e il giudizio della FSSPX basato sui motivi addotti per la sua “esclusione” è privo di effetti fonte
In questo articolo non giudicheremo la forma, ma il fondo, non ci occuperemo dei fatti rimproverati, poiché non ci interessano, ma solo del diritto, del fondamento.
Se Mons. Williamson arrivasse in Cassazione, davanti al tribunale romano che sembra piacere tanto a Mons. Fellay, egli la spunterebbe facilmente, le sentenze di Mons. Fellay sono nulle e non pronunciate, esse devono essere prive di effetti, come spiega in questa sintesi un canonista.
Un vescovo della Fraternità può esprimersi liberamente? |
Il Cardinale Ciappi, il teologo di papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II (all’inizio del suo pontificato): “Il Terzo Segreto dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice. La conferma ufficiale del segreto de La Salette (1846): “La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.
ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...
sabato 27 ottobre 2012
Mons. Williamson si trova nel suo giusto diritto
Ci mancava proprio anche questa..
“Esclusione” di Mons. Williamson
Ebrei contenti, ma non troppo
Riportiamo una nota d'agenzia diffusa del Congresso Ebraico Mondiale (World Jewish Congress - WJC) sulla “esclusione” di Mons. Williamson dalla Fraternità Sacerdotale San Pio X. Ovviamente, la cosa non ci tocca neanche un po'… sono cose ebraiche… che riguardano solo i Giudei, ma abbiamo pensato che fosse opportuno riportare la notizia a titolo documentario e a futura memoria. Soprattutto dopo le ripetute dichiarazioni vaticane circa la impossibilità di essere veramente cattolici se si esprimono opinioni critiche nei confronti dei “fratelli maggiori nella fede”. |
Lo vedremo a Medjugorje?
Piergiorgio Odifreddi in difficoltà di fronte ai miracoli di Lourdes
E’ quasi un dispiacere questa volta fare un articolo su (o “contro”) Piergiorgio Odifreddi,
ma ormai siamo le sue “guardie del corpo” come ci chiamano alcuni suoi
fans sfegatati. Lo abbiamo criticato, lo abbiamo preso in giro, lo
abbiamo messo in imbarazzo (si veda la vicenda del libro “Perché Dio non esiste”),
continueremo a farlo ma più passa il tempo e più diventa chiaro che
l’ex matematico ha deciso ormai di portare avanti questo suo divertente personaggio iper-positivista, a cui non crede più nemmeno lui.
Qualcosa di diverso è avvenuto durante la puntata di “Porta a Porta” del 18/10/12, durante la quale si è parlato del 68° miracolo di Lourdes
riconosciuto dalla Chiesa, dopo anni e anni di studi medici. In studio,
oltre al conduttore Bruno Vespa, c’erano Vittorio Messori, Piergiorgio
Odifreddi, Claudia Koll, Massimo Giletti, Andrea Tornielli e la signora Elisa Aloi, una delle miracolate italiane.
Papabili e Papi neri
Il
Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione lavora a porte chiuse: in
programma c’è lo studio degli emendamenti alle proposizioni finali, che
verranno messe ai voti sabato ma che saranno rese pubbliche soltanto più
avanti.
Oggi,
invece, viene votato il testo del messaggio conclusivo che, di fatto, è una
sintesi dei lavori e, dunque, anche delle proposizioni. Al testo ha lavorato
una commissione di esperti il cuipresidente e vice presidente sono due astri
nascenti del collegio cardinalizio, il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo
di Firenze, e monsignor Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila, cardinale il
prossimo 24 novembre, colui che secondo un commentatore filippino ha tutto per
essere un buon successore di Pietro perché ha “la mente di un teologo, l’anima
di un musicista e il cuore di un pastore”.
Concilio Vaticano II: il cavallo di Troia del mondialismo
Finalmente online la trasmissione del 24 ottobre 2012 su Radio MPA a cura di Lo Sai:
Marco Cuoco intervista Piergiorgio Seveso e Andrea Giacobazzi della Radio Spada
su “Il concilio Vaticano II: cavallo di Troia del mondialismo”, trasmissione commemorativa
in occasione del cinquentennale
di apertura del Concilio Vaticano II
http://www.youtube.com/watch?v=ALz6SxOEoIc
Marco Cuoco intervista Piergiorgio Seveso e Andrea Giacobazzi della Radio Spada
su “Il concilio Vaticano II: cavallo di Troia del mondialismo”, trasmissione commemorativa
in occasione del cinquentennale
di apertura del Concilio Vaticano II
http://www.youtube.com/watch?v=ALz6SxOEoIc
Sventate
Sopra, una fotografia in bianco e nero del corpo insegnante delle Suore della Presentazione della Beata Vergine Maria della Trinity Catholic School di San Pedro, in California. La foto è stata scattata nel 1950, prima che il vento del Concilio Vaticano II soffiasse sulla Chiesa.
venerdì 26 ottobre 2012
Sinodeide
Al Sinodo dei vescovi si dibatte molto sulla Siria, e più in generale sui conflitti dell’area mediorientale. La linea del Papa è chiara: valutazione positiva del fenomeno delle primavere arabe, rifiuto della violenza, richiesta di riaprire il dialogo per uscire dall’impasse.
E’ per seguire questa linea che il Sinodo aveva annnunciato una settimana fa una missione vaticana ad alto livello in Siria. La delegazione guidata dal segretario di stato Tarcisio Bertone sarebbe dovuta partire oggi per Damasco.
Un giusto proponimento
Espulsione di Mons. Williamson: non lasciamolo solo!
Monsignor Richard Williamson è stato espulso dalla Fraternità San Pio X, perché “da diversi anni aveva preso le distanze dalla direzione e dal governo della Fraternità”(Comunicato della Casa Generalizia, Menzingen 24 ottobre 2012)
In realtà è la direzione della Fraternità che da diversi anni - e specialmente dal 2009 - ha preso una posizione pericolosa di dialogo azzardato e di eccessiva apertura verso le novità del Concilio Vaticano II nonché di accettazione della shoah quale condizione richiesta da Benedetto XVI per essere considerati in piena comunione ecclesiale. È soprattutto l’opposizione a questi cedimenti che viene rimproverata a monsignor Williamson, mascherata sotto l’aspetto disciplinare. di Don Curzio Nitoglia
Lo stesso Superiore generale della Fraternità aveva riconosciuto - nel settembre del 2012 - che era stato ingannato e che Benedetto XVI voleva l’accettazione della Nuova Messa e del Concilio Vaticano II da parte della Fraternità. Ora ciò è proprio quello da cui monsignor Williamson “aveva preso le distanze” cercando di farle prendere anche alla direzione della Fraternità.
Se un Superiore generale si dichiara ingannato, dopo diversi anni, da un interlocutore che ha parlato apertamente e non ha nascosto il suo fine, o non è capace di governare o è in collusione con il nemico-interlocutore, “tertium non datur”.
Monsignor Richard Williamson è stato espulso dalla Fraternità San Pio X, perché “da diversi anni aveva preso le distanze dalla direzione e dal governo della Fraternità”(Comunicato della Casa Generalizia, Menzingen 24 ottobre 2012)
In realtà è la direzione della Fraternità che da diversi anni - e specialmente dal 2009 - ha preso una posizione pericolosa di dialogo azzardato e di eccessiva apertura verso le novità del Concilio Vaticano II nonché di accettazione della shoah quale condizione richiesta da Benedetto XVI per essere considerati in piena comunione ecclesiale. È soprattutto l’opposizione a questi cedimenti che viene rimproverata a monsignor Williamson, mascherata sotto l’aspetto disciplinare. di Don Curzio Nitoglia
Lo stesso Superiore generale della Fraternità aveva riconosciuto - nel settembre del 2012 - che era stato ingannato e che Benedetto XVI voleva l’accettazione della Nuova Messa e del Concilio Vaticano II da parte della Fraternità. Ora ciò è proprio quello da cui monsignor Williamson “aveva preso le distanze” cercando di farle prendere anche alla direzione della Fraternità.
Se un Superiore generale si dichiara ingannato, dopo diversi anni, da un interlocutore che ha parlato apertamente e non ha nascosto il suo fine, o non è capace di governare o è in collusione con il nemico-interlocutore, “tertium non datur”.
I polli di Renzo..
Monsignor Willianson Espulso…Preghiamo per la sua Anima
Lettera aperta di S. E. Mons. Richard Williamson
vescovo della Fraternità San Pio X
a
S. E. Mons. Bernard Fellay
Superiore generale della Fraternità San Pio X
riguardo ad un’“esclusione”
La lettera è stata pubblicata sul settimanale francese Rivarol
il 26 ottobre 2012
Monsignor
Richard Williamson, che da diversi anni aveva preso le distanze dalla
direzione e dal governo della Fraternità Sacerdotale San Pio X,
rifiutando di manifestare il rispetto e l’obbedienza dovuti ai suoi
legittimi superiori, è stato dichiarato escluso dalla Fraternità
Sacerdotale San Pio X per decisione del Superiore generale e del suo
Consiglio, il 4 ottobre 2012. Un ultimo lasso di tempo gli era stato
accordato per sottomettersi, al termine del quale egli ha annunciato la
diffusione di una ”lettera aperta” in cui chiede al Superiore generale
di dare le dimissioni.
Questa dolorosa decisione
si è resa necessaria per la cura del bene comune della Fraternità San
Pio X e del suo buon governo, conformemente a ciò che Mons. Lefebvre
denunciava: “E’ la distruzione dell’autorità. Come l’autorità può
esercitarsi se deve chiedere a tutti i membri di partecipare
all’esercizio dell’autorità stessa?” (Ecône, 29 giugno 1987)
Menzingen, 24 ottobre 2012
Fonte: sanpiox.it
vescovo della Fraternità San Pio X
a
S. E. Mons. Bernard Fellay
Superiore generale della Fraternità San Pio X
riguardo ad un’“esclusione”
La lettera è stata pubblicata sul settimanale francese Rivarol
il 26 ottobre 2012
Rara avis
L'antinomismo post-conciliare rifiuta la metafisica e impedisce la riforma della Chiesa
Riportiamo l’intervento scritto di S. Em. R. Card. Raymond Leo Burke, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, alla quinta Sessione dei Circoli Minori del Sinodo dei Vescovi (23 ottobre 2012).
«L’Instrumentum
laboris ci ricorda che la testimonianza della fede cristiana è una
risposta sommamente adeguata ai problemi esistenziali, specialmente
perché tale testimonianza supera la falsa frattura esistente tra il
Vangelo e la vita (cfr. n° 118). Ma, perché abbia luogo la testimonianza
della fede, di cui il mondo oggi ha urgente bisogno, all’interno della
Chiesa si richiede la coerenza tra la vita e la fede.
Celebrano e si vantano di ciò di cui si dovrebbero vergognare!
Card. Danneels: il Concilio ha rotto con la visione negativa del mondo #
Una riflessione sul Vaticano II tenuta a Londra dal vescovo emerito di Malines-Bruxelles
“La Chiesa conciliare ha operato una così netta discontinuità con il passato paragonabile solo a quanto accaduto con il Concilio di Nicea che ha formulato il Credo”. Affermazioni forti * quelle espresse dal card. Godfried Danneels, 79 anni, vescovo di Malines-Bruxelles fino al 2010, nel corso di un ciclo di conferenze per la diocesi di Londra.Profeti di sventura (&/o ciechi)
Sinodo. Il cardinale Angelo Scola: una "primavera cristiana" è in piena fioritura
I lavori del Sinodo sulla nuova evangelizzazione si avviano dunque a conclusione e per i partecipanti è tempo di bilanci. Al microfono di Paolo Ondarza, la valutazione del cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano:
BERTONE OVUNQUE PADRONE
- IL COMUNICATO (SORPRENDENTEMENTE ASPRO) CHE CROCIFIGGE IL MAGGIORDOMO DEL PAPA E’ DELLA SEGRETERIA DI STATO - SEMBRA UN “PIZZINO”: PAOLETTO DENUNCI I SUOI COMPLICI OPPURE MARCIRA’ IN GALERA - EPPURE PADRE LOMBARDI AVEVA PREANNUNCIATO IL PERDONO DI RATZINGER: CHI COMANDA IN VATICANO? - BERTONE INFORMATO DAL CAPO DEI POLIZIOTTI VATICANI DOMENICO GIANI?...
Carlo Tecce per "il Fatto Quotidiano"
La motivazione ufficiale è scontata: "Dato che non sono stati proposti appelli contro la sentenza del 6 ottobre scorso nei confronti del sig. Paolo Gabriele - ha dichiarato il direttore della Sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi - essa è diventata definitiva. Perciò, per mandato del presidente del Tribunale, il promotore di giustizia ha disposto la reclusione". E manca un anno e mezzo più o meno per il fine pena, meno i due mesi circa trascorsi in custodia cautelare.
PAOLO GABRIELE E IL PAPAOMBRE BIG JPEGPAPA RATZINGER PADRE GEORG PAOLO GABRIELE JPEG
Prima reazione: la grazia papale dov'è incagliata? Padre Lombardi la dava per certa, non in un momento qualsiasi, ma un attimo dopo la condanna. Uno strano comunicato firmato Segreteria di Stato, che vuol dire Tarcisio Bertone, il bersaglio di una nutrita fronda, chiede un "ravvedimento" di Gabriele: "La grazia è un atto sovrano del Santo Padre, essa tuttavia presuppone ragionevolmente il ravvedimento del reo e la sincera richiesta di perdono al Sommo pontefice e a quanti sono stati ingiustamente offesi".
«Guerre vaticane»,
il primo libro sui vatileaks
L’ha scritto il vaticanista Enzo Romeo (Tg2) che offre una lettura analitica delle tensioni di questi ultimi due anni. E rivela il coinvolgimento di un gendarme nell’inchiesta
«Vien da chiedersi, innanzi tutto, cosa abbiano a che fare corvi, talpe o veleni con l’annuncio di Cristo, cioè con l’unica cosa che dovrebbe contare per la Chiesa. Niente in apparenza… Ma i soldi, il potere, gli scandali, le maldicenze – e anche le guerre – sono parte della storia dell’umanità, nella quale la Chiesa è immersa… La Chiesa cammina con i fallimenti, che rimandano il bisogno di convertirsi continuamente al Vangelo. E dovrà trarre lezione anche dalle ultime vicende, accelerando quel rinnovamento indispensabile per parlare all’uomo moderno e sottrarlo all’oblio del trascendente».
giovedì 25 ottobre 2012
Ucci ucci, senti odor di ricattucci?
IL MAGGIORDOMO (AL SERVIZIO DI CHI?) VA IN GALERA - PAOLO GABRIELE PER ESSERE “GRAZIATO” DOVRA’ CHIEDERE IL PERDONO AL SANTO PADRE E DARE SEGNI DI “RAVVEDIMENTO” (VUOTA IL SACCO! CHI TI COMANDA?) - PER LA SANTA SEDE “LE VARIE CONGETTURE CIRCA L’ESISTENZA DI COMPLOTTI O IL COINVOLGIMENTO DI PIÙ PERSONE SI SONO RIVELATE, ALLA LUCE DELLA SENTENZA, INFONDATE” – BENE, ALLORA C’E’ QUALCOSA DI VERO…
1 -VATICANO: SENTENZA ESECUTIVA, OGGI GABRIELE IN CELLA
(ANSA) - Non essendo stato richiesto appello contro la sentenza di primo grado a carico di Paolo Gabriele, la sentenza stessa è diventata definitiva. L'ex maggiordomo del Papa andrà oggi stesso in cella.
PAOLO GABRIELE E IL PAPAOMBRE BIG JPEG(ANSA) - Non essendo stato richiesto appello contro la sentenza di primo grado a carico di Paolo Gabriele, la sentenza stessa è diventata definitiva. L'ex maggiordomo del Papa andrà oggi stesso in cella.
2 -GABRIELE; LOMBARDI,RESTA APERTA POSSIBILITA' GRAZIA
(ANSA) - "Dato che non sono stati proposti appelli contro la sentenza del 6 ottobre scorso nei confronti del sig. Paolo Gabriele, essa è diventata definitiva - ha dichiarato il direttore della sala stampa vaticana, p. Federico Lombardi -. Perciò, per mandato del presidente del Tribunale, il promotore di giustizia ha disposto questa mattina la reclusione in esecuzione della sentenza". "L'ordinanza viene eseguita in giornata", ha detto padre Lombardi, secondo cui comunque resta ora aperta "la possibilità della grazia".
(ANSA) - "Dato che non sono stati proposti appelli contro la sentenza del 6 ottobre scorso nei confronti del sig. Paolo Gabriele, essa è diventata definitiva - ha dichiarato il direttore della sala stampa vaticana, p. Federico Lombardi -. Perciò, per mandato del presidente del Tribunale, il promotore di giustizia ha disposto questa mattina la reclusione in esecuzione della sentenza". "L'ordinanza viene eseguita in giornata", ha detto padre Lombardi, secondo cui comunque resta ora aperta "la possibilità della grazia".
IL VATICANO NON RISPETTA I “PATTI”
: PAOLO GABRIELE TORNA IN CELLA! - A QUESTO PUNTO, PERSO PER PERSO, IL “CORVO ESPIATORIO” DEVE PARLARE: CHIAMA NUZZI E SPUTTANALI TUTTI! - IL COMUNICATO DELLA SANTA SEDE E’ PIU’ DURO DEL PREVISTO - PER OTTENERE LA GRAZIA, PAOLETTO DOVRA’ ABIURARE! (MAGARI IN CAMPO DEI FIORI?) - E LE PROMESSE DI PERDONO? AH SAPERLO… -
Gian Guido Vecchi per il Corriere della Sera
PAOLO GABRIELE LA SENTENZA DBQ DST XPAOLO GABRIELE E IL PAPAOMBRE BIG JPEG
Torna in cella il "corvo" Paolo Gabriele. Scaduti i termini per i ricorsi in appello, la sentenza di condanna a 18 mesi è diventata definitiva e il Promotore di giustizia, e cioè il "pm" vaticano, su mandato del presidente del Tribunale ha disposto la reclusione in una delle celle della Gendarmeria.
Il Vip_prete invece non coglie, stravolge e blatera
Santi segni/ Don Michele Barone, il prete dei Vip, ad Affari: se Lourdes è finita sott'acqua è perché il demonio sta attaccando la Chiesa. Ecco la profezia che lega Lourdes a Mejugorje
Lourdes allagata
C'è un filo che unisce l'allagamento della Grotta di Lourdes? Può darsi: certo è che è sospetto un fatto: il 1° settembre prende fuoco la collina delle apparizioni di Medjugorje e quasi un mese dopo Lourdes va sott'acqua. E non tutto il complesso con il Santuario e la spianata: ma solo la Grotta, ossia il punto più alto rispetto al fiume. Che vuol dire? Per don Michele Barone, il sacerdote amico dei Vip da anni attivo a Medjugorje, specializzato in Teologia dogmatica presso la Pontificia Università Laternanense (e già collaboratore dell'Osservatore Romano), questo “ è un segno molto profondo, secondo me”. E ricorda: “ Tempo fa la Madonna ha detto a Medjugorje che i luoghi in cui lei è apparsa nel corso del tempo e ha cercato di avvicinare i suoi figli, sono i luoghi che Satana odia perché è qui che la Madonna ha potuto avvicinare e convertire alla fede tanti peccatori. Maria allora ha predetto che il demonio cercherà di lambire questi luoghi, ma non riuscirà a distruggerli perché a impedirglielo sarà Gesù”.
La profezia del 1982
Già 30 anni fa, il 14 aprile 1982, la Madonna ha predetto con un messaggio straordinario: “Dovete sapere che Satana esiste. Egli un giorno si e' presentato davanti al trono di Dio e ha chiesto il permesso di tentare la Chiesa per un certo periodo con l'intenzione di distruggerla. Dio ha permesso a Satana di mettere la Chiesa alla prova per un secolo ma ha aggiunto: Non la distruggerai!: Questo secolo in cui vivete e' sotto il potere di Satana ma, quando saranno realizzati i segreti che vi sono stati affidati, il suo potere verra' distrutto. Gia ora egli comincia a perdere il suo potere e percio' e' diventato ancora più' aggressivo: distrugge i matrimoni, solleva discordie anche tra le anime consacrate, causa ossessioni, provoca omicidi. Proteggetevi dunque con il digiuno e la preghiera, soprattutto con la preghiera comunitaria. Portate addosso oggetti benedetti e poneteli anche nelle vostre case. E riprendete l'uso dell'acqua benedetta!”
|
Attenzione: le apparizioni di Medjugorje non hanno ancora ricevuto il riconoscimento ufficiale della Chiesa e, in quanto “rivelazioni private”, i fedeli sono liberi di credere o no. Devono credere solo alla Sacra Scrittura, che è l'unica Rivelazione alla quale prestare fede. Le rivelazioni private sono solo un “di più” che Dio manda per ricordare all'uomo che non si disinteressa di lui e della sua storia. Ecco quello che don Michele ha detto ad Affari:
I segni del cielo!!
Alluvioni in Lourdes La reliquia di GPII Causa inondazione
“Inchiesta come per il Corvo” ?
Emanuela Orlandi. Pietro al cardinal Bertone: “Inchiesta come per il Corvo”
Emanuela Orlandi e il mistero che dura da 30 anni attorno la sua scomparsa si arricchiscono di un nuovo capitolo, che ancora una volta vede protagonista il fratello Pietro.
Dopo una serie di iniziative come la campagna contro la tomba di Enrico De Pedis, il lungo dar retta ad Alì Agca e l’avere dato credito a piste chiaramente fasulle come quella del “manicomio a Londra” e dopo la troppo debole e fiduciosa supplica al Papa, ecco un’iniziativa di Pietro Orlandi di segno completamente diverso.
Nuova evangelizzazione dallo Spazio
Arrivano gli UFO a Gerusalemme
Ecco uno schizzo della Domus Jerusalem, la prossima mastodontica
"opera" di Kiko (Francisco José Gòmez de Argüello y Wirtz), da
realizzare a Mamre, in Israele, presso Gerusalemme (di cui nonostante la
colossale segretezza ci era trapelata qualche notizia due anni fa). La prima cosa che salta all'occhio è il "disco volante" sulla destra (ossia l'aula liturgica circolare) identico a quello del Centro Neocatecumenale di Porto San Giorgio in Italia.
L'architettura futuristica, sebbene scimmiottante qua e là stili ebraici, richiama i cartoni animati dei Jetsons
("I pronipoti") e quella "sindrome del mattone" di tutti gli uomini di
una certa età convinti di dover assolutamente lasciare ai posteri un
monumento a sé stessi.
I Jetsons volano tra le Domus Kikiane |
Diario Vaticano
Nessuno di loro è di curia, o italiano, o di altri paesi europei. L'americano Harvey lascerà la carica di prefetto della casa pontificia. E col filippino Tagle riceverà la porpora un seguace della "scuola di Bologna"
di ***
CITTÀ DEL VATICANO, 24 ottobre 2012 – Con una mossa a sopresa Benedetto XVI ha annunciato questa mattina un concistoro per la creazione di sei nuovi cardinali.
Non che un nuovo concistoro fosse inatteso. Già prima dell’estate nei sacri palazzi si dava per altamente probabile una nuova infornata di porpore in novembre o al più tardi nel febbraio del 2013.
Quello che ha sorpreso è invece il fatto che tra i nuovi cardinali non ci siano né italiani, né europei, né curiali in senso stretto. Un'esclusione, questa, voluta con determinazione dal papa, che non ha ammesso eccezioni neanche per il proprio connazionale, il tedesco Gerhard Ludwig Müller, da lui chiamato a guidare la prima delle congregazioni vaticane, quella per la dottrina della fede.
COME TI CURO LA CURIA DEI VELENI
RATZINGER NOMINA SEI NUOVI CARDINALI, TUTTI PROVENIENTI DA ASIA, AFRICA E AMERICA LATINA - UNA SCELTA CHE SUONA COME UNA FRECCIATA TERRIBILE ALLA CURIA E AI PRELATI EUROPEI E AI LORO INTRIGHI – LA VERA SORPRESA È LA NOMINA DI JAMES HARVEY, PREFETTO DELLA CASA PONTIFICIA NONCHÉ SPONSOR DEL CORVO GABRIELE (CHE IL PAPA L’ABBIA PROMOSSO PER TOGLIERSELO DI TORNO?)...
Giacomo Galeazzi per "La Stampa.it"
RATZINGER A MILANO
Mai nessun Papa aveva indetto un concistoro senza italiani né europei e lasciato fuori il prefetto dell'ex Sant'Uffizio. In risposta a Vatileaks, Benedetto XVI internazionalizza il sacro collegio e volta pagina rispetto alla fosca stagione degli scandali in Curia. Un colpo a sorpresa per bilanciare le ultime due creazioni cardinalizie che squilibravano l'eventuale conclave a favore di italiani e curiali. I nuovi principi della Chiesa sono a diverso titolo rappresentativi della Chiesa «global» e partecipano fino a domenica al Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione.
mercoledì 24 ottobre 2012
Perchè il mini concistoro?
Perché un mini concistoro di soli stranieri per la creazione di nuovi cardinali?
L’avevo scritto il 29 maggio scorso.
Troppi italiani in conclave. “Perché disturbare il Papa con queste cose di italiani?”, avrebbe detto Benedetto XVI ai suoi intimi. E infatti prepara un nuovo concistoro per rendere più internazionale la chiesa e chiudere le guerre di curia
In attesa di polveroni...
Polvani in aula
Al processo a carico di Claudio Sciarpelletti, l'informatico della
Segreteria di Stato imputato per "favoreggiamento" nell'ambito della
cosidetta inchiesta Vatileaks, il prossimo 5 novembre, siedera' tra i
testimoni anche monsignor Carlo Maria Polvani, il responsabile
dell'ufficio Informazione della Segreteria di Stato nonche' nipote
dell'attuale nunzio a Washington, monsignor Carlo Maria Vigano', che con
le sue lettere di protesta per il trasferimento in America e' stato
forse l'involontario detonatore di tutta la vicenda
Caccia grossa con colpi a vuoto e boomerang ?
Fraternità espelle Williamson ma con Roma l'accordo «si allontana»
Fellay mette fuori dalla San Pio X il vescovo negazionista. Un altro presule lefebvriano, de Gallareta fa il punto sui rapporti con la Santa Sede: «Alle condizioni di Roma abbiamo risposto con le nostre condizioni irrinunciabili»
Richard Williamson, il vescovo che nel novembre 2008 in un’intervista televisiva disse di non credere all’esistenza delle camere a gas naziste e che ha sempre rappresentato l’ala più oltranzista della Fraternità San Pio X fondata da Lefebvre, non ne farebbe più parte. Dopo settimane di indiscrezioni, già riportate da Vatican Insider, la decisione sarebbe diventata operativa, a quanto riferiscono da fonti indipendenti due diversi siti – Rorate coeli e Le Salon beige- solitamente bene informati sulle vicende interne del mondo tradizionalista. Una scelta destinata a pesare sui destini del gruppo lefebvriano, che certamente non dispiace alle autorità vaticane. Ma i rapporti della Fraternità con la Santa Sede appaiono sempre in alto mare. «Ovviamente la possibilità di un accordo si allontana, ma soprattutto è stato definitivamente rimosso, per questa volta, il rischio di un cattivo accordo», ha detto Alfonso de Gallareta, uno dei quattro vescovi della Fraternità San Pio X consacrato senza il mandato del Papa da Lefebvre nel 1988. De Gallareta è stato colui che ha guidato la delegazione lefebvriana nei colloqui dottrinali con le autorità vaticane. Lo scorso 13 ottobre, il vescovo ha partecipato alle «Giornate della Tradizione» a Villepreux, in Francia, dove ha tenuto una conferenza facendo il punto sui rapporti con la Santa Sede.
De Gallareta ha innanzitutto ricordato le tre condizioni contenute nel preambolo dottrinale che il cardinale William Levada ha consegnato nelle mani del superiore della Fraternità, il vescovo Bernard Fellay, lo scorso giugno: «Riconoscere che il Magistero vivente è l’interprete autentico della tradizione; riconoscere che il Concilio Vaticano II è in perfetto accordo con la Tradizione ed è necessario accettarlo; accettare la validità e la liceità della Messa nuova».
De Gallareta ha quindi spiegato perché i lefebvriani non ritengono di poter accogliere queste indicazioni, ad esempio per quanto riguarda la messa, perché contesta la «legittimità della riforma liturgica e della nuova Messa», in quanto «è in contrasto con la fede e con essa si sta demolendo la fede».
Il vescovo ha quindi confermato che Fellay, di fronte all’ultima stesura del preambolo dottrinale, dopo aver ricevuto segnali diversi da Roma, ha scritto a Benedetto XVI chiedendogli se quell’ultima versione era stata approvata da lui e corrispondeva al suo pensiero. Proprio alla vigilia del capitolo generale della Fraternità dello scorso luglio, è arrivata la risposta del Papa: «Eravamo a tavola, di domenica, al termine del ritiro che ha preceduto il Capitolo, e il superiore ci ha detto di aver ricevuto la lettera con la quale il Papa conferma che la risposta della Congregazione per la dottrina della fede è la sua risposta e che lui l’ha approvata. E ricorda le tre condizioni irrinunciabili per un riconoscimento canonico».
Poi, ha affermato ancora de Gallareta, c’è stata la nomina dell’arcivescovo Gerhard Müller a Prefetto dell’ex Sant’Uffizio e a presidente della Commissione Ecclesia Dei. «Oltre al fatto che ha messo in discussione molte verità della fede», ha detto il prelato lefebvriano, noi «avevamo già avuto difficoltà e scontri con lui», quando Müller era vescovo di Regensburg: «Tre anni ha minacciato di scomunicare il vescovo che stava per fare delle ordinazioni nel nostro seminario di Zaitzkofen, che in quella occasione ero io… E ha già detto che i vescovi della Fraternità hanno una sola cosa da fare: inviare le loro rinunce dall’episcopato al Papa e rinchiudersi in un monastero».
De Gallareta ha quindi diffusamente descritto il capitolo generale della Fraternità, che si è tenuto dal 9 al 14 luglio, ricordando quali sono invece le condizioni irrinunciabili per i lefebvriani in vista di una regolarizzazione canonica. la «libertà di conservare, trasmettere e insegnare la dottrina sacra del Magistero costante della Chiesa e della verità immutabile della Tradizione divina» e dunque la libertà di «correggere, riprendere, anche pubblicamente, i fautori di errori o delle novità del modernismo, del liberalismo, del Concilio Vaticano II e delle loro conseguenze». La seconda riguarda «l’uso esclusivo della liturgia del 1962»; la terza, «la garanzia di almeno un vescovo».
«Si è inoltre deciso in questo Capitolo – ha detto ancora De Gallareta – che, se mai la Casa Generalizia sia arrivata a qualcosa di prezioso e interessante rispetto a queste condizioni, ci sarà un Capitolo deliberativo, il che significa che la sua decisione è necessariamente vincolante per i membri della Società. Quando vi è un Capitolo consultivo, l’autorità chiede consigli, ma poi decide liberamente. Un Capitolo deliberativo significa invece che la decisione viene presa dalla maggioranza assoluta».
And. Tor.Città del Vaticano
http://vaticaninsider.lastampa.it/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/lefebvriani-lefebvrians-lefebvrianos-19156/
Breve commento a caldo sulla
“esclusione” di Mons. Williamson
dalla Fraternità San Pio X
di Giovanni Servodio
“esclusione” di Mons. Williamson
dalla Fraternità San Pio X
di Giovanni Servodio
La Casa generalizia della Fraternità San Pio X ha comunicato, il 24 ottobre 2012, la “esclusione” dalla Fraternità di Mons. Richard Williamson, per il “bene comune della Fraternità San Pio X e del suo buon governo”.
La decisione è stata assunta dal “Superiore generale e dal suo Consiglio” perché Mons. Williamson avrebbe “preso da diversi anni le distanze dalla direzione e dal governo della Fraternità Sacerdotale San Pio X”, e avrebbe “rifiutato di manifestare il rispetto e l'ubbidienza dovuti ai suoi legittimi superiori”.
Una decisione che, dal punto di vista interno di una congregazione religiosa, sembrerebbe inoppugnabile. Se non fosse che in questo caso si tratta, non di una qualsiasi congregazione religiosa, ma della Fraternità San Pio X, che per sua natura propria e per il contesto complessivo in cui è nata e nel quale è cresciuta e persiste, si presenta come una struttura cattolica atipica, seppure profondamente tradizionale. Una struttura sorta provvidenzialmente in un momento storico particolare che ancora oggi vede la Chiesa cattolica dibattersi in una spaventosa crisi di identità e di tenuta dottrinale e liturgica. Una crisi che non è colpa solo di questo o di quello, ma che si inscrive in un processo complessivo di indebolimento della fede, in totale coerenza con l’interrogativo retorico di Nostro Signore Gesù Cristo: «Quando il Figlio dell’uomo ritornerà, troverà ancora la fede sulla terra?».
Processo di indebolimento e momento storico che una certa forma mentale ecclesiastica sembra voler ignorare, privilegiando una visione ad intra che guarda agli accadimenti come se la Chiesa vivesse in una sorta di arcadia.
Quali che siano le responsabilità di Mons. Williamson, ciò che colpisce, nel comunicato della Casa generalizia, è l’accento posto sul bene comune della Fraternità, in modo da far coincidere tale bene comune con il rispetto e l’ubbidienza dovuti ai superiori.
La cosa è non poco sconcertante, poiché, visto il contesto, si dimostra che si è voluto trascurare un altro aspetto, certo non meno importante, forse ben più importante, probabilmente il vero importante per il bene comune e il buon governo della Fraternità: evitare di drammatizzare le divisioni e soprattutto evitare di innescare una divisione lacerante che indebolisce la battaglia per la vera fede, che svilisce il senso e la ragion d’essere della difesa della Tradizione, che crea sconcerto e lacerazioni tra i fedeli, che offre indebitamente e gratuitamente armi mortali al nemico che si annida in alto loco a Roma.
Si è preferito far valer il rispetto formale dei superiori, a fronte del rispetto sostanziale della battaglia che da 40 anni centinaia di migliaia di sacerdoti e di fedeli, con non pochi sacrifici, seppure con gioioso entusiasmo, conducono per il bene della Chiesa e per l’onore di Nostro Signore.
Da oggi, l’onore dei superiori è salvaguardato, anche a costo dell’apertura delle ostilità all’interno della Fraternità, con la conseguenza che le ostilità all’esterno ne risentiranno fortemente, poiché un esercito che va diviso in battaglia, di certo ha già perso.
Queste le brevi considerazioni a caldo, che saranno seguite, con calma, da altre considerazioni, inevitabilmente suscitate da questa decisione che era nell’aria, ma che pregavamo perché non sopravvenisse… non per noi che siamo nessuno, ma per il bene comune della Fraternità Sacerdotale San Pio X.
Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di noi, peccatori.
La decisione è stata assunta dal “Superiore generale e dal suo Consiglio” perché Mons. Williamson avrebbe “preso da diversi anni le distanze dalla direzione e dal governo della Fraternità Sacerdotale San Pio X”, e avrebbe “rifiutato di manifestare il rispetto e l'ubbidienza dovuti ai suoi legittimi superiori”.
Una decisione che, dal punto di vista interno di una congregazione religiosa, sembrerebbe inoppugnabile. Se non fosse che in questo caso si tratta, non di una qualsiasi congregazione religiosa, ma della Fraternità San Pio X, che per sua natura propria e per il contesto complessivo in cui è nata e nel quale è cresciuta e persiste, si presenta come una struttura cattolica atipica, seppure profondamente tradizionale. Una struttura sorta provvidenzialmente in un momento storico particolare che ancora oggi vede la Chiesa cattolica dibattersi in una spaventosa crisi di identità e di tenuta dottrinale e liturgica. Una crisi che non è colpa solo di questo o di quello, ma che si inscrive in un processo complessivo di indebolimento della fede, in totale coerenza con l’interrogativo retorico di Nostro Signore Gesù Cristo: «Quando il Figlio dell’uomo ritornerà, troverà ancora la fede sulla terra?».
Processo di indebolimento e momento storico che una certa forma mentale ecclesiastica sembra voler ignorare, privilegiando una visione ad intra che guarda agli accadimenti come se la Chiesa vivesse in una sorta di arcadia.
Quali che siano le responsabilità di Mons. Williamson, ciò che colpisce, nel comunicato della Casa generalizia, è l’accento posto sul bene comune della Fraternità, in modo da far coincidere tale bene comune con il rispetto e l’ubbidienza dovuti ai superiori.
La cosa è non poco sconcertante, poiché, visto il contesto, si dimostra che si è voluto trascurare un altro aspetto, certo non meno importante, forse ben più importante, probabilmente il vero importante per il bene comune e il buon governo della Fraternità: evitare di drammatizzare le divisioni e soprattutto evitare di innescare una divisione lacerante che indebolisce la battaglia per la vera fede, che svilisce il senso e la ragion d’essere della difesa della Tradizione, che crea sconcerto e lacerazioni tra i fedeli, che offre indebitamente e gratuitamente armi mortali al nemico che si annida in alto loco a Roma.
Si è preferito far valer il rispetto formale dei superiori, a fronte del rispetto sostanziale della battaglia che da 40 anni centinaia di migliaia di sacerdoti e di fedeli, con non pochi sacrifici, seppure con gioioso entusiasmo, conducono per il bene della Chiesa e per l’onore di Nostro Signore.
Da oggi, l’onore dei superiori è salvaguardato, anche a costo dell’apertura delle ostilità all’interno della Fraternità, con la conseguenza che le ostilità all’esterno ne risentiranno fortemente, poiché un esercito che va diviso in battaglia, di certo ha già perso.
Queste le brevi considerazioni a caldo, che saranno seguite, con calma, da altre considerazioni, inevitabilmente suscitate da questa decisione che era nell’aria, ma che pregavamo perché non sopravvenisse… non per noi che siamo nessuno, ma per il bene comune della Fraternità Sacerdotale San Pio X.
Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di noi, peccatori.
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