Coscienza o Verità?
Sempre nette le interviste del card. Burke, un tempo cardinale cattolico e oggi cardinale tradizionalista
(simile sorte capitò a mons. Lefebvre, la mediti chi non ha paraocchi o
pregiudizi troppo spessi a riguardo): “The fact is that the synod could
not open a door which does not exist and cannot exist, namely, a
discernment in conscience which contradicts the truth about the supreme
sanctity of the Most Holy Eucharist and the indissolubility of the
marriage bond”.
1) l'instaurarsi di un conflitto tra coscienza umana e Verità divina,
cosa che orienterebbe alla conflagrazione della possibilità e del senso
stesso Rivelazione, nella misura in cui la Sapienza si trovasse
strutturalmente impossibilitata ad essere accolta nel sacrario
dell'umanità e, appunto, della coscienza (altro che Natale e mysterium
incarnationis!).
2) l'instaurarsi di un conflitto alla radice della deontologia sacerdotale,
che renderebbe particolarmente gravoso e potrebbe demolire un
fondamento importante relativo a identità e missione sacerdotale: uomo
di Dio? uomo della coscienza? della coscienza o delle coscienze? uomo di
Chiesa o di coscienze?
Nulla da eccepire quando i teologi rimproverano alcuni limiti al
Vaticano I, per esempio la visione intellettualistica della Rivelazione
(Dio che rivela verità, anziché rivelare se stesso). Se però
l'alternativa è la dissoluzione della ratio, siamo messi davvero male
(non arriva a tanto il Vaticano II, ma così predicano i suoi ritrovati
estensori). Se poi tale dissoluzione deve venire dal direttore della
Civiltà Cattolica e da simili pezzi da 90, la questione si fa tragica.
E qui non c’è peronismo che tenga, non c’è gesuitismo che tenga, non c’è
pastorale che tenga, si tratterebbe del suicidio del senso, della
contraddizione logico-gnoseologica e del trionfo di antichi miti
esoterici, di per sé bastanti a detonare chiese, comandi e populismi di
ogni tipo. La domanda slitta e si fa più acre rispetto alla sua prima
formulazione post-conciliare. Lì suonava così: perché il prete dovrebbe
obbedire al Papa, quando il Papa non obbedisce alla Verità? Ora si è
mutata: perché il prete dovrebbe obbedire al Papa, se lui stesso (il
prete) in coscienza non può nemmeno più obbedire alla Verità? La prima era una domanda da lefebvriano, roba di nicchia; questa seconda è una domanda universale, roba da katechon.
Ci salvi Chi può.
di Satiricus
Alla fine ci siamo infilati nel proverbiale cul de sac! "Fin qui il tuo orgoglio giungerà ma non oltre"...dice il Signore al mare che con le sue onde lambiva e insidiava la terra. Forse la stessa cosa la sta dicendo a noi che a differenza del mare abbiamo la tremenda possibilità di non obbedire ed incorrere così nella sua divina santa ira! Prevedo un finale scoppiettante per questo anno della Misericordia, chissà che il Signore decida di darci un assaggio della sua autentica Misericordia, quella Misericordia che non esclude un tremendo castigo per aprire gli occhi di chi fino ad ora ha voluto tenerli chiusi!
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