ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 22 giugno 2018

L'aedo turbomondialista

Il Fronte mondialista si ricompatta contro Salvini
Roberto Saviano, guru delle migrazioni
Le recenti decisioni del neoministro degli Interni Matteo Salvini, contro le navi delle ONG e le dichiarazioni sui rom, hanno avuto l’effetto di far ricompattare il fronte mondialista che cerca di recuperare la sua credibilità enfatizzando gli accenti ritenuti razzisti ed estremisti contenuti nelle dichiarazioni di Salvini.
Il guru della comunicazione pro migrazioni, Roberto Saviano, ha reagito in modo scomposto alla minaccia di Salvini di fargli abolire la scorta che da anni paga lo Stato per coprire le spalle di quello che è oggi il tribuno del mondialismo e della “Società aperta” nei salotti televisivi.

“Sei un buffone e non mi fai paura”, ha detto Saviano in diretta TV tradendo un certo nervosismo. Come lui stanno reagendo in modo similare anche gli altri vari e noti tribuni del pensiero mondialista e del politicamente corretto, dalla Boldrini alla Bonino a  Fiano, a Roberto Speranzaal vignettista Vauro, al presentatore Tv Santoro, al Fabio Fazio (il più pagato della RAI), al maitre a penser di Repubblica, Ezio Mauroecc., ecc.,  chi proferendo insulti, chi con condanne e moniti contro il nuovo “fascismo che avanza”, chi con denunce, chi convocando manifestazioni di protesta e mobilitando gli attivisti delle varie organizzazioni sorosiane, dai “No Borders” alle ONG pro migranti, si è arrivati fino all’invito a “cacciare Salvini dal genere umano”, proferito da un prete responsabile della Caritas di Cuneo, Roberto Bernasconi, come riporta il quotidiano Libero.

Boldrini con gli islamici

Si è mosso naturalmente anche il Papa Bergoglio, somma autorità morale del fronte mondialista, che ha pronunciato la sua condanna per le politiche escludenti messe in atto dal nuovo governo Italiano. Accogliere i migranti e abbattere i muri, dice frequentemente il Papa ma, attorno alla Città del  Vaticano, si alza una altissima barriera di spesse mura che mai nessuno ha pensato di abbattere.
In sostanza traspare un certo nervosismo nei maggiori esponenti del fronte mondialista in quanto non si aspettavano questa ondata di populismo anti migrazioni che ha preso decisamente piede nell’opinione pubblica, nonostante tutta la propaganda persuasiva dell’apparato mediatico e dei massimi centri di comunicazione del sistema  che hanno cercato di convincere il pubblico circa i presunti  benefici delle migrazioni e dell’apporto positivo che queste migrazioni che, secondo loro, darebbero all’economia italiana. Non ci crede più nessuno e questo è il maggiore scorno per i mondialisti. Non riescono più a convincere neanche i loro parenti.
Non solo in Italia ma  in Europa va anche peggio, visto il successo dei partiti definiti populisti in Austria, in Slovenia ed in altri paesi europei, con la coalizione dei paesi dell’Est che si è mossa in blocco per contestare le politiche immigrazioniste di Bruxelles.
Questo ha portato alcuni esponenti dei partiti della sinistra mondialista a rivolgersi al magnate finanziario e speculatore George Soros per ottenere più fondi al fine di finanziare una nuova massiccia campagna mediatica anti Salvini e diretta contro il Governo italiano.
Si presuppone che farà da tramite a queste richieste la Emma Bonino che notoriamente è la fiduciaria di Soros in Italia e che si potrà recare a battere cassa presso il ricchissimo finanziere, sempre prodigo nel finanziare le migrazioni e le destabilizzazioni nei paesi dell’Est Europa e non solo in quelli.
La stessa Bonino, con il suo partito “Più Europa” che, per non avere avuto successo alle ultime elezioni, si pensa possa voler cambiare la denominazione del partito  in “Più migrazioni” o in “Più Società Aperta” in modo da dare un esplicito messaggio agli elettori. I mondialisti manderanno  la Bonino per perorare la causa dei finanziamenti al finanziere/speculatore  Soros in modo da creare  un Fronte comune  per fronteggiare il fronte sovranista in Italia capeggiato dalla Lega di Salvini.
L’obiettivo di Soros è sempre quello di creare una società aperta multietnica, cancellare le cuture originarie e le identità dei popoli europei e favorire la creazione di un nuovo Ordine Mondiale dominato dalla elite finanziaria di cui lui è parte. Niente di meglio quindi che favorire la deportazione dei nuovi schiavi dall’Africa verso l’Italia per abbattere ogni barriera culturale e creare i presupposti del nuovo assetto sociale. La nuova mano d’opera sarà di riserva per lo sfruttamento delle mafie e delle multinazionali e servirà anche per abbattere il livello dei salari degli operai italiani, giudicato eccessivo dai padroni della finanza internazionale.
La Bonino premiata da George Soros
Si fa strada anche l’ipotesi di creare un evento traumatico predisposto ad arte, tipo un naufragio di un barcone di migranti nelle acque del Mediterraneo, per mettere sotto accusa il Governo di Salvini e smuovere l’opinione pubblica con lacrimosi racconti di bambini e donne affogate per causa della cattiveria razzista di Salvini e del suo governo che rifiuta i fare entrare nei porti le navi delle ONG. Lo “Stato maggiore” del “Fronte mondialista” è  già al lavoro per studiare un piano.

di  Luciano Lago


Meloni: "Dare scorta a giornalisti da cui Saviano ha copiato"

La Meloni critica Saviano: "Ovviamente se è minacciato è giusto che sia difeso come tutti i cittadini. Spero che siano sotto scorta i giornalisti dai quali è stato accusato di aver copiato gli articoli coi quali ha composto Gomorra"
"Non ho gli elementi per giudicare se si debba rivedere la scorta di Saviano. Figuriamoci se io so se sia una priorità della camorra ammazzare Roberto Saviano, e non so bene quale sia la procedura".
Giorgia Meloni, ospite di Agorà su Raitre, entra nella polemica tra l'autore di Gomorra e il ministro Matteo Salvini che ieri ha detto che potrebbe rivalutare l'uso della scorta per lo scrittore campano.
"Se posso dire una cosa, non ho grande stima per Roberto Saviano, indipendentemente dalla questione della scorta", ha sottolineato il leader di Fratelli d'Italia che. Poi ha polemicamente aggiunto: "Ovviamente - ha aggiunto - se è minacciato è giusto che sia difeso come tutti i cittadini. Spero che siano sotto scorta i giornalisti dai quali Saviano è stato accusato di aver copiato gli articoli coi quali ha composto Gomorra". Per la Meloni: "Saviano è diventato un guru ma dovrebbe essere supportato da maggiore studio. Parla di tutto senza essere preparato, dice cose molto sbagliate. Snocciola dati sull'immigrazione, questioni sulla droga, senza avere le competenze. È una persona parla con prosopopea di temi che non conosce". E dovrebbe essere più preparato "soprattutto ora che avrà una trasmissione e il suo stipendio sarà pagato da tutti gli italiani"
Francesco Curridori 
IO POTENZIEREI LA SCORTA DI SAVIANO. ECCO PERCHÉ…
Io la scorta dell’aedo turbomondialista glamour la potenzierei. Pur di non dover più sentire a tambur battente le sue tediosissime geremiadi da anima bella assisa nell’attico sontuoso di Nuova York. 

Il partito unico del turbomondialismo glamour cerca in ogni modo di abbattere il governo nazionale-popolare. E lo fa con l’arma del razzismo, contro la Lega. Con l’arma della corruzione, contro i 5Stelle.


Saviano si rivolge all’estero: il governo italiano non deve sopravvivere
“This new Italian government cannot be allowed to survive”. Queste le accorate, struggenti e lacrimevoli parole, dense di noia patrizia e di schiumante rancura verso le plebaglie populiste, dell’araldo del turbomondialismo plusimmigrazionista Saviano. Che dal suo sontuoso attico di Nuova York si rivolge ai potentati stranieri, auspicando un rovesciamento del governo italiano.


MACRON ORA PUO’ SOLO MANDARCI LE TRUPPE AL CONFINE

No.  Richiama l’ambasciatore e ammassa truppe a ridosso di Ventimiglia. Macron, con quelle parole  deliranti, e irreparabili  sul piano diplomatico, ha rotto l’Unione Europea e portato lo stato di guerra. Se ne rende conto? O  forse  ha  ragione lo psichiatra forense Adriano Segatori che un anno fa  – con una  sicurezza  diagnostica che colpiva –     lo definì  “psicopatico con deliri di onnipotenza, reso tale dal grave abuso sessuale che a 15 anni subì dalla sua insegnante Brigitte (di 24 anni più vecchia di lui)”, ed “altamente pericoloso”.

In altre occasioni,  anche il vostro cronista l’ha udito usare un eloquio sconnesso e volgare  da bassifondi (“foutre  le bordel”, “pognon de dingue”), insultante verso lavoratori e poveri, che hanno suscitato – diciamo – disorientamento nel pubblico. Evidentemente quando è contraddetto da gente che disprezza (Salvini, gli italiani), perde il controllo e  dice cose irrevocabili – di cui non sa nemmeno scusarsi, ed anche questo è un sintomo.
Ora, di ciò dovrebbero preoccuparsi le autorità francesi che gli stanno attorno, e anche – forse soprattutto, Bruxelles e Berlino. Sarà interessante vedere come Angela Merkel  (e Juncker) condurranno il vertice di domenica,  come ricuciranno una spaccatura dirompente della UE.
La Cancelliera aveva preparato in combutta con Macron il solito patto prefabbricato a danno dell’Italia sui migranti; Conte ha protestato  – non ci sono abituati – e lei ha subito “accantonato” la bozza.  Possiamo ammirare nei tedeschi una virtù che non li conoscevamo, un levantinismo da far vergognare qualunque venditore di tappeti falsi nel suk di Qwetta. Il tappeto era bucato? Niente male, lo ritiriamo,  eccone un altro…
Ma ne verrà proposto un altro peggio.  Il disprezzo e peggio con cui  nelle capitali del Nord sono abituati a trattare l’Italia è palpabile e visibile ogni giorno di più,  le  navi di ONG battenti bandiere piratesche ormai fanno provocazioni come, che so, dei giovani teppisti olandesi ubriachi possono fare a un vecchio mendicante invalido; sicuri dell’impunità internazionale. La bozza di Merkel e Macron che essi ritenevano l’italiano avrebbe accettato, si riferiva ai “movimenti secondari”, ossia a scaricarci in Italia i migranti  che sono arrivati in Germania  ma sono stati registrati come primo approdo da noi. Serviva a rabbonire il ministro dell’interno Seehofer e a salvare  la cancelliera dalla crisi di governo accontentando  il “Salvini bavarese”  che vuole appunto scaricarci i profughi.
Il rifiuto italiano produrrà un effetto che David Carretta, giornalista  presso la UE   per radio radicale per  Il Foglio,  esultante,prevede : “Così l’amico di Salvini, Horst Seehofer, il 10 luglio si attiverà per escludere Italia da Schengen: respingimenti al confine in Germania -> Austria impone controlli alla frontiera e respingimenti al Brennero”.
Esultante, e delirante perché per il godimento di odio e di fazione, egli non si avvede che sta descrivendo, né più né meno, l’esplosione della “Unione Europea”  a cui tanto tiene. Un ministro dell’Interno  bavarese  “esclude l’Italia da Schengen”?  Così, di suo arbitrio? E’ una violazione  unilaterale  dei trattati europei . Ma (come nota un twitter Musso), se “Berlino viola Schengen, ottimo. Ora possiamo violare Maastricht?”.
Allora liberi tutti. Lo sgretolamento dell’Europa nell’ostilità e nel disordine fra insulti e deliri, è tragico: ma non è certo responsabilità solo di “Salvini”, come proclamano i faziosi anti-italiani in Italia: qui il delirio di Macron e la disonestà levantina della Merkel  si uniscono all’odio che  il governo spagnolo sente il dovere di tributare al nuovo governo di Roma.
Un comunicato congiunto franco-tedesco ha appena raccomandato che le banche della UE  riducano  la loro massa di crediti andati a male (non performing loans) al 5 per cento di quelli che hanno adesso; ciò che obbligherebbe le  banche italianes a svendere in fretta per 10 ciò che può rendere 30. Un’altra misura gratuitamente  anti-italiana.
Il governo tedesco ha riconosciuto di aver lucrato 2,9 miliardi dalla crisi della Grecia.
E   Weidmann della Bundesbank che si è rifatto vivo,  per invocare ancora una volta i mercati ad esigere più alti interessi sul debito pubblico italiano:  la misura che precipiterebbe la  bancarotta e l’espulsione dell’Italia dall’euro,  che sarebbe però, nella catastrofe, una dolorosa liberazione –  di cui  la Germania avrebbe solo da soffrire, a vendere le sue Mercedes con una moneta rivalutata del 30 per cento.
Uno dei motivi della rabbia delirante e incontenibile di Macron è che il governo italiano vorrebbe stabilire centro di selezione di “Migranti”in Libia, e in quella parte della Libia che la Francia sta prendendosi, appoggiando militarmente il generale Haftar  per mettere le mani sulla “mezzaluna petrolifera”.
Haftar infatti avanza ed  ha annunciato nelle prime ore del 21 giugno di aver perso il controllo di Ras Januf e Al Sidra, porti  petroliferi della mezzaluna.
Ma, mi messaggia un amico, sapete cosa? “Sono dieci giorni che gli Usa bombardano le zone francesi in Libia”.  Alleati involontari?


🇱🇾Mare, petrolio, guerra. La Libia brucia. Danni enormi nella Mezzaluna petrolifera. Aumentano le partenze di immigrati    ✍️


La risposta alle prossime puntate.  Da un twitterologo Musso, una  indicazione che è un enigma.

Le piste degli africani che arrivano

In questa Europa Unita, è terribile scoprire che non abbiamo forze armate per tenere a freno gli altri stati amici.
Del resto Saviano recita ancora una volta l’antica figura del traditore italiota, che in odio al nemico interno chiama lo straniero ad invaderci.
“This new Italian government cannot be allowed to survive”. Queste le accorate parole, dense di schiumante rancura verso le plebaglie populiste, dell’araldo del mondialismo Saviano. Che si rivolge ai potentati stranieri auspicando un rovesciamento del governo italiano.

 Maurizio Blondet  21 giugno 2018  84 commenti

https://www.maurizioblondet.it/macron-puo-solo-mandare-le-truppe-al-confine/

LE VIE DELLE MIGRAZIONI
Le vie delle migrazioni sono infinite. Salvini sta facendo un ottimo lavoro, ma il problema vero è l’immigrazione in sé: l’invasione di quelli che secondo una bugia diventata verità mediatica hanno diritto ad essere accolti in Italia 
di Michele Rallo  


0 NAVALE 800 SUPER


Salvini sta facendo un ottimo lavoro, non c’è che dire. Ma qualche volta dubito che abbia l’esatta percezione dell’entità del pericolo che minaccia l’Italia e l’Europa. Il problema non è tanto quello di respingere gli aiuto-scafisti delle ONG, di bloccare l’arrembaggio di irregolari e clandestini. Il problema vero è l’immigrazione in sé, l’invasione di quelli che – secondo una bugia diventata verità mediatica – “hanno diritto” ad essere accolti in Italia o in Europa.
Quella che va ristabilita è innanzitutto la normalità internazionale. Va ristabilita l’autorità degli Stati Nazionali ed il loro diritto-dovere di consentire o non consentire l’ingresso e, in casi limitatissimi, la permanenza nel loro territorio a chicchessia. Si obietterà che gli Stati Nazionali sono tenuti ad una pur limita accoglienza in forza di convenzioni internazionali, concepite quando la realtà era ben diversa dalla attuale. Le norme sui “rifugiati” miravano a garantire l’asilo per qualche leader politico in fuga perché perseguitato; nessuno si sarebbe mai sognato che quelle norme venissero poi utilizzate per consentire l’accoglienza obbligatoria di milioni di stranieri “in fuga dalle guerre e dalle dittature”, quando non anche “dalla povertà e dal sottosviluppo”.
Ciò che va chiarito in tutte le sedi competenti – eventualmente denunciando i trattati – è che emigrare non è un diritto per chicchessia. Il fatto che un individuo sia nato in un paese povero è certamente un fatto triste, ma non gli dà automaticamente il diritto di emigrare in un paese più ricco. Esattamente come un individuo nato in una famiglia poco abbiente, non può per ciò stesso trasferirsi in casa del Presidente della Repubblica.
Quella a cui stiamo assistendo oggi è una migrazione indotta, studiata a tavolino nelle stanze dei bottoni dei poteri forti, organizzata sul terreno dalle loro agenzie di intelligence in combutta con la delinquenza locale. Lo scopo? Duplice. Innanzitutto quello di “denazionalizzare” gli Stati europei, di distruggere l’identità etnico-etica dei popoli, di creare una società multietnica e multiculturale che non abbia più un’anima o una bandiera e che possa perciò diventare un docile strumento nelle loro mani. In secondo luogo, questa assurda ed artificiale immissione di elementi stranieri mira a creare una nuova manodopera a basso costo, che serva come grimaldello per cancellare i livelli salariali e gli standard di vita europei a pro degli interessi delle multinazionali.
Il fronte che sostiene questa manovra è assai ampio. Va dai “filantropi” ultramiliardari che finanziano le ONG perché agevolino l’invasione, ai partiti della sinistra, arruolati in nome di un anti-razzismo da secolo scorso, alla Chiesa Cattolica, messa in riga da un Papa la cui unica preoccupazione sembra quella di farci invadere senza alcun limite e senza alcuna regola.
A proposito del Papa, qualcuno si è meravigliato della presenza del suo più stretto collaboratore – il Segretario di Stato cardinale Pietro Parolin – al recente riservatissimo convegno del Gruppo Bilderberg, il noto organismo che riunisce i rappresentanti dei poteri forti che governano il mondo. Il sottoscritto – per quello che vale la sua personalissima opinione – non se ne è stupito. Papa Bergoglio, infatti, ha già da tempo accolto tra i suoi beniamini un prestigioso esponente di quell’onorato Gruppo. Si tratta – ci ricorda il noto giornalista d’inchiesta Maurizio Blondet – di Peter Sutherland, una delle figure apicali del mondialismo finanziario, abituato a scorrazzare tra Bilderberg e Goldman Sachs, tra la British Petroleum e la Zurich Assicurazioni, tra multinazionali e banche d’affari, per tacere degli alti incarichi ricoperti nell’Unione Europea.
Del sullodato Sutherland ho parlato su queste pagine sei anni fa («La sinistra, l’immigrazione e il cane di Pavlov» su “Social” del 30 novembre 2012), portandolo ad esempio dell’atteggiamento del mondo dell’alta finanza sull’immigrazione. «Occorre scardinare le omogeneità nazionali – aveva detto – e le nazioni europee devono diventare sempre più aperte in termini di popolazioni che le possano abitare.»
Avete capito? Occorrono altre prove per dimostrare che l’invasione di cui siamo oggetto rientra in una strategia ben precisa per distruggere gli Stati Nazionali?
Comunque, tornando alla vicinanza fra il Vaticano bergogliano e il Gruppo Bilderbeg: apprendo adesso dal sito “Politicamente Scorretto” che El Papa ha chiamato mister Sutherland a presiedere la Commissione Cattolica Internazionale per le Migrazioni. Quando si dice le coincidenze... 
  
LE VIE DELLE MIGRAZZIONI SONO INFINITE 
Le opinioni eretiche di Michele Rallo
IMMIGRAZIONE E POPULISTI
Un ritorno alle politiche nazionali ? Sull’immigrazione, i populisti italiani sono il futuro, la Merkel è il passato. Credo che la questione della migrazione sarà vista dai futuri storici come il fatale solvente dell’Unione Europea 
di Niall Ferguson   
Sull’immigrazione, i populisti italiani sono il futuro. La Merkel è il passato


0 profugo legge 19

Centodieci anni fa l’autore britannico Israel Zangwill completò l’opera teatrale The Melting Pot. Messa in scena per la prima volta a Washington nell’ottobre del 1908 — dove fu applaudita con entusiasmo dal presidente Theodore Roosevelt — essa celebra gli Stati Uniti come un gigantesco crogiolo che fonde insieme “celti e latini, slavi e teutoni, greci e siriani — neri e gialli — ebrei e gentili” a formare un singolo popolo.
“Sì”, dichiara l’eroe dell’opera teatrale (come il padre di Zangwill, un immigrato ebreo proveniente dalla Russia), “Est e Ovest, e Nord e Sud, la palma e il pino, il polo e l’equatore, la mezzaluna e la croce… Qui si uniranno tutti per costruire la Repubblica dell’Uomo e il Regno di Dio”.
È piuttosto difficile immaginare un’opera teatrale simile scritta sull’Unione europea all’inizio del XXI secolo. O meglio si potrebbe facilmente immaginarne una molto diversa. In essa, l’afflusso di migranti provenienti da tutto il mondo avrebbe esattamente l’effetto opposto a quello immaginato da Zangwill. Lungi dal portare alla fusione, la crisi migratoria europea sta portando alla fissione. L’opere teatrale potrebbe essere chiamata The Meltdown Pot.
Credo sempre più che la questione della migrazione sarà vista dai futuri storici come il fatale solvente dell’Unione Europea. Nelle loro considerazioni, la Brexit apparirà semplicemente come un primo sintomo della crisi. La loro tesi sarà che un massiccio Völkerwanderung [migrazione di popoli, NdT] travolgeva il progetto dell’integrazione europea, rivelando la debolezza dell’Unione Europea come istituzione e riportando gli elettori alla politica nazionale per trovare soluzioni.
Iniziamo con l’entità dell’afflusso. Solo nel 2016 circa 2,4 milioni di migranti sono arrivati nei 28 stati membri dell’UE da paesi non-UE, portando il totale della popolazione dell’Unione nata all’estero a 36,9 milioni, oltre il 7% del totale.
Questo potrebbe essere solo l’inizio. Secondo gli economisti Gordon Hanson e Craig McIntosh, “il numero di migranti di prima generazione nati in Africa di età compresa tra 15 e 64 anni al di fuori dell’Africa subsahariana crescerà da 4,6 a 13,4 milioni tra il 2010 e il 2050”. La grande maggioranza di questi si dirigerà sicuramente verso l’Europa.
Il problema è irrisolvibile. La popolazione dell’Europa continentale sta invecchiando e si sta riducendo, ma i mercati del lavoro europei registrano scarsi risultati quando si tratta di integrare migranti non qualificati. Inoltre, gran parte degli immigrati europei sono musulmani. I liberal insistono sul fatto che dovrebbe essere possibile per cristiani e musulmani convivere pacificamente in un’Europa secolare e post-cristiana. In pratica la combinazione di sospetti storicamente radicati e divergenze moderne di mentalità — in particolare sullo status e il ruolo delle donne — sta rendendo difficile l’assimilazione. (Confrontate la situazione dei marocchini in Belgio con quella dei messicani in California se non mi credete).
Infine, c’è un problema pratico. Il confine meridionale dell’Europa è quasi impossibile da difendere contro le flottiglie di migranti, a meno che i leader europei non siano disposti a lasciare annegare molte persone.
Politicamente, il problema della migrazione sembra essere fatale per quella ampia alleanza tra socialdemocratici moderati e conservatori / cristiano democratici moderati su cui si sono basati gli ultimi 70 anni di integrazione europea.
I centristi europei sono profondamente confusi sull’immigrazione. Molti, specialmente quelli di centro sinistra, vogliono avere confini aperti e welfare state. Ma l’evidenza suggerisce che è difficile essere la Danimarca con una società multiculturale. La mancanza di solidarietà sociale rende insostenibili alti livelli di tassazione e redistribuzione.
In Italia vediamo un futuro possibile: populisti di sinistra (il Movimento Cinque Stelle) e i populisti di destra (la Lega) hanno unito le forze per formare un governo. La loro coalizione si concentrerà su due cose: consolidare le vecchie normative di welfare (prevede di annullare una recente riforma delle pensioni) ed escludere i migranti. La scorsa settimana, ricevendo molti applausi popolari, il ministro degli interni, Matteo Salvini, ha respinto una barca che trasportava 629 migranti salvati dal mare al largo della Libia. La Aquarius è ora in rotta verso la Spagna, il cui nuovo governo di minoranza socialista si è offerto di accettare il suo carico umano.

00 selfie populisti
Populisti "Europei" a vele spiegate. Perchè i popoli europei e sempre piu' stati membri della Ue reclamano piu' sovranità?

Dove altro possono arrivare al potere i populisti? Essi sono già al governo in qualche modo in sei Stati membri dell’Unione Europea: Austria, Repubblica Ceca, Grecia, Ungheria, Italia e Polonia. Ma in tutta l’Unione Europea ci sono un totale di 11 partiti populisti con il sostegno popolare del 20% o più, il che implica che il numero dei governi populisti potrebbe pressoché raddoppiare. È solo che pochi paesi possono eguagliare l’Italia per la flessibilità politica. Immaginate, se potete, l’Alternative für Deutschland (AfD) di destra sedersi con la sinistra tedesca (Die Linke) per salsicce e birra a Berlino. Impossibile. Di conseguenza, come i tedeschi hanno scoperto dopo la loro ultima tornata elettorale, non esiste in effetti alcuna alternativa se non quella per la vecchia grande coalizione di centro-destra e centro-sinistra di claudicare in avanti.
Claudicare è la parola. La scorsa settimana la cancelliera, Angela Merkel, si è scontrata con Horst Seehofer, il suo ministro degli Interni, che vuole allontanare dai confini della Germania ogni migrante già registrato in altri stati dell’UE. Secondo il regolamento di Dublino, il paese in cui un immigrato arriva per la prima volta è in teoria responsabile per la sua richiesta d’asilo. Ma in pratica i migranti possono guardarsi in giro per la destinazione più favorevole, grazie al sistema Schengen di viaggi senza frontiere a cui appartiene la Germania.
Agli occhi della Merkel, la Germania non può rinunciare a Schengen senza rischiare il crollo dell’intero sistema di libera circolazione. La sua speranza è che possa mettere insieme una specie di pacchetto paneuropeo sull’immigrazione al vertice UE a Bruxelles alla fine di questo mese. Ma non è ancora chiaro se il suo partner di coalizione, l’Unione Cristiano-Sociale Bavarese (che Seehofer guida), possa accettare questo. La CSU ha elezioni statali in arrivo ad ottobre e teme perdite a favore dell’AfD proprio sulla questione dell’immigrazione. In ogni caso, le possibilità di una coerente strategia migratoria paneuropea sembrano remote. Le frontiere nazionali appaiono come una soluzione più semplice.
Sono stato scettico nei confronti dell’argomentazione secondo cui Brexit riguardasse lasciare una nave che affondava. Ora sto rivalutando la mia opinione. Anche se l’impossibilità di riconciliare i conservatori per il Remain con quelli per la Brexit diventa una minaccia esistenziale per Theresa May, gli eventi in Europa si stanno muovendo in direzioni che fino a pochi anni fa sembravano inconcepibili.
Nel suo prossimo libro sull’immigrazione degli Stati Uniti, il mio brillante amico Reihan Salam — lui stesso figlio di immigrati bengalesi — sostiene una tesi coraggiosa: l’America deve o limitare l’immigrazione o rischiare una guerra civile man mano che l’ineguaglianza crescente e la tensione razziale si combinano.
Spero che Salam abbia ragione quando afferma che il melting pot americano possa in qualche modo essere salvato. Ma non ho una tale speranza per l’Europa. Nessuno che abbia trascorso del tempo in Germania dopo la grande scommessa del 2015–2016 della Merkel può onestamente credere che lì si stia creando un melting pot. Chiunque visiti l’Italia oggi può vedere che le politiche dell’ultimo decennio — austerità più frontiere aperte — hanno prodotto un collasso politico.
La fusione può ancora essere un’opzione per gli Stati Uniti. Per l’Europa, temo, il futuro è quello della fissione — un processo potenzialmente così esplosivo che potrebbe relegare la Brexit alle note a piè di pagina della storia futura.

di 
Niall Ferguson 
Arianna Editrice e Paolo Becchi

Articolo di Niall Ferguson, storico e professore all’Università di Stanford (già Harvard), pubblicato su The Sunday Times il 17 giugno 2018Traduzione di Donato Mancuso 
  

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