FFI: suora smentisce sua madre
La testimonianza dall’Africa di una suora missionaria smentisce punto per punto le accuse rivolte contro la gestione dell’ordine religioso, e le denunce sensazionalistiche.
Chi segue la triste saga dei Francescani dell’Immacolata nelle settimane passate ha avuto da che leggere e vedere. Mentre la Congregazione per i religiosi commissariava anche il ramo femminile dell’ordine, con motivazioni così vaghe e generiche che se applicate fuori della Chiesa farebbero pensare al delitto di opinione, con singolare e straordinaria contemporaneità uscivano servizi giornalistici che definire sensazionalistici è dir poco.
Forse non è azzardato sospettare che questa coincidenza non sia casuale, ma che sia voluta da qualcuno incurante del male che questo genere di ricostruzioni alla Dan Brown provocano non solo all’ordine, ma anche alla Chiesa in generale agli occhi dell’opinione pubblica. Ma si sa che nelle lotte di potere intestine non si va per il sottile. Questa lunga premessa per dire che abbiamo ricevuto un documento, ahimè piuttosto lungo, di una suora dell’Immacolata, missionaria in Africa. Ci sembra interessante proporlo alla vostra pazienza.
“TESTIMONIANZA DI SUOR MARIA EUCARISTICA LOPEZ
Ho avuto modo di ascoltare con mio grande disappunto l’intervista rilasciata da mia madre ad un noto programma televisivo (Corriere Tv) e poi diffusa sul web e mandata in onda in altri programmi (La vita in diretta su Rai 1). Posso comprendere che mia madre si sia fatta trascinare dal suo affetto materno nel rilasciare una tale testimonianza che – mi dispiace dirlo - contraddice la verità dei fatti, tuttavia mi sento in dovere di esporre il mio pensiero, onde far conoscere la realtà e, soprattutto, difendere l’onore del Fondatore e dell’Istituto a cui appartengo, Istituto che mi ha accolto da 24 anni nella vita religiosa e che, al pari di mia madre, amo con cuore di figlia.
I n risposta a quanto espresso da mia madre nell’intervista, affermo che:
-Né io né mia sorella siamo mai state costrette a entrare o a restare nell’Istituto da chicchessia. Se ci troviamo in convento è perché lo abbiamo voluto e lo vogliamo liberamente e questo posso ripeterlo all’infinito e a chiunque continui a chiederlo.
- Non sono né plagiata, né terrorizzata e non sono mai stata uno “zombi”, come si è lasciato credere da alcuni interventi sui media; penso, al contrario, di avere vita, energia, forze e volontà da vendere.
-Non ho mai subito vessazioni, violenze, pressioni e se a mia madre dico di star bene è perché veramente sto bene e sono felicissima della mia vocazione: non rinuncerei a nulla della mia vita.
- Non è vero che mia madre non riesce a contattarci: io ricevo le sue telefonate circa una volta al mese e a volte anche di più, e in 3 anni che sono missionaria in Africa sono stata a casa già 3 volte per alcuni giorni; l’ultima volta é stata lo scorso giugno e le ultime due volte, per visitare mia madre vi sono stata anche insieme a mia sorella. Eccezione, questa, molto particolare, data la stretta clausura da lei scelta desiderando una vita di silenzio e preghiera.
- Nessuna Superiora ci ha mai inculcato che la famiglia è come il demonio, anzi, con encomiabile pazienza, le nostre Superiore hanno sempre cercato di superare ogni offesa ricevuta dai miei parenti e instaurare buoni rapporti con essi, condividendo con i miei genitori, che vivono poveramente, prodotti alimentari ricevuti dai benefattori e mettendosi talvolta a disposizione anche per dei servizi materiali.
- Per quel che mi riguarda, l’espressione: «non la lascerebbero mai andare: sa troppe cose, è una delle più strette collaboratrici di padre Manelli», la trovo infondata. È vero che sono a conoscenza di tante cose, essendo una delle prime vocazioni e avendo visto la nascita, la fioritura e lo sviluppo dell’Istituto. Ho avuto molte responsabilità e impegni e ora sono anche missionaria. In questo senso, nel mio piccolo, è proprio vero che sono stata “collaboratrice di padre Manelli”: ne sono più che fiera e spero di esserlo ancora per tanti anni. Se avessi voluto lasciare l’Istituto l’avrei già fatto, perché vi sono liberamente entrata e nessuno potrebbe impedirmi di chiedere di uscirne. Le Superiore maggiori non hanno mai forzato né me né mia sorella a restare nell’Istituto e, d’altra parte, non è interesse di nessun Istituto avere dei membri che vi stanno forzatamente.
Sento, però, il dovere di dire qualcosa anche sull’altra intervista rilasciata dalle due ex suore. Tralascio di ribattere il disgustoso racconto che una di esse fa delle presunte molestie subite dal nostro Fondatore. In 24 anni di vita religiosa, nei miei numerosissimi incontri con il Fondatore, non ho mai potuto riscontrare alcuna scorrettezza nel suo comportamento, né verso di me, né verso altre sorelle. Nessuna di esse, inoltre, si è lamentata con me di aver ricevuto molestie, eppure in tanti anni sono stata in contatto con tante consorelle, tra cui l’ex suora in questione, che mai ha fatto cenno con me di simili abusi. Piuttosto, noi suore ci sentivano spinte dalle esortazioni e dagli esempi del Fondatore ad imitare la purezza della Madonna che è il modello a cui ci ispiriamo.
In merito, poi, ad un presunto voto, vergato con il sangue, fatto al Fondatore e ad esasperanti penitenze inflitte alle suore, chiarisco quanto segue. -Innanzitutto, lo scritto che la prima ex suora mostra alla TV non è “un atto di obbedienza illimitata al Fondatore”, né “un documento importante di obbedienza a lui”, come ella stessa dichiara, ma è la formula con la quale noi emettiamo i voti religiosi (povertà, castità, obbedienza, voto di consacrazione all’Immacolata).
Nel video è ben riconoscibile questa formula e ciò da sé fa cadere le accuse che ella rivolge al Fondatore. Tale formula, che è la stessa per tutte coloro che entrano nel nostro Istituto, essendo contenuta nelle nostre Costituzioni e prescritta nel Rituale della Professione religiosa, noi suore siamo solite trascriverla personalmente su un’immaginetta (con una semplice penna biro e non con il sangue, come ha fatto di sua iniziativa l’ex suora!) e la custodiamo gelosamente in ricordo della nostra professione religiosa.
Nel video compare in calce all’immaginetta anche uno scritto con la firma del Fondatore che l’ex suora dichiara essere la controfirma del famigerato patto. Assolutamente falso! In realtà, si tratta semplicemente della formula di risposta all’atto della professione religiosa che pronunzia colui che riceve i voti in nome della Chiesa e che il Fondatore, delegato per tale compito, ha trascritto sull’immaginetta. Nulla a che vedere con un patto esoterico!
- La seconda ex suora parla di pratiche penitenziali estreme a cui sarebbe stata costretta a sottoporsi. Si tratta di accuse assolutamente infondate, dal momento che nel nostro Istituto nessuna suora è forzata a compiere determinate penitenze. Le nostre Costituzioni prevedono solo moderate forme di penitenza, secondo la tradizione ascetica della Chiesa, riconosciuta anche da alcuni documenti successivi al Concilio Vaticano II.
Tali forme di penitenza, come raccomanda il nostro testo legislativo, sono adottate sempre “senza arrecare danno alla salute”. D’altra parte, nessuno ha costretto l’ex suora a sottoporsi alle pratiche penitenziali prescritte dallo stesso testo legislativo, che è approvato dalle competenti autorità ecclesiastiche e alla cui osservanza liberamente si assoggetta chiunque vuole entrare nel nostro Istituto, né tanto meno alcuno ha imposto le pratiche particolari di cui ella ha parlato nell’intervista, che vanno ben oltre quanto prevedono le nostre Costituzioni.
- Sono estremamente sorpresa e amareggiata nel constatare che, mettendo in circolazione tali notizie, non solo siano state date in pasto al pubblico delle testimonianze, tutt’altro che affidabili, prima ancora di accertarne la veridicità, ma ci si sia soffermati su casi singoli, risalenti a molti anni fa, trascurando la ben più rilevante portata di quanto di bello e positivo è stato realizzato - non per nostro merito, ma per grazia di Dio - dal nostro Istituto, con il numero crescente di vocazioni, la rapida espansione nel mondo, la fioritura di opere di apostolato (si pensi solo che ci prendiamo cura, personalmente o indirettamente, di alcune centinaia di bambini e bambine povere, come quelle ospitate nella Casa della carità in Benin, dove opero da diversi anni) e la progressiva specializzazione nel campo mass mediale.
Evidentemente c’è chi vuol gettare discredito sui religiosi, soprattutto in quest’anno che il Santo Padre ha dedicato alla vita consacrata per rivalutarla nella sua missione di segno escatologico e testimonianza dell’amore di Dio per l’uomo agli occhi di una società secolarizzata.
Concludo invocando la Vergine Immacolata affinché si affermi quanto prima la verità e si riabilitino coloro che sono stati ingiustamente accusati con grave scandalo che torna a danno di tutta la Chiesa”.
Nel frattempo il Tribunale Civile di Avellino ha respinto l’istanza dell’avvocato Sarno di sequestro dei beni dell’Associazione Missione dell'Immacolata. È questa la seconda volta che la magistratura del Tribunale respinge una richiesta di sequestro di beni, il cui possesso pare interessare molto il “nuovo corso” dei Frati Francescani dell’Immacolata.
17/11/2015
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