ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 9 agosto 2011

I padri del disastro


Pianeta Attualità
 
Alcuni fatti,persone nel Concilio Vaticano II 
di Padre Paolo M. Siano, FI

 
Religiosi più dediti alla pastorale diocesana che alla preghiera, matrimonio dei preti, sacerdozio femminile e una morale sessuale più “libera” per i laici: questi gli infausti auspici dei liberali presenti al Concilio, che aspirano ad una sempre maggior secolarizzazione del clero.

6) Vita Consacrata tra sacro e profano. Al Concilio, i liberali o “renani”, consigliati anche da Karl Rahner, si attivano per impedire che il documento sulla Chiesa (la futura Lumen gentium) abbia un capitolo sui Religiosi. In ciò si attengono ai pregiudizi protestantici e laicisti contro la Vita religiosa, non ammettendone l’oggettiva eccellenza. Ancora una volta, esagerati timori ecumenici e ideologia vanno a braccetto. Tra i liberali, in questo senso, spicca il cardinal Döpfner, uno dei 4 Cardinali Moderatori nominati da Paolo VI, i quali, sin dalla seconda sessione conciliare, tengono le redini dei lavori conciliari. Döpfner impedisce a vari Padri Religiosi di parlare al Concilio. Alcuni li interrompe anche un paio di volte. Vengono chiamati al microfono altri che non erano in lista. Dinanzi allo strapotere del gruppo belga e tedesco, si alleano due gruppi che portano avanti la giusta causa dei Religiosi: l’Unione Romana dei Superiori Generali e il Segretariato dei Vescovi. Questi riescono a farsi ascoltare da Paolo VI, la spuntano e finalmente un capitolo sui Religiosi viene inserito nel testo che sarà la Lumen gentium.
Un altro campo di battaglia dei Religiosi contro i liberali è la riforma della Vita religiosa. Lì si gioca una battaglia di vita o di morte. I liberali (americani, tedeschi...), sperimentando il calo di preti diocesani (già a quell’epoca!), mirano a costringere i Religiosi nella pastorale diocesana con il pretesto dell’apostolato ma senza tenere nella giusta considerazione la custodia della vita di orazione che deve stare a cuore ad ogni buon religioso. Il cardinal Suenens (anch’egli uno dei 4 Cardinali Moderatori del Concilio) auspica che le Suore di vita attiva riducano di parecchio la preghiera (l’Ufficio Divino), riducano le varie osservanze religiose e siano più impegnate nella pastorale della gioventù femminile e di altre categorie... Cosa succede dopo il Concilio? Attivismo e secolarismo tra i Religiosi, diminuzione della preghiera, perdita e calo delle vocazioni, chiusura di Istituti religiosi... Certo, ci sono stati nuovi Ordini, nuovi Istituti, nuove realtà di Vita Consacrata, ma antichi e benemeriti Ordini religiosi hanno avuto una grave crisi. Le radici? Le stiamo vedendo: idee e prassi imprudenti suggerite da vari Padri e teologi conciliari, liberali o addirittura palesemente progressisti.
7) Apertura al mondo, secolarizzazione, controllo delle nascite. Il vescovo brasiliano monsignor Pedro Koop (di origine olandese) e il vescovo francese Alfred Ancel (Ausiliare di Lione, “padre” dei preti operai, liberale, contrario al titolo mariano di Mediatrice...) sono favorevoli a preti sposati che affianchino nel ministero i preti celibi. Paolo VI e la maggioranza del Concilio ribadisce invece il celibato sacerdotale. 81 professionisti di varie parti del mondo chiedono ai Padri conciliari di permettere il matrimonio ai sacerdoti... Il gesuita Daniélou propone l’ordinazione diaconale delle donne e dice di non trovare nulla di contrario all’ordinazione sacerdotale delle donne... Anche il vescovo di Atlanta, monsignor Paul Hallinan si mostra favorevole all’ordinazione diaconale delle donne... 155 laici (medici, magistrati, ingegneri, sociologi, editori...) di 11 Paesi (Belgio, Olanda, Francia, Germania, Austria, Inghilterra, Italia, USA, Canada, Bolivia, Congo belga) chiedono a Paolo VI e al Concilio (1964) di rivedere la dottrina sul controllo delle nascite; in pratica chiedono il “via libera” della Chiesa alla contraccezione. E purtroppo si mostrano favorevoli al controllo nascite (o contraccezione) il Patriarca melchita Maximos IV Saigh, i cardinali Léger, Alfrink e specialmente Suenens (uno dei 4 Cardinali Moderatori del Concilio) il quale, su questo punto, viene richiamato da Paolo VI. Dopo qualche giorno, Suenens fa marcia indietro e dice in pieno Concilio che la dottrina della Chiesa non è mutata e che egli intendeva solo proporre lo studio del problema (controllo delle nascite)... Ma, nonostante questa ossequiosa e diplomatica ritrattazione, dopo pochi anni, nel 1968, il cardinal Suenens è uno dei grandi protagonisti della cospirazione e della resistenza clericale, belga ed europea, contro la ricezione dell’enciclica Humanae vitae (1968)1, in cui Paolo VI dichiarava illecita la contraccezione in tutte le sue forme. Nemici della Humanae vitae, e quindi favorevoli o tolleranti verso la contraccezione, furono anche altri ecclesiastici, già Padri conciliari, ed amici di Suenens, ovvero: i cardinali Alfrink, Döpfner, König, Heenan, Michele Pellegrino, monsignor Philips, l’Episcopato belga, monsignor Huygue (vescovo di Arras)...
Insomma, quei Padri conciliari liberali, paladini della Collegialità episcopale, del minimismo mariologico, del riformismo liturgista, dell’ecumenismo chiaro/scuro, dell’apertura al mondo e alla nuova teologia..., sì proprio quei Padri hanno combattuto Paolo VI (il Papa del Concilio) e difeso la contraccezione. Povero Paolo VI, tradito e umiliato!
7.1) Un caso emblematico di progressismo intra- e postconciliare. 
Si tratta del vescovo brasiliano monsignor Helder Câmara (1909-1999), un tipo davvero curioso ed emblematico. Ancora più curioso (ed emblematico della crisi post-conciliare) è che vari vescovi brasiliani lo vogliono veder Beato. Da giovane sacerdote, dom Câmara milita in un’organizzazione politica brasiliana di tipo fascista, fino a diventarne Segretario. Sbolliti gli ardori fascisti, comincia una rispettabile – ma discutibile – carriera ecclesiastica, fino a divenire – addirittura – arcivescovo di Olinda e Recife, che diverrà un laboratorio della Teologia della Liberazione. Câmara mostra simpatie per comunismo e comunisti. Durante il Concilio fa parte di un gruppo segreto progressista (Opus Angeli) che agisce dietro le quinte per influire su Padri e lavori conciliari e di cui fanno parte anche il cardinal Suenens, padre Bernard Häring, don Giuseppe Dossetti...
Il “capo-banda” – al dire di Câmara – è il teologo progressista (poi spretatosi) don Ivan Illich (1926-2002). Illich aveva un centro culturale a Cuernavaca, la diocesi di Mendez Arceo, vescovo messicano e Padre conciliare, che fu filo-massone, filo-protestante, anti-mariano, pro-psicanalisi... L’Opus Angeli si serviva di riunioni cospiratorie, contatti privilegiati coi mass-media, nomi in codice (il cardinal Suenens era chiamato “Padre Miguel”...). Il cardinal Suenens scriverà che monsignor Câmara – suo grande amico – svolse un ruolo fondamentale al Concilio, dietro le quinte, senza però intervenire... Le idee promosse dall’Opus Angeli e da Câmara? Quelle progressiste, ad esempio: ordinazione diaconale e sacerdotale delle donne, contraccezione, elezione del Papa da parte dei vescovi, fine del celibato sacerdotale... Siccome le loro idee non passano al Concilio, Câmara e compagni sperano di prendersi la rivincita dopo il Concilio.
Continua


Note
1 Cf. L. Declerck, La réaction du cardinal Suenens et de l’épiscopat belge à l’encyclique Humanæ vitæ. Chronique d’une Déclaration (juillet-décembre 1968), in Ephemerides Theologicae Lovanienses 84/1 (2008), p. 56 (1-68).

2 commenti:

  1. Tutto condivisibile tranne che la figura di paolo VI primo responsabile dello disfacimento dottrinario della Chiesa, consiglio di leggere il libro di don Luigi villa "Paolo VI Beato?", per meglio comprendere lo stato di corruzione di questo Pontefice modernista...

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  2. L'ho letto! e senza nulla togliere ai rilievi di don Villa, mi pare che padre Siano, sia stato equilibrato.
    Non tutto l'operato dei modernisti è modernista! hanno anche qualche sussulto di verità e giustizia! come quando firmò il "Credo" (scritto in realtà dall'altro modernista Maritain, che per conto suo poi scrisse anche "Le paysan del la Garonne" che ovviamente molti hanno scordato).
    Ripensamenti? penso di sì, se non altro "dulcis in fundo…"
    Ritengo poi che anche in certe posizioni, ci sia l'intervento di NSGC stesso….! che fa scrivere diritto anche in righe storte...

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