ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 4 ottobre 2019

La barca di Pietro, già quasi rovesciata”

San Francesco / Croci e alberi
https://www.sabinopaciolla.com/wp-content/uploads/2019/10/Indigeni-Amazzonia-pregano-nei-giardini-vaticani-04.10.2019-screenshot-da-video-Catholic-sat.jpg(immagine aggiunta)
Cari amici di Duc in altum, mi ha scritto un apota, ovvero uno di quelli che non se la bevono (secondo la definizione cara a Giuseppe Prezzolini e da me ripresa tempo fa).  Una breve lettera per stigmatizzare quanto avverrà oggi, nel giorno di san Francesco, nei giardini vaticani, dove il papa, per iniziativa dell’ordine dei frati minori aderenti al nuovo culto ecologista, pianterà l’ennesimo albero. A meno che…
A.M.V.

***
Caro Aldo Maria, tanto tempo fa i frati piantavano croci in tutto il mondo per far pregare le persone con il pio esercizio della Via Crucis. San Leonardo, che fu il più grande diffusore di questa pratica, ne inaugurò più di cinquecento in tutta Italia. Oggi le cose sono cambiate, i frati francescani, divenuti dialoganti, non piantano più croci, ma insieme ai rappresentanti del Global Catholic Climate Movement (Movimento cattolico globale sul cambiamento climatico) e la RePam (rete ecclesiale panamazzonica), oggi 4 ottobre, giorno della festa di san Francesco, per mandare un “potente messaggio al mondo sull’impegno della Chiesa nella cura della casa comune”, pianteranno un albero in Vaticano alla presenza del papa.
A questo evento parteciperanno, ci fanno sapere i frati, anche dei capi “indigeni”, i quali probabilmente per l’occasione  invocheranno i loro spiriti.
Sappiamo che la gerarchia della Chiesa non si preoccupa più di queste cose: uno spirito ormai vale l’altro, ognuno ha le sue idee… Ma noi apoti, che non ce la beviamo, ci domandiamo che cosa sia giusto fare in questi casi.
Io una soluzione ce l’avrei: fare come fece san Bonifacio nel 724 d.C., quando, armato di accetta, andò ad abbattere l’albero del dio pagano Thor, sotto il quale venivano offerti sacrifici umani.
Pensa che bella scena sarebbe! Vedere magari il cardinal Burke apparire all’improvviso con una motosega e abbattere l’albero dell’idolatria moderna, tra lo sgomento degli “indigeni”, nonché dei monsignori di curia e dei frati ecologisti.
Io, fossi il cardinale Burke, un pensierino lo farei. Chi oserebbe opporsi a un cardinale? E in più armato di motosega?
Buona festa di san Francesco!
Un apota

Video: Questa mattina, nei Giardini Vaticani, i leader indigeni dell’Amazzonia hanno offerto preghiere per la Terra

Indigeni Amazzonia pregano nei giardini vaticani 04.10.2019 (screenshot da video Catholic sat)

Indigeni Amazzonia pregano nei giardini vaticani 04.10.2019 (screenshot da video Catholic sat)
 Da un tweet di Catholic Sat:
Questa mattina, nei Giardini Vaticani, i leader indigeni dell’Amazzonia hanno offerto preghiere per la Terra, in una cerimonia in cui Papa Francesco ha consacrato il prossimo Sinodo Pan-Amazzonico a San Francesco d’Assisi.

By Sabino Paciolla


Roma, 5 ottobre / In piazza con il Rosario, in preghiera per la Chiesa

Forse perché si colloca a cavallo tra la festa di san Francesco (il giorno prima) e la Madonna del rosario (due giorni dopo), o forse perché il giorno successivo incomincia il Sinodo sull’Amazzonia, fatto sta che il 5 ottobre è una data molto intensa per quei cattolici che, con un eufemismo, possiamo definire “perplessi” e “dubbiosi”.
Del resto dopo sei anni di aggiornamenti e di massiccia discontinuità rispetto ai pontificati precedenti, è un po’ inevitabile che la dialettica interna alla Chiesa cattolica si manifesti non più solo con appelli, “suppliche filiali”, lettere aperte, Dubia inascoltati, ma anche fisicamente, con una manifestazione pubblica.
Particolarmente significativa è infatti la scelta di alcuni gruppi di preghiera, di sacerdoti religiosi e “semplici” laici cattolici, di pregare pubblicamente, nei pressi di san Pietro, domani, in largo Giovanni XXIII, a partire dalle 14:30.
“Pregheremo il rosario, per chiedere alla Vergine di salvare la barca di Pietro, già quasi rovesciata”: è questo, su per giù, il tenore dei post che compaiono in rete, in particolare sulla pagina ufficiale facebook, Preghiamo per la Chiesa, o nelle mail che chiamano a raccolta il mondo cattolico. Post che riecheggia volutamente una frase di Benedetto XVI, scritta per il funerale del cardinale di Colonia Joachim Meisner, particolarmente angustiato da documenti come Amoris laetitia e non solo.
Sulla pagina facebook ufficiale della manifestazione poi si possono leggere frasi dei cardinali Giacomo Biffi e Carlo Caffarra, ammonimenti di Giovanni Paolo I (Albino Luciani), ad esempio sui rischi di un certo terzomondismo catto-comunista (“è bene avere scelto la causa dei poveri, degli emarginati, del Terzo Mondo. Attenti però, con la scusa dei poveri lontani, a non trascurare i poveri vicini…”) e dichiarazioni di Benedetto XVI, sulle sofferenze che provengono alla Chiesa non dai suoi avversari esterni, ma da quelli interni (oggi “la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa”).
La preghiera pubblica, che vuole essere chiara ma sobria (si chiede ai convenuti di non portare con sé alcun cartello, alcuna bandiera, ma solo il proprio “amore alla Chiesa ed un rosario”), poggia su un manifesto tradotto in varie lingue, sostenuto anche da intellettuali e giornalisti cattolici di vari paesi, che indica dieci intenzioni di preghiera.
Ne riportiamo solo alcune: “Che cessino gli scandali sessuali ed economici che deturpano il volto della Chiesa e che gli ecclesiastici coinvolti in detti scandali non siano promossi a posizioni di comando; che non venga adulterato il depositum fidei, di cui nessuno, nella Chiesa di Cristo, neppure il pontefice, è padrone; che le famiglie religiose, i vescovi, i sacerdoti, i professori fedeli a Cristo e alla Chiesa non vengano più commissariati, perseguitati, destituiti senza accuse concrete e verificate, per il solo motivo del loro attaccamento alla fede di sempre; che la priorità di chi guida la Chiesa sia annunciare la fede in Gesù Cristo Salvatore, lasciando a Cesare ciò che è di Cesare, ed evitando di improvvisarsi sociologi, politologi, climatologi… tuttologi; che gli uomini di Chiesa non cessino di proclamare i principi non negoziabili, in particolare la difesa della vita e della famiglia, venendo a patti con la cultura di morte e l’ideologia gender; che non si confondano più l’amore per il Creato con l’ecologismo pagano e panteista, né la misericordia di Dio con il relativismo morale e l’indifferentismo religioso; che i cristiani perseguitati nel mondo, che affrontano torture e morte in nome di Cristo, non debbano più sentir dire, dai loro pastori, che Allah e Gesù Cristo sono il medesimo Dio…”.
Un giorno intenso, si diceva, perché la preghiera pubblica del primo pomeriggio è preceduta da un altro evento, organizzato in questo caso da una realtà di origine latinoamericana, l’Istituto Plinio Corrêa de Oliveira.
A partire dalle ore 9:30 del mattino, infatti, presso l’Hotel Quirinale, in via Nazionale 7, si svolgerà un convegno incentrato sul Sinodo per l’Amazzonia e intitolato Amazzonia: la posta in gioco. Questo sinodo, come quello sulla famiglia del 2015, si preannuncia estremamente divisivo e sta già lacerando ulteriormente un mondo cattolico in enorme confusione e affanno. Il cardinale tedesco Walter Brandmüller, storico della Chiesa, ne ha messo in luce le anomalie affermando che l’Instrumentum laboris che lo prepara “contraddice l’insegnamento vincolante della Chiesa in punti decisivi e quindi deve essere qualificato come eretico”.
Tra gli oratori presenti al convegno, oltre agli italiani Stefano Fontana e Roberto de Mattei, si segnalano Bertrand d’Orleans e Braganza, della famiglia imperiale del Brasile, Jonas Macuxí de Souza, dirigente dell’etnia macuxí di Roraima in Amazzonia e il metereologo dell’Università di Alagoas, Luiz Carlos Molion, il quale nell’intervento dal titolo Impatto della deforestazione sul clima si chiederà se davvero il bacino amazzonico produce le conseguenze ambientali planetarie denunciate con tanta enfasi dai media e da alcuni politici.
Ma non è finita. Sempre il 5 ottobre, alle ore 18, si danno appuntamento a Roma, presso la sala conferenze di Santo Spirito in Sassia, i membri del Comitato internazionale Uniti con Gesù Eucaristia per le mani santissime di Maria, che si battono per una rinascita della devozione eucaristica, cominciata con Benedetto XVI ma poi bruscamente interrotta. Tra gli oratori monsignor Nicola Bux, lo storico tedesco Michael Hesemann, sul tema Miracoli eucaristici oggi, ed Alessandro Meluzzi.
Insomma, esiste ancora un mondo cattolico che non si rassegna, e che il 5 ottobre vuole battere un colpo.
da: La Verità, 7 settembre 2019
Qui la pagina ufficiale della preghiera:


1 commento:

  1. Caro apota,ci sono diversi motivi per cui il cardinal Burke non si presenterà mai con la sospirata motosega,ma sono due i sostanziali:
    1°"Io mi sento unito soprannaturalmente a "papa"Francesco;sono parole del suddetto cardinale,facendo intendere che l'unione con Bergoglio sia cosa voluta dalla Divina Volontà e che chi non si sente a lui unito, sia contro DIO STESSO.Forse sarebbe stato meglio se avesse affermato "preternaturalmente"evitando di attribuire allo Spirito Santo una "unione"che viene da satana!
    2°Di tutti gli atti e le dichiarazioni demenziali,eretiche,blasfeme,contrarie alla dottrina della Fede,dette ,fatte,approvate dall'inquilino di Santa Marta,quest'ultima credo che sia proprio la meno grave:sarebbe ridicolo vedere insorgere tale cardinale dopo aver accettato, anche con il silenzio, l'inaccettabile!!!Sarebbe come chi, dopo che la diga è crollata e l'acqua del lago ha devastato il paese,si infuriasse con un pargolo che fa la pipì nel rigagnolo accusandolo di provocare un' alluvione !!
    D'altronde sarebbe ingiusto attribuire a Burke la totale responsabilità di quella ignavia che caratterizza la ormai ex cattolicità di tanti prelati!
    I pochi che ancora sentono in cuor loro che qualcosa di apocalittico si sta verificando all'interno della Chiesa,si rifugiano dietro le parole tipo obbedienza,(peccato che era stata dimenticata nei pontificati precedenti,cioè quelli veri!!)umiltà prendendo come esempio la Madonna,scordando che lei stessa,per evitare un indottrinamento farisaico sbagliato,istruì Nostro Signore sulla Torah e le leggi di Dio insieme ai cuginetti di Gesù!Ma fatto ancor più grave il voler far credere che essere umili sia un sinonimo di essere deficienti e che( come già succede) se ci fosse imposto dall'autorità ecclesiastica di adorare un totem bisognerebbe farlo, per evitar di "cader in superbia" e restare in quella chiesa per soffrire in silenzio!!Quindi Lot e la sua famiglia fecero male ad ascoltare gli angeli inviati da DIO STESSO che li intimavano di lasciare la città di Sodoma se volevano salvarsi:avrebbero dovuto restare e soffrire in silenzio!!
    Non ultimo,non sapendo più a che santo votarsi,coloro che sentono ancora la loro coscienza che grida nello loro cuore la Verità,per anestetizzare anima e cervello fanno appello ad un presunto salvatore o condottiero che dovrebbe arrivare e ribaltare la situazione,sostenendo che nessuno è in grado di affermare se un papa sia o non sia eretico o peggio apostata tanto meno un laico,dimenticando che chi occupa il soglio pontificio non è il papa ma un usurpatore,scordando completamente che esiste un catechismo a cui fare riferimento qualora venisse divulgata una dottrina diversa da quella insegnata dagli apostoli e voluta da DIO(e questa è Verità di Fede)e soprattutto ignorando completamente che Dio dona a tutti la capacità di discernimento e che tale capacità accresce giorno per giorno, se chi vuole restare cattolico, prega costantemente lo Spirito Santo per tale dono attraverso l'intercessione di Maria Santissima.La cosa più sconvolgente è il creder da parte di questi "umili sacerdoti"che Dio non chiederà conto ne a loro ne tantomeno ai laici del perchè abbiano lasciato che la sua vigna fosse devasta dal cinghiale ,in virtù di un assenza di autorità capace di sentenziare!! Ricordano quel disgraziato di servo,che dopo aver ricevuto un solo talento dal padrone,lo andò a seppellirlo per non perderlo,ma soprattutto,per non compromettersi!

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