Cristiani e musulmani sono fratelli?
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Se ci atteniamo con rigore alla dottrina cattolica, musulmani e cristiani non sono fratelli. Per il semplice motivo, tanto evidente e da sempre insegnato fino a una cinquantina di anni fa, che i musulmani non sono battezzati e perciò non sono figli di Dio ma solo sue creature, sebbene chiamate a diventare suoi figli per vie misteriose che solo Dio conosce oppure tramite il battesimo.
La figliolanza divina infatti – e non è opinione su cui chi abbia un briciolo di conoscenza di dottrina cattolica possa opinare – è un dono che si riceve col battesimo. Se poi consideriamo che Gesù chiamò gli scribi e i farisei figli del demonio per l’opera di tentare di ucciderlo, non è erroneo attribuire la stessa paternità ai musulmani che non è un segreto abbiano il compito di “uccidere gli infedeli” fra i quali i cristiani.
Chiamare i musulmani fratelli dei cristiani si può solo intendere allora come un lodevole auspicio, ma allora non va usato l’indicativo. Si dovrebbe quindi dire che “dovrebbero essere fratelli”. Grande auspicio religioso per noi cattolici, non altrettanto per i musulmani per i quali non è possibile che diventiamo fratelli nemmeno se tutti ci convertissimo all’islam per il semplice motivo islamico che “Allah non ha figli perché è Dio e non un uomo”. Forse però si può intendere questo auspicio in senso politico, al fine di eliminare i rischi dell’attuale conflitto che vede i cristiani vittime e i musulmani carnefici. Come tale auspicio politico sia realizzabile è tutt’altro che facile da immaginare.
Ma un auspicio politico non si dovrebbe trovare sulla bocca del Vicario di Cristo in terra, ché è sì un sovrano, ma parla più come Vicario di Cristo che come sovrano. Se poi dovessimo intendere in maniera rigorosa la frase “Cristiani e musulmani sono fratelli”, delle due l’una: o tutti abbiamo come padre Dio Padre, Padre di Cristo, il che non è teologicamente vero, e allora la frase sarebbe erronea, oppure abbiamo tutti come Padre Allah, che è dimostrato nei fatti e nella teologia non essere Dio, perché ordina l’uccisione anche dei cristiani e la negazione della divinità di Cristo: ma anche tale comune paternità di Allah è falsa, perché per noi cristiani non c’è altro Dio che quello Uno e Trino espressamente negato dall’islam. Non siamo perciò figli di colui che è espressamente anti-cristico.
L’unica cosa che come cattolici possiamo dire e sperare è che – tramite l’evangelizzazione – tutti diventiamo figli dello stesso Padre grazie alla conversione al cristianesimo degli islamici. Frase che tuttavia forse non sarebbe stata gradita né ai musulmani né alla stampa. Sappiamo che Gesù parlava non per essere gradito però, ma per offrire la salvezza.
Ma allora cosa conservare di quella frase?
di Lorenzo Penotti
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fonte: La Voce di don Camillo
http://www.riscossacristiana.it/cristiani-e-musulmani-sono-fratelli-di-lorenzo-penotti/
Papa Francesco a Bangui. Su papamobile anche Imam musulmano
30 novembre 2015 30 novembre 2015 (Visualizzato 50 volte)
Bangui – Papa Francesco, a bordo della papamobile, in compagnia dell’Imam della moschea locale ha attraversato le strade di Bangui, capitale della Repubblica centrafricana, accolto da oltre 30mila fedeli.
“E’ bene, soprattutto quando i tempi sono difficili, quando le prove e le sofferenze non mancano, quando l’avvenire è incerto e ci si sente stanchi, temendo di non potercela fare, è bene riunirsi attorno al Signore, come facciamo oggi, per gioire della sua presenza, della vita nuova e della salvezza che ci propone, come un’altra riva verso la quale dobbiamo tendere”, ha detto il pontefice durante l’omelia della messa tenuta nello stadio del complesso sportivo “Barthélémy Boganda”.
“Quest’altra riva è, certamente, la vita eterna, il Cielo dove noi siamo attesi. Questo sguardo rivolto verso il mondo futuro ha sempre sostenuto il coraggio dei cristiani, dei più poveri, dei più piccoli, nel loro pellegrinaggio terreno. Questa vita eterna non è un’illusione, non è una fuga dal mondo; essa è una potente realtà che ci chiama e che ci impegna alla perseveranza nella fede e nell’amore”.
“Non siamo ancora arrivati alla meta, siamo come in mezzo al fiume, e dobbiamo decidere con coraggio, in un rinnovato impegno missionario, di passare all’altra riva – ha aggiunto – Ogni battezzato deve continuamente rompere con quello che c’è ancora in lui dell’uomo vecchio, dell’uomo peccatore, sempre pronto a risvegliarsi al richiamo del demonio e quanto agisce nel nostro mondo e in questi tempi di conflitti, di odio e di guerra, per condurlo all’egoismo, a ripiegarsi su sé stesso e alla diffidenza, alla violenza e all’istinto di distruzione, alla vendetta, all’abbandono e allo sfruttamento dei più deboli”.
“Voglio rendere grazie con voi al Signore di misericordia – ha proseguito – per tutto quello che vi ha concesso di compiere di bello, di generoso, di coraggioso, nelle vostre famiglie e nelle vostre comunità, durante gli eventi accaduti nel vostro Paese da molti anni”.
“Voi, cari Centrafricani, dovete soprattutto guardare verso il futuro e, forti del cammino già percorso, decidere risolutamente di compiere una nuova tappa nella storia cristiana del vostro Paese, di lanciarvi verso nuovi orizzonti, di andare più al largo, in acque profonde”.
Prima della santa Messa la visita alla moschea della città: “La mia visita pastorale nella Repubblica Centrafricana non sarebbe completa se non comprendesse anche questo incontro con la comunità musulmana. Tra cristiani e musulmani siamo fratelli. Dobbiamo dunque considerarci come tali, comportarci come tali”, ha detto Papa Francesco sottolineando l’importanza della fratellanza da due religioni che, seppur diverse, hanno lo stesso Dio in comune.
“Sappiamo bene che gli ultimi avvenimenti e le violenze che hanno scosso il vostro Paese non erano fondati su motivi propriamente religiosi. Chi dice di credere in Dio dev’essere anche un uomo o una donna di pace. Cristiani, musulmani e membri delle religioni tradizionali hanno vissuto pacificamente insieme per molti anni”.
“Dobbiamo dunque rimanere uniti – ha concluso – perché cessi ogni azione che, da una parte e dall’altra, sfigura il Volto di Dio e ha in fondo lo scopo di difendere con ogni mezzo interessi particolari, a scapito del bene comune. Insieme, diciamo no all’odio, alla vendetta, alla violenza, in particolare a quella che è perpetrata in nome di una religione o di Dio. Dio è pace, salam”.
Papa Francesco ha voluto realizzare questo viaggio in Africa con l’obiettivo di diffondere un messaggio di solidarietà e pace, per riportare alta la fede nella religione in un momento di crisi come quello attuale. Un messaggio corale per dire “no” alla violenza e al terrorismo. Domenica sera la visita imprevista all’ospedale per salutare i bambini malati. Previsto in serata il ritorno a Roma.
http://www.pupia.tv/2015/11/home/papa-francesco-a-bangui-su-papamobile-anche-imam-musulmano/327756
Se il Papa va in moschea perché il vescovo Atzei non può andare nella scuola multietnica?
30 novembre 2015 ore 16:51, Luca Lippi
Ennesimo caso di discriminazione alla rovescia, come non bastasse, siamo nuovamente al paradosso, dopo la rimozione dei crocefissi, dopo le tradizionali canzoni e recite natalizie, dopo il bombardamento del presepe ora passiamo direttamente all’eliminazione delle visite pastorali, poi manca l’introduzione del reato di benedizione delle case e siamo al completo! L’ultima in ordine di tempo è accaduta a Sassari, precisamente a San donato, in una scuola primaria nota per essere considerata uno dei migliori "laboratori" di integrazione e multiculturalità. Con 122 alunni provenienti da varie nazioni e non appartenenti alla fede cattolica su un totale di 250 l’istituto in oggetto è un esempio di integrazione, evidentemente non più sufficiente figurarsi necessario! Il consiglio dei docenti dell'istituto ha dunque deciso di dire no alla prevista visita del vescovo della città sarda, monsignor Paolo Atzei.
La scuola "dice sì a qualunque progetto in comune con la Chiesa locale, per favorire nel quartiere processi di integrazione e inclusione" però poi…nega al vescovo di procedere alla sua consueta e tradizionale visita pastorale. La preside della scuola aveva anche chiesto ai docenti se erano d'accordo che l'incontro prenatalizio si svolgesse in una chiesa, ma è stato detto di no anche a questo: "Trarremmo sicuramente un grosso vantaggio culturale nel dialogare con il vescovo e le associazioni cittadine sulla situazione in cui versa il quartiere e sulla necessità di costruire un progetto di pace e di convivenza civile , ma occorre rispettare anche il modo di operare della nostra scuola". Iperboli dialettiche che non trovano alcuna nicchia culturale che le possa ospitare, ormai siamo oltre la dabbenaggine e il perbenismo borghese, siamo sprofondati nella fossa più buia del nichilismo dove perderemo sicuramente la nostra guerra e dove non è necessario neanche fare attentati.
"Se ci atteniamo con rigore alla dottrina cattolica, musulmani e cristiani non sono fratelli"..
RispondiEliminaSe ci atteniamo alla dottrina cattolica tutti gli uomini sono fratelli. Poi ci sono coloro ai quali la Rivelazione cristiana è stata annunciata (alcuni l'hanno accettata , altri no) e coloro ai quali non sono stati raggiunti dalla buona novella (oggi è più difficile ma possono esserci ). Su questi ultimi nulla si può dire. Le gigionate di Bergoglio sono ormai una consuetudine , ma in definitiva il tweet non è così sgangherato.
Specie se l'alternativa è la grancassa cristianista.
Immagino lei non conosca il VERO Catechismo della Chiesa Cattolica che è quello di S. Pio X. Poi si dia una ripassata al significato dei lemmi "fratello" , "figlio" e creatura. Per essere fratelli è necessario essere figli e per essere figli del Dio Vivente Padre, Figlio e Spirito Santo E' NECESSARIO il Battesimo.
RispondiEliminaOttimo articolo di Lorenzo Penotti.
Parlare di "VERO" catechismo presuppone che quello attuale non sia valido (o sia ugualmente ignorato) e già questo potrebbe creare qualche problema per chi si professa cattolico (v. 836,841,842 ecc.). S.Pio X era la persona più lontana da qualsiasi forma di razzismo e probabilmente riderebbe in faccia alla chiamata alle armi che tanti osannati personaggi rivolgono al mondo cattolico. Nel merito il tweet di Bergoglio (o chi per lui) è certamente approssimativo e fonte di possibile confusione , ma non è detto che sia rivolto alla fratellanza di fede , per la quale occorre ieri come oggi il battesimo. Quanti sono i battezzati e i praticanti tra coloro che invitano i cattolici a mettersi l'elmetto e a scendere in trincea?
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