CORVI CHE CHIACCHIERANO TROPPO - I PM DI ROMA INDAGANO FRANCESCA CHAOUQUI E IL MARITO SULLA BASE DELLE INTERCETTAZIONI DELLA PROCURA DI TERNI - RIVELATA DAL ''CORRIERE'' UN MESE FA, L'INCHIESTA È UN FILONE DI QUELLA (ARENATA) SULLE COMPRAVENDITE DEL COMUNE DI NARNI E SU MONSIGNOR PAGLIA (ARCHIVIATO)
I due sono indagati per estorsione e intrusione informatica: atto dovuto dopo che dall'inchiesta di Terni era nata questa ''costola'' e il fascicolo era stato inviato per competenza alla Procura di Roma - Secondo la pm di Terni, i due ricattavano al telefono e entravano in computer del Vaticano...
VATILEAKS 2: CHAOUQUI E IL MARITO INDAGATI A ROMA
(ANSA) - La pr Francesca Immacolata Chaouqui, al centro dello scandalo Vatileaks 2, è indagata dalla procura di Roma assieme al marito Corrado Lanino per la vicenda della compravendita del castello di San Girolamo, a Narni. Il procedimento è stato avviato sulla base degli atti giunti per competenza dalla Procura di Terni. I magistrati umbri procedevano per i reati di estorsione e intrusione informatica. Il fascicolo è stato affidato ai pm Stefano Pesci e Nicola Maiorano.
L'inchiesta nasce da un filone di quella condotta sempre a Terni sul dissesto della curia locale e su una serie di operazioni immobiliari tra cui la compravendita del castello di San Girolamo, a Narni.
Una struttura di proprietà del comune che nel 2010, secondo gli inquirenti, venne acquistato da una società immobiliare (ritenuta riconducibile a uomini della curia ternana) con un'asta considerata truccata dagli investigatori. In questo ambito sono emerse intercettazioni telefoniche che hanno portato all'iscrizione della Chaouqui e del marito. Dagli accertamenti sarebbero poi emerse possibili intrusioni in computer legati in qualche modo al Vaticano.
VATILEAKS 2: CHAOUQUI, DISGUSTATA DAI SORRISI E DALLE BUGIE
(ANSA) - "Oggi vedere Balda sorridere e non vergognarsi di quelle bugie che ha scritto mi ha disgustato più delle bugie stesse". E' quanto scrive Francesca Immacolata Chaouqui in un post su Facebook immediatamente dopo il rinvio del processo in Vaticano in cui è imputata di sottrazione e divulgazione di documenti riservati e di associazione a delinquere. "Udienza finita - aggiunge -. Hanno concesso solo a me il termine a difesa di 5 giorni in cui potrò presentare entro sabato nuove memorie a mia difesa e potrò leggere compiutamente tutti gli atti".
VATILEAKS 2: CHAOUQUI E IL MARITO INDAGATI A ROMA
(ANSA) - La pr Francesca Immacolata Chaouqui, al centro dello scandalo Vatileaks 2, è indagata dalla procura di Roma assieme al marito Corrado Lanino per la vicenda della compravendita del castello di San Girolamo, a Narni. Il procedimento è stato avviato sulla base degli atti giunti per competenza dalla Procura di Terni. I magistrati umbri procedevano per i reati di estorsione e intrusione informatica. Il fascicolo è stato affidato ai pm Stefano Pesci e Nicola Maiorano.
L'inchiesta nasce da un filone di quella condotta sempre a Terni sul dissesto della curia locale e su una serie di operazioni immobiliari tra cui la compravendita del castello di San Girolamo, a Narni.
Una struttura di proprietà del comune che nel 2010, secondo gli inquirenti, venne acquistato da una società immobiliare (ritenuta riconducibile a uomini della curia ternana) con un'asta considerata truccata dagli investigatori. In questo ambito sono emerse intercettazioni telefoniche che hanno portato all'iscrizione della Chaouqui e del marito. Dagli accertamenti sarebbero poi emerse possibili intrusioni in computer legati in qualche modo al Vaticano.
VATILEAKS 2: CHAOUQUI, DISGUSTATA DAI SORRISI E DALLE BUGIE
(ANSA) - "Oggi vedere Balda sorridere e non vergognarsi di quelle bugie che ha scritto mi ha disgustato più delle bugie stesse". E' quanto scrive Francesca Immacolata Chaouqui in un post su Facebook immediatamente dopo il rinvio del processo in Vaticano in cui è imputata di sottrazione e divulgazione di documenti riservati e di associazione a delinquere. "Udienza finita - aggiunge -. Hanno concesso solo a me il termine a difesa di 5 giorni in cui potrò presentare entro sabato nuove memorie a mia difesa e potrò leggere compiutamente tutti gli atti".
Vatileaks, il sesso con la Chaouqui e la sua “rete” di politici. La versione di monsignor Balda
“Rapporti carnali” e accuse di omosessualità. Ma anche rapporti politici, magari solo millantati, che chiamano in causa i nomi di Luigi Bisignani, Silvio Berlusconi, Gianni Letta e perfino del ministro del governo in carica Beatrice Lorenzin e di un fedelissimo di Matteo Renzi come Marco Carrai. Tutte cose da prendere con le pinze, tutte da verificare. Forse solo fuochi pirotecnici nella strana guerra ormai deflagrata tra ex complici e – a questo punto – anche ex “amanti”. Da una parte Francesca Chaouqui e dall’altra monsignor Lucio Angel Vallejo Balda, entrambi accusati dal pm vaticano, insieme a Nicola Maio, di essere i “corvi” che hanno passato i documenti riservati del Papa ai giornalisti Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi per i loro libri, “Avarizia” e “Via crucis”. E’ il prelato spagnolo a vuotare il sacco in un memoriale, pubblicato da Repubblica, che vorrebbe ricostruire i suoi rapporti, anche carnali, con la pr calabrese che per tutta risposta gli intima di rimangiarsi tutto (“altrimenti lo lascio in mutande”). Dal documento emergono anche le preoccupazioni del religioso, giustificate o meno: “Lei era dei servizi segreti, aveva dietro Luigi Bisignani”. C’è poi il racconto di tutti gli “amici importanti” della Chaouqui divenuta, nel 2013, commissario delle finanze vaticane per volontà di Bergoglio.
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Nel memoriale del prelato si leggono anche le sue confessioni più intime: “Io non potevo cedere. Avevo sempre il Papa davanti agli occhi che parlava della sacralità delle donne sposate e del matrimonio. Io mi vergognavo di quello che avevo fatto con Francesca e quando passavo i documenti pensavo allo scandalo, se si sapeva. Mio Dio. Lei mi disse che apparteneva ai servizi segreti italiani e che la sua unione con Corrado Lanino era un matrimonio di copertura. Mi mandò delle foto di Corrado con un’altra donna, la sua vera moglie”. Il monsignore spagnolo mette per iscritto che la Chaouqui lo ha sedotto a Firenze il 28 dicembre 2014. Lui, subito dopo il rapporto sessuale, si pente e cerca di allontanarsi dalla donna. Però la teme: “Io ho avuto paura di questo. Lei aveva tanti numeri di telefono. Sono andato a parlare con il capo dei servizi segreti, lui neanche la conosceva, rimasi sorpreso, iniziai così a chiedere informazioni e tutte le volte scoprivo sempre truffe diverse”.
E poi il capitolo dei politici che avrebbero offerto protezione alla pr romana. Forse in realtà solo millantata da quest’ultima. “Dietro Francesca – scrive Vallejo Balda, c’è Paolo Berlusconi (ma forse si confonde con Silvio, ndr): lei assisteva in modo abituale alle feste di Palazzo Grazioli, a Roma. E poi è amica di Gianni Letta e di sua moglie, del cardinale Touran, lo chiamava il cardinale di nostra proprietà. E anche del cardinale Re. Il loro contatto con la Santa Sede è Padre Sapienza, che gestisce le udienze del mercoledì del Papa… Francesca ha una grande relazione con il minitro della Salute Beatrice Lorenzin, il marito del ministro lavora in Rai. La Chaouqui dice che è lì per volontà di Renzi”. Ancora: “Carlo Carrai (probabilmente Marco, amico del premier) è molto vicino a Francesca, lei è andata al suo matrimonio”.
“Vado al processo solo per rispetto di Papa Francesco, – replica la pr – ma mi sento un rifugiato politico che non ha potuto farsi difendere dal legale di fiducia nonostante l’avvocato Giulia Bongiorno, un mese fa, avesse già difeso un imputato in Vaticano. Ho avuto due ore e venti per leggere mille pagine di istruttoria”. La Chaouqui promette battaglia: “Sono pronta a querelare l’avvocato di Vallejo Balda per la fuga di notizie folli che sta organizzando. Vallejo Balda, per come è fatto, non ha alcun piacere a venire a letto con me e io, conoscendo miliardari ed emiri, se volessi tradire mio marito non mi metterei con un vecchio prete a cui non piacciono le donne”. E aggiunge: “Ha detto che ho venduto carte alla Cia e sono legata a bande internazionali. A processo dovrà rimangiarsi tutto sennò lo lascio in mutande”.
Intanto, battuta d’arresto per il processo Vatileaks 2 che è stato rinviato al 7 dicembre prossimo, vigilia dell’apertura del Giubileo. Nella seconda udienza, su istanza dell’avvocatessa Laura Sgrò, subentrata al difensore d’ufficio della Chaouqui, il Tribunale vaticano ha rinviato il processo. La corte, presieduta da Giuseppe Dalla Torre, si è riunita brevemente in camera di consiglio dopo la “non opposizione” del promotore di Giustizia, Gian Pietro Milano, e ha concesso “i termini a difesa” indicando anche la data per la presentazione di prove a discolpa della parte: il 5 dicembre. La Sgrò, che fece annullare le nozze tra Valeria Marini e Giovanni Cottone, è sia avvocato rotale che civilista ed è anche abilitata a esercitare nello Stato della Città del Vaticano. Membro della Associazione professionale per le famiglie, è esperta di controversie e questioni inerenti il diritto di famiglia, anche minorile, canonico e rotale. Con il rinvio al 7 dicembre prossimo si allungano, dunque, i tempi del processo Vatileaks 2 che nei sacri palazzi speravano finisse entro l’apertura del Giubileo in programma l’8 dicembre. Anche alla seconda udienza, durata in totale appena 13 minuti, erano presenti tutti gli imputati.
Arrestata per aver diffuso documenti riservati, era stata nominata da Bergoglio nella commissione di studio e indirizzo sull'organizzazione delle strutture economico-amministrative del Vaticano
ROMA - Signora Chaouqui, oggi si presenta da rifugiata politica al processo in Vaticano. Che significa?
"Vado al processo solo per rispetto di Papa Francesco, ma mi sento un rifugiato politico che non ha potuto farsi difendere dal legale di fiducia nonostante l'avvocato Bongiorno, un mese fa, avesse già difeso un imputato in Vaticano. Lo sa, ho avuto due ore e venti per leggere mille pagine di istruttoria".
C'è un memoriale della difesa di Balda che sostiene che lei è stata a letto con monsignore il 28 dicembre 2014. Balda dice che ha provato ad allontanarsi e che lei poi lo ha perseguitato.
"Sono pronta a querelare l'avvocato di Balda per la fuga di notizie folli che sta organizzando. Balda, per come è fatto, non ha alcun piacere a venire a letto con me e io, conoscendo miliardari ed emiri, se volessi tradire mio marito non mi metterei con un vecchio prete a cui non piacciono le donne".
Lei di quel vecchio prete è stata a lungo amica e confidente.
"Intanto non ho mai avuto la password della sua mail, che cambiava ogni mese. Era un uomo vivace e allegro, amava dire barzellette sconce, ma dovunque andasse si portava la madre. Siamo stati insieme, professionalmente insieme, per cercare di fare la riforma più importante voluta da Francesco, quella economico-finanziaria, ma il presidente dello Ior de Franssu, l'economista Zahra, il cardinale Pell hanno iniziato a fare riunioni riservate e poi l'hanno fatto fuori, in una giornata di febbraio, nel giro di 17 ore. Un gran lavoro di pulizia sulle finanze vaticane buttato via".
Come reagì Balda?
"S'incupì, perse smalto. Lui, un amante naturale della bella vita, uomo di grandi disponibilità personali, iniziò ad andare a concerti, il 3 giugno all'arena di Verona, il 19 settembre a Campovolo per Ligabue. Smise di fare il prelato, e iniziò a compromettersi".
Con chi?
"Trovò supporto in una cricchetta del giro Sky che aveva in Elena Metti, l'ex moglie di Panariello, agente per attori, il suo riferimento. Gliela presentai io, poi quel gruppo ha tramato contro di me e, alle mie spalle".
Oggi
"Vado al processo solo per rispetto di Papa Francesco, ma mi sento un rifugiato politico che non ha potuto farsi difendere dal legale di fiducia nonostante l'avvocato Bongiorno, un mese fa, avesse già difeso un imputato in Vaticano. Lo sa, ho avuto due ore e venti per leggere mille pagine di istruttoria".
C'è un memoriale della difesa di Balda che sostiene che lei è stata a letto con monsignore il 28 dicembre 2014. Balda dice che ha provato ad allontanarsi e che lei poi lo ha perseguitato.
"Sono pronta a querelare l'avvocato di Balda per la fuga di notizie folli che sta organizzando. Balda, per come è fatto, non ha alcun piacere a venire a letto con me e io, conoscendo miliardari ed emiri, se volessi tradire mio marito non mi metterei con un vecchio prete a cui non piacciono le donne".
Lei di quel vecchio prete è stata a lungo amica e confidente.
"Intanto non ho mai avuto la password della sua mail, che cambiava ogni mese. Era un uomo vivace e allegro, amava dire barzellette sconce, ma dovunque andasse si portava la madre. Siamo stati insieme, professionalmente insieme, per cercare di fare la riforma più importante voluta da Francesco, quella economico-finanziaria, ma il presidente dello Ior de Franssu, l'economista Zahra, il cardinale Pell hanno iniziato a fare riunioni riservate e poi l'hanno fatto fuori, in una giornata di febbraio, nel giro di 17 ore. Un gran lavoro di pulizia sulle finanze vaticane buttato via".
Come reagì Balda?
"S'incupì, perse smalto. Lui, un amante naturale della bella vita, uomo di grandi disponibilità personali, iniziò ad andare a concerti, il 3 giugno all'arena di Verona, il 19 settembre a Campovolo per Ligabue. Smise di fare il prelato, e iniziò a compromettersi".
Con chi?
"Trovò supporto in una cricchetta del giro Sky che aveva in Elena Metti, l'ex moglie di Panariello, agente per attori, il suo riferimento. Gliela presentai io, poi quel gruppo ha tramato contro di me e, alle mie spalle".
Oggi
Balda sostiene che lei sia una donna dei servizi segreti, abbia Bisignani dietro e un marito di copertura.
"Ha detto che ho venduto carte alla Cia e sono legata a bande internazionali. A processo dovrà rimangiarsi tutto sennò lo lascio in mutande".
"Ha detto che ho venduto carte alla Cia e sono legata a bande internazionali. A processo dovrà rimangiarsi tutto sennò lo lascio in mutande".
http://www.repubblica.it/cronaca/2015/11/30/news/francesca_immacolata_chaouqui_contro_di_me_solo_calunnie_a_monsignor_balda_non_piacciono_le_donne_-128485349/?rss
Vatileaks 2, Papa Francesco: "Errore scegliere Balda e Chaouqui"
"Credo che è stato fatto un errore" scegliendo Balda e Chaouqui per la Cosea, lui è stato scelto perché era segretario della Prefettura, "e lui ha scelto la donna". Lo ha detto il Papa su Vatileaks 2. È un vicenda che "non mi ha tolto il sonno", e ha fatto vedere il che "con il C9 è cominciato un lavoro" che va avanti.
Il Papa ha confermato ai giornalisti che davvero avrebbe voluto che "questo processo finisse prima dell'8 dicembre, data d'inizio dell'Anno Santo della Misericordia. Ma credo - ha spiegato - che non si potrà fare". E' necessario, infatti, "che tutti gli avvocati che difendono abbiano il tempo di difendere, che ci sia la libertà di difendere". Secondo Francesco, "quello che importa alla difesa è la formulazione delle accuse, io - ha ammesso - non le ho lette le accuse concrete, tecniche, ma la corruzione viene da lontano".
Quanto alla singolare iniziativa dei giudici vaticani di rinviare a processo anche i giornalisti, il Papa ha detto: "La stampa deve essere libera, laica ma anche confessionale, ma professionale! Perchè la professionalità della stampa può essere laica o confessionale. L'importante che siano professionisti davvero, cioè che le notizie non vengano manipolate". Per me - ha affermato - è importante perché la denunzia delle ingiustizie, della corruzione è un bel lavoro".
"Poi - ha aggiunto - il responsabile deve fare qualcosa, fare un giudizio, fare un tribunale. Ma la stampa professionale deve dire tutto". "E sulla corruzione - ha scandito - vedere bene i dati. Poi un giornalista che è un professionista vero se sbaglia chiede scusa: 'Credevo ma poi mi sono accorto di no' e così le cose vanno benissimo".
http://www.huffingtonpost.it/2015/11/30/papa-francesco-balda-chaouqui_n_8683474.html?utm_hp_ref=italy
Virginia Piccolillo
L’INTERVISTA
Vatileaks 2, Corrado Lanino: «Altro che marito di comodo, io amo la mia papessa»
«Non porto la fede solo perché sono ingrassato. Abbiamo trovato carte che dimostrano pressioni gravissime, che fanno temere un colpo di Stato»
Corrado Lanino con la moglie Francesca Immacolata Chaouqui (Ansa)
«Mi andresti a prendere la pasticca contro la nausea?». «Ma guarda bene nella borsa: l’avevi presa questa mattina. No? Va bene, vado subito». A vederlo così premuroso non sembra il marito di «copertura» descritto da monsignor Lucio Vallejo Balda. Lui, Corrado Lanino, sposo di Francesca Immacolata Chaouqui, scuote la barba, indica la pancia di lei e sorride: «Talmente di copertura che ci sto facendo un figlio». Poi, apparentemente sereno, nel giorno in cuiil processo Vatileaks slitta al 7 dicembre, ascolta lei alzare il livello delle rivelazioni: «Mentre sistemavamo l’archivio della commissione abbiamo trovato carte che non dovevano essere lì. Dimostravano pressioni gravissime. E fecero temere alle persone vicine al Santo Padre che ci fosse un tentativo di “colpo di Stato”». Addirittura? Quali? «Particolari non posso darne, c’è il segreto vaticano».
Signor Lanino, siete indagati entrambi, lei è il marito più chiacchierato d’Italia. Cosa c’è da sorridere?
«Non abbiamo fatto niente di quello di cui ci accusano».
«Non abbiamo fatto niente di quello di cui ci accusano».
Nemmeno la truffa di Terni?
«Chiederemo subito di essere ascoltati. Non ne sappiamo nulla. A Terni andammo una sola volta tanti anni fa in vacanza». («Un giorno. Se dici vacanza sembra che ci abbiamo passato l’estate», lo rimbrotta lei).
«Chiederemo subito di essere ascoltati. Non ne sappiamo nulla. A Terni andammo una sola volta tanti anni fa in vacanza». («Un giorno. Se dici vacanza sembra che ci abbiamo passato l’estate», lo rimbrotta lei).
Viene accusato di aver carpito segreti informatici e averli usati per ricatti.
«Assolutamente falso».
«Assolutamente falso».
Lei non è un informatico?
«Sono un ingegnere informatico, faccio consulenze anche sulla sicurezza informatica, ma non ho mai fatto l’hacker».
«Sono un ingegnere informatico, faccio consulenze anche sulla sicurezza informatica, ma non ho mai fatto l’hacker».
Consulenze per il Vaticano.
«Mai preso un euro dal Vaticano. Né segreti. Non ne avrei avuto modo».
«Mai preso un euro dal Vaticano. Né segreti. Non ne avrei avuto modo».
Mai lavorato per i servizi?
Ride: «No. E nemmeno lei».
Ride: «No. E nemmeno lei».
Balda ha accusato sua moglie di ricatti per un incontro sessuale. Come l’ha presa?
«Si commenta da sé. È una persona di infimo livello che infanga gli altri con cose false per migliorare la sua posizione. Dopo essere stato accolto in casa nostra con la mamma. Userò tutti gli strumenti processuali per assicurarmi che paghi».
«Si commenta da sé. È una persona di infimo livello che infanga gli altri con cose false per migliorare la sua posizione. Dopo essere stato accolto in casa nostra con la mamma. Userò tutti gli strumenti processuali per assicurarmi che paghi».
Un dubbio di una «scivolata» di sua moglie?
«Assolutamente no».
«Assolutamente no».
Così però sembra davvero un marito di copertura.
«Copertura che dura da 11 anni».
«Copertura che dura da 11 anni».
Ha il nome di lei nella fede?
«Sì, ma l’ho dovuta togliere perché sono ingrassato. Ora diranno: lo vedi che è finto?».
«Sì, ma l’ho dovuta togliere perché sono ingrassato. Ora diranno: lo vedi che è finto?».
Come vi siete conosciuti?
«Via chat. Ma poi ci siamo incontrati a Roma». («Diglielo che ero vestita da suora», suggerisce lei, ridendo). «Era volontaria Unitalsi e il treno di Lourdes si fermava mezz’ora all’Ostiense. Aveva 18 anni. Abbiamo cominciato a vederci. E dopo 4 anni abbiamo deciso di sposarci».
«Via chat. Ma poi ci siamo incontrati a Roma». («Diglielo che ero vestita da suora», suggerisce lei, ridendo). «Era volontaria Unitalsi e il treno di Lourdes si fermava mezz’ora all’Ostiense. Aveva 18 anni. Abbiamo cominciato a vederci. E dopo 4 anni abbiamo deciso di sposarci».
Mai, mai, sospetti di bugie?
«Piena fiducia. A parte lo shopping. Come quando mi ha detto di aver comprato una Vuitton falsa, ma era vera».
«Piena fiducia. A parte lo shopping. Come quando mi ha detto di aver comprato una Vuitton falsa, ma era vera».
Con monsignor Balda però aveva una gran confidenza.
«Lui era spesso a casa nostra con la madre. Anche a Pasqua. Vedevo il loro rapporto. La mia impressione è che fosse più attratto dagli uomini». (Lei, soddisfatta, si allontana).
«Lui era spesso a casa nostra con la madre. Anche a Pasqua. Vedevo il loro rapporto. La mia impressione è che fosse più attratto dagli uomini». (Lei, soddisfatta, si allontana).
Bisignani era un amico?
«Era una persona che lei frequentava. Ma non il suo capo».
«Era una persona che lei frequentava. Ma non il suo capo».
Paolo e Silvio Berlusconi?
«So che ha avuto occasioni per vederli. Ma mai incontri».
Cosa pensò quando lei andò a lavorare con il Papa?
«Mi sembrava una cosa enorme. Ma so che ha sempre dato il massimo sul lavoro. La chiamavo la papessa ».
Il Papa si è pentito della scelta .
Lei, appena rientrata, ammette: «Certo. Ha nominato due collaboratori e scopre che Balda dà le carte ai giornalisti. Io vengo descritta come una specie di prostituta. Lo avrei fatto anch’io. Però...».
Però?
«Ho sbagliato anch’io ad accettare. Prima avevo una vita felice».
«So che ha avuto occasioni per vederli. Ma mai incontri».
Cosa pensò quando lei andò a lavorare con il Papa?
«Mi sembrava una cosa enorme. Ma so che ha sempre dato il massimo sul lavoro. La chiamavo la papessa ».
Il Papa si è pentito della scelta .
Lei, appena rientrata, ammette: «Certo. Ha nominato due collaboratori e scopre che Balda dà le carte ai giornalisti. Io vengo descritta come una specie di prostituta. Lo avrei fatto anch’io. Però...».
Però?
«Ho sbagliato anch’io ad accettare. Prima avevo una vita felice».
1 dicembre 2015 | 07:29
http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/15_dicembre_01/corrado-lanino-altro-che-marito-comodo-io-amo-mia-papessa-e674d4f8-97f3-11e5-b53f-3b91fd579b33.shtml#
Fiorenza Sarzanini
Vatileaks 2: «Così Francesca Chaouqui ricattava i Berlusconi»
L’ex funzionaria del Vaticano è indagata con il marito per induzione alla concussione. Le accuse dei pm: minacciava di far accogliere le richieste di rogatoria nei confronti dell’ex premier
Francesca Chaouqui con il marito Corrado Lanino (Fotogramma)
Avrebbe utilizzato ogni mezzo, qualsiasi notizia appresa in Vaticano per minacciare e ricattare le persone. E per rendere ancora più efficaci gli avvertimenti, Francesca Chaouqui avrebbe fatto valere proprio il ruolo di componente della Cosea, la Commissione della Santa Sede per gli affari economici, affidatole direttamente da papa Francesco. Lo fece anche con i fratelli Paolo e Silvio Berlusconi, parlando direttamente con l’editore de Il Giornale . Lo avvisò che avrebbe fatto in modo di far accogliere le richieste di rogatoria presentate dalla magistratura nei confronti dell’ex Cavaliere e reso noto il contenuto delle istanze, se non fossero stati esauditi i suoi desideri. Per questo è adesso indagata insieme con il marito Corrado Lanino per induzione alla concussione e intrusione informatica dalla procura di Roma.
I COMPUTER SPIATI
L’indagine sui «corvi» del Vaticano si arricchisce di nuovi e inquietanti capitoli. Nel fascicolo trasmesso dai pubblici ministeri di Terni ai colleghi della capitale ci sono infatti numerosi episodi e una lunga lista di indagati che comprende, tra gli altri, Mario Benotti, funzionario di palazzo Chigi (che ha rinunciato all’incarico di capo della segreteria del sottosegretario Sandro Gozi) accusato di intrusione informatica ed estorsione proprio per avere sollecitato la coppia a ottenere informazioni sull’ex marito della sua convivente effettuando accessi abusivi nei suoi computer. Tutti protagonisti di un vorticoso giro di ricatti che sarebbe stato messo in moto proprio dalla Chaouqui nel 2013, poco dopo essere riuscita a ottenere quel posto di massimo rilievo e visibilità.
Le verifiche affidate alla squadra mobile e al Nucleo valutario della Guardia di Finanza riguardavano il dissesto della Curia ternana e il ruolo dell’allora vescovo monsignor Vincenzo Paglia e dei suoi collaboratori. Ascoltando le loro conversazioni emerge la figura di Chaouqui che si propose al prelato sostenendo di poter trovare i soldi per sanare i bilanci anche grazie ai rapporti mantenuti con i suoi vecchi datori di lavoro della Ernst & Young. Gli inquirenti ritengono necessario approfondire il suo ruolo e ordinano di mettere sotto controllo anche le sue utenze. Si scopre così che ha contatti di altissimo livello. Parla con politici, imprenditori, prelati. Mostra di poter influire su numerose istituzioni. Ma gli accertamenti affidati agli specialisti di polizia e fiamme gialle svelano la sua trama.
Le verifiche affidate alla squadra mobile e al Nucleo valutario della Guardia di Finanza riguardavano il dissesto della Curia ternana e il ruolo dell’allora vescovo monsignor Vincenzo Paglia e dei suoi collaboratori. Ascoltando le loro conversazioni emerge la figura di Chaouqui che si propose al prelato sostenendo di poter trovare i soldi per sanare i bilanci anche grazie ai rapporti mantenuti con i suoi vecchi datori di lavoro della Ernst & Young. Gli inquirenti ritengono necessario approfondire il suo ruolo e ordinano di mettere sotto controllo anche le sue utenze. Si scopre così che ha contatti di altissimo livello. Parla con politici, imprenditori, prelati. Mostra di poter influire su numerose istituzioni. Ma gli accertamenti affidati agli specialisti di polizia e fiamme gialle svelano la sua trama.
«NO AL VATICANISTA»
La donna dialoga spesso al telefono con Paolo Berlusconi, si lamenta per alcuni articoli, arriva a chiedere che Fabio Marchese Ragona, il vaticanista del quotidiano di famiglia, non scriva più. Chiede di parlare anche con il direttore Alessandro Sallusti, cerca di convincerli. E quando capisce che forse non riuscirà a ottenere il risultato, passa alle maniere forti. Comincia a parlare di istanze di rogatorie giunte in Vaticano che riguardano gli affari di Silvio Berlusconi. Assicura di avere il potere per concedere l’assistenza giudiziaria ai magistrati. Poi va oltre, minaccia di rendere noto il contenuto dei documenti. Il pubblico ministero Elisabetta Massini le contesta il reato di estorsione. Ma qualche settimana fa, quando decide di trasmettere il fascicolo a Roma per competenza, cambia l’ipotesi accusatoria in induzione alla concussione. Ritiene infatti che nel suo ruolo di componente della Cosea, Chaouqui abbia veste di pubblico ufficiale. E dunque iscrive nel registro degli indagati anche Paolo Berlusconi, perché non avrebbe denunciato il ricatto.
In realtà è un’impostazione che i pm romani sembrano non condividere, visto che i funzionari della Santa Sede non possono essere equiparati tutti ai diplomatici. E soprattutto ritenendo la famiglia Berlusconi vittima della minaccia. L’esame del fascicolo è tuttora in corso visto che contiene decine e decine di intercettazioni. Alla fine saranno interrogati tutti i protagonisti, compresa la Chaouqui, che ieri ha fatto sapere di volersi presentare, e suo marito. Poi è possibile che si proceda con la richiesta di rinvio a giudizio. Ennesimo capitolo di una vicenda che imbarazza le gerarchie vaticane proprio per aver affidato alla donna un incarico tanto delicato e strategico.
fsarzanini@corriere.it
In realtà è un’impostazione che i pm romani sembrano non condividere, visto che i funzionari della Santa Sede non possono essere equiparati tutti ai diplomatici. E soprattutto ritenendo la famiglia Berlusconi vittima della minaccia. L’esame del fascicolo è tuttora in corso visto che contiene decine e decine di intercettazioni. Alla fine saranno interrogati tutti i protagonisti, compresa la Chaouqui, che ieri ha fatto sapere di volersi presentare, e suo marito. Poi è possibile che si proceda con la richiesta di rinvio a giudizio. Ennesimo capitolo di una vicenda che imbarazza le gerarchie vaticane proprio per aver affidato alla donna un incarico tanto delicato e strategico.
fsarzanini@corriere.it
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