di Francesco Lamendola
Quassù, a due passi dalle nuvole, con l’aria frizzante e il venticello fresco del primo mattino, anche la mente sembra farsi più acuta, più tersa, più lucida. Siamo ai piedi di due alte e bellissime montagne, entrambe ben sopra i 3.000 metri: il Pelmo da una parte, la cui base non dista più di qualche centinaio di metri, sopra la linea scura della foresta di abeti; e il Civetta dall’altra, ancora cosparso di vasti campi di neve, nonostante la stagione così avanzata; e poco più in là, altre catene fantasticamente dentellate, schegge di antichi fondi marini prodigiosamente sollevati in alto, sempre più in alto, a intrecciare arabeschi fantastici, a disegnare contorni fiabeschi, simili a pizzi e merletti di calcare, sotto un cielo smisuratamente ampio, d’un blu surreale. E su tutto, un silenzio compatto, massiccio, sovrumano, rotto solo dallo sbattere improvviso di qualche lamiera alle raffiche di vento, sui tetti delle poche case del borgo appollaiato sulla cresta del colle, come un uccello dalle grandi ali pronto a spiccare il volo. Si potrebbe stare fermi per delle ore, per delle intere giornate, a contemplare un singolo scorcio, un singolo dettaglio di questo panorama mozzafiato, tanto indescrivibilmente bello quanto (per fortuna) sconosciuto ai più, ove il turismo di massa non è mai arrivato, anzi, dove anche il turismo individuale è assai raro e quasi impercettibile: niente alberghi, né ristoranti, né funivie, né, tanto meno, traffico stradale. È come essere in un altro mondo, fuori dalla routine della vita di città, ma anche fuori dai normali scenari, materiali e spirituali, ove si svolge la nostra vita. Qui ci si sente davvero più vicini all’essenziale; si sente che il novantanove per cento delle cose dietro le quali ci affanniamo, nel corso della nostra esistenza, sono, in se stesse, del tutto prive di valore; e ci si sente più che mai afferrati, quasi trascinati dall’ansia, dalla febbre di scoprire quell’un per cento restante, ove si annida la chiave di tutto, la risposta alle domande centrali della vita umana.