ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 25 febbraio 2017

Non una verità qualsiasi, ma la Verità.


IL GIOGO DEGLI INFEDELI

    «Non ritornate sotto il giogo degli infedeli»: come si è regolato Gesù Cristo il divino Maestro nei confronti delle altre religioni? Ecumenismo, dialogo-interreligioso: quanta confusione si svolgono intorno a queste espressioni
di Francesco Lamendola  

Ecumenismo, dialogo-interreligioso: quanta confusione, quanta ambiguità, quante aberrazioni, talvolta in buona fede, talaltra volute, si svolgono intorno a queste espressioni; e, diciamolo pure, quanto pericolo per le anime, almeno se si prendono sul serio le cose di Dio e non le si riduce a una chiacchierata al bar fra quattro amici, dove ognuno è libero di dire e di fare tutto quel che gli passa per la testa, senza remore e senza particolari responsabilità. Per i cristiani nati, o cresciuti, dopo il Concilio Vaticano II, quelle espressioni hanno un suono familiare e un significato perfino scontato: perciò appaiono come perfettamente canoniche, perfettamente cristiane, perfettamente ragionevoli, giuste e condivisibili. Ma è proprio così?

Una apostasia di massa

BRUXELLES. “CHI UCCIDE LA CHIESA? LA CHIESA TALVOLTA, MA TALMENTE BENE…”. GERUSALEMME.

A Bruxelles, una delle capitali più scristianizzate d’Europa, l’arcidiocesi, guidata dal neo-cardinale Jozef De Kesel, protetto del discusso cardinale Danneels è riuscita a far sì che le Fraternità di Gerusalemme decidessero di lasciare la città. Dal 2001 le Fraternità, gruppi di vita monastica (a Roma è affidata loro Trinità de’Monti) sono nella parrocchia di Saint-Gilles e hanno intessuto legami profondi con la popolazione, cattolica e non, del quartiere. Dopo la sostituzione dell’arcivescovo Léonard, inviso a Danneels e di conseguenza al Pontefice regnante, è partito un piano di ristrutturazione delle parrocchie, che ha creato e continua a creare perplessità e opposizioni fra i laici cattolici. Che, fra l’altro, sono rimasti molto colpiti – e non positivamente – dalla decisione di De Kesel di non ospitare più un’altra comunità fiorente di vocazioni e di frutti spirituali, la Fraternità dei Santi Apostoli, a Sainte-Catherine, voluta e sostenuta da mons. Lèonard. Una decisione che nel contesto della vita cattolica di Bruxelles è apparsa sin dall’inizio incomprensibile.

Manca solo un timbro postconciliare?

Lefebvriani a casa

All’Esquilino sorgerà il Centro studi della San Pio X. Accordo vicino. Decisivo il ruolo del Papa


Lefebvriani a casa
Papa Francesco (foto LaPresse)



Roma. La frattura tra la Fraternità sacerdotale San Pio X (i lefebvriani) e la Santa Sede sta per essere ricomposta. L’accordo per l’istituzione della prelatura personale – garanzia di ampia autonomia gestionale e pastorale – è ormai vicino. A confermare che il lento e complesso negoziato sia ormai avviato verso una soluzione positiva è la trattativa in essere per l’acquisto da parte di Ecône del complesso di Santa Maria Immacolata all’Esquilino, a poca distanza dal Laterano.

La Misericordia 2.0

“Pillole di Misericordia 2.0: la ricetta è la carità senza la verità” 


In questo articolo sono riportate alcune frasi essenziali che Bergoglio ha rivolto ai Parroci:
“Fatevi prossimi, con lo stile proprio del Vangelo, nell’incontro e nell’accoglienza di quei giovani che preferiscono convivere senza sposarsi”

Il Papa invita i sacerdoti ad abbracciare ogni genere di unione. “Unioni celebrate in Cristo, unioni di fatto, unioni civili, unioni fallite, famiglie e giovani felici e infelici. Di ogni persona e di ogni situazione voi siete chiamati a essere compagni di viaggio per testimoniare e sostenere”. 

I parroci, è l’esortazione del Papa, siano visti da chi vuole uscire dal matrimonio non come “esperti di atti burocratici”, ma come “fratelli” “in ascolto e comprensione”.

La spia che venne dal sud del mondo

Il doppio gioco



(Antonio Socci su www.antoniosocci.comQuesto articolo di Sandro Magister (vedi QUI ) spiega benissimo l’atteggiamento dell’allora cardinale Bergoglio (nel 2004) che – ovviamente – non avrebbe mai potuto aspirare al papato, verso cui era lanciato, se, da cardinale, avesse pubblicamente contestato la “Veritatis splendor”.
Una volta diventato papa sappiamo invece cosa è successo e Magister, ancora una volta, lo spiega benissimo.
Del resto si può vedere questo stesso atteggiamento anche oggi nell’abitudine di papa Bergoglio di mandare avanti qualcuno (per esempio il card. Kasper) per lanciare la sua “rivoluzione”, senza esporsi direttamente.

Bella domanda..

Il Superiore Generale dei Gesuiti è ancora cattolico?




Padre Arturo Sosa Abascal



I moderni uomini di Chiesa hanno voluto tanto che il Vangelo diventasse condivisibile dall’uomo moderno, che hanno finito col testimoniare che loro stessi si sono convertiti al mondo moderno. Non capiscono più il Vangelo, la Chiesa e Dio. Quando parlano di Dio Padre, del Suo Figlio Gesù e dello Spirito Santo, vediamo come le loro passioni, vizi e peccati finiscono col proiettare un’immagine idolatrica di Dio.
Anche riguardo alla Chiesa: questa non avrebbe passato, e non si rendono conto che non avendo passato essa sarebbe come invisibile.


L’affliggente profanazione della misericordia

http://www.toscanaoggi.it/Vita-Chiesa/Giubileo-mons.-Fisichella-apertura-Porta-Santa-cerimonia-molto-semplice
La misericordia profanata



Dalla Lettera dei Domenicani del Santo Rosario – Pentecoste 2017


Oggi è di moda, soprattutto negli ambienti ecclesiastici, invocare la misericordia. Nel suo nome bisognerebbe tollerare ogni comportamento, ignorare gli insulti più lampanti contro l’onore di Dio, lasciare gli uomini nella loro vita di peccato, tacere i diritti della Verità e della Sua Chiesa.

La misericordia è profanata.

Ora, la vera misericordia è tutto l’opposto di questo relativismo.

Secondo l’etimologia, la misericordia è un cuore che si occupa di una miseria per portale sollievo, per farla sparire, per quanto possibile. E’ la carità che si occupa dei mali del suo tempo.
Per saperne di più, basta aprire il Vangelo di San Luca. A tre riprese, esso presenta le tappe della misericordia: essa vede il male, è presa da compassione, passa ai fatti (1).


Credette un giorno di aver trovato la via d’uscita.

 
Dittatura protestante
Terzo peccato contro lo Spirito Santo: impugnare la verità conosciuta (dal catechismo).
Vien da pensare che tutte le diocesi cattoliche e le facoltà teologiche abbiano ricevuto da Roma un ordine tassativo e ineludibile, secondo il più tradizionale stile centralistico della Curia, ma in senso esattamente opposto: quest’anno sembra obbligatorio celebrare il cinquecentesimo anniversario della “riforma” luterana. Ovunque un pullulare di convegni, settimane intensive, incontri ecumenici con pastori e pastore… tutto, ovviamente, con un unico intento celebrativo e apologetico (al contrario), quasi si trattasse di una sorta di nemesi storica che dovesse riparare le esecrabili condanne del Concilio di Trento (le quali – sia detto per inciso – sono dogmi di fede e non si possono contestare, sotto pena di scomunica). Si direbbe che, senza i cosiddetti “riformatori” protestanti, la Chiesa non avrebbe mai ritrovato la verità del Vangelo, smarrita per strada, né la sua vera identità, deformata fin dall’epoca costantiniana.

venerdì 24 febbraio 2017

Fino al nostro ultimo respiro

Qual è il secondo passaggio più incompreso della Scrittura? (Il primo è: “Non giudicate, per non essere giudicati” in Matteo 7:1, citato dagli analfabeti (o indifferenti) scritturali come una sorta di pseudo-benedizione al relativismo morale). Direi che il secondo posto va a Matteo 5:39, “se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra“.
Non comprendere questo passaggio ha portato a pregare pubblicamente per i “nostri cosiddetti ‘nemici’”, come se Cristo e la Sua Chiesa non abbiano nemici, sia umani che spirituali. Non comprendere questo passaggio ha portato ad auspicare un pacifismo letteralmente inerte, che avrebbe lasciato perplesso papa Pio V (che ha convocato la Lega Santa per resistere all’invasione dell’Europa da parte dell’Impero Ottomano, nella battaglia di Lepanto).

Keep calm and go to Guam!

Rivisitazioni. Dodici anni fa Bergoglio non aveva i dubbi di oggi  
           
Libro
Dei cinque "dubia" sottoposti a papa Francesco e resi pubblici da quattro cardinali riguardanti la retta interpretazione di "Amoris laetitia", tre fanno riferimento a un precedente documento papale, l'enciclica di Giovanni Paolo II "Veritatis splendor" del 1993. E chiedono se continuano a valere tre verità di fede riaffermate con forza da quell'enciclica.
Nel dubbio numero due è questa la verità di cui i cardinali chiedono conferma:
- l’esistenza di norme morali assolute, valide senza eccezioni, che proibiscono atti intrinsecamente cattivi (Veritatis splendor, 79).
Nel dubbio numero quattro è quest'altra la verità su cui chiedono lumi:
- l'impossibilità che "le circostanze o le intenzioni" trasformino "un atto intrinsecamente disonesto per il suo oggetto in un atto soggettivamente onesto o difendibile come scelta" (Veritatis splendor, 81).
E infine, nel dubbio numero cinque è quest'altra ancora la verità su cui attendono un chiarimento:
- la certezza che la coscienza non è mai autorizzata a legittimare eccezioni alle norme morali assolute che proibiscono azioni intrinsecamente cattive per il loro oggetto (Veritatis splendor, 56).
A nessuno di questi "dubia" Jorge Mario Bergoglio ha finora dato risposta. Ma se tornasse indietro nel tempo, a quando era arcivescovo di Buenos Aires, le risposte le darebbe. Sicure e rassicuranti.

Dobbiamo dunque rivedere anche la nostra idea di Dio?

CREDO UT INTELLIGAM

    "Credo ut intelligam intelligo ut credam". Io credo Signore aiuta la mia poca fede! Poi, illuminati dall’alto, si arrivano a capire le ragioni razionali della fede, ma si deve partire da un atto d’umiltà, ragione inclusa 
di Francesco Lamendola  


Credere in Dio, credere in Gesù Cristo, nella società moderna è cosa ardua; almeno così si dice. Non sappiamo fino a che punto fosse facile, o, comunque, assai più facile, in altri temi, per esempio nei secoli dell’Impero Romano, quando, oltretutto, la fede cristiana poteva essere bersaglio di persecuzioni sanguinose in qualsiasi momento, a seconda della politica di un sovrano o del capriccio di un procuratore. Non lo sappiamo, e quindi non siamo in grado di dire se credere fosse cosa più facile nei secoli dell’alto Medioevo, fra una scorreria barbarica e una prepotenza del signore feudale più vicino, per non parlare del cattivo esempio che davamo, così spesso, sul piano morale, il clero e gli stessi vicari di Cristo sulla terra. Oppure se fosse più facile credere durante il Rinascimento, o sotto i rigori della santa Inquisizione, o al tempo della Rivoluzione scientifica, o sotto la ghigliottina egualitaria dei giacobini, o nei quartieri operai, squallidi e disperati, della prima Rivoluzione industriale. Non lo sappiamo, perché non possediamo la macchina del tempo: per cui qualunque affermazione troppo precisa, a questo proposito, rischia di essere poco più che una mera esercitazione retorica.

Si vede che il loro dio non è il nostro

VOLETE STANCARE DIO ?

    In teologia si chiamava e forse si chiama ancora “santa ira di Dio” ma per i biblisti e teologi progressisti è una contraddizione in termini, il loro dio non si arrabbia mai: si vede che il loro dio non è il nostro 
di Francesco Lamendola  




Davanti alla resistenza che il re Acaz gli oppone, mentre sta cercando convincerlo a fidarsi di Dio e a non contare su degli alleati puramente umani, il profeta Isaia, esasperato, a un certo punto esclama: Vuoi stancare Dio, vuoi fargli perdere la pazienza?
Ci par già di vedere insorgere i biblisti e i teologi modernisti e progressisti, e udire le loro indignate proteste: Ma via, questo linguaggio non va preso alla lettera! Si tratta di espressioni pesantemente antropomorfiche, che attribuiscono a Dio dei sentimenti tipicamente umani, come lo stancarsi e il perdere la pazienza. Invece Dio, che è misericordioso, non perde mai le staffe, non si arrabbia come farebbe una pescivendola al mercato. Strano; avevamo sentito parlare di una cosa che, in teologia, si chiamava, e forse si chiama ancora, “ira di Dio”, anzi, la “santa ira di Dio”, perché tutto ciò che è di Dio, è santo, e dunque è santa anche la sua ira. E ci era parso di leggere diversi passi della Bibbia in cui tale ira si manifesta, in occasione di alcuni peccati umani particolarmente odiosi e meritevoli di una punizione immediata ed esemplare. Ma si vede che questi biblisti e teologi modernisti e progressisti ne sanno una più del diavolopardon, volevamo dire che ne sanno una più di Dio in persona, dato che, per loro, l’ira di Dio è una contraddizione in termini, il loro dio non si arrabbia mai, non si sdegna contro i peccatori impenitenti, per quanto orrende siano le loro colpe, mantiene sempre un perfetto autocontrollo, un perfetto aplomb; si vede che il loro dio è un perfetto gentleman, un signore che beve molto Cynar per tenere lontano il nervosismo e il logorio della vita moderna. 

PAM,spam

Pontificia Accademia della Morte
Pochi giorni fa è andata in scena una sorta di beatificazione di Marco Pannella da parte del presidente della Pontificia Accademia per la Vita, monsignor Vincenzo Paglia. Un video-scandalo, ma più ancora che le parole di elogio per il defunto leader dei radicali, a inquietare è la prospettiva evocata da Paglia....

Sapere che un uomo che nella sua vita e fino alla fine ha fatto tanto male, come Marco Pannella, abbia però goduto dell’amicizia di un sacerdote, è in qualche modo consolante. Si può sperare che quel filo con Dio che non si è mai spezzato possa aver provocato almeno alla fine un ravvedimento, un pentimento, per salvare la sua anima. Ma la speranza si fa amarezza sapendo che quel sacerdote è monsignor Vincenzo Paglia, ex vescovo di Terni (diocesi da lui ridotta sull’orlo della bancarotta), disastroso ex presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, da pochi mesi presidente della Pontificia Accademia per la Vita nonché cancelliere dell’Istituto Giovanni Paolo II per la Famiglia, istituti dove ha iniziato una sistematica opera di demolizione di quanto voluto da san Giovanni Paolo II.

Vaticani's Karma

Grazie a un sapiente (ed esilarante) montaggio ad hoc, sembra proprio che il Pontefice non sia rimasto immune al tormentone sanremese...

Il valzer degli iniqui

Gesù (non) dixit Il gesuita che offende Cristo
Evangelisti senza registratore? Il generale gesuita Sosa, prigioniero dell’ideologia irrazionalistica è allergico alla parola “dottrina”, non vede che con questa stolta polemica offende non solo la Chiesa, ma Cristo stesso, rinnegando i principali dogmi della Chiesa. Le stesse aberrazioni della Teologia de la revolución. Sofismi che possono far presa sull’opinione pubblica cattolica meno fornita di criteri, ma sono stati decostruiti e smentiti dai documenti del Magistero.
L’intervista del generale dei gesuiti Padre Sosa, per il quale le parole di Gesù andrebbero contestualizzate perché gli evangelisti non avevano con sè un registratore, per la sua assoluta incoerenza logica, non meriterebbe alcun commento teologico ma solo una risata. Ma, trattandosi di un intervento dell’attuale generale dei Gesuiti nel dibattito sull’interpretazione di un documento pontificio così problematico come l’Amoris laetitia, si rende necessario, per responsabilità pastorale nei confronti dei fedeli ai quali l’intervista è giunta attraverso i media internazionali, un richiamo al corretto rapporto del Magistero e/o della sacra teologia con la verità rivelata, quella con la quale Dio «ha voluto farci conoscere la sua vita intima e i suoi disegni di salvezza per il mondo» (Vaticano I, costituzione dogmatica Dei Filius, 1870).

Nel principio della fede in Cristo

Padre Pio si sottrae alle categorie legate al tempo, non appare “vecchio”, “contemporaneo” o “nuovo”. È semplicemente “originario”, situato nel principio della fede in Cristo e del tempo di Cristo, e da lì parla agli uomini di ogni epoca e di ogni luogo. La cella del convento nel Gargano del XX Secolo può divenire un luogo angusto, se non la si riconduce alla sua topografia spirituale, caverna dell’antica Tebaide preparata da sempre dal Signore per ospitare il suo santo servo.

Giovedì 23 febbraio 2017

E’ pervenuta in redazione:

Carissimo Alessandro Gnocchi,
sono un devoto di padre Pio e anche un discreto conoscitore della sua vita e della sua opera. Avevo già letto “L’ultima Messa di padre Pio” che lei aveva scritto con Mario Palmaro e ora ho visto che ha pubblicato un nuovo libro su questo grande santo. Devo dire che mi sorprende l’impostazione del suo lavoro. Per ora sono riuscito solamente a scorrerlo e devo confessare non mi è mai capitato di trovare qualcuno che paragonasse padre Pio ai padri del deserto in modo sistematico, come fate lei e padre Serafino Tognetti. Come è nata questa scelta?
Un cordiale saluto
Giovanni De Carlo

giovedì 23 febbraio 2017

Vaticano III = Santa Marta I?

“Spifferi parte VIII: Bergoglio con una battuta inaugura un ‘Vaticano III-de facto'” di Fra Cristoforo


Non conoscono più limiti. Ormai l’apostasia è sfacciata. Non possiamo tacere uno scandalo simile. La teologia è completamente avvelenata. E i teologi pure.
Dal 26 febbraio al 1 Marzo 2017 si terrà, nella Pontificia Facoltà Gregoriana, un convegno pro Lutero
(http://ilsismografo.blogspot.it/2017/02/italia-l-utero-e-i-sacramenti.html).
Badate alle prime frasi: «Oggi i cattolici sono in grado di comprendere le preoccupazioni riformatrici di Martin Lutero e di considerarle con un’apertura mentale maggiore di quanto sembrasse possibile in precedenza».

"Sine glossa"?

Ecco qua il vero "gesuita moderno". Al cui discernimento non scampa neppure Gesù                
ArturoSosa2
Ricevo e pubblico questo commento al post precedente, nel quale il generale dei gesuiti teorizzava – in un'intervista registrata e da lui autenticata – che anche le parole di Gesù vanno sottoposte a costante "discernimento".
L’autore è diplomato all’Istituto di Scienze Religiose di Trieste e si è dedicato in particolare allo studio della teologia di san Bonaventura da Bagnoregio. Scrive sul settimanale diocesano “Vita Nuova”.
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IL GENERALE DEI GESUITI GUIDA L'ESERCITO DEGLI STORICISTI

di Silvio Brachetta
Con Arturo Sosa Abascal, nuovo superiore generale della Compagnia di Gesù, si ha la dimostrazione compiuta che la teologia cattolica è travolta dallo storicismo.

Castigo per l’apostasia?

ISLAM CASTIGO CHIESA APOSTATA

    Verso una nuova religione mondiale? L'islam è il castigo per la chiesa apostata. L’accoglienza sempre più ampia di «rifugiati» musulmani incoraggiata dal Papa e dall’Europa stanno favorendo la massiccia islamizzazione dell’Europa
di Cinzia Palmacci  





L’accoglienza sempre più ampia di «rifugiati» musulmani incoraggiata dal Papa e dall’Europa, così come la mescolanza delle popolazioni e la distruzione delle loro identità che essa comporta, stanno favorendo la massiccia islamizzazione dell’Europa. Può darsi che questa sia una condizione preliminare per la creazione della nuova religione mondiale, presentata come soluzione ai problemi e al rifiuto dell’islamizzazione, se rifiuto vi è, visto che non si tratta di presentare la fede cattolica. Il Papa stesso ha detto che Dio non è cattolico. Quando dei sacerdoti fanno pregare i loro fedeli con i musulmani e dei vescovi posano la prima pietra delle moschee, dove ogni giorno si bestemmia la Santissima Trinità e si proclama l’odio contro il cristianesimo, come non prendere atto che la perdita della fede fa avanzare l’islam, il quale si rivelerà come il castigo per l’apostasia

Stufi di vedere tutta questa falsità

La verità su Medjugorje
Cosa si nasconde dietro?

Questo scritto nasce dall'esigenza - ormai traboccante di nausea -
di comunicare ai veri credenti e ai veri figli di Maria
il marcio di una realtà diventata troppo mercantile e commerciale!



"Medjugorje: tradimento, tradimento, tradimento!"
(la Madonna ad una veggente)

    Siamo un gruppo di cattolici e ferventi mariani e ormai siamo stufi di vedere tutta questa falsità, tutta questa spettacolarità, tutti questi soldi... tutto questo commercio attorno all'evento "Medjugorje". Sia chiaro: crediamo veramente alla Madonna, La amiamo e La veneriamo! Siamo nauseati invece da tutto ciò che l'uomo di oggi ha costruito intorno a questo evento, l'evento Medjugorje: siamo stufi e scocciati di tutto spettacolarismo, di questa falsa pietà, di tutto il sensazionalismo che i falsi credenti hanno sparso fra il Krizevac e il Podbdro, di tutti i soldi, i compensi, le ricchezze, gli stipendi, i salari e le retribuzioni che girano tra le mani di "chi" dovrebbe essere povero fra i poveri, ultimo fra gli ultimi, nascosto e appartato, isolato e slegato dalla televisione, dai giornali, dalle radio, da tutti i mezzi di comunicazione sociale! 


L'esca maltese?

A proposito del Cardinale Burke




Letta la notizia del trasferimento del Cardinale Burke nell’isola di Guam, l’amico GLG ci manda questo suo appunto, che pubblichiamo per la riflessione che suggerisce e che molto probabilmente è tanto vicina al vero che c’è da aspettarsi il verificarsi di una delle due ipotesi da lui avanzate.


Il fatto

da noi segnalato nel nostro articolo “Gente che va… gente che viene”; e come raccontato da Il Giornale del 16 febbraio scorso


Lo spirito di Paglia


Marco Pannella sarà presto canonizzato dalla Chiesa cattolica? Al momento pare ne sia stata dichiarata l’eroicità delle virtù, il primo passo per salire all’onore degli altari.
Almeno così sembra, ascoltando l’intervento che mons. Vincenzo Paglia (vedere video sotto) ha tenuto lo scorso 17 febbraio nella sede del Partito Radicale.
L’occasione è stata la presentazione del libro “Una libertà felice”, che racconta la vita di Pannella. Una vita, come si evince dalle parole di Paglia, esemplare, da prendere a modello.

“Nessuno aveva il registratore”?

Nel cerchio rosso, la sede del Verbo. Hotel Santa Marta.  

IL VANGELO E’ RELATIVO. BERGOGLIO E’ L’ASSOLUTA VERITA’.

“Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto”. Gli domandarono: “Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?”. Rispose loro: “Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio”».
Magister dà  le prove. Il 4 ottobre 2015, in tutte le chiese di rito latino, a Messa, si legge il brano di Marco (10,2-9)  che è praticamente identico  al passo di Matteo  qui sopra citato; per di più, è la domenica in cui inizia la seconda sessione del sinodo sulla famiglia: quale migliore occasione che ricordare l’indissolubilità del  matrimonio cristiano sacramentale? Invece Francesco  tace. Sorvola. Passa oltre. Qui sotto si può leggere quel che disse:

Deus non irridetur

VANNO FERMATI !

    Il loro gioco ormai è chiaro: vanno fermati. E' solo una creazione gnostico-massonica: quei signori vogliono demolire pezzo a pezzo la Chiesa e la fede cattolica e sostituirle con una neochiesa che ne conserverà solo il nome 
di Francesco Lamendola  



Bene o male, più male che bene,  a voler essere ottimisti e fiduciosi, a ostinarsi a credere che vi fosse della buona fede, a cercare il positivo ad ogni costo, fino a qualche tempo fa si poteva ancora pensare, sperare, illudersi, che la deriva modernista e progressista della Chiesa cattolica fosse un fenomeno “naturale”, dovuto ai meccanismi complessivi della storia moderna, ai mille condizionamenti esterni, alla stessa trasformazione antropologica indotta dalle nuove tecniche, dal nuovo sistema economico-sociale, dalla nuova cultura, e quindi, in ultima analisi, dalla nuova struttura psicologica, sia individuale che collettiva.
Si poteva pensare, sperare, illudersi, che le cose non fossero proprio così come sembrano: e cioè che quei sacerdoti, quei vescovi, quei cardinali, e il papa stesso, papa Francesco, intendiamo, non stiano parlando e agendo così come fanno, se non per un eccesso di zelo, per una sorta di santa impazienza, per un desiderio di vedere la Chiesa più bella, più pulita, più spirituale e più vicina al suo divino Sposo. Per ogni loro imprudenza, per ogni loro avventatezza, per ogni loro discorso, o azione, che suscitano smarrimento, dolore, amarezza nei fedeli, che danno scandalo alle anime, si poteva ancora pensare – certo con  una grossa, grossissima dose di candore, per non dire d’ingenuità -, sperare ed illudersi che vi fosse una spiegazione benevola: che non si fossero spiegati bene, che i mass media non avessero riportato le cose in modo veritiero, che le loro intenzioni fossero state travisate. Ma ormai le cose sono giunte ad un punto tale che nessun margine di dubbio, nessuna ambiguità, nessuna incertezza, sono ancora possibili.