“Le
comunicazioni di massa hanno il bisogno costante di innalzare i toni, di
provocare meraviglia in spettatori abituati al susseguirsi delle notizie e
pronti ad abbandonarle con uguale velocità. Paradossalmente, l’incidenza
sull’agire quotidiano dei missionari e dei maestri di catechismo era più
totalizzante del messaggio mediatico, che si trova in perenne concorrenza con
altre forme di condizionamento. La condivisione dei contenuti si esplica,
infatti, in modi differenti: i giovani del Giubileo, per esempio, hanno aderito
in gran numero all’impegno verso gli altri che riempie i vuoti lasciati
dall’etica laica, ma hanno negato in moltissimi le prescrizioni che ritengono
estranee alla propria cultura.”
[R. Librandi - La lingua della Chiesa in P. Trifone,
Lingua e identità]