardente apostolo dell'ecumenismo e del Rinnovamento»: “Sono sempre
più convinto che il dinamismo del Rinnovamento nello Spirito è, in
una misura importante, condizionato dalla sua apertura e dalla
possibilità che fornisce di un vero dialogo e di una lode
interconfessionale”» 53.
Di quale genere di attività interconfessionale si tratta? Ecco
alcuni esempi:
- Gruppi
di preghiera e Comunità interconfessionali
«Così,
senza negare le loro diversità e i loro particolarismi, cattolici e
protestanti si ritrovano fraternamente nei gruppi del Rinnovamento,
coscienti soprattutto che attraverso le vicissitudini della storia,
essi sono figli di un medesimo Padre, e che è lo Spirito che
realizza l'Unità» 54. «”Le
nostre Comunità -
dice Laurent Fabre - sono
degli autentici piccoli
laboratori d'unità.
Nel quotidiano della vita comunitaria i vecchi riflessi e le
attitudini di fondo si affrontano. Ciascuno può imparare a scoprire
i propri limiti e i carismi altrui”. Laurent Fabre sa di cosa sta
parlando. Nella Comunità "Chemin Neuf", su novanta membri,
sei sono protestanti. La proporzione è molto più accentuata presso
alcune famiglie, come in quella della salita del "Chemin Neuf",
in cui coabitano una coppia di protestanti, una coppia di cattolici e
una coppia mista. È il caso di Bruno, fratello di Laurent Fabre, e
della sua giovane sposa Nicole, figlia del pastore protestante Jean
Daniel Fischer» 55. «Il
10% di membri della Comunità di Strasburgo è composto da
protestanti già impegnati nelle rispettive confessioni. Uno dei due
responsabili della Comunità "Chrétiens pour la Cité Nouvelle"
di Nizza è protestante. Il suo fondatore, Jean-Michel Rousseau,
collabora sempre più strettamente con il pastore Thomas Roberts. Per
la Comunità "Théophanie", l'ecumenismo non deve
comportare alcuna esclusiva» 56.
La stessa tendenza si manifesta anche negli Stati Uniti; Kevin
Ranaghan, leader del
Rinnovamento nello Spirito cattolico di questo Paese, ha scritto: «Ai
nostri giorni, noi vediamo dei cattolici, degli evangelici e dei
fondamentalisti riuniti insieme attorno alla Parola, in una comune
esperienza di salvezza, per pregare il nostro Padre con un'unica voce
nell'unità e nell'amore» 57.
- Raduni
interconfessionali
Nel
suo libro Sur
le chemin du Renouveau,
il pastore Arnold
Bremond parla
dei «raduni
interconfessionali e carismatici» organizzati
nel decennio 1970-1980 da due organizzazioni protestanti: la Porte
ouverte e
il Centre
chrétien de Gagnières: «Fin
dalle sue origini, la "Porte ouverte" è un centro
interdenominazionale protestante che si occupa di missioni. Diretto
in modo ammirevole da M. Pont, un ex poliziotto divenuto in seguito
un venditore ambulante, e dalla moglie, questo organismo è diventato
sia una scuola evangelica che può contare su circa ottanta
missionari sparsi per tutta l'Africa, che un centro di raduni sempre
più aperto alla dimensione ecumenica».
A partire dal 1971, ebbe inizio una serie di congressi carismatici
denominati Conventions
de la Porte ouverte,
i quali giocarono un ruolo decisivo ed importante nella genesi del
Rinnovamento nello Spirito cattolico.«Già
nel 1971, nella prima settimana del mese di giugno, sotto l'impulso
del pastore Thomas Roberts e di Padre Zobel, un raduno carismatico
interconfessionale riunì circa duecento persone. Nel 1972, lo stesso
evento poté contare circa cinquecento partecipanti. Tra i cattolici,
molto numerosi, accorse anche lo straordinario Padre
canadese Jean-Paul
Regimbal o.ss.t..
Nel 1983, il numero dei partecipanti - cattolici e protestanti - salì
ad ottocento unità. Nel 1974, eravamo in un migliaio di persone, di
cui poco meno della metà erano cattolici, in maggioranza giovani.
Nel 1975, i convenuti erano circa 1.300, tra cui Padre Regimbal,
Mons. Racine, il grande evangelico Thomas Roberts, e i pastori
Maurice Ray, Philippe Decorvet, Alain Schwartz, ecc... Nel 1976, la
"Porte ouverte" comprendeva anche alcuni cenacoli ecumenici
in profondità e nel perdono reciproco. In effetti, si trattò di
qualcosa veramente notevole. Infine, nel 1978, raggiungemmo tra le
1.500 e le 1.600 unità. Tra i tanti appuntamenti in programma, un
dibattito teologico di spicco, protrattosi per diversi giorni, riunì
più di cento pastori, sacerdoti, e studenti protestanti in teologia
e seminaristi».
AlCentre
chrétien de Gagnières -
un'istituzione protestante - sono state sviluppate alcune attività
carismatiche interconfessionali, incentrate soprattutto
sull'apostolato: «Quanto
al "Centre chrétien de Gagnières", nel Gard, esso non
cessa, ormai dal 1973, di riunire una folla considerevole di giovani
in dormitori, in campeggi, e sotto un enorme tendone (la "Tenda
dell'Unità"). In occasione della grande raduno tenutosi nel
mese di agosto, ad esempio, era presente un numero di ragazzi
compreso tra le 700 e le 1.000 unità. E tutto ciò senza tener conto
dei week-ends, del campo strumentale e corale tenutosi in luglio, e
dei campi di formazione e di lavoro [...].
Una solida équipe permanente ha animato il Centro, formata tra gli
altri da Thomas Roberts, da don Peitavin - l'ardente parroco di
Bessèges - e dal pastore Séguier» 58.
Tra gli altri eventi dello stesso genere, è utile ricordare:
-
il raduno ecumenico tenutosi il lunedì di Pentecoste dell'anno 1980
nell'abbazia di Bec Hellouin, sotto la presidenza di Mons. Marcel
Honoré,
Vescovo di Evreux, e di dom
Paul Marie Grammont o.s.b.
(1911-1989), abate di Bec, con la partecipazione dei
pastori Coupry e Thomas
Roberts;
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Padre
Regimbal
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Mons.
A. M. de Monléon
|
Dom
Grammont
|
-
il Raduno Europeo Carismatico Ecumenico di Strasburgo (Pentecoste del
1982), con oltre 2.000 partecipanti (il cui 67% era formato da
cattolici e il 15% da protestanti) 59;
-
i raduni dei Karellis,
organizzati da Jean-Michel Rousseau, pastore della Comunità
cristiana di formazione, e così descritti da Monique Hébrard: «Ai
Karellis, nel settembre del 1981, eravamo in 1.200, e 1.500 nel
settembre del 1982. In quell'occasione, fu fatto un grande passo in
avanti verso la comunione nelle diversità: diversità di religione
(erano riuniti insieme cattolici e numerose denominazioni
protestanti); diversità di culture (tutti i continenti erano
rappresentati); diversità di sensibilità e di comportamenti
ecclesiali (ad esempio, hanno potuto esprimere la loro realtà e
incontrarsi con rispetto e amore persone molto diverse come Jaky
Parmentier, fondatore della Comunità "Saint Croix", e
Philippe Warnier, leader accreditato delle Comunità di base).
Karellis, meraviglioso laboratorio di unità della Chiesa
universale» 60.
- L'insegnamento
protestante tra i cattolici
Per via della
loro sensibilità ecumenica, le Comunità carismatiche cattoliche si
mettono persino all'ascolto della predicazione protestante
proveniente da rinomati teologi o da semplici pastori:
-
Nel corso dei summenzionati raduni ecumenici, buona parte degli
interventi era costituita dalle prediche da parte di pastori
protestanti. Durante il raduno di Starsburgo del 1982, ad esempio,
dei ventiquattro interventi che figuravano nel programma delle
riunioni plenarie, dodici erano tenuti da protestanti e dodici da
cattolici 61;
-
I Cahiers
du Renouveau hanno
addirittura ospitato sulle loro pagine alcuni scritti dei due più
famosi teologi protestanti di Taizé, Roger
Schutz (n°
13) e Max
Thurian (nn°
16, 27 e 38). L'apertura all'insegnamento protestante appare molto
più evidente nella rivista Tychique della
Comunità Chemin
Neuf.
Spesso, circa un terzo degli autori che figurano nel sommario di
quest'ultima è formato da protestanti. Tale tendenza si spiega con
l'affanno con cui si ricerca un «approccio
interconfessionale»,
nota caratteristica di questa rivista. Ecco alcune delucidazioni a
riguardo: «Il
più “specifico” tra i compiti che ci siamo assunti, è senza
dubbio quello dell'approccio interconfessionale: carismi e ministeri,
tali quali sono vissuti dalle nostre tradizioni ortodossa (Jeanne de
la Ferrière), cattolica (Henri Denis), riformata (Alain Blancy), ed
evangelica (Christian Glardon). Tale approccio ha il vantaggio di
condurci ad una migliore comprensione delle nostre differenze, ma
anche ad una maggiore penetrazione del mistero della Chiesa e della
sua ricchezza» 62. «Ogni
numero di Tychique contiene degli articoli firmati da cristiani che
appartengono a tradizioni e a Chiese diverse. Questo modo di
procedere vuole essere ben altra cosa che una semplice manifestazione
di larghezza di idee e di spirito o di tolleranza; in realtà, noi
offriamo anche una testimonianza della preoccupazione e
della finalità
ecumenica del Rinnovamento,
anch'esso inserito nella grande preghiera del XX secolo per la
riconciliazione e l'unità dei cristiani» 63. «Il
punto focale di questo numero (di Tychique) è
stato M. Lowsky, membro della Chiesa riformata» 64.
«(Questo numero comprende) due
articoli di attualità: uno per celebrare con le chiese il 5°
centenario della nascita di Lutero; il pastore Kurt Maeder, della
Chiesa Luterana di Alsazia, ci invita a ripercorrere l'itinerario del
riformatore» 65.
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Da
sinistra: Roger Schutz e Max Thurian.
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- Il Renouveau-service
Il servizio
di vendita dei libri e delle cassette della Comunità Emmanuel,
diffonde, come libri di presentazione del Rinnovamento nello Spirito,
alcune opere di autori protestanti (quelle, ad esempio, di A. ed E.
Bremond e di Michael Harper), insieme ad altre curate da scrittori
cattolici.
- L'ecumenismo
con gli ebrei
«L'ecumenismo
con gli ebrei -
spiega Monique Hébrard - è
importante per molte Comunità, e in particolare per quella del Leone
di Giuda che conduce una ricerca di espressione liturgica a partire
dalle tradizioni ebraiche e cristiane, fatta anche di giornate
d'insegnamento incentrate sulle midrash(ovvero
sui comandamenti che occorre seguire per essere un buon ebreo)» 66.
Ecco altri aspetti di questa forma di ecumenismo: «Nella
Comunità del Leone di Giuda di Cordes, si prega molto per il popolo
ebraico. Oltre alla festa domenicale, vi
si celebra anche il shabbat (ossia
il sabato ebraico)» 67. «Nella
Comunità "Saint Croix", nella Comunità "Théophanie",
e forse anche in altre Comunità carismatiche, si
imparano le danze d'Israele per
pregare con tutto il proprio corpo, e per danzare come Davide
davanti all'Arca
dell'Alleanza. Nella Comunità del Leone di Giuda, ogni venerdì sera
si celebra il shabbat: si
canta e si prega in ebraico,
accompagnati da un pianoforte, prima del banchetto
festivo» 68. «Quando nella
Comunità del Leone di Giuda si celebra ogni venerdì sera il
shabbat,
ci si lascia modellare dalla Tradizione e si anticipa il Regno. Per
noi - afferma Étienne - il
shabbat è un ritorno alle fonti.
Esso commemora il momento in cui Dio si è riposato dopo la
creazione. È il riposo del Padre. Per i cristiani, il shabbat è
anche il giorno in cui Gesù è stato posto nel Sepolcro. È il
riposo del Figlio. Infine, nella prospettiva escatologica, celebrare
il shabbat significa festeggiare in anticipo il shabbat dello Spirito
Santo, ossia il riposo eterno. È la festa dell'anticipazione del
Regno» 69. «Cercando
di capire la loro fede, oggi, molti cristiani prendono coscienza
delle radici
ebraiche del cristianesimo.
Essi comprendono che la Chiesa non è nata dal nulla, ma che è nata
dal popolo ebraico. Ne deriva che in alcune persone nasce
un interesse e un desiderio di ricerca per tutto quello che è
ebraico;
questo fatto è constatabile in diversi luoghi, ma in special modo
negli ambienti e nelle pubblicazioni che hanno a che fare con il
Rinnovamento. Si cerca, ad esempio, di iniziarsi alla lingua ebraica,
alla lettura ebraica della Bibbia, o di penetrare
il significato delle feste della sinagoga.
Questa ricerca è assolutamente legittima, soprattutto se è guidata
da maestri
ebrei competenti;
poiché, oltre ad essere le persone più adatte allo scopo per il
fatto di conoscere dall'interno la tradizione ebraica, gli si
fornisce l'occasione di vivere uno degli aspetti più profondi della
loro vocazione:
quella ditrasmettere
la Torah ai “gentili”,
ovvero a noi» 70.
Impartire un insegnamento partendo dalle midrash,
celebrare il shabbat,
iniziarsi alla lettura ebraica della Bibbia sotto il controllo di
maestri ebrei... Non è certamente difficile individuare in quale
direzione sia orientata questa particolare forma di «ecumenismo»!
l Tendenze
caratteristiche
Attraverso le
attività specifiche del Rinnovamento nello Spirito che abbiamo
appena presentato, si manifestano delle tendenze che possono
anch’esse essere considerate come caratteristiche del movimento, in
quanto esse si ritrovano - più o meno sviluppate - in tutte le
Comunità e in tutti i gruppi carismatici di preghiera, conferendo
loro una fisionomia tutta propria. Esse sono:
- la
convinzione di essere in contatto diretto con il Cielo;
-
l'importanza attribuita all'esperienza del divino;
- la ricerca
dello straordinario in materia religiosa.
- La
convinzione di essere in contatto diretto con il Cielo
«Nei
gruppi di preghiera -
spiega dom Massabki - bisogna
essere all'ascolto dello Spirito Santo, tramite il quale Gesù prega
in ciascuno dei partecipanti, e dunque nell'ascolto reciproco gli uni
degli altri».
Ma è veramente lo Spirito Santo che si esprime mediante le parole
proferite dai partecipanti? La cosa sembra essere comunemente
ammessa. In un articolo della rivista Tychique,
intitolato «La
place de l'einsegnement dans l'assemblée»,
l'autore afferma: «È Dio
che ammaestra i suoi figli e le sue figlie nell'assemblea» 71.
I membri del Rinnovamento nello Spirito credono volentieri di essere
in relazione diretta con Dio o con lo Spirito Santo; essi propendono
ad attribuire a Dio, o allo Spirito Santo, le ispirazioni che dicono
di avere. Essi tendono a pensare che lo Spirito risponda direttamente
alle loro domande e che diriga le loro riunioni. Spesso, il
linguaggio utilizzato in questi frangenti è rivelatore. Gli esempi
di questo genere che si potrebbero addurre sono innumerevoli; eccone
alcuni: «Dio
mi ha detto...»; «Ho
ricevuto un segno...»; «Sento
che Dio mi spinge a...» 72. «Non
ho ancora trovato il vero ruolo che Dio mi chiede di assumere. Egli
me lo deve ancora rivelare» 73. «Secondo
la direzione che lo Spirito imprime nel corso della riunione...» 74.
Ecco altri esempi similari; si tratta di affermazioni estratte dalle
opere di Padre Emiliano Tardif, il religioso canadese apostolo del
Rinnovamento nello Spirito: «Il
16 luglio, il Signore ci avvertì per mezzo di una
profezia...» 75. «Una
suora mi rivelò una profezia che mi confortò...» 76. «In
giugno, il Signore mi annunciò una guarigione che si sarebbe
compiuta il successivo 18 dicembre» 77.
Ancora altri esempi; ecco alcuni stralci di appunti di Ralph
Martin e
di Steve
Clark,
dirigenti dell'Ufficio Internazionale di Comunicazione del
Rinnovamento carismatico cattolico (I.C.O.): «Nel
corso di un recente viaggio [...] ho
sentito che il Signore mi permise di comprendere interiormente quali
sono le forze che plasmano il mondo attuale» 78.
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Da
sinistra: Ralph Martin e Steve Clark.
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«All'inizio,
il Signore ci parlò molto dell'importanza dei doni "carismatici"
di chi ha una responsabilità (pastore, leader, ecc...). Inoltre,
egli ci rivelò che uno dei punti-chiave per il rinnovamento della
vita cristiana era il rinnovamento dei responsabili cristiani, in
modo che il popolo sia condotto nello Spirito per compiere la
missione che gli è stata affidata» 79. «Circa
uno, o al massimo due mesi fa, abbiamo ricevuto un visitatore che,
indirizzandosi alla Comunità, ci ha parlato di come bisogna vivere
tra cristiani. Era lo Spirito che lo aveva condotto a noi [...].
A quell'epoca, Dio
stesso ci
spronava, come Comunità, ad essere pronti a ricevere ciò che Egli
ci voleva comunicare
[...].
Quando il messaggero ci parlò, tutta la Comunità lo ascoltò ben
sapendo che, in realtà, era
il Signore che parlava [...].
Si trattava di un messaggio per noi da parte di Dio» 80.
Com'è facilmente intuibile, i dirigenti e i pastori si sentono
maggiormente ispirati dei semplici membri del gregge: «All'interno
delle Comunità, il carisma proprio di chi è responsabile si esplica
nella partecipazione alla paternità di Dio. Egli è il suo “eletto”,
il pastore del suo gregge. Mentre nella Comunità, ogni fratello è
sottomesso ad un altro nella piramide gerarchica (il fratello al
responsabile della Comunità, il responsabile della Comunità agli
“Anziani”, e gli anziani al fondatore), quest'ultimo usufruisce
della direzione di un Padre spirituale all'esterno, ma, all'interno
della Comunità stessa, egli non è “ufficialmente” sottomesso a
nessuno. Si ha persino l'impressione che egli sia ispirato
direttamente dallo Spirito Santo.
Ora, è evidente che lo Spirito Santo non può essere
contestato»! 81.
- L'importanza
attribuita all'esperienza del divino
Secondo
il già citato Rapporto
Episcopale,
il Rinnovamento «apre
grandemente l'accesso all'esperienza religiosa» 82.
I membri del Rinnovamento nello Spirito cercano di sentire il divino
in sé stessi. Descrivendo i gruppi carismatici di preghiera, dom
Charles Massabki parla «di esperienza
vissuta della presenza dello Spirito Santo». «Secondo
me -
afferma don Marcel
Bourland 83 - il
Rinnovamento nello Spirito è una democraticizzazione
della Pentecoste.
Ne consegue che ogni cristiano medio può vivere la fantastica
esperienza dello Spirito Santo,
e constatare che essa non è riservata ai Santi del calendario» 84.
Altri testi parlano dell'«esperienza
personale del Signore
Gesù» 85.
L'importanza attribuita all'esperienza del divino risalta anche in
questo scritto di Padre A. de Monlèon o.p. 86:«Che
cos'è “l'effusione dello Spirito”? È la dimensione centrale del
Rinnovamento. È un'esperienza
spirituale dotata
di un duplice aspetto. Primariamente e soprattutto, essa consiste in
una conversione interiore a Gesù. Si tratta di un'esperienza
molto personale e
molto diversa a seconda delle persone, dei temperamenti e delle
culture. Nondimeno, tutti si riconoscono in questo avvenimento che è
l'incontro vivente con Gesù. Praticamente, tale esperienza
di conversione avviene
in quel preciso momento della vita in cui si scopre la propria
povertà e la propria incapacità di raggiungere con l'ausilio delle
proprie forze un livello spirituale desiderabile. È allora che Dio
si riversa attraverso la breccia e fà irruzione. Questo primo
aspetto dell'”effusione dello Spirito” produce ogni sorta di
effetti e di frutti: la riscoperta della preghiera e della Sacra
Scrittura, e il bisogno della grazia sacramentale, della Chiesa e di
Maria. Spesso, nei primi tempi è molto forte, e si manifesta nel
desiderio di pregare con gli altri, di lodare Dio e di “giubilare”.
Si opera allora una specie di dilatazione del cuore; si tratta di
un'esperienza spirituale analoga a quella dell'amore umano [...].
Quando feci l'esperienza del Rinnovamento negli Stati Uniti,
moltissimi aspetti mi irritavano e mi infastidivano. Tuttavia, mi
successe qualcosa di cui sentii gli effetti. In genere, per i
neo-convertiti l'esperienza è più forte. Per quelli invece che
hanno già una vita spirituale intensa, si tratta di un'esperienza
più interiore» 87.
Notate come in questo passo la parola «esperienza» ritorni
continuamente quasi ne fosse il leit-motiv.
- La
ricerca dello straordinario in materia religiosa
Quasi
sempre, i resoconti dell'attività del Rinnovamento nello Spirito si
riducono alla questione dei carismi 88;
da questo fatto si deduce che, per esso, si tratti di una cosa molto
importante. Steve Clark pensa che esista un legame tra l'esercizio
dei carismi e lo sviluppo del gruppo carismatico: «Un
giorno, Larry Christenson 89 mi
ha confidato che, stando alla sua esperienza, i gruppi carismatici
che insistono sul dono delle lingue e nei quali ci si aiuta
vicendevolmente ad abbandonarsi a questa pratica, crescono più
velocemente di quelli che non lo fanno. Se vogliamo accrescere la
nostra vita, dobbiamo esercitare i doni delle lingue, della profezia
e della guarigione, e aiutare le persone a riceverli» 90.
Così dom Charles Massabki descrive l'atteggiamento del membro della
Comunità carismatica che domanda l'«effusione dello
Spirito»: «(Egli) prega
lo Spirito Santo affinché esso manifesti
la sua presenza in
modo nuovo - se Dio lo vuole per la sua gloria e per l'edificazione
della Comunità - riversando su di lui i carismi, i quali hanno come
scopo preciso la crescita del Corpo di Cristo nell'amore» 91.
Pregare lo Spirito Santo affinché esso riversi in chi prega i
carismi, equivale a fare dei carismi un oggetto
di desiderio,
ovvero a ricercare lo straordinario in materia religiosa. Questi sono
dunque i tratti somatici del Rinnovamento nello Spirito cattolico che
sembrano formare il carattere che gli è proprio:
Attività
specifiche:
|
Tendenze:
|
Gruppi
di preghiera
Effusione
dello Spirito
Esercizio
dei carismi
Vita
comunitaria praticata
da
dei laici
Attività
interconfessionali
|
Convinzione
di essere in contatto diretto con il Cielo
Importanza
attribuita
all'esperienza
del divino
Ricerca
dello straordinario
in
materia religiosa
|
La presenza
nel Rinnovamento nello Spirito di questi elementi specifici trova una
spiegazione sufficiente e la sua ragion d'essere solo se si conoscono
le origini del movimento stesso.
l Le
origini del Rinnovamento nello Spirito
- «La
branca cattolica della corrente pentecostale»
Seicentocinquanta
responsabili delle Comunità carismatiche e della rete dei gruppi di
preghiera parteciparono al Congresso Internazionale dei responsabili
del Rinnovamento nello Spirito, svoltosi a Roma dal 30 aprile al 5
maggio 1984. Parlando di essi, la rivista Tychique precisò: «Questi
responsabili rappresentano oggi la corrente che si sviluppa più
rapidamente nella Chiesa cattolica romana, la branca
cattolica della corrente pentecostale,
la quale cresce all'interno delle Chiese cristiane prese nel loro
insieme. Nessuno sa quanti cattolici siano «carismatici»; secondo
le prudenti stime dei diversi responsabili, in tutto il mondo, essi
sono tra i dieci e venti milioni» 92. «Branca
cattolica della corrente pentecostale...».
Questa definizione del Rinnovamento carismatico cattolico ha il
pregio di ben collocare le origini del movimento. Per esporle,
occorrerà passare successivamente in rivista:
- il
pentecostalismo;
- la
fondazione negli Stati Uniti della sua branca cattolica (nel 1967);
- la
fondazione in Francia di questa stessa branca (nel 1972).
- Il
pentecostalismo
Si
tratta di una nuova religione (o denominazione) protestante. Il
numero speciale di Fêtes
et saisons,
consacrato al Rinnovamento nello Spirito, la presenta in questi
termini: «Il
pentecostalismo è un movimento religioso di rinascita spirituale,
nato all'inizio di questo secolo negli Stati Uniti al di fuori delle
Chiese protestanti tradizionali. Tale movimento si basa sulla
riscoperta dell'azione e dei doni dello Spirito Santo. Il
Rinnovamento nello Spirito, la cui origine risale a questa stessa
corrente, è stato più volte persino chiamato
"neo-pentecostalismo"» 93.
- La
sua storia
Nel
suo opuscolo Faut-il
parler d'un pentecôstisme catholique 94,
Padre Caffarel riassume in due pagine la storia del movimento: il
pentecostalismo, con le sue caratteristiche, si situa nella linea
dei revivals 95.
- Gli
inizi del pentecostalismo
«Agli
inizi di questo secolo, Charles Parham, un
pastore metodista americano, studiando
gli “Atti degli Apostoli”, prese coscienza della scarsa efficacia
del suo ministero, mettendolo a confronto con il dinamismo apostolico
della Chiesa primitiva. Con alcuni discepoli, egli scrutò il Nuovo
Testamento e giunse alla conclusione che la straordinaria potenza
della predicazione primitiva fosse legata alla ricezione di una
speciale effusione dello Spirito, di un “battesimo nello Spirito”
ottenuto mediante l'imposizione delle mani, il cui segno garante
sembrava essere il carisma di “parlare in lingue” [...].
Egli pregò dunque insistentemente, con i suoi discepoli, affinché
Dio gli accordasse un tale “battesimo”. La sera del 31 dicembre
1899, alla vigilia del nuovo secolo, il dono di “parlare in lingue”
apparve per la prima volta nel loro piccolo gruppo. Durante i giorni
successivi, alcune decine di persone chiesero questo “battesimo
nello Spirito” e vissero un'esperienza simile a quella che fecero
gli Apostoli nel giorno della Pentecoste. Questi furono gli inizi del
pentecostalismo».
- La
sua espansione
«Animato
dal suo senso missionario, Parham iniziò allora a diffondere il
messaggio di quello che egli definiva il “Vangelo integro”,
incontrando la feroce ostilità delle Chiese ufficiali.
Ciononostante, la sua predicazione, accompagnata da segni, e quella
dei suoi discepoli - e in particolar modo quella di Seymour, un
pastore di colore di Los Angeles - fu all'origine della rapida
diffusione del movimento pentecostale nel mondo intero. Attualmente,
il pentecostalismo può contare su un numero di adepti che va dai
dieci ai dodici milioni sparsi in tutto il mondo, e non cessa di
svilupparsi».
- Le
sue caratteristiche
«Come
i “revivals”, il pentecostalismo pone fortemente l'accento
sull'esperienza
religiosa personale.
Ma tale esperienza è quella di un nuovo tipo di relazione con lo
Spirito Santo. L'ambiente privilegiato in cui si stabilisce e si
sviluppa questa relazione è generalmente il gruppo di preghiera. È
lì che i nuovi venuti ricevono l'”effusione dello Spirito”
mediante l'imposizione delle mani, ed è ancora lì che i doni
speciali, presenti nella Chiesa primitiva - e in particolare il
“parlare in lingue”, la “profezia” e il dono della guarigione
- [...],
si manifestano. Il primato conferito all'esperienza religiosa e
all'esercizio dei carismi, ha portato i pentecostali ad opporsi alle
strutture ufficiali, e il loro fervore e la loro spontaneità li
hanno spesso condotti ad accusare di tiepidezza e di formalismo gli
altri gruppi cristiani» 96.
Ma c'è dell'altro; infatti, all'origine del pentecostalismo vi
furono ben due «movimenti di Pentecoste» che si svilupparono
parallelamente:
- uno negli
Stati Uniti - con Charles Fox Parham (1873-1929) -
accusato di essere massone e omosessuale (N.d.T.) - e William
Joseph Seymour(1870-1922), di cui parla Padre Henri Caffarel;
- l'altro in
Gran Bretagna, con Evan Roberts (1878-1951), un
minatore del Galles.
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Charles
Fox Parham
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William
J. Seymour
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Evan
Roberts
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Nel
1904, Roberts «iniziò
a predicare sotto l'ispirazione di Seth Josué, un evangelico che
annunciava un futuro “risveglio” delle Chiese e il ritorno ai
prodigi quotidiani del cristianesimo primitivo» 97. «Il
“risveglio” del Galles cominciò nel 1904. Tutta la regione ne fu
coinvolta; diverse decine di migliaia di minatori si convertirono a
questa nuova fede [...].
Le numerose manifestazioni carismatiche svoltesi in questa regione
segnarono la nascita del pentecostalismo inglese» 98.
- La
corrente pentecostale in Francia
In
Francia, il pentecostalismo venne introdotto nell'ambiente
protestante dal gallese Douglas
Scott: «Quando
negli anni '30 la prima ondata del “risveglio” di Pentecoste
raggiunse la Francia con Douglas Scott, Thomas Roberts non potè che
rallegrarsene. Avvenne allora una potente evangelizzazione del
popolo. Molti pastori del Nord della Francia, del Belgio e
dell'Ardèche ne furono interessati con le loro chiese. Ma molto
presto si venne a creare una duplice corrente. Da una lato c'erano
quelli che davano vita ad un gran numero di nuove assemblee, e
dall'altro coloro che vedevano il “risveglio” delle Chiese e
l'unità come un semplice mezzo per affrettare il ritorno di Cristo.
Fu all'interno di quest’ultima corrente che Thomas Roberts incontrò
il pastore Louis Dallière; insieme, con l'aiuto di tanti altri
pastori riformati dell'Ardèche e del Nord della Francia, essi, sul
finire della guerra, fondarono a Charmes-sur Rhône (nell'Ardéche)
l'Union de Prière» 99.
La corrente carismatica creatasi attorno ai pastori Thomas Roberts
e Louis
Dallière (1897-1976)
svolse un ruolo determinante nella genesi del Rinnovamento
carismatico cattolico in Francia.
- La
penetrazione del pentecostalismo in seno alle Chiese protestanti
americane
«Fin
dall'inizio, tra i pentecostali e le Chiese protestanti, sorse una
violenta opposizione. Queste ultime, rifiutavano i pentecostali, il
cui zelo e i cui propositi - giudicati intempestivi - minacciavano la
dottrina e la tradizione (riformata).
Fu così che, per circa cinquant'anni, Chiese protestanti e
pentecostali seguirono due cammini separati senza preoccuparsi di
ricercare una possibile conciliazione 100.
A partire dal 1955, ebbe inizio un cambiamento. Le diverse Chiese
protestanti degli Stati Uniti (metodista, battista, luterana,
presbiteriana, ecc...) cominciarono ad interessarsi al fenomeno
pentecostale. I contatti si moltiplicarono. Alcuni membri delle
Chiese, senza abbandonare la loro denominazione, chiesero di ricevere
il “battesimo nello Spirito”. Ciò determinò la nascita di un
neo-pentecostalismo, il quale anima anche ai nostri giorni moltissime
Comunità protestanti. Ciononostante, in diversi Paesi, molte
confessioni riformate manifestano ancora tutt'oggi grosse reticenze.
Ed ecco che anche in seno alla Chiesa cattolica degli Stati Uniti
apparve un rinnovamento del tutto simile a quello appena
descritto» 101.
Riassumendo: dicesi pentecostalismo o «Movimento di Pentecoste»
quell'insieme di «risvegli» protestanti sorto nel 1900 e diffusosi
negli Stati Uniti e in Gran Bretagna a partire dal 1904. Tali
«risvegli» furono (e sono) caratterizzati dal gruppo di preghiera,
dalla pratica dell'«effusione dello Spirito», e dalla priorità
attribuita all'esperienza religiosa e all'esercizio dei carismi. Essi
riuscirono a penetrare nelle chiese protestanti ufficiali, in Francia
(a partire dal 1930), e negli Stati Uniti (a partire dal 1955) dando
così origine al cosiddetto «neo-pentecostalismo».
l La
fondazione negli Stati Uniti del Rinnovamento carismatico cattolico
- Gli
avvenimenti del 1967
«Ed
ecco - come ha scritto Padre Henri Caffarel - che
anche in seno alla Chiesa cattolica degli Stati Uniti apparve un
rinnovamento del tutto simile». Egli
alludeva al alcuni avvenimenti accaduti nel 1967, il cui resoconto è
apparso sul n° 301 di Fêtes et saisons, un numero
speciale dedicato al Rinnovamento nello Spirito; eccone alcuni
estratti:
- Il
gruppo dell'Università Duquesne
«Eccoci a
Pittsburg, in Pennsylvania, la città americana del carbone e
dell'acciaio. All'Università Duquesne della città, era presente un
folto gruppo di ferventi cattolici, tutti impegnati in diversi
movimenti di carattere liturgico, ecumenico, e in favore della lotta
per i diritti civili e per la pace nel mondo. Si trattava di uomini
di preghiera, la cui vita era incentrata in Cristo. Tuttavia, gli
mancava qualcosa. Al pari di tanti cristiani del giorno d'oggi, essi
provavano una certa pesantezza nella loro vita spirituale e nel loro
apostolato, come se la loro esistenza di cristiani non fosse
nient'altro che una loro creazione».
- Due
libri pentecostali
«Durante
l'estate del 1966, essi scoprirono due libri che, in seguito,
avrebbero orientato la loro ricerca. "The Cross and the
Switchblade" (“La
Croce e il pugnale”),
del pastore David
Wilkerson,
racconta come, mediante la potenza dello Spirito, alcuni ragazzi e
alcune ragazze dei bassi fondi di New York abbiano in sol colpo
abbandonato la via del crimine, della prostituzione e della droga, e
si siano convertiti a Cristo diventando dei cristiani viventi e degli
uomini retti. L'altro libro, “Essi parlano in altre lingue”,
descrive invece quel che accade sotto l'azione dello Spirito Santo
nelle Comunità pentecostali nate in seno alle Chiese protestanti.
Entrambe queste opere parlano, citando frequentemente passi della
Bibbia, del “battesimo nello Spirito” e del suo ruolo nella vita
del cristiano. Credendo di aver trovato nella lettura di questi due
libri una risposta ai loro interrogativi, gli studenti della Duquesne
iniziarono quindi a rileggere la Sacra Scrittura cercando in essa
tutto ciò concerne la venuta dello Spirito Santo promessa da Cristo,
e gli effetti della sua prima discesa sulle prime Comunità
cristiane. Ciò che scoprirono rievocava una dottrina molto antica,
molto tradizionale e molto cattolica, e tuttavia essi ebbero la
sensazione di trovarsi di fronte alla novità di qualcosa che è
stato appena scoperto e compreso. Essi iniziarono allora a pregare
con un nuovo ardore, chiedendo allo Spirito di rinnovare per essi la
grazia della Pentecoste» 102.
Il libro Le
retour de l'Esprit precisa
che «fu
durante il Congresso nazionale “Cursillo”, tenutosi nell’agosto
del 1966, che il gruppo di studenti dell'Università Duquesne scoprì
in modo del tutto casuale un libro che gli aprì le porte di un mondo
nuovo [...]:
“La Croce e il pugnale” [...].
Il libro di Wilkerson costituì per essi una specie d'introduzione
alla dottrina della Bibbia» 103.
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Da
sinistra: il pastore David Wilkerson e il suo
libroThe Cross and the Switchblade.
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- L'incontro
con i pentecostali
«All'inizio
del 1967, quattro membri di questo gruppo si misero in contatto con
una Comunità presbiteriana che aveva fatto l'esperienza del
“battesimo nello Spirito”, chiedendo di riceverlo a loro
volta» 104.
Si trattava infatti di un gruppo di preghiera pentecostale che si
riuniva periodicamente nella casa di colei che lo aveva organizzato:
la presbiteriana Melle
Florence Dodge 105. «Dopo
qualche tempo, ovvero verso la metà di febbraio, un gruppo composto
da una trentina di persone - tra studenti e professori - decise di
riunirsi per un week-end di preghiera e di riflessione incentrato sui
primi quattro capitoli degli "Atti degli Apostoli". Mentre
si trovavano a pregare in cappella, lo Spirito Santo scese su di
essi. Anche se tutto il mondo non ne fu coinvolto, durante quella
notte Dio guidò ognuno di loro in modo
meraviglioso. Alcuni di loro cominciarono a parlare in lingue, mentre
altri ricevettero il dono del discernimento, della profezia e della
saggezza. Ma il dono più importante era costituito dall'amore che
univa l'intera Comunità. “Nello Spirito di Dio, abbiamo trovato
quell'unità che da tanto tempo avevamo invano tentato di costruire
con i nostri sforzi”. Questo week-end segna la data in cui ha avuto
inizio il Rinnovamento carismatico cattolico» 106.
Questa nuova fondazione è stata descritta più dettagliatamente da
Kevin e da Dorothy Ranaghan,
due universitari americani che parteciparono a questo evento. Il loro
libro Il
ritorno dello spirito -
da noi già citato - è stato utilizzato per molto tempo in Francia
come l'opera fondamentale per presentare il Rinnovamento nello
Spirito 107.
Eccone un estratto che narra dell'incontro avvenuto il 18 gennaio
1967 con il gruppo di preghiera pentecostale di cui abbiamo appena
parlato. Il narratore è Ralph
Keifer (1940-1987),
uno dei quattro cattolici che parteciparono a questa visita: «Mia
moglie, due miei colleghi e io, entrammo con circospezione in una
“tipica casa di periferia”, e rimanemmo subito colpiti dalla
calorosa accoglienza riservataci dalle persone riunite in quel
luogo [...].
Mi ricordo che essi, per dare inizio all'adunanza, cantarono quattro
o cinque inni tradizionali protestanti, del genere che essi cantano
in chiesa alla domenica, seguiti da una lunga preghiera spontanea. La
preghiera era diretta da una persona che l'accompagnava con una voce
quasi in sordina, che non era certamente un chiacchierio, come può
esserlo una piccola preghiera “in lingue”, ma molto dolcemente e
con discrezione. In seguito, essi cominciarono a fare delle
riflessioni di una certa levatura su alcuni passi della Bibbia [...].
Considerata nel suo insieme, quella non fu certamente una serata
straordinaria. Ciononostante, essa ci fece riflettere e pregare, e ci
lasciò l'impressione durevole che Dio agiva in quel gruppo di
preghiera. A causa di una serie di motivi, delle quattro persone che
avevano presenziato a questa prima riunione, solo Patrick
Bourgeois,
professore con me alla Facoltà di Teologia, e io fummo in grado di
recarci alla riunione successiva. Questa volta, la preghiera e la
riflessione furono incentrate sulla Lettera (di
San Paolo) ai
Romani [...]. Fu
una riunione nettamente aconfessionale. Essa terminò allorché Pat
ed io chiedemmo che essi pregassero con noi affinché potessimo
ricevere il “battesimo nello Spirito Santo”. Essi allora si
separarono in alcuni gruppi, in quanto pregavano su diverse persone,
e mi chiesero semplicemente di fare un atto di fede affinché la
potenza dello Spirito operasse in me. Molto rapidamente, io iniziai a
pregare “in lingue”» 108.
Dopo aver riportato questa testimonianza di Ralph Keifer, Kevin e
Dorothy Ranaghan precisano che «la
settimana successiva, Ralph impose le mani su altre due persone, ed
essi ricevettero il “battesimo nello Spirito Santo”» 109.
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Dorothy Ranaghan
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Ralph
Keifer
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Patrick
Bourgeois
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È dunque
grazie al «battesimo nello Spirito» di due cattolici americani -
Ralph Keifer e Patrick Bourgeois - ricevuto all'interno di un gruppo
di preghiera pentecostale protestante, che è potuto nascere negli
Stati Uniti il movimento carismatico cattolico. In moltissimi punti
del loro libro, Kevin e Dorothy Ranaghan insistono sugli effetti
straordinari del «battesimo nello Spirito», quegli stessi effetti
che ritroveremo anche nella fondazione delle Comunità carismatiche
in terra francese.
- Il
ruolo del leader pentecostale David
Duplessis
Di
sfuggita, facciamo ora notare il posto occupato da David
Duplessis (1905-1987)
- un animatore mondiale del pentecostalismo - nella diffusione e
nell'espansione del Rinnovamento nello Spirito. Il suo ruolo è stato
così presentato dalla rivista Tychique (nº
50): «”Monsignor
Pentecoste”, alias David Duplessis, il leader pentecostale che ha
giocato un ruolo importante nel passaggio del movimento carismatico
dalle Chiese pentecostali tradizionali alle principali branche del
protestantesimo, alla Chiesa ortodossa e a quella cattolica
romana...».
l La
fondazione in Francia del Rinnovamento carismatico cattolico
- Il
ruolo pilota del pastore Thomas Roberts
Nato
nel 1902 e morto nel 1983, Thomas Roberts fu un pastore protestante
di origine gallese che inizialmente apparteneva alla Chiesa
apostolica (pentecostale) 110.
Recatosi in Francia nel 1926, egli vi esercitò il suo ministero fino
alla morte. A partire dagli anni '30, ossia dal momento in cui il
pentecostalismo penetrò in certi ambienti protestanti francesi dando
vita a due correnti (una favorevole alla costituzione di nuovi gruppi
di preghiera, e l'altra in favore del «risveglio» delle chiese già
esistenti), Thomas Roberts optò per quest'ultima: «All'interno
di questa corrente, Roberts incontrò il pastore Louis Dallière e,
alla fine della Seconda Guerra Mondiale 111,
in collaborazione con molti altri pastori dell'Ardeche e del Nord
della Francia, egli fondò l'"Union de Prière di Charmes",
i cui membri si impegnavano a pregare regolarmente per quattro scopi:
- Il
"risveglio", l'evangelizzazione, la missione e la
conversione dei cuori;
- L'unità
della Chiesa;
- L'illuminazione
dell'intero popolo d'Israele;
- La
venuta di Gesù Cristo.
Quando
nel 1963 si ritirò a vita privata, l'"Union de Prière"
restò la sua vera Comunità di base. Tuttavia, molto presto, la sua
azione si allargò,
in quanto questi quattro scopi vennero parzialmente esauditi. Negli
anni '50, giunse dagli Stati Uniti una notizia sconvolgente: le
chiese protestanti tradizionali avevano aperto al movimento di
Pentecoste e al "battesimo nello Spirito"; in modo ancor
più strabiliante, nel 1967, erano stati i cattolici dell'Università
Duquesne di Pittsburg a ricevere l'"effusione dello Spirito".
Giunto a quel punto, Thomas Roberts capì che era scoccata l'ora di
un "risveglio" ecumenico nella
potenza dello Spirito, e
che questo "risveglio" avrebbe
coinvolto anche il popolo ebraico;
d'altronde, la presenza negli Stati Uniti di ebrei favorevoli a Gesù
lasciava ben sperare. Egli volle che tale “risveglio” assumesse
in Francia un aspetto ecumenico. Nel 1971, organizzò a questo scopo
il primo raduno carismatico (viene scelto questo vocabolo anziché
quello di “pentecostale”, il quale è legato alla Storia
dall'idea di separazione dalla Chiesa) presso la Comunità "Porte
Ouverte", a Lux, una località nei pressi di Châlon-sur-Saône.
Tra i partecipanti, oltre a duecento protestanti (evangelici,
luterani, riformati o pentecostalizzanti indipendenti), figuravano
anche due cattolici: un sacerdote 112 e
un laico. Nondimeno, l'anno successivo, non solo alcuni cattolici
erano fra gli oratori, ma lo era anche 1/3º dei partecipanti; tra di
essi, va sottolineata la presenza di molti tra coloro che in seguito
fondarono nuove Comunità carismatiche come la "Théophanie",
il Leone di Giuda, la "Saint-Croix", la "Chemin Neuf",
la "Bethania", ecc...» 113.
Anche in seguito a questi fatti, il pastore Thomas Roberts continuò
a giocare un ruolo di leader,
assumendosi il compito di animatore di due grandi raduni carismatici
successivi:
- il raduno
europeo carismatico ed ecumenico di Strasburgo (il giorno di
Pentecoste del 1982);
- il
pellegrinaggio carismatico a Gerusalemme (realizzata dopo la sua
morte, il giorno di Pentecoste del 1984).
Oltre
alla testimonianza del pastore Paul
Bechdolff -
che abbiamo appena citato - riportiamo ora quella del pastore della
Comunità Berdineriguardante
i funerali di Thomas Roberts: «In
occasione della cerimonia dei suoi funerali, svoltisi nella Comunità
"Porte Ouverte" a Châlon-sur-Saône, è stato possibile
soppesare l'immenso e fruttuoso lavoro di questo infaticabile
pellegrino dell'unità; c'erano tutti, compresi i fondatori delle
grandi Comunità carismatiche, nate quasi tutte nel 1973. Essi
piangevano a giusta ragione il loro “anziano”, colui che per
primo aveva inteso lo stesso richiamo imperativo, ma molto prima di
essi» 114.
Ed ecco riassunta la cronologia degli avvenimenti che abbiamo
menzionato:
-
1946: Fondazione dell'Union
de Prière de Charmes,
in seno alla quale «nacque
il progetto del primo Raduno Carismatico Interconfessionale» 115;
- 1971: Primo
Raduno Carismatico Interconfessionale presso la Comunità Porte
Ouverte, diretto da Thomas Roberts; vi partecipò anche Padre A.
M. de Monléon o.p., il quale giocò in seguito un ruolo decisivo nel
Rinnovamento nello Spirito cattolico;
- 1972:
Secondo Raduno Carismatico Interconfessionale presso la stessa
Comunità; «Vi presero parte molti di quelli che sarebbero
poi stati i fondatori delle nuove Comunità carismatiche (la
"Thèphanie", il Leone di Giuda, la "Sainte-Croix",
la "Chemin Neuf", la "Bethania", ecc...)»;
- 1973:
Nascita della maggior parte delle Comunità carismatiche cattoliche;
- 1982:
Raduno Europeo Carismatico Ecumenico di Strasburgo, per iniziativa di
Thomas Roberts;
- 1984:
Pellegrinaggio carismatico a Gerusalemme, realizzato per iniziativa
di Thomas Roberts.
Nella genesi
del Rinnovamento nello Spirito cattolico, tre sono dunque gli
elementi che hanno dunque giocato un ruolo determinante:
-
Thomas Roberts, che sembrerebbe meritare a pieno titolo l'epiteto
di «nonno
del Rinnovamento» 116;
-
L'Union
de Prière de Charmes,
di cui Monique Hébrard ha potuto dire: «Charmes,
questo eminente luogo spirituale, fu uno dei punti di partenza del
Rinnovamento nello Spirito in Francia» 117;
-
La Comunità Porte
Ouverte, «questo
sublime luogo dell'espressione evangelica che il Signore scelse per
dare inizio al Rinnovamento carismatico»118.
Altri
pastori protestanti, apostoli del Rinnovamento nello Spirito,
esercitarono la loro influenza sul nascente Rinnovamento carismatico
cattolico in terra di Francia. In particolare, ricordiamo il
pastore Arnold
Bremond,
di cui riparleremo in seguito. Battezzato nello Spirito nel 1932,
egli sviluppò alcune attività carismatiche a Divonne, una località
nella regione lionese della Drôme. Grande amico di don
Paul Couturier (detto
«apostolo dell'Unità dei cristiani»), egli collaborò con lui
nella diffusione iniziale delle idee ecumeniche, e partecipò al
«gruppo dei Dombes» 119.
Quando egli scomparve nel 1983, all'incirca nello stesso periodo in
cui scomparve il pastore Thomas Roberts, la rivista Tychique,
nell'editoriale del n° 48, riportò questa testimonianza: «In
questo numero, abbiamo voluto evocare la figura di due pastori,
pionieri del Rinnovamento, che sono andati al Padre: Arnold
Bremond [...] e
Thomas Roberts. La nostra rivista è felice di poter condividere con
i propri lettori la profonda amicizia vissuta con Arnold e
Thomas».
l L'«effusione dello Spirito» conferita ai fondatori; suo ruolo fondamentale
l L'«effusione dello Spirito» conferita ai fondatori; suo ruolo fondamentale
Come per il
Rinnovamento nello Spirito cattolico statunitense, sembra che la
maggior parte delle Comunità carismatiche francesi sia nata in
seguito al «battesimo nello Spirito» impartito ai rispettivi
fondatori. Ecco le diverse testimonianze di Monique Hébrard:
- La
Comunità Emmanuel
«Pierre
Goursant e Martine Laffite (divenuta
in seguito Martine Catta) animavano
a Parigi una scuola di preghiera di Padre Henri Caffarel. Entrambi
avevano sentito parlare del Rinnovamento; Pierre da Padre Jean-Paul
Regimbal o.ss.t., e Martine da Jean Venier, ma la loro ora non suonò
prima del 13 febbraio 1972, grazie alla mediazione di Xavier Le
Pichon, un giovane ingegnere, e di sua moglie, di ritorno dagli Stati
Uniti, dove erano rimasti per diversi anni per motivi professionali.
Colpiti dal Rinnovamento americano, essi erano ansiosi di raccontare
ai loro compatrioti ciò che stava succedendo oltre-Oceano. “Il 13
febbraio - racconta Martine - essi vennero alla scuola di preghiera e
resero una testimonianza formidabile su ciò che avevano veduto.
Accadde allora qualcosa di fantastico: uno dopo l'altro - eravamo
circa una quarantina di persone - chiedemmo di ricevere l'”effusione
dello Spirito” precisandone il motivo di tale richiesta”» 120.
Dopo aver ricevuto il «battesimo nello Spirito», nacque in essi
il «desiderio
di ritrovarci per pregare, e per rileggere gli "Atti degli
Apostoli"».
E fu così che nacque la Comunità Emmanuel,
passata da cinque membri nel 1972, a cinquecento solamente un anno
dopo.
- La
Comunità del Leone di Giuda e dell'Agnello Immolato
«Gérard
Croissant era un pastore protestante che conduceva alcuni studi
teologici. In un epoca molto "laboriosa" per la vita
comunitaria, egli percorse tutta la Francia per visionare tutto ciò
che esisteva in materia: Comunità politiche, Comunità rurali,
ecc... Una di queste Comunità era cara al suo cuore: L'Arca di Lanza
del Vasto; fu lì che egli ricevette l'"effusione dello
Spirito". Tale avvenimento diede una nuova consistenza alla
ricerca comunitaria di Gérard Croissant il quale, nel 1974,
accompagnato dalla moglie Josette e da un altra coppia, si installò
a Valence, (una
città nel dipartimento del Drôme) in
un antico presbiterio della Chiesa riformata» 121.
Questo fu il punto di partenza della Comunità del Leone di Giuda,
che si formò più tardi a Cordes.
- Comunità Chemin
Neuf
«Quando
Laurent Fabre ricevette l'«effusione dello Spirito», aveva al suo
attivo quattordici anni di formazione gesuita, un'esperienza di
animazione di gruppo, e alcuni impegni presi in politica. Rievocando
questo periodo, Fabre ha affermato: “Lo straordinario nella vita
spirituale non mi interessava minimamente; ritenevo che ciò che
contava e che era veramente importante era la quotidianità, la
volontà di Dio giorno per giorno”. Ma a ribaltare completamente le
convinzioni di Laurent Fabre e del suo confratello Bertrand Lepesant,
giunse Mike, un gesuita americano arrivato alla scuola di Fourvière
nel 1974, il quale aveva militato nel Rinnovamento nello Spirito
statunitense. Laurent e Bertrand si chiesero: “Dopo aver condotto
per diversi mesi una piccola inchiesta di carattere prettamente
intellettuale - racconta Laurent - decidemmo di chiedere al Signore
mediante la preghiera che ci indicasse se questa corrente di pace, di
amore e di ricerca di Dio doveva interessare non solo la Chiesa, ma
anche le nostre persone. Andammo dunque a trovare questo fratello
gesuita americano per chiedergli di pregare con noi in quel
week-end”. Nel corso di quest'ultimo, Laurent e Bertrand avrebbero
chiesto l'”effusione dello Spirito”, “affinché questo Spirito
ricevuto al momento del nostro battesimo non
incontri più ostacoli in noi, e
sia veramente libero di agire nelle nostre vite”.
Per Laurent, questo fine-settimana fu una lotta, un “combattimento
spirituale” tra “le forze della vita e quelle della morte”.
L'esistenza di quest’uomo di trentadue anni doveva essere
definitivamente cambiata» 122.
Poco tempo dopo il loro «battesimo nello Spirito», ricevuto
nell'estate del 1973, Laurent Fabre e Bertrand Lepesant partirono per
gli Stati Uniti per prendere conoscenza di ciò che accadeva negli
ambienti carismatici. Ritornati a Lione, essi lanciarono l'idea di
una vita comunitaria improntata sul Rinnovamento nello Spirito;
quest'idea prese forma nella Comunità Chemin
Neuf.
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Imposizione
delle mani ed «effusione dello Spirito»...
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- Comunità
della Théophanie
Il
giorno di Pentecoste del 1972, Jacques Langhart, Yves e Nicole
Caponi, e un altra coppia fondarono una Comunità di vita: «Nel
corso di uno dei primi incontri della nuova Comunità, durante la
preghiera, accadde ad Yves qualcosa di straordinario:
“Improvvisamente - scrisse egli in seguito - mi sentii
irresistibilmente spinto a chiedere di ricevere l'imposizione delle
mani (pur non conoscendo ancora nulla del significato di questo
gesto). Quello che avvenne allora non è possibile esprimerlo a
parole. Grondante di lacrime di pentimento, feci un'esperienza che ci
sconvolse tutti. Per circa una mezz'ora, tutti noi fummo come immersi
in un bagno d'amore e di pace, e vivemmo un momento di intensa
comunione”. Anche Jacques Langhart - che attualmente si fà
chiamare Padre Jacob - raccontò la sua versione dei fatti: “Sul
momento, non capimmo ciò che gli era esattamente successo.
Comprendemmo unicamente che Dio lo aveva afferrato, e che una potenza
lo aveva come invasato”.
Solamente un mese più tardi, al Centro Evangelico della Comunità
"Porte Ouverte", fu loro spiegato che si trattava del
“battesimo nello Spirito”. Fu lì che, “nel bel mezzo di una
folla di evangelici”, e “malgrado le loro perplessità”, anche
gli altri membri della Comunità "Théophanie" ricevettero
l'”effusione dello Spirito” dalle mani di Padre Régimbal, una
religioso canadese. “Non si dirà mai a sufficienza - scrisse Yves
- come quest'esperienza fu determinante per l'avvenire della
Comunità”» 123.
- «È accaduto
qualcosa di fantastico: gli uni dopo gli altri - eravamo in una
quarantina - abbiamo chiesto di ricevere l'”effusione dello
Spirito»(Comunità Emmanuel; 13 febbraio 1972);
-
«(L'”effusione dello Spirito”) diede una nuova
consistenza alla ricerca comunitaria di Gérard Croissant» (Comunità
del Leone di Giuda);
- Dopo aver
ricevuto l'«effusione dello Spirito», «l'esistenza di
quest'uomo di trentadue anni (Laurent Fabre, fondatore della
Comunità Chemin Neuf)doveva essere definitivamente
cambiata» (Comunità Chemin Neuf);
- «Non
si dirà mai a sufficienza come quest'esperienza fu determinante per
la vita della Comunità» (Comunità della Théophanie).
In
definitiva, l'«effusione dello Spirito», sia che sia stata ricevuta
in ambiente acattolico (come avvenne per i due primi membri del
Rinnovamento nello Spirito americano o per il fondatore della
Comunità del Leone di Giuda), o in ambiente cattolico, essa ha
costituito per ogni Comunità l'elemento decisivo a partire dal quale
tutto è cambiato ed è stato costruito.
l Un
doppio radicamento pentecostale
Il Rinnovamento carismatico cattolico francese è dunque radicato nel pentecostalismo tramite due canali paralleli:
- mediante
una catena di battesimi nello Spirito che, in definitiva, sembra
rimontare a quello che ricevettero gli universitari cattolici Keifer
e Bourgeois, a Pittsburg nel 1967, all'interno di un gruppo di
preghiera pentecostale;
- tramite una
linea d’influenza che va:
- dal
pentecostale Scott che introdusse il pentecostalismo in Francia;
- ad alcuni
pastori come Roberts, Bremond e Dallière;
-
e da questi ai dirigenti del Rinnovamento nello Spirito
cattolico.
l L'influenza di Marthe Robin e dei Foyers de Charitè
l L'influenza di Marthe Robin e dei Foyers de Charitè
È più
che evidente che, oltre a quelle del pentecostalismo e del
Rinnovamento americano, altre influenze sono state esercitate sul
nascente Rinnovamento nello Spirito cattolico francese. Così Monique
Hébrard mette in evidenza i legami esistenti tra le Comunità
carismatiche da una parte, e dai Foyers
de Charité e
dalla falsa mistica Marthe
Robin (1902-1981)
dall'altra: «Alcuni
luoghi sono molto privilegiati dalle Comunità. È il caso dei
"Foyers de Charité". Quasi tutte le Comunità avevano dei
legami mistici con la veggente Marthe Robin, e presso di lei tenevano
numerosi e frequenti ritiri. Le C.C.F. (Comunità
Cristiane di Formazione) mettono
particolarmente l'accento sulla formazione spirituale (a La Roche
d’Or) 124 e
umana (a
P.R.H.: Personnalité
Relations Humaines)» 125. «D'altronde,
i Foyers de Charité coltivano dei legami profondi con molte
Comunità: per la fondazione di Cantaque, la "Théophanie"
si è ispirata ai Foyers de Charité.
Per Jean-Michel Rousseau, essi sono “una delle terre-madri della
Comunità”» 126.
Ecco un'altra indicazione a questo riguardo: «Nel
1975, il “pastore” della Comunità (Emmnauel),
dopo aver riunito i membri del Rinnovamento a Roma, si sentì
attratto dalla chiesa di Paray-le-Monial. Marthe Robin lo confermò
in questo cammino: “Paray non sarà solamente il centro del
Rinnovamento, ma ne sarà il Cuore”» 127.
La testimonianza più stupefacente ce la fornisce fratel Ephraïm
(Gérard Croissant), fondatore della Comunità del Leone di Giuda,
nel suo libro Les
pluies de l’arrière-saison: naissance d'une communauté
nouvelle 128.
Eccone un estratto: «Decisi
così di passare questa terza notte (era il 2 giugno 1975) in
preghiera, essendo la luce garante della vigilanza. Ricevetti una
grazia straordinaria di orazione, e, in spirito, assistetti ad un
discorso tra Lanza del Vasto e Marthe Robin, che ancora non
conoscevo. Venni strappato da questa visione da alcuni colpi alla
porta; il mio orologio faceva le due del mattino. Aprii e mi trovai
alla presenza di una donna consacrata che avevo incontrato a
Grenoble. Essa mi disse che stava rientrando da
Châteauneuf-de-Galaure dove mi aveva procurato un incontro con
Marthe Robin, e aggiunse: “Se non vuoi andare da Marthe, ella verrà
da te”» 129.
Gérard Croissant fece allora la sua prima visita a Marthe Robin.
Dopo aver accennato ad un «legame
spirituale nell'invisibile» tra
Marthe e lui, egli aggiunge: «Marthe
mi chiese allora di passare al cattolicesimo. Io obiettai che,
essendo conosciuto come un pastore protestante, lo scandalo sarebbe
stato inevitabile, e io non volevo essere occasione di caduta per
alcuno. “Non ci sarà nessuno scandalo; ve lo prometto. Non ci sarà
nessuno scandalo, perché è giunta l’ora”. “È giunta l’ora”».
Questa frase lo opprimeva. «In
effetti, ella mi informò del fatto che già da alcuni decenni alcuni
pastori desideravano passare al cattolicesimo. Uno di essi, un loro
capo-fila, era il pastore Louis Dallière. Benché a quell'epoca essi
recitassero già il rosario con lei, glielo
aveva impedito perché
non era ancora giunto il momento. Ma ora bisognava farlo, e ciò era
doveroso» 130.
Ecco altre testimonianze inerenti ad altre visite: «Un'altra
volta, parlando di me, ella mi paragonò a Padre Liberman, di cui non
mi aveva mai parlato [...].
Marthe mi aveva detto: “Lei si ispira ai protestanti”, con la sua
voce forte. Questo è ciò che avvenne» 131.
l L'influenza
delle scienze umane
Nella
descrizione del gruppo di preghiera carismatica che abbiamo visto più
sopra, dom Massabki sottolinea il ruolo dell'animatore - il più
delle volte un laico - che la presiede: «(L'animatore) non
dirige affatto la preghiera. Tuttavia, egli ricopre un ruolo
d'”autorità”; egli può, ad esempio, intervenire per “spegnere”
un'esaltazione divenuta eccessiva, o per reincanalare l'assemblea
nella lode, in un maggior silenzio, o in un maggior reciproco
ascolto» 132.
A sua volta, Padre Caffarel precisa: «Ad
un certo punto, appare evidente il pericolo di cadere
nell'esaltazione; è allora che sta agli animatori di saper
“smorzare” la montata emozionale» 133.
In queste poche righe è possibile percepire il posto di rilievo che,
nel Rinnovamento nello Spirito, occupano quelle che oggi vengono
definite le «scienze umane». Spiega Bertrand Lepesant, fondatore
della Comunità Puit
de Jacob: «Ènecessario
formare le persone e prendere in considerazione le scienze
umane» 134. «A
proposito dei quattro assi portanti della formazione (della
Comunità Chemin
Neuf),
è interessante notare che la conoscenza di sé stessi e delle
proprie possibilità richieda l'intervento di psicologi e di tecniche
moderne come l'animazione di gruppo e l'allenamento alla
conversazione» 135.
- Il
ricorso alle sessioni P.R.H.
La
sigla P.H.R. sta
per Personnalité
et Relations Humaines.
Si tratta di un organismo di formazione la cui sede è a Poitiers.
«(Esso) si
propone di favorire lo sviluppo delle persone, aiutandole a
migliorare le loro relazioni, e di contribuire ad un miglior
funzionamento dei gruppi e dei corpi sociali»136.
Negli anni 1968-1972 (ossia poco prima della nascita del Rinnovamento
nello Spirito in Francia), le sessioni P.R.H. sono
state utilizzate su larga scala da numerose congregazioni religiose
francesi; alcune religiose designate come «formatrici» vi seguirono
dei corsi speciali per poi ripeterli in un secondo tempo nelle
rispettive Comunità. Monique Hébrard sottolinea il ruolo
del P.R.H. nella
formazione dei membri della Comunità cristiana di formazione e della
Comunità del Puit
de Jacob: «Sono
tre anni che la Comunità cristiana di formazione di Poitiers segue
questo fine-settimana “A” (fine settimana di formazione). Guidato
originariamente da Jean-Michel Rousseau, esso è attualmente diretto
da tutti i membri della Comunità, senza alcuna differenza. Questa
“scienza” di tutto un gruppo, e questo equilibrio riscontrabile
in ognuno, non li hanno trovati unicamente con l'effusione dello
Spirito Santo. A Poitiers si accetta l'apporto delle scienze umane e
della “tecnica”. Così Rousseau si è ispirato alla tecnica
"Canergie". Un buon cristiano è anche un uomo equilibrato:
ogni membro della Comunità segue una formazione P.R.H.» 137.
Parlando dell'intuizione di Jean-Michel Rousseau, fondatore della
Comunità cristiana di formazione, Monique Hébrard scrive: «Nel
luglio del 1972, Rousseau tenne una sessione P.R.H.. Nel settembre,
scoprì la Comunità di Ann Arbor, negli Stati Uniti. Doppia
sorpresa: “Il sogno di Comunità cristiana che avevo nutrito
sembrava potersi realizzare” [...].
Fin dall'inizio, e tuttora, quest'intuizione era fecondata da tre
correnti: il Rinnovamento nello Spirito, il P.R.H. e i Foyers de
Charité, luogo di predilezione per i ritiri dei giovani della
Comunità 138.
Ai nostri giorni, Dio suscita nella Chiesa dei movimenti
particolarmente ricchi, spiega Rousseau. C'è il Rinnovamento nello
Spirito, ma esso non è completo, e non è che uno di questi
movimenti. Vedo cose straordinarie grazie al P.R.H., ai Foyers de
Charité, ai Mess Aje, ai Focolarini...» 139.
Stessa insistenza circa le sessioni P.R.H. presso
la Comunità Puit
de Jacob: «Numerosi
sono i membri della Puit de Jacob che tengono sessioni P.R.H. e
ritiri alla Roche d'Or» 140.
- Alcune
caratteristiche delle sessioni P.R.H.
Esse sono
state concepite da un sacerdote. Sul piano psicologico, si oppongono
alle teorie freudiane facendo riferimento a tre lunghe citazioni
di Carl Rogers (1902-1987), in particolare sul suo
libro Developpement de la personne, del 1965;
complessivamente, esse orientano verso la ricerca dell'«io profondo»
che dovrebbe, secondo Rogers, essere tenuto in considerazione. Sul
piano umano, esse mettono l'accento sul «vissuto», sul «sentito»,
sull'«esperienza personale», sull'«intuizione», a detrimento del
razionale, del ragionato e dello «spirito cartesiano». Le sessioni
insistono sul rispetto delle differenze. Preoccupandosi della
comprensione, del rispetto delle differenze di tutti gli ordini, esse
privilegiano, nel modo di pensare, la sincerità rispetto alla
verità. Si sviluppa una teoria psicologica basata sulle tre zone
della personalità e si utilizza una forma di analisi «profonda»:
scendere «a livello del vissuto» per discernere ciò che si vive;
l'essenziale è percepire ciò che si vive... L'intelletto, grazie ad
un'attenzione che si applichi nei più vari ambiti, decifra
lentamente questo «vissuto», lo esplora, lo rende cosciente e gli
dà un nome. Questa analisi profonda dovrebbe condurre ad un
miglioramento dell'essere... dovrebbe realizzare la sua unità... e
grazie ad essa si dovrebbe poter ritrovare la via verso la pace e
l'unità. L'importanza data alla formazione P.R.H.da due
Comunità carismatiche illustra il ruolo delle scienze umane nel
Rinnovamento; essa manifesta l'esistenza di un'armonia tra
quest'ultimo e quello che Jean-Michel Rousseau chiama la «corrente
P.R.H.». Infatti, le Comunità religiose che erano state formate
da sessioni di tipo P.R.H. nel corso degli anni
1968-1972 erano predisposte ad accogliere il Rinnovamento.
l Cause
che hanno contribuito al successo del Rinnovamento nello Spirito
Numerose sono
le cause che hanno contribuito al rapido successo del Rinnovamento
nello Spirito in Francia e in tutto il mondo. Ne abbiamo individuate
almeno cinque:i
- il fatto di
rispondere ad una certa attesa;
- l'appoggio
accordatogli da numerose personalità e dagli organi di stampa
cattolica;
- gli
incoraggiamenti episcopali;
- le
approvazioni romane;
- il gusto
del meraviglioso e il bisogno di «sentire» Dio.
- La
risposta ad una certa attesa
Il
già citato Rapporto
Episcopale emette
questa diagnosi: «Molte
persone, povere o ricche, non a loro agio nella società
tecnico-burocratica e nella nostra Chiesa dalle strategie erudite,
trovano nel Rinnovamento un'accoglienza che gli permette di uscire
dalla solitudine, di sopportare un mondo indifferente e ostile alla
fede, di rimanere saldi nella speranza e di agire. Fornendo ai suoi
membri degli obiettivi d'azione semplici e immediatamente
accessibili, Il Rinnovamento, in un altra maniera ancora, interpella
la Chiesa» 141.
È un fatto che moltissimi cattolici si sentono delusi, specialmente
dopo l'abbandono della liturgia tradizionale e con l'introduzione di
riti e di pratiche nuovi: Messe in cui predomina la «liturgia della
Parola», preghiere universali politicizzate, perdita del senso della
preghiera e dell'adorazione, attività parrocchiali spesso
monopolizzate da un nucleo di militanti di spirito modernista... Del
resto, un certo numero di fedeli finiscono per trovare insopportabili
le discussioni intavolate tra i progressisti e coloro che vengono
definiti integristi. Da qui un appello più o meno cosciente a
qualcosa di diverso. Il Rinnovamento nello Spirito si presenta come
una risposta a questo appello. Una risposta molto seducente visto che
esso appare come qualcosa di nuovo e allo stesso tempo come qualcosa
di tradizionale 142.
- Qualcosa di nuovo: esso è un movimento in piena espansione, che dà prova di uno zelo ardente, animato da dei giovani, liberato dalla lentezza che opprime le vecchie istituzioni, e che sembra aver superato la rivalità tra integrismo e progressismo;
- Qualcosa di nuovo: esso è un movimento in piena espansione, che dà prova di uno zelo ardente, animato da dei giovani, liberato dalla lentezza che opprime le vecchie istituzioni, e che sembra aver superato la rivalità tra integrismo e progressismo;
-
Qualcosa di tradizionale: con un ritorno alla preghiera e
all'adorazione da cui tanti fedeli si sono allontanati all'indomani
della riforma liturgica 143,
per mezzo di una asserita fedeltà alla Chiesa, e di un manifesto
impegno di formazione dottrinale.
- L'appoggio accordatogli da numerose personalità e dagli organi di stampa cattolica
- L'appoggio accordatogli da numerose personalità e dagli organi di stampa cattolica
In questo
movimento contemporaneamente nuovo e tradizionale, si impegnano,
grazie alla fiducia che in esso trovano, come membri o come
collaboratori, alcuni religiosi che godono di un prestigio e di una
grande influenza. Quando alcune personalità come Padre
Marie-Dominique Philippe o.p. (1912-2006), Padre
Manteau-Bonamy o.p., Padre Daniel Ange,
dom Grammont o.s.b., don du Bec-Hellouin, Padre
René Laurentin danno il loro contributo alle attività di questa o
di quell'altra Comunità carismatica, e garantiscono circa la bontà
di tale movimento.
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|
|
Padre
M.-D. Philippe
|
Padre
Daniel Ange
|
Jean
Daujat
|
Ecco alcuni
esempi riguardanti l'apporto di alcune riviste, bollettini o giornali
cattolici (francesi) alla causa del Rinnovamento nello Spirito:
- Famille
chrétienne: questo settimanale ha dedicato numerosi articoli
al Rinnovamento, presentandolo sotto una luce molto favorevole;
- Doctrine
et vie: il bollettino di collegamento del Centre
d'études religieuses («Centro Studi religiosi») di Jean
Daujat (1906-1998), nel numero di aprile del 1985,
raccomanda le riviste carismatiche Il est vivant (Cahiers
du Renouveau) e Feu et lumière, e i ritiri
organizzati nella tenuta del Burtin dalla Comunità del Leone di
Giuda;
- Amour
sans frontières: quasi la metà del nº 35 (estate 1983)
della rivista degli amici di Madre Teresa di Calcutta in Francia è
consacrato all'elogio del Rinnovamento;
- L'homme
nouveau: nel numero del 2 giugno 1985 sono state segnalate le
sessioni internazionali estive organizzate a Paray-le-Monial dalla
Comunità Emmanuel.
Di questi
diversi contributi alla propaganda del Rinnovamento, il più
importante è certamente quello di Famille chrètienne,
che ha dedicato a questo argomento tutta una serie di articoli.
- Gli
incoraggiamenti episcopali
Un certo
numero di Vescovi si sono mostrati apertamente favorevoli al
Rinnovamento nello Spirito. Non solo essi non hanno messo in guardia
i fedeli contro il tale o il tal'altro pericolo, ma hanno persino
approvato questi pericoli. Tuttavia, tali approvazioni sono state
formulate in modo da sembrare un semplice consiglio paterno. Ecco
alcuni esempi:
-
Presenza del Cardinal Suenens e di Mons. Léon-Arthur
Elchinger (1908-1998)
al Raduno europeo carismatico ed ecumenico di Strasburgo nel 1982;
-
Partecipazione di otto Vescovi alle sessioni internazionali del
Rinnovamento nello Spirito nell'estate del 1984 144;
-
Presa di posizione favorevole (malgrado un certo numero di riserve)
di Mons. Marcus,
nel suo rapporto sul Rinnovamento nello Spirito, presentato
all'assemblea plenaria dell'episcopato francese tenutasi a Lourdes,
nel 1982. «Il
bilancio positivo del Rinnovamento è incontestabile»,
afferma questo rapporto 146.
- Le
approvazioni romane
Agli
incoraggiamenti prodigati dai Vescovi di diversi Paesi vanno aggiunti
quelli della Santa Sede. A più riprese, sia Paolo
VI (1897-1978) cheGiovanni Paolo II (1920-2005)
hanno accolto molto favorevolmente i membri del Rinnovamento nello
Spirito recatisi a Roma per un convegno o in pellegrinaggio. Ecco
alcuni stralci estratti da alcune allocuzioni di Paolo VI e di
Giovanni Paolo II in queste occasioni:
|
|
A
sinistra: Paolo VI riceve una delegazione di leaders protestanti.
Il personaggio alla sua destra è il neo-pentecostale David
Duplessis. A destra: Giovanni Paolo II abbraccia Ralph
Martin, leader del Rinnovamento carismatico
statunitense.
|
-
19 maggio 1975; allocuzione di Paolo VI ai 10.000 partecipanti del 3º
Congresso Internazionale del Rinnovamento: «La
Chiesa e il mondo hanno più che mai bisogno che il prodigio della
Pentecoste si rinnovi nella Storia. In effetti, inebriato dalle sue
conquiste, l'uomo moderno ha finito per immaginarsi che, secondo le
espressioni dell'ultimo Concilio, “egli è il fine di sè stesso,
il solo artefice e il demiurgo della propria storia”. Ahimè! Per
quanti di coloro che, per tradizione, continuano a professare la sua
esistenza, e, per dovere, a rendergli un culto, Dio è diventato uno
straniero nella vita! Niente è più necessario per un tal mondo,
sempre più secolarizzato, che la testimonianza di questo
“Rinnovamento spirituale”, che vediamo lo Spirito Santo suscitare
oggi nelle regioni e negli ambienti più diversi [...].
Questo “Rinnovamento spirituale” non potrebbe forse essere una
chance per la Chiesa e per il mondo? E come, in questi casi, non
prendere tutti i mezzi esso lo diventi»? 147.
-
11 dicembre 1979; udienza concessa al Cardinal Suenens e ai membri
dell'I.C.O. («Ufficio
Internazionale di comunicazione del Rinnovamento carismatico
cattolico») da Giovanni Paolo II: «Il
mondo ha tanto bisogno dell'azione dello Spirito Santo, ha tanto
bisogno di strumenti al suo servizio. La situazione mondiale è
pericolosa, molto pericolosa. Il materialismo, tutte le diverse forme
di materialismo, si oppongono alla vera dimensione dell'essere umano.
Lo Spirito Santo si rivela al nostro spirito e noi iniziamo
nuovamente a vivere, a trovare la nostra identità, la nostra piena
umanità! Il materialismo è la negazione dello spirituale. Abbiamo
bisogno dell'azione dello Spirito Santo [...]. È per
questo motivo che sono convinto che questo movimento è una
componente molto importante del Rinnovamento spirituale della
Chiesa» 148.
-
23 novembre 1980; allocuzione di Giovanni Paolo II ai 18.000
pellegrini italiani, membri del Rinnovamento nello Spirito: «Il
Rinnovamento nello Spirito sarà autentico e avrà una vera fecondità
nella Chiesa, non tanto nella misura in cui esso susciterà dei
carismi straordinari, ma nella misura in cui guiderà il più gran
numero possibile di fedeli, nel loro cammino quotidiano, nello sforzo
umile, paziente e perseverante per conoscere sempre i misteri di
Cristo e per testimoniarli» 149.
-
7 marzo 1981; estratto dal discorso di Giovanni Paolo II ai
partecipanti alla 4ª Conferenza Internazionale dei dirigenti del
Rinnovamento carismatico cattolico riuniti a Roma dal 4 al 9 maggio
1981: «Papa
Paolo VI considerava il movimento per il Rinnovamento nello Spirito
“una chance per la Chiesa e per il mondo”, e i sei anni trascorsi
dopo questo Congresso hanno giustificato le speranze ispirate da
questo modo di vedere. La Chiesa ha visto i frutti della vostra
devozione alla preghiera unita ad un grande sforzo di santità di
vita e di amore per la Parola di Dio. Abbiamo notato con gioia tutta
particolare i mezzi con cui i dirigenti del Rinnovamento hanno sempre
più sviluppato un'ampia visione ecclesiale ed esercitato degli
sforzi affinché questa visione divenga in modo crescente una realtà
per coloro che contano su essi per essere guidati. Abbiamo anche
visto i segni della vostra generosità nel condividere, con amore e
con giustizia, i doni di Dio con gli sfortunati di questo mondo, in
modo che tutti gli uomini possano sperimentare la dignità che essi
possiedono in Cristo. Possa l'opera d'amore già iniziata in voi,
essere condotta con successo al suo compimento [...].Molti
Vescovi hanno ovunque nel mondo indirizzato, sia individualmente che
nel quadro delle rispettive Conferenze Episcopali, degli
incoraggiamenti e delle direttive al Rinnovamento carismatico -
persino garantendo personalmente - e aiutato la Comunità cristiana a
meglio comprendere il suo posto nella Chiesa. Esercitando così la
loro responsabilità pastorale, i Vescovi ci hanno reso un grande
servizio offrendo al Rinnovamento un modello di crescita e di
sviluppo pienamente aperto a tutta la ricchezza dell'amore di Dio per
la sua Chiesa» 150.
-
9 ottobre 1984; incoraggiamento di Giovanni Paolo II al ritiro
sacerdotale organizzato dall'Ufficio Internazionale del Rinnovamento
carismatico cattolico che ha visto la partecipazione a Roma di «circa
6.000 sacerdoti, ottanta Cardinali e Vescovi provenienti da oltre
centoventi Paesi» 12
dal 5 al 9 ottobre: «Una
saggia pedagogia spirituale dovrà, sempre più, tener conto del
fatto che il cammino della santità è un processo di crescita verso
la maturità o, come ha detto l'Apostolo Paolo, verso “lo stato di
uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di
Cristo” (Ef 4, 13). Alcune esperienze di entusiasmo religioso, che
il Signore talvolta accorda, non sono che delle grazie iniziali e
transitorie, che hanno come scopo quello di stimolare verso l'impegno
preso della conversione, camminando coraggiosamente nella fede, nella
speranza e nell'amore. A questo riguardo, sarà molto utile
approfondire la dottrina dei grandi maestri della vita spirituale, da
Sant'Agostino a San Bernardo, da Ignazio di Loyola a Teresa di Gesù:
essi presentano la vita cristiana come un lungo cammino, nel quale il
progresso è sostenuto e guidato dallo Spirito, che mette alla prova
ogni cristiano, e lo conduce attraverso notti oscure e giornate
luminose, verso questa novità di vita che è la santità. In essa
brillano allo stesso tempo la maturità umana, la fedeltà evangelica
e la fecondità apostolica, nell'adesione umile e generosa alla
volontà di Dio, ricevuta e compiuta nella normalità del quotidiano.
Nella misura in cui il cristiano diviene trasparente a questa azione
dolce e potente dello Spirito, esso sperimenta in sé stesso
l'esperienza della manifestazione progressiva di quei “frutti dello
Spirito” che sono “amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza,
bontà, fedeltà, dolcezza, dominio di sè” (Gal 5, 22), e la sua
vita, anche se privata di singolarità esteriori, diventa
irradiazione di luce e di calore per quelli che hanno la grazia di
avvicinarlo» 151.
Quindi, secondo Paolo VI e Giovanni Paolo II il «movimento
per il Rinnovamento nello Spirito» può
essere considerato come «una
chance per la Chiesa e per il mondo».
Tali approvazioni hanno avuto un certo peso. Quando Michèle
Reboul scrisse
su Le
Figaro un
articolo critico sul Rinnovamento nello Spirito,
intitolato «L'illuminisme
charismatique»,
fu proprio appoggiandosi su tali approvazioni che Jean
Bourdarias gli
replicò qualche settimana dopo sullo stesso giornale senza nemmeno
peritarsi di rispondere alle sue critiche 152.
|
|
16
maggio 2010: migliaia di aderenti al Rinnovamento
carismatico
raccolti in Piazza San Pietro.
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- Il
gusto per il «meraviglioso» e il bisogno
di «sentire» Dio
Una
causa forse più profonda del successo del Rinnovamento viene esposta
da Padre Caffarel nel suo libro Le
Renouveau charismatique interpellé:«Presso
coloro che entrano nel “Rinnovamento”, una motivazione sembra
determinante per un gran numero di essi. È il desiderio di
un incontro
con Dio in un'esperienza
carismatica.
O, più precisamente ancora, un duplice desiderio: quello di
un'esperienza soggettiva della presenza attiva dello Spirito Santo,
accompagnata da sentimenti di fervore e di gioia, e quello dei
carismi (inabituali) che sono il “parlare in lingue”,
l'interpretazione, la profezia, la guarigione, il
discernimento [...].
Questo è ciò che si va cercando nel “Rinnovamento carismatico”,
perché è questo che il movimento propone e promette per mezzo della
sua letteratura, dei suoi dirigenti e dei suoi raduni».
Tale constatazione risalente al 1976 resta valida anche ai nostri
giorni. Prosegue Padre Caffarel: «Promessa
che trova in molte persone un'eco molto profonda, poiché in tali
persone essa raggiunge due aspirazioni innate dell'animo umano: il
gusto per il “meraviglioso” e il bisogno di “sentire” Dio. La
storia religiosa dell'umanità ci insegna che un movimento che riesce
a presentarsi come rispondente all'una e (o) all'altra di queste due
aspirazioni esercita sempre una forte attrazione. Esso ridesta e
mobilita, nel più intimo dell'anima umana, dei potenti slanci -
coscienti o incoscienti - affettivi, istintivi e metafisici. La
storia dei rinnovamenti, dei risvegli e delle sètte lo testimoniano.
Solo così si spiega il rapido sviluppo del “Rinnovamento
carismatico”: grazie ai mass-media e alle tecniche moderne di
diffusione, la sua “promessa” è stata rapidamente molto
conosciuta ed esso può così vantare numerose adesioni» 153.
SECONDA PARTE
VALUTAZIONI
Nella prima
parte, d'informazione generale, ci siamo - per quanto possibile -
volontariamente astenuti dal portare giudizi di valore. Non sarà
così in questa seconda parte, in cui verrà presentato un tentativo
di valutazione del Rinnovamento (elementi positivi, elementi negativi
e riserve della Gerarchia).
l Elementi
positivi del Rinnovamento
Sulla scorta
della descrizione che abbiamo appena fatto, il Rinnovamento nello
Spirito si presenta come un fenomeno complesso contenente alcuni
elementi che, a priori, sembrano difficilmente compatibili gli uni
con gli altri. Ad esempio, nella stessa rivista o in seno alla stessa
Comunità convivono:
-
l'insegnamento di Padre Marie-Dominique Philippe 156 e
quello dei «frati» calvinisti di Taizé Roger Schutz e Max
Thurian 157;
-
la diffusione di opere di Santa
Teresa d'Avila (1515-1582)
e quella di manuali del percorso catechistico estremamente
progressista Sèquences 158.
Occorre dunque fare un bilancio. Iniziamo con l'inventario dei
fattori positivi. Li descriveremo così come essi compaiono nel libro
di Monique Hébrard intitolato Les
nouveaux disciples e
nelle riviste Cahiers
du Renouveau delle
Comunità Emmanuel, Tychique e Chemin
Neuf.
Ci si dirà: «Voi
citate dei testimoni che sono nel contempo giudici e parte in causa».
Senza dubbio; ma la loro testimonianza ci è parsa essere sincera e
riflettere un aspetto reale delle cose.
- Atteggiamento
generale
Monique
Hébrard, nel suo Les nouveaux disciples: voyages à travers
les communautés charismatiques, mette in evidenza le seguenti
caratteristiche del Rinnovamento:
- il calore
umano delle Comunità;
-
l'entusiasmo, lo zelo e la generosità dei suoi membri;
-
l'assenza di rispetto umano che si manifesta particolarmente in
alcune forme di apostolato nella strada: «Oltrepassando
la porta del Leone di Giuda si entra in un altro mondo in cui tutto è
bello, calmo, lento e gioioso. I fratelli e le sorelle che si
incrociano portano sul volto l'impronta di quella pace interiore che
trasfigura anche i lineamenti meno gradevoli. Si viene accolti come
l'amico atteso, quando invece non si è che uno sconosciuto
visitatore 159 [...].
Dopo questo week-end sono stata contagiata dalla gioia,
dall'ottimismo fondamentale e misurato dei giovani della Comunità di
Poitiers. Una gioia fondata sulla riconciliazione tra le aspirazioni
profonde dell'uomo e la chiamata di Dio» 160. «Uno
alla volta, una decina di adolescenti prendono il microfono sia per
dare una testimonianza che per insegnare. Quale forza nelle loro
parole! Quale fiamma nei loro occhi! Sconvolti, abbiamo ascoltato gli
Agostino e i San Giovanni Crisostomo di domani» 161.
- Vita
di preghiera
Insistendo
sulla preghiera e sulla vita di preghiera, il Rinnovamento nello
Spirito agisce in contropiede rispetto al materialismo e
all'indifferentismo religioso della nostra epoca. Questo ritorno alla
preghiera si manifesta in diversi modi; similmente ai gruppi di
preghiera pentecostali, il Rinnovamento ha rispolverato alcune forme
tradizionali di preghiera:
- adorazione
del SS.mo Sacramento (durante il Raduno carismatico del 1983 ad Ars,
c'è stata l'adorazione diurna e notturna);
- processione
del SS.mo Sacramento;
-
pellegrinaggi (a Paray-le-Monial, ad Ars, a Le Laus, a Roma, ecc...).
È certamente confortante vedere Paray-le-Monial soppiantare Taizé
come grande centro di pellegrinaggi per i giovani;
-
la pratica della confessione viene incoraggiata e i sacerdoti del
Rinnovamento si immergono in questo ministero fondamentale. Ecco, in
proposito, la testimonianza di Daniel Ange: «In
una regione dell'America del Nord, alcuni cristiani passano una notte
intera su autocarri speciali per andare a confessarsi al Centro
carismatico di Granby, dove i sacerdoti sono numerosi, disponibili e
accoglienti» 162;
-
la Medaglia miracolosa e i sacramentali non vengono dimenticati: «I
sacramentali ci proteggono dalle potenze delle tenebre. Come le
immagini sacre, essi ci ricordano la presenza di coloro che ci
accompagnano. Noi abbiamo anche la Medaglia miracolosa. Quando
viaggio, ne porto sempre 5-6.000 con me. La Madonna ha detto a Santa
Caterina Labouré: “Io proteggerò coloro che porteranno questa
medaglia con fiducia”, e a questa medaglia sono state legate molte
benedizioni» 163.
-
La Comunità Emmanuel ha
costituito S.O.S.
prière: «Creato
nel 1979 [...],
questo servizio permanente di preghiera, in cui cinquanta persone
pregano a turno costantemente giorno e notte, risponde a più di
50.000 richieste all'anno. Nell'intervallo tra una comunicazione e
l'altra, ognuno si impegna ad intercedere ai piedi del SS.mo
Sacramento [...].
L'importanza della Presenza Reale è primordiale. Spesso, ci
domandiamo: “Siete davanti al SS.mo Sacramento”? È importante
per quelli che sono malati, che sono la lavoro o dispersi in piena
campagna; essi non possono entrare in una chiesa, ma chi prega per
loro si trova davanti al SS.mo Sacramento» 164.
|
Raduni
di preghiera carismatica.
|
- Cura
della formazione dottrinale
Eccone alcune
manifestazioni:
- Comunità Emanuel
- Creazione
del Centro di formazione Université Internationale Jean-Paul
II;
- Conferenze
e articoli curati da Padre Marie-Dominique Philippe;
- Diffusione
per mezzo del Renouveau-service di un buon numero di
libri classici di formazione spirituale (Padri della Chiesa, autori
ascetici e mistici, e vite di Santi).
- Comunità Chemin
Neuf
- Creazione
del Centro di formazione di Poitières, vicino a Lione (formazione
spirituale, biblica e sulla vita della Chiesa).
- Comunità
del Leone di Giuda
«Il
ciclo di formazione dei membri della Comunità si sviluppa in tre
anni, nel corso dei quali viene assicurata una formazione alla vita
comunitaria, alla vita di preghiera, nonché una formazione
dottrinale: studi biblici e teologici, iniziazione all'ebraico [...].
Della formazione si incaricano alcuni membri della Comunità che sono
a loro volta formati in istituti della Chiesa: seminari per i
fratelli che si preparano al sacerdozio e Istituto cattolico per i
laici. Normalmente, la Comunità ricorre anche ad alcuni specialisti
che vengono ad animare certi tempi forti dell’insegnamento» 165.
Tramite il suo servizioDiakonia di
vendita di cassette, la Comunità del Leone di Giuda diffonde una
gran parte dei corsi impartiti da Jean Daujat al Centre
d'études religieuses.
- Attività
caritative e apostoliche
Le
realizzazioni sono molteplici, in particolare nel settore dei
soccorsi portati ai più sfortunati (barboni, drogati, ecc...).
Questo tipo di soccorsi costituisce l'attività principale della
Comunità di Berdine. Il suo fondatore Henri si è
sentito «incaricato
di missione presso gli smarriti» dopo
una conversazione con la madre superiora del Carmelo di Uzès. In
dieci anni, 3.000 persone sono passate a Berdine e vi hanno trovato
ospitalità e aiuti di ogni genere 166.
Dal suo canto, la Comunità del Leone di Giuda ha creato nel 1982
l'opera Mère
demiséricordie:
«(Il suo scopo è quello) di
venire incontro alle donne che si trovano a dover affrontare il
problema dell'aborto. Avendo constatato che l'aborto “non è mai un
atto banale” e senza conseguenze, i medici del Leone di Giuda e
tutta la Comunità hanno proposto ad alcune donne in pieno
smarrimento (disoccupate, sole e prive di affetto, ecc...) delle
“famiglie d’accoglienza” che le ospitano e le sostengono per
tutto il periodo della gravidanza e del parto. Se la giovane madre
persiste nel rifiuto del piccolo nato, esso viene allora adottato
dalla “famiglia d’accoglienza”» 167.
La Comunità Emmanuel ha
creato l'organismo Fidescoper
gli aiuti al Terzo Mondo: «La
“Fidesco” (“Fondazione Internazionale per lo Sviluppo
Economico, Sociale e Spirituale al servizio della Cooperazione”; si
tratta di una ONG - organizzazione non-governativa accreditata presso
la CEE) assicura, su richiesta dei Vescovi e delle Comunità
cristiane del Terzo Mondo, il sostegno finanziario e tecnologico ad
alcuni progetti e l'invio di cooperatori desiderosi di partecipare ad
uno sviluppo tecnico e spirituale, in collegamento con le chiese
locali» 168.
Attività segnalate: formazione di giovani agricoltori nella Costa
d'Avorio, chirurghi che curano i lebbrosi in India, équipe mediche
nel Senegal che garantiscono in particolare la protezione della
salute infantile 169.
Altri esempi di attività caritative della Comunità Emmanuel: «Da
circa tre anni, i giovani “smarriti” e i barboni vengono accolti
una sera alla settimana a La Boutique Verte, in pieno Quartiere
Latino, per la preghiera e per un incontro fraterno» 170.
Alle attività già segnalate che hanno un carattere sia caritativo
che apostolico si aggiungono altri tipi di apostolato:
- Apostolato
presso i malati e i morenti: «Alcuni
fratelli vanno oggi a pregare e a portare l'Eucarestia ai lebbrosi
dell'ospedale Saint-Louis, e lo stesso faranno all'ospedale René
Muret a Sevran, una struttura per malati terminali della regione
parigina, e all'ospedale di Saint-Cloud» 171.
- Apostolato
nella strada: «L'evangelizzazione
è uno dei tre punti forti della Comunità Emmnauel. Ormai - essi
dicono - nelle strade di Parigi i cattolici sono più numerosi di
tutte le sètte messe assieme. Campi elisei, via Caumartin, viale di
Clichy, Quartiere Latino, Montparnasse.... In più di venti quartieri
di Parigi essi animano delle assemblee di preghiera (riuniscono
regolarmente 4.000 persone) e delle evangelizzazioni per la strada.
Ma ci sono anche la metropolitana, i mercati.... Niente ferma coloro
che ardono per l'annuncio della buona novella» 172.
- Aiuto
alle missioni: «Allo
stesso modo, alcune missioni sono state effettuate o sono attualmente
in corso, su richiesta dei Vescovi, in molti Paesi del Terzo Mondo:
Zaire, Marocco, Ruanda, Costa d'Avorio, Senegal, India e Isole
Mauritius in cui il Rinnovamento cattolico è passato da 3.000 a
30.000 membri in due anni» 173.
- Apostolato
con i giovani: in particolare, esso viene praticato durante
alcune sessioni di preghiera e di formazione che riuniscono migliaia
di partecipanti (ad Ars, a Paray-le-Monial...). Un certo numero di
giovani si preparano al sacerdozio con l'aiuto della Comunità
d'appartenenza (nella Comunità Emmanuel, attualmente
essi sono più di ottanta).
- Rapporti
con la Chiesa
Da
parte delle Comunità carismatiche esiste una ferma volontà di
restare nella Chiesa e di intrattenere delle relazioni con i Vescovi
delle diocesi in cui sono installate. Secondo la testimonianza di
Monique Hébrard, queste relazioni sono generalmente eccellenti: «In
nessuna Comunità ho inteso una sola parola di ribellione o di
critica nei confronti della Gerarchia o delle strutture della Chiesa.
Ciò non significa che non si pensi nulla a questo riguardo, ma c'è
una volontà d'insistere sull'obbedienza, il legame vivente con la
Chiesa e con il suo rappresentante locale: il Vescovo. Anche se ci
sono alcuni attriti su qualche punto di dettaglio qua e là, si resta
sorpresi dal rapporto veramente filiale d'ordine soprannaturale che
lega ogni Comunità al suo Vescovo. Quanto ai Vescovi, essi vengono
liberati dalla contestazione a cui erano ormai abituati in questi
ultimi anni e sembra che questa fiducia tutta filiale li riporti in
qualche modo al loro ruolo di padri e di pastori» 174.
Un fatto manifesta le buone relazioni tra i Vescovi e le Comunità.
Molte di queste ultime si sono viste accordare uno statuto canonico;
è così che la Comunità Emmanuel è
stata eretta ad «associazione di fedeli» nelle diocesi di Parigi,
Marsiglia ed Aix. Dal suo canto, la Comunità del Leone di Giuda è
stata riconosciuta come «pia unione» dal Vescovo d'Albi.
Riassumendo,
ecco la lista degli elementi positivi:
- un
atteggiamento generale pieno di calore umano e d'entusiasmo;
- un'intensa
vita di preghiera;
- la
creazione di importanti mezzi di formazione dottrinale;
- alcune
attività caritative che testimoniano una carità efficace nei
confronti dei più diseredati;
- un
apostolato pieno di dinamismo;
- il
desiderio di restare nella Chiesa, in comunione con i Vescovi.
Aggiungiamo
gli incoraggiamenti pontifici e l'appoggio di un certo numero di
Vescovi, di religiosi, di conventi e di abbazie. Il tutto costituisce
un insieme impressionante. Dopo una simile descrizione, sembra che
non si possa giungere che ad un'unica conclusione: il Rinnovamento
nello Spirito è un'opera magnifica e una chance per
la Chiesa e per il mondo. Noi tutti siamo invitati a farne parte. Ma
non bisogna correre troppo in fretta. Allo stadio in cui siamo
giunti, non possiamo ancora trarre una conclusione, poiché il
bilancio non è terminato. E, qualunque sia il loro valore, le
approvazioni romane ed episcopali, e gli aspetti positivi che abbiamo
descritto non sono sufficienti a far scomparire tutta una serie di
fattori negativi che andremo ora ad esaminare.
l Ciò
che sembra pericoloso o cattivo
Più sopra,
abbiamo indicato una delle ragioni della seduzione che esercita il
Rinnovamento nello Spirito: esso si presenta come un movimento che
sarebbe contemporaneamente nuovo e tradizionale. Ora, esaminandolo,
esso non appare né veramente nuovo, né tradizionale.
- Esso
non è veramente nuovo: lo dimostrano le sue analogie con i
«risvegli» protestanti e con i movimenti illuministi che, in
diverse epoche, hanno cercato di svilupparsi in seno alla Chiesa;
- Esso
non è veramente tradizionale, poiché si allontana su
moltissimi punti della dottrina dell'ascesi cattolica.
Esamineremo
ora in successione questi due aspetti della questione.
- Analogie
con i movimenti illuministi e i «risvegli» protestanti
Lungo tutta
la storia della Chiesa - e quella del protestantesimo - si sono visti
apparire alcuni movimenti che presentavano molte similitudini con il
Rinnovamento dello Spirito: zelo, entusiasmo, preghiera ardente,
successo nell'apostolato, rapida espansione, carismi
diversi, leaders e membri si sentono direttamente
ispirati dall'alto. Parleremo subito dei movimenti illuministi che si
sono sviluppati nella Chiesa, e il caso particolare di un movimento
denominato Jamaa. In seguito, tratteremo i
«risvegli» nelle Comunità protestanti e il caso particolare del
pentecostalismo. Per finire, forniremo alcune indicazioni sul
Rinnovamento carismatico protestante in Francia.
- I
movimenti illuministi nella Chiesa
Padre
Henri Caffarel li qualifica come «Rinnovamenti
deviati» e
li descrive con queste parole nel suo libro intitolato Faut-il
parler d'un pentecôtisme catholique?: «Citiamone
alcuni: i montanisti (a partire dal II secolo), i valdesi (a partire
dal XII secolo), i Fratelli del Libero Spirito (XIII-XV secolo), gli
"alumbrados" (XVI secolo), i quietisti (XVII-XVIII secolo),
ecc... A parte le diversità - spesso fondamentali - che
diversificano queste correnti, è possibile isolare un certo numero
di caratteristiche comuni. In generale, al punto di partenza esiste
presso l'iniziatore (o gli iniziatori) del movimento un'intuizione
giusta, un'esperienza spirituale autentica, anche se talora è
mescolata ad elementi meno puri. Avendo scoperto il primato della
vita personale con Dio, egli si sente chiamato ad una vita più
evangelica: servizio degli altri, povertà, mortificazione, ecc...
Egli prova il bisogno di comunicare la sua esperienza e allora
riunisce attorno a lui coloro che sono stati toccati dalla sua parola
o che sono rimasti colpiti dal cambiamento della sua vita, e li
invita a vivere un'esperienza simile alla sua».
Quindi, si crea un gruppo di preghiera con le seguenti
caratteristiche: «Il
piccolo gruppo si riunisce per leggere la Parola di Dio e per
pregare; i suoi membri riscoprono il senso dell'assemblea cristiana e
della preghiera spontanea in comune. Nel corso di queste assemblee
alcuni degli astanti accedono ad un'autentica esperienza spirituale,
accompagnata talvolta dalla ricezione dei carismi. Ne consegue spesso
un'esaltazione emotiva incontrollata. Tale entusiasmo religioso si
diffonde, suscita nuovi gruppi, e in tal modo il movimento si
espande» 175.
Successivamente, Padre Henri Caffarel spiega che, di fronte
all'esaltazione del gruppo e ai rischi di errori dottrinali o morali,
l'autorità ecclesiastica si allarma e finisce per
intervenire: «Davanti
a questi interventi i membri del gruppo tendono ad inalberarsi. La
loro esperienza interiore è, nel loro spirito, una garanzia della
verità di ciò in cui credono e della rettitudine della loro
condotta. Cosa ci può essere in comune tra la loro esperienza
vissuta tanto intensamente e le tesi della teologia astratta che gli
si oppone? A quel punto, in nome dello Spirito, essi si ribellano
alla Gerarchia della Chiesa. La condanna di cui sono oggetto li
indurisce e talvolta li porta allo scisma o all'eresia. La
persecuzione suscita il fanatismo. Ne derivano alcune deviazioni
dottrinali o morali o spesso avviene che ascetismo oltranzista si
mescola a lassismo» 176.
Questa è la triste storia di questi «Rinnovamenti
deviati»,
più correntemente denominati come «illuminismi» 177.
Bisogna riconoscere che le loro caratteristiche, così come vengono
elencate da Padre Henri Caffarel, presentano grandi somiglianze con
quelle del Rinnovamento carismatico: importanza data all'esperienza
spirituale, preghiera spontanea in comune, carismi, entusiasmo
religioso, ecc...
- Il
caso della Jamaa
In
ordine di tempo, la Jamaa è
uno degli ultimi movimenti illuministi ad essere penetrato in seno
alla Chiesa. Creata nell'ex Congo Belga (l'attuale Zaire) dal Padre
francescano Placide
Tempels (1906-1977),
essa si è largamente sviluppata negli anni '60-'70. La
parola jamaa significa
«famiglia», «comunità» o «fratellanza d'amore». La Jamaa è
stata presentata come un movimento carismatico, una «tempesta
dello Spirito»,
o una nuova
Pentecoste.
Essa si è manifestata mediante dei nuclei di ferventi militanti
laici che si sono moltiplicati nelle diocesi dello Zaire. Essa
comportava un processo d'iniziazione: «L'iniziazione
comporta molti gradi e dura degli anni. Essa segue un metodo ben
preciso e comporta alcune formalità tenute segrete dagli iniziati,
in modo tale che persino lo stesso sacerdote che li segue ignora
spesso il processo e il contenuto [...]. La
ricerca dello straordinario, del
soprannaturale o
del preternaturale [...],
il gusto del “segreto”, il desiderio di essere iniziati a segreti
della vita preternaturale, tutto ciò gioca certamente un ruolo
importante nell'organizzazione della “Jamaa” e costituisce una
delle attrattive che essa esercita sulle masse»178.
Molto rapidamente, la Jamaa produsse
alcuni frutti spettacolari:
-
Effetti d'ordine morale; soppressione di ogni tipo di disordine e
conseguente ritorno ad una vita morale: «Molti
tra di loro (i convertiti) prima erano cattivi cristiani, poligami,
donnaioli, alcolizzati, ecc..., fino al giorno in cui essi
incontrarono un membro della “Jamaa” che a poco a poco gli rivelò
questa nuova visione della fede cristiana» 179;
- Effetti
d'ordine spirituale; la Jamaa venne considerata come
il perno della parrocchia; erano i jamaaisti ad intrattenere il
parroco. Essi avevano una vita sacramentale e liturgica molto
intensa, e formavano delle Comunità strettamente unite da una
fraterno amore. Erano animati da uno straordinario zelo apostolico e
fra di essi vi erano molti catechisti; la loro generosità era
inesauribile;
-
Effetti d'ordine carismatico; «Vengono
in mente le parole di Nostro Signore: “Li riconoscerete dai
frutti”. Tutto
ciò assomiglia ai carismi di cui si parla nelle Lettere di San
Paolo» 180.
All'inizio,
la Jamaa beneficò
di approvazioni entusiastiche: «La
"Jamaa" è probabilmente una delle grandi meraviglie della
Chiesa missionaria dei nostri giorni -
scriveva Padre O. Gèrard - Essa
forse costituisce una
chance unica per la Chiesa del
Congo e, chissà, forse anche per tutta l'Africa nera»181.
Ma nel giro di qualche anno, occorse convincersi che si trattava di
un pericoloso illuminismo mettere in guardia i fedeli. A questo
riguardo, ecco la dichiarazione di Mons. Danilo
Catarzi,
Vescovo d'Uvira, nello Zaire, del 19 aprile 1973: «La
“Jamaa” è un movimento che, dove esiste - come nel Kasaï e nel
Shaba - è oggetto di serie preoccupazioni per la Chiesa a causa di
principî erronei e anche eretici che
essa professa e a causa di pratiche condannate dalla morale; è per
questo che, da gennaio, i Vescovi di queste regioni, affinché questo
movimento divenga accettabile, esigono un'abiura pubblica concernente
diversi punti di dottrina e di pratica sedicenti
cristiane».
Stando alle informazioni fornite dall'arcivescovado di Lumumbashi
(nella regione del Shaba), ecco quale sarebbe stata l'evoluzione dopo
il 1973 e quale sarebbe la situazione attuale della Jamaa:
in seguito agli interventi episcopali del 1973, la Jamaa si
è divisa: metà del movimento rettificò i suoi errori dottrinali e
morali, e ubbidì alla Chiesa, mentre l'altra metà persiste tuttora
nei suoi errori ed è diventata scismatica. Quest'ultima ha
continuato a dividersi in gruppuscoli e in sètte; una delle sue
deviazioni morali consiste nel vivere in comunità mettendo tutto in
comune, i beni e le persone. Nel suo insieme, la Jamaa è
stata interdetta nella maggior parte delle diocesi del Shaba e del
Kasaï in cui si era impiantata (ad eccezione delle diocesi di Kamina
e di Lumumbashi). Nel 1985, la parte della Jamaarimasta
fedele alla Chiesa non contava che 5.000 famiglie (e lo stesso dicasi
per la Jamaa scismatica).
Un movimento carismatico in cui l'entusiasmo religioso si sposava
con «alcuni
principî erronei e anche eretici»...
questa è stata la Jamaa;
in essa erano presenti le stesse caratteristiche riscontrate anche
negli illuminismi precedentemente descritti.
- I «risvegli» nelle Comunità protestanti
- I «risvegli» nelle Comunità protestanti
Lasciamo
ancora la parola a Padre Henri Caffarel: «Non
meno degni d'interesse per il nostro studio sono i “revivals”
o “risvegli”
nelle Comunità protestanti. Queste correnti hanno frequentemente
portato alla formazione di Comunità più o meno ai margini delle
Chiese ufficiali. Segnaliamo due di questi “risvegli”, sorti
nella linea del pietismo: quello di George
Fox nel
XVII secolo, che fu all'origine del movimento dei quaccheri,
e quello di Charles Wesley nel XVIII secolo, che suscitò il
movimento metodista.
Ciò che caratterizza questi “risvegli” è il posto d'importanza
capitale che essi assegnano alle assemblee di preghiera. Nel corso di
tali assemblee ognuno prega spontaneamente ad alta voce; l'emozione,
il sentimento, l'entusiasmo religioso e la loro espressione esteriore
occupano un posto preponderante. Spesso i carismi si manifestano in
abbondanza. L'accento viene messo sull'esperienza spirituale. Le
Comunità nate da queste correnti si sono spesso mostrate fanatiche,
attaccando violentemente l'insegnamento e le forme istituzionali
delle Chiese, che in risposta le hanno rigettate e talvolta perfino
perseguitate» 182.
Preghiera spontanea nel corso delle assemblee di preghiera, ricerca
dell'esperienza spirituale, carismi ed entusiasmo religioso...: le
costanti sono sempre le stesse. Nel caso dei metodisti, occorre
aggiungere il rito dell'imposizione delle mani 183.
I «risvegli» protestanti possono essere paragonati ai Fratelli
moravi che
influenzarono Charles
Wesley (1707-1788)
e che Monique Hébrard descrive con queste parole: «Luterani
mistici del Saxe nella stessa epoca. “La congregazione d’Herrnhut
- scrive A. de la Gorce - era composta da persone sposate o da celibi
ripartite in dieci classi [...] che
si suddividevano in “bande” ferventi in cui si praticava la
confessione reciproca. Sotto l'obbedienza di un superiore denominato
“anziano”, si ramificava una complicata gerarchia di
sorveglianti, di assistenti, di monitori, di economi, di
elemosinieri, d'infermieri e di domestici”. Essi farneticavano su
una “Chiesa dell'avvenire” che avrebbe unito
tutti i cristiani e
preparato il “secondo avvento” di Cristo» 184.
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George
Fox
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Charles
Wesley
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- Il
pentecostalismo
Afferma
Monique Hébrard: «Il
pentecostalismo moderno affonda le sue radici nella corrente del
“revival” che si manifesta nei secoli XVII e XVIII in Inghilterra
con George Fox e Charles Wesley».
Più sopra abbiamo già descritto la storia e le caratteristiche del
pentecostalismo. Richiamiamone semplicemente alcuni punti: «Il
pentecostalismo pone fortemente sull'esperienza religiosa personale.
Ma questa esperienza è quella di un nuovo tipo di relazione con lo
Spirito Santo; generalmente, il luogo privilegiato in cui si
stabilisce e si sviluppa tale relazione è l'assemblea di preghiera.
È là che i nuovi venuti ricevono l'”effusione dello Spirito”
mediante l'imposizione delle mani; è là che si manifestano i doni
speciali che vediamo nella Chiesa primitiva, come il “parlare in
lingue”, la “profezia” e il dono della guarigione. Il primato
conferito all'esperienza religiosa e all'esercizio dei carismi hanno
condotto i pentecostali ad opporsi alle strutture ufficiali, e spesso
il loro fervore e la loro spontaneità li hanno portati ad accusare
di tiepidezza e di formalismo le altre assemblee cristiane» 185.
- Un
aspetto del Rinnovamento carismatico protestante in Francia
Più
sopra, abbiamo indicato come il Rinnovamento carismatico si era
sviluppato in Francia in ambiente protestante a partire dagli anni
'30, ossia quarant'anni prima che nascesse il Rinnovamento
carismatico cattolico. Uno dei pionieri del Rinnovamento carismatico
protestante francese, il pastore Arnold Bremond, che esercitò il suo
ministero a Divonne-les-Bains, nell'Ardèche, a Lione, nel 1980
pubblicò la sua autobiografia. Da questo interessantissimo
libro 186 abbiamo
estratto tre passaggi che illustrano la vita del Rinnovamento
protestante nella Francia degli anni precedenti la Seconda Guerra
mondiale.
- Il «battesimo
nello Spirito» del pastore Arnold Bremond
«Poco
tempo dopo 187,
venni invitato ad un grande raduno del Risveglio in Svizzera, al Mont
Pèlerin, sopra Vevey. Lì c'erano molte persone - forse duecento o
trecento - che cantavano, pregavano o domandavano l'imposizione delle
mani per un'immersione nello Spirito Santo. Bernard de Perrot e
Douglas Scott presiedevano la riunione. Il gallese Scott, che parlava
un cattivo francese, era un pentecostale. Fu lui ad introdurre il
pentecostalismo in Francia, prima ad Havre, e poi un po' dappertutto.
Douglas Scotto mi chiese se volevo rivivere per mezzo dello Spirito.
Appena feci un cenno di assenso, egli pose le mani sulla mia testa -
ero in ginocchio - e pregò. Io fui rapito in spirito e pregai
interiormente per molto tempo. Dopo, egli mi disse: “Avete parlato
in lingue”. Io non me ne ero accorto e non ricordavo quello che era
successo. Ma ciò fu assolutamente determinante per quello che
accadde in seguito. Ritornato a Divonne-les-Bains, ne parlai con
Evelyne e fu allora che tutto cambiò nella parrocchia» 188. «Tutto
cambiò nella parrocchia»:
è già possibile constatare il summenzionato effetto del «battesimo
nello Spirito».
- I
carismi
«Trasformammo
la soffitta del presbiterio in “camera alta”. Tutti i martedì
sera ci riunivamo per pregare in più di venti o trenta persone, tra
cui alcuni giovani, ragazzi e ragazze. Tutti eravamo animati da un
grande fervore, dalla gioia e dall'amore fraterno. Queste serate
erano veramente festose. Ecco che allora apparvero in questa
Pentecoste, di cui non avevamo la seppur minima idea, i carismi e i
doni (carisma in greco significa "dono") di cui parla il
"Libro degli Atti degli Apostoli" nel Nuovo Testamento e
San Paolo nella sua prima Lettera ai Corinzi (1 Cor 12, 7-11).
Sentimmo tra noi delle profezie, e cioè, in una lingua molto pura,
alcuni luminosi messaggi di stile diretto: “Il Signore dice...”,
senza la minima esaltazione, in una grande dolcezza; alcuni messaggi
in lingue (glossolalia), seguiti da un'interpretazione, da ferventi
preghiere, dalla lettura di un passo biblico, il tutto intramezzato
da canti spontanei, o da un inno ispirato in lingue o in francese. La
melodia era spesso armoniosa e sempre molto bella» 189.
- Un'assemblea di preghiera carismatica a Charmes-sur-Rhône nel 1939
«Tutte
le domeniche sera, a Charmes-sur-Rhône aveva luogo una nutrita
assemblea di preghiera carismatica. Dalle montagne scendevano i
paesani e le paesane, giovani e vecchi, istitutori e istitutrici, e
brava gente semplice. Alcuni canti spirituali ci stupivano: melodie
ispirate che ci ricordavano il canto piano, prova che la lontana
origine del gregoriano è certamente in quegli inni di cui parla San
Paolo: “Intrattenetevi nei salmi, con degli inni e dei canti
spirituali”. Ascoltammo ammirevoli profezie, messaggi divini di
stile diretto, senza la seppur minima esaltazione. Degli uomini e
delle donne della montagna, dal linguaggio rude, tutto ad un tratto
parlavano in una lingua molto pura, la lingua di Charles Péguy. Ci
furono anche delle visioni...»190.
|
Pentecostali
protestanti.
|
- La
profezia della mietitura
Il
seguente passo testimonia l'esistenza di due correnti carismatiche di
cui abbiamo già parlato: una costituita dalle nuove assemblee
direttamente collegate ai movimenti di Pentecoste, e l'altra che si è
sviluppata all'interno delle chiese ufficiali protestanti: «I
pentecostali della regione, sapendo che avevamo alcune difficoltà
con i capi della nostra Chiesa, ci invitarono caldamente ad
abbandonarla e ad aggregarci al loro gruppo, poiché, dicevano:
“Abbiamo bisogno di pastori istruiti”. Il Signore ce lo impedì a
più riprese mediante delle profezie: “Il tempo della mietitura è
venuto, ma non affrettatevi: dove sono le corde per legare i covoni”?
Descrivendo allora la maniera con cui si preparavano le corde a
quell'epoca, attorcigliando alcuni steli di grano, “facendoli
soffrire”, affinché esse siano più solide, la sorella
“profetessa” ci fece comprendere che la nostra vocazione era una
vocazione di sofferenza per l'unità della Chiesa. Bisognava restare
nella Chiesa e accettare le prove che derivavano da questa
fedeltà» 191.
Un «battesimo nello Spirito» a partire dal quale tutto cambia,
delle assemblee di preghiera con profezie e visioni, dei carismi...
Forse che non ci sono già le premesse di ciò che si sviluppò
quarant'anni dopo tra i cattolici francesi? E la rivista Tychique non
ha forse ragione quando chiama il Rinnovamento nello Spirito
cattolico «la
branca cattolica della corrente pentecostale»? 192.
E così, in ognuno dei movimenti sommariamente evocati - illuminismi
«cattolici», «risvegli» protestanti, Jamaa,
pentecostalismo, Rinnovamento carismatico protestante - ...troviamo
molteplici analogie con il Rinnovamento carismatico cattolico;
analogie così sorprendenti che si ha la netta impressione di essere
in presenza di incarnazioni
diversificate di un solo e identico movimento.
Se esso non è veramente nuovo, come dimostrano gli esempi poc'anzi
riportati, il Rinnovamento nello Spirito cattolico non è nemmeno
veramente tradizionale poiché, a causa di molte sue caratteristiche,
esso si allontana dalla dottrina e dall'ascesi cattoliche.
Esamineremo ora successivamente:
- la tendenza
all'illuminismo;
- la ricerca
dell’esperienza del divino;
- una certa
predominanza della sensibilità nell'atto religioso;
- la ricerca
dello straordinario in materia religiosa;
- i problemi
che sollevano i carismi;
- i problemi
derivanti dalla vita familiare nella Comunità;
- un
avvicinamento alle concezioni protestanti;
- le
influenze ebraiche;
- la
concezione dell'ecumenismo adottata dal Rinnovamento;
- il posto
del Rinnovamento: nella Chiesa o al di sopra della Chiesa?
- le
debolezze e gli errori dottrinali.
- La
tendenza all'illuminismo
Essa
deriva dal sentimento già descritto di essere in contatto diretto e
permanente con il Cielo. Si finisce per credere che ogni ispirazione
ricevuta provenga dallo Spirito Santo (quando essa invece potrebbe
provenire sia da motivi puramente naturali che dal demonio) 193.
La cosa si traduce in alcune espressioni costantemente utilizzate in
ambiente carismatico e di cui riportiamo alcuni esempi:
- «Dio
mi disse che...»;
- «Ho
ricevuto un segno per...»;
- «Il
16 luglio, il Signore mi fece prevenire mediante una profezia...»;
- «Il
Signore ci ha molto parlato dei doni carismatici dei responsabili
(pastori, leaders, ecc...)...»;
- «Ho
sentito che il Signore mi permetteva di comprendere...»;
- «Quando
il messaggero si indirizzò a noi, tutta la Comunità lo ascoltò
sapendo che era il Signore che parlava...».
Lo sviluppo
dell'illuminismo è favorito dall'atmosfera dei gruppi di preghiera
in cui i fedeli sono invitati ad ascoltarsi vicendevolmente e ad
esternare ad alta voce ciò che essi sentono nello stesso istante. In
tali condizioni, è inevitabile che l'ispirazione del momento venga
considerata come una comunicazione divina. E il discernimento
esercitato dall'animatore che pilota il gruppo non può bastare a
rettificare la situazione. Una simile tendenza costituisce uno dei
pericoli più gravi del Rinnovamento nello Spirito, sia sul paiano
naturale che su quello soprannaturale.
- Pericoli
sul piano naturale
Ecco
il giudizio di Charles
Maurras (1868-1952),
scritto in un'epoca in cui l'illuminismo tra i cristiani era
riscontrabile solamente tra i protestanti: «Il
credente che non è cattolico dissimula
nelle pieghe inaccessibili del suo foro interiore un mondo oscuro e
vago di pensieri o di volontà che la più piccola ebollizione,
morale o immorale, può facilmente presentargli come la voce o
l'ispirazione e l'opera di Dio stesso. Non viene così esercitato
nessun controllo esteriore su ciò che viene creduto il bene o il
male assoluto. Nessun giudizio o nessun consiglio che si opponga al
giudizio o al consiglio di questo divino arbitrio interiore. Ne
deriva che i più dannosi errori possono prendere forma e
moltiplicarsi all'infinito» 194.
- Pericoli
sul piano soprannaturale
- «La
voce della Chiesa diventa superflua»
Ecco
la testimonianza di Hilaire
Campion che
per cinque anni fu membro del Rinnovamento nello Spirito cattolico in
Gran Bretagna (dal 1977 al 1982)195: «Laddove
esisteva un corpo compatto all'ascolto di un'unica autorità
esteriore a lui, ora abbiamo delle persone all'ascolto di una voce
interiore, che trasmettono agli altri come se fosse una rivelazione
divina. Questo supposto dono della profezia viene esercitato ovunque:
nelle riunioni di preghiera, durante le Messe e in ogni raduno
carismatico [...].
Al di fuori della Messa, nelle riunioni di preghiera o nei
raduni [...] alcuni
messaggi vengono indirizzati in nome di Cristo ad una parrocchia, ad
una diocesi, ad una regione o al mondo intero. Naturalmente, spesso
essi consistono in inviti al digiuno, alla preghiera [...] che
di per sé sono buone cose, ma queste indicazioni sono già state
date dallo Spirito Santo attraverso la mediazione della Chiesa.
Siccome gli autori delle “profezie” si immaginano direttamente
ispirati, ne consegue che la voce della Chiesa diventa superflua».
- Il
rischio dell'illusione
Parlando
di alcune illusioni che possono aversi durante l'orazione, San
Giovanni della Croce (1542-1591)
scrive: «Mi
riempie di spavento il vedere ciò che succede ai nostri tempi, ed è
che alcune persone dozzinali, con quattro centesimi appena di
considerazione, basta che siano un po' raccolte e abbiano alcune di
dette locuzioni, che subito battezzano tutto per parola di Dio, e
vanno dicendo con gran sicurezza: “Iddio
mi ha detto, Iddio
mi ha risposto”;
mentre il più delle volte si rispondono da loro e Dio
non c'entra
affatto.
Solo il desiderio che hanno di locuzioni e l'affetto che ne
alimentano nel loro spirito fanno sì che esse si diano risposte e
pensino che Dio parli loro; onde ne segue che vengono a cadere
in grandi
stravaganze» 196.
Una simile messa in guardia può essere applicata al caso di parole
espresse nel corso delle assemblee di preghiera. In queste ultime -
dicono i membri del Rinnovamento - il rischio di illusione è minore
perché viene esercitato un discernimento da un animatore
qualificato; tuttavia - aggiungiamo noi - questo stesso rischio è
aggravato, in quanto si ha la tendenza a prender sul serio ciò che
viene detto in pubblico. Si
comprende dunque il motivo per cui il gruppo di preghiera di tipo
pentecostale adottato dal Rinnovamento nello Spirito non sia conforme
alla mistica cattolica 197.
|
|
San
Giovanni della Croce
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Salita
del Monte Carmelo
|
Nel
1969, due anni dopo la nascita del Rinnovamento carismatico cattolico
negli Stati Uniti, Paolo VI aveva affrontato la questione
dell'illuminismo (da lui chiamato «profetismo»): «Altro
pericolo: il profetismo. Oggi, molti, quando parlano della Chiesa, si
dicono ispirati da un soffio profetico; essi affermano cose
rischiose, e persino inammissibili addebitandole allo Spirito Santo,
come se il divin Paraclito fosse continuamente a loro disposizione.
Talvolta, ahimè, essi agiscono in questo modo con la tacita
intenzione di sottrarsi al Magistero della Chiesa, che tuttavia
beneficia dell'assistenza dello Spirito Santo. Quest'ultimo dona
liberamente i suoi carismi a tutto il popolo di Dio e anche ai
semplici fedeli (Gv 3, 8; 1 Cor 12, 11; Lumen gentium, § 12;
Apostolicam actuositatem, § 3). Ma la verifica e l'esercizio di
questo carisma è di competenza dell'autorità del ministero
gerarchico (1 Cor 4, 1 e 14, 1; Christus Dominus, § 15; Lumen
gentium, § 7). Si pretende di fare secondo il proprio giudizio
personale, o, come spesso succede, secondo la propria esperienza
soggettiva, o ancora secondo l'ispirazione personale del momento, il
criterio che orienta la sua religione o il canone secondo cui viene
interpretata la dottrina religiosa (2 Pt 1, 20; Dei Verbum, § 8),
come se si trattasse di un dono carismatico e di un soffio profetico.
Dio vegli affinché una siffatta pretesa non conduca tante anime
valorose e ben intenzionate al di fuori della buona strada! Avremmo
allora un altro “libero esame”, che moltiplicherebbe le più
svariate e le più discutibili opinioni in materia di dottrina di
disciplina ecclesiastica, che toglierebbe alla nostra fede la sua
certezza e la sua funzione unitiva, e che farebbe della libertà
personale - di cui la coscienza è e dev’essere la guida immdeiata
(Dignitatis humanæ, § 2 e 3) - un uso contrario alla sua
responsabilità primordiale che è di cercare la verità. E nel campo
della verità rivelata, la coscienza ha per guida suprema il
Magistero della Chiesa (Dei Verbum, § 8)» 198.
I giudizi di Charles Maurras e di Paolo VI coincidono: l'illuminismo
conduce al libero esame protestante,
e cioè all'anarchia
intellettuale.
I risultati sono catastrofici, sia per la fede che da un punto di
vista puramente naturale 199.
- La
ricerca dell'esperienza del divino
Spiega
Padre Henri Caffarel: «Il
Rinnovamento nello Spirito promette una meravigliosa esperienza di
Dio, propone il “battesimo nello Spirito” come il momento di
questa esperienza e l'entrata in una vita nuova, e offre il gruppo di
preghiera settimanale per rinnovare ed intrattenere il fervore di
tale esperienza» 200.
Abbiamo già citato l'osservazione parallela di dom Massabki che
mostra come, per i membri del Rinnovamento, il gruppo di preghiera
costituisca «un'esperienza
vissuta della presenza dello Spirito Santo che agisce tra
loro». Desiderare
di sentire il divino in sé e ricercare le comunicazioni sensibili
che vengono da Dio 201, è
un'attitudine
contraria a quella raccomandata dall'ascesi
cattolica tradizionale.
- L'insegnamento
di San Giovanni della Croce
San Giovanni
della Croce, nel suo libro Salita del Monte Carmelo,
tratta questo particolare argomento nel vol. II, capitolo X,
intitolato«Dell'impedimento o danno in cui si può incorrere
nelle apprensioni dell'intelletto, per mezzo di quel che si
rappresenta soprannaturale ai sensi corporali esterni, e come l'anima
in esse debba comportarsi»; eccone alcuni estratti: «Nel
presente capitolo, tratteremo di quelle notizie e apprensioni che
appartengono all'intelletto soprannaturalmente, ma per via dei sensi
esterni (vista, udito, odorato, gusto e tatto, intorno ai quali gli
uomini spirituali possono ricevere rappresentazioni di oggetti in
modo soprannaturale. Poiché, circa la vista, sogliono rappresentarsi
figure di persone dell'altro mondo, di Santi, cioè, e di angeli
buoni o cattivi, come anche luci e splendori straordinari. Con
l'udito accade di percepire parole insolite, ora dette dalle figure
delle persone che compaiono, ora senza veder chi le dica [...].
Bisogna tener presente che, quantunque tutte queste cose possano
accadere ai sensi corporei da parte di Dio, l'uomo
non deve
e mai andarne sicuro, né ammetterle, ma
anzi deve assolutamente rifuggirle senza nemmeno volerle esaminare se
siano buone o cattive; poiché, essendo esteriori e
corporali, è meno certa la loro provenienza da Dio. Infatti, il modo
ordinario e più proprio di Dio è di comunicarsi direttamente allo
spirito (e allora vi è più sicurezza e profitto) [...].
Inoltre, quando l'anima vede che le succedono tali cose
straordinarie, spesso le si ingerisce segretamente una certa opinione
di sé, credendo di essere qualche cosa dinanzi a Dio, il che è
contro l'umiltà. Anche il demonio, da parte sua, sa molto bene
intromettere nell'anima soddisfazione occulta di sé stessa, a volte
molto manifesta, e perciò pone spesso alcuni oggetti nei sensi,
mostrando alla vista figure di Santi e bellissimi splendori,
suggerendo all'udito parole assai ingannevoli, e diffondendo odori
molto soavi all'olfatto, dolcezze al palato e piaceri al tatto;
affinché, allettando i sensi con questi mezzi, li induca al
male [...]. Nondimeno, quantunque le
suddette impressioni fossero da Dio, l'anima
non deve mai volerle ammettere, altrimenti possono
accadere sei inconvenienti. Il primo, che va in lei diminuendo la
fede; perché le cose che si sperimentano con i sensi derogano molto
dalla fede, la quale supera ogni senso; di modo che l'anima si
allontana dall'unico mezzo dell'unione divina col non chiudere gli
occhi a tutte le cose sensibili [...]. Il sesto: il
volere ammettere quelle cose apre la porta al
demonio per ingannare con altre somiglianti, perché
egli sa molto bene dissimulare e mascherare in modo che assomiglino
alle buone, giacché come dice l'Apostolo, può trasfigurarsi in
angelo di luce (2 Cor 11, 14). Conviene dunque che
l'anima respinga ad occhi chiusi dette cose, da parte di chiunque
vengano. Se ciò non facesse, darebbe tanto luogo a quelle
del demonio e a costui tanta potenza, che non solo ella accoglierebbe
quelle diaboliche invece delle divine, ma andrebbero moltiplicandosi
le une e diminuendo le altre; di modo che alla fine tutto verrebbe ad
essere da parte dello spirito maligno e niente da parte di Dio. Così
accadde a molte anime incaute e di poco sapere». Occorrerebbe
citare tutto l'intero capitolo di San Giovanni della Croce...
- Lo
scivolamento di una religione della fede in una religione
dell'esperienza
Insistiamo
sul primo degli inconvenienti che menziona San Giovanni della Croce:
la perfezione della fede viene diminuita. Quando si ricerca
l'esperienza del divino e le comunicazioni sensibili, non si rischia
forse di vedere la fede divenire una questione di sentimento più che
d'intelligenza? Ci si avvicina alla fede-fiducia dei protestanti e
alla fede modernista condannata dal Giuramento
antimodernista voluto
da San
Pio X (1835-1914),
di cui riportiamo il paragrafo V: «In
quinto luogo: ritengo certissimamente e professo sinceramente, che la
fede non è un cieco sentire della religione che erompe dalla
profondità della subcoscienza, sotto la pressione del cuore e
dell'inflessione della volontà moralmente informata, ma un vero
assenso dell'intelletto alla verità ricevuta dall'esterno,
“ascoltata”, per il quale, cioè, crediamo che le cose, dette,
attestate e rivelate da un Dio personale, nostro Creatore e Signore,
sono vere, per l'autorità di Dio sommamente verace».
A questo riguardo, Padre Henri Caffarel parla di «alterazione
della fede»: «Inoltre,
la fede viene alterata nel senso che essa diventa più avida di
esperienza che di conoscenza e di approfondimento delle verità
rivelate. Si ricerca il fervore credendo così di approfondire la
fede, e si sprofonda in un soggettivismo individualista e si coltiva
un'atmosfera pietista. Si scivola da una religione della fede ad una
religione dell'esperienza. E di conseguenza, il progresso nella fede
rischia di essere gravemente compromesso» 202.
l Una
certa predominanza della sensibilità nell'atto
religioso
Comportamento
distinto da quello precedentemente esposto (voler sentire il divino
in sé); esso consiste nel dare, nell'atto religioso, un posto troppo
dominante alla sensibilità anziché mantenerla in un ruolo
subordinato.
- Il
sentito, l'impressione, il
vissuto, l'esperienza...
Quando si
chiede ai membri di un gruppo di preghiera di esprimersi
spontaneamente in pubblico, a pronunciare eventualmente una
«profezia», e a manifestare il loro entusiasmo per mezzo di danze e
di farandole, è il vissuto e il sentito che vengono messi in
rilievo. Ed è un fatto che le parole «sentito», «provato»,
«impressione», «vissuto», ed «esperienza» riecheggiano senza
sosta nelle descrizioni delle attività carismatiche. Ecco alcuni
testi che vanno a completare quelli che abbiamo già citato più
sopra:
- «L'effusione
dello Spirito comporta ordinariamente un'impressione viva, spesso
emotiva, talvolta fino alle lacrime [...].
In questa circostanza, l'elemento emotivo non è che l'epifenomeno di
una profonda trasformazione» 204;
- «Alain
si alza e dice: “Questa mattina, come vedrete, sarà una bella
mattinata. Andremo a vedere quello che c'è in fondo a
noi” [...]. “Noi
tutti nutriamo un sogno - incalza il responsabile - descrivete il
sogno più folle che avete nel più profondo di voi stessi”. Il
metodo è sempre lo stesso: delle testimonianze, un tempo per la
riflessione personale per scrivere la propria esperienza e un momento
di gruppo» 207.
- La
testimonianza di Hilaire Campion
«Mi
sono alacremente impegnato nel Rinnovamento nello Spirito per circa
cinque anni [...].
Mi sembrava di essere divenuto capace di andare a Dio con le mie sole
forze. Ero
in rapporto diretto con il Cielo [...].
Amavo molto pregare. Quando trovavo che una lettura era difficile,
non dovevo fare altro che ricorrere alle lingue; allora mi sentivo
bene. Oppure mi mettevo nella posizione che volevo e facevo degli
esercizi respiratori per ritrovare lo stato di euforia che mi metteva
in diretto contatto con Dio [...].
Mi ricordo di aver assistito al Congresso Internazionale di Dublino.
Fu nel 1978. C'erano circa 3.000 sacerdoti e migliaia di
religiosi [...].
Appena entrato nello stadio, mi lasciai invadere dall'entusiasmo
generale. Provai allora quello che altro non posso definire che uno
stato estatico. Quando le frasi in lingue raggiunsero il loro grado
più elevato, mi sembra che un fiotto di lacrime calde mi inondò il
volto. Mi sentivo perfettamente leggero, aperto anima e corpo a tutti
i doni che Dio voleva concedermi. Sì, ero veramente aperto,ma
a che cosa»? 208.
- «Gettare
il disordine nel razionale»
Il
Cardinale Suenens osserva che «il
Rinnovamento urta lo spirito cartesiano e intellettualista, poiché
mette l'accento su di un'esperienza vitale» 209.«Il
parlare in lingue -
afferma Fratel Éphraïm - è
per Dio una maniera per gettare il disordine nel razionale» 210.
Monique Hébrard, che cita FratelÉphraïm, sviluppa, a partire da
questo discorso, alcune considerazioni sull'intelligenza del cuore;
ma la frase di Éphraïm va - ci sembra - ancora più lontano.
Il razionale viene considerato alla stregua di un ostacolo, come
indicano anche le seguenti note di un osservatore critico del
Rinnovamento:«La
riflessione è secondaria e anche alienante rispetto al sentito, al
vissuto e all'intuizione. Ciò che è importante è che le persone
provino e vivano. Tutto questo a detrimento del celebrale, del
ragionato, dello spirito cartesiano che operano dei blocchi.
L'essenziale è sentire quello che si sta vivendo... Bisogna farne
l'esperienza. Il tutto accompagnato da tutte quelle manifestazioni
esteriori che altro non sono che una specie di espressione
corporea».
- Uno
spazio eccessivo concesso alla sensibilità
Nel
suo libro intitolato Pentecôstisme
chez le catholiques,
Padre René Laurentin riconosce il continuo richiamo alla sensibilità
e tenta di giustificarlo:«È vero
che il Rinnovamento valorizza la sensibilità, soggetta ad alcuni
sbalzi, e soprattutto a delle eclissi che possono occasionalmente
dare luogo a delle cadute brutali [...]. È anche
vero che il Rinnovamento nello Spirito reagisce contro un'eccessiva
frustrazione della sensibilità religiosa, non senza ragione, poiché
questa repressione provocherebbe una disaffezione e, per
contraccolpo, delle terribili rivincite della sensibilità, come si è
constato da lunga data, nelle spiritualità classiche più rigide. La
rigenerazione della sensibilità nella vita cristiana dev'essere
collocata nel bilancio positivo del Rinnovamento» 211.
La stessa idea Laurentin l'ha espressa in un articolo apparso su La
Croix: «Noi
assistiamo ad una vera rigenerazione della sensibilità cristiana; il
movimento carismatico risponde ad un bisogno» 212.
Piuttosto che di «rigenerazione
della sensibilità nella vita cristiana»,
non si tratta forse di un eccessivo spazio concesso alla sensibilità
derivante dall'importanza accordata al vissuto, al sentito, alla
spontaneità, alla creatività e alla libera espressione (compresa
quella corporea)? Da qui il rischio, già segnalato, di vedere la
fede diventare sempre più una questione di sentimento che
d'intelligenza. L'influenza delle sessioni P.R.H. sulle
Comunità che le praticano non può che aggravare questo rischio.
|
«Gettare
il disordine nel razionale».
|
- Il
desiderio di rivelazioni, il gusto del
meraviglioso, l'appetito dello straordinario
Non
ritorneremo sulle descrizioni dei carismi più frequentemente
riscontrati in ambiente carismatico:
- il «parlare
in lingue»; «modulazione lirica» che nessuno dirige e che tuttavia
è armoniosa;
- il carisma
della guarigione con i relativi racconti che sembrano riportarci ai
miracoli descritti dai Vangeli;
- il dono
della profezia grazie al quale alcuni profeti sembrano manifestare
alcune cose che sono state loro rivelate.
Tali
fenomeni che hanno un aspetto straordinario e meraviglioso sembrano
ottenuti su richiesta (come risultato automatico dell'«effusione
dello Spirito»); essi sono considerati come molto importanti. In
queste condizioni, come potrebbero non essere desiderati? Nel suo
studio del 1975, Padre Henri Caffarel parla di un'«atmosfera
in cui si sta in agguato del «meraviglioso» 213.
Secondo dom Massabki, il desiderio dei carismi sarebbe per la gloria
di Dio; secondo lui, chi domanda l'«effusione dello Spirito» «prega
lo Spirito Santo di manifestare la sua presenza in un modo nuovo, se
Dio lo vuole per la sua gloria e per l'edificazione della Comunità,
e diffondendo su di lui i carismi, che hanno, precisamente, come
scopo la crescita del Corpo di Cristo nell'amore» 214.
Sia quel che sia, si tratta di un atteggiamento molto pericoloso.
Ecco, a questo proposito, due messe in guardia; una di San
Vincenzo Ferrer (1350-1419)
e l'altra di San Giovanni della Croce:
- «Quelli
che vogliono vivere nella volontà di Dio non devono desiderare di
ottenere per mezzo dell'orazione, della contemplazione o di altre
opere di perfezione delle visioni, delle rivelazioni o dei sentimenti
soprannaturali che oltrepassano lo stato ordinario di coloro che
nutrono per Dio un timore e un amore molto sinceri. Poiché, un
simile desiderio non può venire che da un fondo di orgoglio e di
presunzione, e da una curiosità vana nei riguardi di Dio e di una
fede troppo fragile. La grazia di Dio abbandona l'anima colta da
questo desiderio e la lascia cadere in queste
illusioni e in queste tentazioni del diavolo che
la seduce mediante alcune visioni e rivelazioni ingannevoli. È la
tentazione più comune dei nostri tempi» 215.
- «Il
demonio, invece, si rallegra grandemente quando un'anima ammette
rivelazioni ed è propensa a riceverle, perché allora egli coglie la
buona occasione di insinuare errori e così derogare alla fede per
quanto può; come ho detto, una simile anima rimane sciocca e
ignorante intorno alla fede, e va soggetta molto spesso a riflessioni
impertinenti e a gravi
tentazioni» 216.
l I
problemi posti dall'«effusione
dello Spirito» e
dai carismi
Secondo
dom Massabki, l'«effusione dello Spirito» costituisce «il
secondo elemento essenziale del Rinnovamento nello Spirito» 217;
il posto che essa occupa è stato già descritto precedentemente.
Qual'è la natura di questo atto che suscita i carismi in modo quasi
automatico?
- Tre
spiegazioni fornite da membri del Rinnovamento nello Spirito
Tra le
numerose spiegazioni dell'«effusione dello Spirito» date da alcuni
adepti del Rinnovamento carismatico, ne citeremo tre:
- Secondo dom
Massabki, si tratterebbe di un cammino di conversione accompagnato da
una preghiera e da un gesto di solidarietà;
- Secondo la
rivista Fêtes et saisons, si tratterebbe «della
comunicazione, per mezzo dell’imposizione delle mani [...] dei
doni dello Spirito Santo ricevuti in pienezza»;
- Secondo il
Cardinal Suenens, si tratterebbe di un'effusione che scaturisce dal
di dentro, di una presa di coscienza della potenza dello Spirito, e
di un'eperienza che introduce ad un «senso decisamente nuovo
della presenza onnipotente di Dio».
La
spiegazione di dom Massabki non permette di rendere conto degli
effetti straordinari e costanti dell'«effusione dello Spirito». La
spiegazione di Fêtes
et saisons solleva
un'obiezione di fondo: se essa è vera, bisognerebbe ammettere che la
Chiesa avrebbe ignorato per oltre quindici secoli un mezzo di
santificazione fondamentale.
D'altronde, alle ultime due spiegazioni, si può opporre la
seguente argomentazione
di Padre
Eugène de Villeurbanne o.f.m.
(1904-1990). Non c'è posto per un'«effusione dello Spirito
Santo» «tra
un Sacramento e l'azione spirituale e personale dell'anima che vuole
utilizzare o attualizzare la grazia del Sacramento come raccomanda
San Paolo [...]. In
effetti, il Sacramento o dona la grazia santificante (“gratum
facens”) e in concomitanza la grazia sacramentale, oppure l'aumenta
e l'anima viene così dotata del necessario: elevazione radicale e
maggior attitudine alle grazie attuali. Il cristiano non ha dunque
che da impiegare queste grazie di cui la sua anima è dotata. Così,
la santificazione o azione dello Spirito Santo, e cioè della SS.ma
Trinità, è perfettamente assicurata secondo l'insegnamento
cattolico; il Sacramento produce il suo effetto “ex opere operato”,
vale a dire quando l'anima è in stato di grazia per i Sacramenti
“dei vivi”, come la Cresima. Non viene nient'altro richiesto che
la fedeltà a questa grazia, e ciò è una questione personale. Ad
alcun titolo, si ha il diritto di chiamarla ”effusione dello
Spirito Santo” e meno ancora di pretendere di poterla produrre o di
obbligare lo Spirito a scatenarla, sia che ciò avvenga mediante
l'azione di un gruppo di preghiera, di un leader o per mezzo
dell'imposizione delle mani. Né la Sacra Scrittura, né la
Tradizione, ci parlano dell'esistenza di un potere particolare di
provocare questa nuova azione della SS.ma Trinità. All'infuori del
dono dello Spirito Santo in un Sacramento e alla messa in pratica da
parte del cristiano della propria fedeltà alla grazia, non esiste
alcun atto della Gerarchia, istituita da Gesù Cristo, che delega il
potere di produrre o di provocare un'effusione o uno scaturimento
dello Spirito» 218.
Le spiegazioni fornite sull'«effusione dello spirito» non sono
state soddisfacenti, per cui spingeremo la ricerca in un'altra
direzione.
- Un
rito che viene dai protestanti
L'«effusione
dello Spirito» mediante l'imposizione delle mani, tale quale essa
viene praticata oggi nel Rinnovamento carismatico cattolico, viene
dai protestanti. Già conosciuto presso i metodisti, essa venne
sistematicamente utilizzata, a partire dal 1900, dai pentecostali
americani e da loro trasmessa ad alcuni protestanti appartenenti ad
altre denominazioni, e infine ad alcuni cattolici. Spiega Padre
J. R. Bouchet: «Si
tratta di un vero rituale pentecostale.
Qualunque sia l'antichità del rito dell'imposizione delle mani nella
preghiera, qualunque sia la sua possibile interpretazione, essa
deriva da una pratica pentecostale che rischia di veicolare con sé
anche il suo significato più proprio, indipendentemente
dalle spiegazioni
cattolicizzanti dei
suoi autori. Inoltre, sappiamo con certezza che i riti non si possono
rimaneggiare, non importa come, e che il loro contenuto oltrepassa
sempre il nostro discorso riguardo ad essi. Si può prendere a
prestito dalla tradizione del pentecostalismo storico un rito così
significativo, senza che esso porti con sé almeno una parte
della teologia
che veicola»? 219.
- Un
rito che produce gli stessi effetti sia tra i protestanti che tra i
cattolici
Presso i
protestanti che praticano l'«effusione dello Spirito» (sia che essi
siano pentecostali o semplicemente influenzati dal pentecostalismo),
questo rito ha prodotto e continua a produrre gli stessi effetti
anche presso i cattolici (moltiplicazione dei carismi di «parlare in
lingue», della profezia, della guarigione, zelo moltiplicato,
straordinaria efficacia apostolica, ecc...). Si tratta di un fatto
stabilito del quale Padre Henri Caffarel parla nel cenno storico
sulla corrente pentecostale. Ecco alcune testimonianze a questo
riguardo:
- Testimonianza
di Ralph Martin
«A
metà degli anni '50, una seconda corrente di Pentecoste si
manifestò, ma questa volta all'interno delle Chiese. Negli Stati
Uniti, clero e laici di grandi confessioni protestanti furono
battezzati nello Spirito e sperimentarono i doni carismatici - il
parlare in lingue, la guarigione e la profezia - pur restando nelle
rispettive Chiese. Numerosi di questi “neo-pentecostali”
dovettero affrontare grandi difficoltà: alcuni pastori furono
persino cacciati dalle loro funzioni o tormentati dal loro sinodo o
dai loro parrocchiani, dopo che avevano confessato di essere stati
battezzati nello Spirito» 220.
- Testimonianza
del pastore anglicano Michael Harper
Egli
parla del battesimo nello Spirito del pastore episcopaliano Graham
Pulkingham,
responsabile della parrocchia della Chiesa del Redentore, a Houston,
nel Texas: «Allora,
Wilkerson 221 gli
impose le mani, pregò per lui e Graham ricevette la potenza dello
Spirito. Sul momento non accadde nulla, né lingue di fuoco né
parlare in lingue. Ma al ritorno, la differenza fu stupefacente. “Le
cerimonie di domenica prossima si svolgeranno come di
consueto”. È ciò che spesso si sente dire nelle Chiese
ed è quello che poi d'altronde accade. Ora, mentre i servizi
conservarono il loro quadro liturgico abituale, alcuni fatti inusuali
cominciarono a prodursi. Ad esempio, una donna si avvicinò
all'altare trascinandosi sulle stampelle. Graham aveva già visto
cose di questo genere. Ma questa volta egli stese la mano e toccò la
donna in nome di Cristo. Ella fece prontamente un dietro-front e
tornò al suo posto senza aiutarsi con le stampelle. In seguito, la
Bibbia, che egli aveva studiato a lungo, divenne per lui un libro
nuovo che gli leggeva ogni giorno con avidità. Poi, egli constatò
che un andirivieni ininterrotto di persone veniva a chiedergli
consiglio e assistenza, e che lo Spirito Santo gli conferiva
un'autorità e una competenza nuove per comprendere e risolvere i
loro problemi» 222.
- Testimonianza
del pastore David Wilkerson
«I
pentecostali scoprirono che quattro volte su cinque, quelli che erano
stati battezzati nello Spirito Santo si mettevano a parlare in
lingue» 223.
Questa testimonianza concorda con quella di Padre René Laurentin
riguardante il Rinnovamento carismatico cattolico: «Uno
degli animatori del Rinnovamento mi ha detto che, in Francia, l'80%
dei carismatici parla in lingue» 224.
- Alcuni
carismi appaiono identici sia tra i protestanti che tra i cattolici
Dunque,
i carismi che si sono manifestati nei movimenti illuministi del
passato, nei «risvegli» protestanti, e in modo continuato nel
pentecostalismo e nel neo-penetcostalismo sono gli stessi che si
manifestano nel Rinnovamento carismatico cattolico? Sembra proprio di
sì. Le riviste carismatiche cattoliche, quando descrivono le
riunioni carismatiche interconfessionali, non stabiliscono alcuna
differenza tra i carismi di cui beneficiano i protestanti e quelli di
cui beneficiano i cattolici. E quando il Rinnovamento carismatico
cattolico viene definito come «la
branca cattolica della corrente pentecostale» 225,
ciò sembra implicare che le caratteristiche proprie del
pentecostalismo - e dunque i carismi pentecostali - si ritrovano
anche tra i i cattolici.
- Una
trasmissione dei poteri dai protestanti ai cattolici
È in
un gruppo di preghiera pentecostale di Pittsburg, guidato dalla
presbiteriana Florence Dodge che Ralph Martin e Patrick Bourgeois,
primi membri-fondatori del Rinnovamento carismatico cattolico
statunitense, chiesero e ricevettero, all'inizio del 1967, il
battesimo nello Spirito mediante l'imposizione delle mani. Poi,
utilizzando lo stesso rito, essi trasmisero ai loro colleghi
cattolici i poteri straordinari così acquisiti 226.
Dopodiché, si ha l'impressione che delle catene di trasmissione di
poteri si sono sviluppate negli Stati Uniti, e da lì in altri Paesi
per suscitare il Rinnovamento carismatico in ambiente cattolico. Si
tratta veramente della trasmissione di poteri? Le catene di
trasmissione sono ininterrotte da quando hanno avuto inizio dal punto
di partenza protestante? Ecco alcune indicazioni a questo riguardo:
-
Senza affermare nulla circa il primo punto, Padre Henri Caffarel
indica che «il
gesto dell'imposizione delle mani (viene) spesso
interpretato come un
gesto di iniziati che hanno alcuni “poteri” e
che li trasmettono» 227;
- Ed è un
fatto che i carismi costituiscano dei poteri e sono conferiti quasi
automaticamente mediante l'«effusione dello Spirito»;
- Monique
Hébrard cita un'osservazione del fondatore della Comunità Chemin
Neuf,
Padre Laurent Fabre, in cui si parla dell'«azione
dello Spirito che[...],
in una corrente internazionale ed interconfessionale [...], mediante
una catena ininterrotta di imposizioni delle mani,
si diffonde attraverso il mondo, attraversando le nostre difese e le
nostre frontiere ecclesiali» 228.
La frase «una
corrente internazionale [...] mediante
una catena ininterrotta di imposizioni delle mani» implica
l'idea di continuità.
Tale
continuità sembra manifestarsi nella maggior parte dei già citati
casi di battesimi nello Spirito:
- È stato
un gesuita americano - Padre Mike - adepto del Rinnovamento, che ha
battezzato nello Spirito i fondatori della comunita Chemin Neuf,
Padre Laurent Fabre (che abbiamo appena citato) e Betrand
Lepesant 229;
- È stato
un religioso canadese - Padre Jean-Paul Régimbal o.ss.t. - adepto
del Rinnovamento, che ha battezzato nello Spirito i primi membri
della Comunità della Théophanie 230;
-
Sembra che sia stata una coppia francese - i coniugi Le
Pichon -
di ritorno dagli Stati Uniti dove erano stati coinvolti nel
Rinnovamento, ad aver battezzato nello Spirito i primi membri della
Comunità Emmanuel 231;
-
Ralph Keifer e Patrick Bourgeois, dopo essere stati battezzati nello
Spirito da un gruppo di preghiera pentecostale, battezzarono a loro
volta i colleghi dell'Università Duquesne 232;
Tuttavia, tra
gli esempi citati alcuni sembrano fare eccezione:
-
Il caso di Yves
Caponi,
della Comunità della Théophanie,
che si ritrovò battezzato nello Spirito dopo un'imposizione delle
mani fatta da una Comunità che, sembra, ignorasse completamente gli
effetti di questa cerimonia 233;
-
Il caso di alcuni membri dell'Università Duquesne di
Pittsburg che sembrano essere stati battezzati nello Spirito senza
alcuna cerimonia particolare, forse per il fatto dell'atmosfera che
regnava nella cappella 234.
l Origine
del rito e fonte dei poteri che esso trasmette
Ricapitoliamo
i principali caratteri dell'«effusione delo Spirito»:
- Essa
produce alcuni effetti straordinari (trasformazione della vita
personale di chi la riceve, carismi, crescita dello zelo, potente
efficacia nell'apostolato, ecc...);
- Essa
produce gli stessi effetti straordinari sia tra i protestanti che tra
i cattolici;
- Essa sembra
più spesso conferita da qualcuno che l'ha già ricevuta e sembra
dare al candidato prescelto il potere di poterla poi conferire ad
altri.
Che senso
bisogna attribuire a questa stupefacente cerimonia, completamente
nuova per la vita della Chiesa cattolica, praticata dai cattolici
a partire dal 1967 e tuttavia ignorata persino dal nuovo Codice di
Diritto canonico? Andiamo più lontano. Qual'è l'origine lontana del
rito dell'«effusione dello Spirito» e la fonte dei poteri che
trasmette?
- Si
tratta di un rito e di poteri di origine divina?
Come
spiegare allora che i protestanti che ne hanno beneficiato prima dei
cattolici (e ne beneficiano tutt'ora), rimangono protestanti e con
ciò accreditano l'eresia protestante? In effetti, è noto che i
fenomeni miracolosi d'origine divina accreditano la buona dottrina e
mai la falsa (ed è questo d'altronde un segno che permette di
distinguerli dalle manifestazioni diaboliche). Altra ragione che
rende assai improbabile un'origine divina: «Mai,
nella Tradizione cattolica, si è presentato il caso di un rito che
produce automaticamente ed immancabilmente degli effetti
soprannaturali tangibili; né la ricezione dei Sacramenti, né i
grandi atti della vita cristiana (la professione religiosa, ad
esempio)» 235.
Ecco suo questo punto la spiegazione di un teologo: regolarmente, i
Sacramenti - salvo l'Estrema unzione - non hanno un'efficacia
d'ordine fisico. Il fatto è che c'è qualcosa di bizzarro e di
ambiguo nell'«effusione dello Spirito», c'è questo passaggio
sistematico dal piano spirituale al piano fisico, e infine c'è il
fatto di attribuire automaticamente alla grazia degli effetti
d'ordine sensibile come l'esaltazione.
- Si tratta di un rito e di poteri fondati su alcune potenzialità (conosciute o sconosciute) della natura umana?
- Si tratta di un rito e di poteri fondati su alcune potenzialità (conosciute o sconosciute) della natura umana?
Si tratta di
un rito e di poteri di origine diabolica? Abbiamo forse a che fare
con una vera iniziazione e con la trasmissione di un'«influenza
spirituale» per mezzo di un rito che serve da veicolo? Forse, una
simile spiegazione permette di rendere conto:
-
dell'efficacia del rito;
- del fatto
che tale efficacia sia la stesa sia tra i protestanti che tra i
cattolici;
-
del fatto che l'iniziato (colui che ha ricevuto l'«effusione»)
possa a sua volta iniziare altre persone 236.
|
|
Imposizione
delle mani in ambiente occultista: a
destra, tra gli adepti
della
sètta dei druidi bretoni; a sinistra, uno
sciamano guaritore.
|
Del resto è
risaputo che, perché un atto sia diabolico, occorre che esso abbia
un rapporto diretto con il demonio, sia nell'ordine della finalità,
che in quello della sua natura (un atto che spinge all'orgoglio, alla
lussuria, ecc..., che non corrisponde alle disposizioni di un gran
numero di coloro che ricevono l'«effusione nello Spirito»).
Ricapitolando, la domanda può essere posta in questi termini: il
rito dell'«effusione dello Spirito» e i poteri che esso trasmette
sono di origine divina, naturale o preternaturale diabolica? La
risposta a questo quesito è di importanza capitale e dovrebbe essere
oggetto di approfondito studio da parte dei teologi. In base ai dati
che di cui siamo in possesso, ci pare che fino ad ora ciò non sia
avvenuto. In assenza di una risposta qualificata, cercheremo dare una
soluzione. Esporremo semplicemente la nostra opinione e la
conseguente linea di condotta che ne deriva. La prima risposta
(origine divina) ci sembra dover essere scartata per i motivi
poc'anzi esposti. Di conseguenza, occorre cercare una soluzione nella
seconda risposta (origine naturale) e nella terza (origine
preternaturale diabolica). In definitiva, non avremo forse a che fare
con una miscela di elementi naturali - sui quali i carismatici si
illudono attribuendoli ad un'origine divina - e di elementi
diabolici? Linea di condotta corrispondente all'opinione
espressa: evitare assolutamente di unirsi ai gruppi di
preghiera e alle altre attività carismatiche fino al
momento in cui l'origine dei riti e dei poteri in questione non sarà
oggetto di un pronunciamento risolutorio da parte dell'autorità
ecclesiastica competente.
|
Trance carismatica: il «riposo
nello Spirito» può venire da Dio?
|
l La
vita in Comunità delle famiglie con o senza bambini
Nelle
Comunità carismatiche, ci sono delle coppie che praticano la vita
comunitaria nelle «case residenziali», nelle tenute in aperta
campagna o nelle fondazioni che hanno l'aspetto di conventi.
- Obbedienza
e «trasparenza»
Per
queste famiglie si constata un'interferenza tra vita comunitaria e
vita familiare o piuttosto una certa predominanza della prima sulla
seconda. Ecco il motivo di questa già citata osservazione di Monique
Hébrard: «Obbedienza...
obbedienza... obbedienza... Non avevo mai sentito pronunciare così
spesso questa parola, ovunque onnipresente e opprimente. La vita
concreta di ognuno (acquisti, viaggi, studi, ecc...) viene sottoposta
alla "trasparenza" e al discernimento comunitario. La vita
spirituale è sottoposta al pastore che è il capo spirituale della
Comunità e - in certi casi - il padre spirituale di ogni
membro» 237.
Abbiamo già precedentemente citato un esempio di vita coniugale in
cui interveniva la «trasparenza» (Francis e Kristina sottomettevano
il loro desiderio di avere un terzo figlio ai fratelli della loro
Comunità).
- La
sorte dei bambini
A proposito
della vita delle famiglie in Comunità carismatiche, si possono porre
un certo numero di domande: che cosa resta dell'intimità familiare?
Dove si situa la fisionomia di una famiglia veramente normale secondo
il piano di Dio? Che ne è dell'autorità del capo-famiglia quando le
sue decisioni vengono «esposte alla trasparenza
comunitaria»? Crescendo, come sopporteranno i bambini il quadro
della vita semi-monastica che è stata loro imposta? Aggiungiamo: i
capi-famiglia che vivono in Comunità, dal momento in cui hanno preso
l'impegno di povertà, non possiedono più beni proprî; da quel
momento le decisioni familiari implicano una dispensa (studio,
vacanze, cure mediche dei bambini, ecc...) e vengono necessariamente
sottoposte al vaglio dei dirigenti della Comunità (o della Comunità
stessa) che giudicano in ultima istanza. Ne consegue un trasferimento
delle responsabilità del capo-famiglia alla Comunità.
- Un
modo di vita contro natura?
Non
siamo forse in presenza di un modo di vita contro natura che vuole a
tutti i costi amalgamare vita religiosa comunitaria e vita coniugale
e familiare? All'inizio, i sacrifici a cui acconsentono le coppie,
possono sembrare buoni e anche ammirabili per generosità; forse,
certi bambini possono crescere sereni in un simile ambiente 238,
ma non tutti. E i buoni risultati eventualmente ottenuti qua e là
non sono forse a detrimento di una prudenza elementare, e soprattutto
a detrimento dei doveri propri dello stato coniugale?
l Un
avvicinamento ai concetti protestanti
Viste le sue
origini, non è affatto sorprendente ritrovare nel Rinnovamento
cattolico un certo avvicinamento ai concetti protestanti. Senza
dubbio, un tale orientamento è meno marcato nella
Comunità Emmanuel che in quella del Chemin
Neuf; indubbiamente, esso potrà essere frenato da alcuni
insegnamenti di buona dottrina cattolica. Ma solamente frenato,
poiché esso è inerente alle seguenti attività e alle tendenze
caratteristiche del Rinnovamento:
- la pratica
del gruppo di preghiera e il sentimento di essere in contatto diretto
col Cielo;
-
l'insistenza sulle attività religiose interconfessionali.
- Uno
stile di vita religioso pentecostale
Fin
dalle sue origini, il pentecostalismo è stato caratterizzato da un
certo tipo di gruppo di preghiera 239 che
è stato ripreso dai rinnovamenti carismatici protestante e
cattolico. Per convincersi che le coppie sono conformi al modello, è
sufficiente confrontare le descrizioni dei gruppi di preghiera che
abbiamo via via riportato. Le forme della vita religiosa non sono
indifferenti e non è senza ragione che la Chiesa cattolica li abbia
regolamentati in maniera molto stretta. A forza di pregare come i
protestanti (adepti del pentecostalismo o influenzati da esso) non si
rischia forse di finire per pensare come loro? Sviluppando le
preghiere spontanee e le parole profetiche, non si è forse portati
verso una certa forma di libero esame?
- Il
pericolo inerente le attività religiose interconfessionali
Ricordiamo il
carattere interconfessionale:
- di un certo
numero di gruppi di preghiera;
- di molte
Comunità carismatiche;
- di molti
raduni carismatici.
La
rivista Tychique, nelle sue pagine gialle, propone ai
suoi lettori molteplici attività religiose interconfessionali. Nel
nº 54 (marzo 1985) esse sono particolarmente numerose:
- Pentecoste
per l'unità a Tigery;
- Settimana
di formazione all'evangelizzazione a Montagnieu;
- Veglie
carismatiche ecumeniche a Parigi;
- 15º raduno
carismatico della Porte ouverte;
- Campagna
d'evangelizzazione Tente de l'unité;
- Giornata di
preghiera e digiuno interconfessionale;
- Sessione
del Centro cristiano di Gagnières;
- 16º
Congresso dell'Amicizia ecumenica Internazionale a Lione.
Nello stato
attuale del cattolicesimo francese, una simile moltiplicazione di
attività religiose interconfessionali non può non favorire lo
sviluppo di uno spirito ecumenico di tipo protestante.
- I
cattolici sottoposti alla predica protestante
Le
attività religiose interconfessionali comportano un'apertura alla
predicazione protestante (orale o scritta). Tra i numerosi esempi già
citati, ricordiamo il caso del Raduno europeo carismatico ecumenico
di Strasburgo nel 1982; i cattolici erano quattro volte più numerosi
dei protestanti. Sui ventiquattro interventi che figuravano nel
programma delle riunioni plenarie, dodici erano affidate ai
protestanti e dodici ai cattolici. La predicazione protestante
compare più frequentemente sulla rivista Tychique della
Comunità Chemin
Neuf.
Altro esempio di predicazione (scritta) protestante: la diffusione
dei libri. Negli Stati Uniti, il Prof. William
Storey 240 ha
osservato: «Nel
suo sforzo per aprirsi all'esperienza pentecostale, la direzione del
Rinnovamento cattolico ha permesso - e anche incoraggiato - la
diffusione nel movimento di un'abbondante letteratura contenente
alcune posizioni teologiche e alcuni atteggiamenti religiosi
incompatibili con l'autentica Tradizione cattolica» 241.
In Francia, il servizio di vendita dei libri della
ComunitàEmmanuel, Renoveau-Service,
diffonde i libri protestanti sia segnalandoli come tali (nella
rubrica «Opere
protestanti»),
che non segnalandoli come tali (nella rubrica «Rinnovamento»).
Ora, questi libri sono pericolosi per i cattolici poco formati della
nostra epoca: «Non
si può restare insensibili all'evangelismo protestante di un'opera
come “La Croce e il pugnale” di Wilkerson; è difficile per un
cattolico non assorbire la teologia che esso veicola. Ciò vale
ancora di più per altre opere che sono materia abbondante di
meditazione nei gruppi di preghiera come “Essi parlano in lingue”,
di Sherill e “Potenza della lode”, di M. Carothers» 242.
l Le
influenze ebraiche
- L'ecumenismo
con gli ebrei
Secondo
l'osservazione dell'Hébrard, «l'ecumenismo
con gli ebrei è importante per molte Comunità, e soprattutto per il
Leone di Giuda» 243.
In che cosa si traduce tale ecumenismo? Abbiamo già menzionato
alcune attività caratteristiche:
- Giornate di
insegnamento sulle midrash;
-
Celebrazione del sabbat nella Comunità del Leone di
Giuda;
- Consiglio
di farsi iniziare alla «lettura ebraica della Sacra
Scrittura» sotto la guida di «maestri ebrei
competenti». Iniziandosi alle midrash e alla
lettura ebraica della Sacra Scrittura, e festeggiando il sabato come
gli ebrei, non si rischia di finire per pensare come loro?
- La
dottrina corrispondente
Tanto più
che oltre a praticare tali attività, i membri del Rinnovamento
vengono rinfrancati in un simile atteggiamento anche da un
insegnamento dottrinale, di cui ecco alcuni elementi:
- Rivista Tychique
«Oserò
dire che un'altra certezza abita me e tutti questi amici cristiani
che hanno fatto lo stesso cammino? Ecco questa certezza: questo
popolo tale quale esso è, questo
popolo ebraico è il popolo di Dio; esso
è ancora il popolo di Dio!
In effetti, è possibile che esso sia stato privato delle sue
promesse? Privato dei doni di Dio e della presenza dello Spirito
Santo? É possibile che esso non abbia più alcuna missione
spirituale nella storia della salvezza e nella realizzazione del
disegno di Dio ai nostri giorni? L'insegnamento di Paolo - sempre lui
- ci dice tutto il contrario; nella stessa Lettera ai Romani,
parlando degli ebrei, egli dichiara: “I doni e la chiamata di Dio
sono irrevocabili” (Rm 11, 29). Con tutto il fervore della mia
esperienza, credo di poter testimoniare che oggi il popolo ebraico
vive veramente dello Spirito Santo» 244.
- Il
posto d'Israele e l'unità dei cristiani
«Con
un rigore straordinariamente coraggioso, ispirato dallo zelo per Dio
e dall'amore per i
due popoli di Dio -
quello delle Chiese e quello d'Israele - Ruben Berger ha denunciato i
due peccati simmetrici: quello di una parte d'Israele che, nel secolo
I, ha rigettato Cristo, e quello del “rifiuto delle radici”,
dell'antisemitismo commesso dai cristiani nati dalla gentilità lungo
tutto il corso della storia della Chiesa» 245.
- Cahiers
du Renouveau
Un
insegnamento analogo è stato dispensato sui Cahiers
du Renouveau da
Fratel Éfraïm, pastore della Comunità del Leone di
Giuda: «Qual'è
il significato della permanenza d'Israele, e della sua perennità?
Perché, malgrado tutte le persecuzioni, e persino gli stermini, il
popolo ebraico resta tale, fedele al suo Dio»? 246.
Se il popolo ebraico di oggi è sempre il popolo di Dio, se esso è
fedele al suo Dio e vive veramente dello Spirito Santo,perché
non mettersi alla sua scuola?
- Audiocassette Diakonia-service del
Leone di Giuda
Ecco come
inizia l'audiocassetta Carrefour judaïsme (Ars
1983; nº 48); Fratel Éfraïm vi espone il mistero
d'Israele: «C'è una separazione voluta da Dio e che è la
radice del mistero d'Israele; una messa da parte, un mistero
estremamente doloroso, un indurimento - poiché Dio è capace di
provocare un indurimento - per provocare nell'uomo un'apertura e una
tenerezza molto più grandi nel suo piano d'amore. Israele è stato
scelto [...] per essere la luce delle nazioni; e
Israele è stato accantonato - c'è stato un indurimento del popolo
d'Israele - affinché, come dice San Paolo, la buona novella sia
annunciata al mondo intero. E noi vediamo che ciò perdura da secoli
e secoli, mentre il popolo d'Israele resta accantonato da Dio [...].
Israele è stato messo da parte, non completamente rigettato, ma
messo da parte affinché il Vangelo sia annunciato al mondo intero. E
una volta che il Vangelo sarà stato annunciato al mondo intero,
durante questo tempo dei pagani, i tempi delle nazioni, i tempi dei
“goim”, allora i pagani si volgeranno [...] verso
Israele, saliranno a Gerusalemme e afferreranno [...] il
popolo ebraico per il lembo del mantello e gli diranno: “Noi
sappiamo che Dio è con voi, e vogliamo salire con voi a
Gerusalemme”. Ciò suppone che noi dobbiamo avere una visione
profetica, che vediamo prima che succeda ciò che succederà per
avere un atteggiamento giusto, e diremo agli ebrei: “Spiegateci
le Sacre Scritture”, ossia che qualcosa
manca alla Chiesa - sia protestante che romana
- [...], qualcosa d'essenziale fintantoché quella che si
dice l'illuminazione d'Israele non avrà avuto luogo, e tutto il
popolo d'Israele non avrà riconosciuto che Gesù Cristo è il
Messia». In questo testo, una confusione radicale tra ciò che è
in ordine alla volontà divina e ciò che è in ordine ai permessi
divini consente di sviluppare l'idea vista poc'anzi: Israele
sarebbe indurito perché Dio avrebbe suscitato il suo indurimento;
Dio sarebbe con lui ed esso resterebbe il popolo di Dio.
|
A
sinistra: sulla spianata del Tempio di Gerusalemme un rabbino
suona lo shofar, uno strumento usato per richiamare i
fedeli ebrei alla preghiera. A destra: pentecostali sudamericani
giudaizzati imparano ad usare lo stesso strumento.
|
l Una
concezione falsa dell'ecumenismo
- «Il
Rinnovamento sarà ecumenico o non sarà affatto»
Nato
dal protestantesimo, il Rinnovamento carismatico cattolico tende ad
attribuire molta importanza all'ecumenismo. Una parte delle sue
attività porta l'etichetta «ecumenico»: raduni ecumenici (come
quello di Strasburgo del 1992), ritiri ecumenici, week-end ecumenici,
molti articoli che trattano l'ecumenismo sulle riviste... «Il
Rinnovamento sarà ecumenico o non sarà affatto»,
affermava Padre Laurent Fabre s.j. della Comunità Chemin
Neuf247.
- Due
significati della parola «ecumenismo»
La parola
«ecumenico», d'origine greca (oikoumenikós) significava - e
significa tutt'ora - «universale». È in questo senso che
si parla di Concilio Ecumenico. Oggi, però, questa parola ha assunto
altri significati. La parola «ecumenismo» è di creazione recente.
Il Dizionario Robert lo definisce come«il
movimento favorevole alla riunificazione di tutte le Chiese cristiane
in un'unica Chiesa». Ed è qui che appare l'ambiguità di questo
termine: possono esserci tanti tipi di ecumenismo quanti sono i modi
di concepire «la riunificazione di tutte le Chiese cristiane
in un'unica Chiesa». In effetti, due prevalgono sempre:
- Il
vero ecumenismo: La «riunificazione di tutte le
Chiese» viene concepita come il ritorno dei
«fratelli separati» all'unica Chiesa, all'unità cattolica.
- Dottrina
su cui si fonda il vero ecumenismo
- La Chiesa
cattolica è Una; è una delle sue note. Per essa, l'unità non è un
obiettivo lontano, ma un carattere attuale e permanente. Noi
cattolici apparteniamo già a questa unità e desideriamo il ritorno
all'unità dei cristiani che se ne sono separati.
-
C'è un'unica vera Chiesa «fuori
dalla quale non c'è salvezza» 248.
Al di là di quelle che possono essere le qualità che possono avere
i cristiani ortodossi o protestanti, o le grazie di cui possono
beneficiare, o le verità che possono professare, le loro «chiese»
non costituiscono degli strumenti di salvezza.
- Atteggiamento
ecumenico corrispondente: cercare di convertire gli ortodossi e i
protestanti, di facilitare la loro conversione e di accoglierli nella
Chiesa cattolica una volta che essi si sono convertiti.
- Il
falso ecumenismo: La «riunificazione di tutte le
Chiese» viene concepita come se essa si dovesse realizzare
mediante un accordo raggiunto tra le Chiese una volta che esse
avranno «superato» i disaccordi dottrinali.
- Dottrina
su cui si fonda il falso ecumenismo
Le
Chiese cristiane (cattolica, ortodosse e protestanti) sono i tralci
di un unico ceppo, Gesù Cristo; esse costituiscono tutte degli
strumenti di salvezza: Nessuna tra loro dev'essere considerata come
il ceppo, né deve pensare di essere superiore alle altre 249.
- Atteggiamento
ecumenico corrispondente:
manifestare in tutte le occasioni che «le chiese» sono uguali tra
loro e hanno diritto allo stesso rispetto; creare l'unità mediante
la vita in comune e la preghiera in comune 250;
moltiplicare a questo fine le attività religiose interconfessionali;
onorare i dignitari delle chiese protestanti e riconoscere la loro
funzione; permettergli d'influenzare il mondo cattolico dando loro
l'opportunità di accedere alle cattedre nelle conferenze, agli
amboni nelle chiese, alle colonne delle riviste e dei giornali
cattolici; allinearsi quanto più possibile al
protestantesimo adottando
alcune formule di preghiere protestanti e
la traduzione «interconfessionale» della Bibbia... È evidente
che il vero ecumenismo è cattolico e che il falso non lo è... e
che, nondimeno, oggi esso viene adottato da un gran numero di
cattolici 251.
Dopo questa necessaria premessa sull'immutabile dottrina della Chiesa
in materia, vediamo ora fino a che punto il falso ecumenismo che
abbiamo appena descritto si è sviluppato in seno al Rinnovamento
carismatico cattolico.
l Le
religioni protestante ed ebraica considerate come strumenti di
salvezza
- Il
caso del protestantesimo
In
un articolo intitolato «Renouveau
charismatique catholique et œcuménisme»,
Padre A. M. de Monlèon o.p. spiega che per «raggiungere
la piena maturità di Cristo occorre andare sempre più avanti nella
crescita della grazia fino alla sua pienezza. Ora, questa crescita
non può raggiungere il suo pieno schiudimento che nella comunione
con la pienezza della Chiesa, che per un cattolico è la pienezza
della Chiesa cattolica» 252.
Secondo questo testo, per raggiungere la pienezza della grazia,
sembra che la comunione con la Chiesa cattolica sia una condizione
necessaria per i cattolici e non-necessaria per gli acattolici.
Sembra che questi ultimi possano essere «in
comunione con la pienezza della Chiesa» senza
essere in comunione con «la
pienezza della Chiesa cattolica».
In queste condizioni, la Chiesa cattolica non appare forse come un
mezzo di salvezza facoltativo e non più obbligatorio? Si giunge in
fretta all'idea che anche la religione protestante possa essere un
mezzo di salvezza; idea implicitamente espressa in questa
testimonianza di una ragazza della Comunità Béthanie,
riportata senza commento nel nº 52 della rivista Tychique (pag.
10): «Provengo
da una famiglia protestante da generazioni e sono stata battezzata
protestante. Oggi, io so che Dio
mi vuole protestante.
Ho sentito a poco a poco come non solo non dovevo staccarmi dalla mia
chiesa protestante, ma come dovevo restargli legata per poter
testimoniare davanti ad essa tutto ciò che Dio mi concedeva di
vivere in quel momento. Ma mi sentivo molto sola a vivere queste
esperienze. Era anche molto difficile non criticarla». «Dio
mi vuole protestante»;
ovvero, ognuno resti nella sua religione. È la stessa tesi
suggerita anche da Ralph Martin nel suo libro Feu
sur la terre: «Se
il Signore deve servirsi di noi, oggi, per restaurare il popolo
cristiano, è nostro dovere rimanere in una sottomissione sincera e
leale alle autorità che egli ha stabilito al di sopra di noi, in
modo particolare nelle
nostre Chiese» 253.
- Il
caso della religione ebraica
Abbiamo
già affrontato tale questione nel paragrafo intitolato «Le
influenze ebraiche».
Ecco alcuni testi che vanno a completare quelli già riportati. In un
succitato articolo di Fratel Éfraïm sul mistero d'Israele,
viene sviluppata l'idea che gli ebrei devono restare ebrei (di
religione) attendendo la loro conversione alla fine dei tempi: «Molti
dei miei amici "ebrei compiuti" - non dico "convertiti"
perché ciò supporrebbe un rovesciamento...» 254. «Fino
al ritorno del Signore, non ci sarà mai un vero dialogo
ebraico-cristiano se i cristiani non sono veramente cristiani e
gli ebrei non sono veramente ebrei» 255.
La stessa cosa viene affermata molto più chiaramente in un già
citato articolo di don Georges Maurice: «Bisognerebbe,
dunque che lo Spirito Santo rendesse il nostro cuore molto delicato e
puro affinché noi sapessimo amare gli ebrei indipendentemente da ciò
che essi possono fare per noi. Se ciò accadesse, non desidereremmo
nient'altro che la loro fedeltà alla propria identità, e cioè la
loro fedeltà a Dio e la loro santificazione. Forse che l'amore non
consiste nell'amare l'altro per com'è in sé stesso? Forse che ciò
non è tentare di capire l'altro così come esso si comprende e si
definisce da sé stesso? In questo senso, l'amore esige questo
decentramento di sé e questa attenzione disinteressata di cui
l'ecumenismo tra cristiani separati ci ha già mostrato tutta la
fecondità. Non
dobbiamo desiderare che gli ebrei diventino “cristiani”, ma
semplicemente che essi siano sempre più fedeli a ciò che oggi Dio
si attende da loro» 256.
- Che
ognuno conservi la propria religione: 1) «Dio
mi vuole protestante»;
2) «Non
dobbiamo desiderare che gli ebrei diventino "cristiani";
non dobbiamo desiderare nient'altro che la loro fedeltà alla propria
identità».
In poche parole, se siamo protestanti, ebrei o cattolici è per
volontà di Dio...257.
Per rispettarla, che ognuno conservi la propria religione d'origine
(ebraica o cristiana). Non ci stupisce di ritrovare lo stesso
concetto esposto in modo più esplicito dai leaders del
Rinnovamento carismatico protestante. Il pastore Arnold Bremond lo
presenta con queste parole: «Che
dire, se non che i numerosissimi gruppi di preghiera del
Rinnovamento, le Comunità di vita, nella loro dimensione ecclesiale,
e ogni membro sono esortati a rimanere fedeli alla propria Chiesa,
onde rianimarla dall'interno, umilmente e per obbedienza, con
l'evangelizzazione rinnovata da una solida formazione, e con gli atti
d'amore incarnati, come segno del Regno che viene; tutto ciò ci
appare come lo schiudimento del primo dei quattro oggetti di
preghiera dell'"Union de Prière", ossia: il rinnovamento
in tutte le Chiese mediante la conversione a Cristo Vivente» 258.
- Una
riabilitazione della religione protestante
Mettendo
tutte le religioni cristiane sullo stesso piano, il falso ecumenismo
implica una riabilitazione della religione protestante:
-
Bisogna riconoscere che il Concilio Vaticano II aveva già lavorato
in questo senso. Nel suo libretto molto apprezzabile,
intitolato L'œcuménisme,
levier de las protestantisation de l'Église, Padre
Georg May 259 spiega
come sono andate le cose: «Il
Concilio ha preparato questa sorprendente riabilitazione del
protestantesimo nella misura in cui ha descritto le comunità
religiose nate dalla Riforma con una parzialità difficilmente
superabile. Sono stati evidenziati solo gli aspetti positivi. Il male
immenso che il protestantesimo ha portato sulla Terra e
l'aggressività contro la Chiesa cattolica che esso manifesta ancora
oggi ovunque i suoi intenti non vengono favoriti dalla Chiesa
cattolica, sono stati omessi. La Chiesa deve pagare molto caro questo
errore dei Padri conciliari» 260.
- Lo stesso
atteggiamento si ritrova anche negli attuali percorsi catechistici
che mostrano la religione protestante solamente nei suoi aspetti
positivi.
Il
Rinnovamento carismatico cattolico si è impegnato nella stessa
direzione. Ecco alcuni esempi:
-
Alcuni testi di Martin
Lutero (1483-1546)
sulla Vergine Maria figurano inseriti nei Cahiers
du Renouveau (nº
27, pag. 34 e nº 38, pag. 26) in appoggio a due articoli del
calvinista di Taizé Max Thurian 261.
-
In un articolo intitolato Marie
et l'œcuménisme, Padre
René Laurentin presenta tre prospettive (protestante, ortodossa e
cattolica) sulla Vergine Maria e ci invita a chiarire la nostra
prospettiva cattolica per aiutare le altre due: «Nei
miei dialoghi ecumenici mi piace spesso porre l'accento su di un
fatto evidente che si trova nella Sacra Scritura, ovvero sulle tre
prospettive sulla Vergine rispondenti rispettivamente a quelle dei
protestanti, degli ortodossi e dei cattolici. Sono le tre prospettive
di Paolo, di Giovanni e di Luca [...].
Il protestantesimo è nato da una meditazione assidua dei testi di
San Paolo.È soprattutto in questa linea che esso vede Maria. I
nostri fratelli orientali amano chiamare Maria “Théotokos”,
ovvero “Madre di Dio”, o più esattamente “genitrice di
Dio” [...].
Luca ha ispirato in modo più speciale i cattolici [...].
Solo lui parla della fede di Maria, della sua meditazione e della sua
santità [...].
Vedete come queste tre prospettive si completano e si chiariscono. Il
dialogo ecumenico è una grazia per rinforzare la nostra pienezza
nella fede, confrontando i nostri punti di vista e ritornando insieme
alle fonti della Sacra Scrittura nella sua pienezza» 262.
-
Così, in un già citato editoriale della rivista Tychique, Régine
Maire-Besser presenta
un articolo della rivista intitolato«Martin
Luther, un témoin du Christ»: «Due
articoli di attualità: uno per celebrare con le Chiese il quinto
centenario della nascita di Lutero: il pastore Kurt Maeder della
Chiesa Luterana d'Alsazia ci invita a percorrere l'itinerario del
Riformatore» 263.
Qual'è questo itinerario? Eccone le tappe secondo lo stesso
articolo: «Tutto
è grazia. Ecco il messaggio che Lutero, ormai
liberato,
grida a tutta la cristianità [...].
L'affermazione principale di Lutero è “la giustificazione mediante
la fede, senza le opere, in Gesù Cristo”» 264. «Per
lui, la Sacra Scrittura è di per sé stessa facile da capire. Essa è
l'interprete di sè stessa. La Bibbia è la chiamata che Dio
indirizza ad ogni uomo» 265. «In
conclusione, Martin Lutero non era certamente il modello dei
“carismatici”. Tuttavia, in un mondo impregnato di dubbio e di
paura, egli ha
saputo rivalutare i veri valori della vita» 266.
-
In occasione della salita a Gerusalemme del Rinnovamento carismatico
(Pentecoste 1984), un sacerdote cattolico si è gettato in ginocchio
ai piedi di un pastore protestante «per
chiedergli perdono per San Pietro di Roma»,
gesto riportato e considerato come esemplare dalla
rivista Tychique 267.
- La
Chiesa cattolica abbassata al livello delle sètte ereticali
A
partire dal momento in cui le religioni protestanti sono riabilitate
e considerate come degli strumenti di salvezza, diventa normale porle
allo stesso livello della Chiesa cattolica. La cosa si traduce nel
vocabolario utilizzato nell'ambiente carismatico. Si parlerà senza
distinzione di «Chiese» (sottintendendo quella cattolica, quelle
ortodosse e quelle protestanti): «Dio
vuole ridare all'intero popolo cristiano tutte le componenti della
vita come essa era alla nascita della Chiesa; tutto ciò che è stato
trascurato o deformato nel corso dei secoli. Una vita d'adorazione
fervente e profonda; una crescita rapida delle Chiese grazie ad
un'evangelizzazione efficace» 268. «Ai
nostri giorni, sarebbe necessario per le Chiese costituire un simile
catecumenato» 269. «E
se il Rinnovamento era chiamato a compiere degli atti
folli d'unità,
come “Gerusalemme '84”, piantando così nel
grigiore della cristianità una
fiaccola profetica alla luce della quale le Chiese possano
orientarsi, al fine di costruire o piuttosto di ricevere la loro
unità» 270.
Un altro esempio ci viene da questo passo estratto dal resoconto del
Raduno carismatico della Porte
ouverte (2-10
luglio 1983) che aveva per tema «Chi
dite che io sia? La risposta delle quattro grandi tradizioni
cristiane»: «Il
tema del Raduno era la domanda di Cristo ai suoi Apostoli: “E voi,
chi dite che io sia?”. Quattro intervenuti, rappresentanti le
quattro grandi tradizioni cristiane, sono venuti a rispondere: un
cattolico, un evangelico, un ortodosso e un ebreo credente in Gesù.
Meravigliati dalla ricchezza prodotta dall'unione di questi quattro
insegnamenti...» 271.
L'uguaglianza perfetta tra le quattro tradizioni viene considerata
come una cosa scontata. La Chiesa viene così umiliata al rango
dell'eresia; un perfetto esempio di falso ecumenismo. E questo falso
ecumenismo è - lo ripetiamo - uno strumento per
la protestantizzazione
della Chiesa,
come ha egregiamente dimostrato Padre Georg May nel suo già citato
libro.
l Il
posto del Rinnovamento: nella
Chiesa o al di sopra della Chiesa?
Alla
domanda «qual'è
la missione del Rinnovamento nello Spirito nella Chiesa»?,
Ralph Martin, personalità influente del movimento, ha
risposto: «Èl’evangelizzazione» 272.
Nella prefazione del suo libro Feu
sur la terre,
egli dà una risposta più completa; eccone un estratto: «Sta
nascendo una speranza. Dio è intervenuto con potenza. Per rinnovare
la sua Chiesa e per farne, di nuovo, la luce del mondo e il sale
della terra, egli ha suscitato la corrente pentecostale:
sfortunatamente, i primi pentecostali sono stati rifiutati dalle loro
Chiese e tagliati fuori dal resto della cristianità; poi sono venuti
i neo-pentecostali, protestanti e cattolici: i tre fiumi. Questo
Rinnovamento carismatico non è che all’inizio» 273.
Nel corso del libro, la stessa idea viene sviluppata: «Dio
vuole restaurare la Chiesa perché la potenza del suo Spirito possa
esercitarsi pienamente senza ostacoli [...].
Sono ormai più di settant'anni che Dio è all'opera in questa grande
effusione di Pentecoste in vista di quest'ora».
Ralph Martin riassume allora la storia dei tre fiumi - o tre correnti
- pentecostali:
- «La
prima corrente di questo movimento di Pentecoste ha avuto inizio a
Topeka, nel Kansas, nel 1900; essa si è diffusa da lì a Los Angeles
e poi attraverso il mondo intero [...]. Attualmente, si
contano circa quindici milioni di pentecostali, e il loro tasso di
crescita rimane elevato [...].
- A
metà degli anni '50, una seconda corrente di Pentecoste si è
aperta, e questa volta all'interno delle Chiese. Clero e laici delle
grandi confessioni protestanti degli Stati Uniti furono battezzati
nello Spirito e sperimentarono i doni carismatici - il parlare in
lingue, la guarigione e la profezia - pur restando nelle rispettive
Chiese [...].
- Nel
1967, fu una sorpresa pressoché unanime vedere questo movimento di
Pentecoste sbocciare nella Chiesa cattolica, iniziando da alcuni
teologi, professori e studenti appartenenti ad università
cattoliche».
Infine,
Ralph Martin insiste sull'origine divina di queste tre correnti
diventate dei «grandi fiumi»: «Via
via che questi tre grandi fiumi di vita e di potenza di Dio, che
confluiscono in questo momento nel movimento di Pentecoste, sono
confluite, e che questo grande fiume si è messo a scorrere con tutto
ciò che lo Spirito compie a tutti i livelli del popolo di Dio sparso
nel mondo, possiamo attenderci di vedere sempre più realizzarsi, in
mezzo a noi e al mondo intero, la profezia di Isaia: “Perché la
saggezza del Signore riempirà il paese come le acque ricoprono il
mare” (Is 11, 9)» 274.
Dunque, le tre correnti pentecostali che «sono
confluite» avranno
per missione il compito di rinnovare la Chiesa. Se le cose stanno
così, come situare il Rinnovamento nello Spirito in rapporto alla
Chiesa? Si tratta di una questione complessa. Vedremo in che misura
si può considerare il Rinnovamento carismatico:
- come se
fosse nella Chiesa;
- come se
fosse al di sopra della Chiesa;
- come se
costituisse una super-Chiesa.
- Il
Rinnovamento carismatico cattolico nella Chiesa?
Tutta una
serie di testimonianze manifesta una volontà delle Comunità
carismatiche cattoliche di essere in comunione con la Chiesa e di
intrattenere buone relazioni con la Gerarchia. E difatti le relazioni
sono buone. Numerose Comunità hanno ricevuto uno statuto canonico;
si comincia ad affidare loro alcune responsabilità parrocchiali e
diocesane. Ecco un paio di esempi:
- Comunità Emmanuel
«A
Marsiglia, tutta la parrocchia di San Vincenzo de Paoli, situata in
uno dei quartieri centrali della città, è stata affidata alla
Comunità per assicurare in permanenza l'insieme dei servizi
parrocchiali: accoglienza, preparazione al battesimo, al matrimonio,
catechesi, liturgia e preghiera. In un anno, l'assistenza alla Messa
è aumentata di dieci volte. Anche a Parigi, diversi servizi
parrocchiali sono stati affidati ad alcune équipes della
Comunità» 275.
- Comunità
del Leone di Giuda
Nell'agosto
del 1985, essa si è vista affidare l'animazione spirituale e la
gestione del Centro diocesano installato nei locali del grande
seminario di Nimes276.
D'altronde, la presenza di numerosi Vescovi ai raduni carismatici, il
summenzionato Rapporto
Episcopale (malgrado
le riserve formulate), la calorosa accoglienza di Paolo VI prima e di
Giovanni Paolo II poi ai Congressi carismatici romani sembrano
confermare la buona integrazione, in seno alla Chiesa, del
Rinnovamento nello Spirito.
- Il
Rinnovamento nello Spirito al di sopra della Chiesa?
E tuttavia
diversi fatti indicano che il Rinnovamento si crede investito d'una
missione che lo porrebbe al di sopra della Chiesa.
- È così
che si può interpretare la tesi di Ralph Martin, precedentemente
esposte, sulle tre correnti pentecostali che «sono
confluite» e che Dio avrebbe suscitato per rinnovare la
Chiesa;
-
In un articolo della rivista Tychique 277,
il pastore Christian
Glardon presenta
il Rinnovamento come «una
fiaccola alla cui luce le Chiese possano orientarsi» 278,
ossia è
il Rinnovamento che illumina la Chiesa;
-
Nella succitata prefazione del libro Feu
sur la terre, Padre
Albert Cartier s.j. presenta
Ralph Martin con queste parole: «Illuminato
dallo Spirito, egli denuncia il peccato di questa società moderna
che ritorna al paganesimo, idolatra del denaro, del sesso e del
potere. Egli interpella i cristiani, i quali dovrebbero conquistare
il mondo e invece si lasciano conquistare dall'incredulità: Chiese
divise, indebolite, languenti e tiepide. Quella tiepidezza che Dio
vomita. Al di sopra di questo mondo e
di questa Chiesa,
egli brandisce il fuoco. Fuoco dell'Amore, ma anche fuoco del
castigo; Fuoco dell'inferno» 279. È dunque «al
di sopra [...] di
questa Chiesa» che
il profeta carismatico Ralph Martin «brandisce
il fuoco»!
- Il
Rinnovamento nello Spirito: una super-Chiesa?
Questa
è il concetto che sembra più o meno suggerito dalla conclusione
dell'articolo del pastore Jacques
Deppierraz intitolato «Enjeu
du Renouveau au sein de la société»,
apparso nel nº 51 della rivista Tychique 280.
La stessa idea viene presentata in modo più chiaro in un articolo
del nº 39 deiCahiers
du Renouveau intitolato «Les
surprises de l'Esprit-Saint».
Questo articolo riproduce - a caratteri più grandi - il
sermone pronunciato dal pastore Thomas Roberts, la domenica di
Pentecoste del 1982, di fronte ai 20.000 partecipanti al Raduno
carismatico europeo di Strasburgo. Ecco il passo essenziale: «Oggi,
c'è una sorpresa dello Spirito Santo. Cerchiamo di essere attenti a
ciò che Dio sta compiendo. In questo momento egli sta diffondendo il
suo Spirito su ogni uomo! E voi potete constatarlo in questa sala!
Siamo tutti riuniti nel nome di Gesù Cristo: pentecostali,
cattolici, ortodossi, ebrei, luterani e calvinisti. Stiamo vivendo un
momento privilegiato della storia della Chiesa e credo fermamente che
il Rinnovamento non sia che all'inizio. Non mi trovo d'accordo con
quei fratelli che dicono che il Rinnovamento è uno dei mezzi per
mezzo di cui Dio agisce ai nostri giorni. Noi
non siamo uno dei tanti movimenti esistenti.
Un teologo ha detto: “Il
Rinnovamento non è un movimento nella Chiesa, ma
la Chiesa in movimento”!Oggi, non
so più a quale Chiesa appartengo.
Se essere luterano significa credere nella grazia libera, allora io
sono luterano. Se essere calvinista significa credere all'autorità
della Sacra Scrittura, allora io sono calvinista. Se essere metodista
significa credere alla santità, allora io sono metodista. Se credere
al ritorno di Gesù significa essere cattolico, allora io sono
cattolico. Se essere membro di un gruppo di preghiera significa
essere pentecostale, allora io sono pentecostale...».
In breve: sia che siate pentecostali, cattolici, ortodossi, oppure
ebrei, luterani o calvinisti... il Rinnovamento è al di sopra di
tutto ciò poiché «il
Rinnovamento [...] è
la Chiesa in movimento».
Il Rinnovamento, una super-Chiesa! Che stupefacente analogia tra il
testo che abbiamo appena finito di citare e la celebre dichiarazione
del massone Fr\ Yves
Marsaudon,
nel suo libro L'œcumenisme,
vu par un franc-maçon de Tradition (pag.
126): «Noi,
massoni di Tradizione, ci permetteremo di parafrasare e di trasporre
queste parole di un famoso uomo di Stato, adattandole alle
circostanze: “Cattolici, ortodossi, protestanti, musulmani,
induisti, buddisti, liberi pensatori e pensatori credenti non sono
che dei nomi; massoni
è il cognome di famiglia”».
- Verso
una Gerarchia parallela di leaders carismatici?
Dalla lettura
che abbiamo appena fatto emergono tre idee complementari sulla
missione del Rinnovamento:
- Il
Rinnovamento (identificato come le tre branche della corrente
pentecostale) sarebbe stato suscitato da Dio per rinnovare la Chiesa
(P. A. Cartier; Ralph Martin);
- Il
Rinnovamento sarebbe una fiaccola profetica che illumina le Chiese
(pastore Christian Glardon);
- Il
Rinnovamento «è la Chiesa in movimento» (pastore
Thomas Roberts).
Come
in ogni organizzazione, anche in questa Chiesa in movimento ci sono
dei capi; spiega Steve Clark 281: «Se
vogliamo essere un Rinnovamento carismatico, abbiamo
bisogno di leaders carismatici».
Secondo Clark, questi leaders sono
chiamati ad un ruolo decisivo nella vita delle chiese:«All'inizio,
il Signore ci ha molto parlato dell'importanza dei doni “carismatici”
del responsabile (pastore, leader, ecc...). Egli ci ha detto che una
delle chiavi del rinnovamento della vita cristiana era il
ricambio dei responsabili cristiani in
modo che il popolo sia condotto nello Spirito per compiere la
missione che gli è stata affidata» 282.
In questa maniera, viene suggerita l'idea di una gerarchia parallela
carismatica di pastori e di leaders.
Per dimostrare che non si tratta di una finzione, citiamo un estratto
dal famoso Rapporto
Episcopale sul
Rinnovamento: «È noto
che alcune difficoltà sussistono, in alcuni punti, quanto
all'articolazione tra il ruolo dei leaders e quello dei sacerdoti.
Solo un buon quadro ecclesiologico permette, anche in questi casi, di
progredire e, in ogni caso, di non occultare l'esistenza di questo
problema. Poiché
si tratta di molto di più di un semplice rischio di parallelismo tra
l'azione
delle due categorie di “pastori”» 283. «Rischio
di parallelismo tra l’azione delle due categorie di "pastori"» (i
sacerdoti e i capi delle Comunità carismatiche): in questo punto
del Rapporto
Episcopale si
accenna certamente al rischio di una gerarchia
parallela. È evidente
la complessità della situazione. Da una parte, il Rinnovamento nello
Spirito si presenta come un movimento della Chiesa che obbedisce
placidamente alla Gerarchia, ed effettivamente questo corrisponde al
vero. D'altra parte, però, esso si considera come una branca della
corrente generale del Rinnovamento e permette che al suo interno si
elevino voci che:
- situano il
Rinnovamento al di sopra della Chiesa;
- o che lo
presentano come una super-Chiesa;
- o che
lasciano intendere che la rinnovazione dei responsabili cristiani
sarà assicurata dall'arrivo dei leaders carismatici.
Così, si
rivelano due tendenze in seno al Rinnovamento, una cattolica e
l'altra pentecostale. Da questo fatto, l'adepto del Rinnovamento
carismatico cattolico rischia:
- sia di
essere diviso tra la fedeltà alla Chiesa e la fedeltà alle
istituzioni fondamentali del pentecostalismo;
- che di
lasciarsi sufficientemente protestantizzare per non vedere più
alcuna differenza, né opposizione tra queste due fedeltà.
l Punti
deboli ed errori dottrinali
Quando
si tratta di portare un giudizio su alcuni avvenimenti straordinari
della vita della Chiesa, uno dei principali criteri da utilizzare è
la loro conformità - o difformità - alla dottrina cattolica: «Ogni
sentimento, anche molto elevato, ogni visione, anche la più sublime,
del momento che vi dispone contro un articolo di fede e contro i
buoni costumi - soprattutto contro l'umiltà e la purezza - abbiateli
in orrore; certamente essi sono l'opera del diavolo» 284.
Che dire dunque del Rinnovamento carismatico cattolico? Si può forse
parlare di punti deboli e di errori dottrinali per Comunità che,
come l'Emmnauel o
il Leone di Giuda, diffondono i corsi di Padre Marie-Dominique
Philippe o di Jean Daujat? Anche in questo caso, la risposta non è
così semplice. Nel Rinnovamento, la miscela di uno stile religioso
cattolico (ad esempio, l'adorazione del SS.mo Sacramento) e di uno
stile religioso pentecostale (ad esempio, i gruppi di preghiera così
come sono stati descritti da dom Massabki) si unisce spesso alla
miscela di un insegnamento ortodosso e di un insegnamento eterodosso.
Gli errori dottrinali che è possibile constatare non sono certamente
pochi:
- alcune
spiegazioni relative all'«effusione dello Spirito»;
- un falso
concetto di ecumenismo (e dunque della Chiesa);
- una falsa
concezione di ciò che viene chiamato «ecumenismo con gli ebrei».
Si tratta di
questioni già affrontate sulle quali non torneremo.
- Un'obiezione
«L'albero
si giudica dai frutti. Ora, la Comunità... ha fatto del bene; molte
persone si sono convertite, hanno ritrovato la pratica dei Sacramenti
e ora sono animate da una pietà più viva. Il bene che essa procura
non è sufficiente a giustificare l'attività carismatica»? Ecco,
usando altre parole, la stessa obiezione estratta da una lettera di
un protestante contro la prima edizione di questo studio: «Andate
a Paray-le-Monial; troverete molte persone che si confessano.
L'Eucarestia viene celebrata con grande dignità, maestà e rispetto.
Alcuni giovani adorano il SS.mo Sacramento ogni notte, e hanno luogo
magnifiche processioni eucaristiche. Il latino viene rivalutato e
vengono presentate conferenze da persone poco sospettabili di
protestantesimo. Una dozzina di Vescovi francesi e stranieri la
frequentano. C'è anche un uso molto moderato dei carismi
straordinari, e la seria cura della formazione dottrinale e
spirituale. Questi raduni internazionali sono la testimonianza
vivente del contrario delle osservazioni e conclusioni della sua
inchiesta».
- Risposta
a questa obiezione
- Nel corso
di questo studio, abbiamo tentato di dimostrare che le attività
carismatiche comportano una mescolanza di elementi buoni e cattivi.
Non è possibile formulare un giudizio equo tenendo conto unicamente
dei primi.
-
Il bene che si fà nel Rinnovamento nello Spirito non è un argomento
decisivo. Si sa che Satana si traveste spesso da angelo di luce.
Secondo la testimonianza dell'ex massone Jean
Marquès-Rivière,
un tal modo d'azione satanica è comune nel mondo massonico: «Satana
non si presenta mai come esso è realmente; egli dissimula sempre la
sua vera identità presentandosi come Angelo di Luce, come
Consolatore e come Spirito di Verità. Questo Padre della Menzogna sa
diventare un Apostolo della Pace, un Ispiratore mistico e un Principe
della Scienza» 285.
Se Satana
adotta questo comportamento nella Massoneria, a fortiori lo
farà all'interno della Chiesa. Da questa constatazione deriva
l'importanza e l’interesse di conoscere le regole classiche in
materia. Eccone alcune:
-
Lo spirito cattivo non può impedire ad una persona di fare il
bene: «Ci
sono delle persone cui il demonio non impedisce di fare molto bene in
quanto il bene che esse fanno gli serve per ingannare» 286.
-
L'inclinazione al bene può venire dal cattivo spirito: è ciò che
abitualmente viene definita «tentazione
sotto apparenze di bene».
Eccone la presentazione fatta da Padre
Giovanni Battista Scaramelli s.j.
(1687-1752): «Sant'Ignazio
insegna che il demonio trasformato in angelo buono usa assecondare i
pii desideri delle anime sante e di approvarne l'esecuzione, ma con
l'intenzione di trascinarle in seguito nei suoi fini perversi 287.
Suarez ne spiega la ragione intrinseca che espone con queste parole:
"È manifesto che l'impulso verso una cosa peccaminosa per
la sua stessa natura viene dal demonio e non può venire da Dio; ma
se la cosa fosse per sé stessa onesta e virtuosa, ciò
non sarebbe un dato per stabilire con certezza che essa è stata
ispirata da Dio, potendo essere stata suggerita dal suo nemico. La
ragione di questo fatto è chiara: il male non può mai diventare
bene, ma il bene può diventare male se esso tende ad un cattivo
fine. Dunque, quantunque l'inclinazione al male non possa provenire
dallo spirito buono, l'inclinazione al bene può venire dal cattivo
spirito che ci porta al bene con un fine perverso. Se si tratta di un
peccato è evidente che esso ha per causa il demonio e non il buono
spirito; se si tratta di un'azione onesta non si deve necessariamente
concludere che essa venga da quest'ultimo. Al contrario, essa può
diventare evidente che essa sia stata suggerita dal cattivo spirito
piuttosto che dal buono"» 288.
Ecco il testo di Sant'Ignazio
di Loyola (1491-1556)
al quale allude Padre Scaramelli: «Quarta
regola. È proprio dell'angelo cattivo quando si trasforma
in angelo di luce, entrare subito nei sentimenti dell'anima pia per
ispirargli i suoi. Così, egli inizia con il suggerire a quest'anima
dei buoni e santi pensieri, conformi alle sue disposizioni virtuose;
ma molto presto, a poco a poco, egli fa in modo di attirarla nei suoi
tranelli segreti, e di farla acconsentire ai suoi colpevoli disegni».
«Quinta regola. Dobbiamo esaminare con grande cura il seguito e
l'andamento dei nostri pensieri. Se l'iniziò, la metà e il termine,
tutto in essi è buono e tende unicamente al bene, è una prova che
essi vengono dall'Angelo buono; ma se, in seguito ai pensieri che ci
sono stati suggeriti, si finisce per incontrare qualcosa di cattivo o
di dissipante, o di meno buono di quello che ci eravamo proposti di
fare, o se questi pensieri indeboliscono la nostra anima, la
inquietano, la confondono, togliendole la pace e la tranquillità di
cui essa gioiva prima, è una traccia evidente che essi procedono
dallo spirito cattivo, nemico dei nostri progressi e della nostra
salvezza eterna» 289.
Riprendiamo due frasi-chiave: «Ci
sono delle persone cui il demonio non impedisce di fare molto bene in
quanto il bene che esse fanno gli serve per ingannare» (Padre
Lallemant); «il
demonio trasformato in angelo buono usa assecondare i pii desideri
delle anime sante e di approvarne l’esecuzione, ma con l'intenzione
di trascinarle in seguito nei suoi fini perversi» (Padre
Scaramelli riassumendo Sant'Ignazio). È possibile che
attraverso il bene effettuato mediante il canale del Rinnovamento
nello Spirito, possono nascondersi degli «inganni», dei «fini
perversi» che non siano necessariamente legati a delle frange
estremiste del movimento (che potrebbero essere definite
«deviazionistiche), ma che siano insiti nel movimento stesso? Noi
crediamo di avere dimostrato che ciò è più che possibile. Uno
degli inganni più visibili non è forse questo falso ecumenismo,
questa strada che conduce verso una super-religione
mondialista?
Si obietterà che si potrebbero considerare gli aspetti negativi di
questi «inganni» e di questi «fini perversi» come oggi largamente
compensati dagli aspetti positivi di preghiera e di conversione. Ma
che cosa ne sarà tra dieci o vent'anni, quando la deriva
protestante, inerente al Rinnovamento, avrà prodotto i suoi effetti?
La Storia della Chiesa è là a mostrarcelo: le eresie seducono
spesso mediante dei frutti immediati, seguiti , a medio o a lungo
termine, da effetti perniciosi.
l Conclusione
Esaminando il
Rinnovamento carismatico cattolico, abbiamo incontrato alcuni
elementi positivi rilevanti... e degli elementi negativi non certo di
minor peso. Questi ultimi, per la maggior parte, derivano dalle
caratteristiche stesse del movimento. Da questa mescolanza di buono e
di cattivo, il Rinnovamento nello Spirito appare come un fenomeno
seducente e sospetto:
- sospetto
per il rituale pentecostale e i carismi che vi si esercitano;
- sospetto
per la sua ricerca dell'esperienza del divino e per il suo appetito
per lo straordinario;
- sospetto
per la sua somiglianza con i «risvegli» protestanti;
- sospetto
per il suo falso ecumenismo;
- sospetto
per le sue false dottrine diffuse da alcuni dei suoi capi e da certe
pubblicazioni del movimento.
Alla
luce di questi dati, appare più giustificata la definizione del
Rinnovamento nello Spirito fornita dalla rivista Tychique: «Branca
cattolica della corrente pentecostale» 290.
In poche parole, ci troviamo di fronte ad un «risveglio» di tipo
protestante in piena Chiesa cattolica. Tuttavia, questo «risveglio»
si presenta oggettivamente cattolico per via di molte delle sue
attività; esso ha rivalorizzato numerosi elementi del cattolicesimo
tradizionale abbandonati oggigiorno dalle nostre parrocchie, ed è
per questo motivo che esso è particolarmente seducente. D'altronde,
abbiamo visto che l'origine e la natura dell'«effusione dello
Spirito» e dei carismi - per via della loro estrema somiglianza con
le omonime operazioni protestanti - sollevano alcuni gravi problemi
che, fino ad ora, non sembrano essere stati studiati dall'autorità
ecclesiastica. In attesa dei risultati di questi studi, non si può
escludere la possibilità di un intervento diabolico, ma che anzi
tale intervento appare non solamente possibile, ma probabile. Anche
facendo astrazione da quest'ultimo aspetto (relativo ai carismi e
all'«effusione dello Spirito»), tutto mostra che siamo in presenza
di un tipico caso di tentazione sotto apparenza di bene. A questo
punto, si impongono due domande:
- Perché un
così gran numero di cattolici soccombe a questa tentazione?
- Quali
rimedi proporre?
- Il
successo del Rinnovamento
Abbiamo già
indicato alcune delle cause che hanno contribuito al successo del
Rinnovamento. Ritorniamo su questo punto.
-
Una prima causa di successo è imputabile alle mancanze dell'autorità
ecclesiastica. In presenza di una forma di vita parzialmente deviata
che ormai da oltre vent'anni va sempre più sviluppandosi
coinvolgendo diversi milioni di cattolici, l'autorità ecclesiastica
è intervenuta mediante esortazioni ottimistiche contenenti al
massimo alcune riserve formulate in tono di consiglio; nel frattempo,
nessuno studio è stato in concreto approntato. Gli errori dottrinali
manifesti non sono stati né sanzionati, né tanto meno condannati.
Alcuni capi del movimento possono scrivere dei libri tipicamente
pentecostali e vengono poi ricevuti a Roma senza essere nemmeno
richiamati 291;
il Leone di Giuda può diffondere un insegnamento che, su alcuni
punti essenziali, si rivela sempre più ebraico piuttosto che
cattolico, e ciò non impedisce che poi gli venga affidata la
responsabilità del Centro diocesano di Nîmes. In queste condizioni,
come stupirsi se moltissimi laici si lasciano sedurre da questo
movimento che, nel grigiore della vita cattolica francese e non solo,
sembra distinguersi per la sua pietà, per il suo dinamismo e per il
suo zelo apostolico? Questo - purtroppo - è uno dei tanti casi in
cui è possibile toccare con mano quello che lo scrittore
francese Jean
Madiran definisce
il «collasso» dell'autorità.
-
Una seconda causa di successo è imputabile al Concilio Vaticano II e
agli orientamenti detti «post-conciliari». Riabilitando il
protestantesimo, incoraggiando le attività religiose
interconfessionali 292,
e lasciando cadere la dottrina riassunta dalla formula «fuori
della Chiesa non c’è salvezza»,
il Concilio e gli orientamenti post-conciliari hanno favorito questa
forma di penetrazione protestante nella Chiesa che è il
Rinnovamento.
- Terza causa
di successo: l'ignoranza religiosa dei cattolici. Essi, infatti, non
conoscono affatto il protestantesimo, la sua storia, i suoi errori
fondamentali e i suoi aspetti più seducenti. Essi non hanno che che
raramente sentito parlare di discernimento degli spiriti, e hanno
poco riflettuto sui metodi che Satana utilizza per tentare le anime
migliori (tentazione sotto apparenze di bene...). Il Rinnovamento può
così esercitare la sua seduzione senza incontrare ostacoli od
opposizioni.
- Quarta
causa di successo: un bisogno di preghiera e di adorazione; la
ricerca di una liturgia che sia veramente sacralizzata. Né la nuova
liturgia, impoverita e parzialmente desacralizzata, né le attività
della maggior parte delle parrocchie (divenute troppo spesso
neo-moderniste), né ciò che resta dell'Azione cattolica può
rispondere a questo bisogno. Si è creato un vuoto; il
Rinnovamento è venuto a colmarlo.
- Alcune
azioni possibili
Quali
atteggiamenti potrebbero essere adottati e quali azioni potranno
essere praticate da quei laici che vedono la cattiva direzione in cui
la corrente carismatica sta trascinando i suoi adepti? Ecco alcune
indicazioni a questo riguardo:
- Il
Rinnovamento si presenta come una tentazione sotto apparenze di bene;
da qui la necessità, onde evitare di lasciarsi sedurre, di fuggire
le occasioni in cui essa si manifesta (evitare di partecipare alle
riunioni dei gruppi di preghiera «per vedere», ecc...). Al
contrario, è necessario mostrarne i pericoli a coloro che si sentono
tentati di farlo.
- A più
riprese, abbiamo parlato del discernimento degli spiriti, una
disciplina che è molto utile conoscere quando si ha a che fare con
un fenomeno di questo genere. Purtroppo, ai nostri giorni essa non
viene più insegnata, tranne che in alcuni corsi di esercizi
spirituali predicati secondo il metodo di Sant'Ignazio di Loyola.
Diffondere al massimo gli esercizi spirituali potrebbe dunque
costituire una delle migliori salvaguardie contro i pericoli del
Rinnovamento nello Spirito.
- Nel
Rinnovamento è possibile riscontrare delle incongruenze e degli
errori dottrinali per la maggior parte derivanti dalle sue origini
protestanti e da una forma inaccettabile di ecumenismo. Da qui
l'urgenza di conoscere e approfondire la corrispondente dottrina
cattolica («fuori della Chiesa non c'è salvezza») e la
Storia della Chiesa.
- Numerosi
fedeli entrano al Rinnovamento per soddisfare un bisogno di preghiera
e di adorazione. Si dovrebbero quindi rivalutare la liturgia e le
preghiere tradizionali, le uniche in grado di dare una risposta a
questo bisogno. La Messa tridentina celebrata ogni anni il lunedì di
Pentecoste a Chartres, cantata con entusiasmo da oltre 7.000
pellegrini del Centro Charlier (età media
venticinque anni), mostra come essa possa anche oggi come ieri
servire di supporto alle manifestazioni del popolo cristiano.
Bisognerebbe, inoltre, che essa non ne fosse più de facto proibita
la celebrazione nelle nostre parrocchie. Alcune Comunità
carismatiche sembrano aver ottenuto il diritto di cantare in ebraico,
nelle loro cappelle, i canti liturgici della tradizione ebraica.
Forse che non hanno maggior diritto di cittadinanza nelle nostre
chiese i canti liturgici latini della Tradizione cattolica?
-
Bisognerebbe infine supplicare l'autorità ecclesiastica di uscire
dal «collasso» precedentemente evocato e di intervenire su due
punti essenziali:
- Che essa
elimini il falso ecumenismo che ha invaso la maggior parte degli
ambienti cattolici e che costituisce - come ha magistralmente
sottolineato il canonista tedesco Georg May - uno «strumento
per la protestantizzazione della Chiesa». È dalla
Chiesa - e non dal pentecostalismo - che possiamo essere salvati!
- Che essa
prenda seriamente in esame il problema carismatico. Essa sola può
portare un giudizio definitivo e rimettere le cose in ordine in modo
decisivo. Che non si dica che essa lo ha già fatto! Senza dubbio,
esiste un certo numero di documenti romani relativi al Rinnovamento.
Essi esprimono un apprezzamento globale, alcuni inviti di prudenza e
delle riserve sulle caratteristiche proprie del movimento. Ma essi
non costituiscono un giudizio di fondo! D'altronde, un tal giudizio
non potrebbe essere portato se non dopo uno studio sistematico del
movimento che sembra non essere stato ancora fatto. Sono ormai più
di vent'anni che un gran numero di cattolici utilizza un rituale
pentecostale denominato «effusione dello Spirito». Bisogna
approvarlo? Con quale spiegazione teologica? Secondo quale
disciplina? Bisogna proibirlo? Nessuna decisione è stata presa a
Roma su queste questioni d'importanza capitale. Ripetiamolo: solo
l'autorità ecclesiastica può portare un giudizio definitivo e
rimetter in ordine le cose in modo decisivo. Il nostro ruolo e di
supplicarla e di preghiera per questa intenzione.
APPENDICE
FUORI DALLA CHIESA NON
C'È SALVEZZA!
Ecco
una massima che non piace ai nostri contemporanei. Ciò - si dice -
non vale più. E tuttavia... «tra
le cose che la Chiesa ha sempre insegnato e che non potrà mai
smettere di insegnare c'è anche questa dichiarazione infallibile in
cui è detto che non c'è salvezza fuori dalla Chiesa».
A questo proposito, ecco un documento del Sant'Uffizio 293.
«Siamo obbligati a credere, di fede divina e cattolica, tutte le
verità contenute nella Parola di Dio - Scrittura o Tradizione - e
che la Chiesa ci propone a credere come divinamente rivelate, non
solo tramite un giudizio solenne, ma
anche per mezzo del suo Magistero ordinario e universale 294. Ora,
tra le cose che la Chiesa ha sempre predicato e non cesserà di
insegnare, c'è anche questa dichiarazione infallibile in cui è
detto che non c'è salvezza fuori dalla Chiesa. Tuttavia, questo
dogma deve intendersi nel senso che gli attribuisce la Chiesa? Il
Salvatore, infatti, ha affidato la spiegazione delle cose contenute
nel deposito della fede, non al giudizio privato, ma all'insegnamento
dell'autorità ecclesiastica. Ora, in primo luogo, la Chiesa insegna
che in questa materia esiste un mandato molto rigoroso di Gesù
Cristo, il quale ha incaricato esplicitamente i suoi Apostoli di
insegnare a tutte le nazioni di osservare tutte le cose che aveva
ordinato» (Mt 28,
19-20).
- Obbligo
di entrare nella Chiesa
«Tra
questi comandi c'è quello che ci ordina di incorporarci, mediante il
battesimo, al Corpo Mistico di Cristo che è la Chiesa, e di restare
uniti a Lui e al Suo Vicario che governa quaggiù la Sua Chiesa in
modo visibile. Ecco perché nessuno si salverà se, sapendo che la
Chiesa è stata divinamente istituita da Cristo, negherà malgrado
ciò di sottoporsi a lei o si separerà all'obbedienza del Romano
Pontefice, Vicario di Cristo sulla terra. Non solo il nostro
Salvatore ha ordinato che tutti i popoli entrino nella Chiesa, ma ha
anche decretato che essa è l'unico mezzo di salvezza
senza la quale nessuno può entrare nel regno eterno della gloria».
- Il «desiderio» può
supplire
«Nella
Sua infinita misericordia, Dio ha voluto che, poiché si trattava dei
mezzi di salvezza ordinati al fine ultimo dell'uomo non per necessità
intrinseca, ma solamente per istituzione divina, i loro effetti
salutari possano essere ottenuti anche in certe circostanze, quando
questi mezzi sono solamente oggetti di “desiderio” o di
“augurio”. Questo punto è stabilito chiaramente dal Concilio di
Trento a proposito del Sacramento del battesimo e a riguardo della
penitenza 295.
Bisogna dire altrettanto, sul suo piano, della Chiesa in quanto mezzo
generale di salvezza. Ciò perché, affinché una persona ottenga la
sua salvezza eterna, non è sempre richiesto che sia di fatto
incorporata alla Chiesa a titolo di membro, ma bisogna essere uniti
ad essa almeno per desiderio o augurio. Tuttavia, non è sempre
necessario che questo augurio sia esplicito come nel caso dei
catecumeni. Quando qualcuno è in un'ignoranza invincibile, Dio
accetta un desiderio implicito, chiamato così perché è incluso
nella buona disposizione dell'anima, la quale desidera conformare la
sua volontà a quella di Dio. Queste cose sono espresse chiaramente
nella Lettera dogmatica pubblicata dal Sommo Pontefice Pio XII, il 20
giugno 1943, “sul Corpo Mistico di Gesù Cristo”. In questa
Lettera, il Sommo Pontefice distingue, infatti, chiaramente coloro
che sono attualmente incorporati alla Chiesa come membri e quelli che
sono uniti ad essa solamente per desiderio. Parlando dei membri che
formano quaggiù il Corpo Mistico, lo stesso augusto Pontefice dice:
“Si devono realmente considerare come membri della Chiesa solo
coloro che hanno ricevuto il battesimo di rigenerazione e professano
la vera fede che, d’altra parte, non si sono per loro disgrazia
separati dall'insieme del Corpo o non ne sono stati tagliati a causa
di errori molto gravi per l'autorità legittima”. Verso la fine
della stessa Enciclica, invitando all'unità col più grande affetto
coloro che non appartengono al Corpo della Chiesa cattolica, menziona
quelli che, “mediante un certo desiderio ed augurio inconscio, si
trovano ordinati al Corpo Mistico del Redentore”. Non li esclude in
nessun modo dalla salvezza eterna, ma afferma peraltro che si trovano
in un stato “in cui nessuno può essere sicuro della sua salvezza
eterno” e anche che “sono privati di tanto e di così grandi
soccorsi e favori celesti di cui si può godere solamente nella
Chiesa cattolica”. Con queste parole, il Papa condanna chiaramente
sia coloro che escludono dalla salvezza eterna gli uomini che non
sono uniti alla Chiesa che per il desiderio implicito, che
quelli che affermano erroneamente che tutti gli uomini possono
salvarsi in tutte le religioni» 296.
- Necessità
della fede
«Tuttavia,
non bisogna credere che non importa quale tipo di desiderio di
entrare nella Chiesa basti per la salvezza. Il desiderio per cui
qualcuno aderisce alla Chiesa dev'essere animato dalla carità
perfetta. Un desiderio implicito non può produrre neanche il suo
effetto se non si possiede la fede soprannaturale “poiché colui
che si avvicina a Dio deve credere che esiste e che rimunera chi lo
cerca” (Eb 11, 6). Il Concilio di Trento dichiara 297:
“La fede è il principio della salvezza dell'uomo, il fondamento e
la radice di ogni giustificazione. Senza di essa è impossibile
piacere a Dio e considerarsi Suoi figli» 298.
Secondo
gli esponenti del carismatismo, la Chiesa deve tornare a produrre
i prodigi della Pentecoste, deve attuare una Pentecoste
permanente. Una Chiesa povera di prodigi, dicono, è una
Chiesa povera di fede. Obiezione non nuova nella storia della
Chiesa. Ecco come rispondeva in proposito Papa San
Gregorio Magno (590-604) nella29ª Omelia sui
Vangeli (cap. IV): «Forse, fratelli miei,
dovete considerarvi senza fede perché non operate questi
prodigi? Essi furono necessari ai primordi della
Chiesa perché la fede doveva essere alimentata dai miracoli per
poter crescere. Anche noi, del resto, quando piantiamo
degli alberi dobbiamo annaffiarli finché li vediamo ben solidi
nel terreno e appena hanno fissato le radici smettiamo di
somministrare l'acqua. Per questo Paolo dice: "Le lingue
costituiscono un segno non per i fedeli, ma per gli infedeli.
Abbiamo altre più sottili considerazioni da fare riguardo a
questi segni e prodigi. La santa Chiesa compie ogni giorno in
forma spirituale ciò che faceva allora concretamente mediante
gli Apostoli. Quando infatti i suoi sacerdoti con la grazia
dell'esorcismo impongono le mani ai fedeli e impediscono agli
spiriti maligni di prendere dimora nelle loro anime, cosa fanno
se non scacciare i demoni? E i cristiani che abbandonano le
dottrine mondane della vita di un tempo, che celebrano i santi
misteri e annunciano con tutte le loro forze le lodi e la potenza
del Creatore, che altro fanno se non esprimersi in lingue nuove?
Quando poi con buone esortazioni spengono la malizia nel cuore
degli altri, eliminano i serpenti. Quando sentono parole malvagie
e suadenti senza farsi trascinare al male, prendono, sì, bevande
mortifere, ma non ne subiscono danno. Quando si accorgono che il
prossimo vacilla nel compiere il bene, quando lo soccorrono con
tutte le forze e con l'esempio del loro comportamento, sostengono
la condotta di coloro che si sentono incerti nelle scelte da
compiere, cosa fanno se non imporre le mani sui malati perché
ritrovino la salute? Questi prodigi sono ancora
più grandi perché di ordine spirituale, e perché
attraverso di essi vengono ricondotti alla vita non i corpi, ma
le anime; fratelli carissimi, voi pure potete compierli - se lo
volete - con l'intervento di Dio. Si tratta di segni esterni, e
da essi non possono ottenere vita quelli che li compiono perché
sono prodigi di natura corporea che mostrano talora la santità
senza però esserne causa; invece, questi prodigi spirituali
compiuti nelle anime producono la realtà della vita, e non è
loro compito semplicemente il mostrarla. Di essi possono fruire
solo i giusti, mentre ai primi possono accedere anche i malvagi.
Per questo la Verità dice di qualcuno: “Molti mi diranno in
quel giorno: “Signore, Signore, non abbiamo nel tuo nome
proclamato profezie, scacciato demoni e compiuto molti prodigi”?
Allora io dirò loro: “Non vi conosco, andatevene da me, voi
che commettete l’iniquità”. Non vogliate perciò, fratelli
carissimi, fare oggetto del vostro amore quei segni che
potrebbero essere attribuiti anche ai reprobi, ma amate i prodigi
della carità e della pietà, di cui ora abbiamo parlato, che
sono veramente sicuri perché occulti, e per i quali è stabilita
presso il Signore una ricompensa tanto più grande quanto minore
è la loro gloria presso gli uomini».
|
NOTE
1 Traduzione
dall'originale francese Connaissance élémentaire du
Renouveau charismatique («Conoscenza elementare del
Rinnovamento Carismatico»), AFS, Parigi, a cura di Paolo
Baroni.
2 «La
Chiesa si trova in un'ora d'inquietudine, di autocritica, si direbbe
persino di autodemolizione» (cfr. Allocuzione del 7
dicembre 1978); «Per qualche fessura il fumo di Satana è
entrato nel tempio di Dio: il dubbio, l'incertezza, la problematica,
l'inquietudine, l'insoddisfazione si sono fatte strada [...].
Avremmo creduto che l'indomani del Concilio sarebbe stato una
giornata di sole per la Chiesa. Ma abbiamo trovato nuove
tempeste» (cfr. Discorso del 29 giugno 1972).
5 Questo
opuscolo contiene: 1) un dossier realizzato dalla
Conferenza Episcopale Francese (Lourdes 1987), di cui una parte è
stata redatta da alcuni membri appartenenti a comunità carismatiche;
2) un rapporto di Mons. Emile Marcus, Vescovo di Nantes. Esso è
stato realizzato sotto forma di supplemento alle
riviste Tychiquee Cahiers du Renouveau. D'ora
in poi lo citeremo con il nome di Rapporto Episcopale.
7 Tra
le persone collegate al Rinnovamento bisogna dunque distinguere: 1) i
membri delle comunità carismatiche (legati da un impegno e in numero
di alcune di migliaia); 2) i partecipanti ai gruppi di preghiera
carismatici (il cui numero, in Francia, si situerebbe tra le 100.000
e le 200.000 persone secondo i dati forniti dalRapporto
Episcopale del 1982).
9 Nel
1984, la Comunità Emmanuel contava 1.800 persone
(più di 1.000 della regione parigina e più di settecento dalla
provincia e stranieri).
10 Nel
1985, la Comunità del Leone di Giuda contava quindici case, di cui
sei all'estero e raggruppava circa trecento membri
(cfr. Fratel Éfraïm, Les pluies de
l'arrière-saison, pag. 131).
14 Cfr.
H. Caffarel, Faut-il-parler d'un pentecôstisme
catholique?, pagg. 47-49. Dopo la stesura di questo libretto nel
1973, Padre Caffarel ne ha redatto un altro nel 1976, dove ha
espresso diverse riserve sul Rinnovamento nello Spirito.
18 L'espressione
«battesimo nello Spirito» - meno usata di «effusione dello
Spirito» - viene tutt'oggi utilizzata dalle riviste carismatiche
(cfr. Cahiers du Renouveau, nº 48; Tychique,
nº 54).
22 Più
sopra abbiamo descritto il ruolo dell'«effusione dello Spirito» nel
destino dei fondatori delle comunità carismatiche; a partire dal
momento in cui l'hanno ricevuta, essi hanno trasformato completamente
il loro atteggiamento e si sono lanciati nelle fondazioni.
28 Una
definizione simile è stata data anche da Fêtes et
saisons (nº 301, pag. 9): «Una preghiera spontanea
che si esprime in una lingua ignota».
32 Cfr. Feu
et lumière, ottobre 1983, pag. 22. L'articolo di Lucy Rooney
s.n.d. e di Padre Robert Faricy s.j. era intitolato «Notre-Dame
de la Paix - Révélations sur les apparitions de la Vierge en
Yougoslavie». In seguito, Padre Tomislav Vlasik o.f.m. divenne
per tre anni il leader spirituale dei pellegrinaggi
a Medjugorje. Nel 2008, Padre Vlasik è stato ridotto allo stato
laicale dalla Santa Sede per divulgazione di dubbie dottrine,
manipolazione delle coscienze, sospetto misticismo, disobbedienza ad
ordini legittimamente impartiti ed addebiti contra sextum (cioè
contro il sesto comandamento).
36 È possibile
trovare una descrizione fatta dalle stesse comunità carismatiche: 1)
nel Rapporto Episcopale (pagg. 27-52); 2) nel nº 24
dei Cahiers du Renouveau.
38 Cfr. Cahiers
du Renouveau, nº 24, pagg. 15-16; articolo di Jean-Romain Frisch
intitolato «La Communauté Emmnauel».
43 La
fondazione più vecchia - quella di Cordes, nel Tarn - conta una
quarantina di persone (cfr. M. Hébrard, op. cit.,
pag. 42).
51 Cfr. Cahiers
du Renouveau, nº 38, pag. 10; l'articolo era
intitolato «Renouveau charismatique catholique et
œcuménisme».
53
Estratto da un articolo apparso sul numero di febbraio 1978 della
rivista Tychique; cit. in M. Hébrard, op.
cit., pag. 284.
70 Cfr. Tychique,
nº 50, pag. 64; l'articolo era firmato da don Georges Maurice,
appartenente all'Amicizia ebraico-cristiana, un'associazione ispirata
da Jules Marx Isaac, un professore ebreo sostenitore ai tempi del
Concilio della tesi secondo cui i Vangeli sarebbero stati falsificati
in senso antisemita per addossare al popolo ebraico la colpa del
deicidio, e sarebbero quindi la fonte di tutte le persecuzioni
(compresa quella nazista) che tale popolo avrebbe subito nel corso
dei secoli.
73 Riflessione
della moglie del pastore della comunità Pain de vie;
cfr. M. Hébrard, op. cit., pag. 183. Il termine
«pastore» viene correntemente utilizzato per designare il capo di
una comunità carismatica.
75 Cfr.
P. E. Tardif, «L'Esprit de Dieu a fait de moi un
témoin», in Cahiers du Renouveau, nº 48, pag. 29.
82 Cfr. Rapporto
Episcopale, pag. 69. A pag. 60, questo documento suggerisce che,
sull'esempio del Rinnovamento, sarebbe augurabile «liberare
l'espressione dell'esperienza religiosa».
87 Cfr. Famille
chrétienne, giugno 1982; articolo di Padre A. de Monléon
intitolato «Renouveau: un théologien témoigne».
95 I revivals o
risvegli sono una specie di corrente di rinnovamento apparse
improvvisamente nelle Chiese protestanti. Padre Henri Caffarel (op.
cit., pag. 39) li descrive con queste parole: «Ciò che
caratterizza questi "risvegli" è il posto primario
accordato ai gruppi di preghiera. Nel corso di queste assemblee
ognuno prega spontaneamente ad alta voce; l'emozione, il sentimento,
l'entusiasmo religioso e la loro espressione esteriore vi occupano un
posto preminente. Spesso, i carismi si manifestano in abbondanza.
L'accento viene posto sull'esperienza spirituale».
98 Cfr.
Y. Charles, «Quelques cailloux blancs de l'histoire
charismatique», in Unités des chrétiens, nº 21.
L'autore di questo articolo è un pastore protestante.
99 Cfr. Cahiers
du Renouveau, nº 46, pag. 12; articolo del pastore Paul Bechdolf
sul pastore Thomas Roberts.
100 Come
indica il paragrafo precedente, questo cambiamento si è innescato in
Francia molto prima, ossia a partire dagli anni '30.
119 Vedi
nel libro del pastore A. Bremond intitolato Sur le chemin du
Renouveau il capitolo «L'aventure œcuménique à
Lyon» (pagg. 133-151).
127 Cfr. Famille
chrétienne, del 4 ottobre 1984; l'articolo era intitolato «Vingt
mille à Paray-le-Monial».
140 Testo
redatto in base agli appunti presi da una persona che, nel 1975,
avevano preso parte ad una di queste sessioni.
142 A
conferma, ecco il significativo commento di una ragazza che ha preso
parte ad un'assemblea di preghiera della comunità del Leone di
Giuda: «Qui ho ritrovato i miei tre "candori": la
SS.ma Vergine, l'Eucarestia e il Papa».
144 In
Italia, tra i tanti ecclesiastici famosi schieratisi apertamente in
favore del Rinnovamento ricordiamo il Cardinale Carlo Maria Martini,
Padre Raniero Cantalamessa o.f.m., l'esorcista paolino Padre Gabriele
Amorth e lo scrittore don Giuseppe Tommaselli.
152 Cfr.
M. Reboul, «L'illuminisme charismatique», in Le
Figaro, del 25 agosto 1984; J. Bourdarias, «Renouveau
charismatique; la caution du Vatican», in Le Figaro,
del 7 settembre 1984.
153 Cfr.
J. R. Bouchet-P. H. Caffarel, Le Renouveau
charismatique interpellé, Éd. du Feu nouveau, 1986, pagg.
59-61 (capitolo scritto da Padre Caffarel intitolato «Quelques
questions fondamentales»).
161 Cfr. Feu
et lumière, nº 1, pag. 28. Resoconto di Padre Daniel Ange del
Raduno carismatico d'Ars, nel 1983.
163 Cfr. Cahiers
du Renouveau, nº 44, pag. 16; esposizione di suor Briege Mac
Kenna durante la sessione carismatica di Paray-le-Monial (estate
1983).
165 Cfr. Rapporto
Episcopale, pag. 40; presentazione della Comunità del Leone di
Giuda da parte di uno dei suoi responsabili.
177 Per
un'informazione più completa a questo riguardo, vedi i primi
capitoli del libro di R. Knox, Enthusiasm, Ed.
Clarendon Press Oxford.
178 Cfr. Le
Christe au monde, nº 6, 1964; l'articolo era intitolato «Un
exemple d'adaptation en Afrique: la “Jamaa” à Luluaburg».
183 Cfr.
M. Hébrard, op. cit., pag. 253; cit. in A. de
la Gorce, Wesley, maître d'un peuple. John Wesley
apparirebbe così come il precursore dell'attuale movimento del
Rinnovamento. Ecco la nota con cui Padre René Laurentin inizia la
sua cronologia dei pentecostalismi protestante e cattolico: «Maggio
1738: Wesley, fondatore del metodismo, precursore lontano del
pentecostalismo, scopre la testimonianza interiore dello Spirito e la
conversione del cuore» (cfr. R. Laurentin, Pentecôstisme
chez les catholiques, pag. 251).
186 Cfr.
A.-E. Bremond, Sur le chemin du Renouveau, Éd.
Pneumathèque, 1980; prefazione di Régine Maire-Besser della
Comunità Chemin Neuf.
193 Vedi
le regole del discernimento degli spiriti che figurano negli Esercizi
Spirituali di Sant'Ignazio di Loyola.
194 Cfr.
C. Maurras, La démocratie religieuse, pagg. 22-23.
Testo citato da Marcel de Corte in uno studio intitolato Note
sur la 54eme leçon du cours de
philosophie positive d'Auguste Comte, e che si avvicina al nostro
soggetto (cfr. Itinéraires, aprile-maggio 1971).
195 Testimonianza
di grande interesse pubblicata dalla rivista Le Christe au
monde in un articolo intitolato «Les pentecôstistes
catholiques: ils courent des grands risques».
197 Essa
si situa nel filo diretto della tradizione protestante poiché è in
armonia con la dottrina del libero esame.
198 Cfr. Paolo
VI, Discorso del 24 settembre 1969; cit. in Documentation
catholique, nº 1549. Peccato che poi, di fatto, Paolo VI,
nonostante queste messe in guardia, abbia incoraggiato il
Rinnovamento nello Spirito.
199 La
storia fornisce numerosi esempi di capi di Stato «illuminati». Uno
dei più celebri è Oliver Cromwell (1599-1658) che governò la Gran
Bretagna dal 1649 al 1658. Vedi il capitolo a lui consacrato in
J. Lombard, La face cachée de l'histoire moderne.
200 Cfr.
J. R. Bouchet-P. H. Caffarel, Le Renouveau charismatique
interpellé, Éd. du Feu nouveau, 1976, pag. 75.
201 Per
evitare ogni possibile ambiguità precisiamo che: 1) desiderare di
sentire il divino in sé è una cosa; 2) dare alla sensibilità la
sua giusta collocazione nell'atto religioso è una cosa completamente
diversa (di per sé perfettamente legittima e alla quale concorrono
la liturgia, l'arte religiosa, ecc...).
202 Cfr.
J. R. Bouchet-P. H. Caffarel, op. cit., pag. 76,
capitolo «Quelques questions fondamentales», redatto da
Padre Henri Caffarel nel 1975. Quest'ultimo, a proposito del suo
libro già citato Faut-il-parler d’un pentecôtisme
catholique?, aggiunge (a pag. 55) la seguente precisazione: «Da
notare che se oggi dovessi riscrivere questo opuscolo, le sue
conclusioni sarebbero notevolmente diverse, in quanto a quel tempo mi
ero appoggiato su informazioni di cui alcune - l'ho scoperto dopo -
erano erronee e tendenziose».
207 Cfr.
M. Hébrard, op. cit., pagg. 70-71. In questo punto,
l'Autore descrive un week-end alla Comunità
cristiana di formazione di Poitiers.
218 Cfr.
P. E. Villeurbanne o.f.m., Les Renouveaux charismatiques
devant la foi, la spiritualité et l'Église. Questo testo è
stato riprodotto nell'opuscolo Les mouvements charismatiques
au regard del la foi e de l'Église, pubblicato nel 1975 e che
all'epoca costituiva il migliore studio sull'argomento.
220 Cfr.
R. Martin, Feu sur la terre, Éd. Pneumathèque,
1979, pag. 32. A quell'epoca, l'Autore era a capo della Comunità
carismatica cattolica Parole de Dieu di Ann Arbor,
negli Stati Uniti.
221 Si
tratta del pastore David Wilkerson, autore del libro La croce
e il pugnale, una delle più grandi opere di propaganda del
Rinnovamento carismatico.
228 Ecco
il passo da cui è stata estratta questa citazione: «Non
vogliamo lasciare che le nostre attuali diversità paralizzino
l'azione dello Spirito Santo che, fin dall'inizio, in una corrente
internazionale ed interconfessionale, da bocca ad orecchio, da
imposizione delle mani ad imposizione delle mani, si è diffuso in
tutto il mondo attraversando le nostre difese e le nostre frontiere
ecclesiali. Siamo perfettamente consapevoli del fatto che il cammino
di fedeltà alla nostra Chiesa e la comunione con le altre Chiese è
un cammino difficile».
234 «Entrai
in cappella. Ero in piedi davanti all'altare e, un istante dopo, mi
trovai disteso a terra, piangente e in un'estasi che forse non ho mai
più provato [...]. Tutto d'un tratto, Gesù Cristo
si fece così reale e così presente che potevo sentirlo intorno a
me. Dopo un po' di tempo [...], mi ritrovai in piedi e
discesi conscio che lo Spirito di Dio aveva appena operato in
me [...]. Riflettendo su quanto era accaduto, compresi
che dovevo tornare in cappella per pregare. Nell'entrare mi accorsi
di avere un po' di paura, ma entrai ugualmente. Mi ritrovai disteso
sul dorso, con le braccia aperte in forma di croce [...].
(Poco più tardi) ebbi un incontro con Cristo ancora più
intenso del precedente. Quando tentavo di parlare con quelli che
entravano, mi accorsi che non emettevo che dei suoni inintelligibili,
come un muto che cerca di esprimersi [...]. (L'indomani) ci
fu un'altra conversazione sul 3º capitolo degli "Atti degli
Apostoli". Dopodiché, abbiamo pregato per un breve lasso di
tempo, e, di nuovo, incontrai il mio Dio. Questa volta, la mia gioia
fu così grande che non potei fare altro che ridere disteso a
terra» (cfr. K.-D. Ranaghan, op. cit.,
pagg. 34-35).
235 Cfr.
J. R. Bouchet-P. H. Caffarel, op. cit., pag. 65. Per
effetti soprannaturali tangibili bisogna intendere effetti sensibili
d'origine soprannaturale.
236 Aggiungiamo
un'osservazione: è noto che, nel Rituale
romano dell'esorcismo, la glossolalia (parlare in lingue) e
la xenoglassia (parlare lingue straniere senza conoscerle) sono
considerati segni di possessione diabolica.
239 Una
delle «chiese» o denominazioni pentecostali è conosciuta con il
nome «Assemblee di Dio» (cfr. R. Martin, op. cit.,
pag. 31).
240 Dopo
aver partecipato alla fondazione del Rinnovamento carismatico
cattolico americano, il Professor William. Storey se ne è in seguito
allontanato.
244 Cfr. Tychique,
nº 50, pag. 63; articolo di don Georges Maurice dell'Amicizia
ebraico-cristiana (cfr. A. Bremond, op. cit.,
pag. 177).
245 Cfr. Tychique,
nº 47, pag. 5. Resoconto del Convegno della Porte ouverte,
2-10 luglio 1983. Ruben Berger viene presentato come un «ebreo
che crede in Gesù».
248 Unitatis
redintegratio sono le prime due parole del Decreto
sull'ecumenismo del Concilio Vaticano II.
249 L'affermazione
di questa tesi: 1) da parte del pastore Arnold Bremond: «La
nostra certezza è che non c'è che un solo ceppo: Gesù Cristo, il
Signore. Ora, la tentazione inconfessata - ma più cosciente di
quanto non si pensi - di ogni grande confessione - ma anche di
tantissime piccole comunità sèttarie - consiste nel considerarsi
come l'unico ceppo o il più valido, su cui si devono innestare tutti
gli altri tralci. E ciò è grave, poiché Gesù stesso ha
proclamato: “Io sono la vite e voi i tralci”» (cfr. A.-E.
Bremond, op. cit., pag. 253); 2) da parte di F. Lowsky,
della chiesa riformata di Francia: «L'Unità non si
realizzerà affatto mediante un “ritorno”, ma con la
capitolazione di tutti - me compreso - davanti allo Spirito
Santo» (cfr. A.-E. Bremond, op. cit., pag.
230); 3) da parte di Roger Schutz, della Comunità calvinista di
Taizé: «L'unità visibile non si realizzerà sotto la forma
di un ritorno all'obbedienza romana [...]. Essa si
presenta come la riconciliazione di Chiese-sorelle» (cfr.
R. Schutz, La foi en crise, pag. 94).
250 Ecco
come questo atteggiamento viene decantato da Roger Schutz: «Creando
a Taizé una vita comune, non abbiamo voluto altro che riunire degli
uomini, che si impegnano sulle orme di Cristo, per essere un segno
esistenziale dell'unità della Chiesa. Essere autentici in rapporto
alla nostra vocazione ecumenica suppone un'esigenza d'unità nella
vita comune. Che alcuni dei miei fratelli appartengano a diverse
confessioni nate dalla Riforma o alla confessione anglicana, e che
ora sia possibile avere con noi anche dei fratelli cattolici, non ha
affatto determinato una separazione tra noi. L'unità di fede si
forgia attraverso la preghiera liturgica,
in una lenta elaborazione» (cfr. R. Schutz, Dynamique
du provisoire, pagg. 135-137).
253 Cfr. Feu
sur la terre, pagg. 49-50. Nel 1972, Ralph Martin ha fondato
il Bureau International de Comunication du Renouveau
Charismatique Catholique (chiamato I.C.O.). Egli
ne è stato il primo direttore. Il 18 aprile 1980, in qualità di
membro del consiglio di questo organismo, egli è stato ricevuto da
Giovanni Paolo II con Hervé-Marie Catta, della
Comunità Emmanuel (cfr. Cahiers du
Renouveau, nº 11, pag. 4; nº 28, pag. 4).
261 Occorre
precisare che mettendo in evidenza tali testi, verosimilmente esatti,
e passando sotto silenzio il rifiuto da parte di Lutero di buona
parte dei dogmi e della dottrina mariana, si contribuisce alla
creazione di un'immagine falsata di questo pseudo-riformatore.
267 Ecco
il resoconto fornito da Tychique (nº 51, pag. 11) a
questo proposito: «Questo lunedì di Pentecoste, sul Monte
Scopus, il monte dello scandalo, abbiamo ricevuto, vissuto e
condiviso la misericordia del nostro Dio. Su questo monte dello
scandalo, tutti insieme - ebrei, protestanti, cattolici, ortodossi,
orientali, occidentali, bianchi, neri e poveri - il Signore fece
passare un soffio leggero e ci disse: "Alzate la testa, guardate
i luoghi dove sono passato mentre andavo al Calvario. Ho accettato di
essere stritolato dalla sofferenza per slegare eternamente le braccia
della mia misericordia". E noi abbiamo accettato in questo
giorno di gridare la nostra miseria, e di dargli la pietra che era
nel nostro cuore. E questo fu un torrente di misericordia: un ebreo
lavò i piedi di un cristiano. Il sacerdote cattolico chiese ad un
pastore protestante di potersi gettare ai suoi piedi e chiedergli
perdono di San Pietro di Roma e far ritorno all'abisso d’umiltà di
San Pietro in Gallicante...».
273 Cfr. P.
A. Cartier s.j., prefazione al libro Feu sur la terre di R.
Martin (Éd. Pneumathèque, 1979).
278 Ecco
il testo completo: «E se il Rinnovamento fosse chiamato ad
essere in seno al Corpo di Cristo un po' come un profeta, senza alcun
potere istituzionale e senza altra autorità che quella del suo
messaggio? Uno tra i tanti profeti dell'Unità del Dio Trinitario e
dell'Unità della Chiesa? Se esso fosse chiamato a compiere dei folli
gesti d’Unità, come "Gerusalemme '84", piantando così
nel grigiore della cristianità una fiaccola profetica alla cui luce
le Chiese possano orientarsi, al fine di costruire o piuttosto di
ricevere la loro unità non a partire dalle divisioni di ieri, ma
dall'Unità di domani, dall'Unità Trinitaria di
sempre»? (cfr. Tychique, nº 44, pag. 29).
280 Ecco
questa conclusione: «Affinché il Rinnovamento possa
svolgere, nella mano di Dio, il suo ruolo critico di fronte al
sistema, bisogna che esso sia, nella sola potenza dello Spirito,
irriducibile ai ruoli sociali di conforto e di compensazione. Ma per
questo esso, in verità, dev'essere promessa per le Chiese,
irriducibili a tutte le tradizioni separate e inammissibili tra loro.
Tale è la posta in gioco degli anni a venire [...]. In
questo momento, in questa situazione, ci viene chiesto di essere il
sale. Poiché, se i membri del Rinnovamento sono chiamati, tramite la
profonda esperienza dello Spirito, ad essere altra
cosa che la maggioranza dei cristiani tradizionali, essi
devono accettare non solamente di rompere con i ruoli di conforto e
di compensazione, ma anche di rifiutare la tentazione che viene dalle
Chiese Perché oggi, è ad esse che il Rinnovamento appartiene, per
la salvezza della società e la liberazione delle Chiese, di
presentarsi al mondo e a Dio come un gruppo che si rifiuta, in nome
della verità e della libertà dell'amore, di adattarsi. È a
questo prezzo che essi potranno comunicare alle nostre Chiese e alla
nostra società la speranza del Regno che sta venendo. È per
questo che Dio li ha chiamati e li chiama ancora oggi. Forse che essi
hanno o vogliono dimenticare o non ascoltare questa chiamata»?
281 In
un articolo intitolato «Sommes-nous charismatiques» (in New
Covenant, febbraio 1983; in Tychique, nº 48, pag. 5)
e firmato da «Steve Clark, leader del Rinnovamento nello
Spirito degli Stati Uniti».
286 Cfr. La
doctrine du Père Lallemant, Collection Christus, Éd.
Desclée de Brouwer. Padre Lallemant s.j. (1588-1635) fu un gesuita
francese che non pubblicò alcuna opera, ma i cui insegnamenti furono
raccolti da due dei suoi discepoli: Padre Surin s.j. e Padre Rigoleuc
s.j.
287 Cfr. Sant'Ignazio
di Loyola, Esercizi spirituali, 4ª regola per il
discernimento degli spiriti (2ª settimana).
289 Cfr. Sant'Ignazio
di Loyola, Esercizi spirituali, 4ª e 5ª regola per il
discernimento degli spiriti (2ª settimana).
291 È il
caso di Ralph Martin il cui libro Feu sur la Terre è
stato abbondantemente citato in questo studio.
292 In
altri tempi esse erano quasi proibite dalla Chiesa o per lo meno
venivano regolamentate in modo molto restrittivo.
293 Cfr.
Lettera del Sant'Uffizio, dell'8 agosto 1949, all'Arcivescovo di
Boston. Edizioni Desclée-Collection, Les Enseignements
pontificaux; présentation par les moines de Solesmes, n°
210, «L'Église», pagg. 818 e ss.
296 Cfr. Pio
IX, Singulari quadam; Denz. nº 1641
s.; Pio IX, Quanto conficiamur moerore, Denz. nº
1677.
298 Cfr. Denz. nº
801.
http://www.crisidellachiesa.com/index.htm
http://www.crisidellachiesa.com/index.htm
Espressioni eretiche ed altre in odore di eresia di Joseph Ratzinger
I brani in questione sono presi dai libri:
“Gesù di Nazaret” edizione 2007, “Dio e il mondo” edizione 2001 e “La Comunione nella Chiesa” edizione 2004
Joseph Ratzinger
|
Magistero Pontificio
|
“Dio e il mondo”
Pag. 267. [...] (Maria) la madre diquell’uomo intimamente unito a Dio, fino ad essere tutt’uno con lui.
Pag. 319. [...] concepimento dell’uomo Gesù, per opera dello Spirito Santo.
Pag. 190. Allora tutto ciò che era e doveva essere il Tempio è presente in lui (Gesù) in quanto Tempio vivente.
Pag. 297. [...] la volontà di Gesù diventa tutt’uno con la volontà del Figlio e con quella del Padre.
Pag. 240. Lì (nella figura di Cristo) si situa un uomo in cui però Dio stesso si fa presente.
Pag. 257. [...] Gesù non è uno degli inviati, ma colui in cui Dio esprime se stesso.
Pag. 25. Ragionevolmente si dovrebbe infatti dire che Dio è troppo grande percomprimere se stesso nella limitatezza di un essere umano (Gesù).
Pag. 26. [...] questo è un Dio che ha la forza di realizzare l’amore in modo tale da esserese stesso in un uomo [...].
Pag. 114. […] il purgatorio, appunto, in cuila vista di Cristo ci faccia ardere fino a renderci liberi, ci purifichi rendendoci pronti a incontrare Dio [...].
Pag. 267. […] stabilire quanto profondamente fossero unite in quest’uomoGesù Cristo natura umana e natura divina[...].
“Gesù di Nazaret”
Pag. 105. È (Cristo) il re della pace – lo è grazie alla potenza di Dio, non in virtù di un potere proprio.
Pag. 211. Nelle guarigioni miracolose del Signore e dei Dodici, Dio si rivela nel suo potere benigno sul mondo. Sono, secondo la loro essenza, «segni» che rimandano a Dio stesso e tendono a mettere in movimento l’uomo verso Dio.
Pag. 84. [...] il «regno» non è semplicemente presente nella presenza fisica di Gesù, mamediante il suo operare nello Spirito Santo. In questo senso il regno di Dio, in Lui e attraverso di Lui, qui ed ora, diventa presenza, «si avvicina».
Pag. 112.
In un mondo pieno di crudeltà e cinismo o di connivenza dettata dalla paura ci troviamo di nuovo di fronte – come nella visione di Ezechiele – alla piccola schiera di persone(sotto la croce di Gesù) che restano fedeli; non possono ribaltare la sventura, ma nel loro con-patire si schierano dalla parte del condannato, e con il loro con-amare si trovano dalla parte di Dio, che è Amore.
Pag. 357. La trasfigurazione è un avvenimento di preghiera; diventa visibile ciò che accade nel dialogo di Gesù con il Padre: l’intima compenetrazione del suo essere con Dio, che diventa pura luce.
Pag. 7. Al tempo della mia giovinezza – negli anni Trenta e Quaranta – esisteva una serie di opere entusiasmanti su Gesù.[...] In tutte queste opere l’immagine di Gesù Cristo veniva delineata a partire dai Vangeli: come Egli visse sulla terra e come, pur essendo interamente uomo, portò nello stesso tempo agli uomini Dio, con il quale, in quanto Figlio, era una cosa sola.
“La Comunione nella Chiesa”
Pag. 83-84.
In altre parole, le due volontà sono unite nel sì della volontà umana di Cristo alla volontà divina del Logos. Così concretamente – “esistenzialmente” – entrambe le volontàdiventano un’unica volontà e tuttavia rimangono ontologicamente due realtàautonome. Riguardo a questo, il concilio afferma: come la carne del Signore puòessere detta carne del Logos, così anche la sua volontà umana può essere definita volontà propria del Logos. In pratica il concilio applica qui (nella dovuta differenza analogica) il modello trinitario alla cristologia: la suprema unità esistente – l’unità di Dio – non è un’unità senza articolazione e distinzione, ma unità al modo della comunione-unità che è creata dall’amore edè amore. Così il Logos assume in sé l’esseredell’uomo Gesù e ne parla come del proprio io: “Sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato” (Gv 6,38). Nell’obbedienza del Figlio, nell’unificazione delle due volontà in un unico sì alla volontà del Padre, si compie la comunione tra essere umano e divino. Lo “scambio meraviglioso”, l’“alchimia dell’essere”, si realizza qui come comunione liberatrice e conciliatrice, che diviene comunione tra Creatore e creatura.
Pag. 98-99.
A partire di qui Paolo poteva designare Cristo come “hilasterion”, termine che indicava nel linguaggio cultuale dell’Antico Testamento il punto centrale del tempio, il coperchio, che stava sopra l’arcadell’alleanza. Esso era chiamato “kapporeth”, che in greco fu tradotto con “hilasterion” ed era considerato come il luogo, sopra il quale Dio si manifestava in una nuvola. Questo “coperchio” era asperso con il sangue dell’espiazione, che in questo modo doveva avvicinarsi il più possibile a Dio stesso.
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IV. Se qualcuno dice che l'unione del Verbo di Dio con l'uomo è avvenuta solo nell'ordine della grazia, o in quello dell'operazione, o in quello dell'uguaglianza di onore, o nell'ordine dell'autorità, o della relazione, o dell'affetto, o della virtù; o anche secondo il beneplacito, quasi che il Verbo di Dio si sia compiaciuto dell'uomo, perché lo aveva ben giudicato, come asserisce il pazzo Teodoro; ovvero secondo l'omonimia per cui i Nestoriani, chiamando il Dio Verbo col nome di Gesù e di Cristo, e poi, separatamente, l'uomo, "Cristo e Figlio", parlano evidentemente di due persone, anche se fingono di ammettere una sola persona e un solo Cristo, solo di nome, e secondo l'onore, e la dignità e l'adorazione; egli non ammette, invece, che l'unione del Verbo di Dio con la carne animata da anima razionale e intelligente, sia avvenuta per composizione, cioè secondo l'ipostasi, come hanno insegnato i santi padri; e quindi nega una sola persona in lui, e cioè il Signore Gesù Cristo, uno della santa Trinità, costui sia scomunicato. Poiché, infatti, l'unità si può concepire in diversi modi, gli uni, seguendo l'empietà di Apollinare e di Eutiche, e ammettendo l'annullamento degli elementi che formano l'unità, parlano di un'unione per confusione; gli altri, seguendo le idee di Teodoro e di Nestorio, si compiacciono della separazione, e parlano di una unione di relazione. La santa chiesa di Dio, rigettando l'empietà dell'una e dell'altra eresia, confessa l'unione di Dio Verbo con la carne secondo la composizione, ossia secondo l'ipostasi. Questa unione secondo la composizione nel mistero di Cristo, salvaguarda dalla confusione degli elementi che concorrono all'unità, ma non ammette la loro divisione.
V. Se qualcuno intende l'unica persona del signore nostro Gesù Cristo come implicante più sussistenze, e con ciò tenta introdurre nel mistero di Cristo due ipostasi o persone, e se di queste due persone, da lui introdotte, parla di una secondo la dignità l'onore e l'adorazione, come hanno scritto nella loro pazzia Teodoro e Nestorio, e accusa il santo concilio di Calcedonia, quasi che abbia usato l'espressione "una sola sussistenza", secondo questa empia concezione; e non ammette, piuttosto, che il Verbo di Dio si è unito alla carne secondo ipostasi e che, quindi, egli ha una sola ipostasi, cioè una sola persona; e che così anche che il santo sinodo di Calcedonia ha confessato una sola ipostasi del Signore nostro Gesù Cristo, costui sia anatema. La santa Trinità, infatti, non ha ricevuto l'aggiunta di una persona in seguito all'incarnazione di Dio Verbo, uno della santa Trinità.
VI. Se qualcuno afferma che la santa gloriosa e sempre vergine Maria solo impropriamente e non secondo verità è madre di Dio, o che ella lo è secondo la relazione, nel senso che sarebbe nato da lei un semplice uomo, e non, invece il Dio Verbo, che si è incarnato dovendosi riferire, secondo loro, la nascita dell'uomo al Verbo Dio, in quanto presente all'uomo che nasceva; e chi accusa il santo sinodo di Calcedonia, di chiamare la vergine madre di Dio nel senso empio escogitato da Teodoro; o anche se qualcuno la chiama madre dell'uomo o madre di Cristo, intendendo con ciò che Cristo non sia Dio, e non la ritiene davvero, e secondo verità madre di Dio, per essersi incarnato da essa, in questi ultimi tempi, il Verbo Dio, generato dal Padre prima dei secoli, e che, quindi, piamente il santo sinodo di Calcedonia l'ha ritenuta madre di Dio, costui sia anatema.
IX. Se qualcuno dice che Cristo deve essere adorato in due nature, con ciò introduce due adorazioni, una al Verbo Dio, una all'uomo; o se qualcuno, mirando alla soppressione della carne, o alla confusione della divinità e dell'umanità, va cianciando di una sola natura o sostanza degli elementi uniti, e così adora il Cristo, ma senza venerare con una sola adorazione il Dio Verbo incarnato insieme con la sua carne, come la chiesa di Dio ha ricevuto dall'inizio, costui sia anatema.
XI. Chi non scomunica Ario, Eunomio, Macedonio, Apollinare, Nestorio, Eutiche, e Origene, insieme ai loro empi scritti, e tutti gli altri eretici, condannati e scomunicati dalla santa chiesa cattolica e apostolica e dai quattro predetti santi concili; inoltre, chi ha ritenuto o ritiene dottrine simili a quelle degli eretici che abbiamo nominato, e persiste nella propria empietà fino alla morte, sia anatema.
XIV. Se qualcuno difende la lettera che si dice essere stata scritta da Iba al persiano Mari, che nega che il Dio Verbo, incarnatosi nella santa madre di Dio e sempre vergine Maria, si sia fatto uomo, e afferma che da essa sia nato un semplice uomo, che chiama tempio, in modo che altro sia il Dio Verbo, altro l'uomo; e accusa s. Cirillo, il quale ha predicato la vera fede dei cristiani, di essere eretico e di avere scritto come l'empio Apollinare; e rimprovera il primo santo concilio di Efeso, quasi che abbia senza sufficiente giudizio e discussione condannato Nestorio e definisce i dodici punti di s. Cirillo empi e contrari alla retta fede, questa lettera, empia essa stessa, prende le difese di Teodoro e di Nestorio e dei loro empi scritti e dottrine. Se, quindi, qualcuno difende questa lettera, e non anatematizza essa e quanti la difendono, e quanti dicono che essa, o anche una sua parte, è retta; e quelli che hanno scritto e scrivono in suo favore o a favore delle empietà che essa contiene, o tentano di giustificarla con tutte le sue empietà in nome dei santi padri e del santo concilio di Calcedonia, e sono rimasti fermi in queste idee fino alla morte, costui sia anatema.
III. La divinità di Gesù
La posizione erronea dell’Autore sulla preesistenza del Figlio/Logos di Dio ha come conseguenza una comprensione altrettanto erronea della dottrina circa la divinità di Gesù. Egli in verità usa espressioni quali: Gesù "deve essere considerato divino" (p. 283) e "Gesù Cristo [...] deve essere vero Dio" (p. 284). Si tratta, tuttavia di affermazioni che vanno intese alla luce della sua posizione su Gesù quale "mediazione" simbolica ("medium"): Gesù sarebbe "una persona finita" (p. 205), "una persona umana" (p. 296) e "un essere umano come noi" (p. 205; 428).
Il "vero Dio e vero uomo" andrebbe perciò reinterpretato, secondo l'Autore, nel senso che "vero uomo" significherebbe che Gesù sarebbe "un essere umano come tutti gli altri" (p. 259), "un essere umano e una creatura finita" (p. 262); mentre "vero Dio" significherebbe che l'uomo Gesù, in qualità di simbolo concreto, sarebbe o medierebbe la presenza salvifica di Dio nella storia (cfr pp. 262; 295): solo in questo senso egli potrebbe essere considerato come "veramente divino o consustanziale con Dio" (p. 295). La "situazione postmoderna in cristologia", aggiunge l'Autore, "comporta un cambiamento di interpretazione che va al di là della problematica di Calcedonia" (p. 290), precisamente nel senso che l'unione ipostatica, o "enipostatica", sarebbe da intendere come "l'unione di niente di meno che Dio come Verbo con la persona umana Gesù" (p. 442).
Questa interpretazione della divinità di Gesù è contraria alla fede della Chiesa, che crede in Gesù Cristo, Figlio eterno di Dio, fattosi uomo, così come è ripetutamente confessato in vari concili ecumenici e nella costante predicazione della Chiesa.
Era certo sommamente opportuno che una Madre degna di tanto onore rilucesse perennemente adorna degli splendori della più perfetta santità e, completamente immune anche dalla stessa macchia del peccato originale, riportasse il pieno trionfo sull'antico serpente. Dio Padre dispose di dare a Lei il suo unico Figlio, generato dal suo seno uguale a sé, e che ama come se stesso, in modo tale che fosse, per natura, Figlio unico e comune di Dio Padre e della Vergine; lo stesso Figlio scelse di farne la sua vera Madre, e lo Spirito Santo volle e operò perché da Lei fosse concepito e generato Colui dal quale egli stesso procede.
Recenti errori sulla fede nel Figlio di Dio fatto uomo.
Sono chiaramente opposte a questa fede le opinioni secondo cui non sarebbe rivelato e noto che il Figlio di Dio sussiste ab aeterno, nel mistero di Dio, distinto dal Padre e dallo Spirito Santo; inoltre le opinioni secondo cui sarebbe da abbandonare la nozione di unica persona di Gesù Cristo, nata prima dei secoli dal Padre secondo la natura divina e nel tempo da Maria Vergine secondo la natura umana; e infine l’affermazione secondo cui l’umanità di Gesù Cristo esisterebbe, non come assunta nella persona eterna del Figlio di Dio, ma piuttosto in se stessa come persona umana, e di conseguenza che il mistero di Gesù Cristo consisterebbe nel fatto che Dio che si rivela sarebbe sommamente presente nella persona umana di Gesù.
Coloro che pensano in tal modo, rimangono lontani dalla vera fede in Gesù Cristo, anche quando asseriscono che la presenza unica di Dio in Gesù faccia sì che Egli sia la espressione suprema e definitiva della rivelazione divina, né ritrovano la vera fede nella divinità di Cristo, quando aggiungono che Gesù può essere chiamato Dio per il fatto che, in quella che dicono la sua persona umana, Dio è pienamente presente.
Commento sulla Dichiarazione “MYSTERIUM FILII DEI”
Il rapporto, poi, di Cristo col Padre, per quanto unica sia l’intensità personale che lo contraddistingue, rimane un rapporto che ha avuto inizio con l’esistenza di Gesù. Perciò quello che l’attività di Cristo comporta di divino non è da ascriversi al suo essere Dio, a causa della persona eterna del Verbo nella quale la sua umanità esiste; ma deriva dall’essere e dall’agire di Dio in lui e per mezzo di lui. E allora non si può più dire che le azioni sante di Gesù e la passione da lui liberamente accettata siano proprie di Dio; perché sono tali solo se sono azioni e passione del Figlio eternamente generato dal Padre e, per questo motivo, hanno davanti a lui un valore salvifico infinito.
Il mistero cristologico così capovolto viene ad essere irrimediabilmente distrutto. Ogni tentativo di ricostruirlo si risolve, in fondo, in una denaturazione nuova. [...]
Cristo, dunque, può e deve dirsi Dio soltanto se lo si considera come vero Figlio di Dio, con tutto il peso dommatico che, non di rado, a questa espressione è attribuito dal Nuovo Testamento e che la fede della Chiesa, con tremore eppur con sicurezza, propone in questi termini: la umanità di Gesù non deriva la sua esistenza da una corrispondente persona umana che non ha, ma esiste solo in quanto e perché assunta nella persona divina dell’eterno Figlio di Dio.
TERZO CONCILIO DI COSTANTINOPOLI
Come, infatti, la sua carne si dice ed è carne del Verbo di Dio, così la naturale volontà della carne si dice ed è volontà propria del Verbo di Dio [...].
XI SINODO DI TOLEDO – PROFESSIONE DI FEDE
(41) Onde l'unico Cristo è nell'unità della persona perfetto Dio e perfetto uomo; tuttavia non per questo, per aver detto che nel Figlio sono due nature, affermeremo che in lui ci sono due persone, affinché non sembri accedere alla Trinità - sia ben lontano! - una quarta persona.
(42) Dio il Verbo non ha assunto la persona di un uomo, bensì la natura e nell'eterna persona della divinità ha accolto la sostanza temporale della carne.
(43) Parimenti diciamo che se anche crediamo che il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo sono di una sola sostanza, tuttavia la Vergine Maria non ha generato l'unità di questa Trinità, ma solo il Figlio, che solo ha assunto la nostra natura nell'unità della sua persona.
(58) E tuttavia, senza che la sua divinità sia stata toccata, sostenne la stessa passione per i nostri delitti, fu condannato a morte e accolse in croce la vera morte della carne; e il terzo giorno, risvegliatesi di sua propria virtù, risuscitò dal sepolcro.
PAPA PAOLO VI – Professione di Fede
Egli è stato sepolto e, per suo proprio potere, è risorto nel terzo giorno, elevandoci con la sua Resurrezione alla partecipazione della vita divina, che è la vita della grazia.
CONCILIO DI EFESO
[...] non affermiamo neppure che il Verbo di Dio ha abitato, come in un uomo qualsiasi, in colui che è nato dalla Vergine santa, perché non si creda che Cristo sia un semplice uomo portatore di Dio. Se, infatti il Verbo di Dio abitò fra noi ed è detto che in Cristo abitò corporalmente la pienezza della divinità, crediamo però che egli si fece carne non allo stesso modo che si dice che abita nei santi, e distinguiamo nello stesso modo l'abitazione che si è fatta in lui: unito secondo natura, e non mutato affatto in carne, ebbe in essa una tale abitazione, quale si potrebbe poi dire che abbia l'anima dell'uomo nei riguardi del suo corpo. [...]
Evitiamo assolutamente di dire: "Venero ciò che è stato assunto, per la dignità di colui che l'assume; adoro il visibile a causa dell'invisibile". E’ addirittura orrendo, inoltre, dire: "Colui che è stato assunto è chiamato Dio, insieme con colui che l'ha assunto". Chi usa questo linguaggio, divide di nuovo il Cristo in due Cristi e colloca da una parte l'uomo, e dall'altra Dio; nega, infatti, evidentemente l'unità: quell'unità per cui uno non può essere coadorato o connominato Dio con un altro: uno, invece, è creduto Gesù Cristo, unigenito figlio di Dio, da onorarsi con un unica adorazione con la sua carne. [...]
Quando poi afferma (Gesù) dello Spirito: Egli mi glorificherà, rettamente noi non diciamo che l'unico Cristo e Figlio, quasi avesse bisogno di essere glorificato da un altro, ha avuto la sua gloria dallo Spirito Santo: perché lo Spirito non è migliore di lui o superiore a lui. Ma poiché a dimostrazione della sua divinità, si serviva del proprio spirito per compiere le sue meraviglie [...].
8. Se qualcuno osa dire che l'uomo assunto dev'essere con-adorato col Verbo di Dio, con-glorificato e con-chiamato Dio come si fa di uno con un altro (infatti la particella con che accompagna sempre queste espressioni, fa pensare ciò), e non onora, piuttosto, con un'unica adorazione l'Emmanuele, e non gli attribuisce una unica lode, in quanto il Verbo si è fatto carne, sia anatema.
9. Se qualcuno dice che l'unico Signore Gesù Cristo è stato glorificato dallo Spirito, nel senso che egli si sarebbe servito della sua potenza come di una forza estranea, e che avrebbe ricevuto da lui di potere agire contro gli spiriti immondi, e di potere compiere le sue divine meraviglie in mezzo agli uomini, sia anatema.
10. La divina Scrittura dice che il Cristo è divenuto pontefice e apostolo della nostra confessione, e che si è offerto per noi in odore di soavità a Dio Padre. Perciò se qualcuno dice che è divenuto pontefice e apostolo nostro non lo stesso Verbo di Dio, quando si fece carne e uomo come noi, ma, quasi altro da lui, l'uomo nato dalla donna preso a sé; o anche se qualcuno dice che ha offerto il sacrificio anche per sé, e non, invece, solamente per noi (e, infatti, non poteva aver bisogno di sacrificio chi non conobbe peccato), sia anatema.
11. Se qualcuno non confessa che la carne del Signore è vivificante e (che essa è la carne) propria dello stesso Verbo del Padre, (e sostiene, invece, che sia) di un altro, diverso da lui, e unito a lui solo per la sua dignità; o anche di uno che abbia ricevuto solo la divina abitazione; se, dunque, non confessa che sia vivificante, come abbiamo detto inquantoché divenne propria del Verbo, che può vivificare ogni cosa, sia anatema.
12. Se qualcuno non confessa che il Verbo di Dio ha sofferto nella carne, è stato crocifisso nella carne, ha assaporato la morte nella carne, ed è divenuto il primogenito dei morti, inquantoché, essendo Dio, è vita e dà la vita, sia anatema.
464 L'evento unico e del tutto singolare dell'Incarnazione del Figlio di Dio non significa che Gesù Cristo sia in parte Dio e in parte uomo, né che sia il risultato di una confusa mescolanza di divino e di umano. Egli si è fatto veramente uomo rimanendo veramente Dio. Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo. La Chiesa nel corso dei primi secoli ha dovuto difendere e chiarire questa verità di fede contro eresie che la falsificavano. [...]
466 L'eresia nestoriana vedeva in Cristo una persona umana congiunta alla Persona divina del Figlio di Dio. [...] L'umanità di Cristo non ha altro soggetto che la Persona divina del Figlio di Dio, che l'ha assunta e fatta sua al momento del suo concepimento. [...]
Un solo e medesimo Cristo, Signore, Figlio unigenito, che noi dobbiamo riconoscere in due nature, senza confusione, senza mutamento, senza divisione, senza separazione.
468 [...] vi è « una sola ipostasi [o Persona]..., cioè il Signore (nostro) Gesù Cristo, Uno della Trinità ". Tutto, quindi, nell'umanità di Cristo deve essere attribuito alla sua Persona divina come al suo soggetto proprio, non soltanto i miracoli ma anche le sofferenze e così pure la morte: " Il Signore nostro Gesù Cristo, crocifisso nella sua carne, è vero Dio, Signore della gloria e Uno della Santa Trinità ".
VANGELO SECONDO MATTEO
10 – [32]Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; [33]chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.
Chiunque confessa che Gesù Cristo è apparso nella carne, è da Dio. E chiunque divide Gesù, non è da Dio; anzi è l'anticristo.
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LE ERESIE DEL MODERNISMO
PROFESSATE DA DON LUIGI GIUSSANI
E DAL SUO MOVIMENTO “COMUNIONE E LIBERAZIONE”
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Davide Gasparini, cattolico con interesse alla teologia.
Studiando gli scritti di don Luigi Giussani e confrontandoli con gli insegnamenti della Chiesa Cattolica, ho dovuto amaramente prendere atto che quanto si insegna con questi libri è “modernismo”, ovvero, per usare le parole di san Pio x, "la sintesi di tutte le eresie", a causa delle quali si diedero le relative scomuniche.
Si ricorda anche il fatto che Giovanni Paolo II ha denunciato, riguardo a questi tempi e all’interno della Chiesa, un fenomeno analogo a quello del “modernismo”, classificandolo sotto il nome di “relativismo”, che coinvolge molti cattolici di tutti gli ambienti, non ultimi quelli teologici e parte del clero.
Per prendere, almeno in parte, coscienza di questi aspetti, sono molto importanti i documenti del Magistero di Giovanni Paolo II come la Dichiarazione Dominus Jesus, la lettera in forma Motu Proprio Ad Tuendam Fidem, l’Istruzione sulla vocazione ecclesiale del teologo Donum Veritatis, l’Enciclica Fides et Ratio e, già con Papa Paolo VI, l’Esortazione Apostolica Paterna cum Benevolentia e le Dichiarazioni Mysterium Filii Dei e Mysterium Ecclesiae.
Il lavoro fatto è quello di contrapporre gli insegnamenti del Magistero della Chiesa, in special modo quelli dogmatici, alle affermazioni di Luigi Giussani, estrapolate con lo stesso significato che hanno nel contesto da alcuni suoi libri e contenenti eresie ed errori.
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continua su:
http://www.zaccariaelisabetta.it/documento.htm
Gentile Signora, che dire, non c'è una parola che sia errata. So che una volta San Padre Pio disse che era egli era il Battista della Nuova Era dell'Amore. Cosa vuol dire? Presumo che il dialogo, scelto dagli uomini, sia anche lo strumento umano che Dio permette per togliere autorità ai traditori di Cristo. Costoro attraverso il dialogo contristano lo S. Santo. San Padre Pio riceve le stimmate nel 1918, la prima apparizione di Fatima avviene nel 1917. Pertanto ci deve essere un collegamento tra Padre Pio battista di una Nuova Era (che potrebbe venire proprio attraverso questo misterioso Gran Monarca) e il Mistero di Fatima, specialmente il Terzo Segreto.
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