Il Cardinale Ciappi, il teologo di papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II (all’inizio del suo pontificato): “Il Terzo Segreto dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice. La conferma ufficiale del segreto de La Salette (1846): “La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.
ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...
Rivogliamo Asperges me Domine, mi
aspergerai Signore
Sì! Lo rivogliamo, perché ci è stato abusivamente tolto. Il popolo di Dio è stato privato, abusivamente, di una benedizione, aspersione, con l’acqua benedetta. Non si tratta semplicemente di “un rito” o peggio di un “simbolo”, una superstizione, quanto di sottomissione dell’anima all’inizio della Messa predisponendola a meglio ricevere i benefici da Essa elargiti, e gesto di purificazione che scende dall’Alto: il popolo supplica “aspergimi Signore, e sarò mondato”, e il Signore fa scendere dal Cielo la Sua benedizione sul popolo prostrato davanti a Lui. E’ un atto di Fede del popolo di Dio, che chiede di essere benedetto e mondato.
Asperges me, Domine, hyssopo et mundabor. Mi aspergerai, o Signore, con issopo e sarò mondato
In questi ultimi giorni si è verificato un susseguirsi di “voci” intorno alla possibile imminente regolarizzazione canonica della Fraternità San Pio X; tra queste voci, alcune si sono rincorse da un oceano all’altro per rivelare, distinguere, precisare la notizia che la Fraternità avrebbe addirittura acquistato, o era sul punto di farlo, un’adeguata sede romana, con annessa chiesa, per la concordata Prelatura personale. Tra queste “voci” c’è stata anche quella della stessa Fraternità che, attraverso la sua agenzia d’informazione, DICI, ha precisato, ha corretto, ha anche ironizzato, ma non ha smentito chiaramente.
Dall’insieme di queste voci, con un po’ di pazienza, si possono cogliere facilmente alcuni elementi concordanti che parlano tutti del superamento della rottura fra Roma e la Fraternità. Dopo tanti anni, almeno 16, di contatti, di incontri, di discussioni, era logico che si potesse giungere ad una ricomposizione; certuni dicono: che si dovesse giungere…
Il 13 marzo 2013 sono quattro anni che uno sconosciuto cardinale argentino è stato eletto per guidare la Chiesa cattolica. L'elezione di Jorge Mario Bergoglio è avvenuta dopo 35 anni di insegnamento solido, chiaro, ortodosso sotto i notevoli pontificati di Giovanni Paolo II (1978-2005) e Benedetto XVI (2005-2013).
Parlare di "insegnamento solido, chiaro, ortodosso sotto i notevoli pontificati di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI" mi sembra decisamente spropositato.
Non dimentichiamo Assisi, i baci del Corano, il segno di Shiva, i selvaggi danzanti alle Messe papali, l'abolizione della Religione di Stato in Italia, in Spagna e in Svizzera, il nuovo Concordato e il nuovo Codice di Diritto Canonico sotto Giovanni Paolo II. E la continuazione di Assisi e delle visite a moschee, sinagoghe e templi vari sotto Benedetto XVI. Al quale va pure ascritta la negazione teologica del Limbo, la dichiarazione congiunta con i Luterani sulla Giustificazione e l'affermazione che la laicità dello Stato è cosa buona.
Il virus ha colpito anche me? Spero proprio di no.
Ma bisogna completare il quadro con un accenno alla situazione della Chiesa
all’epoca della rivoluzione protestante. Ciò non farà che confermare, in ogni
caso, l’inevitabile giudizio negativo sui cosiddetti riformatori (giudizio che,
come cattolici, siamo tenuti ad emettere in ossequio al Magistero di sempre);
ma servirà pure, in pari tempo, a renderci consapevoli dei pericoli cui siamo
esposti anche oggi. Le coordinate su cui ci muoveremo sono fondamentalmente
due: una sul piano intellettuale (quella della cattiva teologia) e una sul
piano morale (quella della corruzione del clero e dei fedeli).
C’è una potente lobby gay dentro la Chiesa che mira a capovolgere
l’etica cattolica. L'omoeresia di Oko: una eresia volta a “sdoganare”
l’omosessualità dalla condanna tradizionale e favorire il sacerdozio dei
preti omosessuali
di Francesco Lamendola
Quando,
cinque anni fa, il mondo cattolico venne messo a rumore da un articolo
nel quale il sacerdote Dariusz Oko (docente di filosofia alla facoltà di
teologia della Pontifica università di Cracovia, una esperienza
pastorale nelle parrocchie di due continenti, Europa e America, e una,
stabile, di direttore spirituale dei medici della sua diocesi, in
Polonia), molti mostrarono incredulità e pensarono che vi fosse una
certa esagerazione nelle sue affermazioni. Apparso dapprima sulla
rivista polacca Fronda, poi sulla tedesca Theologiske,
l’articolo sosteneva che la Chiesa cattolica è pesantemente infiltrata
da una lobby omosessuale, la quale, mediante il ricatto e l’omertà, non
solo è in grado d’influenzare e pilotare le carriere, ma anche
d’influenzare le posizioni ufficiali e semiufficiali del Magistero in
tema di etica sessuale, determinando un progressivo slittamento della
stessa dottrina cattolica. Oko aveva coniato una particolare espressione
per definire l’operato di queste lobby interne alla Chiesa: omoeresia,
cioè una eresia volta a “sdoganare” l’omosessualità dalla condanna
tradizionale e favorire il sacerdozio dei preti omosessuali e
l’accettazione delle famiglie “arcobaleno”, negando che l’omosessualità
sia una deviazione dell’istinto naturale, e, pertanto, facendo leva sul
“diritto” di ogni persona ad essere pienamente se stessa.
Oggi
è sotto gli occhi di tutti come Dariusz Oko avesse visto giusto e come,
in soli cinque anni, l’omoeresia si sia talmente diffusa nella Chiesa e
nel mondo cattolico, da giungere sempre più vicino all’obiettivo che si
era prefisso, snaturando, così, il Magistero e la morale cattolica:
perché tale è il risultato quando un’eresia, per quanto ben mascherata,
giunge a ottenere un riconoscimento ufficiale, o quasi, ed entra a far
parte del bagaglio teologico e pastorale della Chiesa.
Preghiera "rara" per una messa senza consacrazione Il gruppeto di liturgisti capitanati da padre Taft vorrebbe una
preghiera eucaristica senza consacrazione. Sarebbe una crepa nella
teologia cattolica sull’Eucaristia e sul Sacerdozio. E per ottenerla
sono pronti a forzare un caso particolare e di emergenza subìto dalla
Chiesa Caldea a seguito delle persecuzioni.
L’anafora di Addai e Mari è una preghiera eucaristica in uso nella
Chiesa assira d’Oriente (o Chiesa nestoriana), cioè una chiesa che ha le
sue origini in Mesopotamia e poi estesasi fino in India, non in
comunione con la Chiesa cattolica, né con il Patriarcato ortodosso di
Antiochia, per il fatto di non aver riconosciuto il Concilio di
Calcedonia. Nel 1966 William F. Macomber ne scoprì la più antica
versione nell’Hudra (libro liturgico) della chiesa Mar Esh’aya di Mosul.
La particolarità stava nel fatto che nel testo dell’anafora non
figuravano le parole della consacrazione. Da allora è stato un legittimo brulichio di studi
per spiegare questa particolarità, ma in tempi più recenti, la posta in
gioco sembra essere cambiata. Era chiaro a molti che, se si fosse
riusciti a far passare l’equazione anafora senza parole di consacrazione
= anafora valida, si sarebbe creata una crepa nella teologia cattolica
sull’Eucaristia e sul Sacerdozio. L’occasione fu propiziata dalle guerre
e persecuzioni in Medio Oriente, che causarono molti spostamenti di
persone, in particolare dall’Iraq. Occorreva perciò affrontare una
questione pastorale nuova: potevano i cattolici caldei partecipare alle
Messe della Chiesa assira, che utilizzava l’anafora di Addai e Mari?
Il protestantesimo al centro della sovversione moderna
Può sembrare che il protestantesimo sia superato. Merita davvero che vi si insista quando delle ideologie ben più avanzate devastano il mondo contemporaneo? In realtà, l’insistenza viene dai papi. Per più di un secolo essi hanno ripetuto senza posa che la Rivoluzione è figlia del protestantesimo. Mons. Delassus se n’è fatto eco descrivendo la pseuso-Riforma come una tappa capitale della congiura anticristiana (1). E il semplice buonsenso constata facilmente che il protestantesimo ha diffuso in tutto il mondo cristiano il virus del liberalismo, che è il cuore della Rivoluzione.
I Francescani dell’Immacolata in attesa di nuovi colpi…
Girano voci che a breve i Commissari pontifici dei Frati Francescani dell’Immacolata consegneranno ai Frati il testo provvisorio delle nuove Costituzioni, che saranno successivamente portate in Capitolo (a settembre?) per la discussione e approvazione da parte dei Frati e per consegnarle poi alla Congregazione dei Religiosi per l’approvazione ecclesiastica.
Sembrerebbe che l’Istituto stia seguendo un percorso ordinario e sereno. Così si vuol far credere e pare che i Commissari stessi se ne vogliano autoconvincere.
Tutt’altra, sembra, sia la realtà di confusione, smarrimento e sofferenza tra i Frati, ormai irrimediabilmente divisi dal Commissariamento, che, senza ombra di dubbio, ha creato (volontariamente?) questo gap, come ha fatto in molti altri casi della storia degli Ordini religiosi (vedi il caso dei Paolini, qualche decennio fa). Sarà perché l’istituto del Commissariamento, dal punto di vista canonico, è molto inconsistente e, quindi, potrebbe diventare uno strumento incontrollabile in mano alle autorità superiori? Lasciamo agli esperti le disquisizioni giuridiche.
Si può essere brave persone e quindi meritevoli del paradiso anche se non si sa nulla del Vangelo? La dichiarazione "Nostra aetate" che ha rivoluzionato l’impostazione del rapporto fra il cristianesimo e le altre religioni
di Francesco Lamendola
Che ne è di quella parte di umanità che non conosce il Vangelo, non ha udito la predicazione di Gesù e degli apostoli: bisogna pensare sia esclusa dalla salvezza? Se solo i cristiani si salvano, o, quanto meno, possono salvarsi, che colpa ne hanno quanti ignorano il cristianesimo? Forse che non si può essere brave persone, e quindi meritevoli del paradiso, anche se non si sa nulla del Vangelo? Da sempre, quanti non hanno di meglio da fare che cercare cavilli per poter giustificare la loro accidia, la loro mancanza di scelte, si trastullano con queste ed altre domande del medesimo tenore. Di solito, per uscire dall’impasse, giungono alla conclusione che non vi è una sola Rivelazione, quella cristiana, ma che Dio ha parlato e parla anche per mezzo di altre rivelazioni, chiamiamole minori, ma pur sempre rivelazioni, cioè indicazioni per giungere alla verità divina e, così, accedere alla vita eterna. Il che dimostra, se non altro, che domande sbagliate non possono che generare risposte sbagliate. Sta di fatto che, a partire dagli anni del Concilio Vaticano II, le domande di cui sopra, già liquidate come oziose, nonché presuntuose, dal pensiero cristiano, son tornate con forza alla ribalta e hanno preteso che venisse riformulato tutto l’impianto della teologia cattolica, al preciso scopo di consentire tante eccezioni alla regola – Io sono la Via, la Verità e la Vita, dice Gesù – da poter far passare tutti, proprio tutti, verso la salvezza, anche i seguaci delle religioni più lontane, nella forma e nello spirito, dal cristianesimo; e perfino gli atei, purché, si capisce, “di buona volontà”, cioè politicamente corretti. Come se un ateo serio e convinto, alla Ivan Karamazov, per intenderci, non potesse nuocere alla salvezza delle anime (compresa la propria) assai più di un seguace di qualsiasi religione, poiché negare la provvidenza di Dio è perfino peggio che attribuirgli caratteristiche umanamente discutibili (ma sarebbe più corretto dire incomprensibili, come incomprensibile è il sacrificio del figlio Isacco, che Dio chiede ad Abramo).
Il card. Müller: "Medjugorje non è un dogma di fede.
Nessun cattolico è obbligato a crederci"
Il prefetto della congregazione per la Dottrina della fede
interviene nella questione delle presunte apparizioni mariane in Bosnia e
annuncia che i tempi per la decisione del Vaticano non saranno brevi
Gerhard Ludwig Müller, prefetto della congregazione per la Dottrina della fede (LaPresse)
Roma. A pochi giorni dalla presa di posizione del vescovo di Mostar, mons. Ratko Peric, che ha pubblicato un lungo articolo in cui – oltre a ribadire la consueta opposizione della diocesi ai fenomeni delle apparizioni mariane – ha contestato le probabili conclusioni della commissione guidata dal cardinale Camillo Ruini, a parlare è il cardinale Gherard Ludwig Müller. Il prefetto della congregazione per la Dottrina della fede ha detto all'agenzia Ansa che "alcuni esagerano l'importanza di questi fenomeni, come se fosse quasi un dogma. Anche quando la chiesa si è dichiarata a favore di eventi di questo genere – ha aggiunto – nessun cattolico è obbligato ad andare là o a crederlo".
GLI ELOGI A PANNELLA PER LE SUE LOTTE. CHIESTE LE DIMISSIONI DI MONS. PAGLIA DALL’ACCADEMIA PER LA VITA.
Le dichiarazioni rese dall’arcivescovo Vincenzo Paglia in occasione della presentazione dell’autobiografia postuma di Marco Giacinto Pannella hanno provocato perplessità in molti cattolici, e la reazione di una serie di siti e organizzazioni.
Queste hanno lanciato un’iniziativa “A reti unificate”, per chi edere le dimissioni del prelato dagli incarichi che ricopre in Vaticano.
“Chiediamo le dimissioni di Mons. Vincenzo Paglia dal suo ruolo di Presidente della Pontificia Accademia per la Vita e di Cancelliere dell’Istituto Giovanni Paolo II per la famiglia.
Abbiamo assistito con sgomento alle dichiarazioni rese da Mons. Vincenzo Paglia sulla figura di Marco Pannella (qui c’è il video,mons. Paglia da 4.35 in avanti ).
Affermare di ‘Marco’ che “ha speso la sua vita in particolare per gli ultimi”, che ha lottato “per la difesa della dignità di tutti” è semplicemente falso. Auspicare lo spirito di “Marco ancora vivo e ispiratore di una vita più bella non solo per l’Italia, (ma) per questo nostro mondo” ci preoccupa profondamente”.
Madonna blasfema, arriva la condanna del vescovo Santucci
La scultura fotografata nella vetrina di Torat finisce su Fb Il monsignore: non è arte ma solo una trovata pubblicitaria
CARRARA. Una scultura della Madonna, in marmo bianco. Della Vergine si riconosce il piede che schiaccia la testa del serpente, una immagine della più classica arte sacra. Ma c’è un particolare decisamente di rottura in questa scultura: il resto del corpo della Madonna è nascosto da un maxi profilattico, sempre di marmo. Il volto non si vede, non si vedono le braccia e la veste.
Un’opera fotografata nella vetrina di Torart (angolo via Verdi - via Cucchiari, in centro), l’azienda che si è occupata del prestigioso lavoro di ricostruzione dell’arco di Palmira. La foto, e la scultura finiscono su Facebook. E è subito polemica. Da Torart nessuna dichiarazione, neppure sul nome dell’autore dell’opera. A parlare è solo l’arte e la sua libera espressione.
Radio Vaticana. Fine delle onde corte, un pessimo affare
Ha fatto molto rumore il post di Settimo Cielo del 20 febbraio sulle sorti pericolanti della Radio Vaticana, da quando è finita nelle mani di monsignor Dario Viganò, prefetto della neonata segreteria per la comunicazione.
In particolare, il taglio delle trasmissioni in onde corte e l'annunciata chiusura della loro stazione emittente a Santa Maria di Galeria hanno gettato nello sconforto i sostenitori – in primis padre Federico Lombardi – di questa modalità radiofonica che ha fatto la gloria della Radio Vaticana, per la sua capacità unica di arrivare come voce libera e vera anche nei luoghi più geograficamente e politicamente inospitali del mondo.
Inutilmente a monsignor Viganò è stato fatto presente da voci competenti che la chiusura del centro di Santa Maria di Galeria è un controsenso strategico.
Un'associazione cattogay studia come contrastare "la propaganda contro gli omosessuali da parte dei movimenti cristiani fondamentalisti". E' la deriva pastorale dell'Omoeresia, pensiero che si è ormai affermato nella Chiesa a discapito dello stesso Magistero che metteva in guardia proprio da queste "infltrazioni". Un'inchiesta del mensile Il Timone svela le tappe, i manifesti, gli ideologi e gli appoggi ecclesiastici della più influente delle lobby cattoliche: quella omosessualista. Che punta a derubricare omosessualità e gender come semplici varianti della sessualità, scardinando il progetto creatore di Dio.
L’appuntamento è per i primi di aprile. Hanno scelto una località, Albano laziale, che da qualche tempo dà ospitalità ad altre sigle, come il Forum dei cristiani Lgbt. Si chiamano Cammini di Speranza e sono decisi a tutto. Anche a studiare come contrastare la propaganda contro gli omosessuali e i transessuali da parte dei movimenti cristiani fondamentalisti. E pazienza se quella che loro chiamano propaganda è nient’altro che la dottrina di sempre della Chiesa sull’omosessualità.
Nuovo da RTV: Quando la 'teoria del complotto' diventa la realtà.
Il guru pro aborto per la sovrappopolazione, Paul Ehrlich, parla in Vaticano, dopo una petizione di 10.000 persone a Papa Francesco per fermare lo scandalo. Un cardinale e decine di Vescovi degli Stati Uniti del Vaticano chiedono un' 'azione cattolica' contro il presidente Donald Trump. Bill Donohue, della Lega Cattolica infine, ammette l'infiltrazione della Chiesa cattolica sponsorizzata da Soros. Che Dio ci aiuti: chi è il Papa Francesco e cosa sta facendo per la Chiesa cattolica?
Michael J. Matt commenta dal Remnant metropolitana.
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Come twitta @Pontifex: consigli, pensieri e critiche neanche troppo velate
Papa Francesco è un gran twittatore e gli va riconosciuto il merito di aver esteso la voce del Vaticano oltre le mura della comunicazione tradizionale, abbracciando in pieno la Parola di Dio 3.0. Il Papa su Twitter non si limita a un solo profilo: ne ha diversi in diverse lingue per essere, fino in fondo, il Papa di tutti.
Digiunare per i cristiani perseguitati dai cristiani
La storia del manualetto sul sesso scritto da padre
Casterman e ritirato da una scuola cattolica
Oggi sono le Ceneri quindi bisogna far digiuno, carità e penitenza; in particolar modo bisogna farlo pensando ai tanti cattolici perseguitati. Ad esempio padre Jean-Benoît Casterman, al centro di uno scandalo in Francia per via del suo manuale di educazione affettiva, "Come riuscire nella tua vita sentimentale e sessuale". Il manuale di padre Casterman è stato ritirato dalla dotazione di un liceo di Neuilly a causa delle posizioni espresse riguardo a omosessualità e aborto.
Dal Generale dei Gesuiti a Trump, Francesco ha una ricetta per tutti
Al
venezuelano Arturo Sosa Abascal, preposito generale della Compagnia di
Gesù, consiglierebbe forse di astenersi dai calmanti. A Donald Trump (e
all’Europa) dagli antidepressivi. È il lato medico di Francesco, che ha una ricetta per tutti. Con due dottori verso gli altari.
«Essere radicali nella profezia è il famoso sine glossa, la regola sine glossa, il Vangelo sine glossa», spiegava Francesco ai superiori generali riuniti in Vaticano il 25 novembre scorso. «Cioè: senza calmanti! Il Vangelo va preso senza calmanti». Il richiamo è ad uno dei capisaldi del pensiero di Francesco d’Assisi e sarebbe da scrivere su una ricetta. Potrebbe pensarlo Francesco dopo le parole
di Arturo Sosa Abascal, nuovo preposito generale della Compagnia di
Gesù: «bisognerebbe incominciare una bella riflessione su che cosa ha
detto veramente Gesù… a quel tempo nessuno aveva un registratore per
inciderne le parole. Quello che si sa è che le parole di Gesù vanno
contestualizzate». Esternazioni che da giorni fanno discutere, sul
confine tra rivendicazione esegetica e relativismo magnetofonico.
AMORIS LAETITIA. FATE VOBIS ERA UN BUON VESCOVO, SI DICEVA. MA NON SI PARLAVA DI PAPI…
“Fate vobis era un buon vescovo” mi dicevano i miei vecchi. Intendendo dire: che ciascuno faccia come gli pare. Mi è tornata in mente questa frase d’altri tempi leggendo diverse notizie di questi giorni legate all’Amoris Laetitia, l’esortazione apostolica pubblicata dopo i Sinodi sulla Famiglia, che ha suscitato interpretazioni diverse e contrastanti, da cui sono nati i “Dubia” dei quattro cardinali primi firmatari, a cui se ne sono aggiunti in forme e contesti diversi molti altri. “Dubia” inviati al Papa, come è giusto; a cui però non ha risposto, e ormai sono passati sei mesi.
Non so se succede anche a voi. Quando entro in una chiesa, sempre più spesso fatico a capire dov’è il tabernacolo. Mi tocca cercarlo, come in una caccia al tesoro. E qualche volta non lo trovo proprio.
Così come la fantasia degli architetti si sbizzarrisce nel progettare ed edificare chiese che sembrano tutto tranne che chiese cattoliche (possono andare benissimo come palazzetti dello sport o come sale protestanti, ma non come luoghi di culto cattolici), allo stesso modo gli arredatori degli interni, presi da irrefrenabile voglia di novità e cambiamento, spostano il tabernacolo negli angoli più strani e a volte più remoti.
Card. Coccopalmerio: Accesso ai sacramenti basta un “voler cambiare, ma non posso”
All’inizio di febbraio è uscito un libretto del cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio consiglio per i testi legislativi, sull’interpretazione del controverso capitolo VIII dell’esortazione Amoris laetitia. IlNational Catholic Registerha intervistato il cardinale lo scorso 21 febbraio, tornando su alcune questioni particolarmente dibattute, tra cui quella dell’accesso ai sacramenti per le coppie di divorziati risposati. Le risposte fornite dal cardinale sono molto interessanti perché rivelano quale mens possa essere dietro alle aperture concesse dall’esortazione circa l’accesso ai sacramenti per le coppie cosiddette irregolari.
Il vescovo chiude il caso Medjugorje: “Qui non è mai apparsa
la Madonna”
Il pastore di Mostar: "Quella figura ambigua non è
Maria"
La chiesa parrocchiale di Međugorje (foto via Wikipedia)
Roma. Alla vigilia dell’arrivo a Medjugorje dell’inviato speciale del Papa incaricato di “acquisire più approfondite conoscenze sulla situazione pastorale di quella realtà”, il vescovo di Mostar – nella cui giurisdizione rientra anche la località bosniaca meta di pellegrinaggi – dice che nulla di soprannaturale lì è accaduto. Mons. Ratko Peric ribadisce quanto la sua diocesi ha sempre sostenuto in più di trent’anni, e cioè che “non si tratta di vere apparizioni della Beata Vergine Maria”. Stavolta, però, Peric va oltre e di fatto boccia le conclusioni della speciale commissione vaticana istituita da Benedetto XVI e guidata dal cardinale Camillo Ruini.
Il malessere per una Chiesa che idolatra l'accoglienza
Il capo redattore delle pagine culturali di “Valeurs
actuelles” ha scritto un libro difficile e polemico, da cattolico: “Chiesa e
immigrazione. Il grande malessere. Il papa e il suicidio della civiltà
europea”. Perché vuole evitare “che non si possa dire che il giorno in cui gli
europei avranno voluto salvare il loro continente dal suicidio abbiano trovato
sul loro cammino un ostacolo insormontabile: la Chiesa cattolica”.
Laurent Dandrieu, capo redattore delle pagine culturali di “Valeurs actuelles” ha scritto un libro difficile e polemico. L’ha scritto da cristiano e da cattolico, e già dal titolo: “Chiesa e immigrazione. Il grande malessere. Il papa e il suicidio della civiltà europea” si capisce che non intende usare i guanti di velluto. Ma l’ha fatto per aprire un dibattito serrato all’interno del mondo cattolico “su un soggetto essenziale ma troppo spesso occultato da una falsa concezione dell’obbedienza e della lealtà”.
Siamo ormai così abituati al lavaggio del cervello dei media nel presentare il solito caso pietoso del malato grave usato per bypassare il suicidio volontario come segno di libertà, (come presentavano il caso pietoso della madre costretta ad abortire clandestinamente per bypassare la legge sull’aborto), che dovremo presto rassegnarci a vedere legalizzato anche questo delitto, che si voglia chiamare eutanasia, o testamento biologico o suicidio assistito o quant’altro. Con tutto il rispetto e la considerazione per la sofferenza particolare di certe persone, ci rifiutiamo categoricamente di pensare alla morte provocata come unica soluzione.
Preghiamo per la Chiesa sfigurata, irriconoscibile. Non si tratta più del deragliamento di qualche prelato ma di una strategia complessiva diretta dall’alto per spostare la Chiesa nel suo insieme su posizioni che non le appartengono
di F. Lamendola
L’inizio della Quaresima coincide, quest’anno con un momento penosissimo che la Chiesa cattolica sta attraversando: nessun invito alla conversione e alla penitenza può prescindere dalla circostanza, purtroppo innegabile, che ormai non si tratta più del deragliamento di qualche prelato o di qualche teologo, ma di una strategia complessiva, diretta dall’alto e sostenuta anche dal basso, per spostare la Chiesa nel suo insieme su posizioni che non le appartengono, che non sono cattoliche, che sono in contrasto con il Magistero perenne e il cui effetto non può non essere la confusione, lo scandalo e il pericolo gravissimo di una perdizione delle anime. Se c’è stata un’epoca della storia in cui la Chiesa ha attraversato una crisi mortale, è questa; se c’è stata un epoca della storia in cui, umanamente parlando, sembra che il diavolo abbia vinto la partita, conquistando dall’interno le posizioni decisive e spingendo il clero a dare l’esempio dell’apostasia, è questa.
Che altro si dovrebbe pensare, davanti all’inaudita apologia di Marco Pannella fatta da monsignor Paglia, che esorta tutti quanti, e specialmente i cattolici, lui vescovo cattolico, a prendere a modello di vita e di ideali il defunto Pannella, cioè il campione del divorzio, dell’aborto, dell’eutanasia, delle unioni di fatto, delle nozze gay, dell’utero in affitto, della droga libera, dopo averlo definito una persona di alta e profonda spiritualità?
Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno X n° 3 - Marzo 2017
Un Cristianesimo debole, che ha dimenticato la Rivelazione Divina nella sua interezza, o che parla di Rivelazione in maniera generale ma non crede più fermamente nei contenuti puntuali della rivelazione, finisce con l'essere attento solo all'aspetto di potere presente nella Chiesa.
Una Chiesa che dice a parole che Dio si è rivelato, ma, nello stesso tempo, pensa di fatto che Dio sia ancora così nascosto, da puntare tutto solo sulla ricerca umana; da pensare che Dio debba essere rincorso in una estenuante ricerca dell'uomo, poi deve appoggiarsi completamente sull'uomo, e per non esplodere nella completa confusione e anarchia, deve fondarsi sul potere. E questo potere ha la funzione di regolamentare questa ricerca umana, con il quasi esclusivo criterio di fermare, arginare, stigmatizzare chi - obbedendo cattolicamente al contenuto della rivelazione - pensa che si debba obbedire a Dio che ha parlato e non cercarlo come se non si fosse rivelato.
È il potere interno a una neo-chiesa che, caduta nel puro naturalismo, punta tutta sull'uomo in ricerca ed è strutturalmente nemica della Rivelazione Divina.
Questo neo-potere della neo-chiesa non ha autorità.
Sì, perché il potere non è esattamente l'autorità.
L'autorità è serva della verità, il potere è servo di se stesso.
La Quaresima sotto lo sguardo
della Madonna di Fatima
(di Cristina Siccardi) Nella Quaresima di Pasqua dell’A.D. 2017 e dell’anno del centenario di Nostra Signora di Fatima, la Chiesa subisce ciò che subì Cristo durante i 40 giorni nel deserto: le tre tentazioni di Satana furono quelle di cercare di piegare il Figlio di Dio a porre termine al suo digiuno (penitenza); a piegarlo all’orgoglio e superbia di se stessi; a curvarsi alle voglie della terra, pegno del demonio, principe appunto di questo mondo.
Le forze malefiche oggi cercano, infatti, di piegare la Chiesa in queste stesse tre direzioni: evitare le pratiche di penitenza, di rinuncia, di astinenza; seguire la propria autorità secondo indirizzi ideologici terreni e non parametri dottrinali della Tradizione; accogliere con leggerezza i peccati come tali e non come schiavitù e premessa alla giusta punizione delle anime, come è sempre stato insegnato dalla Teologia cattolica. Ogni tentazione fu da Gesù Cristo rifiutata con una citazione della Bibbia, tratta dal libro del Deuteronomio.