Ho ricevuto questa lettera firmata.
“Ha visto questo?
http://notizie.libero.it/?ch=notizie&guid=fdcc63de61fc7acf2534732bbc51f407&ref=libero
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Contestato il parroco che ha chiesto di pregare anche per il padre che ha commesso questa orribile strage. Che dire? Oramai il popolo pretende che i parroci ragionino secondo la giustizia del mondo (nessuna pietà e nessuna speranza eterna per chi si è macchiato di tale crimine) invece di preoccuparsi di recuperare e salvare l’anima di chi ha sbagliato e la cui salvezza eterna al momento è pregiudicata.
Dispiace che l’ignoranza abbia la meglio, Era chiaro che non si trattasse altro che di una preghiera di conversione affinché l’omicida si possa rendere conto dell’atrocità che ha commesso e poter così intraprendere un percorso di pentimento sincero e, come tale, sofferto. Ma questa è la situazione di oggi”.
No, caro amico e lettore, stavolta non sono d’accordo. La vita è una cosa seria, la morte anche di più. Non molto tempo fa la Chiesa negava ai suicidi la sepoltura in terra consacrata: segnale tremendo ma pedagogia necessaria. Non erano ancora i tempi del “chi sono io per giudicare”, e la sapienza cristiana sapeva che il suicida si è escluso volontariamente dalla possibilità stessa di misericordia e perdono nel Giudizio, con un atto di superbia suprema buttato in faccia al Dio che è Amore.