ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 16 novembre 2015

San Michele e Giovanna D’arco ?

In quel tempo, sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo.
Sarà un tempo di angoscia, come non c’era stata mai dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro.
Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna.
I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre.

Dopo Parigi è “guerra” all’Islam? Intervista ad Enrico Galoppini


Giovanna Canzano ha intervistato per il quotidiano “Rinascita” ed altre testate Enrico Galoppini, studioso del mondo arabo-islamico e redattore di “Eurasia – Rivista di studi geopolitici”.
Parigi il giorno dopo. Il secondo attentato. Ma questa volta è guerra?
Per poter parlare di “guerra” bisogna sapere per prima cosa chi ce la sta dichiarando e a chi la si vuol fare. E qui cominciano i dolori. Perché a sentire le esternazioni dei politici (si noti che il primo in assoluto, prima ancora di Hollande, è stato Obama!) sembrerebbe una guerra dichiarataci dall’Isis, cioè dal “terrorismo islamico”. Ovvero da un generico “terrorismo” e… in definitiva, dall’Islam tout court!
islamofobiaOra è chiaro che tutto questo rimestare in un minestrone di parole dal quale deve saltare fuori “l’Islam” come “nemico pubblico numero uno” è un inganno spaventoso, oltre che una cosa assurda. Vogliamo fare la “guerra all’Islam”? Ah sì, e allora facciamo la guerra ad oltre due miliardi di persone? Vogliamo dichiararla agli Stati che, ufficialmente, sono più “islamici” di altri? Ma quelli sono gli alleati di ferro dell’Occidente! Intendiamo allearci allora con quegli stati arabi (ed islamici) che combattono da anni il cosiddetto “terrorismo islamico”? Manco per idea, perché gli occidentali han fatto di tutto per sovvertire il governo siriano e gioivano quando in Egitto erano andati al potere i Fratelli Musulmani. Gli stessi inqualificabili e scellerati che hanno distrutto la Libia ed ora si atteggiano a vittime del “terrorismo islamico” e si mostrano disperati di fronte al numero incalcolabile di “profughi” in marcia dalle stesse regioni devastate!
Dunque, per parlar chiaro, non sarà “guerra” con nessuno, o, se lo sarà, si tratterà di una cosa che logicamente non avrà alcun nesso con la pretesa causa scatenante. Un po’ come per l’11 settembre 2001, quando per rispondere ad una “guerra” portata all’America da terroristi per lo più sauditi della famigerata al-Qa’ida (che nessuno ricorda più) è stato invaso l’Afghanistan!
Più verosimilmente ancora, mentre a parole si scateneranno nuove “crociate”, nei fatti avverrà che chi deve “capire” capirà. E si adeguerà al messaggio in stile mafioso portato da questa nuova strage di gente inerme. I cui familiari, sia chiaro, non riceveranno mai alcuna compensazione per il duro colpo subito, esattamente com’è successo a tutte le vittime del “terrorismo” negli anni della “strategia della tensione”… A tutte queste persone non potrà mai essere gabellata per “giustizia” una serie di bombardamenti massicci su chissà quale area del Medio Oriente, ma i nostri cosiddetti governanti, purtroppo, più di questo non sanno o non riescono a fare.
L’ISIS avanza in Europa?
L’Isis non avanza in alcun modo perché semplicemente non esiste così come ce lo raccontano. Questo spauracchio serve ad un sacco di cose, tra le quali – non ultima – un’esigenza estrema di tenere lontani gli occidentali dalla spiritualità tradizionale islamica. La quale, come si stanno sforzando di provare anche alcuni rari onesti commentatori che hanno accesso alla stampa più o meno ufficiale, è assolutamente inserita in quel filone sapienziale che origina dalla notte dei tempi e sul quale s’innestano tutte le tradizioni ortodosse. Tra queste ed ogni fenomeno modernista esiste un’inconciliabilità di fondo, perché ogni “riformismo” altro non è che concessione all’errore, anche se a questi sedicenti “fondamentalisti” piace tantissimo affibbiare ai musulmani tradizionali l’accusa di bid‘a(“innovazione”, cioè “eresia”), se non addirittura quella di kufr (“negazionismo”, ovvero il misconoscimento dei fondamentali dell’ortodossia).
schuon_unita_trascendente_religioniL’Islam, nella sua accezione più ampia, ovvero quella di fenomeno anche politico e sociale, ha inoltre molto da insegnare agli occidentali per quanto riguarda problemi che li attanagliano e che non trovano soluzione. Penso a quelli della rappresentanza politica o della corruzione, per non parlare della politica monetaria e fiscale, dato che le indicazioni dottrinali al riguardo sono assai chiare sull’assenza di una moneta emessa “a debito” (o moneta-merce) e la tassazione dei soli patrimoni fermi anziché dei redditi. Gli occidentali, invece, vengono ammaestrati ad impietosirsi per il Charlie Hebdo, solo perché vengono raggirati di continuo e non sanno più distinguere quale abisso di degrado rappresenti certa “libertà di satira”, che peraltro prende di mira i simboli più sacri della tradizione religiosa cristiana. La quale, secondo una certa retorica “neo–crociata”, costituirebbe un caposaldo della “civiltà occidentale”!
In altre parole, gli europei devono smetterla di concepirsi “occidentali” se vogliono ritrovare se stessi e, diciamocelo chiaramente, vivere una vita meno disanimata e più a misura d’uomo. In questo, l’Islam può essere per l’Europa un esempio ed una valida fonte d’ispirazione. L’alternativa è quella di sprofondare nel nichilismo che travolge alla fine anche la stessa religione prevalente, mentre se gli europei riscoprissero una loro religiosità autentica non potrebbero essere stretti nella tenaglia dell’occidentalismo (americanismo) e del fondamentalismo islamico. I quali si affrontano sul ring ma si somigliano parecchio, mentre nel mezzo ci finiamo noi.
Quelli dell’ISIS sono strumenti di un ‘meccanismo’ ormai senza controllo?
No no, credo invece che, fatti salvi i sempre possibili “cani sciolti”, questi individui rispondano a precise catene di comando, altro che “fuori controllo”!
bombe-gazaAffermare che gli attentatori sono elementi “fuori controllo” significa ammettere che essi colpiscono mossi unicamente dall’“odio per l’Occidente”, il che è esattamente ciò che vuol farci credere la propaganda occidentale stessa. Questi atti terroristici, che seminano morte tra persone intente nelle loro abituali attività, puntano al contrario ad obiettivi studiati molto freddamente. Sono, sotto un certo aspetto, atti di una guerra che, altrove, ha visto e vede ancora famiglie intere straziate da armi sofisticate che fanno meno orrore di una cintura esplosiva solo perché con la tecnologia i moderni hanno un rapporto che li ha resi insensibili ai suoi esiti più distruttivi. A Gaza o a Baghdad, a Kabul o a Beirut, le persone hanno fatto il callo alle bombe che dovevano portare la “democrazia” ed invece hanno solo ampliato i cimiteri ed aumentato il desiderio di vendetta di chi, poi, viene considerato “pazzo” se poi, un giorno, sceglie di fare il “terrorista”.
giornale_israeleIl discorso non si esaurisce qui, ma anche questi sono aspetti che andrebbero considerati. Perché non è serio pubblicare prime pagine con titoli come “Israele ha fatto bene” mentre su Gaza piovono razzi da ogni parte e poi fare gli offesi con altri titoli “scandalosi” come l’ormai celebre “Bastardi islamici”. Poi si meravigliano se un giorno qualcuno, esasperato, fa una strage in redazione, ma sinceramente chi s’imbarca in una guerra, anche solo dell’informazione, quando l’informazione è un’arma che fa le sue vittime, deve prendersi le sue responsabilità. Insomma, un conto è “Charlie Hebdo”, che in un certo senso – se è vero che s’è trattato di un “commando jihadista” eccetera – se l’è cercata, mentre ovviamente dei turisti o degli spettatori d’un concerto non hanno alcuna responsabilità, ed anzi tra essi si potrebbe trovare anche chi è molto critico nei confronti delle stesse dirigenze occidentali che questi “terroristi” vorrebbero punire (mentre ammazzano solo gente innocente).
Tutto questo, ovviamente, non tiene conto della possibilità che in alcuni casi si tratti di totale manipolazione e malafede, perché sotto un “jihadista” che colpisce in una città europea si può celare qualsiasi cosa, tra cui elementi eterodiretti che non sanno alla fine a quale mulino portano acqua e addirittura soggetti che di arabo ed islamico hanno ben poco, tanto nessun tele-suddito saprà mai nulla davvero sulla reale identità degli attentatori (l’11 settembre 2001, sotto quest’aspetto, è emblematico).

ISIS solo ‘braccio’ armato dell’Islam, oppure niente di questo?
distruzione_tomba_sufiAl riguardo dell’Isis come ultima incarnazione di una tendenza modernista ed antitradizionale mi sono già espresso in vari scritti, ai quali rimando il lettore di quest’intervista [Il “Grande Medio Oriente” e il momento islamico dello “scontro di civiltà” (il caso italiano)Da Bin Laden al “Califfo”. La guerra finale contro l’Islam (per colpire l’Eurasia)Chi manovra i “modernisti islamici”?]. Non è possibile comprendere questo fenomeno se non lo s’inquadra storicamente (specialmente dalla metà del XVIII secolo) e se non si fa lo sforzo di coglierne l’intima natura “sovversiva” di tutto ciò che è stato l’Islam tradizionale per oltre quattordici secoli. È una china che, con esiti in parte simili, ha vissuto anche il Cristianesimo, con la nascita della cosiddetta “Riforma”, in tutte le sue varie declinazioni. Ovunque essa s’è imposta, fin dall’inizio, ed ovunque si sono affacciati i prodromi di essa, i risultati sono stati “guerre di religione” e una concezione del sacro impoverita e ridotta ad un freddo moralismo, che nell’Islam, così come nel fondamentalismo ebraico, si associa ad un “legalismo” altrettanto freddo e sterile.
L’ISIS in Italia? Sono già presenti nel nostro territorio e pronti a tutto?
Questo non lo devo sapere io, ma gli apparati preposti alla sicurezza di tutti e che tra l’altro paghiamo per questo servizio. Con questo intendo anche dire che ogni volta che si verificano gravi attentati come quelli di Parigi sono innanzitutto i servizi di sicurezza e di spionaggio a fare una figura barbina. Capisco che è praticamente impossibile controllare tutto e tutti, ma proprio per questo sarebbe importante smetterla di fare le pulci a cosa scrive un pincopallino qualsiasi su Facebook e concentrarsi su chi, perché e per come entra in un paese. Mentre mi pare che al riguardo la situazione sia parecchio preoccupante, se è vero – com’è stato documentato – che entrano “siriani” con passaporti taroccati che anche dei giornalisti d’inchiesta si sono procurati con una cifra relativamente contenuta.
jihadi_johnQuanto ai giovani di famiglie musulmane nati e cresciuti qua, il problema è irrisolvibile, perché ci sarà sempre chi tenderà ad autoghettizzarsi pensando di aver subito, a torto o a ragione, una grave ingiustizia, che risale al momento in cui i suoi genitori o i suoi nonni sono emigrati e che poi è proseguita con una storia di emarginazione e sradicamento. L’emigrazione, volenti o nolenti, si porta dietro anche percentuali di persone che, in un misto di rivalsa e frustrazione, assieme al desiderio di sentirsi finalmente “qualcuno”, abbracciano qualche ideologia – e ribadisco “ideologia” – nella quale la religione è un puro pretesto per sfogarsi.
Certi giornalisti si sbalordiscono nel constatare che un ex “rapper” possa dedicarsi al taglio di teste in nome di un delirante “islam” (la minuscola, qui, è voluta), ma ciò non è affatto strano perché è proprio l’aver reciso i ponti con la tradizione autentica che conduce a certi gravi fraintendimenti, sui quali andranno poi a lucrare gli apparati d’intelligence di mezzo mondo che non vedono l’ora di attivare un “attentato islamico”.
Quest’attentato è una svolta?
Non saprei proprio, ma di sicuro qualche decisione la Francia dovrà prenderla, perché non fare nulla significa dare il segnale sbagliato che le si può combinare di tutto. Vede, la Francia è un paese che non è del tutto “occidentale”, nel senso che non è affatto conquistata all’americanismo e al suo modello. Parigi è una “città globale”, e come tutte queste città rappresenta la vetrina nella quale inscenare la finzione di una “classe media globale” che vuole solo divertimenti e bella vita.
manif-pour-tous-itineraire-parcours-horaire-2-fevrier-2013La Francia vera la si vedrà presto al voto, quando, se non interverranno manipolazioni e forzature, il Front National, che non è un partito “regionale” come la Lega Nord, sbaraglierà l’attuale pariglia d’inetti. La Francia vera non può digerire a cuor leggero un’abnormità come il TTIP, il trattato di “libero scambio” tra gli Stati Uniti e l’Unione Europea. La Francia vera si ribella contro i matrimoni omosessuali e la cancellazione, dall’alto, dell’identità sessuale.
O la Francia ritrova se stessa, rigetta l’occidentalismo, smette di omaggiare il “Charlie Hebdo” e si rimette ai suoi eroi come Giovanna D’arco, oppure merita di vagolare nell’angoscia indotta da questo “terrorismo” ufficialmente “islamico” ma in realtà senza volto perché così lo vuole chi l’ha coltivato e foraggiato.
Adesso pare di capire che la Francia s’impegnerà di più in Siria. Ma che vuol dire? È dall’inizio che la Francia è intenta a sovvertire la Siria, quindi? Vogliamo credere che questa famosa “terza guerra mondiale” nominata anche dal Papa vedrà da una parte l’Isis e dall’altra tutto il “mondo civile”? Suvvia, sarebbe come credere che una partita di calcio dal risultato incerto si giocasse tra una squadra di amatori e una selezione dei migliori campioni mondiali!
Allora si abbia il coraggio (e soprattutto la creanza) di parlar chiaro e si dica a chi si vuol fare la guerra. La si vuol fare ai paesi islamici che sostengono il cosiddetto “Stato islamico”? E come la vogliamo mettere quando questi stessi sponsor sono partner più che appetiti per fare affari? Per quanto tempo racconteranno la favola della “cellula” composta da “reduci della Siria”? E che atteggiamento vogliamo tenere con il famoso “grande alleato” a sua volta alleato dei finanziatori “islamici” dell’Isis?
Gli italiani convertiti all’Islam si sentono in qualche modo vicini all’ISIS?
giazairi_via_musulmano“Convertiti italiani all’Islam” vuol dire ben poco. Ci sono italiani che si sono avvicinati alla religione islamica vedendovi un ideale di giustizia sociale, e questi sono quelli più “politicizzati”. Non dico che necessariamente debbano sviluppare una visione che conduce ad una simpatia per l’Isis, ed anzi bisogna riconoscere in costoro un forte impegno a migliorare le società nelle quali vivono. Fatto sta che in qualche caso ci sono quelli che tendono a fanatizzarsi ad un punto tale che tutto ciò che non è “islamico” (e cioè non collima con la loro particolare ideologia religiosa) è da sopprimere con la violenza. Tra questi possono allignare gli elementi oggettivamente pericolosi (in combutta con altri, immigrati), ma credo che gli apparati di sicurezza li tengano già tutti d’occhio. Così come dovrebbero tenere d’occhio altri ambienti frequentati da teste calde, o, peggio ancora, che si dimostrano “amici” ed “alleati” e poi tramano per crearti continuamente problemi. Ripeto: o l’intelligence lavora nell’interesse del suo paese o è una burla che sta alle calcagna di qualche “imam fai da te” ma non vede che altrove si tessono trame assai pericolose per l’incolumità di tutti i cittadini.
Poi vi sono anche “convertiti italiani all’Islam” che hanno un atteggiamento alieno da ogni politicizzazione e pertanto vivono questa loro esperienza come un’occasione di rigenerazione spirituale. Senza voler dare patenti di “musulmano buono” o “cattivo”, credo di poter dire che quest’atteggiamento sia quello in grado di dare i migliori frutti, perché senza fare troppo clamore agisce come una provvidenziale influenza rettificatrice di un ambiente – quello occidentale – che ha un nemico più insidioso di ogni altro: il nichilismo, che tutti questi “nostri valori” per i quali dovremmo andare a combattere un fantomatico “califfo” non riescono in alcun modo a mascherare.


Stoltenberg vuole la NATO in guerra. Putin: Ma chi è il mandante?



Tutto come da programma: il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha addirittura sollecitato Parigi ad invocare l’articolo 5, che obbliga i paesi membri dell’alleanza a scendere in guerra a fianco di uno di loro che sia aggredito. Stoltenberg obbedisce come sempre ad ordini americani. Se del “governo” americano non è certo. E ‘ certo invece che William Kristol, il guru dei neocon, esige dalle colonne del Washington Post l’invio di truppe di terra: mai sprecare un bell’attentato-strage. Jerry Hendrix, del Project for a New American Century, ha dichiarato a Time Magazine: “L’attacco di Parigi può essere l’evento catalizzatore che risveglia la comunità internazionale ad agire”.
“Evento catalizzatore” è la stessa espressione che il medesimo ‘pensatoio’ allora diretto da Wolfowitz, Cheney, e simili – usò nel documento che emise nel 2000, un anno prima dell’11 Settembre. In quel documento, intitolato “Rebuilding the American Defense”, si propugnava un enorme riarmo degli Usa e lo scatenamento di anni di guerre per mantenere la supremazia della superpotenza. Certo, dicevano i compari, per convincere gli americani a intraprendere tale costosa impresa, occorrerà “qualche evento catastrofico e catalizzatore – tipo una nuova Pearl Harbor”. L’attentato di Bin Laden alle Torri Gemelle, con tanto di ritrovamento di passaporti dei dirottatori arabi sul luogo del disastro, fornì l’elemento catalizzatore. Anche adesso c’è il passaporto di uno degli attentatori: un falso, come ormai hanno stabilito la polizia greca e quella serba.
Forza, alla guerra! I neocon ed ambienti collegati, dopo aver creato e sostenuto l’ISIS (ricordate McCain col futuro Califfo in Siria nel 2013?), adesso ne esigono  la distruzione. Dicono che la politica di Obama, di contenimento, è sbagliata. Ci vogliono le truppe di terra adesso, e subito. Ce le devono mettere gli europei. Non ce la fanno? Erdogan è pronto ad invadere la Siria del Nord per incenerire l’ISIS – che mantiene e coccola.
Com’è cambiato, Erdogan. Ha dichiarato: la Turchia è vittima del terrorismo, lo conosce per esperienza (l’attentato-strage di Ankara contro i suoi oppositori ne è un bell’esempio); “deve finire il gioco il mio terrorista è buono, il vostro è cattivo – Il terrorismo non ha religione, né nazione , nessuna razza, nessuna patria”.
Parole sante. Peccato siano esattamente le stesse che Erdogan ha pronunciato due settimane fa a Bruxelles, dove ha tenuto l’impressionante comizio coi turchi fatti venire in pulmann dalla Germania, per accusare la UE di non sostenerlo adeguatamente nella sua lotta contro i curdi del PKK.
Tutti ripetono un copione un po’ frusto, nemmeno cambiano le parole. Come al solito Francois Hollande ha cominciato la guerra da solo: i suoi caccia hanno bombardato Rakka. Lo dice lui. Che cosa abbiano bombardato i francesi, lo dicono anche i nostri media sulle veline di Parigi. Credeteci e dormite tranquilli: la guerra all’ISI è cominciata!

Perché tanta fretta di truppe NATO

C’è fretta, c’è fretta di coinvolgere la NATO. Perché, pare l’azione militare russo-iraniana a sud di Aleppo sta avendo successo, e ci sono alcune centinaia di terroristi accerchiati: fra di essi potrebbero esserci – chissà – oltre a mercenari (della ex Blackwater?) anche tipi delle unità speciali USA, quasi sicuramente ufficiali arabi sauditi che è meglio non far finire nelle mani dei vincitori russi. Secondo la TASS, già il 26 ottobre gli occidentali hanno allestito un ponte aereo per portar fuori parecchi terroristi dell’ISIS: due aerei della Turkish Airlines, uno del Katar e uno degli Emirati sono arrivati, riusciti ad atterrare e sottrarre alle bombe di Mosca 500 combattenti islamici di elite (sauditi ed altri VIP), che poi hanno depositato in Yemen. Il modello era quello dei bei tempi, in cui su mandato di Bush jr., poco prima dell’attacco americano in Afghanistan dopo l’11 settembre, un ponte aereo del Pakistan aveva portato in salvo 5 mila talebani d’alto livello e consiglieri militari pakistani ed americani.
Adesso che i siriani e gli iraniani, sotto la copertura aerea dei russi, sono avanzati a sud di Aleppo a pochi chilometri da Sarakib, che è il bivio cruciale delle camionabili di Damasco ad Aleppo e Lattakia, altre centinaia di mercenari Usa e vari terroristi di riguardo sembra siano chiusi nella sacca. E stavolta manca l’aeroporto su cui far atterrare gli aerei per l’esfiltrazione. Perciò mentre i neocon e il Pentagono mettono sotto accusa Obama, egli – Obama – pare avere una particolare fretta di mandare truppe di terra. Ad Antalya ha ostentatamente trovato un “accordo” con Putin – ovviamente scritto nella sabbia, ma apparentemente ciò ritarda l’intervento di terra di Erdogan, che vede sfumare la finestra di opportunità – ancora qualche giorno e i successi russi saranno forse consolidati.
Putin sta trattando da posizione di forza: militare ed anche morale (per quel che vale in Occidente) perché i russi sono i soli a combattere veramente l’ISIS. Pare che ad Antalya abbia posto la domanda: a chi giova la strage di Parigi? Chi sono le menti? Domanda imbarazzante.
Per esempio Doch Charles William, analista senior della Quillam Foundation (Un think tank specializzato sulla Siria) ritiene difficile che l’ISIS, che si trova sotto enorme pressione in Siria, abbia organizzato l’azione militare di Parigi; l’ha rivendicata, ma è ben altra cosa. Secondo Bruce Hoffman, del centro for Security Policy della Georgetown, citato dal New York Times, il tipo di azione fa’ pensare piuttosto ad Al Qaeda…ma ohibò, Al Qaeda in Siria sono i terrorsti moderati, “I nostri terroristi”. Insomma la paternità dell’attacco, data per certa dai nostri media e politici tanto vogliosi di scendere in guerra “contro l’ISIS” non appare così sicura agli analisti.
Va’ segnalato una volta tanto a suo onore che Matteo Renzi, al G20, criticando la Francia e i suoi bombardamenti su Rakka (dicono loro) ha detto che la risposta della comunità internazionale “deve essere frutto di una strategia, non semplicemente di una reazione: la reazione ha prodotto disastri come la Libia, mentre noi abbiamo bisogno di una strategia”. Almeno ha capito l’essenziale. Non è cosa da poco, con tutta la stampa e i talk show che incitano alla guerra, e intervistano tipi come Luttwak e la Selma dall’Olio (la neocon moglie di Ferara) che ripetono: per debellare l’ISIS “basta una brigata” europea. Anche Wolfowitz, Perle e quelli della nuova Pearl Harbor dicevano dell’invasione dell’Irak: “Sarà una passeggiata”. Era 15 anni fa.

Era in corso una esercitazione. Simulava un attacco plurimo. 

Mentre finivo il pezzo, un collega mi manda un video da France Info dove un infermiere soccorritore, Patrick Pelloux, dice in diretta : “Per fortuna questa mattina al SAMU di Parigi (un gruppo di ambulanze, ndr.) era stato programmato un esercizio che simulava un attacco a più siti, così eravamo preparati. Si deve sapere che c’era una mobilitazione di forze di polizia, pompieri, soccorritori, associazioni che sono venute., e abbiamo cercato di salvare più persone possibile”



Sempre il vecchio copione.

     
http://www.maurizioblondet.it/stoltenberg-vuole-la-nato-in-guerra/

Attentato a Parigi, Psy-op di Gladio

Aanirfan

car179Abdalsalam Salah è ricercato per gli attentati di Parigi del 13 novembre 2015. Secondo Associated Press, Salah fufermato dalla polizia su una Volkswagen Polo con due altri uomini poco dopo gli attacchi. Gli agenti lo lasciarono andare. La polizia ha protetto i terroristi
Salah ha vissuto nel sobborgo di Bruxelles di Molenbeek, a casa di Abdalqdir Baliraj. Abdalqadir Baliraj è un terrorista che lavorava per la CIA e i servizi di sicurezza francesi e belgi.
NEWS_164998Il Dr. Paul Craig Roberts, ex-assistente del segretario del Tesoro per la politica economica, scrive: “Ho ricevuto un rapporto dalla sicurezza europea su un massiccio attacco informatico ai sistemi francesi 48 ore prima e durante gli attacchi di Parigi. Tra le altre cose, l’attacco ha colpito la rete dati mobile francese e accecato la sorveglianza della polizia“. Paul Craig Roberts
Un cittadino danese descrive uno degli aggressori in un caffè di Parigi come ultra-professionista, vestito completamente di nero con AK-47 e molto ben addestrato“. Oriental Review
Il capo dei servizi segreti esteri della Francia era a Washington per consultazioni con il capo della CIA John Brennan, due settimane prima degli attacchi“. Eventi importanti portano agli attacchi terroristici del 13 novembre a Parigi. Pura coincidenza? Prof. Michel Chossudovsky
Venerdì 13 novembre 2015 era anche il giorno di un’esercitazione su attentati multipli’ a Parigi che includeva ‘forze di polizia, vigili del fuoco, paramedici e altri‘”, secondo Patrick Pelloux. L’attentato di Parigi è come l’attentato di Mumbai.Mumbai e William CohenMumbai gli attaccanti erano “indù e bianchi”La CIA organizza gli attentati a Parigi sul modello di Mumbai
Vallely con i terroristi dell'esercito libero siriano
Vallely con i terroristi dell’esercito libero siriano
Verso la fine di ottobre 2015, l’ex-generale degli Stati Uniti Paul E. Vallely, specialista in psy-ops, visitò Parigi. A Parigi, tre settimane prima, c’era il generale statunitense.
Photo-Paul-E.-Vallely-the-retired-Major-General-of-US-Army-with-terrorists-in-SyriaGli attacchi di venerdì 13 a Parigi sembrano una psy-op. Un’indagine sul massacro di Parigi ha portato le forze dell’ordine belghe nel quartiere Molenbeek di Bruxelles. Testimoni del massacro a Parigi del novembre 2015 hanno riferito che due auto collegate agli attacchi, una vicino alla sala concerti Bataclan e l’altra ai ristoranti Le Petit Cambodge e Le Carillon, avevano targhe belghe. Molenbeek, Bruxelles, Belgio
Abdalqadir Baliraj
Abdalqadir Baliraj
Nel 1990, Abdalqadir Baliraj lavorava per la principale agenzia d’intelligence del Belgio, la Sûreté de l’Etat, e aveva cenato con Usama bin Ladin meno di due settimane prima degli attacchi dell’11 settembre. (Abdelkader Belliraj)
Abdalqadir Baliraj (che sarebbe attualmente in carcere) è un terrorista belga-marocchino che ha lavorato per la CIA e i servizi di sicurezza francesi e belgi. La casa di Baliraj è a Molenbeek Saint Jean, in Belgio. Molenbeek St. Jean è il quartiere belga dove Oakley International ricercava Madeleine McCann, dove sarebbe stata notata nell’aprile e maggio 2008. Una ragazza somigliante a Madeleine McCann fu ripresa dai video nel quartiere Molenbeek St. Jean.L’investigatore su Maddie McCann lotta contro le false accuse degli USA 
Belgio significa Marc Dutroux, che avrebbe lavorato per i servizi di sicurezza. “L’arresto di Dutroux dipana una rete di pedofili internazionale che coinvolge Belgio, Paesi Bassi, Portogallo, Stati Uniti, Gran Bretagna, Giappone, Nazioni Unite e sue agenzie“. Belgio
Spesso i “terroristi” lavorano segretamente per il Mossad e amici. Così i “terroristi” devono essere protetti dai servizi di sicurezza. “Il 5 novembre 2015, un sospetto pesantemente armato fu fermato sulla strada per Parigi”, ma la polizia tedesca che scoprì un arsenale di armi nella sua auto non lo disse ai capi dell’antiterrorismo”. Almeno uno dei “terroristi” degli attacchi a Parigi era un parigino inserito sulla lista di controllo dei terroristi per cinque anni. Non era monitorato “abbastanza da vicino per essere fermato prima che prendesse parte all’attentato“. Daily Mail
C’è la convinzione che i sionisti e i fascisti ( musulmani, indù o cristiani) collaborino. Netanyahu avvertì del ‘grave errore’ se la Francia riconosceva la Palestina (novembre 2014) What Really Happened
La mattina del venerdì 13 novembre 2015, funzionari della sicurezza nella comunità ebraica di Francia furono informati della possibilità molto reale di un grave attacco terroristico imminente in Francia, secondo Jonathan-Simon Sellem, giornalista freelance. In Francia, gli esperti della difesa ‘vedono parallelismi con Israele’
Alcuno accusano Mossad e amici per gli attentati di Parigi. Funzionari palestinesi accusano il Mossad di collegamenti con i massacri di Parigi20151007_151006b-005_rdax_775x440Il 6 ottobre 2015 ci fu una riunione di generali della NATO a Lilla, vicino Parigi. NATO – News
Nell’agosto 2015 “la polizia francese arrestò un uomo con l’accusa di tramare un attentato a una sala concerti, secondo il canale televisivo francese BFMTV“.
Il 7 luglio 2015, circa 200 detonatori, 40 granate e ‘molto’ esplosivo al plastico scomparvero misteriosamente da un’instillazione militare nel sud-est della Francia. Il 3 ottobre-6 novembre 2015, le forze della NATO svolsero l’esercitazione Trident Juncture – 2015, che coinvolse basi in Italia, Spagna e Portogallo, ed includeva azioni come attacchi terroristici. NATO
Il 29 ottobre 2015, il direttore della CIA John O. Brennan incontrava l’omologo dell’intelligence francese (DGSE) Bernard Bajolet, l’ex-capo dell’MI6 del Regno Unito John Sawers, e l’ex-capo della sicurezza nazionale israeliano Yaacov Amidror. Il direttore della CIA Brennan incontrò il capo della sicurezza francese prima degli attentati di Parigi 
L’11 novembre 2015 si svolse un’esercitazione antiterrorismo in Danimarca. Il 13 novembre 2015, poche ore prima degli attentati, la Francia introdusse controlli alle frontiere, mobilitando 30000 poliziotti. Attentati 
Il 13 novembre 2015, i servizi di sicurezza effettuavano esercitazioni antiterrorismo a Parigi. Deha, che vive in Boulevard St Germain ha detto a The Local che suo figlio era tornato a casa da scuola, il venerdì 13 novembre 2015, con una lettera che consigliava ai genitori cosa fare in caso di emergenza. L’11 novembre 2015, qualcuno avrebbe scritto su Twitter: Flash: I morti negli attentati di Parigi salgono ad almeno 120 con altri 270 feriti 11:44 – 11 novembre 2015.12241771Gli attentati sotto falsa bandiera richiedono zimbelli. Nel caso degli attentati di Mumbai, il capro espiatorio, Kasab, era effettivamente in custodia della polizia poco prima degli attentati. Kasab è innocente
Il procuratore di Parigi Francois Molins dice che ‘un sospetto terrorista’ è stato ‘formalmente identificato’, (ed era noto alle autorità francesi) “per reati comuni“. La prova va piazzata; e i passaporti piazzati sono un trucco molto usato dai servizi di sicurezza. La polizia francese dice che ha trovato un passaporto siriano ‘vicino al corpo di uno degli attentatori durante le indagini sugli attenatati’. Capri espiatoriVallsHausfrauleaks sottolinea che il terrorismo dell’Operazione Gladio della CIA-NATO in Italia è collegato alla loggia massonica P2 in Italia (collegata a Kissinger, Rothschild e Rockefeller). “La P2 aveva una loggia sorella a Parigi legata a Gladio chiamata ‘Le Grand Orient de Paris’. Il più influente muratore di quella loggia è l’attuale primo ministro della Francia Manuel Valls. “Valls ha nominato ministro degli Interni Cazeneuve direttamente responsabile delle indagini su Charlie Hebdo, l’attacco al treno belga e le rivolte dei migranti a Calais, recentemente dimostratisi istigati dai Black Bloc (gestiti dall’intelligence occidentale) e dal gruppo pro-migranti di Soros. Cazeneuve è noto come significativo alto muratore come Valls che l’ha nominato. Cazeneuve e Valls sono noti per essere ebrei estremisti sionisti e alti muratori collegati alle élite. Si noti che i documenti dell’autorità su Gladio, Daniele Ganser, mostrano che i ministri degli Interni dei Paesi complici erano sempre agenti di Gladio“. Un testimone era davanti la sala concerto Bataclan prima dell’attacco e vide almeno uno degli assassini, come ha detto a BMFTV, che non era incappucciato: ‘Ho visto un ragazzo, piuttosto piccolo, bianco, sembrava europeo’. Alcuni hanno riferito di aver udito almeno due dei terroristi al Teatro Bataclan parlare un francese perfetto. Un testimone presente al Teatro Bataclan ha detto a Reuters che nessuno degli altri attaccanti aveva più di 25 anni, ed avevano tutti capelli castani. Dailymail/Attentati a Parigi: Libération
Alcuni degli aggressori a Mumbai nel 2008 furono descritti come bianchi e non musulmani. Il giornalista Julien Pierce ha detto alla CNN che gli uomini armati non gridavano slogan mentre massacravano le loro vittime: ‘Non hanno detto nulla. Non Allah Akhbar o qualcosa di simile. Non hanno detto nulla. Hanno solo sparato. Sparavano solo‘. Dailymail
Il Teatro Bataclan, secondo Le Point, aveva proprietari ebrei. Dailymail. Secondo il Times of Israel del 14 novembre 2015, “Il teatro Bataclan, preso di mira a Parigi dagli attacchi terroristici venerdì sera, aveva proprietari ebraici da decenni, ma fu venduto due mesi fa, hanno detto i suoi ex-proprietari”. Il venerdì 13 novembre 2015, a Parigi, una serie di attacchi terroristici’‘ uccise giovani frequentatori di concerti, tifosi di calcio e persone in famosi locali notturni. Almeno 120 persone furono uccise. Presumibilmente “tutti gli 8 aggressori sono morti“. L’obiettivo della psy-op di Parigi è aumentare gli attacchi alla Siria, per rovesciare Assad. Assad è il laico moderato che protegge i cristiani, ma che ostacola i piani per un grande Israele. “I media ora trasmettono immagini di monumenti, SF City Hall, One World Trade Center, London Eye, Tower Canada, Sky Tower in Nuova Zelanda illuminati dai colori francesi. Il tutto indica uno sforzo possente, veloce e coordinato“. Non si cada nella psy-op. L’attentato a Parigi è come l’attentato CIA-Mossad a Mumbai nel 2008. Inside-job: MumbaiZimbelli incastrati. L’organizzatore dell’attentato di Mumbai, David Headley, disse al suo caro amico che lavorava per la CIA. Polizia e servizi di sicurezza in India avrebbero contribuito nell’attentato di Mumbai.
france1Secondo la polizia di Parigi, ci furono “due attentati suicidi e un’esplosione all’esterno dello stadio nazionale durante la partita di calcio tra le squadre nazionali francese e tedesca“. In pochi minuti, “un altro gruppo di assalitori sparò ai caffè davanti a una sala concerti, sparando dall’auto… Quando la polizia si avvicinò, fecero esplodere le cinture esplosive, uccidendosi… Decine furono uccisi nell’attacco a un ristorante… e a molti altri edifici. Le persone nella sala da concerto pregavano aiuti sui social media, ma la polizia non fece nulla per 2 ore. Questo permise a due uomini armati di uccidere circa 100 persone“. Ciò suggerisce che l’attentato di Parigi sia un lavoro interno? La crisi degli ostaggi del Bataclan, a Parigi la polizia ha aspettato troppo prima di salvare le vittime?
Alcuni dei resoconti di tale evento sembrano alquanto contraddittori. Venerdì nero, attentati terroristici a Parigi
Il congressista Adam Schiff, democratico a capo del Select Committee on Intelligence del Congresso, disse ad AP che lo SIIL avrebbe effettuato l’attentato di Parigi. Lo SIIL lavora per CIA, Mossad e NATO, a quanto pare. Il primo ministro canadese Justin Trudeau disse che era troppo presto per dire se gli attacchi di Parigi l’avrebbero portato a riconsiderare l’impegno a ritirare il Canada dagli attacchi aerei contro lo SIIL. CIA e NATO hanno una lunga storia di esecuzioni di attacchi terroristici in Europa. Operazione Gladio
Il politico statunitense Jack Lindblad sostiene che la strage di Charlie Hebdo fu opera di Stati Uniti e Mossad per mantenere Netanyahu al potere in Israele. What Really Happened
Francesco Cossiga con Giulio Andreotti
Francesco Cossiga con Giulio Andreotti
Il presidente italiano Francesco Cossiga diceva: provocare disordini per poi “pestare i manifestanti”. Fu uno dei fondatori dell’Operazione Gladio dei servizi segreti della NATO-CIA. Diede consigli al ministro degli Interni italiano Roberto Maroni su come trattare i manifestanti. Dichiarazione di Cossiga: “Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero ministro dell’Interno. “Gli studenti universitari?… Li s’infiltra con agenti provocatori… e si lasciano che gli agenti provocatori devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e devastino le città per dieci giorni. Poi, dopo aver avuto la simpatia del pubblico… la polizia dovrebbe spietatamente pestare i manifestanti e mandarli tutti in ospedale“. Fu il capo della CIA Allen Dulles che ideò il piano per costituire le forze segrete di Gladio in tutta Europa. Dulles, Sir Stewart Menzies (MI6) e il premier belga Paul-Henri Spaak sapevano del piano. Alcuni anni fa, l’agente di Gladio della CIA-NATO Vincenzo Vinciguerra spiegò la “strategia della tensione” di Gladio in una testimonianza giurata, disse: “Dovevi attaccare i civili, le persone, donne, bambini, persone innocenti, gente sconosciuta molto lontana da qualsiasi gioco politico… per costringere il pubblico italiano a volgersi allo Stato per chiedere maggiore sicurezza. Questa è la logica politica dietro tutti i massacri e gli attentati che rimangono impuniti, perché lo Stato non può arrestare se stesso o dichiararsi responsabile di quello che è successo“. Gli eserciti segreti della NATO legati al terrorismo?
Secondo gli storici, Gladio effettuò attentati terroristici false flag come l’attentato alla stazione di Bologna nel 1980, che uccise 85 persone. Secondo il Senato italiano, dopo l’inchiesta del 2000, gli attentatori erano “uomini delle istituzioni statali italiane e… collegati alle strutture d’intelligence degli Stati Uniti“. Le prove sul terrorismo di Gladio furono esibite in un’indagine parlamentare italiana. I terroristi di solito lavorano per i servizi di sicurezza. Certi “terroristi palestinesi avrebbero lavorato per CIA e Mossad. Abu Nidal avrebbe lavorato per CIA e Mossad…474370642_ac4bbadfb7_oSu Thirdworldtraveller Peter Dale Scott, Jonathan Marshall e Jane Hunter pubblicarono un articolo che legava la strage di Bologna e i fascisti massoni della P2 al governo segreto d’Italia. “Secondo il Rapporto Parlamentare italiano sulla P-2: la P-2 ha contribuito alla strategia della tensione… Lo scopo era la destabilizzazione politica italiana… realizzando una soluzione autoritaria ai problemi dell’Italia“.
Gli attentati di Londra e dell’11 settembre 2001, sarebbero parte della ‘strategia della tensione’, prefiggendosi di promuovere un programma sionista-fascista. Stefano Delle Chiaie ha lavorato per Gladio della CIA. Secondo il Rapporto Parlamentare italiano sulla P-2: “Delle Chiaie fu il responsabile principale de…
“La strage del 1969 (nella banca) di Piazza Fontana di Milano (16 morti, 90 feriti),
“Tentativo di colpo di Stato del 1970 del principe Valerio Borghese (agente della CIA dal 1945),
“E della strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980 (85 morti, 200 feriti).
“Nel dicembre 1985 i magistrati di Bologna emisero 16 mandati di cattura… accusando i membri del servizio segreto italiano SISMI di pianificazione e poi depistaggio sull’attentato di Bologna. Uno di questi 16 era il capo della P-2 Licio Gelli… Un piccolo gruppo di anarchici… fu accusato in un primo momento della strage di piazza Fontana, anche se il SISMI sapeva… che delle Chiaie era il responsabile…” Nel 2007, Cossiga dichiarava che l’11 settembre 2001 fu un lavoro interno e che ciò era “noto” alle agenzie d’intelligence. Bologna 1980
319305-gladioL’operazione Gladio fu organizzata dai servizi di sicurezza occidentali. Secondo quanto riferito, l’idea era di uccidere persone innocenti e incolparne altri. Gladio doveva tenere l’élite di destra al potere. Il primo ministro italiano Giulio Andreotti rivelò l’esistenza di Gladio nel 1991. Indagini parlamentari in Italia, Svizzera e Belgio hanno rivelato la verità. CIA, MI6, Pentagono e NATO effettuarono attività terroristiche con Gladio in molti Paesi, tra cui Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Turchia e Germania Ovest. Gladio era il nome usato in Italia. In Austria il nome era Schwert, in Belgio – Sdra 8, in Gran Bretagna – Stay Behind, in Francia – Glaive, in Grecia – Operazione Pelle di pecora, in Svezia – Sveaborg, in Svizzera – P26 e in Turchia – Dipartimento di Guerra Speciale. Note su Gladio
Il 7 settembre 1947, Associated Press riferì: “La polizia di Parigi oggi ha arrestato un certo numero di persone dopo aver scoperto sei bombe aeree fatte in casa con cui, si pensa, la Banda Stern voleva bombardare Londra…Complotto ebraico per colpire Londra
Già nel 1947 gli Stati Uniti costruivano una rete clandestina nel nord Italia…” (Wolfgang Achtner, Sunday Independent, 11/11/90) Gladio
Secondo il quotidiano Die Welt, i servizi di sicurezza occidentali istituirono un comitato per vigilare sulle forze segrete della guerriglia. “L’ex-ministro della difesa Paolo Taviani (disse al magistrato Casson durante le indagini negli anni ’90) che durante il suo mandato (1955-1958), i servizi segreti italiani erano guidati e finanziati dai ‘tizi di Via Veneto’, cioè dagli agenti della CIA nell’ambasciata degli Stati Uniti a Roma”. (William Scobie, Observer, 18/11/90)
Il Generale Sir Anthony Farrar-Hockley, ex-comandante in capo delle forze NATO in Europa settentrionale, disse… che un servizio d’intelligence fu istituito in Italia con l’aiuto di agenti inglesi e della CIA, che lo finanziarono in parte. La filiale italiana della rete era nota come Operazione Gladio” (Richard Norton Taylor, Guardian, 15/11/90)
Gladio fu… allestita con l’aiuto inglese nel 1950, gestita dai servizi segreti e in parte finanziata dalla CIA degli Stati Uniti“. (Richard Norton-Taylor, Guardian, 16/11/90)
Documenti declassificati del servizio segreto rivelano che Ted Shackley, vicecapo della stazione CIA di Roma nel 1970 presentò il famigerato Licio Gelli, capo della loggia massonica neo-fascista P2 e per anni fuggiasco in Argentina, al generale Alexander Haig, allora capo dello staff di Nixon, e poi, nel 1974-79, comandante supremo della NATO. La P2 era un governo ombra di destra, pronto a dominate l’Italia e comprendeva quattro ministri del governo, e tutti e tre i capi dell’intelligence, 48 parlamentari, 160 ufficiali, banchieri, industriali, diplomatici e il Capo di Stato Maggiore. Dopo incontri tra Gelli, capi militari italiani e uomini della CIA nell’ambasciata, Gladio ebbe una rinnovata benedizione, e più soldi da Haig e dall’allora capo del Consiglio di Sicurezza Nazionale Henry Kissinger. Come e per cosa quei fondi furono spesi è il fulcro delle indagini (di Casson)”. (William Scobie, Observer, 18/11/90)
La bomba che uccise 85 persone nella stazione ferroviaria di Bologna del 1980 proveniva da un arsenale di Gladio, l’ala italiana della rete di resistenza anticomunista della NATO, secondo una commissione parlamentare sul terrorismo… Il legame suggerito con la strage di Bologna è potenzialmente la più grave delle accuse mosse contro Gladio“. (Ed Vulliamy, Guardian, 16/1/91)
La P2 non fu scoperta fino al 1981. In seguito fu accertato che tutti i membri del comitato di crisi istituito da Francesco Cossiga, allora ministro degli Interni, e ora Presidente della Repubblica, erano membri della P2“. (Charles Richards e Simon Jones, Independent, 16/11/90)hqdefault2Tra il 28/6/90 e il 2/7/90, quattro programmi della televisione di stato italiana (RAI) sostennero che la CIA aveva pagato Licio Gelli per “fomentare attività terroristiche“. Nella prima puntata qualcuno indicato come ‘Agente Zero’ descrisse come (l’ex-primo ministro svedese) Olaf Palme fu incastrato nell’accordo tra CIA e Iran per liberare gli ostaggi statunitensi a Teheran. “Palme era una mosca nella pomata quindi usammo la P2 per toglierlo di mezzo”, disse l’agente. La seconda puntata, che mostrava la scarna silhouette dell”Agente Zero Uno’, affermò che la P2 non si era sciolta a metà degli anni ’80, dopo l’arresto del suo capo Licio Gelli. “Esiste ancora. Si chiama P7“, ha detto. Secondo l’agente, la loggia è ancora attiva con sezioni in Austria, Svizzera e Germania occidentale. “Zero Uno” rivelò alla stampa italiana di essere Dick Brenneke, un ufficiale della CIA“. (Richard Bassett, Times, 24/7/90)
Nel programma Brenneke affermò che, negli anni ’70, la CIA aveva messo grandi somme di denaro a disposizione della sovversiva loggia massonica P2, ampiamente ritenuta coinvolta nella strage della stazione ferroviaria di Bologna nell’agosto 1980, in cui 85 persone furono uccise. Inoltre Brenneke affermò che non solo la CIA continua a finanziare segretamente una P2 rianimata, ma che fu coinvolta nel 1986 nell’uccisione del primo ministro svedese Olaf Palme. Secondo Brenneke, la P2, sotto il suo gran maestro Licio Gelli, utilizzò alcuni dei finanziamenti resi disponibili dalla CIA per istituire agenzie in Germania Ovest, Austria e Svizzera. Queste agenzie a loro volta furono utilizzate dalla P2 per l’assassinio di Palme su ordine della CIA. Infine, e forse più sensazionale, Brenneke affermò che il presidente Bush, allora direttore della CIA, non sapeva solo di tali attività della CIA in Italia (negli anni ’70 e inizio anni ’80), ma in realtà era una delle menti dietro di esse. “Nello speciale di quattro puntate sulla RAI, la principale rete televisiva di Stato italiana, Brenneke sostenne che pagò i membri della P2, una loggia massonica di destra, per conto della CIA dal 1969 al 1980. Ha detto che i pagamenti effettuati andavano da l milione a 10 al mese… ha detto che la P2 era anche coinvolta nel traffico di armi e droga della CIA…” (Mark Hosenball, Sunday Times, 29/7/90)
licio-gelli-272475BELGIO (SDR-8)
Il governo belga ha detto che indagava… sui collegamenti tra la propria rete clandestina ed una serie di incursioni particolarmente brutali nei supermercati vicino Bruxelles a metà anni ’80, in cui 28 persone morirono. Molti poliziotti e noti esponenti della destra furono arrestati dopo i test balistici, ma nessuno fu portato in giudizio“. (Fiona Leney & Wolfgang Achtner, Independent, 10/11/90)
GRECIA (Operazione Pelle di pecora)
In Grecia, dove ebbe il nome in codice Pelle di pecora, una cellula fu istituita dalla CIA nel 1950, ma fu smantellata nel 1988, secondo il governo. Gli agenti nell’unità clandestina furono coinvolti nel colpo di Stato dei colonnelli nel 1967“. (Richard Norton-Taylor, Guardian, 5/12/90)
PORTOGALLO
In Portogallo, una stazione radio di Lisbona riferì che cellule della rete dell’Operazione Gladio erano attive dagli anni ’50 per difendere la dittatura di destra di Salazar.” (John Palmer, Guardian, 10/11/90)
TURCHIA (Dipartimento di Guerra Speciale)
Il giornale (Milliyet) citava l’ex-premier Bulent Ecevit secondo cui l’unità fu inizialmente finanziata dagli Stati Uniti… Durante un’ondata di terrorismo, nel 1970, gruppi di sinistra misero in discussione il possibile ruolo dell’organizzazione, nota anche come ‘kontrgerilla’, del terrorismo di destra“. (Associated Press, 14/11/90)05-operation-gladioIl Mossad attacca la Svezia / Bomba al consolato italiano di Cairo

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

I francesi si preparavano alla guerra. Già da prima dell’attentato.

di Angelo Mandaglio
Il futuro che i potenti del mondo stanno preparando per noi e per le nuove generazioni è la guerra permanente contro un nemico invisibile, che pertanto non siamo capaci di riconoscere.
Il mondo è sotto shock per un attacco di una ferocia e vigliaccheria tali da non lasciare spazio a giustificazioni o attenuanti ma, sull’onda delle emozioni, le masse vengono sospinte a ingaggiarsi in un conflitto aperto, senza la lucidità necessaria per fare le considerazioni più semplici e razionali.
Così Holland, Renzi, la Merkel e forse anche Cameron potranno passare dalle parole ai fatti: dichiareranno guerra all’Isis (al termine “guerra” ha fatto riferimento per primo Hollande, non a caso) e coinvolgeranno la NATO in una nuova missione antiterrorismo. I pacifisti non sono un problema: spariranno nel mare di indignazione non appena l’Isis (che rivendicherà,grazie alla solita Rita Katz, tutti gli attentati) colpirà nei luoghi dove lo scetticismo dovesse superare il livello di ininfluenza.
Ci abitueremo a convivere con situazioni peggiori di questa e molti dei nostri giovani saranno mandati al fronte a morire, per mano di un nemico molto ben armato (con armi sofisticate come i lanciarazzi anticarro TOW made in USA) e avvezzo a combattere nel proprio territorio. Ma sia chiaro: chi vi parla non è un pacifista, uno di quelli che vogliono mettere i fiori dentro ai cannoni o sulle lame dei taglia gole. Cerco solo di attenermi ai fatti.
I terroristi, stando alle rivendicazioni dell’Isis divulgate oggi, avrebbero colpito lo stato che più di tutti è impegnato nella “Crociata contro i fratelli musulmani”. Ma è davvero così? Guardiamo ai risultati militari. In prima linea contro il terrorismo, nei fatti, ci sono Russia, Iran, Lealisti Siriani, Hezbollah libanesi e curdi, tutti nemici della NATO, tutti sottoposti alle nostre sanzioni quando non direttamente esposti alle nostre bombe, come nel caso dei curdi (la Turchia è un paese Nato). La rivendicazione dell’Isis è poi ancora più inattendibile alla luce dei progressi militari ottenuti dalla coalizione dei “Sanzionati”, che lottano contro i terroristi e che proprio nell’ultima settimana hanno conquistato la base aerea di Kuweires (importantissimo punto strategico) e le città diBanes, Rams Sahjir, Tal Hadya, Tel Eis, Al Barkum, Icarda, Tali-Bajir, Al-Hader e Al-Eis, mettendo in seria difficoltà l’esercito del califfo, mentre i “bombardamenti spot” dei francesi non hanno ottenuto alcun risultato militare.
Intanto, è notizia del 13 novembre scorso, alle cinque del pomeriggio, che la portaerei Charles de Gaulle, appartenente alla flotta francese, salperà il prossimo 18 novembre. Questo significa che le idee i francesi le avevano già chiare da prima degli attentati.
Parliamo ora della potenza militare dell’ISIS: in teoria è nulla. Lo stato islamico – si dice – è circondato da nemici ed è quindi sotto assedio. Ma se fosse vero, non avrebbero potuto reggere per più di due settimane. Invece hanno combattuto su almeno due fronti, estesissimi, per almeno due anni senza subire sconfitte. Fino all’intervento dei russi e della loro coalizione di “Sanzionati” (leggi: “Il petrolio dell’ISIS, una bufala che si smonta con i conti“). Certo, forse il fatto che gli USA continuino a lanciare aiuti militari ad un’armata fantasma di presunti ribelli che combattono contro “la tirannia di Assad” aiuta, dato che poi sono le stesse armi che ritroviamo miracolosamente in mano all’ISIS.
La guerra all’ISIS, comunque, si farà, e sarà una guerra che non vinceranno i missili teleguidati o i bombardamenti assistiti dai Droni, no: stavolta dovremo sporcarci gli scarponi nella sabbia, e sul campo di battagliaperderemo molti dei nostri ragazzi. Per questo, se non potremo sceglierci il nemico, visto che ci è già stato spiegato chi è, dovremmo almeno fare attenzione a sceglierci gli alleati, prima di accorgerci che invece di giocare per vincere, magari spingono per mantenere le cose in uno stato di guerra permanente.

In difesa di Putin, l'utile cinico

  • Sottotitolo:Putin sovvenziona le nascite, vieta che i bimbi russi finiscano adottati da coppie gay e si propone al papa come difensore dei cristiani perseguitati dai jihadisti. Cinico tatticismo? Ecchissenefrega. [Prima puntata del dibattito su... la Russia]
Rino Cammilleri
    Un mio articolo sulla Nuova Bussola Quotidiana (ottobre 2015) riguardante la profezia della Madonna di Civitavecchia (guerra mondiale nucleare Est-Ovest) ha, come prevedibile, agitato gli animi: i più hanno condiviso senza riserve, altri hanno manifestato perplessità.
    Cercherò allora di chiarire meglio il mio pensiero. Un primo appunto riguarda il video, da me citato, in cui Putin salva d’autorità un’azienda che la proprietà vorrebbe chiudere. Il metodo è, in effetti, da socialismo di stato, come si fa da noi: la fabbrica decotta viene messa a carico del contribuente. Naturalmente, non sono d’accordo. Ma non mi piace nemmeno che lavoratori siano buttati sul lastrico per esigenze di mercato. Del resto, finirebbero lo stesso a carico del contribuente. Se qualcuno, in questo momento di grave crisi economica internazionale, ha idee migliori da attuare adesso («nel lungo periodo saremo tutti morti», diceva Keynes), non mi par vero.
    Certo, da cattolico tengo per il principio di sussidiarietà, ma la sua applicazione, dato lo scenario e le facce che comandano, per il momento mi pare irrealistica. Putin, d’altro canto, non è un economista e nemmeno un esperto di dottrina sociale: è un ex colonnello del Kgb che cerca di impedire che le Russie, dopo settant’anni di comunismo, esplodano con conseguenze devastanti non solo per loro.
    La sua difesa del cristianesimo mediorientale e dei valori cristiani è pelosa? Non è che la vecchia geopolitica degli zar (il papa, ai tempi di Lepanto, non esitò a chiedere aiuto a Ivan il Terribile, che quanto a metodi non era inferiore ai colonnelli del Kgb), e non mi pare che lo scenario attuale offra alternative. Per quanto riguarda il tasso di democraticità, non posso pretendere che, dopo settant’anni di Urss, quei popoli passino di botto alla Liberté (ammesso che quella sbracata e anarcoide che abbiamo noi piaccia loro, visto che non piace tanto neanche a noi). E’ un fatto che Putin è sempre rieletto ed in testa ai sondaggi: spiace a qualche intellettuale, ma la sua gente lo apprezza. La nostra, di democrazia, non brilla affatto per ordine, sicurezza e prosperità, ed è ormai diventata una jungla in cui il più forte (in denaro) detta l’agenda. Abbiamo imparato dagli Usa, dove, sì, c’è ampia possibilità di dibattito -come no?- anche sull’aborto, il gender e le nozze gay. E si è visto a che cosa è servito, dal momento che pure i giudici remano contro (il popolo). Infatti, le grandi aziende, aduse a cogliere prima degli altri l’aria che tira, si sono adeguate. Love is love and business is business.
    E’ vero, negli Usa esiste una opposizione, mentre in Russia in pratica no. Ma serve a niente opporsi a chi ha più soldi di te. Il quadro: gli Usa stanno imponendo al pianeta l’ideologia gender e le nozze gay, dopo avere imposto la «salute riproduttiva» e il pensiero politicamente corretto.  Hanno destabilizzato la già polveriera mediorientale aggiungendovi il Nordafrica. Il confronto ormai non è più tra blocchi ideologici, perché il socialismo di stato comanda anche negli Usa e nella Ue. Con in più una mentalità sessantottarda da sfacelo morale che viene inculcata ai popoli con metodi giacobini. [...]
    Per finire, qualcuno dubita che le profezie della Madonna, a Fatima o altrove, si inverino in un ex Kgb. Non so che dire, visto che a me la Vergine non appare per spiegarsi meglio. Io so solo quello che vedo. E ho visto Putin baciare la Vladimir’skaja e segnarsi, erigere un monumento a San Vladimir, ricostruire chiese e monasteri, sovvenzionare le nascite, vietare che i bimbi russi finiscano adottati all’estero da coppie gay, punire le femministe blasfeme, proporsi al papa come difensore dei cristiani perseguitati dai jihadisti. Eccetera. Cinico tatticismo? Ecchissenefrega. Vivaddio, ce ne fossero altri di questi cinici all’orizzonte, li saluterei con salve di hurrà.
    Quando, e se, Putin cambierà politica e diventerà l’Obama dell’Est, anche quel che scrivo su di lui cambierà. Pensavo fosse ovvio, almeno per chi mi conosce.

    C'est la guerre!

    Il beato Urbano II predica la prima crociata a Clermont Ferrand (stampa ottocentesca)


    Siamo in guerra, anche se non l'avremmo mai voluto. Una guerra di religione, purtroppo, che subiamo ad opera di chi, applicando i precetti di conquista armata di Maometto, vuole distruggere tutti coloro che non seguono il Corano (e anche un buon numero di coloro che lo seguono in modo difforme da loro).

    Personalmente, non sono per nulla stupito. Preoccupato, certo, ma non stupito. E' un effetto combinato dell'ideologia politicamente corretta e della decadenza dello studio della storia che in Occidente non abbiamo voluto vedere la abissale incompatibilità tra noi e il mondo musulmano ed il fatto, confermato ormai da una tradizione costante di 1.400 anni, che lo scopo escatologico dell'Islam è conquistare il mondo, e in primo luogo l'Europa, con il ferro e con il fuoco.

    Dopo le batoste musulmane di Lepanto e di Vienna e lo sviluppo tecnologico europeo, la partita sembrava vinta e l'Islam non rappresentare più una minaccia. Ma sono bastate due cose a riportarci ai secoli bui in cui le terre d'Europa non erano sicure (fin quasi all'inizio del 1800): allora per effetto dei pirati saraceni che razziavano cristiani per farne schiavi, oggi per mano di spietati assassini (un termine, quest'ultimo, che rinvia proprio ad una setta di sicari musulmani, fanatizzati con l'hashish).

    La prima causa del riemergere del pericolo islamico è stata, più ancora della decolonizzazione, la crisi petrolifera degli Anni Settanta. L'enorme ricchezza guadagnata col petrolio dai seguaci dell'ortodossia musulmana più retriva, ossia gli Stati dell'Arabia propriamente detta, ha consentito loro mezzi di proselitismo senza eguali, anche attraverso una rete capillare di istituzioni caritatevoli che ha consentito agli imam salafiti un immane ascendente su tutto il mondo musulmano.

    La seconda causa, invece, è colpa nostra. Non abbiamo più il nerbo e la fortezza per reagire a quella che, purtroppo, ci piaccia o no, è una guerra religiosa. Abbiamo perso la fede in noi stessi, nella nostra civiltà, nella nostra superiorità morale e civile e, tutto ciò, in conseguenza della perdita della Fede in Dio o quanto meno dell'annacquamento della nostra religione. L'Europa ha snobbato nel suo conato di costituzione il riferimento alle origini giudeo-cristiane. Perché? Perché quelle radici le aveva già rinnegate e tagliate. Ma si sa che fine fa una pianta con le radici divelte.

    Lo stesso cattolicesimo è oggi l'ombra di quanto era e dev'essere: ormai nulla è più sicuro e ancora la settimana scorsa è toccato purtroppo sentire un papa raccomandare ai vescovi italiani di stemperare una dottrina attaccata a suo dire a 'fondamentalismi' (ma dove li vede mai, Santità) in modo da generare 'domande, dubbi, interrogativi'. Come se il fedele comune non ne avesse già abbastanza di dubbi, ad esempio di fronte a un'istituzione che ha ripetuto fino a ieri - non fino al Medioevo - che chi si risposa, o ha rapporti omosessuali, commette un grave peccato, mentre oggi sostiene quasi il contrario, ossia che non c'è nulla di grave. Che credibilità può avere una Chiesa del genere, che - come già osservava Ratzinger a proposito del divieto di celebrare l'antica Messa - rinnega oggi quello che ieri teneva per più santo ed intangibile?

    Ed allora: il compito di noi cattolici è tentare di ridare un'anima a questa Europa che, privata della sua ragione d'essere (Gesù Cristo), è perdente di fronte ad un impeto religioso alieno tanto forte quanto perverso. Già solo sul piano demografico, le nostre nazioni isterilite sono un segno del rigetto degli insegnamenti divini. E nel marketing della fede, un messaggio titubante e insicuro, o peggio ancora contraddittorio (vedi il rigetto postconciliare della Tradizione cattolica e vedi ora le seconde nozze), non può convertire nessuno. Occorre ritrovare la forza dell'affermazione della Fede, con un 'ragionamento logico e chiaro' (quello che il Papa ha erroneamente criticato come 'gnosticismo') e con la nettezza del discorso che giudica il bene ed il male (e quindi, cara la Santità Vostra, se si è papi bisogna osar giudicare anche i gay: non come persone, ma per gli atti che compiono).

    Questo è quindi il tipo di crociata che la Chiesa deve proclamare, più ancora che benedire le armi di difesa: abbandonare i discorsi fumosi e falsamente misericordiosi (di quella misericordia che non passa prima attraverso la riprovazione dell'errore) e tornare ad insegnare senza complessi e titubanze i precetti di sempre. Altrimenti, peggio ancora che uccidere, gli islamici convertiranno l'Europa.

    Enrico
    P.S.: nel dopoguerra il comunismo sembrava sul punto di scatenare una terza guerra mondiale e conquistare l'Europa. Anche allora c'erano in Occidente quinte colonne fortissime, ossia i partiti comunisti di massa, come oggi vi sono legioni di immigrati musulmani tra noi. La Chiesa non ebbe timore di entrare nella battaglia, arrivando perfino a scomunicare i comunisti e a ricordare il senso non solo figurato della militia christiana. La musica di sottofondo serva a ricordare quei momenti difficili e a rincuorarci. Non praevalebunt.

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