ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 23 giugno 2018

Più vicini all’essenziale

E' L'ESSERE CHE CI FA ESISTERE


Senza l’essere non saremmo. L’essere c’è perché c’è qualcosa; non abbiamo ancora definito questo “qualcosa” e nondimeno siamo certi che c’è, perché, diversamente, non ci saremmo noi, e non ci sarebbero neanche le nostre domande 
di Francesco Lamendola   

 0 900 montano luces

Quassù, a due passi dalle nuvole, con l’aria frizzante e il venticello fresco del primo mattino, anche la mente sembra farsi più acuta, più tersa, più lucida. Siamo ai piedi di due alte e bellissime montagne, entrambe ben sopra i 3.000 metri: il Pelmo da una parte, la cui base non dista più di qualche centinaio di metri, sopra la linea scura della foresta di abeti; e il Civetta dall’altra, ancora cosparso di vasti campi di neve, nonostante la stagione così avanzata; e poco più in là, altre catene fantasticamente dentellate, schegge di antichi fondi marini prodigiosamente sollevati in alto, sempre più in alto, a intrecciare arabeschi fantastici, a disegnare contorni fiabeschi, simili a pizzi e merletti di calcare, sotto un cielo smisuratamente ampio, d’un blu surreale. E su tutto, un silenzio compatto, massiccio, sovrumano, rotto solo dallo sbattere improvviso di qualche lamiera alle raffiche di vento, sui tetti delle poche case del borgo appollaiato sulla cresta del colle, come un uccello dalle grandi ali pronto a spiccare il volo. Si potrebbe stare fermi per delle ore, per delle intere giornate, a contemplare un singolo scorcio, un singolo dettaglio di questo panorama mozzafiato, tanto indescrivibilmente bello quanto (per fortuna) sconosciuto ai più, ove il turismo di massa non è mai arrivato, anzi, dove anche il turismo individuale è assai raro e quasi impercettibile: niente alberghi, né ristoranti, né funivie, né, tanto meno, traffico stradale. È come essere in un altro mondo, fuori dalla routine della vita di città, ma anche fuori dai normali scenari, materiali e spirituali, ove si svolge la nostra vita. Qui ci si sente davvero più vicini all’essenziale; si sente che il novantanove per cento delle cose dietro le quali ci affanniamo, nel corso della nostra esistenza, sono, in se stesse, del tutto prive di valore; e ci si sente più che mai afferrati, quasi trascinati dall’ansia, dalla febbre di scoprire quell’un per cento restante, ove si annida la chiave di tutto, la risposta alle domande centrali della vita umana.

22 giugno 1983

  • Emanuela Orlandi: il fratello Pietro denuncia, 'il Vaticano ha nascosto telefonata rapitori'

Emanuela Orlandi: il fratello Pietro denuncia, 'il Vaticano ha nascosto telefonata rapitori'

Chiamarono sera stessa della scomparsa, lo apprendiamo solo ora

Una foto d'archivio di Emanuela Orlandi
"Non possiamo rinunciare a cercare la verità, la verità e la giustizia sono un diritto che nessuno potrà mai toglierci", "il Papa ci aiuti, lui può chiudere questa storia". Lo dice Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, che questa sera in piazza Giovanni XXIII, vicino al Vaticano, ha organizzato un sit-in per ricordare la sorella Emanuela a 35 anni esatti dalla sua scomparsa. Orlandi si appella direttamente a papa Francesco, dopo che nel novembre scorso la famiglia ha presentato formale denuncia di scomparsa in Vaticano, Stato di cui Emanuela era cittadina. All'epoca, la denuncia fu fatta invece all'ispettorato di polizia presso il Vaticano, e quindi in territorio italiano. La procura di Roma ha archiviato l'inchiesta sulla scomparsa nel 2016. 

Pro multis anche per i laici

IL NONNO DI SALVINI


Se cercate una matrice culturale a quel che dice Salvini la trovate nel Professor Miglio che fu il teorico della Lega ma anche lo strenuo difensore della civiltà cristiana ben prima e ben oltre la Fallaci e a un livello più alto
di Marcello Veneziani 

Qui lo dico, poi..?

MONS. FELLAY E LA CRISI NELLA CHIESA. PERCHÉ NON TORNARE ALLA TRADIZIONE?



Mons. Bernard Fellay ha fatto giungere un suo messaggio al Convegno in corso a Roma su “Vecchi e nuovi modernismi. Le radici della crisi nella Chiesa”. Lo ha letto il prof. Roberto De Mattei. È un testo estremamente interessante; anche alla luce della situazione attuale della Chiesa, in particolare in Europa e nel mondo occidentale, con un calo costante delle vocazioni, e un abbandono altrettanto costante della pratica religiosa. Fenomeni che non risparmiano neanche continenti come l’America Latina, una volta considerati luoghi di una speranza futura, e adesso profondamente feriti dall’abbandono (pensiamo al Brasile) di milioni di fedeli, e dall’avanzata del secolarismo. Di fronte a tutto questo, il messaggio di mons. Fellay è tanto chiaro, quanto certamente fastidioso i vertici attuali della Chiesa. Perché si chiede se non sia opportuno, per cercare di invertire la rotta, risalire a quanto è stato, e si vuole sempre di più abbandonare: cioè la ricchezza della tradizione della Chiesa. Ecco il messaggio, nella sua integralità.

«Una grande impresa in perdita».

L’immagine del murale che ritrae Papa Francesco come Superman, diffusa su twitter da Vatican Comunication, account del Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, 28 GENNAIO 2014.
ANSA / TWITTER / Vatican Communication Account +++EDITORIAL USE ONLY ++ NO SALES +++
«Una grande impresa in perdita». Così – tra altre vane e vuote circonlocuzioni e perifrasi sulla retorica del camminare insieme – Checco I ha definito l’ecumenismo nella sua visita alla Roma protestante, alla città di Calvino, a Ginevra.
I fan più sfegatati della rockstar in abito bianco si sono limitati alla lettura evangelica del messaggio, dell’evento celebrato ovviamente a piene pagine dalla Tribune de Genève (che qualche foglio più in là ospita però laicamente, bisogna pure rilevarlo, gli annunci piccanti di Ana, Jenny, Lisa, Nadia, una belle brésilienne, una belle chinoise, una petite indienne e altre camerierine e infermierine sexy variamente assortite). Ma è su altro che si è invece concentrata l’attenzione dei cronisti praticoni, sempre concreti e attenti alle cose di quaggiù più che a quelle di lassù. Perché l’oikoumene, proprio come i viaggi papali, ha i suoi costi. E i conti non tornano.

Di questi cristiani isolati, amareggiati, disprezzati

LA CHIESA ODIERNA


Quale fedele Sposa di Cristo: la chiesa odierna aiuta la fede o la distrugge? Il "senso di impotenza" e frustrazione di tanti cattolici e uomini di Dio di fronte a una chiesa che sta tralignando completamente dalla sua missione
 di Francesco Lamendola   

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I neopreti e tutti i neocattolici dovranno rendere conto anche di questo: di aver condotto alla solitudine e allo sconforto, e perfino di aver fatto sì che si allontanassero da Dio, moltissimi buoni cristiani, riempiendo la loro vita di tristezza, il che fa parte dell’ordine naturale, e mettendo in pericolo mortale le loro anime, il che attiene all’ordine soprannaturale e si configura come un vero e proprio peccato contro lo Spirito Santo.

Le piaghe lasciate da cinquant’anni di devastazione

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Tre punti alla modernità


La modernità, intesa come rovesciamento dell’ordine naturale (in cui Dio è principio e fine, mentre l’uomo è ordinato a Lui e il cosmo è al suo servizio), è indubbiamente la causa della crisi radicale che attanaglia la civiltà occidentale. L’essere umano, creato per conoscere, amare e servire Dio in questa vita e goderlo eternamente nell’altra, è stato dapprima collocato al centro di un mondo in cui tutto – compresa la religione – è funzionale al suo benessere terreno; poi l’uomo stesso, declassato ad animale più evoluto, ha finito con l’essere a sua volta subordinato alla salvaguardia della natura. L’artefice della propria fortuna è diventato una minaccia per l’ecosistema; la sua proliferazione, di conseguenza, è ora considerata un fenomeno dannoso da combattere e frenare in ogni modo.

venerdì 22 giugno 2018

Figuriamoci l'estate..

IL COMPLOTTO "PRIMAVERA"


Il complotto che costrinse Benedetto XVI a dimettersi. Un odioso ricatto finanziario, le trame di Soros, Obama e Clinton per provocare una “primavera vaticana” e la strana, fulminea elezione e "convergenza" del signor Bergoglio 
di Francesco Lamendola  

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Il nome di John Podesta, probabilmente, non dice niente al grande pubblico italiano ed europeo. Eppure questo oscuro (per noi) personaggio, consigliere di Hillary Clinton quando costei pareva lanciata alla conquista della presidenza degli USA nel 2016, ci darà forse, un giorno, la chiave per illuminare uno dei più tenebrosi misteri del XXI secolo: le dimissioni improvvise, traumatiche, di papa Benedetto XVI nel febbraio del 20013, le prima da oltre sette secoli, cioè da quelle di papa Celestino V, nel 1294. Perché in uno scambio di messaggi fra lui e Sandy Newman, direttore di una rivista progressista, si fa cenno alla volontà della signora Clinton di provocare una “primavera vaticana”, sul modello delle “primavere arabe”, con l’intenzione di attuare una vera e propria rivoluzione nella Chiesa e sostituire un pontificato “conservatore” con uno più in linea con la filosofia e la pratica dei democratici statunitensi, sui temi-chiave, a livello mondiale, della vita (e quindi dell’aborto e il controllo delle nascite), della famiglia (e quindi l’ideologia di genere e il riconoscimento delle “famiglie arcobaleno”) e dell’immigrazione.

L'aedo turbomondialista

Il Fronte mondialista si ricompatta contro Salvini
Roberto Saviano, guru delle migrazioni
Le recenti decisioni del neoministro degli Interni Matteo Salvini, contro le navi delle ONG e le dichiarazioni sui rom, hanno avuto l’effetto di far ricompattare il fronte mondialista che cerca di recuperare la sua credibilità enfatizzando gli accenti ritenuti razzisti ed estremisti contenuti nelle dichiarazioni di Salvini.
Il guru della comunicazione pro migrazioni, Roberto Saviano, ha reagito in modo scomposto alla minaccia di Salvini di fargli abolire la scorta che da anni paga lo Stato per coprire le spalle di quello che è oggi il tribuno del mondialismo e della “Società aperta” nei salotti televisivi.

Pessimo teologo e pessimo Pastore

Intervento di Mons. Livi sulla Comunione ai Protestanti



Intercomunione: 
le false ragioni dottrinali di Kasper

Molto opportunamente, l’arcivescovo di Philadelphia Charles J. Chaput, di fronte all’eco mondiale suscitata dall’intenzione dell’episcopato tedesco di procedere verso una normativa canonica locale che includa la possibilità, anzi la convenienza,  di far accedere alla comunione sacramentale quei protestanti che sono uniti in matrimonio a un coniuge cattolico, ha voluto precisare che la questione non riguarda una singola conferenza episcopale nazionale ma l’intera Chiesa cattolica, ed è una questione che va risolta sulla base della riaffermazione esplicita e senza equivoci del dogma eucaristico. Il vescovo ha dichiarato:

«Chi può ricevere l'eucaristia, e quando, e perché, non sono solo domande tedesche. Se, come ha detto il Vaticano II, l'eucaristia è la fonte e il culmine della nostra vita di cristiani e il sigillo della nostra unità cattolica, allora le risposte a queste domande hanno implicazioni per tutta la Chiesa. Esse riguardano tutti noi. E in questa luce, offro questi punti di riflessione e di discussione, parlando semplicemente come uno dei tanti vescovi diocesani» (Charles J. Chaput, Un modo gentile di nascondere la verità, dichiarazioni registrate dal blog “First Things”, Fonte magister.blogautore.espresso.repubblica.it 25/052018).

Stanno perdendo, querela dopo querela

Continua la persecuzione delle Suore Francescane dell'Immacolata



03:16



Durante l'assemblea generale delle suore nel mese di aprile a Roma il cardinale Braz de Aviz, prefetto della Congregazione per i Religiosi, il suo segretario monsignor Carballo e Padre Sabino Ardito, il commissario dei Frati Francescani dell'Immacolata, erano presenti. Secondo Riposte-catholique il trio ha cercato di costringere le suore ad accettare un nuovo statuto, ma le suore hanno rifiutato.

I nemici stanno perdendo causa dopo causa

Cinque anni di amnesie.. e lo dimostra..

LE AMNESIE DEL PONTEFICE. PEZZO GROSSO HA UNA SUA IPOTESI, AFFASCINANTE…             


Cari lettori di Stilum Curiae, abbiamo ricevuto una breve mail di Pezzo Grosso. Si riferisce all’intervista concessa dal Pontefice regnante all’agenza Reuters, e in particolare alla frase sui Tubi, i quattro cardinali e la lettera. Pezzo Grosso avanza un’potesi totalmente diversa da quelle presentate fino ad oggi, qui e su altri siti; ed è un’ipotesi interessante, se non altro per la sottigliezza di pensiero che comporta, e che presuppone nella mente dell’intervistato.

Sbandati, badante cercasi

Germán Arana, seconda puntata. I futuri nunzi li sceglie lui


Ha fatto molto rumore il precedente post sul gesuita Germán Arana e i suoi cattivi consigli a Francesco, anche perché pochi sapevano dello stretto legame di amicizia e di confidenza che intercorre da tempo tra lui e il papa.
A conferma di questo legame c'è il ruolo molto delicato che padre Arana ricopre in un istituto vaticano particolarmente caro a Francesco: la Pontificia Accademia Ecclesiastica, il cenacolo di formazione dei futuri nunzi apostolici, gli ambasciatori del papa presso gli Stati.
Sono una dozzina, da tutto il mondo, i giovani sacerdoti che ogni anno sono ammessi a questa scuola d'alta diplomazia. E la loro selezione è molto severa.
Ebbene, padre Arana fa parte della ristretta commissione che approva o respinge l'ammissione di ciascun candidato.

Con chi se l’è presa questa volta?

La falsa catechesi   




L’ultimo giorno di primavera, “una calda primavera” dice Papa Bergoglio, ha coinciso con il mercoledì delle udienze, il 20 giugno 2018, e qui il Papa si è lanciato in una disquisizione che di primo acchito appare alquanto confusa e controversa; tuttavia, se si legge attentamente quanto ha detto, ecco che la confusione svanisce e prende corpo un tutto organico col quale il Papa non apre una controversia, ma avanza proposizioni equivoche atte a stravolgere il vero significato della Scrittura.
Non è la prima volta, anzi in cinque anni padre Bergoglio ci ha abituati alle sue personali ed eterodosse “riletture” della Scrittura.

Con chi se l’è presa questa volta?
Se l’è presa con quegli sprovveduti che per duemila anni si sono permessi di ingannare i fedeli cattolici insegnando che il Signore ci ha dato “Dieci Comandamenti” da rispettare, pena il castigo di Dio.
Non è così, dice padre Bergoglio, non sono dieci comandamenti, ma dieci parole, cioè non sono dieci comandi di Dio da servire come guida per la vita dell’uomo, ma dieci parole pronunciate da Dio per dialogare con l’uomo. Il che, come si vede, cambia tutta la prospettiva della Scrittura: Dio non sarebbe il Creatore di tutte le cose e di tutti gli esseri, ma solo uno che dialogherebbe con le cose e gli esseri come se questi fossero delle entità a se stanti.
Come catechesi papale non c’è male… siamo al peggio!

Caduta in uscita..

Papa cadde a messa, Ginevra, Svizzera



00:17

Papa Francesco è caduto alla fine della Messa a Ginevra il 21 giugno.

IL PAPA AL WORLD COUNCIL OF CHURCHES
"Più missionarietà, più unità tra noi"

«Se aumenterà la spinta missionaria, aumenterà anche l’unità fra noi. Come alle origini l’annuncio segnò la primavera della Chiesa, così l’evangelizzazione segnerà la fioritura di una nuova primavera ecumenica». Così il Papa a Ginevra per il 70esimo Consiglio Ecumenico delle Chiese.


Il viaggio del Papa a Ginevra per il 70esimo anniversario del Consiglio Ecumenico delle Chiese si era aperto sull’aereo di andata con una battuta inusuale. Dopo aver ricevuto i complimenti per le parole da lui usate in una recente intervista alla agenzia Reuters, a proposito di un maggior impiego delle donne nella chiesa, il Santo Padre ha detto seraficamente che anche per lo Ior si potrebbe pensare a una donna: «Sì, siamo in trattativa con Christine Lagarde».

giovedì 21 giugno 2018

Nel momento in cui i nemici sembreranno prevalere.

TOP!! Il Trionfo del Cuore Immacolato verrà “senza colpo ferire”… Parola di Gedeone, Emmerich e don Bosco”



Amici, condivido con voi una interessante riflessione.

Mi ha sempre colpito, destando vivo interesse ed entusiasmo, la certezza di quella vittoria, trionfo di Dio nel tempo, che si avrà nel prossimo futuro con il tanto menzionato Trionfo del Cuore Immacolato di Maria

Questo intervento sarà un intervento diretto e cioè le forze nemiche numerose potenti militanti contro la Chiesa (sia fuori che dentro di Essa) saranno sbaragliate in un modo clamoroso e del tutto soprannaturale, divino, palesando che il venturo Regno di Cristo attraverso Maria non sarà opera di strategie umane ma dell’intrattenibile ed efficace onnipotenza divina.

Da dove attingo questa certezza?
Dalla testimonianza congiunta della Sacra Scrittura e della autentica Profezia cattolica

«Quelli che usurpa in terra il loco mio»

L'USURPATORE DI SAN PIETRO


«Quelli che usurpa in terra il loco mio»: quando il sommo poeta per bocca di S.Pietro manifesta la sua opinione (e non era soltanto sua) che l’elezione di Bonifacio fosse stata irregolare e quindi egli non fosse papa legittimo 
di Francesco Lamendola  

 0 DANTE FUOCOS
  
Nel XXVII canto del Paradiso, san Pietro in persona se ne esce in una violentissima invettiva contro papa Bonifacio, chiamandolo usurpatore e ribadendo il concetto per ben tre volte, al punto da far arrossire di vergogna il coro delle anime beate: di vergogna, sia chiaro, non per le parole da lui pronunciate, ma per la verità in esse racchiusa, e cioè l’estremo avvilimento in cui è caduta la Chiesa, sotto la guida di un falso papa (versi 22-36):
Quelli ch’usurpa in terra il luogo mio, / il luogo mio, il luogo mio che vaca / ne la presenza del Figliuol di Dio, //  fatt’ ha del cimitero mio cloaca / del sangue e de la puzza; onde ’l perverso / che cadde di qua sù, là giù si placa». // Di quel color che per lo sole avverso / o nube dipigne da sera e da mane, / vid’ ïo allora tutto ’l ciel cosperso. // E come donna onesta che permane / di sé sicura, e per l’altrui fallanza, / pur ascoltando, timida si fane, // così Beatrice trasmutò sembianza; / e tale eclissi credo che ’n ciel fue / quando patì la supprema possanza. 
Dante, come molti suoi contemporanei, pensava che Bonifacio non fosse un papa legittimo, sia per le modalità della sua elezione, e cioè per le circostanze più che dubbie in cui avvennero le dimissioni del suo predecessore, Celestino V, il quale, si disse, vi fu letteralmente obbligato da Bonifacio stesso, e poi rinchiuso in condizioni inumane e fatto testé morire, affinché la sua sola presenza non creasse problemi al successore; sia perché, una volta eletto, non svolse degnamente le funzioni di capo della cristianità e vicario di Cristo in terra, ma trascurò colpevolmente la direzione degli gli affari spirituali e la cura delle anime, per concentrarsi sull’aspetto mondano, politico e finanziario del suo potere, peraltro abusandone oltre ogni limite.

Dietro la scenografia



Il seminario diocesano. Luogo di cui tutti sanno l’esistenza ma di cui pochi ne conoscono il cuore. Luogo nascosto e quasi invisibile eppure presente in tutte le diocesi di Italia, almeno prima delle mortali gelate della singolare primavera post-sessantottina. Dove è rimasto è quasi sempre malinconico monumento ai tempi migliori, struggente lapide commemorativa ai sacrifici delle generazioni che ci hanno preceduto, laici e sacerdoti. Immensi corridoi e stanze a perdifiato, scale e saloni in abbondanza, chiese dell’aria consumata e biblioteche stipatissime sono al servizio di ormai pochi studenti. Ne visitai uno chiuso definitivamente da pochi mesi, ancora i segni di un trasloco frettoloso, le piante in vaso ormai morte come le speranze di quella diocesi. Un’altra diocesi invece, dopo aver lottato con le unghie e con i denti per la decimazione dei seminaristi, ha chiuso felicemente da pochi anni il grande edificio del seminario per mancanza di risorse economiche per il suo mantenimento e ha trasferito tutta la baracca in una struttura più ridimensionata. Fatto il trasloco, sono spuntati dal cilindro i denari sufficienti per trasformare l’ex seminario in un più alla moda centro Caritas con annesso dormitorio per senzatetto. Il progetto è chiaro dappertutto. Inquietante è constatare che nei perfetti piani economico-pastorali delle diocesi non si tenga conto del pur ridotto capitale umano che nei seminari vive e lotta quotidianamente.

Ardito l' Apostata

Francescani e Francescane dell'Immacolata: notizie dal fronte


13 giugno 2018

La cronaca dei Francescani dell'Immacolata si è arricchita da alcuni paragrafi negli ultimi mesi.



A metà Aprile si è svolta in Roma l'assemblea della Suore Francescane dell'Immacolata.
E c'è stata almeno una sorpresa: ci si aspettava la presenza del Cardinale Braz de Aviz, Prefetto della Congregazione per i Religiosi, e del Vescovo Carballo, segretario dello stesso dicastero, non si aspettava, invece il Padre Sabino Ardito, Commissario dei Frati Francescani della Immacolata! Cosa era venuto a fare?

Incredibilmente è venuto dalle suore per presentare le loro nuove costituzioni.

Le precedenti, approvate nel 1998, erano troppo cattoliche!

Menzogna, non imprecisione.

"L'ho saputo dai giornali". Anche la memoria del papa solleva dei "dubia"

Nel suo colloquio del 17 giugno con Philip Pullella della Reuters, papa Francesco ha detto qualcosa anche a proposito dei "dubia" sottopostigli nel 2016 da quattro cardinali.
Riferisce Pullella:
"Francesco ha detto di aver udito della lettera dei cardinali che lo criticavano 'dai giornali… un modo di fare che è, mi si lasci dire, non ecclesiale, ma tutti facciamo degli errori'".
Nient'altro. Ma abbastanza per indurre a una replica il cardinale americano Raymond Leo Burke, uno dei quattro dei "dubia", che ha così risposto a una domanda di John-Henry Westen di LifeSiteNews:
"La proposta dei 'dubia' al Santo Padre è stata fatta secondo la procedura da tempo in uso nella Chiesa, cioè, sono stati proposti al Santo Padre senza dare ad essi alcuna pubblicità, in modo che egli potesse rispondere per il bene di tutta la Chiesa. Il defunto cardinale Carlo Caffarra consegnò di persona la lettera contenente i 'dubia' alla residenza del papa e, allo stesso tempo, alla congregazione per la dottrina della fede, il 19 settembre 2016, così come consegnò anche la successiva corrispondenza dei quattro cardinali riguardante i 'dubia'. Solo quando, dopo diverse settimane, non ci fu alcun segno di presa in considerazione dei 'dubia' né di risposta ad essi e a noi cardinali fu fatto capire che non ci sarebbe stata nessuna risposta a queste domande riguardo ai sacramenti del santo matrimonio e della santa comunione e riguardo ai fondamenti dell'insegnamento morale della Chiesa, i quattro cardinali, me incluso, furono obbligati, in coscienza, in quanto cardinali, a rendere pubblici i 'dubia', il 14 novembre 2016, in modo che i fedeli fossero consapevoli di queste gravi domande che toccano la salvezza delle anime".

Siamo tutti minutelliani?

Che significa "minutelliano"?

Per grazia di Dio siamo ben ancorati, con le catene auree della Fede, alla Sede Apostolica e  al Papa ricordando sempre che "Ubi Petrus ibi Ecclesia".

Il Santo Padre dice di apprezzare le osservazioni critiche che Gli vengono rivolte: "«È bene essere criticato, a me piace questo, sempre. La vita è fatta anche di incomprensioni e di tensioni. E quando sono critiche che fanno crescere, le accetto, rispondo». 

In alcuni posti però viene usato uno strano aggettivo per zittire preventivamente ogni osservazione critica, se pur timidamente e rispettosamente espressa, nei confronti dell’attuale gestione ecclesiale. 

Le cose normali, spaventano

ABATE FARIA: SUI ROM SALVINI HA RAGIONE. MA IN ITALIA IL BUON SENSO SPAVENTA (LA SINISTRA).


Carissimi amici e nemico di Stilum Curiae, e troll vari, l’Abate Faria ci ha scritto dal suo eremo dove gli è giunta l’eco dello strapparsi di capelli della sinistra e dei giornalisti ad essa collaterali (cioè quasi tutti) per l’idea di un censimento in quelle felici isole di non legalità che sono i campi Rom in Italia. Reazioni di isteria pura – in odio politico – per quello che dovrebbe essere un provvedimento di pura normalità: perché devono esserci delle zone del Paese dove non so chi vive, come, da dove viene e che cosa fa? In Francia, Gran Bretagna, Germania, Spagna questo non avviene. Ma leggiamo l’Abate Faria; e poi un paio di righe di commento.

Il più insidioso attacco diabolico

Attacco al sacerdozio, attacco all’Eucarestia



(di Roberto de Mattei) L’Eucarestia è sempre stata il bersaglio preferito di chi odia la Chiesa. L’Eucarestia, infatti, riassume la Chiesa. Essa, come osserva un teologo passionista, «compendia tutte le verità rivelate, è l’unica sorgente della grazia, è anticipazione della beatitudine, riepilogo di tutti i prodigi dell’Onnipotenza» (Enrico Zoffoli, Eucarestia o nulla, Edizioni Segno, Udine 1994, p. 70).
Gli attuali attacchi al Sacramento dell’Eucarestia erano stati previsti dalla Madonna a Fatima nel 1917. Alla Cova da Iria la Vergine esortò i tre pastorelli a pregare «Gesù Cristo, presente in tutti i tabernacoli della terra, in riparazione degli oltraggi, dei sacrilegi e delle indifferenze con cui Egli è offeso».

mercoledì 20 giugno 2018

Paradigma, chi é costui?

Spieghiamo facile cosa è il paradigma e la vera coscienza


Cari Amici, due richieste che ci vengono fatte continuamente in e-mail sono le seguenti: cosa è questo PARADIGMA di cui sento parlare da un po’ di tempo nella Chiesa e in che modo usare questa coscienza nel contesto del libero arbitrio?
Qui per seguire in audio l’articolo.
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Sono apparentemente due termini complessi che cercheremo ora di spiegare brevemente e facilmente.

Lo Gnorri

Francesco sui Dubia - "Non il modo ecclesiastico di fare le cose"


In una intervista del 20 giugno con l'agenzia oligarchica Reuters, papa Francesco ha fatto l'affermazione molto improbabile di aver appreso dei “Dubia” dei quattro cardinali sull'Amoris Laetitia “dai giornali”, definendo questo "un modo di fare, diciamo, non ecclesiale."

Questo può significare solo che Francesco legge i giornali invece di occuparsi della sua corrispondenza. I Dubia gli furono inviati nel 2016. Francesco li ha sempre ignorati da allora.