ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 15 settembre 2018

Spadarius & c..


BESTIARIUS. ADVERSUS SPADARUM ALIOSQUE DIURNARIOS ET PRAESTIGIATORES. DE PROPAGANDA MENDACE.

                                              

Questo Bestiario avrà ampiamente come protagonista uno dei nostri personaggi favoriti, il direttore di Civiltà Cattolica, Antonio Spadaro sj. Non è colpa nostra. Siamo bombardati quotidianamente dai suoi Tweet, anche se ci ha bloccato, e la quantità di produzione propagandistica è tale che l’argine della nostra pazienza cede – soprattutto quando ci sentiamo presi un po’ in giro – e reagiamo. Non siamo gesuiti, non siamo siciliani, siamo un po’ polentoni, abbiamo vissuto parecchi anni nelle nebbie padane prima di vedere il mare, ma insomma….Prendiamo per esempio questo tweet.

                         
È in risposta ad Antonio Socci (ma perché lui non l’ha bloccato? Sono geloso!) e parla del Sinodo sulla Famiglia.
Ora, sappiamo che l’interpretazione di Amoris Laetitia – mai chiarita dal Pontefice – ha fatto sì che qualche conferenza episcopale faccia nero, e qualcun’altra faccia bianco; e anche all’interno dello stesso Paese accade lo stesso da diocesi a diocesi. Però la colpa non è dell’autorità centrale, no, figuriamoci,  è di qualcuno che vuole fare confusione. Sullo Spirito al Sinodo poi vi riportiamo questa dichiarazione pubblica – in una conferenza – dell’arcivescovo Bruno Forte:
“Però Mons. Forte ha svelato anche un retroscena dei lavori sinodali che, forse, aiuta a superare un linguaggio politicamente correttissimo per arrivare a comprendere meglio il documento. Almeno per quanto riguarda il tema mediaticamente più rilevante, ovvero la disciplina dei sacramenti per le coppie di divorziati risposati. «Se parliamo esplicitamente di comunione ai divorziati risposati – ha riportato Mons. Forte riferendo una battuta di Papa Francesco – questi non sai che casino che ci combinano. Allora non ne parliamo in modo diretto, fa in modo che ci siano le premesse, poi le conclusioni le trarrò io». Dopo aver riportato questa battuta lo stesso Forte ha scherzato dicendo: «Tipico di un gesuita»“.
Proprio lo Spirito, vero? Ma di chi?
E poi, vediamo questa serie sul VIganòGate, e soprattutto sugli scandali che stanno esplodendo e devastando la Chiesa.

                

Abuso di potere, elitismo, clericalismo, e un’incapacità di vicinanza al popolo di Dio (anche se, a dire il vero, mi sembra che in parecchi casi la vicinanza al popolo di Dio ci fosse, e persino troppa, a pelle…). Ma perché hanno paura di dire – o non vogliono dire – che il problema numero uno di questa crisi devastante, dal Cile all’Honduras agli Stati Uniti alla Germania e chissà dove altro ancora è un’omosessualità clericale pervasiva e aggressiva? Quando si leggono queste interpretazioni ci si chiede: ma veramente pensano che i fedeli cattolici – e gli altri – siano così scemi? E infatti sul web c’è chi risponde, con dati e schemi:

Ho letto che un sito paravaticano, influenzato dalla Segreteria di Stato, sostiene che la crisi non è un problema di omosessualità. I numeri sono testardi, però, come quelli citati dal prof. Davide Cito, dell’Università della Santa Croce:Ma 400 casi l’anno ti lascia male. E non serve a consolarsi che nella società civile siano di più”. E’ interessante notare la tipologia delle vittime. “Mentre nel caso degli abusi “civili” la maggioranza è sotto i 10 anni, ed è mostruoso, nella Chiesa sui 400 casi circa il 90 per cento sono dello stesso sesso dell’abusatore; in controtendenza rispetto ai casi “civili” che sono al massimo del 30 per cento. Nella Chiesa l’età è molto più alta, dai 15 ai 17 anni. Non è più pedofilia, in senso tecnico, ma è un abuso di minori”. “La maggioranza delle vittime di abusi da parte di preti sono ragazzi in età post-puberale. Non concordo con le conclusioni raggiunte, dal momento che l’83 per cento dei casi sono di maschio verso un maschio”. Il prof. Cito ha rilevato che “Molti dei responsabili di questi casi sono stati a loro volta abusati”. E ha ricordato che nel documento creato all’inizio del secolo sui nuovi ordinamenti per i seminari si istituiva la regola per cui persone con tendenze omosessuali non devono essere accettate nei seminari. 

Ieri su La Nuova Bussola Quotidiana ho scritto qualcosa sui “falsari della parola”, bel termine inventato da Stefania Falasca di Avvenire. Certamente in questa storia ci sono dei falsari; anche se probabilmente l’identificazione che ne dà Falasca è molto diversa dalla mia. 
Sbaglierò, ma l’impressione è che si prendano di mira quelli che criticano, e non quelli che compiono nefandezze, o omissioni, o coperture. Come in questo ennesimo Tweet di Antonio Spadaro sj:
                       
Ora, dire questo nel bel mezzo di un Pontificato divisivo quant’altro mai nella storia recente della Chiesa mi sembra un po’ un’improntitudine. Ci siamo dimenticati che addirittura c’è stato chi ha costruito un piccolo libro degli insulti che il Pontefice ha rivolto ai cattolici che non rientrano nel suo gradimento? Se lo avete dimenticato potete rinfrescarvi la memoria su questo link e su questo link. Senza parlare della gente cacciata, o fatta allontanare dal Vaticano, degli atti di imperio per impedire che ci si potesse rivolgere alla Segnatura Apostolica, della persecuzione in atto contro Francescani dell’Immacolata e altre congregazioni giudicate troppo tradizionali, il colpo di Stato contro l’Ordine di Malta…E poi sarebbero quelli che chiedono chiarezza quelli che vogliono la guerra gli uni contro gli altri? Solamente perché vogliono sapere se è vero che il capo della Chiesa cattolica per cinque anni ha onorato e eletto a suo consigliere speciale un predatore omosessuale, nonostante fosse al corrente dei suoi misfatti?
Restando sempre in tema, vi propongo questa dichiarazione del card. Oscar Maradiaga, il presidente del C9, il maggior consigliere del Pontefice, che lo ha difeso nei recenti guai finanziari e diocesani.

Guardate il sottotitolo: “La lobby gay in Vaticano è qualcosa che esiste più nei periodici che nella realtà”. Detta da uno il cui braccio destro, il vescovo ausiliare, e uomo di fiducia a Tegucicalpa ha dovuto dimettersi dopo le accuse di omosessualità aggressiva firmate in una lettera da quaranta seminaristi della diocesi, ha un sapore che non saprei dire se più arrogante o strafottente. E continua, commentando il ViganòGate:  “Non mi sembra corretto trasformare qualcosa che è di ordine privato in una bomba che esplode in tutto il mondo e i cui frammenti fanno male alla fede di molti. Credo che questo caso di natura amministrativa avrebbe dovuto essere reso pubblico in base a criteri più sereni e più oggettivi, non con la carica negativa di espressioni profondamente amare”. Ricordiamo che il braccio destro e vescovo ausiliare di Maradiaga, mons. Pineda, è stato costretto ad abbandonare dopo che quaranta seminaristi hanno reso pubblica una lettera in cui lo accusavano di comportamenti omosessuali.
Vogliamo trarre una veloce conclusione? Se il problema sono etilismo, clericalismo, abuso di potere ecc. ecc. ma non l’omosessualità pervasiva nel clero, allora non è così grave se il Pontefice, come denuncia Viganò, ha girato la testa dall’altra parte su McCarrick, anzi lo ha mandato in giro, onorato e fatto suo master mind per nomine e promozioni in Usa. In fondo, come, dice Maradiaga, sono fatti privati se un vescovo palpa e sodomizza seminaristi! Un affare amministrativo, quante storie! Ma siete influencer della blogosfera, conservatori e anche un po’ fascisti, magari..Che sarà anche vero, ma almeno non siamo finanziati per scrivere.
Un lettore di Stilum Curiae è stato bravissimo nel riassumere il dramma di questa situazione. “La catena che si crea è allucinante: nei seminari ammessi solo ragazzi gay, poi ordinati solo quelli che ‘ci stanno’ col vescovo (cosa che fatta alle donne sul lavoro è MOLESTIA), il quale vescovo a sua volta viene poi ricattato per le sue frequentazioni, e quindi si ritrova a ‘promuovere’ chi gli impone il suo ricattatore, per cui poi si crea un ‘sistema’ di vescovi gay che se la comandano imponendo il loro volere a tutti, incluse teorie gender, affreschi gay, messe arcobaleno e altri obbrobri”. Che è quello peraltro che denunciano il prof. Dariusz Oko e Ariel Levi di Gualdo da anni.
Chiudo con un piccolo, stupido episodio. Questa mattina ho incontrato un argentino che vive a Roma, e ha un banco di oggetti vari a Porta Portese. Si chiama Angel. Era con un suo amico argentino. Voleva farmi vedere un video, che racconta la storia dei bambini sordomuti abusati in Argentina e in Italia. “Tutti sapevano vescovi, preti, anche il Papa! Sto pensando di farmi sbattezzare!”. Ho controbattuto: ma no, guarda che ci sono anche buoni preti, e gli ho nominato una parrocchia lì vicino, gestita da una congregazione che mi sembrava seria. “Quelli! Ne hanno mandati via due, perché andavano a cercare rumeni alla stazione Termini! Li hanno beccati in cantina. Ma non li hanno mica cacciati, li hanno mandati altrove…”.
Carissimi abitué di Santa Marta e Dintorni, cercate di guardare la luna, non il dito che la indica. Che può essere più o meno storto, ma non è lui il problema. Il problema è la luna, che rischia di cascarci in testa.

Marco Tosatti


 15 settembre 2018 Pubblicato da 4 Commenti --
http://www.marcotosatti.com/2018/09/15/bestiarius-adversus-spadarum-aliosque-diurnarios-et-praestigiatores-de-propaganda-mendace/ 


Coro Sistina: la festa e i selfie con le star, ecco come è nata l’inchiesta
La festa a New York con Rihanna

L’imbarazzo della Santa Sede e le tre le indagini scaturite dalle proteste di alcuni genitori dei ragazzi che hanno scritto alla segreteria di Stato



ROMA- A tradire il maestro del coro della cappella Sistina Massimo Palombella sono state le foto inviate nelle chat WhatsApp di numerosi preti e coristi. Perché quando hanno visto come si era trasformato l’evento organizzato nel maggio scorso presso il Metropolitan Museum di New York, molti genitori dei «pueri» hanno deciso di scrivere alla segreteria di Stato del Vaticano per protestare. E pochi giorni dopo papa Francesco ha autorizzato l’avvio dell’indagine contro lo stesso Palombella e il direttore amministrativo Michelangelo Nardella, poi sospeso dal servizio.

Foto e selfie
Nelle immagini (qui, le foto) si vedono i preti sorridenti che scattano foto e selfie con la cantante di fama mondiale Rihanna, con la sua collega Jennifer Lopez e con l’attrice Salma Hayek, tutte con abiti di scena molto succinti. E poi altre attrici vestite da suore in un tripudio di musica e balli che all’interno delle Mura deve essere apparso eccessivo per un appuntamento che era stato presentato in maniera del tutto diversa.


La manifestazione
Alla fine di febbraio è monsignor Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, ad annunciare la scelta di partecipare alla manifestazione. «Parafrasando un filosofo materialista dell’800 che diceva “L’uomo è ciò che mangia” — aveva detto Ravasi — io dico che l’uomo è ciò che veste. Già dalla Bibbia si capisce che è Dio il più grande sarto: capitolo terzo versetto 20, Dio fece all’uomo e alla donna tuniche di pelle e li vestì». Il programma prevede la partecipazione del coro, ma evidentemente nessuno immagina che cosa accadrà negli Stati Uniti. E invece quando cominciano a circolare le foto della festa con i religiosi in abito liturgico rosso, i genitori dei piccoli coristi si allarmano. E non sono gli unici.
Maltrattamenti
Le mamme scrivono a monsignor Georg Gänswein, prefetto della casa pontificia, e al segretario di Stato Pietro Parolin. Protestano per l’evento, ma denunciano anche il comportamento del maestro Palombella con i coristi. Si parla di maltrattamenti. E monta il caso. L’indagine autorizzata dallo stesso pontefice viene affidata al nunzio apostolico Mario Giordana. Nella prima relazione — ancora segreta — si parla di abusi, ma le verifiche sono ancora in corso per stabilire se siano state compiute anche molestie.
Scalpore
Quanto è stato scoperto ha comunque creato molto scalpore e all’interno della Santa Sede c’è già chi dà per scontato che il maestro Palombella possa essere a breve sospeso dall’incarico, anche tenendo conto che con Nardella è accusato anche di aver gestito in maniera illecita i soldi della cappella musicale ed è indagato dalle autorità vaticane per riciclaggio, peculato e truffa.

di Fiorenza Sarzanini fsarzanini@corriere.it

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