ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 10 marzo 2018

La Santa Inquisizione Globalista

UNA REAZIONE SANA

Ho ricevuto questa lettera  firmata.
Contestato il parroco che ha chiesto di pregare anche per il padre che ha commesso questa orribile strage. Che dire? Oramai il popolo pretende che i parroci ragionino secondo la giustizia del mondo (nessuna pietà e nessuna speranza eterna per chi si è macchiato di tale crimine) invece di preoccuparsi di recuperare e salvare l’anima di chi ha sbagliato e la cui salvezza eterna al momento è pregiudicata.
Dispiace che l’ignoranza abbia la meglio, Era chiaro che non si trattasse altro che di una preghiera di conversione affinché l’omicida si possa rendere conto dell’atrocità che ha commesso e poter così intraprendere un percorso di pentimento sincero e, come tale, sofferto. Ma questa è la situazione di oggi”.

No, caro amico e  lettore, stavolta non sono d’accordo.  La vita è una cosa seria, la morte anche di più. Non molto tempo fa la Chiesa negava ai suicidi  la sepoltura  in terra consacrata: segnale tremendo ma pedagogia necessaria. Non erano ancora i tempi del “chi sono io per giudicare”, e la sapienza cristiana sapeva che il suicida si è escluso volontariamente dalla possibilità  stessa di misericordia e perdono nel Giudizio, con un atto di superbia suprema buttato in faccia al Dio che è Amore.

“Lei non sa in che guaio si è messo”

  • INFOVATICANA

Il Vaticano in guerra contro un sito "scomodo"

Chiudere la bocca a un giornalista non allineato. La Segreteria di Stato della Santa Sede ingaggia un blasonato studio legale vicino alle ideologie Lgbt per mettere il bavaglio al giornalista spagnolo Gabriel Ariza di Infovaticana. La scusa? "Il nome della testata crea concorrenza sleale". "E' una minaccia - dice lui - perché il Vaticano non è un'impresa che vende prodotti”.
Ariza con la sua famiglia a Roma dal Papa

“Lei non sa in che guaio si è messo. Le sguinzaglierò alle calcagna i migliori avvocati della città”. E’ la classica frase che il potente di turno utilizza per intimorire il giornalista dalla schiena dritta che non si vuole piegare a certe logiche. Un topos, che nel mondo del giornalismo capita spesso di vivere. Questa volta però vede protagonista la Segreteria di Stato Vaticana che ha deciso di dichiarare guerra a un sito di informazione considerato scomodo. Il sito è spagnolo e si chiama Infovaticana e da alcuni mesi a questa parte sta fronteggiando una costosa battaglia giudiziaria sull’utilizzo del logo e della testata che secondo il Vaticano viola le leggi sulla concorrenza.

..E neanche Egli..

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«Amoris laetitia» e il sacramento perduto

    Su Amoris laetitia si è ormai detto di tutto e il contrario di tutto, tanto che tornare a parlarne sembra stucchevole. Tuttavia è innegabile che lì, specialmente nel capitolo VIII, c’è un nodo irrisolto, la cui portata va ben oltre la questione della possibile ammissione alla comunione eucaristica dei divorziati risposati.
Merita quindi attenzione Amoris laetitia? I sacramenti ridotti a morale (La Fontana di Siloe, 192 pagine, 19,50 euro), libro nel quale Giulio Meiattini, monaco dell’abbazia benedettina Madonna della Scala (Noci) torna a interrogarsi sul documento papale  e lo fa introducendo una questione che, anche per chi non è teologo ma semplice fedele, appare come quella veramente sostanziale.
Scrive dunque Meiattini: «Il  vero nodo problematico, nel capitolo VIII di Amoris laetitia, è il seguente: il “metodo” morale del discernimento, basato sul rapporto fra norma e attenuanti soggettive, è del tutto insufficiente a corrispondere alle esigenze di un’etica fondata sul liturgico-sacramentale».

..e neanche loro..

Quando il cervello lascia il posto alla poltiglia, col compiacimento dell’interessato 


Più tempo passa, più ci tocca sentirne, di belle e di brutte, ma soprattutto di sceme.

Siamo in quella che un tempo era la tranquilla provincia italiana, retta e governata dal buon senso, dal rispetto per le cose semplici e da quello che fino a qualche anno fa si chiamava “timore di Dio”. Ebbene, da questa provincia non più normale, giunge notizia dell’organizzazione di una inconcepibile corbelleria, denominata “festival dell’eresia”.

[chi fosse curioso di leggere il programma, i nomi dei promotori, dei “protagonisti”, dei sostenitori e dei patrocinatori, vada sul sito dello stesso comune
http://www.comune.trivero.bi.it/on-line/Home/articolo53018466.html?largefontsize]

Di primo acchito, uno ha un sussulto, tanto è imprevista la notizia, ma poi sorride beffardo, dicendo a se stesso che dopo che è da un bel po’ di tempo che si inventano, si organizzano e si celebrano i festival più disparati, che più astrusi sono e più sono applauditi, finalmente un bel festival dell’eresia ci voleva, quasi a mettere i puntini sulle i: cos’è il ribollire nauseabondo del mondo moderno se non una sorta di rigurgito incontrollato di eresie?

Non si è mai rassegnato

 IL CAPOLAVORO DEL DIAVOLO


Ci stava provando da duemila anni. Da Gesù nel deserto e in quella terribile notte, nell’orto degli olivi fino al nostro presente: "con un papa che non fa il papa, che non agisce da papa; che sconcerta e sbigottisce i credenti"
di Francesco Lamendola  


 

Ci stava provando da duemila anni.
Il tentativo del principe di questo mondo per distruggere l’opera della Salvezza, e quindi la Chiesa di Gesù Cristo, incomincia ancora prima che la Chiesa muova i primi passi; risale a quando egli ardisce di tentare personalmente il Redentore, nel deserto, come è narrato nei Vangeli: quando il Figlio di Dio, dopo un lunghissimo periodo di solitudine, preghiera e digiuno, finalmente ebbe fame. Fu un triplice assalto; per tre volte, e da tre lati diversi, il grande tentatore provò ad insinuarsi nelle maglie della fede di Gesù: e tutte e tre le volte rimase completamente sconfitto, perché non riuscì a trovare la benché minima fessura, il più piccolo spiraglio per insinuarsi e fare leva, un poco alla volta, com’è la sua tecnica abituale, trasformando poco alla volta un piccolo cedimento di fronte a lui, in uno squarcio sempre più grande e, alla fine, in una resa senza condizioni. Un nuovo tentativo lo ha fatto molto più tardi, al termine della missione terrena di Gesù, quella terribile notte, nell’orto degli olivi, quando il Maestro era solo e sudava acqua e sangue, nell’agonia della Passione interiore; e anche allora fu respinto, allorché il Figlio di Dio pronunziò queste semplici, sublimi parole: Tuttavia, Padre, sia fatta la tua volontà, non la mia.

Di nuovo hanno ben poco

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La sindrome di Giuda

I suoi fratelli, vedendo che era amato dal padre più di tutti i figli, lo odiavano e non potevano parlargli pacificamente (Gen 37, 4).

La storia di Giuseppe, figlio di Giacobbe, oggetto di invidia e di odio da parte dei fratelli a motivo della predilezione paterna per il figlio avuto in vecchiaia, può fornirci una chiave interpretativa del rigetto delle autorità giudaiche nei confronti di Gesù. Per molti versi, in effetti, l’antico Giuseppe è una prefigurazione del Messia: la sua dolorosa storia di ingiusta esclusione si risolverà infatti nella salvezza di tutta la famiglia, una volta che la Provvidenza lo avrà dapprima condotto in Egitto come schiavo, poi elevato alla seconda carica del regno dopo il faraone. Anche la sua inalterabile mitezza e il suo eroico perdono fanno intravedere i tratti del Salvatore, che in tutto l’Antico Testamento traspare attraverso fatti e parole di cui era il segreto autore.

Il rifiuto del Profeta galileo non può certamente spiegarsi soltanto in base a considerazioni umane, ma è comunque necessario che gli uomini, nella loro libertà, offrano un supporto all’azione del mondo diabolico. La preoccupazione di preservare la religione da evenienze che potessero metterne in pericolo la sopravvivenza è fin troppo comprensibile per chi su quel culto aveva fondato il proprio potere e la propria fortuna, ma risulta insufficiente come motivazione, specie se si pensa che non servì a evitare, quarant’anni dopo, la catastrofica rivolta che finì con la distruzione del Tempio e la deportazione del popolo, mentre la classe sacerdotale era già stata massacrata dagli zeloti stessi per collaborazionismo con i Romani. Ciò che di Gesù risultava alle autorità davvero insopportabile era la relazione inaudita ed esclusiva con Dio che dimostrava nei discorsi e nelle azioni: nessun uomo si era mai neanche sognato che fosse possibile qualcosa del genere.

P.A.M:pontifica accademia per la morte



MONS. PAGLIA, ALFIE EVANS E LA PREDILEZIONE DEL PAPA PER CHI HA UN “PASSATO”. COMPETENZA? BAH…

La sciagurata intervista dell’arcivescovo Vincenzo Paglia a Tempi in re Alfie Evans mi ha colpito. Non tanto per le tesi espresse – immaginabili peraltro da qualcuno che elogiava lo “spirito di Pannella”; non tanto perché il Presidente della Pontificia Accademia per la Vita dovrebbe a priori essere diffidente, se le parole del Papa vengono usate per decretare una morte; non tanto perché, forse sbagliando, e se è così ne chiediamo venia, abbiamo annusato una vena di superficialità nell’intervista, quando altre persone come vedete su questo sito e su questo e su questo si sono espresse con ben altra prudenza e profondità – in fondo c’è sempre d mezzo una vita umana, no? -; non tanto perché un uomo forse non versatissimo in bioetica ma sicuramente molto navigato e astuto come Vincenzo Paglia avrebbe dovuto sapere (lo sapeva?) che la Corte Suprema sta decidendo sull’appello; e probabilmente c’è chi potrà, vorrà utilizzare le sue parole per decidere che i genitori non hanno diritto di cercare, magari inutilmente, qualcuno o qualcosa che possa dare una speranza a loro figlio.

venerdì 9 marzo 2018

“Ciò che piace al demonio”

"Catechesi del demonio": ciò che piace a satana e ciò che non piace. Leggete con molta attenzione...


Rivelazioni fatte dal demonio (su costrizione divina) durante gli esorcismi.

Padre Pellegrino Maria Ernetti, morto alcuni anni fa, era monaco benedettino dell'Abbazia di San Giorgio Maggiore di Venezia, dove riceveva centinaia di persone alla settimana per essere esorcizzate. Era noto per i suoi studi biblici e teologici. Le sue conoscenze nelle varie scienze erano note e tali che costituirono punti sicuri di riferimento per i fedeli che accorrevano da lui non solo da tutta l'Italia, ma anche dall'estero, perché era il più preparato esorcista del nostro tempo.
Padre Pellegrino Ernetti, in una intervista fattagli dal giornalista Vincenzo Speziale, diceva: ... oggi il male (e tutti ce ne lamentiamo) sta dilatandosi sempre più in tutto il mondo e nelle più svariate e raffinate manifestazioni.
Chi reagisce? Chi lotta? Chi prende le armi della fede? Non si ‘può pretendere di piantare il seme buono e che esso poi possa attecchire e produrre frutto, se prima non abbiamo dissodato questo terreno dalle spine e dai rovi del demonio. Vana sarebbe ogni pastorale che non comprendesse questa tattica di lavoro spirituale, perché gli eletti sono coloro che hanno vinto il dragone nel Sangue dell'Agnello.

Sarà l’ennesimo caso di disinformazione tradizionalista?


L’AMORE DELLA MASSONERIA PER “FRANCESCO”. UNO STUDIO DOCUMENTA UNA STORICA “PRIMA VOLTA”.


MARCO TOSATTI
Abbiamo ricevuto uno lungo testo, corredato di note e riferimenti facilmente utilizzabili, che documenta un fatto certamente nuovo nella storia della Chiesa. E cioè l’apprezzamento – che continua anche adesso – delle organizzazioni massoniche mondiali per l’attuale pontificato. E’ uno studio molto interessante, perché a nostra conoscenza mai niente del genere è avvenuto nei confronti di papi moderni, o recenti, e testimonia se non altro delle aspettative di novità nei confronti del mondo attuale create dal Pontefice. Il documento che riportiamo, e il cui autore preferisce restare anonimo, è frutto di un lungo lavoro di ricerca, intrapreso da tempo, e che probabilmente sta ancora continuando. Credo che si debba essere grati a chi si è impegnato con tanta acribia e diligenza in questa opera di ricerca e documentazione, dal valore storico indubitabile. Lo pubblichiamo integralmente, senza nessuna modifica. Un testo in inglese è stato pubblicato dal sito OnePeterFive nei giorni scorsi.

La trappola della manipolazione del dissenso

THE LOST SHEPHERD: CONTAMINAZIONI CONCILIARI E TENTAZIONI CONCILIARISTE DESTINATE AL FALLIMENTO. UN MONITO PER IL PROSSIMO CONVEGNO DI ROMA.




L’ottimo Tosatti recensisce oggi (quiThe lost shepherd, un saggio di Philip Lawler che, nella traduzione italiana, potrebbe suonare comeIl pastore smarrito, visto che l’espressione  evangelica pecorella smarrita si rende in inglese con lost sheep. 

É significativo che un giornalista americano cattolico, certamente non qualificabile come tradizionalista, abbia ritenuto di dover sollevare delle critiche - peraltro argomentate - sull’attuale pontificato. L’analisi di Lawler segue una lunga serie di articoli e saggi che mettono in rilievo lo sconcerto ed il senso di turbamento derivanti dal disinvolto doctrinal shift di Bergoglio, ossia da quelloslittamento dottrinale che sta conducendo verso l’apostasia quel che della Chiesa di Cristo sopravviveva fino al 2013 nella neo-chiesa conciliare. 

Eppure, come molti altri scritti pur fortemente critici, anche The lost shepherd presenta un elemento che, di fatto, squalifica e relativizza la denuncia della crisi presente.

Il pensiero della neochiesa

BERGOGLIO DISCEPOLO DI EVOLA


Sorpresa: Bergoglio è un discepolo di Evola? L'uno e l'altro vogliono superare le diverse tradizioni religiose ma senza negarle frontalmente vogliono innalzarle al livello di una super-tradizione: una super-religione universale 
di Francesco Lamendola  

  

Si può immaginare qualcosa di più lontano, di più opposto, di più totalmente estraneo al pensiero di Julius Evola, il teorico dell’imperialismo pagano, fondato sulla volontà di potenza di una schiera di “eletti”, della Weltanschauung che, per forza di cose, dovrebbe appartenere ad un papa, al capo della Chiesa cattolica, per il quale vi è un solo Re dell’Universo, Gesù Cristo, Figlio di Dio, ed un solo popolo, quello dei suoi seguaci, tutti moralmente eguali perché tutti suoi figli?
Eppure…

Humanae vitae morientis

"Humanae vitae" sotto assedio. Due nuovi assalti e un contrattacco


L'assedio all'enciclica di Paolo VI "Humanae vitae" del 1968 ha registrato nei giorni scorsi due nuovi assalti. Ma anche un poderoso contrattacco.
Il primo e più autorevole assalto porta la firma del cardinale Walter Kasper. In un libretto uscito contemporaneamente in Germania e in Italia egli esalta il "cambio di paradigma" inaugurato da papa Francesco con l'esortazione "Amoris laetitia". Un cambio di paradigma – scrive Kasper – che non si limita a consentire la comunione ai divorziati risposati, ma "riguarda la teologia morale in generale ed ha pertanto degli effetti su molte situazioni analoghe", tra le quali, appunto, il ricorso ai metodi artificiali di regolazione delle nascite.
Kasper non trova in "Amoris laetitia" il passaggio – in effetti inesistente – che in modo esplicito legittimi l'uso dei contraccettivi. Fa però notare che Francesco, quando cita l'enciclica di Paolo VI, "incoraggia a usare il metodo dell'osservanza dei tempi della fecondità naturale, ma non dice nulla invece di altri metodi della pianificazione familiare ed evita ogni definizione casistica". Dal che Kasper deduce "che in 'Amoris laetitia' anche il non detto dica qualcosa", dia cioè di fatto il via libera ai contraccettivi, affidandone l'uso alla "consapevole decisione di coscienza" del singolo individuo.

La sindrome di Pollyanna

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Pollyanna in Vaticano?

    Più di una volta in queste pagine ci siamo occupati dell’arcivescovo Marcelo Sánchez Sorondo, attuale cancelliere della Pontificia accademia delle scienze e della Pontificia accademia delle scienze sociali, per sottolineare la sua visione estremamente positiva della Cina. A giudizio di Sánchez Sorondo il governo di Pechino, addirittura, è quello che meglio applica la dottrina sociale della Chiesa e nel grande paese c’è una cultura del lavoro che dovrebbe diventare un esempio per il mondo intero.
Ora non c’è bisogno di spendere molte parole per confutare questa visione idilliaca. È sotto gli occhi di tutti che il regime comunista cinese è uno dei più illiberali al mondo, che lo sfruttamento è diffuso e che da quelle parti i diritti fondamentali, sia della persona sia delle comunità, sono calpestati in svariati modi, come sanno bene i cattolici perseguitati, che anche di recente hanno assistito alla distruzione di cupole, statue e croci delle loro chiese.

La crescente disillusione


IL PASTORE PERDUTO. COME PAPA FRANCESCO STA INDUCENDO IN ERRORE IL SUO GREGGE. DI PHILIP LAWLER.

“Ogni giorno prego per papa Francesco. E ogni giorno (esagero, ma solo lievemente) il papa fa un’altra osservazione da cui si capisce che non approva i cattolici come me. Se il Santo Padre m rimproverasse i miei peccati, non avrei di che lamentarmi. Ma nelle sue omelie nella messa della mattina a Santa Marta il papa mi rimprovera – e con me migliaia e migliaia di altri cattolici fedeli – per essere attaccati, e talvolta soffrire per le verità che la Chiesa ha sempre insegnato”.

Cominciarono da 30 denari, poi..

"Soldi a Ong abortiste": sotto accusa vescovi del Brasile

In un video diffuso nei social un duro atto d'accusa contro la "Campanha da Fraternidade", promossa dai vescovi brasiliani: il denaro dei fedeli sarebbe stato usato per finanziare Organizzazioni non governative abortiste e gay.


                                                 Campagna di Fraternità 2017

La Conferenza Episcopale del Brasile è nel bel mezzo di una tempesta sui social media, causata da un video, girato da un laico della diocesi di Londrina, Bernardo P. Küster, che denuncia duramente la "Campanha da Fraternidadé", promossa dalla CNBB (Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile). Il motivo? Questa campagna in realtà ha fatto affluire denaro, il denaro dei fedeli cattolici brasiliani, verso altre organizzazioni, sostanzialmente tutte di sinistra o estrema sinistra, alcune delle quali promuovono l’aborto, la totale liberazione sessuale e l’unione fra persone dello stesso sesso.

Qui habet aures, audiat..

Due note di Miles Christi su Papa Bergoglio
  

Pubblichiamo due note di Miles Christi relative a Papa Bergoglio, a riprova che, in questo caso particolare, il lupo non perde né il pelo né il vizio.

Francesco bestemmia ancora la SS. Trinità



Udienza del 17 marzo 2017 ai rappresentanti del
Catholic Theological Ethics in The World Church (CTEWC)
(la prima a destra è Elmice Cuda, che ha redatto un resoconto dell'udienza, in cui riporta la frase seguente pronunciata da Bergoglio
https://cruxnow.com/vatican/2017/03/25/woman-knows-read-pope-francis/)

«Nella Santissima Trinità, esse [le tre Persone divine] passano il tempo discutendo a porte chiuse, ma all’esterno danno un’immagine di unità»

giovedì 8 marzo 2018

Nuotare controcorrente

       LIBERI DI PARTIRE: un progetto finanziato con 30 milioni di euro dell'8x1000 dalla CEI...


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COME IL SALMONE, VERSO DIO


La modernità è una malattia. Dobbiamo imparare a nuotare controcorrente, come il salmone: per uscire dall’acqua sudicia della modernità, sbarazzandoci dei suoi diabolici inganni e ritornare verso il bene che abbiamo abbandonato 
di Francesco Lamendola  

 

Quel che dobbiamo imparare a fare, e dobbiamo impararlo presto, è nuotare come i salmoni, i quali sanno l’arte quasi incredibile di risalire la corrente dei fiumi. Non è certo cosa agevole nuotare controcorrente; e, infatti, il salmone è l’unico pesce d’acqua dolce che fa una cosa del genere; gli studiosi stanno ancora cercando di capire le ragioni di un tale comportamento. Quanto a noi, la ragione per cui dobbiamo imparare la sua tecnica è presto detta: noi siamo i pesci, e il mondo in cui viviamo è il fiume nel quale  la sorte ci ha fatti nascere; il nostro tempo, è il tempo della modernità. Ora, la modernità corrisponde al tratto finale del corso del fiume: non sappiamo quanto manchi allo sbocco nel mare, ma la pendenza ormai è minima, e questo lo si deduce dalla estrema lentezza della corrente. Una società che non fa più figli, che si concentra sui matrimoni e le adozioni omosessuali e sull’eutanasia, e che importa milioni di stranieri per riempire i vuoti delle mancate nascite, è una società che ha perso la spinta, che non crede in se stessa, che non ama la vita: che cerca la morte. Nello stesso tempo, questo è il punto d’arrivo, tutt’altro che casuale, di quella che con orgoglio davvero mal riposto, siamo soliti chiamare la “civiltà moderna”, e che dovremmo chiamare, semmai, il primo e forse unico esempio, quasi perfettamente riuscito, di una radicale anti-civiltà: vale a dire di una “civiltà” all’incontrario, costruita dall’uomo, ma non per l’uomo, bensì per le basse passioni che lo muovono: lussuria, superbia, avidità.

Uscire dal fango della palude

L'UMILTA' DI PADRE D'AVIANO


Si può uscire dal pantano solo tornando all'umiltà. Un gigante della fede: padre Marco d'Aviano 1631-1699. Perchè i cattolici oggi si sentono in colpa per i mali che, è stato detto loro, la loro religione ha inferto all'umanità 
di Francesco Lamendola  

 

Il sentimento che si prova nel leggere il voluminoso carteggio che ci è stato conservato fra il padre Marco d'Aviano (1631-1699) e i suoi numerosissimi corrispondenti, personalità laiche e religiose, negli anni decisivi in cui l'Europa, presa d'assalto dai Turchi, lottava per la sua sopravvivenza, è di commozione. Si rimane commossi davanti alla statura morale e spirituale sia del grande frate cappuccino, che fu l'anima della lega Santa e, quindi, della vittoria di Vienna dell'11-12 settembre 1683, sia dei suoi interlocutori, compreso l'imperatore d'Austria, Leopoldo I d'Asburgo, che a lui si rivolge come a un padre, a un consigliere fidatissimo, a una guida sicura nelle drammatiche e travagliate vicende della sua dinastia, dei suoi popoli e della stessa civiltà europea, messa in pericolo da una minaccia esterna come non avveniva da otto secoli. Emerge, da quelle lettere, la fede profonda, l'umiltà, lo spessore umano degli uomini e delle donne che, sullo scorcio del XVII secolo, ebbero fra le mani i destini dell'Europa, in una congiuntura difficilissima, e si mostrarono pari alla grandiosità del'impresa. Ed è commovente la confidenza con cui uno dei più grandi sovrani del continente apre il suo cuore a un umile frate, gli rivela tutto di sé, anche come uomo, come padre, come marito, e gli chiede consigli con la deferenza e l'illimitata fiducia di un figlio verso il genitore amatissimo. Da parte sua, padre Marco, questo povero frate friulano votato a una vita contemplativa, che turbinose vicende strapparono dalla sua cella di convento e obbligarono a percorrere l'Europa in lungo e in largo, viaggiando su strade difficili in tutte le stagioni, intessendo relazioni politiche e militari, ricevuto con stima ed onori presso tutte le corti, ascoltato come consigliere di somma saggezza ed esperienza, mai una sola volta ci si rivela in atteggiamenti sopra le righe, si lascia inorgoglire, si dimentica di essere solo un umile strumento nelle mani di Dio

Piú slogan che ragionamenti

«Sovvieni alle necessità della Chiesa»


Ieri, durante l’udienza generale, dedicata a una catechesi sulla preghiera eucaristica, il Santo Padre ha tra l’altro affermato:
“Padre, quanto devo pagare perché il mio nome venga detto lí?” – “Niente”. Capito questo? Niente! La Messa non si paga. La Messa è il sacrificio di Cristo, che è gratuito. La redenzione è gratuita. Se tu vuoi fare un’offerta falla, ma non si paga. Questo è importante capirlo.
Naturalmente i media si sono subito buttati a capofitto sulla notizia, soffermandosi su queste tre righe e magari trascurando le altre cinquanta righe della catechesi. Ma questo fa parte del sistema dell’informazione.

Non per voler criticare il Papa, ma solo per deplorare una certa pastorale, diffusa soprattutto nell’immediato post-concilio, fatta piú di slogan che di ragionamenti, con tutto il rispetto chiedo: è proprio necessario ricordare ai fedeli quel che è ovvio («La Messa è il sacrificio di Cristo, che è gratuito») e non aiutarli invece a capire il senso di una prassi secolare della Chiesa (l’uso di accompagnare con un’offerta la richiesta di celebrare la Messa secondo le proprie intenzioni)? Lo scopo della catechesi non dovrebbe essere proprio quello di spiegare ai fedeli il senso, non sempre immediato, di certi usi tradizionali della Chiesa?

I modelli della Gospa

                                  
INVITIAMO TUTTI I MEDUGORIANI CHE SONO CERTI CHE LÀ APPAIA LA SS VERGINE, A LEGGERE QUESTA NOTIZIA 
(tratta dal sito di Mark Waterinckx, ingegnere belga che per anni credette a quelle apparizioni).
Nel giugno del 1985 p. Slavko barbaric, guida dei ‘veggenti’ dopo p. Tomislav, in disubbidienza agli ordini del suo vescovo Zanic, volle far dipingere un quadro ufficiale della ‘Madonna di Medugorje’, di grosse dimensioni. Colui che avrebbe dovuto dipingerlo sarebbe stato ‘scelto’ dal Cielo, attraverso una suora del movimento carismatico, Briege McKenna, irlandese dotata di doni particolari: lettura dei cuori, guarigioni, bilocazione, profezia e chi più ne ha più ne metta. Il nome del pittore prescelto fu Leopold Baijot, il quale, ricevuto l’incarico fece sapere che la sua modella sarebbe stata la moglie stessa, certa Mireille Ory.
A garanzia che la scelta fosse gradita anche alla Madonna, inviarono la ‘veggente’ Mirjana per chiederle (alla Gospa) la sua benedizione. La risposta fu pressochè immediata: “La Madonna ha detto che la moglie di Leopold Baijot sarebbe un bel modello!”

“La verità è la verità e non dobbiamo nasconderla"?

DIALOGO E MISERICORDIA. LA SANTA SEDE CERCA DI STRANGOLARE IL SITO “INFOVATICANA”.



Ci ha scritto l‘amico e collega Gabriel Ariza, del sito spagnolo “Infovaticana”, per raccontarci una storia che avrebbe, dovrebbe avere dell’incredibile; quella della guerra che la Segreteria di Stato della Santa Sede ha messo in piedi contro il sito di informazione spagnolo. Che ospita anche interventi e articoli critici sulla situazione attuale della Chiesa, in Spagna e nel mondo, e di conseguenza è visto con antipatia dal governo attuale.
Ci scrive Gabriel: “Buongiorno! Le parole del Papa “la verità è la verità e non dobbiamo nasconderla mi hanno spinto a raccontare questi fatti per cui sono molto preoccupato da vari mesi. Come sai, Infovaticana ha riportato e celebrato in numerose occasioni le parole del papa Francesco che chiedeva “una Chiesa povera per i poveri”, e combatteva il clericalismo”.
Ma, nota Gabriel, tutto ciò non deve essere ancora penetrato a tutti i livelli della Curia. In breve: “La Segreteria di Stato del vaticano qualche mese fa ha inviato a Infovaticana la richiest di rinunciare al nostro dominio web, sostenendo che tiene i diritti di proprietà esclusiva sul nome del centro fisico del mondo cattolico. Immaginatevi la reazione del pubblico se il sindaco di New York facesse una richiesta simile al New York Times, o se la Repubblica italiana la facesse al giornale La Repubblica”.

In chiesa ci si toglie il cappello, non il cervello.

ABATE FARIA: CATTOLICI TRADITI DALLA CHIESA. UNA RISPOSTA A MONS. FORTE.
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, oggi pubblichiamo ancora un articolo sulle elezioni, e speriamo che sia l’ultimo. Parla l’Abate Faria; ma parla anche Stilum Curiae, commentando un’intervista dell’arcivescovo Bruno Forte, e il caso del Popolo della Famiglia, ridimensionato severamente nelle sue speranze dalle elezioni.
Cominciamo con l’Abate Faria:
Parlando con il mio sacrestano e con la pia Pia (non è un errore, è una signora che si chiama Pia e che è molto pia) abbiamo commentato ancora i risultati elettorali. Lei ha votato MoVimento 5 stelle “perché è stufa” mentre suo marito, il pio Pio (vabbeh, avete capito) ha votato Lega “come protesta”.
Ora, alcuni analisti hanno osservato che il MoVimento 5 stelle è una specie di nuova DC e forse non sono lontani dalla verità. In fondo è un contenitore dove si trova di tutto e in cui i cattolici dovrebbero essere, quantomeno, disorientati. Ricordo le sortite di Beppe Grillo contro l’immigrazione incontrollata ma poi…abbiamo a Roma l’amministrazione Raggi che vi posso garantire non fa gongolare i romani.

Si paga un prezzo per dire la verità..

NON RAGIONIAM DI LOR . . .


Non ragioniam di lor, ma guarda e passa. Non c’è più un’informazione libera. Per sapere quel che accade realmente in Italia, bisogna leggere la stampa estera o navigare pazientemente su internet, beninteso conoscendo certi siti 
di Francesco Lamendola  

 

… e la lor cieca vita è tanto bassa, / che ‘nvidiosi son d’ogne altra sorte. /  Fama di loro il mondo esser non lassa; / misericordia e giustizia li sdegna: / non ragioniam di lor, ma guarda e passa, dice Dante in Inferno, III, 47-51, parlando delle anime degli ignavi. Questi famosi verso ci tornano alla mente ogni volta che qualche personaggio rancoroso e vendicativo, scadente sul piano intellettuale e meno che mediocre sul piano morale, tenta d’intimidirci con la minaccia di azioni giudiziarie, sentendosi punto sul vivo da quel che andiamo scrivendo, da anni, sine ira et studio nei confronti di chicchessia, ma esclusivamente per un servizio di amore alla verità. Poiché conduciamo una vita estremamente appartata, si tratta di personaggi che non abbiamo conosciuto personalmente, ma nei quali ci siamo imbattuti per ragioni di studio: storici, filosofi, teologi e monsignori, o sedicenti tali, che non abbiamo mai attaccato sul piano personale, né mai denigrato, né oltraggiato gratuitamente, ma nei confronti delle cui parole, delle cui azioni o dei cui scritti ci siamo presi tutta la libertà di esercitare una critica franca, talvolta anche aspra, ma sempre puntuale e documentata, portando il discorso sul piano delle idee e non delle persone, delle carriere, degli interessi materiali. Anche se qualche volta avremmo potuto farlo, tanto evidente era, ed è, il contrasto fra gli ideali di “povertà” da essi pubblicamente sbandierati, e un modo di fare improntato all’interesse e al tornaconto, sia questo di genere personale o di fazione.

Un papa regnante e un papa orante?

L’“opzione Benedetto”


(di Roberto de Mattei) L’“opzione Benedetto” non è solo quella illustrata da Rod Dreher per descrivere un nuovo modo di vivere cristiano nell’Occidente secolarizzato (The Benedict Option: A Strategy for Christians in a Post-Christian Nation, Blackstone Audiobooks 2017); può essere anche intesa come la exit strategy dalla crisi, di coloro che contrappongono Benedetto XVI, “vero Papa”, a Francesco, “falso papa”.
I sostenitori di questa tesi, diffusa a bassa voce in alcuni ambienti ecclesiastici romani, sono convinti che il modo migliore di sbarazzarsi di papa Francesco sia quello di dimostrare che Jorge Mario Bergoglio non è Papa, a causa dell’invalidità della sua elezione e/o della modalità delle dimissioni di Benedetto XVI, il quale non avrebbe mai rinunciato al Papato.

mercoledì 7 marzo 2018

Si può considerare normale una cosa del genere?

NEFASTA GIORNATA DEL PERDONO


I nostri mali partono da lontano:"La Giornata del Perdono" di Giovanni Paolo II e quel "nefasto" 12 marzo 2000. Una duplicazione del Peccato originale, con una interpretazione inaudita e teologicamente sconcertante della storia 
di Francesco Lamendola  

 

Il 12 marzo 2000, durante l’anno giubilare - indetto mediante la bolla Incarnationis Mysterium, che ne anticipa i temi - con una iniziativa senza precedenti, Giovanni Paolo II volle che si tenesse in Piazza San Pietro la Giornata del Perdono, gigantesco atto di auto-accusa della Chiesa nei confronti del proprio passato.
Molte delle cose che stanno accadendo oggi nella Chiesa cattolica, e fra essa e gli altri soggetti civili e religiosi, trovano lì la loro radice e la loro logica spiegazione. Vale perciò la pena di leggersi  l’omelia tenuta dal papa in quella occasione, la quale, nel breve spazio di una paginetta, faceva strame di duemila anni di storia della Chiesa, dando l’impressione che essa sia intessuta di colpe gravissime per tutti i mali che hanno colpito l’umanità, dall’ateismo all’antisemitismo, passando per il maltrattamento della donna; e che la Chiesa nel suo complesso, pertanto, sia, o almeno che lo sia stata, poco meno d’una gigantesca, spaventosa associazione a delinquere. Riportiamo di seguito, per ragioni di spazio, solamente i punti 3 e 4 di quel documento, invitando il lettore a leggersi il testo completo, consultabile in rete insieme agli altri, relativi al giubileo del 2000.

San Giuseppe davvero silenzioso?

Qual è il vero significato del silenzio di San Giuseppe?


Il mese di marzo è il mese di San Giuseppe.
Il nostro sito con una rubrica quotidiana invita alla preghiera e alla meditazione su questo santo così importante da essere detto il Santo dei Santi.
Una delle caratteristiche che più colpisce nell’approfondimento della figura di San Giuseppe è l’accezione negativa che alcuni danno al suo apparente silenzio.
“Apparente silenzio”, perché quello di cui parliamo è un silenzio relativo, ossia limitato a quel che il Vangelo riporta.
Solo una lettura superficiale (o la poca conoscenza) può portare ad immaginare un San Giuseppe davvero silenzioso. San Bernardo scriveva, infatti, che «la lode di San Giuseppe è nel Vangelo», per evidenziare come il Sacro Testo non riporta sue parole, ma indica comunque la sua importanza.

La mandria delle bufale é sempre incinta

L'imbroglio di Medjugorje
MA QUALE BAMBINO NASCOSTO? A Medjugorje sembra sia molto seguita una certa Emmanuel Maillard, una suora che tra l'altro scrive dei libri e il titolo dell'ultimo sarebbe "Il bambino nascosto", il seguito di "Medjugorje il trionfo del cuore", vorrebbe essere una raccolta di storie vere, di conversioni e di miracoli. Tra le altre panzane si parla di Federico (si sa solo il nome), 4 anni e 6 tumori al cervello. Il bambino è spacciato, radioterapia e chemioterapia non sono servite e tre dei suoi tumori sono inoperabili, il bisturi non può arrivarci senza provocare lesioni irreparabili. La madre dopo essersi lasciata convincere da un'amica, porta il figlio da un missionario del Brasile, tale padre Antonello, a Milano dove viene organizzata una messa di guarigione nella chiesa di Sant'Antonio. Quando padre Antonello benedice il bimbo e gli posa l'ostensorio sulla fronte il bimbo si accascia come folgorato.

Sorelle Nostre

Si rinnova il martirio delle sante Perpetua e Felicita


(di Cristina Siccardi) Il grande e nobile sentimento dell’amicizia è diventato per alcuni sinonimo di omosessualità. Ma non basta, l’ideologia omosessualista va oltre e attacca il Cattolicesimo utilizzando figure e simboli della sequela Christi, così, per esempio, delle sante Perpetua e Felicita viene fatto scempio: martirizzate oggi nella memoria, come lo furono nel corpo il 7 marzo del 203. L’orribile offesa a queste martiri è presente su «Progetto Gionata. Portale su fede ed omosessualità», https://www.gionata.org/perpetua-e-felicita-le-patrone-delle-coppie-omosessuali/, dove si legge: «alcuni le considerano sante lesbiche o patrone delle coppie dello stesso sesso».
Chissà quante femministe, inneggianti le unioni civili, che si apprestano a celebrare la «Festa della donna» dell’8 marzo, applaudono a questo falso e immondo riferimento. Parliamo, allora, di loro attraverso la Storia della Chiesa e prepariamoci degnamente a farne memoria liturgica per il prossimo 7 marzo.

C’è un modo giusto di uccidere?


L’OCCIDENTE IN DUE FOTO



Manifesto vegano a Londra. “Non c’è un modo giusto di uccidere qualcuno che non vuole morire”.




E’ una bambina palestinese di Gaza. Chiude gli occhi alla sua bambola, perché non veda la mostruosità di una guerra di sterminio. E’ una fotografia che dovrebbe girare il mondo. I nostri figli dovrebbero farne un poster e metterlo nelle loro stanze” (Giulietto Chiesa).
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