Il Cardinale Ciappi, il teologo di papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II (all’inizio del suo pontificato): “Il Terzo Segreto dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice. La conferma ufficiale del segreto de La Salette (1846): “La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.
ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...
sabato 22 agosto 2020
Dritti al cuore..
IL CUORE DELLA DISSOLUZIONE ODIERNA: LA CRISI DELLA CHIESA. 1) INTRODUZIONE GENERALE AL PROBLEMA
In riscatto per molti
COVID. DOMANDE DI UN PRETE AI GIORNALI CATTOLICI (E NON).
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, un mio amico sacerdote ha scritto nei giorni scorsi a un mezzo di informazione cattolico, che aveva pubblicato un servizio sul Coronavirus, una lettera. Che purtroppo non ha avuto né risposta, né seguito. L’abbiamo letta, e gli abbiamo chiesto il permesso di pubblicarla, senza citare, per ragioni di carità e cortesia il destinatario. Che potrebbe però essere legione: infatti i giornali, sia laici che cattolici, in una crisi come quella attuale, che ha toccato in profondità economia, rapporti sociali, norme e comportamenti del vivere insieme, libertà fondamentali e leggi della Nazione, spesso in maniera illegittima, non si sono certo segnalati per svolgere quello che dovrebbe essere il loro compito principale. E cioè vigilare a difesa dei cittadini, quando l’Istituzione, qualunque essa sia sembra prevaricare o prevarica. Invece abbiamo assistito, e ancora assistiamo a una gara al sensazionalismo più becero, e teso a creare panico e terrore nella gente. Con effetti a dir poco devastanti sul già debole raziocinio. Due giorni fa ero sul Lungotevere, nella parte bassa, dove c’è la pista ciclabile, meta di numerose persone per fare attività fisica. È passata una giovane donna, che faceva jogging, con la mascherina. E ogni cinquanta metri vedevo che si fermava. Con la mascherina! Da sola! In evidente debito di ossigeno…Buona lettura.
Il mito della formula Io c’ero
L'ILLUSIONE DELLA CONOSCENZA
L’illusione della conoscenza per esperienza diretta. La formula "Io c’ero, io ho visto, io so" tra sirene del Covid e Medjugorje: le cose bisogna averle viste per avere il diritto di parlarne? Solo Gesù va creduto senza vedere!
di Francesco Lamendola
L’illusione della conoscenza per esperienza diretta. La formula "Io c’ero, io ho visto, io so" tra sirene del Covid e Medjugorje: le cose bisogna averle viste per avere il diritto di parlarne? Solo Gesù va creduto senza vedere!
di Francesco Lamendola
Un paio di settimane fa sono stato invitato ad una trasmissione televisiva (su Canale Italia, il mattino del 2 agosto, ospite del professor Vito Monaco; consultabile su Youtube, vedi la parte 2) ove, interrogato su cosa ne penso della situazione creatasi in Italia, dal mese di marzo, con la cosiddetta emergenza sanitaria, ho esposto anche in quella sede la mia opinione, che si può riassumere in questi termini. Qualunque cosa si pensi del Covid-19, è fuori dubbio che la grande finanza internazionale, la quale controlla le multinazionali farmaceutiche, ne ha approfittato, grazie al controllo che esercita direttamente sui mass-media, e indirettamente su molti governi e su molte forze politiche, per creare un clima di terrore e offrire la soluzione del problema, dopo averlo creato o ingigantito a bella posta, oltre ogni limite di ragionevolezza e di decenza.
Le caratteristiche totalitarie del regime di Bergoglio
Totalitarismo vaticano
Quel che ho sempre mal sopportato del progressismo liberale all’interno della Chiesa è la sua arroganza totalitaria. Quanto vive oggi la Chiesa sotto la dittatura di Bergoglio e del suo direttorio è però ben altra cosa rispetto alle spallate che il progressismo militante intendeva assestare al papato e al magistero. Siamo in poche parole al di là dei soliti schieramenti e dunque è diventata anche obsoleta l’arroganza che si è trasformata in protervia, in dispotismo rancoroso, in intolleranza bolscevica.
Di questo fenomeno dovrebbero preoccuparsi non tanto i cosiddetti conservatori e quella parte minoritaria di essi che suole essere definita “tradizionalista”, ma proprio gli ex progressisti che hanno partorito un monstrum ormai incontrollabile e che rischia di fagocitarli per primi.
Vandalismo o vero e proprio attacco alla Chiesa?
Rogo in chiesa: “Volevano distruggere, non sono vandali”
Hanno cosparso di benzina il portone del santuario di San Gaspare ad Albano e poi appiccato il fuoco. Il padre custode alla Bussola: «Satanisti? Chi lo ha fatto ha voluto attaccare la Chiesa perché questo è un santuario molto amato». Dalla cappella di porto San Paolo ai "bravi" di Lizzano, l'estate folle dei sacrilegi. Non si può più derubricare questi episodi a vandalismo: sono attentati e la Cristofobia è il motore scatenante. La persecuzione inizia lasciando impuniti questi casi. Ecco perché è urgente un Osservatorio sulla libertà religiosa.
C'è un'emergenza cristianofobia in Italia? Gli ultimi episodi dell'estate sembrano rispondere affermativamente a questa domanda. Dopo la cappella estiva di Porto San Paolo devastata ed il Crocifisso distrutto a colpi di mazza da baseball tra bestemmie e risate a Lizzano in Belvedere, un'altra inquietante notizia arriva da Albano Laziale, comune dei Castelli Romani a 24 km dalla Città Eterna. La furia sacrilega di mani, per ora, anonime ha fatto una vittima illustre: il Santuario di San Gaspare del Bufalo, meta frequentatissima di pellegrinaggio mondiale.
La chiesa, infatti, che sormonta il centro storico della cittadina dell'hinterland romano, ospita le reliquie del fondatore della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue. Quello di ieri è stato un risveglio amaro per don Mario Proietti, rettore del Santuario, che ha documentato sul suo profilo Facebook quanto accaduto probabilmente nella notte tra giovedì 19 e venerdì 20 agosto. "Questa mattina non c'è la Messa - ha scritto il missionario - purtroppo hanno dato fuoco al portone della chiesa".
Dunque, stando a quanto riferito dal religioso, l'incendio si dovrebbe ad un atto doloso. Un gesto in odium fidei come ormai siamo abituati a registrare frequentemente in Paesi un tempo cattolicissimi come la Francia e l'Italia stessa. Le immagini delle fiamme che hanno avvolto il portone del Santuario, ritratte in un video pubblicato su Facebook da don Proietti, sono un pugno allo stomaco per i tantissimi fedeli che considerano familiare questo luogo di preghiera e di silenzio retto dai Missionari del Preziosissimo Sangue. Il santo canonizzato da Pio XII nel 1954 fu grande promotore della devozione al Preziosissimo Sangue di Cristo e sono migliaia i fedeli che ogni anno chiedono la sua intercessione per ricevere grazie per sé e per i propri cari, pregando al cospetto delle sue reliquie. Questo aspetto rende ancora più doloroso l'attacco subito, peraltro in tempi difficili, dalla chiesa di piazza San Paolo.
Il rogo poteva avere conseguente ben più gravi se non fosse stato per due coincidenze provvidenziali: «Il bussolotto interno rimane sempre aperto – ha spiegato alla Bussola don Proietti -. Se fosse stato chiuso il fumo si sarebbe condensato all’interno e si sarebbe sfogato sopra dove abbiamo la cantoria e l’organo antico».
La seconda coincidenza è legata a Notturno che don Mario recita con aggiunta di Rosario e Santa Messa tutte le notti alle 2.30. «E’ una particolare devozione che facciamo per i devoti di San Gaspare e che viene trasmessa in streaming sulla pagina di Pensiero cattolico. L’altra notte sono sceso alle 2 come di consueto e ho trovato il portone in fiamme, così ho dovuto cancellare la Messa».
Di fronte a episodi di questo tipo la prima domanda che sorge è: vandalismo o vero e proprio attacco alla Chiesa?
«No, non è assolutamente vandalismo – prosegue il missionario - il problema ci preoccupa perché, come abbiamo detto ai carabinieri stamattina, noi non abbiamo mai avuto un problema di questo genere. Non può essere una bravata perché chi l’ha fatto l’ha fatto con l’intento di dare fuoco e fare danni a cominciare dalla benzina sparsa. È stato un fatto intenzionale e doloso, ma sono fiducioso perché i carabinieri, che ringrazio, hanno capito immediatamente la gravità dell’episodio, inviando il Maggiore in persona a coordinare le indagini».
Un attentato, dunque.
Chiediamo se è probabile che si sia trattato di una setta satanica. «Tutto è probabile, in passato ci sono stati episodi in zona, ma non saprei dire che il rogo al portone possa configurarsi come una sorta di rituale satanico. Di sicuro questo è un attacco alla Chiesa e alla fede perché questo è assieme al Santuario di Santa Maria Goretti, il luogo di culto più amato di Albano e della zona». Si tratta di una chiesa molto importante per la diocesi, dove si concentra buona parte della devozione non solo dei residenti, ma anche del turismo religioso laziale.
Il sacerdote nel corso della giornata ha ricevuto anche la visita di alcuni esponenti politici, tra cui il candidato sindaco Matteo Orciuoli, che ha fatto visita ai missionari con il locale coordinatore della Lega Giovanni Cascella: «Non si può parlare di semplice vandalismo quando si attacca una chiesa, l'obiettivo è chiaro e non va minimizzato o generalizzato. Purtroppo, non è il primo episodio di questo tipo che avviene nei Castelli Romani ed ora la nostra comunità ne viene colpita direttamente», ha detto definendo il santuario «un orgoglio che dobbiamo difendere da questi atti di cristianofobia».
Ecco il punto.
Chiamare Cristianofobia questi che comodamente si cerca di derubricare come vandalismi, sarebbe già qualcosa. Per questo anche la politica può e deve fare qualcosa, ad esempio iniziando a pensare all’istituzione di un Osservatorio permanente che denunci e classifichi questi episodi. È il miglior modo per iniziare a guardare in faccia un problema che – ovunque si è presentato – è solo l’anticamera della persecuzione.
Andrea Zambrano e Nico Spuntoni
https://lanuovabq.it/it/rogo-in-chiesa-volevano-distruggere-non-sono-vandali
Crocifisso distrutto, la lettera di scuse e quel che manca per riconoscere il male
Il video è per stomaci forti: in un vociare confuso e sconnesso si sentono bestemmie inframmezzate a brandelli di preghiere e avemarie maccheroniche. L’obiettivo è fisso sulla testa del crocifisso appena fatta saltare con un colpo di mazza. All’alba della domenica, di quel crocifisso non rimarranno che brandelli caduti a terra.
A Lizzano in Belvedere provincia di Bologna, la notizia ha fatto il giro delle case in un men che non si dica, i carabinieri sono intervenuti e il tutto ha fatto notizia sui media locali, ma col silenziatore giusto: “ubriachi”, “vandali”, “ragazzi disagiati”.
ll branco – dice il Resto del Carlino – è composto da almeno sei vandali: i carabinieri sanno chi sono, ma mentre tre – un minorenne, un diciottenne e un diciannovenne – sono già stati denunciati per danneggiamenti, per gli altri, tra cui altri minori, manca l’identificazione formale. Sono tutti turisti emiliani, anche di Bologna; nessuno ha precedenti.
Uno di loro ha anche scritto una lettera al parroco, don Giacomo Stagni. E il Timone ne è venuto in possesso.
Eccola:
«Ciao Don Giacomo, sono XXX. Scusami ti avevo cercato per scusarmi del mio gesto ignobile e vergognoso.
Non trovo le parole per esprimere l’umiliazione che provo, voglio dirti che non è un gesto di odio né di violenza, men che meno verso il Signore piuttosto una grandissima stupidata quella di aver bevuto con un gruppo di amici che non vedevo da tempo e perdendo il controllo della ragione ho accettato una stupida sfida di XXX.
La mia famiglia mi ha insegnato ben altri valori (il guadagnarsi da vivere onestamente, la sensibilità verso chi soffre, il conforto e l’aiuto verso l’anziano solo, l’attenzione verso un animale indifeso…).
Non ci sono parole sufficienti per scusarmi del mio gesto, non voglio sia coinvolta la mia famiglia, mi farò carico personalmente delle spese. Ti chiedo di farmi sapere il costo e come farti avere il tutto, oppure come recuperare la statua e portarla a far sistemare tutto a mie spese. Ti chiedo di porgere le scuse a nome mio a tutti i cittadini. Ti ringrazio per avermi letto.
Un abbraccio, XXX.
«Me l’ha mandata nel pomeriggio di domenica – spiega al Timone don Stagni -. È un ragazzo che sta facendo anche il servizio civile, ha una sensibilità. Vorrei però che non si criminalizzasse questi giovani: la nostra Montagna purtroppo non offre niente ai nostri giovani e noi adulti stessi non offriamo più niente, se non girare per i bar e drogarsi».
L’autocritica del sacerdote sembra più rivolta al mondo degli adulti che a mostrare ai ragazzi la radice del loro errore: «In questi anni, man mano che c’era un’edicola votiva che veniva spogliata non abbiamo protestato. Vede, a Fernè sono morti i vecchietti che abitavano vicino al tempietto e immediatamente sono state portate via le immagini religiose. Purtroppo, quello che è accaduto è frutto di quello che abbiamo insegnato a questi ragazzi. Le bestemmie non sono neanche più sanzionate».
Sicuramente con quel gesto, il ragazzo ha mostrato di avere una coscienza che si è ottenebrata solo nel momento della sbronza sacrilega, ma al mattino si è come riavuta. È una buona base su cui costruire. Ma della sua lettera colpisce il pentimento tutto orizzontale: bene chiedere scusa al parroco, ma perché non allargare lo sguardo e chiedere scusa anche al vero titolare di quel crocifisso? Il senso delle riparazioni non è meramente quello di ripagare materialmente il danno subito, e il ragazzo questo concetto lo ha capito bene. Ma è anche quello di ripagare il danno in termini spirituali a quel Signore che è stato pesantemente bestemmiato in una notte di piena estate.
Il ragazzo ha compiuto il primo passo per un pentimento che però, per portare davvero frutto, dovrebbe contemplare anche un atto pubblico di riparazione. Anzitutto chiamando le cose col loro nome: nascondersi dietro la “bravata”, la scusa del branco ubriaco, la giustificazione del vandalismo della porta accanto e della povertà di risorse che offre ai giovani l’Appennino, è un modo per non vedere le cose in faccia e continuare a ingannare quei ragazzi: i quali non hanno solo vandalizzato una statua, ma hanno profanato il sacro.
Non basta sentirsi in pace con la coscienza perché si ha attenzione verso un animale indifeso: bisogna chiamare il male, male. E qui il male è che il Cristianesimo è sempre più pesantemente preso di mira, ma tutto si nasconde e si anestetizza dietro la “bravata”. Qualcuno aiuti quei ragazzi a vederlo senza dare la colpa alla società. Questo lo fanno anche i sociologi atei.
di Andrea Zambrano
http://www.iltimone.org/news-timone/crocifisso-distrutto-la-lettera-scuse-quel-manca-riconoscere-male/
Italiani gente di poca fede
Ha un titolo evangelico e statisticamente molto attuale, l’ultimo libro del sociologo Franco Garelli, intitolato, appunto, Gente di poca fede. Il sentimento religioso nell’Italia incerta di Dio (Il Mulino 2020, pp. 264). Un titolo che a ben vedere contiene un paradosso – come può esservi «sentimento religioso» laddove c’è incertezza «di Dio»? -, che tuttavia torna utile per descrivere la condizione religiosa del nostro Paese.
Assistiamo infatti da un lato alla forte crescita di quanti pensano che Dio non esista (il 30%: 25 anni fa erano il 10%) e che credere sia da ingenui e illusi (23%, contro il 5% di un tempo) e, dall’altro, declinano pure i praticanti (oggi fermi al 22%); ciò nonostante – ecco il paradosso – il «sentimento religioso» permane e forse persino cresce.
Lo prova il fatto che il 67% degli italiani siano favorevoli all’esibizione del crocifisso nei luoghi pubblici e che i «cattolici culturali» – ossia coloro che aderiscono al «cattolicesimo come deposito di tradizione e valori» – siano negli ultimi anni cresciuti dal 27 al 43%; allo stesso modo, si è registrato un incremento di chi crede che vi sia una potenza maligna in «campo» contro l’umanità: un quarto di secolo fa quelli con queste convinzioni erano il 15%, oggi sono il 40%.
Quest’interessante indagine nazionale di Garelli, finanziata dalla Conferenza episcopale italiana, traccia insomma un quadro che vede il sentimento religioso «in grande movimento», ad evidenziare che scristianizzazione non fa per forza rima con laicizzazione. Da questo punto di vista, pur senza negare il declino anche italiano del cattolicesimo – che viene anzi confermato -, si approda alla conclusione che tuttavia occorre andarci piano, quando si parla di secolarizzazione.
Perché se anche la religione organizzata perde terreno e i valori religiosi sembrano scomparire dai radar della discussione pubblica, ecco, questo non significa necessariamente che stia avanzano l’ateismo. A tal proposito, anche la ricordata crescita di quanti pensano che Dio non esista – che oggi si aggirano, come detto, sul 30% – andrebbe presa con le pinze dato che non è da escludere che chi, da un lato, si riconosce in questa posizione, dall’altro poi possa considerare l’esistenza comunque di «forze soprannaturali», angeli, fantasmi o spiriti. Ciò non toglie, per tornare a leggere questi dati da un’angolazione cattolica, che di fatto la fede cristiana sia in arretramento.
Da dove dovrebbe ripartire, allora, l’evangelizzazione? Pur essendo quello di Garelli un testo sociologico e non ecclesiale, un’indicazione emerge dal fatto, osservato appunto nell’indagine, secondo cui ancora oggi maggioranza degli italiani dichiara di avvertire la presenza e la protezione di Dio nella propria vita, con circa la metà di essi che – nonostante tutto – ancora tende a «leggere» in chiave religiosa alcune vicende dell’esistenza. Significa che, per quanto affievolito, confuso e segnato da un certo anticlericalismo (a questo riguardo si segnala la crescita dei contrari all’8×1000, oggi pari al 46%), davvero il sentimento religioso resta «in grande movimento». Ne consegue come per evangelizzare occorra intercettarlo, stanarlo e incanalarlo, questo sentimento.
D’accordo, ma come? Bella domanda. La grande sfida odierna, dopotutto, sta proprio nella risposta che si dà a tale domanda. Quel che è certo – e che altre indagini sociologiche internazionali confermano – è che all’uomo di oggi il «prodotto religioso» interessa ancora, eccome se interessa. Bisogna fare attenzione quindi quando, a livello pastorale e di comunicazione, si preferisce camuffare un certo tipo di messaggio dottrinale, teologico o morale allo scopo di apparire più in sintonia con il mondo – o meno lontano da esso: perché forse è proprio quel messaggio dottrinale, teologico o morale, apparentemente superato e fuori
di Giuliano Guzzo
http://www.iltimone.org/news-timone/italiani-gente-poca-fede/
Hanno cosparso di benzina il portone del santuario di San Gaspare ad Albano e poi appiccato il fuoco. Il padre custode alla Bussola: «Satanisti? Chi lo ha fatto ha voluto attaccare la Chiesa perché questo è un santuario molto amato». Dalla cappella di porto San Paolo ai "bravi" di Lizzano, l'estate folle dei sacrilegi. Non si può più derubricare questi episodi a vandalismo: sono attentati e la Cristofobia è il motore scatenante. La persecuzione inizia lasciando impuniti questi casi. Ecco perché è urgente un Osservatorio sulla libertà religiosa.
C'è un'emergenza cristianofobia in Italia? Gli ultimi episodi dell'estate sembrano rispondere affermativamente a questa domanda. Dopo la cappella estiva di Porto San Paolo devastata ed il Crocifisso distrutto a colpi di mazza da baseball tra bestemmie e risate a Lizzano in Belvedere, un'altra inquietante notizia arriva da Albano Laziale, comune dei Castelli Romani a 24 km dalla Città Eterna. La furia sacrilega di mani, per ora, anonime ha fatto una vittima illustre: il Santuario di San Gaspare del Bufalo, meta frequentatissima di pellegrinaggio mondiale.
La chiesa, infatti, che sormonta il centro storico della cittadina dell'hinterland romano, ospita le reliquie del fondatore della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue. Quello di ieri è stato un risveglio amaro per don Mario Proietti, rettore del Santuario, che ha documentato sul suo profilo Facebook quanto accaduto probabilmente nella notte tra giovedì 19 e venerdì 20 agosto. "Questa mattina non c'è la Messa - ha scritto il missionario - purtroppo hanno dato fuoco al portone della chiesa".
Dunque, stando a quanto riferito dal religioso, l'incendio si dovrebbe ad un atto doloso. Un gesto in odium fidei come ormai siamo abituati a registrare frequentemente in Paesi un tempo cattolicissimi come la Francia e l'Italia stessa. Le immagini delle fiamme che hanno avvolto il portone del Santuario, ritratte in un video pubblicato su Facebook da don Proietti, sono un pugno allo stomaco per i tantissimi fedeli che considerano familiare questo luogo di preghiera e di silenzio retto dai Missionari del Preziosissimo Sangue. Il santo canonizzato da Pio XII nel 1954 fu grande promotore della devozione al Preziosissimo Sangue di Cristo e sono migliaia i fedeli che ogni anno chiedono la sua intercessione per ricevere grazie per sé e per i propri cari, pregando al cospetto delle sue reliquie. Questo aspetto rende ancora più doloroso l'attacco subito, peraltro in tempi difficili, dalla chiesa di piazza San Paolo.
Il rogo poteva avere conseguente ben più gravi se non fosse stato per due coincidenze provvidenziali: «Il bussolotto interno rimane sempre aperto – ha spiegato alla Bussola don Proietti -. Se fosse stato chiuso il fumo si sarebbe condensato all’interno e si sarebbe sfogato sopra dove abbiamo la cantoria e l’organo antico».
La seconda coincidenza è legata a Notturno che don Mario recita con aggiunta di Rosario e Santa Messa tutte le notti alle 2.30. «E’ una particolare devozione che facciamo per i devoti di San Gaspare e che viene trasmessa in streaming sulla pagina di Pensiero cattolico. L’altra notte sono sceso alle 2 come di consueto e ho trovato il portone in fiamme, così ho dovuto cancellare la Messa».
Di fronte a episodi di questo tipo la prima domanda che sorge è: vandalismo o vero e proprio attacco alla Chiesa?
«No, non è assolutamente vandalismo – prosegue il missionario - il problema ci preoccupa perché, come abbiamo detto ai carabinieri stamattina, noi non abbiamo mai avuto un problema di questo genere. Non può essere una bravata perché chi l’ha fatto l’ha fatto con l’intento di dare fuoco e fare danni a cominciare dalla benzina sparsa. È stato un fatto intenzionale e doloso, ma sono fiducioso perché i carabinieri, che ringrazio, hanno capito immediatamente la gravità dell’episodio, inviando il Maggiore in persona a coordinare le indagini».
Un attentato, dunque.
Chiediamo se è probabile che si sia trattato di una setta satanica. «Tutto è probabile, in passato ci sono stati episodi in zona, ma non saprei dire che il rogo al portone possa configurarsi come una sorta di rituale satanico. Di sicuro questo è un attacco alla Chiesa e alla fede perché questo è assieme al Santuario di Santa Maria Goretti, il luogo di culto più amato di Albano e della zona». Si tratta di una chiesa molto importante per la diocesi, dove si concentra buona parte della devozione non solo dei residenti, ma anche del turismo religioso laziale.
Il sacerdote nel corso della giornata ha ricevuto anche la visita di alcuni esponenti politici, tra cui il candidato sindaco Matteo Orciuoli, che ha fatto visita ai missionari con il locale coordinatore della Lega Giovanni Cascella: «Non si può parlare di semplice vandalismo quando si attacca una chiesa, l'obiettivo è chiaro e non va minimizzato o generalizzato. Purtroppo, non è il primo episodio di questo tipo che avviene nei Castelli Romani ed ora la nostra comunità ne viene colpita direttamente», ha detto definendo il santuario «un orgoglio che dobbiamo difendere da questi atti di cristianofobia».
Ecco il punto.
Chiamare Cristianofobia questi che comodamente si cerca di derubricare come vandalismi, sarebbe già qualcosa. Per questo anche la politica può e deve fare qualcosa, ad esempio iniziando a pensare all’istituzione di un Osservatorio permanente che denunci e classifichi questi episodi. È il miglior modo per iniziare a guardare in faccia un problema che – ovunque si è presentato – è solo l’anticamera della persecuzione.
Andrea Zambrano e Nico Spuntoni
https://lanuovabq.it/it/rogo-in-chiesa-volevano-distruggere-non-sono-vandali
Crocifisso distrutto, la lettera di scuse e quel che manca per riconoscere il male
Il video è per stomaci forti: in un vociare confuso e sconnesso si sentono bestemmie inframmezzate a brandelli di preghiere e avemarie maccheroniche. L’obiettivo è fisso sulla testa del crocifisso appena fatta saltare con un colpo di mazza. All’alba della domenica, di quel crocifisso non rimarranno che brandelli caduti a terra.
A Lizzano in Belvedere provincia di Bologna, la notizia ha fatto il giro delle case in un men che non si dica, i carabinieri sono intervenuti e il tutto ha fatto notizia sui media locali, ma col silenziatore giusto: “ubriachi”, “vandali”, “ragazzi disagiati”.
ll branco – dice il Resto del Carlino – è composto da almeno sei vandali: i carabinieri sanno chi sono, ma mentre tre – un minorenne, un diciottenne e un diciannovenne – sono già stati denunciati per danneggiamenti, per gli altri, tra cui altri minori, manca l’identificazione formale. Sono tutti turisti emiliani, anche di Bologna; nessuno ha precedenti.
Uno di loro ha anche scritto una lettera al parroco, don Giacomo Stagni. E il Timone ne è venuto in possesso.
Eccola:
«Ciao Don Giacomo, sono XXX. Scusami ti avevo cercato per scusarmi del mio gesto ignobile e vergognoso.
Non trovo le parole per esprimere l’umiliazione che provo, voglio dirti che non è un gesto di odio né di violenza, men che meno verso il Signore piuttosto una grandissima stupidata quella di aver bevuto con un gruppo di amici che non vedevo da tempo e perdendo il controllo della ragione ho accettato una stupida sfida di XXX.
La mia famiglia mi ha insegnato ben altri valori (il guadagnarsi da vivere onestamente, la sensibilità verso chi soffre, il conforto e l’aiuto verso l’anziano solo, l’attenzione verso un animale indifeso…).
Non ci sono parole sufficienti per scusarmi del mio gesto, non voglio sia coinvolta la mia famiglia, mi farò carico personalmente delle spese. Ti chiedo di farmi sapere il costo e come farti avere il tutto, oppure come recuperare la statua e portarla a far sistemare tutto a mie spese. Ti chiedo di porgere le scuse a nome mio a tutti i cittadini. Ti ringrazio per avermi letto.
Un abbraccio, XXX.
«Me l’ha mandata nel pomeriggio di domenica – spiega al Timone don Stagni -. È un ragazzo che sta facendo anche il servizio civile, ha una sensibilità. Vorrei però che non si criminalizzasse questi giovani: la nostra Montagna purtroppo non offre niente ai nostri giovani e noi adulti stessi non offriamo più niente, se non girare per i bar e drogarsi».
L’autocritica del sacerdote sembra più rivolta al mondo degli adulti che a mostrare ai ragazzi la radice del loro errore: «In questi anni, man mano che c’era un’edicola votiva che veniva spogliata non abbiamo protestato. Vede, a Fernè sono morti i vecchietti che abitavano vicino al tempietto e immediatamente sono state portate via le immagini religiose. Purtroppo, quello che è accaduto è frutto di quello che abbiamo insegnato a questi ragazzi. Le bestemmie non sono neanche più sanzionate».
Sicuramente con quel gesto, il ragazzo ha mostrato di avere una coscienza che si è ottenebrata solo nel momento della sbronza sacrilega, ma al mattino si è come riavuta. È una buona base su cui costruire. Ma della sua lettera colpisce il pentimento tutto orizzontale: bene chiedere scusa al parroco, ma perché non allargare lo sguardo e chiedere scusa anche al vero titolare di quel crocifisso? Il senso delle riparazioni non è meramente quello di ripagare materialmente il danno subito, e il ragazzo questo concetto lo ha capito bene. Ma è anche quello di ripagare il danno in termini spirituali a quel Signore che è stato pesantemente bestemmiato in una notte di piena estate.
Il ragazzo ha compiuto il primo passo per un pentimento che però, per portare davvero frutto, dovrebbe contemplare anche un atto pubblico di riparazione. Anzitutto chiamando le cose col loro nome: nascondersi dietro la “bravata”, la scusa del branco ubriaco, la giustificazione del vandalismo della porta accanto e della povertà di risorse che offre ai giovani l’Appennino, è un modo per non vedere le cose in faccia e continuare a ingannare quei ragazzi: i quali non hanno solo vandalizzato una statua, ma hanno profanato il sacro.
Non basta sentirsi in pace con la coscienza perché si ha attenzione verso un animale indifeso: bisogna chiamare il male, male. E qui il male è che il Cristianesimo è sempre più pesantemente preso di mira, ma tutto si nasconde e si anestetizza dietro la “bravata”. Qualcuno aiuti quei ragazzi a vederlo senza dare la colpa alla società. Questo lo fanno anche i sociologi atei.
di Andrea Zambrano
http://www.iltimone.org/news-timone/crocifisso-distrutto-la-lettera-scuse-quel-manca-riconoscere-male/
Italiani gente di poca fede
Ha un titolo evangelico e statisticamente molto attuale, l’ultimo libro del sociologo Franco Garelli, intitolato, appunto, Gente di poca fede. Il sentimento religioso nell’Italia incerta di Dio (Il Mulino 2020, pp. 264). Un titolo che a ben vedere contiene un paradosso – come può esservi «sentimento religioso» laddove c’è incertezza «di Dio»? -, che tuttavia torna utile per descrivere la condizione religiosa del nostro Paese.
Assistiamo infatti da un lato alla forte crescita di quanti pensano che Dio non esista (il 30%: 25 anni fa erano il 10%) e che credere sia da ingenui e illusi (23%, contro il 5% di un tempo) e, dall’altro, declinano pure i praticanti (oggi fermi al 22%); ciò nonostante – ecco il paradosso – il «sentimento religioso» permane e forse persino cresce.
Lo prova il fatto che il 67% degli italiani siano favorevoli all’esibizione del crocifisso nei luoghi pubblici e che i «cattolici culturali» – ossia coloro che aderiscono al «cattolicesimo come deposito di tradizione e valori» – siano negli ultimi anni cresciuti dal 27 al 43%; allo stesso modo, si è registrato un incremento di chi crede che vi sia una potenza maligna in «campo» contro l’umanità: un quarto di secolo fa quelli con queste convinzioni erano il 15%, oggi sono il 40%.
Quest’interessante indagine nazionale di Garelli, finanziata dalla Conferenza episcopale italiana, traccia insomma un quadro che vede il sentimento religioso «in grande movimento», ad evidenziare che scristianizzazione non fa per forza rima con laicizzazione. Da questo punto di vista, pur senza negare il declino anche italiano del cattolicesimo – che viene anzi confermato -, si approda alla conclusione che tuttavia occorre andarci piano, quando si parla di secolarizzazione.
Perché se anche la religione organizzata perde terreno e i valori religiosi sembrano scomparire dai radar della discussione pubblica, ecco, questo non significa necessariamente che stia avanzano l’ateismo. A tal proposito, anche la ricordata crescita di quanti pensano che Dio non esista – che oggi si aggirano, come detto, sul 30% – andrebbe presa con le pinze dato che non è da escludere che chi, da un lato, si riconosce in questa posizione, dall’altro poi possa considerare l’esistenza comunque di «forze soprannaturali», angeli, fantasmi o spiriti. Ciò non toglie, per tornare a leggere questi dati da un’angolazione cattolica, che di fatto la fede cristiana sia in arretramento.
Da dove dovrebbe ripartire, allora, l’evangelizzazione? Pur essendo quello di Garelli un testo sociologico e non ecclesiale, un’indicazione emerge dal fatto, osservato appunto nell’indagine, secondo cui ancora oggi maggioranza degli italiani dichiara di avvertire la presenza e la protezione di Dio nella propria vita, con circa la metà di essi che – nonostante tutto – ancora tende a «leggere» in chiave religiosa alcune vicende dell’esistenza. Significa che, per quanto affievolito, confuso e segnato da un certo anticlericalismo (a questo riguardo si segnala la crescita dei contrari all’8×1000, oggi pari al 46%), davvero il sentimento religioso resta «in grande movimento». Ne consegue come per evangelizzare occorra intercettarlo, stanarlo e incanalarlo, questo sentimento.
D’accordo, ma come? Bella domanda. La grande sfida odierna, dopotutto, sta proprio nella risposta che si dà a tale domanda. Quel che è certo – e che altre indagini sociologiche internazionali confermano – è che all’uomo di oggi il «prodotto religioso» interessa ancora, eccome se interessa. Bisogna fare attenzione quindi quando, a livello pastorale e di comunicazione, si preferisce camuffare un certo tipo di messaggio dottrinale, teologico o morale allo scopo di apparire più in sintonia con il mondo – o meno lontano da esso: perché forse è proprio quel messaggio dottrinale, teologico o morale, apparentemente superato e fuori
di Giuliano Guzzo
http://www.iltimone.org/news-timone/italiani-gente-poca-fede/
venerdì 21 agosto 2020
Chi l’ha visto?
Gesù Cristo: il Grande assente nella Chiesa di oggi
Gianfranco Amato
Si fa sempre più strada, in maniera strisciante, l’idea che possa esistere un cristianesimo senza Cristo. Del resto, piace al Potere una religione che si occupi dei poveri, dell’ambiente e che eclissi la figura ingombrante di questo Cristo unica Verità. Leggere Giussani e Amerio a tal proposito.
Saldi estivi
MARIO DRAGHI DA CL? BRUTTO SEGNO, DICE PEZZO GROSSO…
21 Agosto 2020 Pubblicato da Marco Tosatti 9 Commenti
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Pezzo Grosso ha visto che Mario Draghi è intervenuto ospite del Meeting di Rimini, l’evento di metà agosto organizzato da Comunione e Liberazione. Un appuntamento che anche se ha perso lo smalto dei decenni passati, nel torpore agostano riesce sempre a risvegliare un qualche interesse nelle redazioni. Ecco il suo commento a questa apparizione, che, ahimè, potrebbe essere un campanello non esattamente positivo per le italiche plebi….
Etiam multis
#DavveroTV e #Byoblu24 #Maurizio_Blondet
ERADICARE L'INFESTANTE UMANO – MAURIZIO BLONDET
#Byoblu intervista uno degli ultimi pensatori critici del nostro tempo, un intellettuale che paga con l'isolamento il coraggio di pensare altrimenti. In una lunga intervista diretta, graffiante e tagliente, come è nel suo stile, il giornalista Maurizio Blondet inizia col botto: per qualcuno “siamo tanti, siamo troppi, inquiniamo e rappresentiamo un costo: c’è un disegno globale che mira a ridurre la popolazione”.
Sul tema del vaccino spiega che non si tratta solo di soldi: “Quelli i vari #Bill_Gates e amici ce li hanno già e se gliene servono altri se li fanno stampare. È una questione di potere, con il #vaccino rischiamo di farci controllare per sempre mentre sulla sua reale efficacia beh…sappiamo tutti quanto può invece essere dannoso, lo stanno dimostrando parecchi studi”.
giovedì 20 agosto 2020
Benvenuti al NW-Bill
GATES TO HEAVEN OR TO HELL – PORTE DEL PARADISO O DELL’INFERNO? (2)
Il mondo di Bill Gates: la rivoluzione verde, il controllo a distanza delle nascite, i preservativi intelligenti, il latte materno ad alta tecnologia, l’acqua potabile dalle feci e molto altro ancora.
Di Maria Heibel (nogeoingegneria.com)
Di Maria Heibel (nogeoingegneria.com)
Quando le più influenti multinazionali, i maggiori investitori istituzionali al mondo, tra i quali BlackRock e Goldman Sachs, le Nazioni Unite, la Banca Mondiale, la Banca d’Inghilterra e altre banche centrali della BRI si schierano per promuovere una cosiddetta Agenda Verde, è tempo di guardare dietro le quinte.
Frederick William Engdahl
Frederick William Engdahl
Al capolinea
FAMIGLIA: INGEGNERIA SOCIALE O BOMBARDAMENTO?
di
Roberto Pecchioli
Gli anziani ricorderanno un delizioso Carosello degli anni 60 e 70, la pubblicità della TV in bianco e nero. Un poliziotto risolveva un caso criminale nel breve tempo dello spot e il suo aiutante lo complimentava così: Ispettore, lei non sbaglia mai. Il funzionario allora si toglieva il cappello mostrando la calvizie e sospirava: anch’io ho commesso un errore, non ho mai usato la brillantina Linetti! Anche chi scrive ha commesso un errore: incontrando un ex collega, ha chiesto notizie della moglie. Seccato, costui ha risposto di essersi separato. Una brutta figura. La famiglia, come tutto, è diventata “liquida”, provvisoria. Lo stesso conoscente si dispiaceva che la figlia non pensi al matrimonio, ma sia già alla seconda convivenza. La famiglia è stata oggetto, nell’ultimo mezzo secolo, di un vero e proprio bombardamento. Ingegneria sociale, sì, ma distruttiva. Le termiti hanno lavorato perfettamente e l’agonia dell’istituto familiare – matrimonio, maternità e paternità, comunità di generazioni diverse unite dal sangue – è la prova più grande della fase terminale di una civilizzazione al capolinea.
Azzolinomio
Com’è consuetudine nostrana, nell’imminenza del Ferragosto i numi governativi non hanno mancato, nemmeno in questo VentiVenti bisesto e distopico, di manifestare ai sudditi i sensi della loro premura.
Il provvidente Ministero dell’Istruzione, in persona di un signore che si firma Bruschi Marco e fa le veci della sua effervescente superiora dalle rosse labbra (o, a scelta, dalle vermiglie rime buccali), ha diramato una nota all’indirizzo del «gentile dirigente» collettivo, quella specchiata figura istituzionale che – testuale – «fa la differenza», perché riveste il fondamentale «ruolo di riferimento della comunità educante». Un po’ come un capo scout.
mercoledì 19 agosto 2020
La 13a chiave di trump
Abbandonati
Il silenzio dei fedeli
L’altro giorno, durante la Santa Messa domenicale in un’importante parrocchia di Milano, il celebrante ha rivelato un dato agghiacciante: dopo la riapertura, nella diocesi ambrosiana, appena il 30% dei fedeli è tornato a frequentare le chiese, “le famiglie e i ragazzi sono totalmente scomparsi”. La situazione non è molto migliore nel resto d’Italia.
Talis Pater
Un padre, un figlio, la stessa vocazione
Cari amici di Duc in altum, vi propongo il mio più recente contributo per la rubrica La trave e la pagliuzza di Radio Roma Libera.
Non
***
Un padre, un figlio, la stessa vocazione: il sacerdozio. È davvero speciale la storia di don Andrew Infanger e don Peter Infanger. Andrew infatti è il figlio biologico di Peter.
Com’è nata questa storia?
martedì 18 agosto 2020
In Veritate
DIO E' LA VERITA' SUPREMA
Alla guerra
Aldo Maria VallMonsignor Viganò / Lettera alle mamme: “Salviamo i nostri bambini dalla dittatura sanitaria. Salviamo l’Italia dalla tirannia globalista”
Cari amici di Duc in altum, un gruppo di mamme ha organizzato per il 5 settembre prossimo a Roma un incontro, a cui si stanno unendo le più svariate componenti, “contro la dittatura sanitaria, finanziaria e giudiziaria”. L’appuntamento è per le ore 10 in piazza del Popolo. Le mamme hanno chiesto a monsignor Carlo Maria Viganò un intervento e l’arcivescovo lo ha scritto volentieri. Ecco dunque la sua Lettera alle mamme.
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lunedì 17 agosto 2020
Una "Chiesa solo dell'oggi" non esiste
Viganò respinge citazione rimescolata di Ratzinger sul Vaticano II
L'arcivescovo Viganò ha criticato una vecchia citazione di Ratzinger rimescolata di recente dal vescovo ausiliario di Los Angeles Robert Barron.
Eccola: "Difendere la vera tradizione della Chiesa oggi significa difendere il Concilio. Dobbiamo rimanere fedeli alla Chiesa di oggi, non di ieri oggi domani. La Chiesa di oggi si trova nei documenti del Vaticano II" (The Ratzinger Report, 1985).
La cultura del relativismo
SI PUO' VIVERE SENZA VERITA'?
Perché non si può vivere in un mondo "senza verità"? La filosofia è importante per la nostra società: perchè la perdita "dell'orizzonte di speranza" è legata alla perdita "dell’orizzonte metafisico" da parte dei filosofi
di Francesco Lamendola
Perché non si può vivere in un mondo "senza verità"? La filosofia è importante per la nostra società: perchè la perdita "dell'orizzonte di speranza" è legata alla perdita "dell’orizzonte metafisico" da parte dei filosofi
di Francesco Lamendola
Abbiamo più volte affermato che la vita, scomparsa la fede nella verità, risulta miseramente amputata e ridotta ad un moncone insensibile, a un’esistenza non più degna di essere chiamata “vita”. Ma perché la verità è così importante? Perché è un elemento fondamentale, senza il quale tutto il resto si spegne e diventa vuoto e indifferente?
La “prossimità religiosa dell’umano”
La religione inutile de “Il Mulino”.
Il numero 509 della rivista “Il Mulino” ora in distribuzione è tutto dedicato a “E adesso? L’Italia del post-emergenza”. Come è noto la rivista bolognese è espressione del progressismo in genere e cattolico in particolare ed ha alle spalle la “potenza” delle Edizioni del Mulino: più o meno tutta l’intellighenzia che conta passa da lì. Marcello Neri, teologo e docente all’Istituto di Scienze Religiose G. Toniolo di Modena, scrive un articolo dal titolo interessante: “La religione inutile” (pp. 489-496). Vediamo perché “inutile” secondo lui (e secondo noi).
Il trionfo dell’ipocrisia
In moschea senza distanze e mascherine. Per la Protezione Civile è ok
Milano 14 agosto, il tendone-moschea di Lampugnano è gremito per la preghiera del venerdì: nessun distanziamento, nessuna mascherina, nessuna regola anti-Covid rispettata. E il tutto alla presenza del personale della Protezione Civile che, per conto del Comune, garantisce il funzionamento di un generatore per fornire l'energia elettrica. Con foto e video possiamo documentare come lo Stato garantisce alle comunità islamiche di trasgredire le stesse norme che a tutti gli italiani vengono imposte in modo ferreo. E soprattutto alla Chiesa cattolica, che lo stesso 14 agosto ha avuto dal governo la concessione (udite, udite) di far sedere i familiari vicini in chiesa. Una vera e propria farsa, cui si sta prestando la CEI, e di cui il sindaco di Milano Giuseppe Sala è grande protagonista
L'ingresso al tendone moschea di Lampugnano, Milano, 14 agosto
Milano 14 agosto, il tendone-moschea di Lampugnano è gremito per la preghiera del venerdì: nessun distanziamento, nessuna mascherina, nessuna regola anti-Covid rispettata. E il tutto alla presenza del personale della Protezione Civile che, per conto del Comune, garantisce il funzionamento di un generatore per fornire l'energia elettrica. Con foto e video possiamo documentare come lo Stato garantisce alle comunità islamiche di trasgredire le stesse norme che a tutti gli italiani vengono imposte in modo ferreo. E soprattutto alla Chiesa cattolica, che lo stesso 14 agosto ha avuto dal governo la concessione (udite, udite) di far sedere i familiari vicini in chiesa. Una vera e propria farsa, cui si sta prestando la CEI, e di cui il sindaco di Milano Giuseppe Sala è grande protagonista
domenica 16 agosto 2020
“Non c’è alternativa”?
Ultima chiamata per Trump: la battaglia finale si avvicina.
Regina dell'Amore - Web TV
Regina dell'Amore - Web TV
I medici stabiliscono un piano per “punire” le persone che rifiutano il vaccino contro il coronavirus: “Non c’è alternativa”.
La chimera che ha cambiato il mondo
VITA IN UN MONDO SENZA VERITA'
La vita non ha più senso in un mondo senza verità. Tra presunte pandemie un governo solo formalmente democratico e un papa "Maestro del dubbio": l’Italia Paese pilota dei poteri forti per un esperimento di terrorismo planetario
di Francesco Lamendola
La vita non ha più senso in un mondo senza verità. Tra presunte pandemie un governo solo formalmente democratico e un papa "Maestro del dubbio": l’Italia Paese pilota dei poteri forti per un esperimento di terrorismo planetario
di Francesco Lamendola
Più di qualcuno ha detto, con riferimento alla clausura imposta alla popolazione italiana col pretesto dell’emergenza sanitaria, che la vita, spogliata di tutte le relazioni sociali e ridotta a pura sopravvivenza fisica, non è più degna d’essere vissuta.
Almeno le briciole della Salvezza
La nuova “prospettiva universale” del cristianesimo
Domenica XX del Tempo Ordinario (Anno A)
(Is 56,1.6-7; Sal 66; Rm 11,13-15.29-32; Mt 15,21-28)
Ciò che Gesù Cristo chiamò violenza
Benson: “La Chiesa Cattolica è e sarà sempre violenta ed intransigente, quando la questione riguardi i diritti di Dio”
Poniamo all’attenzione dei lettori di questo blog un brano preso da “Paradossi del cattolicesimo” di mons. Robert Hugh Benson, autore meglio conosciuto per “Il padrone del mondo”. Benson è stato un presbitero anglicano poi convertito al cattolicesimo ed uno scrittore e saggista. Il passo che vi presentiamo è ripreso dal capitolo IX intitolato “Mitezza e violenza”.
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