La casa editrice milanese ReNoir, specializzata in fumetti (che gli anglosassoni chiamano comics perché i primissimi di essi facevano ridere, e i francesi, più propriamente, chiamanobandes dessinées, cioè «strisce disegnate» perché i primi erano appunto su strisce), ha come iniziatore e patron un cattolico, perciò sforna fumetti che, pur non essendo bacchettoni, rispettano la morale tradizionale. Il suo motto è: chiunque deve poterli leggere senza provare disagio, bambini o adulti. Ed è per questo che, periodicamente, il sottoscritto li segnala. Et pour cause, visto che vi è –anche- direttamente implicato.
Infatti, è sua l’ideazione della serie western Gli Sconfitti, di cui esiste già un primo volume e un secondo è in lavorazione. La ReNoir costituisce anche un punto di riferimento per i fumettomani tout court, dal momento che ripubblica serie storiche ormai introvabili e le propone in sofisticate edizioni “integrali”, cioè arricchite di presentazioni filologiche e riproduzioni di tavole d’epoca. Qualcuno di voi lettori già possiede in primi cinque elegantissimi volumi di Prince Valiant, pietra miliare di Harold Foster (uno dei più grandi illustratori di tutti i tempi).
Ebbene, sappia che è uscito il sesto, nel quale Valiant (un personaggio che cresce, come Harry Potter) è in compagnia della moglie Aletha, regina delle Isole Nebbiose. Esce anche il terzo volume delle avventure dei due piloti canadesi Tanguy e Laverdure, disegnate nientemeno che da Uderzo, quello di Asterix. Non tutti sanno che la coppia (René) Goscinny & (Albert) Uderzo, prima del guerriero gallico, si era cimentata con un altro personaggio seriale, il pirata francese Jehan Pistolet. Stesso humour ammiccante ed erudito. Ecco, la ReNoir ne propone (in tandem con NonaArte) il volume “integrale”, arricchita da disegni originali e foto d’epoca dei due autori.
Ma adesso ecco il meglio: il decimo volume dei racconti di Don Camillo. Nel quale l’editore supera se stesso mettendo all’opera una squadra di disegnatori tratta dal gotha del fumetto italiano: Claudio Villa (per chi non lo conoscesse, è quello che fa le straordinarie copertine di Tex), Giampiero Casertano (firma di punta di Dylan Dog), Leo Ortolani (il creatore di Rat-Man), presente con un suo “omaggio” all’immortale character creato da Guareschi. I volumi della ReNoir-NonaArte li trovate soltanto nelle fumetterie (i negozi che vendono solo fumetti, per intenderci) o, se non ne avete a portata di mano, qui: www.renoircomics.it. Se vi interessa saperlo, io li ho tutti.
Don Camillo sconosciuto
Il titolo di questo documentario suggerisce l’argomento: esiste un Don Camillo sconosciuto al grande pubblico? Sì, se non avete mai visto le versione integrali in francese.
Fonte: andreaciaffa.blogspot.it
Don Camillo sconosciuto
In questi giorni ho lavorato intensamente al montaggio per un film che oserei chiamare documentario, DON CAMILLO SCONOSCIUTO.
Il titolo la dice lunga sull'argomento, esiste un DON CAMILLO sconosciuto al grande pubblico italiano? La risposta è sì per tutti coloro che non hanno mai visto o comprato i primi due film della celebre serie in lingua FRANCESE (giusto qualche collezionista o vero appassionato...), che se mai lo facessero andrebbero incontro ad una bella sorpresa. Infatti, "Le Petit Monde de don Camillo" e "Le Retour de don Camillo" non sono semplicemente le versioni doppiate in francese di "Don Camillo" (1952) e "Il ritorno di Don Camillo" (1953), ma praticamente due film diversi, in quanto contengono inquadrature e intere sequenze che non sono presenti nelle versioni in italiano.
Infatti, durano leggermente di più e nell'insieme risultano esteticamente differenti rispetto ai loro "cugini" italiani.
Il perché? Essendo una co-produzione italo-francese, aveva un regista e parte degli attori francesi, e sopratutto sceneggiatori francesi, i quali evidentemente non digerirono che un film italiano, con protagonista un parroco, avesse affiancato alla produzione un responsabile del Centro Cattolico Cinematografico, tale Monsignor Galletto, che pressò fortemente sulla figura un pò troppo rude e spiccia di Don Camillo; regista e sceneggiatore imposero così la doppia versione, rigirando ogni scena in francese e, al montaggio, allungando sequenze che per l'Italia erano giudicate inadatte. Se per "Don Camillo" italiano il piglio è quello della farsa zuccherosa, in quello francese c'è più poesia, commozione, e più cazzotti, tanto da tagliare, nella parte finale del primo film, qualche momento comico per sottolineare invece il parroco manesco. Giovannino Guareschi disapprovò il "Don Camillo" cinematografico, e non so se davvero abbia visto le versioni in francese, dubito visto che litigò via lettera numeose volte con Julien Duvivier, il regista, quando ironicamente son quelle più fedeli allo spirito del suo libro!
Infatti, durano leggermente di più e nell'insieme risultano esteticamente differenti rispetto ai loro "cugini" italiani.
Il perché? Essendo una co-produzione italo-francese, aveva un regista e parte degli attori francesi, e sopratutto sceneggiatori francesi, i quali evidentemente non digerirono che un film italiano, con protagonista un parroco, avesse affiancato alla produzione un responsabile del Centro Cattolico Cinematografico, tale Monsignor Galletto, che pressò fortemente sulla figura un pò troppo rude e spiccia di Don Camillo; regista e sceneggiatore imposero così la doppia versione, rigirando ogni scena in francese e, al montaggio, allungando sequenze che per l'Italia erano giudicate inadatte. Se per "Don Camillo" italiano il piglio è quello della farsa zuccherosa, in quello francese c'è più poesia, commozione, e più cazzotti, tanto da tagliare, nella parte finale del primo film, qualche momento comico per sottolineare invece il parroco manesco. Giovannino Guareschi disapprovò il "Don Camillo" cinematografico, e non so se davvero abbia visto le versioni in francese, dubito visto che litigò via lettera numeose volte con Julien Duvivier, il regista, quando ironicamente son quelle più fedeli allo spirito del suo libro!
Questo documentario le raccoglie tutte, incluse un paio sfuggite agli autori dei libri, altamente consigliati, che mi hanno spinto a lavorare qualche giorno al montaggio, divertendomi come sempre. Questo accade quando si lavora su delle scene comiche. e Fernandel e Gino Cervi, affiatata coppia di splendidi attori, erano molto divertenti. I libri sono:
Don Camillo mai visto, a cura di Egidio Bandini, Giorgio Casamatti, Guido Conti, MUP Editore, 2007, e Don Camillo e Peppone, cronache cinematografiche dalla Bassa Padana 1951-1965, di Riccardo Esposito(Le Mani, 2008).
Le possibili reazioni su questo filmato di 28 minuti saranno determinanti per spingermi a lavorare sull'argomento, già trattato come detto tanto da farne un album di fotografie, specie sulla domanda che spesso si ripete, perché tutti questi cambiamenti al montaggio, visto che alcuni sono davvero discutibili? Ecco, nei miei progetti spero di poter dare le risposte necessarie. Grazie in anticipo a coloro che si fermeranno a guardare Don Camillo sconosciuto.
http://andreaciaffa.blogspot.it/2012/09/don-camillo-sconosciuto.html
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