Francesco predica 17 minuti che un'omelia non dovrebbe durare più di 8 minuti
Sabato, papa Francesco ha fatto una visita in giornata in Sicilia.
Si è guadagnato molti applausi dicendo nella sua omelia che una omelia non dovrebbe durare più di 8 minuti: "Un'omelia di 40 minuti? No." Ma l'omelia dello stesso Francesco è durata 17 minuti.
Francesco ha poi suggerito che l'intera Messa dovrebbe durare sui 40 minuti, sottintendendo che non va bene passare troppo tempo in chiesa.
#newsIbgtxnsfer
Francesco rifiuta di benedire: non vuole offendere i non Cattolici
Sabato, papa Francesco ha fatto una visita in giornata in Sicilia.
Si è guadagnato molti applausi dicendo nella sua omelia che una omelia non dovrebbe durare più di 8 minuti: "Un'omelia di 40 minuti? No." Ma l'omelia dello stesso Francesco è durata 17 minuti.
Francesco ha poi suggerito che l'intera Messa dovrebbe durare sui 40 minuti, sottintendendo che non va bene passare troppo tempo in chiesa.
#newsIbgtxnsfer
Durante la sua visita in giornata in Sicilia, il 15 settembre, papa Francesco ha incontrato anche dei giovani.
Alla fine, si è rifiutato di dare la Benedizione Papale, perché questa avrebbe offeso i "molti Cristiani non Cattolici, quelli di altre religioni e gli agnostici".
Invece di una benedizione, Francesco ha pregato il Signore di benedire i giovani.
Se Francesco crede davvero a questa strana teoria, deve abolire tutta la Fede Cattolica per non offendere tutti i non Cattolici presenti dovunque lui vada.
#newsDotrzludlc
Durante la sua visita in giornata in Sicilia, il 15 settembre, papa Francesco ha incontrato anche dei giovani.
Alla fine, si è rifiutato di dare la Benedizione Papale, perché questa avrebbe offeso i "molti Cristiani non Cattolici, quelli di altre religioni e gli agnostici".
Invece di una benedizione, Francesco ha pregato il Signore di benedire i giovani.
Se Francesco crede davvero a questa strana teoria, deve abolire tutta la Fede Cattolica per non offendere tutti i non Cattolici presenti dovunque lui vada.
#newsDotrzludlc
"Sono cose che mi fanno paura" (Beato Card. Schuster)... e il Cuore Immacolato soffre!
Il Cuore Immacolato di Maria soffre perché i comandi di Dio sono cambiati da leggi che minano la morale e l’etica, leggi che promuovono il peccato, leggi che giustificano alcuni comportamenti anomali che sono contrari ai precetti del Signore insegnati nel Vangelo.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché alcuni dei suoi figli prediletti restano in silenzio davanti al peccato e all’errore, figli prediletti che dovrebbero parlare per difendere la verità e la sana dottrina.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché gli uomini hanno sostituito il vero Dio con falsi dèi, dèi che li trascineranno alla dannazione e alla sofferenza eterna.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché oggi vengono uccisi un gran numero di bambini nel grembo materno: l’aborto legalizzato, astuzia di Satana, porta moltissime anime all'inferno. Il sangue di questi innocenti grida vendetta dal Cielo. Perché siamo così indolenti, così frivoli, così calcolatori? Presto dovremo passare attraverso un'ondata di sofferenza perché le doglie del parto sono iniziate, il mondo tornerà all'ordine originale per cui fu creato.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché vede che moltissimi dei suoi poveri figli che corrono verso il peccato e la perdizione. Tante anime cadono all'inferno, come le foglie cadono dagli alberi in autunno!
Il suo Cuore Immacolato soffre perché pochissime anime rispondono alla sua chiamata, i suoi messaggi non si leggono, non si ascoltano.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché molti uomini sono guidati dalle false filosofie, sono lontani dalla verità del Vangelo, sono lontani dalla Chiesa fondata da Gesù Cristo.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché sempre di più la Chiesa è danneggiata, ferita e tradita.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché la Massoneria agisce in modo astuto e diabolico per condurre tutti all’apostasia.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché si cerca di stabilire una chiesa ecumenica universale, formata dalla fusione di tutte le confessioni cristiane, tra cui la nostra Chiesa Cattolica.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché il peccato è giustificato, è presentato come un valore o un bene.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché si nega la realtà dei miracoli, si dubita della divinità di Gesù e della Sua missione salvifica.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché la massoneria vuole fabbricare un nuovo idolo, cioè un falso cristo, una falsa chiesa.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché la bestia nera vuole portare con sé il maggior numero di anime alla perdizione.
Il suo Cuore Immacolato soffe perché l'apostasia sarà generale, molti dei suoi figli seguiranno il falso cristo e la falsa chiesa.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché molto presto la porta sarà aperta per l’ingresso dell’uomo empio, l'uomo che porterà molti a perdizione.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché Mio Figlio Gesù è abbandonato, dimenticato e spesso profanato nella Sua presenza reale nella Santa Eucaristia.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché alcuni pastori dormono nella tiepidezza e nell'indifferenza, alcuni agiscono come Giuda, perché pensano solo al denaro e ai beni materiali.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché la parola di Dio è tinta di oscurità da interpretazioni razionaliste e ambigue che degradano il Sacro, il Divino.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché satana con ogni sorta di tentazioni ci conduce alla malizia, all’impurità e alla fine al peccato.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché le apparizioni che ancora fa sono ignorate e respinte.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché così pochi si lasciano formare, educare e istruire da Lei.
Maria è la Maestra degli Apostoli degli ultimi tempi e vuole mostrarci la via della croce, percorso stretto e roccioso, ma percorso sicuro di ingresso al Cielo.
Maria, la Maestra degli Apostoli degli ultimi tempi, che ci avvisa del grande pericolo che incombe su di noi, perché Satana e i suoi seguaci sono usciti dalle profondità dell'inferno per sedurci e tentarci, per farci cadere nel peccato, peccato che ci allontana da Dio, peccato che deforma la nostra anima, peccato che ci conduce alla dannazione.
Maria, Maestra degli Apostoli degli ultimi tempi, che ci chiama a consacrarci al suo Cuore Immacolato: tutti ci vuole proteggere, perché siamo suoi figli amati. Nel suo Esercito non subiremo alcuna sconfitta, non ci mancherà niente, perché con Lei avremo tutto.
Maria, Maestra degli Apostoli degli ultimi tempi, ci spiana la strada, perché Gesù verrà presto a stabilire il Suo Regno sulla terra.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché alcuni dei suoi figli prediletti restano in silenzio davanti al peccato e all’errore, figli prediletti che dovrebbero parlare per difendere la verità e la sana dottrina.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché gli uomini hanno sostituito il vero Dio con falsi dèi, dèi che li trascineranno alla dannazione e alla sofferenza eterna.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché oggi vengono uccisi un gran numero di bambini nel grembo materno: l’aborto legalizzato, astuzia di Satana, porta moltissime anime all'inferno. Il sangue di questi innocenti grida vendetta dal Cielo. Perché siamo così indolenti, così frivoli, così calcolatori? Presto dovremo passare attraverso un'ondata di sofferenza perché le doglie del parto sono iniziate, il mondo tornerà all'ordine originale per cui fu creato.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché vede che moltissimi dei suoi poveri figli che corrono verso il peccato e la perdizione. Tante anime cadono all'inferno, come le foglie cadono dagli alberi in autunno!
Il suo Cuore Immacolato soffre perché pochissime anime rispondono alla sua chiamata, i suoi messaggi non si leggono, non si ascoltano.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché molti uomini sono guidati dalle false filosofie, sono lontani dalla verità del Vangelo, sono lontani dalla Chiesa fondata da Gesù Cristo.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché sempre di più la Chiesa è danneggiata, ferita e tradita.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché la Massoneria agisce in modo astuto e diabolico per condurre tutti all’apostasia.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché si cerca di stabilire una chiesa ecumenica universale, formata dalla fusione di tutte le confessioni cristiane, tra cui la nostra Chiesa Cattolica.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché il peccato è giustificato, è presentato come un valore o un bene.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché si nega la realtà dei miracoli, si dubita della divinità di Gesù e della Sua missione salvifica.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché la massoneria vuole fabbricare un nuovo idolo, cioè un falso cristo, una falsa chiesa.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché la bestia nera vuole portare con sé il maggior numero di anime alla perdizione.
Il suo Cuore Immacolato soffe perché l'apostasia sarà generale, molti dei suoi figli seguiranno il falso cristo e la falsa chiesa.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché molto presto la porta sarà aperta per l’ingresso dell’uomo empio, l'uomo che porterà molti a perdizione.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché Mio Figlio Gesù è abbandonato, dimenticato e spesso profanato nella Sua presenza reale nella Santa Eucaristia.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché alcuni pastori dormono nella tiepidezza e nell'indifferenza, alcuni agiscono come Giuda, perché pensano solo al denaro e ai beni materiali.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché la parola di Dio è tinta di oscurità da interpretazioni razionaliste e ambigue che degradano il Sacro, il Divino.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché satana con ogni sorta di tentazioni ci conduce alla malizia, all’impurità e alla fine al peccato.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché le apparizioni che ancora fa sono ignorate e respinte.
Il suo Cuore Immacolato soffre perché così pochi si lasciano formare, educare e istruire da Lei.
Maria è la Maestra degli Apostoli degli ultimi tempi e vuole mostrarci la via della croce, percorso stretto e roccioso, ma percorso sicuro di ingresso al Cielo.
Maria, la Maestra degli Apostoli degli ultimi tempi, che ci avvisa del grande pericolo che incombe su di noi, perché Satana e i suoi seguaci sono usciti dalle profondità dell'inferno per sedurci e tentarci, per farci cadere nel peccato, peccato che ci allontana da Dio, peccato che deforma la nostra anima, peccato che ci conduce alla dannazione.
Maria, Maestra degli Apostoli degli ultimi tempi, che ci chiama a consacrarci al suo Cuore Immacolato: tutti ci vuole proteggere, perché siamo suoi figli amati. Nel suo Esercito non subiremo alcuna sconfitta, non ci mancherà niente, perché con Lei avremo tutto.
Maria, Maestra degli Apostoli degli ultimi tempi, ci spiana la strada, perché Gesù verrà presto a stabilire il Suo Regno sulla terra.
Perdonaci, Madre...
IN ONORE DELL'ADDOLORATA (Festa liturgica 14 Settembre)
La sofferenza di Maria.
« Maria stessa ci invita, con la voce della Liturgia, a considerare il suo dolore: "Voi tutti che passate per la strada guardate e vedete e dite se vi è dolore simile al mio... Dio mi ha posta e come stabilita nella desolazione" ( Lamentazioni 1, 12-13).
Il dolore della Santa Vergine è opera di Dio. Predestinandola ad essere Madre del Figlio suo, l'ha unita in modo indissolubile alla persona, alla vita, ai misteri, alla sofferenza di Gesù, perché fosse cooperatrice fedele nell'opera della redenzione, e tra il Figlio e la Madre doveva esservi comunità perfetta di sofferenze.
Quando una madre vede che il figlio soffre, soffre con lui e sente, per riverbero, ciò che egli prova e Maria ha sentito nel suo cuore tutto ciò che Gesù ha sofferto nel suo corpo per gli stessi fini, con la stessa fede e con lo stesso amore.
"Il Padre e il Figlio, disse Bossuet, dividono per l'eternità la stessa gloria e la Madre e il Figlio dividono nel tempo le stesse sofferenze; il Padre e il Figlio una stessa sorgente di gioia, la Madre e il Figlio uno stesso torrente di amarezza; il Padre e il Figlio lo stesso trono, la Madre e il Figlio la stessa croce. Se si crivella di colpi il corpo di Gesù, Maria ne sente tutte le ferite, se si trafigge la sua testa con le spine, Maria è straziata da tutti quegli aculei, se gli presentano il fiele e aceto, Maria ne beve tutta l'amarezza, se si stende il corpo sulla croce, Maria ne soffre tutto il tormento" (Discorso per la Compassione, Opere oratorie, II, p. 472).
(…)
Perché Maria soffre.
Parrebbe che Maria, concepita senza peccato, ignara di ogni male, non avrebbe dovuto soffrire. Se Dio, che tanto ama il Figlio, gli diede la sofferenza in eredità, bisogna che la sofferenza sia un bene notevole, ma siccome, dopo il Figlio ama la Santissima Vergine più che tutte le altre creature, anche a lei l'ha offerta come il più ricco dei doni.
Del resto unita come era al Figlio, era opportuno e in certo modo necessario che Maria provasse la sofferenza e la morte, perché noi imparassimo da lei, come dal Figlio, ad accettare la sofferenza, che Dio permette per il nostro maggior bene.
Maria si offrì liberamente, unì volontariamente il suo sacrificio e la sua obbedienza al sacrificio e all'obbedienza del Figlio Gesù, per portare con lui tutto il peso della espiazione richiesta dalla giustizia divina e non ha sentito i dolori del Figlio solo per simpatia, ma è entrata nella Passione realmente con tutto il suo essere, con il cuore, con l'anima, con l'amore più vivo, con la più serena tranquillità, ha sofferto nel cuore quanto Gesù ha sofferto nella carne e vi sono teologi che affermano che abbia sentito anche nel corpo le stesse sofferenze provate da Gesù nel suo e, dato che alcuni santi hanno avuto l'onore di tale privilegio, ci è permesso pensare che anche Maria lo abbia avuto.
(…)
La solennità di oggi, che ci presenta Maria al Calvario, ci ricorda, insieme con il dolore supremo, tutti gli altri noti ed ignoti, che riempirono la vita della Santa Vergine. La Chiesa si è fermata a considerarne sette solo, perché questo numero esprime sempre l'idea della totalità e dell'universalità (…): la profezia del vecchio Simeone, la fuga in Egitto, la perdita di Gesù a Gerusalemme, il trasporto della croce, la crocifissione, la deposizione dalla croce e la sepoltura del divin Figlio, dolori che fecero veramente di lei la Regina dei martiri.
Regina dei martiri.
Con questo bel titolo la saluta la Chiesa nelle litanie. "Che abbia veramente sofferto, dice san Pascasio Radberto, lo afferma Simeone quando le dice: Una spada trapasserà la tua anima. Di qui è evidente che supera tutti i martiri, perché gli altri hanno sofferto per Cristo nelle loro carni, ma non hanno sofferto nella loro anima, che è immortale, mentre Maria ha sofferto in questa parte di sé, che è impassibile, la sua carne ha sofferto, per così dire, spiritualmente la spada della Passione di Cristo ed è così più che martire. Avendo amato più di tutti, più di tutti ha sofferto e la violenza del dolore trapassò la sua anima, ne prese possesso a testimonianza del suo amore indicibile.
Avendo sofferto nella sua anima, fu più che martire, perché il suo amore, più forte della morte, fece sua la morte di Cristo" (Lettera sull'Assunzione, n. 14, PL 30, 138).
Riconoscenza verso Maria.
Disse sant'Alberto Magno: Come il mondo tutto è debitore di nostro Signore Dio, così lo è della Vergine per la sua Compassione" (Questione Super Missus, 150). Conosciamo oggi meglio, o Maria, che cosa hai fatto per noi e quanto ti dobbiamo. Tu ti lamentasti perché "guardando gli uomini e cercando fra essi quelli che ricordavano il tuo dolore e ti compativano ne trovasti troppo pochi" (Santa Brigida, Rivelazioni, l. II c. 24). Non vogliamo aumentare il numero dei figli ingrati e ci uniamo perciò alla Chiesa nel ricordare le tue sofferenze e mostrarti la nostra gratitudine.
Sappiamo, o Regina dei martiri, che una spada di dolore ti trapassò l'anima e che solo lo Spirito di vita e di consolazione poté sostenerti e fortificarti nel momento della morte di tuo Figlio.
Sappiamo soprattutto che, se tu hai salito il Calvario, se tutta la tua vita, come quella di Gesù, fu un lungo martirio, ciò avvenne perché tu dovevi compiere presso il Redentore e in unione con lui il ruolo che la nostra prima madre, Eva, compì presso Adamo nella nostra caduta. Tu con Gesù ci hai riscattati, con lui e in dipendenza da lui hai meritato de congruo, per convenienza, la grazia che egli meritò de condigno, in giustizia, per ragione della sua dignità infinità. Ti salutiamo così, con amore e riconoscenza, "nostra Regina, Madre di misericordia, nostra vita e nostra speranza" e, sapendo che la nostra salvezza è nelle tue mani, ti consacriamo tutta la nostra vita, perché, sotto la tua potente protezione, con la tua materna guida, possiamo raggiungerti nella gloria del Paradiso ove, con il Figlio, vivi incoronata e felice per sempre. Così sia.
(…)
Maria Corredentrice.
La cooperazione della Santa Vergine alla salvezza del mondo ci presenta un aspetto nuovo della sua magnificenza. Né l'Immacolato Concepimento, né l'Assunzione ci danno un'idea più alta di Maria del titolo di Corredentrice.
I suoi dolori non erano alla Redenzione necessari, ma nel pensiero di Dio ne erano inseparabili e appartenevano alla integrità del piano divino. I misteri di Gesù non sono forse i misteri di Maria e i misteri di Maria non sono i misteri di Gesù? La verità sembra essere questa: I MISTERI DI GESÙ E QUELLI DI MARIA SONO PER DIO UN SOLO MISTERO.
(…)
Nelle ore della Passione, l'offerta di Gesù e quella di Maria erano una sola offerta e, sebbene diverse per dignità e valore, erano simili per le disposizioni, avevano lo stesso ritmo, lo stesso profumo ed erano consumate dallo stesso fuoco: oblazione simultanea fatta al Padre da due cuori senza macchia, per i peccati di un mondo colpevole del quale si erano liberamente addossati i demeriti" (Il piede della Croce, ix, 1, 2).
Uniamo le nostre lacrime ai tormenti di Gesù e al pianto di Maria. Nella misura in cui l'avremo fatto in questa vita, potremo poi, col Figlio e con la Madre, godere in cielo » (1).
Note:
1) Tratto da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico, vol. II: Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti-P. Graziani-P. Suffia, Alba 1959, pp. 1076-1083.
La sofferenza di Maria.
« Maria stessa ci invita, con la voce della Liturgia, a considerare il suo dolore: "Voi tutti che passate per la strada guardate e vedete e dite se vi è dolore simile al mio... Dio mi ha posta e come stabilita nella desolazione" ( Lamentazioni 1, 12-13).
Il dolore della Santa Vergine è opera di Dio. Predestinandola ad essere Madre del Figlio suo, l'ha unita in modo indissolubile alla persona, alla vita, ai misteri, alla sofferenza di Gesù, perché fosse cooperatrice fedele nell'opera della redenzione, e tra il Figlio e la Madre doveva esservi comunità perfetta di sofferenze.
Quando una madre vede che il figlio soffre, soffre con lui e sente, per riverbero, ciò che egli prova e Maria ha sentito nel suo cuore tutto ciò che Gesù ha sofferto nel suo corpo per gli stessi fini, con la stessa fede e con lo stesso amore.
"Il Padre e il Figlio, disse Bossuet, dividono per l'eternità la stessa gloria e la Madre e il Figlio dividono nel tempo le stesse sofferenze; il Padre e il Figlio una stessa sorgente di gioia, la Madre e il Figlio uno stesso torrente di amarezza; il Padre e il Figlio lo stesso trono, la Madre e il Figlio la stessa croce. Se si crivella di colpi il corpo di Gesù, Maria ne sente tutte le ferite, se si trafigge la sua testa con le spine, Maria è straziata da tutti quegli aculei, se gli presentano il fiele e aceto, Maria ne beve tutta l'amarezza, se si stende il corpo sulla croce, Maria ne soffre tutto il tormento" (Discorso per la Compassione, Opere oratorie, II, p. 472).
(…)
Perché Maria soffre.
Parrebbe che Maria, concepita senza peccato, ignara di ogni male, non avrebbe dovuto soffrire. Se Dio, che tanto ama il Figlio, gli diede la sofferenza in eredità, bisogna che la sofferenza sia un bene notevole, ma siccome, dopo il Figlio ama la Santissima Vergine più che tutte le altre creature, anche a lei l'ha offerta come il più ricco dei doni.
Del resto unita come era al Figlio, era opportuno e in certo modo necessario che Maria provasse la sofferenza e la morte, perché noi imparassimo da lei, come dal Figlio, ad accettare la sofferenza, che Dio permette per il nostro maggior bene.
Maria si offrì liberamente, unì volontariamente il suo sacrificio e la sua obbedienza al sacrificio e all'obbedienza del Figlio Gesù, per portare con lui tutto il peso della espiazione richiesta dalla giustizia divina e non ha sentito i dolori del Figlio solo per simpatia, ma è entrata nella Passione realmente con tutto il suo essere, con il cuore, con l'anima, con l'amore più vivo, con la più serena tranquillità, ha sofferto nel cuore quanto Gesù ha sofferto nella carne e vi sono teologi che affermano che abbia sentito anche nel corpo le stesse sofferenze provate da Gesù nel suo e, dato che alcuni santi hanno avuto l'onore di tale privilegio, ci è permesso pensare che anche Maria lo abbia avuto.
(…)
La solennità di oggi, che ci presenta Maria al Calvario, ci ricorda, insieme con il dolore supremo, tutti gli altri noti ed ignoti, che riempirono la vita della Santa Vergine. La Chiesa si è fermata a considerarne sette solo, perché questo numero esprime sempre l'idea della totalità e dell'universalità (…): la profezia del vecchio Simeone, la fuga in Egitto, la perdita di Gesù a Gerusalemme, il trasporto della croce, la crocifissione, la deposizione dalla croce e la sepoltura del divin Figlio, dolori che fecero veramente di lei la Regina dei martiri.
Regina dei martiri.
Con questo bel titolo la saluta la Chiesa nelle litanie. "Che abbia veramente sofferto, dice san Pascasio Radberto, lo afferma Simeone quando le dice: Una spada trapasserà la tua anima. Di qui è evidente che supera tutti i martiri, perché gli altri hanno sofferto per Cristo nelle loro carni, ma non hanno sofferto nella loro anima, che è immortale, mentre Maria ha sofferto in questa parte di sé, che è impassibile, la sua carne ha sofferto, per così dire, spiritualmente la spada della Passione di Cristo ed è così più che martire. Avendo amato più di tutti, più di tutti ha sofferto e la violenza del dolore trapassò la sua anima, ne prese possesso a testimonianza del suo amore indicibile.
Avendo sofferto nella sua anima, fu più che martire, perché il suo amore, più forte della morte, fece sua la morte di Cristo" (Lettera sull'Assunzione, n. 14, PL 30, 138).
Riconoscenza verso Maria.
Disse sant'Alberto Magno: Come il mondo tutto è debitore di nostro Signore Dio, così lo è della Vergine per la sua Compassione" (Questione Super Missus, 150). Conosciamo oggi meglio, o Maria, che cosa hai fatto per noi e quanto ti dobbiamo. Tu ti lamentasti perché "guardando gli uomini e cercando fra essi quelli che ricordavano il tuo dolore e ti compativano ne trovasti troppo pochi" (Santa Brigida, Rivelazioni, l. II c. 24). Non vogliamo aumentare il numero dei figli ingrati e ci uniamo perciò alla Chiesa nel ricordare le tue sofferenze e mostrarti la nostra gratitudine.
Sappiamo, o Regina dei martiri, che una spada di dolore ti trapassò l'anima e che solo lo Spirito di vita e di consolazione poté sostenerti e fortificarti nel momento della morte di tuo Figlio.
Sappiamo soprattutto che, se tu hai salito il Calvario, se tutta la tua vita, come quella di Gesù, fu un lungo martirio, ciò avvenne perché tu dovevi compiere presso il Redentore e in unione con lui il ruolo che la nostra prima madre, Eva, compì presso Adamo nella nostra caduta. Tu con Gesù ci hai riscattati, con lui e in dipendenza da lui hai meritato de congruo, per convenienza, la grazia che egli meritò de condigno, in giustizia, per ragione della sua dignità infinità. Ti salutiamo così, con amore e riconoscenza, "nostra Regina, Madre di misericordia, nostra vita e nostra speranza" e, sapendo che la nostra salvezza è nelle tue mani, ti consacriamo tutta la nostra vita, perché, sotto la tua potente protezione, con la tua materna guida, possiamo raggiungerti nella gloria del Paradiso ove, con il Figlio, vivi incoronata e felice per sempre. Così sia.
(…)
Maria Corredentrice.
La cooperazione della Santa Vergine alla salvezza del mondo ci presenta un aspetto nuovo della sua magnificenza. Né l'Immacolato Concepimento, né l'Assunzione ci danno un'idea più alta di Maria del titolo di Corredentrice.
I suoi dolori non erano alla Redenzione necessari, ma nel pensiero di Dio ne erano inseparabili e appartenevano alla integrità del piano divino. I misteri di Gesù non sono forse i misteri di Maria e i misteri di Maria non sono i misteri di Gesù? La verità sembra essere questa: I MISTERI DI GESÙ E QUELLI DI MARIA SONO PER DIO UN SOLO MISTERO.
(…)
Nelle ore della Passione, l'offerta di Gesù e quella di Maria erano una sola offerta e, sebbene diverse per dignità e valore, erano simili per le disposizioni, avevano lo stesso ritmo, lo stesso profumo ed erano consumate dallo stesso fuoco: oblazione simultanea fatta al Padre da due cuori senza macchia, per i peccati di un mondo colpevole del quale si erano liberamente addossati i demeriti" (Il piede della Croce, ix, 1, 2).
Uniamo le nostre lacrime ai tormenti di Gesù e al pianto di Maria. Nella misura in cui l'avremo fatto in questa vita, potremo poi, col Figlio e con la Madre, godere in cielo » (1).
Note:
1) Tratto da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico, vol. II: Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti-P. Graziani-P. Suffia, Alba 1959, pp. 1076-1083.
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