NEOCHIESA:"IL GRANDE INGANNO"
Per amare la Chiesa bisogna amare la "modernità" nonostante sia la quintessenza di tutto ciò che si oppone a Cristo? Le modalità della scomunica a Mons. Lefebvre furono la testimonianza vivente del "grande inganno" del Concilio
di Francesco Lamendola
Fino al Pio XII, per millenovecento anni, la Chiesa cattolica ha avuto, in tutto e per tutto, una sua Weltanschauung, come dicono i tedeschi, una sua visione del mondo, oltre, naturalmente, al suo specifico messaggio di fede: precisiamo specifico, perché di questi tempi, specie dopo il documento di Abu Dhabi e dopo la preparazione del Sinodo per l’Amazzonia, pare che la fede n Gesù possa felicemente coesistere, o anche essere sostituita, da una qualsiasi altra fede, in Yhavé, in Allah, in Buddha e anche nello sciamanesimo e nel paganesimo tribale. La Chiesa aveva una sua morale, una sua dottrina sociale, una sua concezione della politica, una sua idea su tutte le principali questioni etiche, giuridiche, esistenziali, dal divorzio all’aborto, dall’eutanasia alla pena di morte, dalla guerra alla convivenza fra i popoli. Poi, a partire dal Concilio Vaticano II, tutto è stato cambiato, ma senza aver la franchezza di dirlo: del resto sarebbe stato impossibile dirlo, perché ciò che si è fatto era spesso al di là del cattolicesimo, quindi era una vera e propria eresia e una vera e propria apostasia.