Il segreto è capire che la vita ci è data per ritrovare la strada del Paradiso che è Dio. Vite sprecate? Quando si ignora la ragione del proprio esistere, la vita si riduce a una serie di movimenti disordinati e tutti esteriori
di Francesco Lamendola
È importante trovare la strada maestra, perché è quella che ci porta a destinazione, senza fallo; o, quanto meno, è quella che ci pone nella direzione giusta per arrivarci. Vi sono molte persone che, nell’intero arco della loro esistenza, hanno battuto sempre e solo strade traverse, strade secondarie: hanno zigzagato per tutta la vita, sbandando di qua e di là, senza mai porre il piede sulla strada maestra; e hanno scambiato quei viottoli di campagna, incerti, inconcludenti, polverosi d’estate e fangosi e sdrucciolevoli d’inverno, per le sole strade che esistono. Non hanno mai fatto l’esperienza di camminare lungo la strada maestra, di muovere i loro passi sul terreno solido della strada principale, lunga, diritta, sicura, fiancheggiata da due file di alberi imponenti e fronzuti, come fra due quinte di archi trionfali. Non hanno neanche mai visto la strada maestra, e forse non immaginano neppure che esista; oppure ne hanno sentito parlare, qualche volta, ma non credono che esista davvero: pensano che siano solo storie per vecchiette credulone. Conoscono solo le strade secondarie, i sentieri e i viottoli campestri, malagevoli e pieni di buche, che diventano ampie pozzanghere dopo ogni piovasco; non conoscono altro, se non i boschi impenetrabili e le paludi insidiose, popolati gli uni e le altre di animali pericolosi, che costeggiano le strade, e che è meglio evitare.