I pericoli nascosti del DDL Zan
Matteo D'Amico https://www.youtube.com/watch?v=_G11yHhPYQs
Il Cardinale Ciappi, il teologo di papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II (all’inizio del suo pontificato): “Il Terzo Segreto dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice. La conferma ufficiale del segreto de La Salette (1846): “La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.
I pericoli nascosti del DDL Zan
Matteo D'Amico https://www.youtube.com/watch?v=_G11yHhPYQs
PENSIERI A ZONZO
A volte si sente o si dice : ho una sana invidia. In realtà credo sia proprio solo un modo di dire perché, nell’invidia, non c’è niente di sano. Non per niente l’invidia è tra i sette peccati capitali, il terzo. Non perché ci sia una graduatoria, una classifica! Nel momento in cui parliamo di peccati “capitali” sono tutti parimenti gravi. Fatta questa premessa vi confido che nutro, aimè, questo turpe sentimento nei confronti di parecchia gente, non per quello che hanno, ma per quello che sono. Mi spiego.
A CHE PUNTO SIAMO?
Qualcuno sta forse abusando della pazienza e della mitezza cristiana per commettere e ostentare peccati sempre più abominevoli, anche sul piano propagandistico e spettacolare, il che ne moltiplica l’effetto deleterio e avalla l’idea che, ormai, la Chiesa cattolica è disposta ad accettare tutto, a capire tutto, a perdonare tutto, sempre in nome della famosa massima condanna il peccato ma non il peccatore.
Elevarsi per non impazzire
https://www.notiziecristiane.com/wp-content/uploads/2016/05/best-bestie-09.jpg (immagine aggiunta)
No, non è possibile, caro Gesù: stanno tutti correndo al macello come bestie senza ragione… e non c’è modo di fermarli. Questo è ciò che succede quando, anziché pregare di più, si rende culto agli idoli, prestando a realtà create quella fiducia assoluta che si deve a Dio solo: alla televisione, ai politici, alla scienza, all’uomo che fa il papa… Questo succede: ci si ammazza; il culto degli idoli uccide. Persone che credono di pensare e decidere in modo autonomo, senza sottomettersi alla legge divina, si fanno in realtà manipolare a piacimento da chi persegue la loro rovina.
La variante Delta smaschera le falle della vaccinazione
In Israele o Gran Bretagna i casi di variante Delta sono ormai 15.000 al giorno e mostrano che i decessi sono contenuti, ma proprio questo dato rappresenta il colpo di grazia alla teoria dell’immunità di gregge: la campagna vaccinale massiva non ferma i contagi. Il vaccino può rappresentare un beneficio individuale, personale per lo stesso vaccinato, ma non per gli altri. Anzi, è possibile che questi asintomatici diventino diffusori del virus. Eppure, anche di fronte a tali evidenze, le indicazioni governative continuano a non cambiare, ad inseguire il mito della vaccinazione globale, totale.
Ormai sappiamo perfettamente di quali precisi strumenti psicologici, mediatici e finanziari si serve la lobby LGBTQ, o dai quali piuttosto essa è a sua volta usata, per sovvertire la coscienza collettiva e far approvare dai Parlamenti delle leggi che fino a qualche anno fa avrebbero ripugnato non solo al senso morale, ma anche al comune buon senso di tutti o quasi tutti. Sappiamo della finestra di Overton, e sappiamo che lo studio legale Dentons, appartenente alla Thomson Reuters Foundation, ha messo a punto un formidabile strumento di guerra, intitolato Solo adulti? Buone pratiche nel riconoscimento legale del genere per i giovani, finalizzato a ottenere dei cambiamenti legislativi volti a favorire il cambiamento di sesso nei bambini, e ottenendo di far passare una eventuale opposizione dei genitori come un crimine di lesa libertà nell’autodeterminazione dei loro figli.
The Remnant. Il Ruolo di mons. Viganò nella Crisi della Chiesa (e del Mondo).
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il giornale The Remnant , negli Stati Uniti, ha dedicato nella sua rubrica The Last Word, firmata da un sacerdote, Father Celatus, una riflessione al ruolo che l’arcivescovo Carlo Maria Viganò sta svolgendo nella vita della Chiesa. Ve la offriamo nella nostra traduzione. Buona lettura.
Una #Norimberga2 per la gestione dell' #emergenza sanitaria?": è l'interrogativo rimbalzato nella sala conferenze della #Camera in occasione di un incontro organizzato dalla deputata Sara #Cunial. A intervenire per presentare quella che definisce "una #commissione che sta nascendo formata da scienziati, costituzionalisti, uomini che hanno fatto molta #politica, magistrati, psicologi e psichiatri" è #LorenzoDamiano, attivista e membro del partito Pescatori di pace.
Radio Radio TV https://www.youtube.com/watch?v=tmPLSr38re4
𝗚𝗲𝘀𝘂̀ : « Ti vedo molto seccato. Non è buono il caffè del bar, questa mattina? »
𝗗𝗼𝗻 𝗣𝗶𝗲𝗿𝗿𝗲 𝗟𝗮𝘂𝗿𝗲𝗻𝘁: « Magari fosse questo il problema, Gesù! Sto pensando a tutte le polemiche e ai dibattiti di questi giorni, ma sono seccato, tra l’altro, dalla reazione di “certi” che si dicono cattolici. »
Elogio della genuflessione. Quella vera
Adesso che, oltre a quella sedicente antirazzista, è stata sdoganata pure la genuflessione «solidaristica» – quella che gli Azzurri pare faranno, nel caso la nazionale belga omaggiasse il movimento marxista Black Lives Matter -, non resta riscoprire la variante cristiana, non è chiaro quanto contagiosa ma di certo salvifica: la genuflessione davanti a Dio.
Il fimo di Satana è penetrato nella gerarchia, ma proprio per questo la Chiesa ha ancora più bisogno di veri pastori, disposti a tutto pur di testimoniare la Verità.
L’INTERVISTA AL CORSERA
Muti demolisce il p.c. (e no, non pensa al suicidio)
In un’intervista al Corriere, Riccardo Muti fa a pezzi, con eleganza, il politicamente corretto, dall’immigrazionismo al #MeToo. Denuncia la mancanza di gavetta, la maleducazione, gli applausi in chiesa… e dice di essere «stanco» della vita in «un mondo in cui non mi riconosco più». Credente, non pensa certo al suicidio. Ma le sue parole ricordano una verità negata dal pensiero dominante.
La campagna vaccinale e la cultura cattolica. Bilancio negativo in modo quasi assoluto.
La campagna vaccinale in Italia è ormai pienamente avviata e ritengo che i tempi siano maturi per un primo bilancio della situazione, dal punto di vista della Dottrina sociale della Chiesa. L’impressione che ricavo dagli eventi è negativa e in modo quasi assoluto.
Tattiche di scaltrezza vecchie come il cucco
Chi vuole distruggere una personalità di prestigio che fa ombra al suo ego, magari perché dice ciò che lui non dice più o disvela i piani oscuri dei potenti di questo mondo,
usa da sempre una tattica vecchia come il cucco.
L’Arciv. Carlo Maria Viganò scrive una lettera aperta dopo che Papa Francesco ha scritto una lettera a mano di incoraggiamento e di lode all’attività pastorale LGBT di padre Martin che comprendeva un incontro pubblico che si sarebbe tenuto giorni dopo, ed in cui la testimonianza chiave sarebbe stata quella di Suor Jeannine Gramick, S.L., co-fondatrice del New Ways Ministry, associazione già messa all’indice sia dalla Conferenza Episcopale USA che dalla Congregazione della Dottrina della Fede, all’epoca diretta dal Card. Joseph Ratzinger,
La lettera è apparsa su catholicfamilynews, e ve la propongo nella mia traduzione.
Caro Aldo Maria, vorrei condividere con te altri pensieri legati alla questione Lgbt e all’attacco ideologico dell’Unione europea, di cui fa parte anche la nostra povera Italia, contro il premier ungherese Orban.
OPINIONE PUBBLICA
Ddl Zan e Chiesa: la narrazione vince sulla realtà
Attraverso i media si è creata una narrazione che vede la Chiesa contro le persone omo-transessuali e desiderosa di imporre la legge dei credenti a uno Stato sovrano e laico, mentre il Ddl Zan sarebbe una legge di libertà. Ovviamente la realtà è ben diversa, ma nell'opinione pubblica diventa vera la narrazione più diffusa.
L'on. Zan dipinge panchine arcobaleno a Milano
Sulla querelle Santa Sede, governo italiano e Ddl Zan esistono una narrazione ideologica assai diffusa e un’altra aderente alla realtà, sconosciuta ai più. Vediamo su quali punti principali queste due narrazioni differiscono.
La «Corredentrice» tra Papa Benedetto XVI
e Papa Francesco I
Il patriarcato di Mosca contro l’unione di Roma e Costantinopoli
Sta dando molto fastidio.
Non ai nemici della vita,
ma a coloro che dicono di difenderla.
Non ai modernisti, ma ai tradizionalisti inginocchiati al dio vaccino e a sua madre la mascherina.
Noi siamo sotto attacco.
Pertanto, abbiamo una validissima ragione in più per essere certi di essere dalla parte della ragione.
E andremo avanti. Senza guerre, ma pronti a ogni evenienza.
Comprate questo libro. È odiato.
Per il tema e per gli autori. Prefattore in primis.
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mons. Ics è rimasto giustamente colpito dalla lettera che un gesuita papa ha scritto a un altro gesuita, attivista LGBT nella Chiesa, per ringraziarlo di aver battezzato suo nipote col nome di Francesco, e per il lavoro pastorale che svolge. Presso chi? Indovinate…e godetevi l’ironia di mons. Ics.
Da tutta la vita non capivo del tutto il Padre Nostro. Ho sempre attribuito questa mia incomprensione, non senza motivo, al fatto che la mia condizione spirituale non è all’altezza che Cristo richiede quando insegna la preghiera. –
Di fronte al “sia santificato il Tuo Nome” facevo mia la domanda: “Non è Dio la santità stessa? Perché augurargli la santità?”.
E’ la domanda che trovo nel volumetto dell’abbé Jean Carmignac (1914-1986), massimo esperto dei Rotoli del Mar Morto, oggi edito dalla Ares.
Un lettore dalla Sicilia, l’avvocato Salvatore Scaglia, con Dottorato in Diritto Canonico presso PUST – Pontificia Università San Tommaso D’Aquino – Angelicum, mi invia una riflessione sulla omelia di Papa Francesco di ieri nella solennità di Pietro e Paolo.
Papa Francesco Vincenzo Pinto/AFP via Getty Images
Il gaio obitorio.
ANCORA MASCHERATI
Forever mask: dietro ci sono paura e conformismo
L'immagine più preoccupante della giornata di ieri, primo giorno senza obbligo di mascherina all'aperto, è stata quella di anziani, adulti, giovani e bambini impauriti ancora mascherati. Evidentemente la propaganda ha funzionato perfettamente. Ora sappiamo cosa c’è dietro le mascherine: paura e conformismo.
LE GRANDI TRUFFE
Siamo passati dalle “tenebre del peccato” alle “tenebre degli slogan”: il peccato è restato, ma gli slogan (proprio quelli cattolici) hanno contribuito a farne perdere tracce e coscienza, perché sono diventati l’alibi di una contro-informazione e anti-formazione. Di una manciata di sterili idee o aforismi.
“Viva Francesco!”. I seri rischi di una personalizzazione del papato
Non è un mistero che papa Francesco abbia pochissima simpatia per quei movimenti ecclesiali – dai focolarini ai neocatecumenali, dai legionari ai carismatici – che invece erano tanto amati da Giovanni Paolo II. Ne è prova il decreto dello scorso 3 giugno che ha imposto stringenti limiti temporali alle loro cariche di governo, in alcuni casi di fatto decapitandoli.
Scitote quoniam Dominus ipse est Deus:
Ipse fecit nos, et non ipsi nos.
Ps 99, 3
La Bibbia, dunque, mette in relazione il diffondersi della morte nel mondo con l’offuscarsi del volto di Dio – e non c’è dubbio che lo scenario di morte che abbiamo richiamato, e che nessuno potrebbe negare, stia avvenendo parallellamente all’offuscarsi del volto di Dio nella coscienza umana – e cosa significa, infatti, le negazione dell’obiezione di coscienza, se non che non vale più il detto «rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio» (Mt 22, 21), perché ormai resta soltanto Cesare e il volto di Dio deve sparire dalle coscienze?”
DIETRO LA LETTERA A PADRE MARTIN
Papa, la contraddizione fatta sistema
La lettera di sostegno del Papa a padre James Martin, impegnato sostenitore dei diritti LGBT, pone tra l'altro un problema di metodo, ovvero la contraddizione vissuta come regola del proprio ministero. Così pochi giorni dopo la Nota della Segreteria di Stato che contesta il ddl Zan, arriva un gesto di segno opposto.
I problemi posti dalla lettera di papa Francesco a padre James Martin, impegnato sostenitore dei diritti LGBT, sono di diverso tipo. Tra tutti, però, uno si impone come principale e ci chiede di considerare a fondo una situazione inedita della Chiesa: in essa la contraddizione è considerata la regola del proprio lavoro. Vediamo prima di tutto come il tema della contraddizione emerga dalla lettera a padre Martin per poi analizzare la portata di questo fatto.
Come si sa, padre Martin è un gesuita che non solo si occupa della pastorale delle persone LGBT, ma che sostiene il riconoscimento dei loro diritti da parte della pubblica autorità. Egli sarebbe quindi a favore di leggi come la Cirinnà e come il ddl Zan. Come altrettanto bene si sa, gli insegnamenti della Chiesa negano questa possibilità. Fatta questa premessa vediamo la contraddizione. Qualche giorno fa, la Segreteria di Stato ha consegnato allo Stato italiano una Nota in cui si paventa l’infrazione del Concordato in quanto il ddl Zan, se approvato, limiterebbe la libertà della Chiesa di esporre in pubblico la propria dottrina sull’omosessualità, compreso il divieto del suo riconoscimento giuridico da parte della pubblica autorità.Solo qualche giorno dopo, la lettera di papa Francesco a padre Martin contraddice l’intervento della Segreteria di Stato nei confronti dell’Italia, invitando con calore padre Martin a continuare con il suo impegno pastorale che, come si diceva, comprende il riconoscimento dei diritti LGBT. In cosa consiste la contraddizione? In questo: da un lato la Chiesa pretende di poter dire pubblicamente che secondo la propria dottrina le “nuove” relazioni sessuali non possono essere giuridicamente e politicamente riconosciute; dall’altro dice che intende continuare ad impegnarsi perché questo riconoscimento diventi possibile e reale.
Contraddizioni di questo genere sono diventate abituali in questo pontificato e lo stanno caratterizzando in modo molto evidente. Se l’ideologia gender è uno “sbaglio della mente umana”, perché invitare padre Martin a continuare a lavorare per i diritti LGBT? Se la Congregazione per la Dottrina della Fede ha posto precisi paletti al sinodo tedesco sulla benedizione delle coppie gay, perché papa Francesco invita il presidente dei vescovi della Germania a proseguire nel cammino sinodale? Altra contraddizione: le conferenze episcopali hanno o non hanno competenza dottrinale? E come mai quando vengono poste a Santa Marta o al Sant’Uffizio alcune contraddizioni da dirimere definitivamente la risposta è di discuterne?
L’introduzione della contraddizione come prassi della Chiesa è una delle principali novità dirompenti di questo pontificato ed anche una semplice lettera ad un Padre gesuita la mettono in evidenza. La questione potrebbe essere risolta con la teoria della lotta interna tra dicasteri pontifici e tra questi e il papa. Ci sarebbero delle contese, dei “bracci di ferro” legati a questioni di potere per cui alla fine escono posizioni diverse e spesso contrapposte. La Chiesa sarebbe incapace di parlare con una voce sola per intoppi nelle relazioni interne. Questa spiegazione sarebbe però una scappatoia. Queste eventuali contese sono evidentemente la conseguenza di modi diversi di pensare, di teologie in contraddizione tra loro. È qui allora che bisogna risalire.
L’uso da parte di papa Francesco del metodo “stop and go”, conosciuto anche volgarmente come il metodo di un colpo al cerchio e uno alla botte, riconosce alla contraddizione una funzione positiva di apertura verso nuovi processi guidati (secondo lui) dallo Spirito. La “rigidità” – lo ha dichiarato molte volte – sarebbe una patologia della fede, la quale invece vivrebbe di dubbio e di contraddizione. Tra dottrina e pastorale oppure tra Chiesa universale e Chiesa locale c’è contraddizione e bisogna, secondo lui, tenere aperto il rapporto con tutti e due i poli della contraddizione stessa. Non è quindi contraddittorio tenere aperta la contraddizione e vedere dove ci porta. I termini della contraddizione sono contraddittori ma la contraddizione no. La vita della Chiesa è contraddittoria.
Alcuni interpreti del pensiero di papa Francesco e delle sue fonti, sostengono che in questo egli si rifà alla “Contrapposizione polare” di Romano Guardini, il pensiero del quale Bergoglio poté avvicinare durante il suo soggiorno giovanile in Germania. Egli intenderebbe quindi la contraddizione come contrapposizione tra due elementi ugualmente positivi, anche se in tensione tra loro. Ma qui sta il punto. Come scriveva Joseph Ratzinger – che quanto a conoscere Guardini non era secondo a nessuno - tra il vero e il falso o tra il bene e il male non può esserci contrapposizione ma solo contraddizione. In questi casi bisogna essere “rigidi” e scegliere per la verità e il bene.
L’assunzione nella vita e nella prassi della Chiesa della contraddizione vista come una negatività positiva sembra avere il proprio padre in Hegel più che in Guardini. Per essa ogni situazione di vita che si presenta nell’esistenza storica è sia positiva che negativa, perché in essa si scontrano due polarità contraddittorie. Lo scontro non deve essere evitato ma bisogna passarci in mezzo affinché si possa arrivare ad una composizione superiore. Un qualsiasi professore di liceo spiegherebbe così la dialettica hegeliana.
Stefano Fontana
https://lanuovabq.it/it/papa-la-contraddizione-fatta-sistema
Cari amici di Duc in altum, dopo la lettera inviata da Francesco al gesuita James Martin, noto per il suo appoggio all’omosessualismo e all’ideologia gender, numerosi lettori hanno espresso il loro dolore. Vale per tutti questo contributo, nel quale il Giovane Prete affronta il tema del “metodo Bergoglio”. Sull’argomento consiglio anche la lettura della riflessione di The Wanderer, pubblicata ieri.
***
Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono
– vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde;
perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Gv 10, 12-13
del Giovane Prete
Caro Aldo Maria, ovviamente, puntuale, è arrivato, come prevedibile, l’intervento con cui il papa manda a rotoli ogni opposizione all’ideologia omosessualista, facendo fare, tra l’altro, un’altra figuraccia alla Segreteria di Stato.
Scrivere a padre Martin in questo momento e appoggiare senza riserve l’azione del gesuita pro-gay, significa contraddire esplicitamente l’insegnamento bimillenario della Chiesa.
Il metodo di Bergoglio è tanto banale e ripetitivo quanto efficiente: ribadire la verità, basata sulla Scrittura e la Tradizione, quando non serve a nulla, e contraddirla nel momento decisivo. Pensiamo al suo comportamento durante l’approvazione della legge Cirinnà o l’approvazione della legge sull’aborto in Argentina.
In questo modo fa sì che i cattolici in buona fede possano sempre riferirsi alle dichiarazioni “ortodosse”, fuori tempo e fuori luogo, mentre nella prassi si consuma l’allontanamento della società dalla legge di Dio e la scissione tra i fedeli. Potremmo dire che al papa piace sparare alla schiena ai suoi, appena questi dimostrino di ritrovare un po’ di coraggio.
Il metodo Bergoglio ha adepti di tutto rispetto: ogni volta che qualche congregazione della Santa Sede esprime una posizione chiara, c’è sempre un curiale che subito prende le distanze. Il risultato è che la Chiesa appare come una banda di dilettanti allo sbaraglio, nella quale ognuno vaga senza scopo e direzione, e ognuno può credere a ciò che vuole. Che pena!
Per noi sacerdoti e per i fedeli è uno spettacolo davvero indecente. La sposa di Cristo è veramente violentata da questi pastori che – lo dico con un dolore tremendo – stanno senza ritegno dalla parte del padre della menzogna. Non riesco a togliermi dalla testa la preghiera con cui il vescovo John Stowe ha introdotto il webinar Outreach 2021 organizzato da padre Martin e appoggiato da Bergoglio:
“Dio Creatore onnipotente, che riveli il tuo potere nella misericordia e nella compassione, guardaci mentre ci riuniamo da molti luoghi, uniti nel nostro desiderio di servire, elevare ed imparare dai tuoi figli Lgbtq+”.
Caro Aldo Maria e cari lettori di Duc in altum, vorrei che ci fermassimo un attimo a leggere questo delirio. Satana ha intinto la penna nell’inchiostro e ha scritto. Non c’è altro da aggiungere.
Maranatha! Vieni Signore Gesù!