RIMUOVERE IL CROCIFISSO DALLE AULE E' UN'AZIONE ERRATA E PERICOLOSA
Diego Fusaro https://www.youtube.com/watch?v=1a-oG5WxLT8
#FioramontiDimettiti
Lorenzo Fioramonti è il ministro dell' Istruzione, dell' università e della ricerca, dopo essere stato portaborse di Antonio Di Pietro. E che ministro, un vero esempio per i nostri giovani oltre che per i professori.
Basta leggere cosa scriveva solo pochi anni fa quando era un oscuro professore di Economia politica: «Silvio Berlusconi? Un nano porta iella».
«Giuliano Ferrara? Un pezzo di m... con i denti separati».
«Daniela Santanchè? Tutta rifatta, le sputerei in faccia». E poi ancora riferimenti a Brunetta, che andrebbe manganellato e ai «pochi poliziotti per bene». Viene da chiedersi dove i Cinque Stelle abbiano pescato questo signore violento e sessista che appena insediato si è inventato la tassa sulle merendine e ha proposto di fare sparire i crocifissi dalle aule di tutte le scuole.
Non siamo moralisti, però credo ci sia un limite. Ognuno è libero di pensarla come crede, ma per fare il ministro della Scuola non si può pensarla come Fioramonti perché serve rispetto verso chi ha idee diverse dalle tue, serve educazione, e senso del limite, tutte requisiti che a questo signore sono mancati e mancano perché invecchiando certo non si migliora.
Del resto, per stare sul suo piano antropologico, basta guardarlo in faccia per capire di chi parliamo, tutta boria e arroganza. Giorni fa lo battezzammo «il nuovo Toninelli», ma oggi chiediamo scusa all' ex ministro no Tav per l' offesa.
Se dal passato recente di un qualsiasi ministro di un governo di centrodestra fossero emersi simili giudizi sarebbe scoppiata la rivoluzione con richieste di dimissioni immediate. Dubitiamo che ciò accada, il vento della sinistra è sempre profumato a prescindere dai miasmi che trasporta.
Ieri l' altro Stefano Fassina, ex viceministro e deputato della sinistra, è finito all' ospedale per le botte prese dai poliziotti durante un presidio sindacale a Roma. Siccome Salvini non è più ministro dell' Interno il fatto è passato quasi inosservato. Perché sotto un governo di sinistra si può picchiare un deputato di sinistra e la cosa finisce lì, sia in parlamento sia tra quegli intellettuali e giornalisti che urlarono al golpe fascista quando mesi fa la polizia rimosse alcuni striscioni anti Salvini affissi nelle vicinanze della piazza dove il leader della lega teneva un comizio.
Due pesi e due misure, in ogni campo.
Guai a dire che la ministra Teresa Bellanova veste kitsch ed è in carne, ma va bene - perché il sessismo inverso di genere e segno politico è solo satira - se si accusa in diretta tv Salvini di farsi fotografare in spiaggia in costume «che ha pure la pancia».
Poveri studenti se diventiamo il paese dei Fioramonti.
Alessandro Sallusti -
L'oscuro passato del grillino Fioramonti
Scandalo social: ecco i tweet di Fioramonti
video
Adesso Fioramonti deve dimettersi
Lorenzo Fioramonti è il ministro dell' Istruzione, dell' università e della ricerca, dopo essere stato portaborse di Antonio Di Pietro. E che ministro, un vero esempio per i nostri giovani oltre che per i professori.
Basta leggere cosa scriveva solo pochi anni fa quando era un oscuro professore di Economia politica: «Silvio Berlusconi? Un nano porta iella».
«Giuliano Ferrara? Un pezzo di m... con i denti separati».
«Daniela Santanchè? Tutta rifatta, le sputerei in faccia». E poi ancora riferimenti a Brunetta, che andrebbe manganellato e ai «pochi poliziotti per bene». Viene da chiedersi dove i Cinque Stelle abbiano pescato questo signore violento e sessista che appena insediato si è inventato la tassa sulle merendine e ha proposto di fare sparire i crocifissi dalle aule di tutte le scuole.
Non siamo moralisti, però credo ci sia un limite. Ognuno è libero di pensarla come crede, ma per fare il ministro della Scuola non si può pensarla come Fioramonti perché serve rispetto verso chi ha idee diverse dalle tue, serve educazione, e senso del limite, tutte requisiti che a questo signore sono mancati e mancano perché invecchiando certo non si migliora.
Del resto, per stare sul suo piano antropologico, basta guardarlo in faccia per capire di chi parliamo, tutta boria e arroganza. Giorni fa lo battezzammo «il nuovo Toninelli», ma oggi chiediamo scusa all' ex ministro no Tav per l' offesa.
Se dal passato recente di un qualsiasi ministro di un governo di centrodestra fossero emersi simili giudizi sarebbe scoppiata la rivoluzione con richieste di dimissioni immediate. Dubitiamo che ciò accada, il vento della sinistra è sempre profumato a prescindere dai miasmi che trasporta.
Ieri l' altro Stefano Fassina, ex viceministro e deputato della sinistra, è finito all' ospedale per le botte prese dai poliziotti durante un presidio sindacale a Roma. Siccome Salvini non è più ministro dell' Interno il fatto è passato quasi inosservato. Perché sotto un governo di sinistra si può picchiare un deputato di sinistra e la cosa finisce lì, sia in parlamento sia tra quegli intellettuali e giornalisti che urlarono al golpe fascista quando mesi fa la polizia rimosse alcuni striscioni anti Salvini affissi nelle vicinanze della piazza dove il leader della lega teneva un comizio.
Due pesi e due misure, in ogni campo.
Guai a dire che la ministra Teresa Bellanova veste kitsch ed è in carne, ma va bene - perché il sessismo inverso di genere e segno politico è solo satira - se si accusa in diretta tv Salvini di farsi fotografare in spiaggia in costume «che ha pure la pancia».
Poveri studenti se diventiamo il paese dei Fioramonti.
Alessandro Sallusti -
Adesso Fioramonti deve dimettersi
Fioramonti insulta sui social, il centrodestra: "Si dimetta"
Il ministro dell'Istruzione su Facebook ha collezionato una serie di attacchi nei confronti di politici, donne e forze dell'ordine: valanga di richieste di dimissioni
Il ministro dell'Istruzione su Facebook ha collezionato una serie di attacchi nei confronti di politici, donne e forze dell'ordine: valanga di richieste di dimissioni
Lorenzo Fioramonti, in qualità di ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, dovrebbe essere un punto di riferimento per i giovani.
Peccato però che, come raccontato da il Giornale in edicola oggi, in passato si sia reso protagonista di vergognosi attacchi verso politici, donne e forze dell'ordine attraverso il proprio profilo Facebook.
E proprio per questo oggi lanciamo l'hashtag #FioramontiDimettiti, per chiedere con forza al governo di rimuovere dal suo posto un ministro col curriculum da odiatore.
Aveva denominato Silvio Berlusconi come "l'imperatore della sfiga" in occasione del terremoto a L'Aquila. Nel mirino era finito anche Giuliano Ferrara: "Un'altra m**** con i denti separati, uno schifoso, che solo in Italia può passare come intellettuale".
"L'unica cosa che mi fa sorridere è ripensare alle immagini di Brunetta protetto dai carabinieri mentre i manifestanti lo insultano... quella è una bella Italia". Ed era arrivato poi alla conclusione: "Vedremo. Ma secondo me qui finisce a mazzate. Se dovesse essere così, mi dispiacerebbe solo di non esserci".
Ripugnanti offese pure nei confronti di Daniela Santanchè: "Una demente bugiarda e venduta. Ma che donna! Un personaggio raccapricciante e disgustoso. Se fossi una donna mi alzerei e le sputerei in faccia, con tutti gli zigomi rifatti". La senatrice di Fratelli d'Italia poco fa ha risposto duramente: "Dimissioni immediate. Mi auguro che adesso le donne del Pd, le donne del M5S, tutte le donne chiedano le dimissioni. Ora voglio chiamare il presidente del Consiglio e vedremo che succederà".
Come se non bastasse Fioramonti aveva preso di mira anche le forze dell'ordine: "La polizia, allora come oggi, sembra più un corpo di guardia del potere, invece che una forza al servizio dei cittadini. I pochi poliziotti per bene hanno paura di far sentire la propria voce".
Il centrodestra chiede le dimissioni
È scoppiata la polemica, con il centrodestra che è insorto. Mariastella Gelmini, presidente dei deputati di Forza Italia, ha tuonato: "Chi disprezza le forze dell'ordine, vaneggia e svilisce i componenti Parlamento non può ricoprire certi ruoli. Fioramonti si dimetta da ministro. Compia un gesto di coraggio e coerenza. Non esistono alternative". E il senatore azzurro Andrea Cangini, oltre a sperare nella "ferma replica" del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, confida nelle dimissioni del pentastellato: "Il fatto che l'ex collaboratore di Antonio Di Pietro, che si qualifica economista pur essendo laureato in Filosofia, ricopra la funzione di ministro dell'Istruzione rende ancor più gravi le sue parole".
La prima a chiedere le dimissioni è stata Giorgia Meloni: "Ci aspettiamo la condanna di tutte le forze politiche, senza se se senza ma, e ci aspettiamo che il premier Conte, sempre attento a chiedere rispetto per le istituzioni, pretenda le dimissioni di una persona così palesemente indegna di rappresentare la Nazione". Il Questore della Camera Edmondo Cirielli (Fratelli d'Italia) ha chiamato in causa anche Sergio Mattarella: "Se Fioramonti ha un briciolo di dignità faccia un passo indietro e vada a casa. In caso contrario il premier Conte gli revochi l'incarico ad horas oppure intervenga direttamente il Presidente della Repubblica". In una nota il capogruppo FdI al Senato Luca Ciriani ha detto che oggi presenterà "una mozione di sfiducia personale a Lorenzo Fioramonti, il quale oltre al sessismo ha pesantemente attaccato le nostre forze dell'ordine arrivando quasi a giustificare azioni terroristiche. Un personaggio simile non può restare un minuto di più al ministero dell'Istruzione".
Sulla vicenda è intervenuto anche Riccardo Molinari: "Il suo silenzio non fa che peggiorare una situazione già di per sé imbarazzante non solo per il governo giallofucsia, ma per tutto il Paese". Il capogruppo della Lega alla Camera ha invitato Fioramonti e la maggioranza a chiarire immediatamente.
Valeria Fedeli, senatrice del Pd, ha condannato "il linguaggio d'odio, sessista e violento", estendendo al ministro dell'Istruzione l'invito a spiegare quanto accaduto: "Il suo silenzio in merito a quanto riportato questa mattina in un articolo de Il Giornale non è sostenibile nel ruolo che ricopre".
Luca Sablone
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