Cari amici e nemici di Stilum Curiae, oggi pubblichiamo ancora un articolo sulle elezioni, e speriamo che sia l’ultimo. Parla l’Abate Faria; ma parla anche Stilum Curiae, commentando un’intervista dell’arcivescovo Bruno Forte, e il caso del Popolo della Famiglia, ridimensionato severamente nelle sue speranze dalle elezioni.
Cominciamo con l’Abate Faria:
Parlando con il mio sacrestano e con la pia Pia (non è un errore, è una signora che si chiama Pia e che è molto pia) abbiamo commentato ancora i risultati elettorali. Lei ha votato MoVimento 5 stelle “perché è stufa” mentre suo marito, il pio Pio (vabbeh, avete capito) ha votato Lega “come protesta”.
Ora, alcuni analisti hanno osservato che il MoVimento 5 stelle è una specie di nuova DC e forse non sono lontani dalla verità. In fondo è un contenitore dove si trova di tutto e in cui i cattolici dovrebbero essere, quantomeno, disorientati. Ricordo le sortite di Beppe Grillo contro l’immigrazione incontrollata ma poi…abbiamo a Roma l’amministrazione Raggi che vi posso garantire non fa gongolare i romani.
Il cattolicesimo politico è oramai dissolto nel progressismo, con l’avallo benedicente di Santa Marta. Prodi non è considerato un pater patriae dalla sinistra? Casini non si è presentato a Bologna nel PD? Insomma, in politica si ripropone la spaccatura che oramai si è incistata nella Chiesa. Dove sono quindi i cattolici conservatori? Parte nella Lega (malgrado l’ambiguità di certe posizioni passate e il dio Po), parte in Fratelli d’Italia, alcune frange nei movimenti neofascisti che hanno però mostrato il fiato in questa tornata elettorale e parte nel Popolo della Famiglia, che non è riuscito a sfondare l’argine malgrado l’ottimismo dei proclami.
Il problema dei cattolici in politica oggi è che non solo devono essere contro le cose del mondo, ma anche contro quelle dell’attuale Chiesa e di una gerarchia che, mi perdoni l’amico Tosatti, non si schioderà da lì, anzi, cercherà di consolidare la propria posizione attraverso l’immissione di nuovi cardinali con posizioni simili.
Insomma, oggi il cattolicesimo che vuole essere fedele a se stesso deve imporsi un sano autoesilio, andare in chiesa malgrado tutto e seguire quello che avrebbe detto Chesterton, che in chiesa ci si toglie il cappello, non il cervello.
Abate Faria
L’intervista di Bruno Forte.
L’arcivescovo di Chieti, mons. Bruno Forte, ha rilasciato un’intervista al microfono amico del collega Gian Guido Vecchi. Parla di silenzio assordante della Chiesa nelle elezioni politiche. Ma come si fa a dirlo? Se c’erano vescovi che si scagliavano contro sovranismi e populismi, se la Boldrini e Bonino erano ospitate a parlare, se il rosario di Salvini ha provocato le reazioni che sappiamo, se da anni la Chiesa non fa altro che bacchettare chi osa alzare qualche perplessità sull’accoglienza indiscriminata, dai cui effetti anche la Chiesa trae soldi statali? Il silenzio assordante c’è stato durante la legislatura, quando si è parlato di divorzio breve, unioni civili, e DAT. E il collateralismo di cui parla Forte c’è stato nei fatti, ma nei confronti del partito di governo, il PD. Per favore, arcivescovo…siamo laici, ma scemi no.
Il Popolo della Famiglia
E dal momento che l’Abate Faria accenna al Popolo della Famiglia, non si può ignorare quanto quella bella avventura in solitario del PdF abbia legittimamente nuociuto a un reale cambio di potere, in particolare nel Lazio. Credo che Adinolfi non abbia dubbi sul fatto che ho difeso il suo diritto di parlare. Le uniche due volte in cui il giornale in cui ho passato vari decenni, La Stampa, mi ha censurato, è stato quando ho difeso Adinolfi, che conosco solo di vista, dagli attacchi scomposti e dalla censura con cui la lobby LGBT – popolarissima e ascoltatissima a La Stampa – l’aveva aggredito. Credo però che sia chiaro che nelle ultime elezioni la destra – e di conseguenza il campo in cui certi valori hanno, forse, più chances di essere difesi – è stata danneggiata dall’esperienza del PdF. Nel mondo cattolico quell’esperienza ha suscitato forti critiche. Vedete qui, per esempio, la nota di Libertà e Persona, che testimonia come ancora una volta i cattolici riescano brillantemente a farsi male da soli.
“In aggiunta a quelle raccontate da Andrea Zambrano sulla Bussola Quotidiana, Mario Adinolfi ha di fatto dato un’altra volta un aiuto decisivo alla sinistra, questa volta nella corsa alla Regione Lazio. Non è dietrologia né son ipotesi: è matematica. Zingaretti ha vinto col 33,9 per cento dei voti davanti a Parisi (31, 3 per cento), candidato di centrodestra supportato dal Comitato Difendiamo I Nostri Figli e Sergio Pirozzi (4,93 per cento), sindaco di Amatrice. Se quest’ultimo, che ha la fama di “fascista” (Adinolfi dixit) non si fosse candidato, ora una regione importante come il Lazio non sarebbe ancora nelle mani della sinistra e di un Presidente come Zingaretti, che ha già dato prova di essere ostile al mondo pro-life (note le prese di posizione contro i medici obiettori). Ecco, cos’ha fatto Adinolfi? Ha dato il proprio supporto a Pirozzi. Sia dichiarandolo su Facebook (“lo aiuteremo”), sia facendo piazzare in lista, al secondo posto su 31, la figlia Livia: un po’ Popolo per la Famiglia e un po’ Popolo Tengo Famiglia. Un triplo capolavoro pertanto dato che il leader del Pdf ha concorso a far vincere Zingaretti (sostenendo un candidato con zero possibilità di vittoria), ha fatto candidare la figlia piazzandola nella lista di un candidato che dalla sua aveva i repubblicani (da sempre anticristiani e vicinissimi alla massoneria) della Lista Nathan, da Ernesto Nathan, idolo dei radicali di Pannella, gran maestro della massoneria e il sindaco di Roma più ferocemente anticlericale della storia (meglio i massoni del centrodestra, nell’oscura logica adinolfiana).
Niente male per il leader di un partito che dice di ispirarsi alla dottrina sociale della Chiesa, e che con sparate di grande umiltà fa capire di conoscere come le sue tasche la politica romana. Ma in realtà prende delle belle cantonate. Come questa previsione sul tonfo di Emma Bonino, la cui corsa per il Parlamento veniva data come persa in partenza…. (come poi sia andata a finire si è visto…)”.
MARCO TOSATTI
La Chiesa modernista di Bergoglio, di Parolin e della CEI per i migranti e contro la LEGA
Come sanno, ormai, anche le pietre, la Nuova Chiesa modernista, quella che si è formata ed ha cominciato ad operare molto prima del Concilio Vaticano II, si è dedicata a propagandare e diffondere l’ideologia del pensiero unico dominante, che persegue un disegno anticristico.
Ci sono voluti quarant’anni, dalla legge sul divorzio in poi, per distruggere nel nostro Paese il concetto stesso di famiglia, per sterminare almeno 6 milioni di nascituri, per eliminare l’ancoraggio alla legge naturale e, quindi, divina. Si è aggiunta, poi – da almeno un decennio – l’appoggio incondizionato all’ideologia del gender, che grazie al sostegno, anche finanziario, delle lobby omosessualiste, nega la differenza sessuale tra maschio e femmina, per cambiare l’idea di natura e di identità naturale, il concetto di famiglia e di procreazione e che costringe i nostri figli ad apprendere, nei loro primissimi anni di formazione, che esisterebbero terzi o quarti sessi oltre a quelli che Dio ha creato, il maschio e la femmina. Chi sono io per giudicare?, ha detto Bergoglio, dimenticando che esiste il peccato originale, esiste l’Inferno, esiste la Misericordia, che non precede la Giustizia divina, ma l’accompagna. Questo non bastava alla Nuova Chiesa, che ha politicamente condiviso, un disegno che sin dall’inizio del secolo scorso si è incardinato attraverso l’affermazione delle politiche antinataliste.
Non si scardinano i princìpi per puro divertimento o a caso. Si scardinano perché l’eliminazione di quei princìpi favorisce l’affermazione di un nuovo potere nella storia. Anti-umano e quindi anticristico. Eliminare Dio dalla storia dell’uomo, non è cosa facile, però. Per questa ragione, si è aggiunta una terza gamba: la libertà d’immigrazione nel mondo intero e, in particolare, in Europa. G. Brock Chisholm, primo direttore, nel 1948, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e membro del Movimento universale per una Federazione mondiale - per il quale «per raggiungere un governo mondiale, è necessario rimuovere dalle menti degli uomini il loro individualismo, la fedeltà alle tradizioni di famiglia, il patriottismo nazionale e dogmi religiosi» - nel 1955 afferma: «Ciò che in tutti i luoghi la gente deve fare è praticare la limitazione delle nascite e i matrimoni misti (tra razze differenti), e ciò in vista di creare una sola razza in un mondo unico dipendente da un’autorità centrale». Trent’anni prima, il massone d’alto grado Coudenhove Kalergi, fondatore della Paneuropa, scriveva: «gli abitanti dei futuri Stati Uniti d’Europa non saranno i popoli originali del Vecchio continente, bensì una sorta di sub-umanità resa bestiale dalla mescolanza razziale […]. È necessario incrociare i popoli europei con razze asiatiche e di colore, per creare un gregge multietnico senza qualità e facilmente dominabile dall’elite al potere. L’uomo del futuro sarà di sangue misto. La razza futura eurasiatica-negroide, estremamente simile agli antichi egiziani, sostituirà la molteplicità dei popoli, con una molteplicità di personalità».
Le invasioni dell’Europa una volta cristiana da parte dei popoli dell’Est, degli slavi, degli asiatici e dei musulmani africani non sono un fenomeno spontaneo, ma sono state progettate da Kalergi e sono state realizzate dai “Padri fondatori” dell’Europa Unita e poi ultimate da coloro che hanno seguito il dettato del modernismo.
In questo contesto si deve leggere l’intervento di uno tra i massimi esponenti della Nuova Chiesa modernista, il Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, che forse stizzito dal fatto che la Lista +Europa abbia fallito l’obiettivo di portare in Parlamento qualche decina di parlamentari, come tanti volevano – eleggendo solo la sua leader e chi, da cattolico, come si dichiara, prestandole il simbolo, le aveva consentito di presentarsi senza raccogliere le firme – è intervenuto a gamba tesa nel dibattito post-elettorale, confermando che la strategia della gerarchia ecclesiastica che è al comando ha come priorità della sua azione la sostituzione della popolazione italiana ed europea e l'islamizzazione dei territori una volta cristiani. Le sue parole sono rivolte alla Lega di Matteo Salvini, l'unico, vero vincitore di queste elezioni, perchè è stato ed è l'unico che in maniera chiara mette in guardia dal castigo di Dio che si è abbattuto sull'Europa, con l'accoglienza indiscriminata del migranti, di cui sono complici le consorterie massoniche, finanziarie e di potere.
Parolin, che di certo approva le entusiastiche parole che Bergoglio rivolge alla grande italiana Emma Bonino - che dopo il divorzio, l’aborto, la limitazione delle nascite, la procreazione assistita, le unioni civili, l’eutanasia, ha come core business della sua politica, la regolarizzazione di 600.000 clandestini e l’accoglienza indiscriminata dei cosiddetti migranti – dice all’Agenzia dei Vescovi Sir, come riporta Il Messaggero: «La Santa Sede sa che deve lavorare nelle condizioni che si presentano. Noi non possiamo avere la società che vorremmo, non possiamo avere le condizioni che vorremmo avere. Quindi credo che, anche in questa situazione, la Santa Sede continuerà la sua opera di educazione, che richiede molto tempo». Conferma, quindi, l’adesione politica che Bergoglio ha dato alla campagna della grande italiana, Ero straniero – l’umanità che fa bene e aggiunge: «E’ importante riuscire ad educare la popolazione a passare da un atteggiamento negativo ad un atteggiamento più positivo nei confronti dei migranti. E’ un lavoro che continua, anche se le condizioni possono essere più o meno favorevoli. Da parte della Santa Sede ci sarà sempre questa volontà di proporre il suo messaggio fondato sulla dignità delle persone e la solidarietà». Alle organizzazioni cattoliche impegnate nell’accoglienza e integrazione dei migranti Parolin indica di continuare ad «impegnarsi per creare una visione positiva della migrazione. Perché ci sono tanti aspetti della migrazione positivi che all’interno di tutta questa complessità non si percepiscono».
Due osservazioni. La prima riguarda il fatto che sono molti, ormai, coloro che in questo Paese hanno compreso che cosa s’intende per visione positiva della migrazione. Dopo la scristianizzazione, che è stata perseguita e approvata, s’intende dare il colpo finale: cancellare definitivamente la Parola del Verbo, che non è venuto su questa Terra per salvare i migranti e per garantire che questa merce umana fosse oggetto di un affare che ammonta all’anno a 6 miliardi di dollari, gestito dalle organizzazioni criminali che operano dai Paesi di partenza in combutta con quelle dei Paesi di destinazione. La Parola del Verbo Incarnato, Seconda Persona della Trinità, affida alla Sua Chiesa il compito primario di salvare le anime, di convertirle, non di farle vivere – nei loro Paesi o qui da noi – nella disperazione, che non è provocata dalla fame, ma dal peccato originale. La salvezza non riguarda i corpi, ma le anime. Se si ha cura solo dei corpi, si diventa carnefici delle anime di questi poveretti. Questa è la differenza tra le opere di misericordia corporale e quelle di misericordia spirituale. Senza le seconde, le prime sono vane, rappresentano il nulla agli occhi di Dio. Se Parolin non ha mai sentito parlare di salvezza delle anime da parte di Bergoglio, gli suggeriamo di leggere il Vangelo e i testi dei Padri della Chiesa, di Sant’Agostino, di San Tommaso d’Aquino. La seconda osservazione che rivolgiamo alla Nuova Chiesa modernista si riferisce al fatto di considerare con attenzione le parole di alcuni suoi pastori che per grazia di Dio sono ancora in vita. Mi riferisco a quanto ha scritto oggi su La Nuova Bussola Quotidiana, l’Arcivescovo Emerito di Ferrara, Mons. Negri, che non a caso, al compimento dei 75 anni di età – con dimissioni accolte nell’immediatezza – è stato sostituito con Mons. Gian Carlo Perego, già Presidente della Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana, più volte ospitato da Radio Radicale, che il 28 agosto 2015 elogiava Pannella per l’espressione che in quei giorni usava: l’olocausto dei migranti. Anche Mons. Negri parla delle elezioni del 4 marzo. Lo fa in questo modo, in un’editoriale intitolato Se la Chiesa non educa, abbandona il popolo a se stesso, che voglio riportare qui quasi per intero: « (…) Vincitori e vinti sono per me accomunati da una totale assenza di cultura, cioè di una concezione dell’esistenza e quindi di una concezione dei rapporti sociali. In fondo la concezione della politica è uguale, sia in chi è stato scalzato dal potere sia in chi lo sostituisce. È una concezione sostanzialmente materialistica e consumistica. La grande affermazione dei 5 stelle al Sud ci dice anzitutto che anche lì è risultata inesistente, inconsistente e inespressa quella tradizione popolare cattolica che normalmente era presente nelle vicende culturali e politiche del Mezzogiorno. Oggi il Mezzogiorno è azzerato nella sua tradizione e gli viene imposta dal centro ancora una volta una versione della vita e della società assolutamente estranea alla tradizione del Meridione italiano. È come se la cultura fosse relegata ai margini della vita politica. E la vita politica fosse sostanzialmente ridotta alla possibilità che forze nuove succedano a quelle che fino ad adesso hanno detenuto il potere, ma per gestire il cosiddetto potere in un modo sostanzialmente non diverso dal passato. Ora, che in questa visione sia difficile prevedere una via agevole per arrivare al governo rende ancora più complessa la situazione, che sicuramente è di grave difficoltà e di grave confusione. E qui è necessario parlare della grande assente di questa competizione politica, che è poi la grande assente dalla vita della società italiana. Vale a dire una presenza cristiana autentica. Una presenza cristiana che è rimasta ai margini della vita sociale anche quando si compivano delitti contro la coscienza del popolo, contro la coscienza della persona. Parlo ad esempio di tutta quella trama di leggi contro la famiglia che in pochi mesi ha sostanzialmente svuotato la famiglia della sua identità, della sua missione. La famiglia è stata attaccata nella sua sostanziale identità, nella sua originale identità di essere un luogo di presenza gratuita e di responsabilità verso la storia e verso l’umanità. E tutto questo è accaduto senza che i cattolici abbiano fatto un minimo di resistenza, o meglio c’è stata la resistenza vana di pochissimi; così pure poco più che un intervento molto flebile è stato fatto per questa ignobile questione del testamento biologico, che di fatto avvia il processo dell’eutanasia in Italia. Appare che questa realtà cattolica italiana - che pure ha avuto una parte rilevante nella tradizione politica, sociale, democratica del nostro paese, oltre ad aver prima avuto una sostanziale capacità di resistenza al regime - sembra votata all’inincidenza. E, per inciso, val la pena ricordare che l’inincidenza è un aspetto dell’inesistenza. Credo invece che una prova gravissima come quella che ha subito la Chiesa italiana sia come un’ultima occasione per riprendere il senso profondo della propria identità e della propria missione, soprattutto di quella missione di educazione del popolo ai valori fondamentali della vita personale e sociale, che hanno detto nei secoli una responsabilità diretta e inderogabile della Chiesa. Se la Chiesa non educa, il popolo è abbandonato a se stesso. Ovviamente non perché la Chiesa sia l’unica agenzia educativa; ma perché la Chiesa nella misura in cui è fedele alla propria identità, immette in tutta la società valori grandi a fondazione della vita, valori grandi in quelle che sono espressioni della vita, che non viene banalizzata nell’ambito dei propri piccoli interessi materiali, personali o parentali. Sostiene il grande compito di intervenire attivamente nella vita della società e della storia. Se la Chiesa non educa, non educa la parte più viva del popolo e quindi depaupera tutto il popolo di una presenza attiva. Quello che ci aspetta forse nei prossimi anni, se vogliamo come cristiani riscuoterci da questo torpore che ci ha avvinto, è chiedere con umiltà al Signore di aiutarci a vivere la nostra missione educativa, cioè di contribuire alla creazione di “un popolo di laici, vivi, attivi e intraprendenti”, come augurava al laicato della mia prima diocesi di San Marino Montefeltro papa Benedetto XVI, congedandosi dopo una giornata indimenticabile. Noi non possiamo cercare di combattere il predominio quasi assoluto della mentalità laicista, il pensiero unico dominante, laicista, consumista e istintivo, con forze ideologiche; a questa marea montante della banalità, a questa marea montante della meschinità, possiamo opporre una vita nuova, quella che Cristo ci dona nel battesimo e nell’appartenenza alla Chiesa, quella che rende così bella la nostra vita quotidiana. Ma soprattutto ci spinge a uscire dai confini della nostra vita, della nostra storia, per annunziare a ogni uomo che vive accanto a noi che Cristo è veramente risorto, abita in mezzo a noi; e nella misura in cui apriamo la nostra vita a Lui, cambia la nostra vita perché attraverso la nostra vita cambiata possa cambiare il mondo. E questa è la sfida che viene da questa amarissima sconfitta dei cattolici: recuperare la propria identità alla missione, per annunziare Cristo, perché da questo annunzio l’uomo possa essere sempre un uomo salvato».
Impari Bergoglio. Impari Parolin. Imparino i modernisti. Imparino, soprattutto, i cattolici e seguano gli insegnamenti di coloro che vivono per Cristo e propongono di seguire solo Cristo per la loro salvezza. Patiranno vendette su questa terra? Con pazienza e sacrificio si sopporteranno. E’ molto più importante, agli occhi di Dio, salvare la propria anima.
– Danilo Quinto – 7 febbraio 2018
Balotelli è un vero italiano
- Sui social trincia giudizi diffamatori su persone che nemmeno conosce.
- Giudica “di pancia” su situazioni di cui non capisce nulla, perché non ci ha mai riflettuto.
- E’ razzista.
- E’ conformista e politicamente corretto.
- E’ ignorante e invidia a morte le persone più intelligenti di lui.
- Odia i negri che, invece di fare i negri, sono saliti nella scala sociale meglio di tanti bianchi.
- Essendo molto ricco, è “de sinistra”.
Di gente come Balotelli ne scopro ogni giorno fra i commentatori dei miei articoli in rete.
Claudio Borghi:
Non vi fanno MAI vedere i confronti ma nelle scorse elezioni il risultato fu:
Centrosinistra 31,6%
Centrodestra 30,7%
M5S 23,8%
Oggi
Centrodestra 37%
M5S 32,7%
Centrosinistra 22,8%
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