ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 7 aprile 2012

SABATO SANTO



Il Sabato Santo è il Sabato di Maria. Ella lo vive nel dolore illuminato da una fede purissima. Ed è lei che sorregge i discepoli dispersi e anche delusi e disorientati.
In lei e con lei sono le nostre attese e le nostre speranze, il nostro commino nella fatica e nella gioia, nel dolore e nella fiducia, nelle domande su chi siamo e dove stiamo andando insieme alla nostra Chiesa che amiamo.

Insieme a Maria, l'attesa è silenziosa e dolente, ma piena di Speranza. Quel sacro silenzio che accompagna e avvolge i momenti più gravi e intensi come questo tempo sospeso ma comunque santificato dall'Azione di Dio, il Dio nascosto e silenzioso, che ci si rivela nel suo agire e nel nostro agire-con-lui. Un tempo che segue e prelude il Fatto più dirompente della Storia: la Croce e la Risurrezione, che prepara l'Ottavo giorno, quello della Creazione Nuova, il giorno eterno del Signore.

È questo il silenzio, l'attesa, la speranza e la gioia di cui siamo testimoni.

http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2012/04/sabato-santo-silenzio-e-attesa.html


Pontifex.Roma




Non ci sono riti oggi: la Chiesa rivive il mistero della sepoltura di Gesù - Sabbato sancto - "Ecclesia ad sepulcrum Domini immoratur, passionem eius et mortem necnon descensum ad inferos meditando, eius resurrectionem ieiunio et oratione expectando. Hac die Ecclesia ab Eucharistiae celebratione omnino abstinet". Oggi non si fa celebrazione alcuna: la Chiesa rivive il mistero della sepoltura di Gesù. Sembra che la storia di Gesù sia finita. Ma come recita il "Credo" - egli discende agli inferi: a premiare la speranza degli antichi giusti. Il Sabato santo, la Chiesa sosta presso il sepolcro del Signore, meditando la sua passione e morte, astenendosi dal celebrare il sacrificio della Messa fino alla solenne Veglia o attesa notturna della risurrezione. L'attesa allora lascia il posto alla gioia pasquale, che nella sua pienezza si protrae per cinquanta giorni. Da un’antica "Omelia sul Sabato Santo" - Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano.

La corona di spine la mettono sempre i romani!

I "protettori" del governo Monti:
4 ministri devoti a S. Francesco
A quale santo si affidano nei momenti più significativi ed importanti della vita i ministri del Governo Italiano? Questa la domanda posta ai rappresentati del Governo in una indagine realizzata per il sitowww.sanfrancescopatronoditalia.it dalla sala stampa del Sacro Convento di Assisi.

Sono emerse alcune risposte interessanti come quella del presidente del Consiglio, Mario Monti, che si affida a san Francesco perché: "ha scritto il Cantico delle Creature, che è un poetico inno alla vita", così come il ministro per la Cooperazione Internazionale e l'Integrazione Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant'Egidio, ricordando "lo spirito di Assisi" non poteva non affidarsi al patrono della nazione. Risposta "scontata" del ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca Francesco Profumo, che si affida al santo di cui porta il nome. Al santo d'Assisi si rivolgono anche il ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e ForestaliMario Catania e il ministro dell'Ambiente Corrado Clini. Sono quindi 5 i membri dell'attuale Governo che scelgono san Francesco, segno che il suo messaggio è più che mai attuale e di grande spessore spirituale ed esistenziale.

L’ulivo al vento della Cei


dal sobrio “fate voi” al fraterno gemellaggio cigiellino

A voler (a dover) essere centrale, la chiesa non può che essere anche un po’ circolare. E se nei dì festosi del Cav. in gloria si sforzava di contestualizzare persino la bestemmia, nei giorni di patimento governativo intorno all’articolo 18 – vogliono, fortemente vogliono; s’annaspa, leggermente s’annaspa – non minore è la volontà di (ri)contestualizzazione. Essendo la ratzingeriana vigna del Signore piuttosto estesa, un po’ tutto ci si trova e un po’ tutto, mirabilmente, alla fine si ricompone – “armonizzare il nostro cuore a quello di Cristo”, persino più facile che armonizzare il cuore episcopale al fantasmagorico parapiglia del mondo. Tutto si ricomporrà, dunque. Alla fine, però: ché per il momento pare più una fase di scomposizione che di sicuro instradamento al gregge pur perplesso, forse dubbioso.
Fino a un certo momento la posizione era, più o meno: fate quello che dovete, possibilmente con non troppa malagrazia. Poi è arrivato monsignor Bregantini, presidente della commissione lavoro della Cei, che su Famiglia cristiana ha dichiarato cose che – niente di diverso e niente di meglio – la stessa Cgil di Susanna Camusso ampiamente potrebbe sottoscrivere (e ampiamente sottoscrive): da “i lavoratori non sono merce” all’allarme sui licenziamenti economici che “rischiano di generare un clima di paura in tutto il paese”, fino alla sollecitazione sindacale, “lasciare fuori la Cgil sarebbe una perdita di speranza notevole, un grave errore”. Qualche giorno e interviene il cardinale Bagnasco, a nome della Cei, “bene del paese, serenità d’intelligenza”, ecc. ecc. E a nome della Cei, il segretario generale, monsignor Crociata, formula argomentazioni squisitamente forneriane, “uno sforzo per guardare anche a quanti dovrebbero entrare nel mercato del lavoro e non solo a quanti purtroppo rischiano di uscirne”, e allora “nessun avallo a chi non vuol cambiare nulla e vuole che le cose restino sempre così”. Il contrario (pare, appare, sembra) di ciò che Bregantini aveva sostenuto nella sua intervista. Ma come si diceva, essendo di vastissima metratura la vigna cattolica, tutto scorre e tutto torna.

Il "nomadismo" liturgico di molti cattolici

Il solito neocatecumenale, lasciato a briglia sciolta su Messa in Latino con le sue lenzuolate deliranti contro la Liturgia Romana persino il Venerdì Santo, ha indotto Giampaolo a vergare questo intervento, che faccio nostro e merita di essere messo in evidenza perché è il resoconto fedele e limpido della nostra situazione e nel contempo risponde a tuttora diffusi pregiudizi. Nella speranza che si possa presto uscire dall'emergenza e da quella sorta di riserva indiana nella quale risultiamo confinati in quella che è pur sempre la nostra Chiesa.
(L'immagine a lato è stata scattata durante la Santa Messa celebrata ogni sabato pomeriggio alle 18.30 nella Cappella di S. Nicola in Carcere in Via Teatro di Marcello, 76, Roma).

Raramente ho potuto leggere una summa così dettagliata e meticolosa di luoghi comuni sulla liturgia di sempre. Pare anche chiaro che chi l’ha vergata, rigorosamente da anonimo, non vi abbia mai preso parte, e quindi parli senza aver la minima cognizione di causa del proprio oggetto. Vale comunque la pena di smentire le falsità ivi presenti a vantaggio non certo di chi le ha scritte, la cui malafede è palpabile e contro cui nessun ragionamento può nulla, quanto piuttosto pensando a chi potesse imbattervisi, e restarne confuso.

Officium Tenebrarum?

Caso Orlandi a S.Pietro
La vicenda della cittadina vaticana misteriosamente scomparsa 29 anni fa lambisce le celebrazioni pasquali della Santa Sede
Il caso di Emanuela Orlandi giunge, o meglio torna, in Vaticano. Nel pieno delle celebrazioni pasquali. E, sebbene filtrato dal felpato linguaggio curiale, nel mezzo della celebrazione della passione di Gesù, presieduta dal Papa il venerdì santo a San Pietro. Quando il predicatore della Casa pontificia, il cappuccino Raniero Cantalamessa, senza mai esplicitare il riferimento all'attualità, parla di "delitti senza colpevole" e "casi irrisolti" avvenuti "anche nella nostra Italia". Lo fa subito dopo aver parlato del "dolore dei bambini innocenti". E subito prima avere invitato i responsabili a venire "allo scoperto", non portarsi segreti "nella tomba" e confessare la propria "colpa", perché "il popolo italiano non è spietato "con chi ha sbagliato ma riconosce il male fatto". Scomparsa nel 1983, Emanuela Orlandi, cittadina vaticana e figlia di un commesso della Prefettura della casa pontificia, è da decenni al centro di uno dei più oscuri misteri d'Italia.

Non è mai troppo tardi

ginocchio
Nell’omelia della messa “in cæna Domini” del Giovedì Santo, Benedetto XVI ha toccato un tasto sensibile della sua azione per restituire alla liturgia il suo autentico “spirito”: quello dell’inginocchiarsi.
In effetti, da quando, in ogni messa, il papa ha deciso di dare la comunione ai fedeli inginocchiati, questo suo gesto ha raccolto poche lodi e ha trovato rari imitatori. In quasi tutte le chiese del mondo le balaustre sono state eliminate, la comunione la si prende in piedi e non si è incoraggiati a inginocchiarsi neppure durante la consacrazione. La gran parte dei liturgisti squalificano l’inginocchiarsi come un gesto devozionale tardivo, inesistente nell’eucaristia delle origini.

venerdì 6 aprile 2012

Lo scandalo della Croce

Inguardabile, umanamente parlando. E incomprensibile.
Ma se, umilmente, si accetta di guardare, opera in noi la trasformazione miracolosa, permettendoci di vedere, senza capirlo, lo smisurato amore di Dio per la Sua umanità. E quello che non si capiva con la mente, diventa chiarissimo al cuore.



Il Papa blocca le donne prete

, l’Osservatore vara l’inserto post femminista

Il “no” pronunciato ieri dal Papa nell’omelia della messa crismale è stato perentorio: “La disobbedienza” e la richiesta di “ordinazione delle donne” non sono “una via per rinnovare la chiesa”, ha detto rivolgendosi al movimento dei preti austriaci – “cattolici irrequieti” li chiamano oltre il Tevere – che hanno sottoscritto un documento che chiede riforme radicali alla chiesa e che ha raccolto consensi in Germania, Irlanda, Belgio e Svizzera. Le parole del Papa pronunciate in apertura di un triduo carico di significato per la chiesa mostrano che la situazione è “drammatica”. Roma vive con preoccupazione, a tratti con angoscia, il dissenso e la disobbedienza predicati dalle chiese del centro Europa.

Presto santa anche Lubich? si accettano scommesse..come reagirà cl?

Diario Vaticano / I focolarini alla conquista della curia

Sono onnipresenti. Hanno due cardinali e un buon numero di arcivescovi in ruoli di peso, specie nella diplomazia. Il segretario di Stato è il loro patrono

di ***

CITTÀ DEL VATICANO, 6 aprile 2012 –  In Vaticano è l'ora dei focolarini. Anche la scrittura delle meditazioni che accompagnano la Via Crucis papale del venerdì santo al Colosseo è stata affidata, quest'anno, a una storica coppia del movimento fondato da Chiara Lubich.

Sono i coniugi Anna Maria e Danilo Zanzucchi, che il sito web del movimento indica "tra le prime coppie a seguire lo spirito di fraternità proposto da Chiara Lubich".

Già consultori del pontificio consiglio per la famiglia, i due sono stati "per circa quarant’anni responsabili del movimento Famiglie Nuove, cui continuano a dare il loro prezioso contributo".

"È la prima volta che il papa affida questo compito a una coppia", nota il sito non senza una punta di orgoglio.

Ma l'assegnazione della scrittura delle meditazioni della Via Crucis del 2012 è, per i focolarini, solo il coronamento di una serie ben più importante di nomine che si sono susseguite a loro vantaggio durante il pontificato di Benedetto XVI.

È focolarino, infatti, il cardinale Ennio Antonelli che nel 2008 è stato chiamato alla presidenza del pontificio consiglio per la famiglia, aggiungendosi all’altro focolarino curiale dell’epoca, monsignor Vincenzo Zani, dal 2002 sottosegretario della congregazione per l’educazione cattolica.

È focolarino il neocardinale brasiliano Joao Braz de Aviz che nel 2011 è stato nominato prefetto della congregazione per i religiosi, dove ha impresso una svolta rispetto alla conduzione conservatrice del suo predecessore, lo sloveno Franc Rodè. (Autore di una tesi di dottorato sulla teologia della liberazione, Braz de Aviz ha favorito la scelta come sottosegretario del suo dicastero di suor Nicla Spezzati, che al contrario di chi l'aveva preceduta, suor Enrica Rosanna, non usa vestire l’abito religioso).

È focolarino l’arcivescovo Giovanni Angelo Becciu che nel 2011 è stato scelto come nuovo sostituto della segreteria di Stato, ruolo chiave nel governo centrale della Chiesa cattolica, sul cui tavolo passano tutte le pratiche più importanti della curia romana.

Becciu appartiene alla diplomazia pontificia ed è stato nunzio a Cuba. Ma non è il solo focolarino che faccia parte del corpo diplomatico della Santa Sede. Già dai tempi di Giovanni Paolo II sono numerose le feluche vaticane che possono essere ascritte a membri e simpatizzanti dei Focolari.

Si tratta degli attuali nunzi in Polonia (Celestino Migliore, già vice-ministro degli esteri vaticano e rappresentante all’ONU), Lituania (Luigi Bonazzi), Malta (Tommaso Caputo, già capo del protocollo in segreteria di Stato), Giordania (Giorgio Lingua), Brasile (Giovanni d’Aniello), nonché dell’osservatore permanente a Strasburgo presso il Consiglio d'Europa, monsignor Aldo Giordano.

Inoltre è focolarino, in segreteria di Stato, l’arcivescovo Luciano Suriani, delegato delle rappresentanze pontificie: una sorta di capo del personale non solo della diplomazia vaticana ma di tutta la curia romana.

Si deve aggiungere poi il fatto che non poche focolarine lavorano in vari uffici della curia. Se il papa ha nella sua segreteria una laica consacrata del movimento di Schönstatt, Birgit Wansing, il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone annovera nella sua segreteria personale la focolarina Eurosia Bertolassi, sua collaboratrice fin dai tempi in cui egli era il numero due della congregazione per la dottrina della fede.

I rapporti tra Bertone e i focolarini sono una costante di lunga data. A loro infatti, quando era segretario dell’ex Sant’Uffizio, affidò nel 2000 il tentativo, poi fallito, di riportare sulla retta via il bizzarro arcivescovo africano Emmanuel Milingo.

E proprio con uno dei figli della coppia Zanzucchi, Michele, il cardinale Bertone ha scritto un libro intervista su papa Karol Wojtyla: “Un cuore grande”. Omaggio a Giovanni Paolo II, pubblicato nel maggio 2011 dalla Libreria Editrice Vaticana in occasione della sua beatificazione.


Orlandi,da"cold case"a priorità
Durissimo affondo del "Mondo di Annibale" sulla scomparsa 29 anni della figlia di un messo pontificio Scrive Francesco Peloso su "Il mondo di Annibale":"La Procura di Roma dice: In Vaticano qualcuno sa; si parla del caso di Emanuela Orlandi. La nuova indagine sul rapimento della ragazza romana fa fatica a trovare consistenza, ci sono diversi indizi, la pista della banda della Magliana prende forma, tuttavia il muro dell'omertà ecclesiale non viene ancora scalfito. E allora i giudici mandano un avvertimento, forse un invito rivolto a "qualcuno" a parlare. La vicenda ha ripreso quota, fra l'altro, con l'imperversare dei 'corvi' in Vaticano, documenti che escono da ogni parte, personaggi camuffati che parlano in tv: il caso Orlandi è tornato, in questi ultimi mesi, ad essere citato anche all'interno dei sacri palazzi, e questa è la novità, quale esempio di insabbiamento e trame oscure.

giovedì 5 aprile 2012

Il vento e la tempesta

Il papa bacchetta i sacerdoti disobbedienti «Ordinare le donne? Non siamo autorizzati»

(su Il Corriere della Sera del 05-04-2012) L’omelia: «La situazione della Chiesa di oggi è drammatica»
Milano-«Una situazione spesso drammatica». Per il Papa la «Chiesa di oggi» è attraversata da fibrillazioni e segnali di rivolta.

IL SEGRETO DI FATIMA: L'APOSTASIA NELLA CHIESA?


Fatima è un luogo che mi è caro: un luogo di preghiera, in cui si respira un’aria particolare e si avverte la presenza del Mistero. Qui, nel 1917 la Madonna apparve a tre pastorelli mentre il paese era sotto un governo fieramente nemico di Cristo. Pochi mesi dopo, in Russia, sarebbe scoppiata la Rivoluzione Bolscevica. Tra le cose che la Madonna predisse ai tre veggenti c’era anche questa: la Russia spargerà i suoi errori nel mondo. Per Lucia la Russia era una signora da convertire; per il mondo un paese poco interessante, marginale, in cui tutto sembrava scorrere lentamente, da secoli, senza novità. Ma la Madonna non sbagliava…
Oltre a parlare della Russia, del rosario, dell’inferno, Ella diede un terzo segreto, scritto da Lucia nel 1944 e consegnato nel 1957 al sant’Ufficio. Pio XII non lo lesse. Il primo papa a farlo fu Giovanni XXIII, che però ritenne di non rivelarlo; come avrebbe fatto anche Paolo VI, che lo lesse nel 1965. Da allora in tanti si sono chiesti: perché ciò che la Madonna ha rivelato, la gerarchia ecclesiastica nasconde?

Il segreto al sicuro in Vaticano, i polveroni aiutano

Emanuela Orlandi.


Si dice il peccato, ma non il peccatore. O anche: si sa, ma non si può dire. E che il Vaticano sappia fin dai primi giorni cosa sia successo a Emanuela Orlandi, scomparsa il 22 giugno del 1983 all’età di 15 anni, è dimostrato: a parlar chiaro sono vari atti giudiziari e perfino almeno un testimone ecclesiastico di rango, quale è monsignor Francesco Salerno.
Ma guai a dirlo ad alta voce o anche solo a farlo capire con eccessiva chiarezza, come hanno invece incautamente fatto alcune indiscrezioni raccolte nei meandri di piazzale Clodio, dove hanno sede Tribunale e Procura della Repubblica di Roma. Indiscrezioni che parlavano già di archiviazione delle nuove false piste che hanno inutilmente agitato il mistero Orlandi negli ultimi sette anni, dopo i 22 anni di truffa della pista “turca”.

Una biografia di Divo Barsotti

Nel fervido e provvidenziale dibattito in corso sul Concilio Vaticano II giunge a proposito la bella e chiara biografia scritta da padre Serafino Tognetti, Divo Barsotti. Il sacerdote, il mistico, il padre (San Paolo, pp. 405, € 29.00), utile strumento per comprendere da vicino la figura di un monaco che ha vissuto intensamente le aspettative e le cocenti delusioni di un evento che ha rivoluzionato l’operatività della Chiesa in maniera così profonda da alterare la trasmissione della Fede.

mercoledì 4 aprile 2012

LE RISPOSTE DI BRUNERO GHERARDINI A KARL BARTH



di Piero Vassallo

Le insinuanti domande rivolte dal celebre teologo protestante alla Chiesa cattolica esigevano il puntuale chiarimento della gerarchia cattolica sul concilio Vaticano II. Negli anni del post-concilio la risposta non fu formulata dagli ecclesiastici, distratti dalle ingenti fatiche dell'auto-celebrazione. A distanza di molti anni e dopo l'apparizione del fumo di satana nella Chiesa, la rilettura delle coinvolgenti domande rivolte da Barth alla Chiesa romana hanno suggerito a mons. Gherardini di proporre un profondo e sereno criterio di giudizio sul Concilio Vaticano II.

La casa Mariana editrice in Frigento (Av) ha pubblicato "A domanda risponde In dialogo con Karl Barth sulle sue domande a Roma", un magistrale e persuasivo saggio, che Brunero Gherardini ha scritto con il suo stile elegante e scintillante.
L'opera dell'illustre teologo propone una meditata ed esauriente lettura del Concilio ecumenico Vaticano II, un viaggio compiuto alla luce delle domande intriganti e delle insoddisfatte aspettative del celebre teologo protestante.

Chi è Mons. Antonio Livi, il critico di Enzo Bianchi e del teologo Piero Coda

Mons. Antonio Livi non fa parte di quelle correnti insipide della cosiddetta “teologia contemporanea” per la quale la parola teologia non significa affatto studio, amoroso, di Dio e della sua Parola-Legge, ma mero conseguimento di titoli accademici presso uno dei tanti pontifici istituti della Penisola. Eppure, di mons. Livi, già Decano e docente di Filosofia alla Lateranense, è impressionante la produzione teologica e filosofica, con decine di volumi pubblicati (l’ultimo e decisivo contributo è Vera e falsa teologia. Come distinguere l’autentica “scienza della fede” da un’equivoca “filosofia religiosa”, Casa Editrice Leonardo da Vinci, Roma 2012).
Nato a Prato il 25 agosto 1938. Ordinato sacerdote nel 1963. Direttore spirituale del Seminario romano per le vocazioni adulte dal 1967 al 1971; Cappellano di Sua Santità dal 1998. Direttore spirituale del Seminario arcivescovile di Benevento dal 2000 al 2005. Attualmente fa parte del Clero romano ed è vice rettore della chiesa di Sant’Andrea del Vignola. 

Laici antimodernisti.

Che fine hanno fatto le “feste comandate”? Considerazioni sullo ‘shopping di Pasquetta’
di Enrico Galoppini - 04/04/2012




“Lunedì di Pasqua aperto”: così recita uno striscione ben visibile affisso su alcuni dei tanti, troppi, “centri commerciali” che deturpano il panorama delle nostre città, condizionandone persino la loro stessa concezione.
Il pensiero corre immediatamente a quelle povere disgraziate di cassiere, commesse eccetera costrette a lavorare anche in un giorno che dovrebbe essere trascorso in serenità, a casa o all’aperto, con le persone care.
“Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi”? Pura archeologia, ormai, perché quelle sventurate non potranno scegliere con chi passare la “Pasquetta”: saranno costrette a lavorare da un meccanismo infernale che sta mettendo il giogo a tutti quanti.
Per quale necessità, infatti, un “centro commerciale” deve rimanere aperto in una giornata che tradizionalmente viene vissuta coi familiari e/o gli amici nella classica “gita fuori porta”, e, per chi è credente e praticante, anche alla funzione del Lunedì dell’Angelo?

Guerra Radio?

Contra Deum?

Una società che odia Dio è una società che corre verso l’autodistruzione
di Francesco Lamendola - 02/04/2012


Il mondo moderno, per Joseph De Maistre, si caratterizza per uno spiccato carattere teofobo, per una spiccata avversione contro Dio e il divino.
Se questo è vero, e crediamo che la cosa sia abbastanza evidente da non richiedere una speciale dimostrazione, allora bisognerebbe domandarsi quali conseguenze ciò abbia, non solo sul piano teologico e morale, ma anche su quello pratico e sociale.

Miracoli continui (senza veggenti replicanti e radiomarie..)

Santiago Fernández: Lourdes: guarigione di suor Luigina Traverso
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Sinaxys non espiatoria...

Romano Amerio, Stat Veritas: Redenzione ... e l'Espiazione?

Nel post precedente è venuto fuori il discorso Papi-Concilio e ci si è soffermati sulle dichiarazioni di Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, convergenti nel riconoscere la necessità che « l’insegnamento del Vaticano II, deve essere inserito organicamente nell’intero Deposito della Fede, e quindi integrato con l’insegnamento di tutti i precedenti Concili e Insegnamenti pontifici ».
È stato citato un recente intervento del card Bertone, (Convegno Internazionale Cristo-Chiesa-uomo: il Vaticano II nel Pontificato di Giovanni Paolo II, tenutosi presso ilSeraphicum di Roma nell'ottobre del 2008) illuminante sui contributi del Pontificato di Giovanni Paolo II per l'applicazione conciliare. Ne avevo stralciato questo brano:
"Nel 1985, per ricordare i 20 anni della chiusura del Concilio, egli convocò un Sinodo straordinario dei Vescovi, ed in quella circostanza i Padri sinodali non mancarono di evidenziare le «luci e ombre» che avevano caratterizzato il periodo post conciliare. Riprese le considerazioni del Sinodo nella LetteraTertio millennio adveniente, in preparazione al Grande Giubileo del 2000, affermando che “l'esame di coscienza non può non riguardare anche la ricezione del Concilio” (n. 36). La preoccupazione di Papa Wojtyła fu dunque sempre quella di salvaguardare la genuina intenzione dei Padri conciliari, recuperando, anzi superando quelle “interpretazioni prevenute e parziali” che di fatto impedirono di esprimere al meglio la novità del Magistero conciliare."
E così mi sono ricordata che l'ultimo lavoro di Romano Amerio, Stat Veritas, analizza e commenta in 55 chiose proprio la Lettera apostolica Tertio millennio advenienteÈ per questo che colgo l'occasione per condividerne con voi una delle 'perle', inserendo la

Chiosa 5: commento a tutto il § 7, in particolare:
« L'incarnazione del Figlio di Dio testimonia che Dio cerca l'uomo - pecorella smarrita [...] La religione dell'Incarnazione e la Religione della Redenzione del mondo attraverso il Sacrificio di Cristo ».
Qui viene un'obiezione fondamentalissima. L'obiezione è questa: non si parla mai della riparazione che Cristo ha dato al Padre.

martedì 3 aprile 2012

NON APRITE QUELLA TOMBA!

 - IL VATICANO NEGA OGNI COINVOLGIMENTO NEL CASO DELLA SCOMPARSA DI EMANUELA ORLANDI - “SE QUALCUNO AVESSE SAPUTO, LO AVREBBE DETTO” - IL RETTORE DI SANT’APOLLINARE: “SE SERVE A TOGLIERE OGNI DUBBIO, BEN VENGANO L’APERTURA DELLA TOMBA DI DE PEDIS” - LE INDAGINI SEMBRANO ESSERSI ARENATE - IL VATICANO NON SPIEGA PERCHÉ DELLA SEPOLTURA DI RENATINO SI OCCUPARONO ADDIRITTURA GLI STESSI ARTIGIANI CHE TUMULARONO GLI ULTIMI PONTEFICI…

1- "MA PER NOI QUELLA TOMBA SI PUÒ APRIRE ANCHE SUBITO"
PARLA IL RETTORE DI SANT'APOLLINARE, DOVE È SEPOLTO "RENATINO"
Gia.Gal. per "la Stampa"
Emanuela OrlandiEMANUELA ORLANDIEmanuela OrlandiEMANUELA ORLANDI
Per noi la tomba può essere aperta e trasferita altrove anche domani. Anche la famiglia De Pedis si è dichiarata disponibile». Parola del rettore della basilica di Sant'Appollinare, padre Pedro Huidobro. Il portone sulla piazza è sbarrato. Dal cortile della Pontificia Università della Santa Croce gli studenti entrano alla spicciolata.
«Tutto ciò che può essere fatto per risolvere la questione ci trova pienamente d'accordo e collaborativi - assicura padre Huidobro -. Va compiuto ogni passo che serva a far chiarezza. Per noi sarebbe motivo di sollievo e ci aiuterebbe a ritrovare tranquillità nella nostra attività quotidiana senza che vengano persone in basilica a chiedere di visitare la tomba di De Pedis».
Il rettore della basilica attualmente affidata all'Opus Dei precisa di «non sapere fino a che punto possa esistere una relazione tra la scomparsa di Emanuela Orlandi e la sepoltura del boss della Magliana». Ma «se serve a togliere ogni dubbio, ben vengano l'apertura e lo spostamento della tomba da Sant'Appollinare». Due mesi fa padre Huidobro aveva incontrato il fratello di Emanuela Orlandi, che per la prima volta in 29 anni mise piede nella chiesa che forse custodisce il segreto della scomparsa di sua sorella 15enne.

"In Vaticano c'è chi sa dov'è Emanuela Orlandi ma non vuole parlare"

Il mistero sulla scomparsa di Emanuela Orlandi

La Procura di Roma "Non sarà aperto il sepolcro di De Pedis"

Giacomo Galeazzi Città del Vaticano


Si sta sgretolando un muro di silenzio alto tre decenni. Gli inquirenti non apriranno la tomba a Sant’Appolinare del boss della Magliana, Renatino De Pedis ma sono convinti che «il Vaticano conosca la verità su Emanuela Orlandi». Sembra una puntata della fiction «Romanzo criminale», invece è realtà. Per la prima volta la magistratura punta l’indice esplicitamente contro la Santa Sede. Secondo il procuratore aggiunto, Giancarlo Capaldo e il sostituto Simona Maisto, qualcuno in Curia avrebbe «elementi di verità a livello indiziario». Potrebbero essere sentiti i cardinali (Re, Martinez Somalo, Silvestrini) che, sotto il pontificato di Karol Wojtyla, occupavano le poltrone-chiave all’epoca della scomparsa della figlia del messo pontificio. Un’accelerazione inattesa.

Dare a Dio?

Il Vaticano allontanato dalla JP Morgan



La JP Morgan ha addirittura deciso di chiudere il conto in banca del Vaticano, per "mancanza di trasparenza" ... abbiamo davvero visto tutto!

 http://www.iljournal.it/2012/jp-morgan-chiude-un-conto-del-vaticano/325011



Vedranno i ciechi?

E' dagli anni ottanta che a Medjugorje, con le presunte apparizioni “mariane”, ogni anno i credenti arrivano a milioni. Il credere o non credere all’autenticità dei fatti non cambia questo dato; rammentiamo, però, che queste apparizioni non sono mai state accettate dalle più alte gerarchie cattoliche, e non sono entrate a far parte della dottrina ortodossa né della catechesi. Il piccolo e povero paese di Medjugorje di allora, col tempo è andato trasformandosi in un oasi con ville, alberghi con ogni comfort; il reddito medio si è alzato molto, rispetto al resto della Croazia, ed anche i piccoli veggenti, ormai adulti, vivono in condizioni economiche decisamente migliori di allora, dopo aver continuato ad essere soggetti alle visioni ed averne ricevute circa 40.000 (dato 2010), cosa assolutamente inedita, come numero, rispetto ad ogni evento simile registrato. Le visioni di Fatima furono ben più esigue di numero e cessarono in breve tempo. Andare in chiesa equivaleva ad essere estromessi dal Partito, dalle cariche pubbliche e, in non pochi casi, si rischiava anche la vita.
In quegli anni, iniziava a spirare, però, un leggero vento di cambiamenti dall’URSS con l’inizio della “glasnost” e della “perestroijka”; in Polonia, con la presenza sempre più forte di Solidarnosch, e la cappa del terrore staliniano stava per andare in soffitta seguendo la stessa sorte dei regimi nazisti e fascisti, della dittatura franchista, di quella di Salazar in Portogallo e dei colonnelli in Grecia. Perciò, alle apparizioni di allora, il Partito socialista che era al potere, lasciò la scena libera alla Chiesa Cattolica, apostrofando il caso con supponenza e con la solita frase presa dalla dottrina di Karl Marx: «la religione è l’oppio dei popoli».
I piccoli veggenti dicevano che nelle apparizioni veniva loro detto che la Madonna avrebbe portato la pace.
Purtroppo, furono tristemente smentiti in capo a pochi andini, con una guerra fratricida che risollevò antichi rancori, mai sopiti, che covavano sotto la cenere come carboni ardenti, dai fatti della seconda guerra mondiale.