Isaia e Israele alla luce di S. Giovanni Crisostomo:
la asserita, ma non provata continuità con “Nostra aetate” ~
la asserita, ma non provata continuità con “Nostra aetate” ~
La S. Scrittura Isaia (V 1-7)
Nel Libro del profeta Isaia al capitolo V (versetti 1-7) si legge la predizione sull’abbandono d’Israele da parte di Dio, che avverrà circa 700 anni dopo, con l’Incarnazione del Verbo e la sua crocifissione:
«Canterò al mio diletto l’inno del mio padrone alla sua vigna:
“ Il mio diletto aveva una vigna in un poggio fertile.
La cinse con una siepe, tolse tutte le pietre che vi si trovavano e vi piantò viti ottime.
Fabbricò in mezzo ad essa una torre ed un torchio.
Aspettò con pazienza che facesse uva, ma produsse spine”.
Ed ora siate giudici voi stessi, abitanti della Giudea, tra me e la mia vigna. Che cosa avrei dovuto fare per essa che non abbia fatto? Ma ora vi mostrerò ciò che farò alla mia vigna: toglierò la sua siepe e sarà calpestata; distruggerò il suo muro e sarà invasa. La renderò deserta e ordinerò alle nubi di non versare pioggia su di essa. Perché la vigna del Signore è la casa di Israele e i giudei la sua piantagione prediletta. Mi aspettavo che facessero opere buone, ed ecco invece l’iniquità; giustizia, ed ecco invece malvagità» (Is., V, 1-7).
“ Il mio diletto aveva una vigna in un poggio fertile.
La cinse con una siepe, tolse tutte le pietre che vi si trovavano e vi piantò viti ottime.
Fabbricò in mezzo ad essa una torre ed un torchio.
Aspettò con pazienza che facesse uva, ma produsse spine”.
Ed ora siate giudici voi stessi, abitanti della Giudea, tra me e la mia vigna. Che cosa avrei dovuto fare per essa che non abbia fatto? Ma ora vi mostrerò ciò che farò alla mia vigna: toglierò la sua siepe e sarà calpestata; distruggerò il suo muro e sarà invasa. La renderò deserta e ordinerò alle nubi di non versare pioggia su di essa. Perché la vigna del Signore è la casa di Israele e i giudei la sua piantagione prediletta. Mi aspettavo che facessero opere buone, ed ecco invece l’iniquità; giustizia, ed ecco invece malvagità» (Is., V, 1-7).