Ricorre oggi il cinquantesimo anniversario della pubblicazione della Costituzione pastorale Gaudium et spes con cui, di fatto, si è concluso il Concilio Vaticano II. Era stata discussa, dopo un iter redazionale lungo e controverso, dal 21 settembre all’8 ottobre 1965 e approvata il 6 dicembre con 2111 placet e 251non placet. Porta la data del 7 dicembre 1965. Il giorno successivo Paolo VI avrebbe chiuso il Concilio.
La Gaudium et spes, insieme con la Costituzione sulla libertà religiosa Dignitatis humanae, è stato il testo più combattuto del Concilio, quello maggiormente utilizzato a simboleggiare la “svolta” conciliare e più frequentemente citato come espressione dello spirito del Concilio e, quindi, anche quello su cui si scontrano di più entusiasti e perplessi, convinti e titubanti. Un testo dalla vicenda non ancora conclusa. Sulla sua eredità vera la discussione è ancora aperta.
La Gaudium et spes fu il frutto più evidente della scelta pastorale fatta da Giovanni XXIII fin dal discorso di apertura Gaudet Mater Ecclesia. Chi, però, pensava che si trattasse di tenere intatta la dottrina e di rivedere solo la pastorale si illudeva. Il Vaticano II, allo scopo di aggiornare la pastorale, dovette ripensare anche la dottrina. Non la ripensò però tutta, in quanto proprio per motivi pastorali fece delle omissioni e delle riduzioni. Data la scelta pastorale, il Concilio avrebbe dovuto ripensare tutta la dottrina ed essere addirittura ancor più dottrinale dei concili precedenti che della dottrina si occupavano di alcuni aspetti dottrinali e basta, ma contemporaneamente non poteva esserlo fino in fondo per non pregiudicare l’aggiornamento relativo all’apertura al mondo. La pastoralità ha richiesto la dottrina ma poi l’ha anche limitata.
Anche nella Gaudium et spes questo è evidente. C’è il ripensamento dottrinale, per esigenze pastorali, del rapporto Chiesa-Mondo, ma del mondo viene messa in evidenza soprattutto la valenza positiva; c’è il ripensamento del rapporto tra Chiesa e modernità, ma si evita di parlare del comunismo, senza del quale la modernità è difficilmente comprensibile. Questo è stato osservato da molti, dal cardinale Giacomo Biffi al “Contadino della Garonna” Jacques Maritain e quindi, come si dice, ormai appartiene agli atti.
Non che con questo il problema sia risolto. Con la Gaudium et spes la Chiesa ha accettato il mondo moderno? Difficile rispondere sulla base della sola Gaudium et spes. Per rispondere bisogna prendere il Catechismo, frutto maturo del Concilio, voluto da Giovanni Paolo II e, in quella luce, leggere la Gaudium et spes. Purtroppo, però, si è fatto spesso il contrario.
Appellandosi alla Gaudium et spes sono nate le più svariate teologie. Segno che questa Costituzione manifesta un bisogno di interpretazione autentica, a cui il Magistero successivo non si è sottratto. Ciò è dovuto anche al suo linguaggio non definitorio ma narrativo ed esistenziale. Un linguaggio suggestivamente pastorale – come per esempio il poetico incipit - che però doveva veicolare contenuti dottrinali. Un problema non da poco. Capita così che alcune frasi della Gaudium et spes per essere correttamente interpretate, abbiano bisogno di altre frasi dello stesso documento, o di altri documenti del Concilio o del Catechismo della Chiesa Cattolica.
Nella Gaudium et spes si dice che la persona è “principio, soggetto e fine della società” e che “l’attività umana come deriva dall’uomo così è finalizzata all’uomo”. Frasi simili, prese da sole, potrebbero far pensare che l’uomo abbia sostituito Dio. C’è bisogno, allora, di riferirsi ad altri punti del documento, come quando si dice che “la ragione principale della dignità umana consiste nella chiamata dell’uomo alla comunione con Dio” oppure che “senza il Creatore la creatura viene meno”. Per altri punti bisogna completare il quadro anche cercando al di fuori della Gaudium et spes.
Con ciò abbiamo toccato il punto fondamentale. Molti hanno letto la Gaudium et spes come la rinuncia della Chiesa alla centralità di Dio nella costruzione del mondo secolare e l’accettazione di una posizione almeno paritetica della Chiesa e del mondo. In una famosa lezione del 2000, tenuta in occasione del Giubileo per il nuovo millennio, il cardinale Joseph Ratzinger aveva sostenuto che lo scopo dei Padri Conciliari era stato di ribadire la centralità di Dio. Il Concilio non era stato antropocentrico, né ecclesiocentrico, ma teocentrico. Dopo cinquant’anni molte letture della Gaudium et spes, anzi oggi forse più di ieri, non seguono queste indicazioni dell’allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Continua ad essere diffusa l’idea della “svolta antropologica” della Gaudium et spes. E’ invece facilmente argomentabile, anche per questo documento conciliare, che Ratzinger aveva ragione. Il paragrafo 36 che parla dell’autonomia delle realtà terrene si affretta a precisare che “la creatura viene ottenebrata se dimentica Dio”. Il paragrafo 40, secondo cui la Chiesa “cammina con tutta l’umanità” dice anche che essa “diffonde su tutto il mondo il riflesso della sua luce”. Nel 41, ove si parla del progresso umano, viene detto che questo movimento dev’essere impregnato di spirito del Vangelo e protetto contro ogni specie di falsa autonomia”.
La storia della Gaudium et spes non è finita. Essa va restituita a se stessa, così come il Concilio va restituito a se stesso. Cosa difficile, però, se della Gaudium et spes si citano solo e sempre le prime righe, per di più dimenticando l’avverbio “veramente” prima dell’aggettivo “umano”: “La gioia e la speranza, la tristezza e l’angoscia degli uomini d’oggi, soprattutto dei poveri e di tutti i sofferenti, sono anche la gioia e la speranza, la tristezza e l’angoscia dei discepoli di Cristo, e non c’è nulla di veramente umano che non trovi eco nel loro cuore”. Senza Dio, quell’avverbio cade.
Ricorre oggi il cinquantesimo anniversario della pubblicazione della Costituzione pastorale Gaudium et spes con cui, di fatto, si è concluso il Concilio Vaticano II. Era stata discussa, dopo un iter redazionale lungo e controverso, dal 21 settembre all’8 ottobre 1965 e approvata il 6 dicembre con 2111 placet e 251non placet. Porta la data del 7 dicembre 1965. Il giorno successivo Paolo VI avrebbe chiuso il Concilio.
La Gaudium et spes, insieme con la Costituzione sulla libertà religiosa Dignitatis humanae, è stato il testo più combattuto del Concilio, quello maggiormente utilizzato a simboleggiare la “svolta” conciliare e più frequentemente citato come espressione dello spirito del Concilio e, quindi, anche quello su cui si scontrano di più entusiasti e perplessi, convinti e titubanti. Un testo dalla vicenda non ancora conclusa. Sulla sua eredità vera la discussione è ancora aperta.
La Gaudium et spes fu il frutto più evidente della scelta pastorale fatta da Giovanni XXIII fin dal discorso di apertura Gaudet Mater Ecclesia. Chi, però, pensava che si trattasse di tenere intatta la dottrina e di rivedere solo la pastorale si illudeva. Il Vaticano II, allo scopo di aggiornare la pastorale, dovette ripensare anche la dottrina. Non la ripensò però tutta, in quanto proprio per motivi pastorali fece delle omissioni e delle riduzioni. Data la scelta pastorale, il Concilio avrebbe dovuto ripensare tutta la dottrina ed essere addirittura ancor più dottrinale dei concili precedenti che della dottrina si occupavano di alcuni aspetti dottrinali e basta, ma contemporaneamente non poteva esserlo fino in fondo per non pregiudicare l’aggiornamento relativo all’apertura al mondo. La pastoralità ha richiesto la dottrina ma poi l’ha anche limitata.
Anche nella Gaudium et spes questo è evidente. C’è il ripensamento dottrinale, per esigenze pastorali, del rapporto Chiesa-Mondo, ma del mondo viene messa in evidenza soprattutto la valenza positiva; c’è il ripensamento del rapporto tra Chiesa e modernità, ma si evita di parlare del comunismo, senza del quale la modernità è difficilmente comprensibile. Questo è stato osservato da molti, dal cardinale Giacomo Biffi al “Contadino della Garonna” Jacques Maritain e quindi, come si dice, ormai appartiene agli atti.
Non che con questo il problema sia risolto. Con la Gaudium et spes la Chiesa ha accettato il mondo moderno? Difficile rispondere sulla base della sola Gaudium et spes. Per rispondere bisogna prendere il Catechismo, frutto maturo del Concilio, voluto da Giovanni Paolo II e, in quella luce, leggere la Gaudium et spes. Purtroppo, però, si è fatto spesso il contrario.
Appellandosi alla Gaudium et spes sono nate le più svariate teologie. Segno che questa Costituzione manifesta un bisogno di interpretazione autentica, a cui il Magistero successivo non si è sottratto. Ciò è dovuto anche al suo linguaggio non definitorio ma narrativo ed esistenziale. Un linguaggio suggestivamente pastorale – come per esempio il poetico incipit - che però doveva veicolare contenuti dottrinali. Un problema non da poco. Capita così che alcune frasi della Gaudium et spes per essere correttamente interpretate, abbiano bisogno di altre frasi dello stesso documento, o di altri documenti del Concilio o del Catechismo della Chiesa Cattolica.
Nella Gaudium et spes si dice che la persona è “principio, soggetto e fine della società” e che “l’attività umana come deriva dall’uomo così è finalizzata all’uomo”. Frasi simili, prese da sole, potrebbero far pensare che l’uomo abbia sostituito Dio. C’è bisogno, allora, di riferirsi ad altri punti del documento, come quando si dice che “la ragione principale della dignità umana consiste nella chiamata dell’uomo alla comunione con Dio” oppure che “senza il Creatore la creatura viene meno”. Per altri punti bisogna completare il quadro anche cercando al di fuori della Gaudium et spes.
Con ciò abbiamo toccato il punto fondamentale. Molti hanno letto la Gaudium et spes come la rinuncia della Chiesa alla centralità di Dio nella costruzione del mondo secolare e l’accettazione di una posizione almeno paritetica della Chiesa e del mondo. In una famosa lezione del 2000, tenuta in occasione del Giubileo per il nuovo millennio, il cardinale Joseph Ratzinger aveva sostenuto che lo scopo dei Padri Conciliari era stato di ribadire la centralità di Dio. Il Concilio non era stato antropocentrico, né ecclesiocentrico, ma teocentrico. Dopo cinquant’anni molte letture della Gaudium et spes, anzi oggi forse più di ieri, non seguono queste indicazioni dell’allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Continua ad essere diffusa l’idea della “svolta antropologica” della Gaudium et spes. E’ invece facilmente argomentabile, anche per questo documento conciliare, che Ratzinger aveva ragione. Il paragrafo 36 che parla dell’autonomia delle realtà terrene si affretta a precisare che “la creatura viene ottenebrata se dimentica Dio”. Il paragrafo 40, secondo cui la Chiesa “cammina con tutta l’umanità” dice anche che essa “diffonde su tutto il mondo il riflesso della sua luce”. Nel 41, ove si parla del progresso umano, viene detto che questo movimento dev’essere impregnato di spirito del Vangelo e protetto contro ogni specie di falsa autonomia”.
La storia della Gaudium et spes non è finita. Essa va restituita a se stessa, così come il Concilio va restituito a se stesso. Cosa difficile, però, se della Gaudium et spes si citano solo e sempre le prime righe, per di più dimenticando l’avverbio “veramente” prima dell’aggettivo “umano”: “La gioia e la speranza, la tristezza e l’angoscia degli uomini d’oggi, soprattutto dei poveri e di tutti i sofferenti, sono anche la gioia e la speranza, la tristezza e l’angoscia dei discepoli di Cristo, e non c’è nulla di veramente umano che non trovi eco nel loro cuore”. Senza Dio, quell’avverbio cade.
Il Sionismo smascherato: breve storia di una vendetta.
A chi affida la propria informazione esclusivamente ai media di regime potra sembrare strano che dietro tutto quello che sta accadendo nel mondo, dagli attentati terroristici, alle piu’ grandi rivoluzioni della storia, passando per la fondazione dell’ONU e l’Unione Europea alle gravi crisi economiche ecc. ci sai dietro un regia e un movente non politico, ma esclusivamente ideologico e superstizioso…
Esiste un Popolo, del tutto straordinario, di circa 13 milioni di anime disperso sulla faccia della Terra che, reputandosi la razza superiore del genere umano, presume — nientedimeno — diventare l’assoluto dominatore dell’intero globo terraqueo, tanto dal punto di vista politico come da quello economico. Questo — senza impressionarsi, è il popolo d’Israele. I Giudei pensano che, pervenuti a detto scopo sarà per essi l’era messianica.
La vera era messianica in realta’ giunse Duemila anni nacque l’Uomo – Dio di cui era stato profettizzato in tutti ilibri profetici dell’Antico Testamento, Il Santo di Dio, il Messia Gesu’ Cristo, anch’Egli della stirpe reale di Davide, e quindi figlio dell’Alleanza. Però – ecco l’enorme gravità della Sua missione – egli interpreta la promessa in un senso completamente nuovo e diverso così da distruggere l’orgoglioso edificio ebraico spiritualizzandolo e universalizzandolo. La realizzazione delle promesse non era più unicamente indirizzata agli ebrei, fino a quel momento i soli beneficiari, ma veniva estesa al mondo intero… Non si trattava più della supremazia di una razza o di un popolo, né del trionfo di una nazione di privilegiati: il popolo eletto veniva declassato al rango di un popolo qualsiasi in mezzo ad altri popoli. L’orgoglio e il nazionalismo religioso degli ebrei non ammisero questo livellamento; esso era contrario alle promesse messianiche, e allontanava irrimediabilmente il momento della sottomissione di tutti regni della Terra ad Israele. Per il giudeo, il cristianesimo rappresenta la rinuncia di un monopolio, e la rinuncia ad una “interpretazione nazionalista” – per non dire razzista – dell’”elezione”; esso è l’apertura alla fratellanza umana. Dopo il rifiuto di Gesu’ Cristo e lunghi secoli di attesa del messia il popolo di Israele e’ giunto alla conclusione che egli stesso e’ il messia, il popolo di Israele si dichiara signore destinato a governare il mondo, una volta rimosso l’ostacolo dovuto all’avvento di Gesu’ Cristo che ha ritardato le “promesse di Abramo”. In un trattato, del Sanhedrin, si ha cura di soggiungere: «Un giudeo deve riputarsi quasi uguale a Dio! Tutto il mondo è suo, tutto deve a lui servire, specialmente le bestie che hanno forma di uomini, cioè i cristiani»
E tutta la storia attuale parte da qui: il disprezzo nei confronti di Cristo che aveva profetizzato la cacciata degli israeliti dalla “Terra Promessa” e la distruzione delTempio di Gerusalemme, che si verificarono realmente. Da allora i giudei non cessarono mai di complottare contro la fede cattolica fin dal crimine di deicidio. Furono loro chi istigarono la prima persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemmearrestando San Pietro (At 12, 3), lapidando Santo Stefano (At 7, 54-58) e decapitando San Giacomo Maggiore (At 12, 1-2). Essi ordinarono che gli Apostoli venissero frustati(At 5, 40) e inviarono Saulo a perseguitare i discepoli a Damasco (At 8, 3). Dopo la conversione di San Paolo, essi lo perseguitarono con calunnie e istigarono rivolte contro lui (At 13, 50; 17, 5). Appena la Chiesa nascente iniziò ad affacciarsi su Roma, gli ebrei locali tentarono di soffocarla nel sangue dei primi cristiani. Roma venne bruciata nell’anno 64. Se furono gli ebrei o i pagani ad ordinare il rogo di Roma durante il regno di Nerone è un mistero oggetto di dibattiti anche ai nostri giorni. Ma quelli che trassero maggior profitto furono principalmente gli ebrei che riuscirono ad influenzare l’imperatore. Il fuoco servì come pretesto per dare via alle sanguinose persecuzioni degli imperatori pagani contro i primi cristiani. Fin dall’anno 70 d. C., con la caduta di Gerusalemme presa dalle truppe di Vespasiano e di Tito, gli scritti dei rabbini divennero più violenti e ostili verso i cristiani. L’influenza giudaica fra i Romani divenne, ad un dato momento, così preponderante che si vide, per la prima volta, salire sul trono dei Cesari unImperatore d’origine ebrea. Costui fu appunto Settimio Severo Africano. (Capostipite della dinastia dei Severi). Egli — messi a morte i suoi nemici — introdusse una grande e pericolosa novità: il servizio militare obbligatorio in tutto l’Impero, ad eccezione degli Italiani, ai quali era invece proibito. D’ora in poi essi erano in balìa delle Legioni straniere. L’«Enciclopedia Italiana» (Treccani) conferma, come le legioni Italiche furono sostituite con legioni Illiriche e Siriache. Conclusione: preparato il terreno come si voleva, ebbe inizio — come afferma lo storico Paribeni — un periodo d’anarchia e di disastri; Roma non tardò ad essere invasa dai barbari e la sua potenza annientata. Si compiva, così, la vendetta della Sinagoga per la distruzione di Gerusalemme, operata da Tito. La storia e’ piena di persecuzioni degli ebrei a danno dei cristiani. Negli anni 132-135, durante l’insurrezione degli ebrei di Gerusalemme guidata da Simon Bar Kokheba contro il potere romano, i cristiani furono brutalmente perseguitati dagli accoliti di questo falso messia. In tutto l’impero, le sinagoghe divennero i punti focali della persecuzione. San Callisto, Papa dal 217 al 222, fu un’altra illustre vittima dell’odio ebraico nei primi anni della Chiesa. L’imperatore Giuliano l’Apostata trovò i suoi migliori alleati tra gli ebrei durante la sua guerra personale contro NS Gesù Cristo. In Nord Africa, durante il V e VI secolo, i cristiani etiopici che si erano stabiliti a Nedjran e Saphar furono vittime del furioso odio ebraico. Nell’anno 608, gli ebrei di Antiochia, approfittando dell’invasione della Siria da parte delle truppe di Bonosio – attaccarono i cristiani, uccisero un gran numero di loro e bruciarono i loro cadaveri.Secondo lo storico ebreo Heinrich Graetz (1817-1891), essi torturarono il Patriarca Sant’Anastasio con sofisticata crudeltà trascinandolo per le strade della città prima di assassinarlo. Chiaramente, se c’è mai stato un «vecchio pregiudizio» emotivo nelle relazioni Chiesa-Sinagoga, non c’è stato da parte dei cattolici che hanno sofferto per gli effetti generati dalla cospirazione ebraica. Al contrario, ciò può essere imputato agli ebrei che hanno preso l’iniziativa nella lotta religiosa. Per inciso, poco prima che le teorie nazionalsocialiste venissero alla luce con le loro assurde pretese etniche e pagane, il carattere cospirativo del giudaismo contro la Chiesa e il suo odio anti-cattolico era ancora generalmente ammesso fra cattolici. Da un certo punto di vista, le persecuzioni nazi-fasciste contro gli ebrei sono diventate un ottimo strumento di cui l’ebraismo si serve per difendersi da quelle accuse ben meritate. (clicca qui)
Oggi come duemila anni fa la ricostruzione del Tempio e’ alle basi dei progetti delle elites giudaiche che e’ tra l’altro anche il progetto della Massoneria. Se la Massoneria forma lo Stato Maggiore dell’Umanità, il Comando Supremo è tenuto dal giudaismo. Il potere giudaico, servendosi dei politicanti, ha propagato dovunque la Massoneria ed oggi, attraverso questa setta, domina il mondo e lo conduce alla perdizione Dico alla perdizione, perché non è più un mistero come, da quelle sfere direttive si persegua, fra gli altri fini, quello di spezzare tutti i legami sociali e distruggere tutto l’ordine civile, svellere dalle fondamenta ogni istituzione religiosa, e rovesciare tutti i troni di Europa. Attraverso il loro potere economico essi sin dagli albori del cristianesimo hanno cercato di dstruggerlo: oggi con l’abbassamento della guardia degli ultimi 50 anni da parte della Chiesa hanno piede libero attraverso le menzogne che essi proferiscono su Gesu’, i Vangeli e la Chiesasoprattutto quella del medioevo che loro definiscono “era volgare”, sono da segnalare in particolar modo le insinuazioni blasfeme talmudiche riprese dal massone Voltairesulla virtu’ di Maria SS che che vengono riproposte in programmi che dovrebbero occuparsi di storia, quando sono invece una ricostruzione satanica del talmud ebraico.Menzogne di tutti i tipi, che diffondono attraverso i media di tutto il mondo di loro proprieta’. La diffusione di dottrine gnostiche qualil’ufologia, la New Age, il Darwinismosono una loro invenzione, come ammesso da molti rabbini tra cui il Rabbino Geoffrey W. Dennis che afferma «Virtualmente, ogni forma di misticismo e di spiritualismo occidentale oggi conosciuta, utilizza i miti e gli insegnamenti occulti ebraici: magia, preghiera, angelologia, numerologia, proiezione astrale, interpretazione dei sogni, astrologia, amuleti, divinazione, stati alterati di coscienza, guarigione alternativa e rituali di potere; tutti ciò ha le sue radici nell’occultismo ebraico».
Un altra arma di cui i giudei si sono serviti per compiee l’opera di scristianizzazione e’ la perversione dei costumi: pervertimento della societa’, pornografia, distruzione della famiglia, matrimoni gay, femmnismo ed ideologia gender di cui i giudei non si sono mai vergognati di ammettere, per poter cosi’ distruggere la morale cristiana.Non si può affermare che la Massoneria sia stata fondata esclusivamente da Ebrei, e gli storici non si accordano sulla sua origine e sui nomi dei fondatori. Bensì è certo che il giudaismo, coll’usata sua finezza, non tardò ad incorporarsela, tanto, che oggi assistiamo al fatto evidente, come l’anno massonico nonché i suoi mesi sono uguali a quelli ebraici, e giudeo è quasi tutto il simbolismo delle Logge, dove si parla del Candelabro a sette braccia, di Salomone, di Zorobabel, di Gerusalemme, dell’Arca dell’Alleanza, delle Chiavi del Tabernacolo, delle Tavole della Legge. Le parole d’ordine e le parole sacre, usate nei gradi massonici, sono, per la maggior parte, giudaiche. Percorrendo i Rituali che ivi s’adoperano, si formerebbe un Dizionario di migliaia di parole o di allusioni ebraiche. Cosa serve la massoneria ai giudei, oltre alla fondazione del nuovo ordine mondiale? la ricostruzone del Tempio di Salomone. Cosa gliene puo’ importare ai goym infedeli “cristiani”? La volonta’ degli ebrei nel ricostruire il Tempio risiede proprio nell’odio nei confronti di Gesu’ Cristo. Gesu’ infatti,- come gia’ citato- aveva predetto con dovizia di particolari che esso sarebbe andato distrutto, “non ne rimarra’ che pietra su pietra” Dalla distruzione del Secondo Tempio per mano dei Romani nel 70 d.C. ad oggi, .. gli Ebrei Ortodossi recitano quotidianamente tre volte al giorno le parole: “Possa essere la Tua volontà che il Tempio venga ricostruito al più presto nel nostro tempo.” Il Dott. Martinez nel suo libro “Le Juif, voilà racomanda ai massoni: “Badino, però, i massoni — i quali oggi fanno a gara per meglio servire la massoneria perché più si arrotondano la pancia — che domani, nel trionfo del comunismo, cioè del giudaismo esoterico, essi saranno i primi ad essere eliminati senza pietà, come si verificò in Russia, dove 420 mila intellettuali subirono la fucilazione”. Chiusa la necessaria parentesi, I giudei illuminati, per la condotta del loro gioco, una volta raggiunto il potere col Nuovo Ordine Mondiale, non vorranno più intorno a sé gente che può dare fastidio, ma solo delle masse amorfe ed abbrutite. Si osservi, intanto, come il meccanismo ebraico, giovandosi della serva massoneria, ha funzionato finora in maniera perfetta, e tutto ha disposto meravigliosamente per raggiungere lo scopo finale.
Un altra arma di cui i giudei si sono serviti per compiee l’opera di scristianizzazione e’ la perversione dei costumi: pervertimento della societa’, pornografia, distruzione della famiglia, matrimoni gay, femmnismo ed ideologia gender di cui i giudei non si sono mai vergognati di ammettere, per poter cosi’ distruggere la morale cristiana.Non si può affermare che la Massoneria sia stata fondata esclusivamente da Ebrei, e gli storici non si accordano sulla sua origine e sui nomi dei fondatori. Bensì è certo che il giudaismo, coll’usata sua finezza, non tardò ad incorporarsela, tanto, che oggi assistiamo al fatto evidente, come l’anno massonico nonché i suoi mesi sono uguali a quelli ebraici, e giudeo è quasi tutto il simbolismo delle Logge, dove si parla del Candelabro a sette braccia, di Salomone, di Zorobabel, di Gerusalemme, dell’Arca dell’Alleanza, delle Chiavi del Tabernacolo, delle Tavole della Legge. Le parole d’ordine e le parole sacre, usate nei gradi massonici, sono, per la maggior parte, giudaiche. Percorrendo i Rituali che ivi s’adoperano, si formerebbe un Dizionario di migliaia di parole o di allusioni ebraiche. Cosa serve la massoneria ai giudei, oltre alla fondazione del nuovo ordine mondiale? la ricostruzone del Tempio di Salomone. Cosa gliene puo’ importare ai goym infedeli “cristiani”? La volonta’ degli ebrei nel ricostruire il Tempio risiede proprio nell’odio nei confronti di Gesu’ Cristo. Gesu’ infatti,- come gia’ citato- aveva predetto con dovizia di particolari che esso sarebbe andato distrutto, “non ne rimarra’ che pietra su pietra” Dalla distruzione del Secondo Tempio per mano dei Romani nel 70 d.C. ad oggi, .. gli Ebrei Ortodossi recitano quotidianamente tre volte al giorno le parole: “Possa essere la Tua volontà che il Tempio venga ricostruito al più presto nel nostro tempo.” Il Dott. Martinez nel suo libro “Le Juif, voilà racomanda ai massoni: “Badino, però, i massoni — i quali oggi fanno a gara per meglio servire la massoneria perché più si arrotondano la pancia — che domani, nel trionfo del comunismo, cioè del giudaismo esoterico, essi saranno i primi ad essere eliminati senza pietà, come si verificò in Russia, dove 420 mila intellettuali subirono la fucilazione”. Chiusa la necessaria parentesi, I giudei illuminati, per la condotta del loro gioco, una volta raggiunto il potere col Nuovo Ordine Mondiale, non vorranno più intorno a sé gente che può dare fastidio, ma solo delle masse amorfe ed abbrutite. Si osservi, intanto, come il meccanismo ebraico, giovandosi della serva massoneria, ha funzionato finora in maniera perfetta, e tutto ha disposto meravigliosamente per raggiungere lo scopo finale.
Avete mai fatto caso come gli ex-Presidenti degli Stati Uniti, Roosvelt, Truman, così anche Churchill, Eden e come i politici attuali e altre personalità politiche e militari siano tutti massoni, sotto l’influenza ebraica? Avete notato che, pur essendo costoro, più o meno sinceramente anticomunisti, in realtà, obbedendo alla direttiva della setta, la loro azione non si risolve ad altro che a facilitare il trionfo di Israele nel mondo? lavorando per la distruzione di tutti i punti cardine della dottrina cristiana alla quale re e imperatori si sono inchinati nel corso dei secoli, la religione colpevole (a loro dire) di aver ritardato “le promesse di Abramo”, e di aver disseminato i giudei in tutto il mondo, per tale ragione i sionisti sono cosi’ ferventi nel voler possedere a tutti i costi di questa piccola fetta di terra, grande si e no quanto l’Emilia Romagna.
Una cosa molto curiosa e’ pero’ il fatto che la fazione piu’ estrema del giudaismo (sionismo) che promette il ritorno dei giudei in Palestina in realta’ non vi e’ mai stato.
Secondo l’enciclopedia giudaica il 92 per cento degli ebrei sono aschenaziti, su una popolazione mondiale di circa 13 milioni di ebrei, sono piu’ di 10 milioni gli ebrei aschenaziti. “Il 92 per cento di coloro che oggi si proclamano ebrei in realta’ non lo sono, sono semplicemente asiatica del Khazar, tantoevvero che continuano a parlare loyiddish Khzaro che e’ completamente diverso dall’ebraico” Lo scrittore Andrew Carrington Hichcock nel suo libro “La Sinagoga di Satana” afferma:
“Tutte le persone dette “semite” sono le persone discendenti da Sem, uno dei figli di Noe’. Secondo la promessa dell’Antico Testamento la terra promessa viene assegnata ad un suo discendente, Abramo e ai suoi discendenti e i Sionisti NON sono semiti”. Secondo molti storici, gli aschenaziti discendono invece da Jafet e non da Sem, Ashkenaz, era infatti il nipote di Jafet, figlio di Noe‘ che si stabili nelle terre caucausiche, ci sono che numerosi libri lo spiegano molto bene, tra i piu apprezzabili da segnalare: “ L’inventore del Popolo Ebraico”, di Shlomo Sand e “La Tredicesima Tribu’”di Koestler Arthur. GLI ASCHENAZITI CHE SI FINGONO EBREI ORIGINARI DELLA KHAZARIA NON DISCENDONO DA ABRAMO ALLA QUALE DIO PROMISE LA TERRA PROMESSA AI SUOI DISCENDENTI. Secondo altre versioni il re Khan khazaro Bulan si converti’ al giudaismo, Attorno al 740 d.C. imponendo tale religione a tutte le popolazioni dei suoi domini. A dimostarzione di cio’ basti pensare che la lingua aschenazita sia lo yiddish, lingua molto diversa dall’ebraico. Inoltre i tratti somatici e i colori chiari degli ebrei aschenaziti sono molto difficili a trovarsi nelle popolazioni di quei territori. Va anche aggiunto che il cosidetto gene di Aronne e’ rarissimo nelle popolazioni ebraiche non rabbiniche, cioe’ sono meno del 2% gli ebrei a possederlo, mentre e’ piuttosto comune in popoli insospettabili: il 7% dei palestinesi e il 12% degli arabi possiede il gene di Aronne e discende dunque dagli antichi ebrei. Gli aschenaziti sionisti sono tra l’altro lo strato piu’ influente del giudaismo, molti di loro tra cui i Rockefeller e i Rothschild finanziarono Hitler,abbandonando al loro destino i loro fratelli minori. (clicca qui) Viene da chiedersi chi siano i veri antisemiti… E’ un fatto storico che nel 1941 ed ancora nel 1942, la Gestapo tedesca offrì a tutti gli ebrei europei un transito per la Spagna se avessero rinunciato a tutte le loro proprietà in Germania e nella Francia. Durante il corso delle trattative sopra menzionate, Chaim Weizman, il primo “statista ebreo” affermò: “ la parte più preziosa della nazione ebraica è già in Palestina e quegli ebrei che vivono fuori dalla Palestina non sono così importanti “. Il degno compagno di Weizman,Greenbaum, amplificò quest’affermazione dicendo: “ una mucca in Palestina vale più di tutti gli ebrei in Europa “. La risposta dei leaders sionisti fu: “Gli ebrei europei dovranno accedere ad una quantità di sofferenza e morte in misura maggiore delle altre nazioni, in modo che gli Alleati vittoriosi concorderanno con uno “Stato Ebraico” alla fine della guerra”.(clicca qui)
Anticamente i kazari furono affascinati dal giudaismo non tanto per la Torah, oggi praticata da pohissimi giudei, ma per l’aspetto magico ed esoterico el giudaismo che e’ oggi predominante: la Kabbalah, che i giudei acquisirono dal paganesimo egizio. La mescolanza della fede nell’unico vero Dio con il paganesimo delle popolazioni limitrofe fu condannato mille volte dai profeti con castighie punizioni come si legge nell’antico testamento.
Una cosa molto curiosa e’ pero’ il fatto che la fazione piu’ estrema del giudaismo (sionismo) che promette il ritorno dei giudei in Palestina in realta’ non vi e’ mai stato.
Secondo l’enciclopedia giudaica il 92 per cento degli ebrei sono aschenaziti, su una popolazione mondiale di circa 13 milioni di ebrei, sono piu’ di 10 milioni gli ebrei aschenaziti. “Il 92 per cento di coloro che oggi si proclamano ebrei in realta’ non lo sono, sono semplicemente asiatica del Khazar, tantoevvero che continuano a parlare loyiddish Khzaro che e’ completamente diverso dall’ebraico” Lo scrittore Andrew Carrington Hichcock nel suo libro “La Sinagoga di Satana” afferma:
“Tutte le persone dette “semite” sono le persone discendenti da Sem, uno dei figli di Noe’. Secondo la promessa dell’Antico Testamento la terra promessa viene assegnata ad un suo discendente, Abramo e ai suoi discendenti e i Sionisti NON sono semiti”. Secondo molti storici, gli aschenaziti discendono invece da Jafet e non da Sem, Ashkenaz, era infatti il nipote di Jafet, figlio di Noe‘ che si stabili nelle terre caucausiche, ci sono che numerosi libri lo spiegano molto bene, tra i piu apprezzabili da segnalare: “ L’inventore del Popolo Ebraico”, di Shlomo Sand e “La Tredicesima Tribu’”di Koestler Arthur. GLI ASCHENAZITI CHE SI FINGONO EBREI ORIGINARI DELLA KHAZARIA NON DISCENDONO DA ABRAMO ALLA QUALE DIO PROMISE LA TERRA PROMESSA AI SUOI DISCENDENTI. Secondo altre versioni il re Khan khazaro Bulan si converti’ al giudaismo, Attorno al 740 d.C. imponendo tale religione a tutte le popolazioni dei suoi domini. A dimostarzione di cio’ basti pensare che la lingua aschenazita sia lo yiddish, lingua molto diversa dall’ebraico. Inoltre i tratti somatici e i colori chiari degli ebrei aschenaziti sono molto difficili a trovarsi nelle popolazioni di quei territori. Va anche aggiunto che il cosidetto gene di Aronne e’ rarissimo nelle popolazioni ebraiche non rabbiniche, cioe’ sono meno del 2% gli ebrei a possederlo, mentre e’ piuttosto comune in popoli insospettabili: il 7% dei palestinesi e il 12% degli arabi possiede il gene di Aronne e discende dunque dagli antichi ebrei. Gli aschenaziti sionisti sono tra l’altro lo strato piu’ influente del giudaismo, molti di loro tra cui i Rockefeller e i Rothschild finanziarono Hitler,abbandonando al loro destino i loro fratelli minori. (clicca qui) Viene da chiedersi chi siano i veri antisemiti… E’ un fatto storico che nel 1941 ed ancora nel 1942, la Gestapo tedesca offrì a tutti gli ebrei europei un transito per la Spagna se avessero rinunciato a tutte le loro proprietà in Germania e nella Francia. Durante il corso delle trattative sopra menzionate, Chaim Weizman, il primo “statista ebreo” affermò: “ la parte più preziosa della nazione ebraica è già in Palestina e quegli ebrei che vivono fuori dalla Palestina non sono così importanti “. Il degno compagno di Weizman,Greenbaum, amplificò quest’affermazione dicendo: “ una mucca in Palestina vale più di tutti gli ebrei in Europa “. La risposta dei leaders sionisti fu: “Gli ebrei europei dovranno accedere ad una quantità di sofferenza e morte in misura maggiore delle altre nazioni, in modo che gli Alleati vittoriosi concorderanno con uno “Stato Ebraico” alla fine della guerra”.(clicca qui)
Anticamente i kazari furono affascinati dal giudaismo non tanto per la Torah, oggi praticata da pohissimi giudei, ma per l’aspetto magico ed esoterico el giudaismo che e’ oggi predominante: la Kabbalah, che i giudei acquisirono dal paganesimo egizio. La mescolanza della fede nell’unico vero Dio con il paganesimo delle popolazioni limitrofe fu condannato mille volte dai profeti con castighie punizioni come si legge nell’antico testamento.
Secondo una convinzione comunemente diffusa tra i cristiani dei nostri giorni, il testo fondamentale sui cui poggia l’odierno ebraismo sarebbe
costituito dall’Antico Testamento, e in particolare dalla Toràh, ossia dai primi cinque Libri della Bibbia che contengono la Legge mosaica. In realtà, uno studio anche superficiale di questa religione rivelerebbe come tale convinzione sia errata e lontana dalla verità.
Per il fedele della sinagoga, infatti, il testo essenziale cui attingere per conoscere le norme da seguire e diventare un pio ebreo è il Talmud. Per quanto ciò possa sembrare strano, il giudaismo post-cristiano – quello cioè sviluppatosi dopo l’avvento del cristianesimo – ritiene che la Bibbia, al contrario del Talmud, sia un testo incompleto e di scarsa importanza. I cattolici, nella loro stragrande maggioranza, tendono ad identificare religione ebraica odierna e la religione mosaica; essi ignorano l’esistenza della religione talmudica che non è monoteista, come ha fatto notare Israel Shahak, e che è l’anima di ciò che egli definisce il «giudaismo reale». Nell’ortodossia ebraica attuale, soprattutto presso i rabbini, la Kabbalah ha oggi la sua predominanza» Secondo la Kabbalah, l’Universo è dominato non da un unico Dio, ma da numerose entità divine, che si diversificano tra loro per il carattere e l’influenza, e che sono emanazioni di una Causa Prima indistinta e lontana» . E precisa in nota: «La Cabala (o Kabbalah) è certamente una dottrina esoterica il cui studio era riservato agli eruditi. In Europa, soprattutto dopo la metà del XVIII secolo, alcune misure draconiane vennero prese per mantenerla segreta e per vietarne lo studio, salvo per gli eruditi provati e sotto la rigorosa direzione di un maestro. Le masse ebraiche non istruite dell’Europa orientale non avevano alcuna conoscenza reale della dottrina cabalistica, ma quest’ultima giungeva fino ad esse sotto forma di superstizioni e di pratiche magiche».Non piu’ la Torah quindi ma Kabbalah e Talmud sono le basi sulla quale oggi poggia la dottrina giudaica. (clicca qui)
Ma cos’è esattamente il Talmud? Trattasi di un’ampia raccolta di razzisti, blasfemi e rivoltanti insegnamenti rabbinici non adatto agli stomaci piu’ delicati che esalta i rapporti con i bambini a partire dai tre anni che va dal I secolo a. C. al V sec. d. C. Il Talmud consta di due raccolte:la Mishnàh, la più antica, e la Ghemarà, la più recente. I maestri della Mishnàh abbracciano cinque o sei generazioni per un totale di centocinquanta autori. La prima edizione della Mishnàh, commentata dall’ebreo spagnoloMosé Maimonide (1135-1204) venne stampata a Napoli nel 1492. Ma a dispetto delle altre religioni che cercano in tutti i modi di diffondere e far conoscere i loro testi sacri, il giudaismo ha sempre cercato di occultare il suo libro fondamentale, fino a minacciare di scomunica, o nei casi più gravi di morte, chi ne avesse rivelato il contenuto ai non-ebrei. il primo dato che emerse dalla lettura dei diversi trattati che l’ebreo si considera come una specie di superuomo, superiore a tutti gli altri suoi simili, una sorta di semidio con diritto di dominio su tutte le altre nazioni. Tuttavia, ciò che impressionò maggiormente questi studiosi cristiani durante la lettura dei vari trattati fu l’ossessiva istigazione del lettore all’odio verso Gesù Cristo (ritenuto un falso messia, un mago e quanto di peggio si possa immaginare) e verso i Suoi seguaci (considerati alla stregua di pagani idolatri da evitare o da sterminare). Mons. Justinas Bonaventura Pranaitis (1861-1917), riuscì verso la fine del XIX secolo scorso a venire in possesso di molti trattati originali in cui le maledizioni e gli improperi contro Cristo e i cristiani non erano stati amputati. Molte sono le cose che si possono leggere nei diversi libri talmudici sull’origine di Gesù Cristo e sulla Sua vita, morte e dottrina. Egli viene definito bastardo (figlio di “stada”, il figlio di “pandira”…) figlio di meretrice mestruata, donna che si intratteneva con soldati romani e carpentieri, viene chiamato: «quell’uomo», «quel tale», «il figlio del fabbro», «l’appeso», ecc…Lo Zohar 282 b. dice come Gesù sia perito come una bestia e sia stato sepolto fra le bestie. «Mucchio di sporcizie […] su cui sono stati gettati i cani morti e gli asini morti, e dove sono sepolti i figli di Esaù (i cristiani) e quelli di Ismaele (i musulmani); ivi sono sepolti anche Gesù e Maometto, incirconcisi e immondi, carogne di cani» Il Talmud insegna che Gesù era uno stolto,un prestigiatore, un seduttore un idolatra. Fu crocifisso, sepolto nell’inferno e divenne l’idolo dei suoi seguaci. I giudei chiamano i cristiani: idolatri, pessimi uomini, assai peggiori dei musulmani, omicidi, animali impuri, contaminati come lo sterco, indegni di essere chiamati uomini, bestie in forma umana, vere bestie, buoi e asini, porci, cani, peggiori dei cani. I fedeli della Sinagoga pregano tre volte al giorno e domandano sempre a Dio le stesse cose, : 1) Vendetta contro i Goym (o nazioni del mondo). 2) Pronta venuta di un Messia politico per stabilire Gerusamemme come capitale del mondo. Nel libro del Sanhedrin si ribadisce poi tale dottrina in questi termini: «Dovunque si stabiliscono gli Ebrei, bisogna che si facciano padroni; e finché non abbiano l’assoluto dominio… non debbono cessare dal gridare: Che tormento! Che indegnità!». Il Talmud insegna inoltre non e’ peccato praticare usura a danno dei cristiani, ma e’ permesso di frodarli (pagg 49-50) Inoltre l’ebreo che uccide un cristiano non commette peccato ma offre un sacrificio accetto a Dio(pag 55) scarica il talmud smascherato.
“Un ebreo deve sempre cercare di ingannare i cristiani, Con saggi consigli farai guerra contro di loro. (Proverbi, cap.24,6). Con che tipo di guerra? Il tipo di guerra che ogni figlio d’uomo deve combattere contro i suoi nemici, e che Giacobbe uso’ contro Esau’ – quando possibile, con l’inganno e la frode. Essi devono essere combattuti senza posa, fino a che il giusto ordine non sia ristabilito”. Nonostante le diverse false credenze che i giudei hanno fra loro, una cosa unisce tutto il mondo giudaico: l’ambizione di voler dominare il mondo, una grandissima percentuale di giudei oggi ricordiamo si dichiarano atei, ma la falsa credenza di essere destinati a dominare il mondo risiede da sempre nella convinzione del popolo giudaico, che é sempre stato unito nelle sue tradizioni. Oggi come ieri,i giudei sono ancora sparsi per il mondo ma sempre forti e uniti nelle loro ideologie, riuniti dalla loggia massonica esclusivamente ebraica B’nai B’rith e sotto il regolatore della vita ebraica: il Gran Kahal il governo di una nazione senza territorio [almeno fino al 1948 n.d.a.], ma nondimeno reale e attivo che ha come fine mantenere intatto e isolato il popolo ebraico disperso nel mondo affinché da un lato non sia discriminato e dall’altro non perda la sua identità con l’assimilazione, fino al giorno in cui il popolo d’Israele avrà il dominio assoluto sul mondo intero.(clicca qui)
E adesso, ritengo doveroso riportare il testo integrale di un discorso-programma, d’eccezionale importanza, tenuto a Praga, nel 1880, dal rabbino Reichhorn, nel grande raduno dei rabbini che essi chiamano il «Kaleb», e che solennizzano ogni cento anni. Ci mostrerà la grande analogia esistente tra il suo contenuto ed i «Protocolli dei Savi di Sion», (SCARICA estratto-Protocolli-dei-Savi-di-Sion) che, come avanti fu detto, i Giudei tentarono in ogni modo di rinnegare attribuendolo alla polizia zarista. Sir JohnRadcliff, pubblicò sul «Le Contemporain», il discorso del Kaleb il 1° luglio 1886 cio’ ebbe a costargli la vita. Tale discorso fu ripetuto nella sinagoga di Simscrol da un rabbino, che per questo ebbe un processo: esso inoltre perfettamente concorda con quello tenuto a Lemberg, in occasione del congresso della gioventù ebraica, pubblicato dal giornale «Bauernbündler» di Vienna (n. 133, del 1° Nov. 1912). Eccolo: “Sono diciotto secoli che i nostri sapienti lottano coraggiosamente, con una perseveranza che nulla può frangere, contro la Croce, che ci ha rapito la potenza promessa ad Abramo. Diciotto secoli appartennero ai nostri nemici; il secolo presente e i secoli da venire debbono essere nostri” (LEGGI IL TESTO INTEGRALE SCARICA Estratto discorso del Kaleb nella sinagoga). Oggi assistiamo impotenti allo sterminio dei poveri palestinesi, un genocidio che nessuno sembra voler fermare (clicca qui). Il genocidio dei Palestinesi è in atto da tempo nell’indifferenza generale. Dopo l’operazione “piombo fuso” a Gaza,ogni tanto l’ONU fa il cenno di alzare la mano per dare ad Israele un buffetto, ma la mano è sempre tempestivamente fermata dagli amichetti Americani, pronti a correre in loro aiuto sventolando l’ennesimo VETO.
“Un ebreo deve sempre cercare di ingannare i cristiani, Con saggi consigli farai guerra contro di loro. (Proverbi, cap.24,6). Con che tipo di guerra? Il tipo di guerra che ogni figlio d’uomo deve combattere contro i suoi nemici, e che Giacobbe uso’ contro Esau’ – quando possibile, con l’inganno e la frode. Essi devono essere combattuti senza posa, fino a che il giusto ordine non sia ristabilito”. Nonostante le diverse false credenze che i giudei hanno fra loro, una cosa unisce tutto il mondo giudaico: l’ambizione di voler dominare il mondo, una grandissima percentuale di giudei oggi ricordiamo si dichiarano atei, ma la falsa credenza di essere destinati a dominare il mondo risiede da sempre nella convinzione del popolo giudaico, che é sempre stato unito nelle sue tradizioni. Oggi come ieri,i giudei sono ancora sparsi per il mondo ma sempre forti e uniti nelle loro ideologie, riuniti dalla loggia massonica esclusivamente ebraica B’nai B’rith e sotto il regolatore della vita ebraica: il Gran Kahal il governo di una nazione senza territorio [almeno fino al 1948 n.d.a.], ma nondimeno reale e attivo che ha come fine mantenere intatto e isolato il popolo ebraico disperso nel mondo affinché da un lato non sia discriminato e dall’altro non perda la sua identità con l’assimilazione, fino al giorno in cui il popolo d’Israele avrà il dominio assoluto sul mondo intero.(clicca qui)
E adesso, ritengo doveroso riportare il testo integrale di un discorso-programma, d’eccezionale importanza, tenuto a Praga, nel 1880, dal rabbino Reichhorn, nel grande raduno dei rabbini che essi chiamano il «Kaleb», e che solennizzano ogni cento anni. Ci mostrerà la grande analogia esistente tra il suo contenuto ed i «Protocolli dei Savi di Sion», (SCARICA estratto-Protocolli-dei-Savi-di-Sion) che, come avanti fu detto, i Giudei tentarono in ogni modo di rinnegare attribuendolo alla polizia zarista. Sir JohnRadcliff, pubblicò sul «Le Contemporain», il discorso del Kaleb il 1° luglio 1886 cio’ ebbe a costargli la vita. Tale discorso fu ripetuto nella sinagoga di Simscrol da un rabbino, che per questo ebbe un processo: esso inoltre perfettamente concorda con quello tenuto a Lemberg, in occasione del congresso della gioventù ebraica, pubblicato dal giornale «Bauernbündler» di Vienna (n. 133, del 1° Nov. 1912). Eccolo: “Sono diciotto secoli che i nostri sapienti lottano coraggiosamente, con una perseveranza che nulla può frangere, contro la Croce, che ci ha rapito la potenza promessa ad Abramo. Diciotto secoli appartennero ai nostri nemici; il secolo presente e i secoli da venire debbono essere nostri” (LEGGI IL TESTO INTEGRALE SCARICA Estratto discorso del Kaleb nella sinagoga). Oggi assistiamo impotenti allo sterminio dei poveri palestinesi, un genocidio che nessuno sembra voler fermare (clicca qui). Il genocidio dei Palestinesi è in atto da tempo nell’indifferenza generale. Dopo l’operazione “piombo fuso” a Gaza,ogni tanto l’ONU fa il cenno di alzare la mano per dare ad Israele un buffetto, ma la mano è sempre tempestivamente fermata dagli amichetti Americani, pronti a correre in loro aiuto sventolando l’ennesimo VETO.
In passato la Chiesa cerco’ di difendere le popolazioni occidentali dalla loro mania di voler schiacciare tutti i popoli sotto il loro dominio nonostante avesse potuto toglierli dalla circolazione per sempre ne’ i papi ne i regnanti lo fecero mai, ma si limitarono a cacciarli quando la presenza giudaica diventava troppo invadente. L’Inquisizione spagnola salvo’ la Spagna dal dominio dei conversos (i falsi convertiti che avevano il progetto di costruire una chiesa nella chiesa e uno stato nello stato); I re cattolici, che a quel tempo conducevano una guerra di riconquista contro i mori musulmani, si vedevano così traditi alle spalle da un potente partito anti-nazionale. Si trattava di un doppio pericolo: la minaccia dei mori musulmani all’esterno, e la terribile minaccia dei conversos all’interno. Senza l’Inquisizione, la Spagna sarebbe diventata una nuova Gerusalemme in cui i cristiani avrebbero subito la stesso sorte dei palestinesi che ai nostri giorni vivono in Israele; L’inquisizione spagnola ha inoltre neutralizzato i movimenti illuministi come gli Alumbrados («Illuminati»); Qualcuno potrebbe obiettare che l’Inquisizione avrebbe perseguitato gli ebrei, e che ipso facto la Chiesa sarebbe responsabile per tale trattamento. Il Tribunale della santa Inquisizione, ha voluto difendere l’integrità della fede cattolica, non riguardava la religione ebraica, così come non impediva agli ebrei di professare le loro false credenze, ma venne creato per impedire di diffondere le loro convinzioni fra i cattolici e trattò solamente con coloro che si erano falsamente convertiti al cattolicesimo. Ricordiamo Lo scrittore Bernard Lazare, dice apertamente in un suo libro: «Si può tessere la storia della penetrazione ebraica nella Chiesa Cristiana, cominciando dall’Ebionismo primitivo fino al Protestantesimo». Lutero, infatti, si schierò per gli Ebrei e fu da questi sostenuto; ma quando il fuoco dell’eresia fu acceso, essi, facendo macchina indietro, si ritirarono, Per tale voltafaccia, lo stesso Lutero li ininvestì con l’opuscolo «Gli Ebrei e le loro menzogne». Il rabbino Camerini riconosce che la Riforma, tenendo occupati i Cristiani a lottare fra di loro (precisamente come dal giudaismo era voluto), segnò una tregua alle persecuzioni antisemitiche. «In quel tempo — scriveva — i nostri saggi fratelli non facevano che soffiare sul fuoco della discordia» aggiungendo che «quando i cani si mordono fra loro, l’agnello resta salvo».
Da cio’ che emerge dalle ricostruzioni storiche i giudei non furono un popolo pacifico ingiustamente perseguitato dai tiranni europei solo per aver rifiutatato la conversione al Cristianesimo, la storia in realta’ ci dice tutt’altro. Nella Bolla Hebræorum gens, del 26 febbraio 1569, San Pio V (1566-1572) condannò espressamente quegli ebrei che si dedicano alle pratiche della «divinazione, del sortilegio, della magia e della stregoneria» (clicca qui) . Nella stessa Bolla, San Pio V accusò gli ebrei di altri crimini come l’usura, il furto, la ricettazione di beni rubati e l’incitamento alla prostituzione. Vennero bruciate molte copie del Talmud, ispiratore di odio, blafemia e razzismo.
Da cio’ che emerge dalle ricostruzioni storiche i giudei non furono un popolo pacifico ingiustamente perseguitato dai tiranni europei solo per aver rifiutatato la conversione al Cristianesimo, la storia in realta’ ci dice tutt’altro. Nella Bolla Hebræorum gens, del 26 febbraio 1569, San Pio V (1566-1572) condannò espressamente quegli ebrei che si dedicano alle pratiche della «divinazione, del sortilegio, della magia e della stregoneria» (clicca qui) . Nella stessa Bolla, San Pio V accusò gli ebrei di altri crimini come l’usura, il furto, la ricettazione di beni rubati e l’incitamento alla prostituzione. Vennero bruciate molte copie del Talmud, ispiratore di odio, blafemia e razzismo.
I giudei prestavano denaro ad interesse, in pratica vengono classificati come i primi usurai della storia, (ricordiamo che secondo il Talmud frodare un cristiano non e’ reato perche’ un non ebreo vale mano di un cane), anche per questo motivo erano avversi alla religione cattolica che invece abborriva tale forma di guadagno. Attraverso l’usura e il traffico negriero trasportando schiavi neri in America dal XV° al XIX° secolo i giudei si sono arricchiti. L’autore ebreo, (e sionista) Julius Brutzkus riporta“Già nel X° secolo d.c., gli Ebrei possiedono delle miniere di sale a Norimberga. Compiono traffico d’armi e spoliano di tesori le Chiese. Ma la loro grande specialità è…lo schiavismo”.
(clicca qui)
Israël Abrahams annota che nel XII° secolo d.c.: “Gli Ebrei spagnoli, (Marranes) devono la loro fortuna al traffico di schiavi”. il 2 agosto del 1492, più di 300.000 Ebrei sono espulsi dalla Spagna, cosa che mette fine ai loro cinque secoli di implicazione nello schiavismo in questa regione d’Europa. In effetti i documenti storici provano che alcuni tra loro avevano già ammassato nei forzieri delle considerevoli fortune con il traffico di schiavi cristiani e che occupavano all’epoca dei posti di primo piano nella gerarchia spagnola. Nel 1621 Gli ebrei investono massicciamente, nella compagnia olandese delle Indie Occidentali, destinata a qualsiasi forma di commercio, compreso lo schiavismo. I dirigenti olandesi, promuovendo lo sviluppo economico conseguente, incoraggiano così gli ebrei ad emigrare, (mossa molto astuta…) e conseguentemente, l’Olanda diventa molto rapidamente il centro del potere e delle fortune economiche giudaiche.Nel Medio Evo, i Giudei furono dappertutto assai scacciati, sempre a causa della loro invadenza e prepotenza. Subirono, confische di beni ed espulsioni in Francia, sotto Filippo Augusto, Luigi VIII, Luigi IX, Filippo il Bello, Carlo IV, Carlo VI; in Inghilterra, sotto Re Giovanni, Riccardo Cuor di Leone, Enrico III, Edoardo IV; in Spagna, sotto Alfonso XI, Pietro I, Enrico II di Castiglia, Pietro IV e Giovanni I d’Aragona, e, per ultimo, sotto Ferdinando il Cattolico. Uguale sorte ebbero in molte località germaniche, in Russia, Polonia, Ungheria, Venezia, Austria, Napoli, in paesi arabi e, in tanti altri siti, che sarebbe lungo enumerare. Memorabile fu la cacciata nel 1492 dalla Sicilia, dove, dopo molteplici eccidi esplosi in varie parti dell’isola e in cui vennero passati a fil di spada, fu promulgato, dal Viceré Lopez Scimen de Urrea, il bando di espulsione, con la confisca generale dei beni. Anche uno scrittore ebreo in buona fede come Max Isaac Dimont(1912-1992), affermava: «Se lo avessero desiderato, i Papi e i sovrani del Medioevo avrebbero potuto togliere gli ebrei dalla circolazione, ma non lo fecero. Quando, per ragioni sociali, economiche e anche religiose, la presenza degli ebrei diventava indesiderabile, li cacciavano senza massacrarli.” La Chiesa insegna che ogni essere umano ha un’anima, e che ad un uomo non basta quasi tutta una vita per salvare la propria.
L’espulsione dai veri paesi non fu provocata sempre da questioni religiose o economiche, ma spesso a causa della loro attitudine di sarificare giovani e innocenti vittime cristiane in omicidi rituali, come nel caso dell’espulsione dalla Gran Bretagna sotto il regno di Edoardo I (che regnò dal 1272-1307)
Lo storico cristiano ortodosso del V secolo, Socrate Scolastico, nella sua Storia Ecclesiastica, 7:16, racconta un episodio di ebrei che uccidono un bambino cristiano: “In un luogo vicino ad Antiochia in Siria, gli ebrei, in derisione della Croce e di coloro che ripongono la loro fede nel Crocifisso, sequestrarono un ragazzo cristiano, e, dopo averlo legato a una croce, cominciarono a ridere di lui. In poco tempo si lasciano trasportare dalla furia e flagellano il bambino fino alla sua morte per mano loro. “(clicca qui)
Ecco alcuni esempi che hanno portato alla cacciata inglese degli ebrei nel 1290 dC:
1144 dC Norwich: un bambino di dodici anni è stato crocifisso e il costato aperto per la Pasqua ebraica. Il suo corpo è stato trovato in un sacco nascosto in un albero. Un Ebreo convertito al cristianesimo, nominato Teobaldo di Cambridge ha informato le autorità che gli ebrei prendevano il sangue ogni anno da un bambino cristiano perché hanno pensato che solo così facendo avrebbero potuto mai tornare in Palestina. Il ragazzo è stato da allora conosciuto come San Guglielmo. Nel 1160 dC Gloucester, Il corpo di un bambino di nome Harold è stato trovato nel fiume con le ferite della crocifissione.
Nel 1255 dC Lincoln, Un ragazzo di nome Hugh fu torturato e crocifisso dagli ebrei. La madre del ragazzo ha trovato il corpo in un pozzo nei locali di un Ebreo di nome Jopin. 18 ebrei furono impiccati per questi reati da re Enrico III. Nel 1290 dC Oxford: Il Rotolo di legge 18 di Edoardo I, (21 giugno 1290) contiene un ordine per la incarcerazione di un Ebreo di nome Isaac de Pulet per l’omicidio e il raccoglimento del sangue di un ragazzo cristiano. Solo un mese dopo questo, il re Edoardo I emanava il suo decreto di espulsione degli ebrei dall’Inghilterra. L’omicidio rituale ebraico e’ un argomento che è ancora capace di suscitare furibonde polemiche nel mondo della cultura d’apparato. Dal 1071 al 1891 si ha notizia di 60 processi celebrati contro gli ebrei per questo crimine. Dall’analisi dei processi emergono alcuni tratti comuni:l’assassinio di un cristiano non solo è reputato lecito, ma è comandato ai giudei dalla legge talmudica-rabbinica; le azzimelle per celebrare la Pasqua ebraica vengono imbevute col sangue dei bambini cristiani; il bambino deve morire fra i tormenti perché il suo sangue sia proficuo alla salute dell’anima giudaica. Queste accuse erano confermate da alcuni rabbini convertiti al cristianesimo, e in particolare il rabbino moldavo Teofilo, dopo la conversione, affermò: «gli ebrei sono più contenti quando possono ammazzare i bambini perché sono innocenti e vergini, e quindi perfetta figura di Gesù Cristo; li ammazzano a Pasqua, acciocché possano meglio rappresentare la passione di Gesù Cristo». A tal riguardo vi sono altre testimonianze di rabbini convertiti al cristianesimo come Cesare Algranati che lo hanno confermato. Ma finalmente nel 2007 è stato pubblicato il libro più qualificato su tale argomento “Pasque di Sangue”l’accusa contro gli ebrei é di avere praticato, tra il 1100 e il 1500, l’omicidio di bambini cristiani a scopo rituale. Questo libro e’ stato scritto da UN NON CONVERTITO, si tratta di Ariel Toaff rabbino, insegnante di storia presso l’Universita’ di Tel Aviv e figlio nientemeno che del rabbino capo di Roma Elio Toaff. La prima edizione di tale libro ha suscitato una tempesta, poiché per la prima volta un autore ancora ebreo (non convertito al cristianesimo), non solo ammetteva la veridicità dell’omicidio rituale, ma ne dava ampia prova a partire dalla mentalità, dottrina e pratica dell’ebraismo talmudico, specialmente askenazita. Per tale ragione Ariel Toaff e’ stato rinnegato dal padre e dalla comunita’ ebraica e ha ricevuto moltissime minacce di morte. scarica il libro “pasque di sangue“
(clicca qui)
Israël Abrahams annota che nel XII° secolo d.c.: “Gli Ebrei spagnoli, (Marranes) devono la loro fortuna al traffico di schiavi”. il 2 agosto del 1492, più di 300.000 Ebrei sono espulsi dalla Spagna, cosa che mette fine ai loro cinque secoli di implicazione nello schiavismo in questa regione d’Europa. In effetti i documenti storici provano che alcuni tra loro avevano già ammassato nei forzieri delle considerevoli fortune con il traffico di schiavi cristiani e che occupavano all’epoca dei posti di primo piano nella gerarchia spagnola. Nel 1621 Gli ebrei investono massicciamente, nella compagnia olandese delle Indie Occidentali, destinata a qualsiasi forma di commercio, compreso lo schiavismo. I dirigenti olandesi, promuovendo lo sviluppo economico conseguente, incoraggiano così gli ebrei ad emigrare, (mossa molto astuta…) e conseguentemente, l’Olanda diventa molto rapidamente il centro del potere e delle fortune economiche giudaiche.Nel Medio Evo, i Giudei furono dappertutto assai scacciati, sempre a causa della loro invadenza e prepotenza. Subirono, confische di beni ed espulsioni in Francia, sotto Filippo Augusto, Luigi VIII, Luigi IX, Filippo il Bello, Carlo IV, Carlo VI; in Inghilterra, sotto Re Giovanni, Riccardo Cuor di Leone, Enrico III, Edoardo IV; in Spagna, sotto Alfonso XI, Pietro I, Enrico II di Castiglia, Pietro IV e Giovanni I d’Aragona, e, per ultimo, sotto Ferdinando il Cattolico. Uguale sorte ebbero in molte località germaniche, in Russia, Polonia, Ungheria, Venezia, Austria, Napoli, in paesi arabi e, in tanti altri siti, che sarebbe lungo enumerare. Memorabile fu la cacciata nel 1492 dalla Sicilia, dove, dopo molteplici eccidi esplosi in varie parti dell’isola e in cui vennero passati a fil di spada, fu promulgato, dal Viceré Lopez Scimen de Urrea, il bando di espulsione, con la confisca generale dei beni. Anche uno scrittore ebreo in buona fede come Max Isaac Dimont(1912-1992), affermava: «Se lo avessero desiderato, i Papi e i sovrani del Medioevo avrebbero potuto togliere gli ebrei dalla circolazione, ma non lo fecero. Quando, per ragioni sociali, economiche e anche religiose, la presenza degli ebrei diventava indesiderabile, li cacciavano senza massacrarli.” La Chiesa insegna che ogni essere umano ha un’anima, e che ad un uomo non basta quasi tutta una vita per salvare la propria.
L’espulsione dai veri paesi non fu provocata sempre da questioni religiose o economiche, ma spesso a causa della loro attitudine di sarificare giovani e innocenti vittime cristiane in omicidi rituali, come nel caso dell’espulsione dalla Gran Bretagna sotto il regno di Edoardo I (che regnò dal 1272-1307)
Lo storico cristiano ortodosso del V secolo, Socrate Scolastico, nella sua Storia Ecclesiastica, 7:16, racconta un episodio di ebrei che uccidono un bambino cristiano: “In un luogo vicino ad Antiochia in Siria, gli ebrei, in derisione della Croce e di coloro che ripongono la loro fede nel Crocifisso, sequestrarono un ragazzo cristiano, e, dopo averlo legato a una croce, cominciarono a ridere di lui. In poco tempo si lasciano trasportare dalla furia e flagellano il bambino fino alla sua morte per mano loro. “(clicca qui)
Ecco alcuni esempi che hanno portato alla cacciata inglese degli ebrei nel 1290 dC:
1144 dC Norwich: un bambino di dodici anni è stato crocifisso e il costato aperto per la Pasqua ebraica. Il suo corpo è stato trovato in un sacco nascosto in un albero. Un Ebreo convertito al cristianesimo, nominato Teobaldo di Cambridge ha informato le autorità che gli ebrei prendevano il sangue ogni anno da un bambino cristiano perché hanno pensato che solo così facendo avrebbero potuto mai tornare in Palestina. Il ragazzo è stato da allora conosciuto come San Guglielmo. Nel 1160 dC Gloucester, Il corpo di un bambino di nome Harold è stato trovato nel fiume con le ferite della crocifissione.
Nel 1255 dC Lincoln, Un ragazzo di nome Hugh fu torturato e crocifisso dagli ebrei. La madre del ragazzo ha trovato il corpo in un pozzo nei locali di un Ebreo di nome Jopin. 18 ebrei furono impiccati per questi reati da re Enrico III. Nel 1290 dC Oxford: Il Rotolo di legge 18 di Edoardo I, (21 giugno 1290) contiene un ordine per la incarcerazione di un Ebreo di nome Isaac de Pulet per l’omicidio e il raccoglimento del sangue di un ragazzo cristiano. Solo un mese dopo questo, il re Edoardo I emanava il suo decreto di espulsione degli ebrei dall’Inghilterra. L’omicidio rituale ebraico e’ un argomento che è ancora capace di suscitare furibonde polemiche nel mondo della cultura d’apparato. Dal 1071 al 1891 si ha notizia di 60 processi celebrati contro gli ebrei per questo crimine. Dall’analisi dei processi emergono alcuni tratti comuni:l’assassinio di un cristiano non solo è reputato lecito, ma è comandato ai giudei dalla legge talmudica-rabbinica; le azzimelle per celebrare la Pasqua ebraica vengono imbevute col sangue dei bambini cristiani; il bambino deve morire fra i tormenti perché il suo sangue sia proficuo alla salute dell’anima giudaica. Queste accuse erano confermate da alcuni rabbini convertiti al cristianesimo, e in particolare il rabbino moldavo Teofilo, dopo la conversione, affermò: «gli ebrei sono più contenti quando possono ammazzare i bambini perché sono innocenti e vergini, e quindi perfetta figura di Gesù Cristo; li ammazzano a Pasqua, acciocché possano meglio rappresentare la passione di Gesù Cristo». A tal riguardo vi sono altre testimonianze di rabbini convertiti al cristianesimo come Cesare Algranati che lo hanno confermato. Ma finalmente nel 2007 è stato pubblicato il libro più qualificato su tale argomento “Pasque di Sangue”l’accusa contro gli ebrei é di avere praticato, tra il 1100 e il 1500, l’omicidio di bambini cristiani a scopo rituale. Questo libro e’ stato scritto da UN NON CONVERTITO, si tratta di Ariel Toaff rabbino, insegnante di storia presso l’Universita’ di Tel Aviv e figlio nientemeno che del rabbino capo di Roma Elio Toaff. La prima edizione di tale libro ha suscitato una tempesta, poiché per la prima volta un autore ancora ebreo (non convertito al cristianesimo), non solo ammetteva la veridicità dell’omicidio rituale, ma ne dava ampia prova a partire dalla mentalità, dottrina e pratica dell’ebraismo talmudico, specialmente askenazita. Per tale ragione Ariel Toaff e’ stato rinnegato dal padre e dalla comunita’ ebraica e ha ricevuto moltissime minacce di morte. scarica il libro “pasque di sangue“
Fino alla fine del 600 i Pontefici e i regnati d’Europa ebbero cura di preservare i cittadini da qualsiasi ambizione giudaica fino al 1789 (anno della rivoluzione francese) avevano avuto in Europa le mani legate da una serie di disposizioni limitative, dettate dall’esperienza dei secoli — come l’andare vestiti in modo diverso, il dovere abitare nel ghetto, il non potere occupare certi uffici, ecc. — dopo quel tempo le ebbero sciolte, ottenendo così, via libera alla loro ambizione e invadenza, onde oggi, purtroppo, ne stiamo pagando il fio e ne vedremo delle belle.
Gl’immortali principi, i giacobini, gli illuministi, gli enciclopedisti altro non furono che manifestazioni giudaiche, superfetazioni massoniche. L’ebreo Mosè Hess proclama, che, con la Rivoluzione Francese «si è iniziata l’epoca messianica, una nuova era per il giudaismo». E un più recente scrittore ebraico afferma addirittura: «Il Messia è venuto per noi il 28 febbraio 1789, con “la dichiarazione dei Diritti dell’Uomo».
In un curioso libretto, edito a Parigi nel 1886 dall’ebreo Alessandro Weil (Paris Dentu), col titolo «La France catholique et athée», si legge a pag. 35 (parlando della Rivoluzione Francese): «Questa rivoluzione deista e mosaica fu come una freccia vittoriosa che fende il cristianesimo e finirà col farlo totalmente sparire dal mondo». Dalla rivoluzione francese in poi la furia giudaico-massonica procede inarrestabile assistemmo alla grande disfatta «Lo zarismo russo, l’impero tedesco e il militarismo sono abbattuti, tutti i popoli sono spinti verso la rovina. In seguito l’elite volle fortificare Napoleoneonde servirsene — mediante la creazione di una grande armata — per abbattere l’assolutismo zarista, che ostacolava in Russia la dominazione giudaico-massonica già in atto nella restante Europa. Infatti, le guerre napoleoniche si risolsero in altrettante vittorie, non perché il Bonaparte fosse un genio di guerra come tutto il mondo crede, ma per il semplice fatto, che i Generali europei, contro i quali Napoleone combatteva, avevano l’ordine massonico di abbassare le armi alla di lui avanzata. Non essendo il Bonaparte riuscito allo scopo, quale limone spremuto, venne gettato nell’isola di S. Elena. Col Congresso di Vienna del 1815, tutto ritornò allo stato preesistente. (Purtroppo, anche la Russia — ultima fra le grandi Potenze — cascò fra le grinfie del giudaismo nel 1917). Alcuni decenni prima casco’ anche l’Italia con il Risorgimento fino ad arrivare alla prima guerra mondiale per l’omicidio nel 1914 dell’arciduca Francesco Ferdinando per mano dell’ ebreo Gabriele Princip.Quell’assassinio fu talmente premeditato da fare scoppiare la conflagrazione europea. È, con conseguente sparizione d’una sequela di Imperi e di Regni ela consecutivafondazione del Comunismo. “Gli ebrei danno il benvenuto a questa rivoluzione nel mondo cristiano … E non è un caso che l’ebraismo abbia dato i natali al marxismo, e non è un caso che gli ebrei aderirono prontamente al marxismo: tutto questo era in perfetto accordo con il progresso del giudaismo e gli ebrei”. (A Program for the Jews and Humanity, Rabbino Harry Waton, p. 148).
“L’anima comunista è l’anima del giudaismo. Ne consegue che, proprio come nella rivoluzione russa il trionfo del comunismo è stato il trionfo del giudaismo, così anche nel trionfo del fascismo trionferà l’ebraismo”. (A Program for the Jews and Humanity, Rabbi Harry Waton, p. 143-144). i massacri di cui si è macchiato il comunismo, soprattutto negli Stati dell’Est, superano ogni aspettativa. Si parla di 70 milioni di morti nella sola Russia, di 30 milioni di morti in Cina, 2 milioni in Cambogia (dal 1975 al 1979) e di un numero imprecisato negli altri Paesi satelliti caduti dopo la Rivoluzione d’ottobre del 1917 sotto l’egida marxista-leninista. Ciò che tuttavia viene taciuto nella maniera più assoluta è che in molti casi i macellai che si alternarono nelle varie stragi di cristiani, perpetrate all’ombra e in nome dell’ideologia, erano in grandissima parte di origine ebraica cinquecentoquarantacinque (545) ebrei membri degli uffici direttivi dello Stato, i cittadini di stirpe russa sono nulla più che trenta sebbene questi gli ebrei rappresentassero solamente l’1,8% della popolazione totale. Resta inteso che in quell’immenso impero ebraico chiamato «Occidente», i fatti cruciali inerenti il comunismo di matrice ebraica non devono essere mai documentati nei film, mai discussi in corsi universitari o descritti in periodici. scarica il libro “le forze occulte che governano il mondo”
A questo punto il lettore potrebbe obiettare: Come si spiega che, mentre da una parte i giudei — la quale cosa sanno pure i fanciulli — sono le persone più avide della proprietà, i detentori dell’oro del mondo, i più veri ed autentici capitalisti, d’altra parte e contemporaneamente si facciano, ovunque, così strenui propagatori del comunismo che, viceversa, abolisce la proprietà privata ed in cui tutto viene statizzato? E’ possibile che costoro si facciano paladini e difensori della classe operaia e dei diritti del proletariato, quando essi non sanno, né come è fatto né dove stia ad abitare il «servile lavoro»? Come si spiega una contraddizione così stridente? I giudei anelano a che trionfi ovunque la dittatura comunista perché, in questo modo, tutta la proprietà privata dovrà passare, senza sforzi, in mano allo Stato. Ora, siccome alle leve del comando delle nazioni comuniste vediamo, infallibilmente, installati, gloriosi e trionfanti, ognora i Giudei — sebbene a volte celati dietro terze persone come Stalin(che era pero’ ammogliato con una ebrea),— ecco, che con questo trapasso generale di proprietà, s’impadroniscono «ipso facto» di tutto l’oro e di tutti i beni appartenenti a quelle nazioni. Fanno, d’un colpo, un bottino di proporzioni così immense e colossali, che uno più spettacolare non si potrebbe davvero immaginare. La gran massa dei proletari che, mentre anelavano all’abolizione del capitalismo e convinti di operare in proprio favore, senz’accorgersene, si sono invece adoperati a… diventare lo sgabello dei più autentici e sfrenati capitalisti. L’iniziativa privata verrà completamente abolita e la vostra personalità sarà distrutta. Voi vi assoggetterete al lavoro forzato a vita, né più né meno come bestie da soma o come miserabili schiavi, sotto la sorveglianza di crudeli poliziotti e di spie ridotti a lavorare, consumare, dormire. I popoli, caduti sotto tale dittatura, vengono storditi con gran fracasso di propaganda, con dottrine che hanno la parvenza di verità, con paroloni altisonanti, come: pace, libertà, lavoro, democrazia, progresso, ecc…; e poi, canti, balli e cortei; un po’ di polvere negli occhi, col procurare loro un qualche effimero ed apparente benessere; ecco, allora, questi popoli, del tutto tacitati, bene addormentati, contenti e… canzonati. Eh, cari lettori, questo e’ il comunismo e questo e’ il disegno del Nuovo Ordine Mondiale.
Attenzione quindi a noi stessi, perché la vendetta e’ già in funzionamento con ritmo accelerato potrebbe ora colpirci, nella maniera più impensata ed atroce, grazie alla predominanza giudaico-massonica nei parlamenti, magistrature, eserciti, finanza, scuola, diplomazia, polizia, servizi segreti, media ecc...la Chiesa si rialzi da questa decadenza e tutti quelli rimasti fedeli all’insegnamento di Cristo cerchino di informare e difendere le ignare popolazioni perche’ tutto cio’ che stiamo vivendo e’ un piano perseguito da secoli che e’ stato arrestato solo dalla prudenza della Chiesa di una volta fino a 50 anni fa prima del Concilio Vaticano II. Se i popoli europei e i loro leaders non si svegliano da questo sonno mortale gli attentati e i false flag degli ultimi anni saranno nulla di fronte alle mioni di vite che potrebbero essere sacrificate da qui a poco. Una terza guerra per piegare l’ultimo bastione mediorientale non ancora indebitato e non ancora sottomesso al potere giudaico dietro alla bandiera stelle e strisce. Un collasso economico si profila davanti ai nostri occhi e mietrebbe molte piu’ vittime di quella del 1912 che riuscirono in qualche modo a sfamarsi quando c’erano ancora gli agricoltori e quando non esistevano né OGM né geoingegneria.
Grazie al riconglionimento globale e all’apostasia di massa dei popoli occidentali il millenario sogno del Nuovo Ordine Mondiale é ormai imminente realta’.
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Gl’immortali principi, i giacobini, gli illuministi, gli enciclopedisti altro non furono che manifestazioni giudaiche, superfetazioni massoniche. L’ebreo Mosè Hess proclama, che, con la Rivoluzione Francese «si è iniziata l’epoca messianica, una nuova era per il giudaismo». E un più recente scrittore ebraico afferma addirittura: «Il Messia è venuto per noi il 28 febbraio 1789, con “la dichiarazione dei Diritti dell’Uomo».
In un curioso libretto, edito a Parigi nel 1886 dall’ebreo Alessandro Weil (Paris Dentu), col titolo «La France catholique et athée», si legge a pag. 35 (parlando della Rivoluzione Francese): «Questa rivoluzione deista e mosaica fu come una freccia vittoriosa che fende il cristianesimo e finirà col farlo totalmente sparire dal mondo». Dalla rivoluzione francese in poi la furia giudaico-massonica procede inarrestabile assistemmo alla grande disfatta «Lo zarismo russo, l’impero tedesco e il militarismo sono abbattuti, tutti i popoli sono spinti verso la rovina. In seguito l’elite volle fortificare Napoleoneonde servirsene — mediante la creazione di una grande armata — per abbattere l’assolutismo zarista, che ostacolava in Russia la dominazione giudaico-massonica già in atto nella restante Europa. Infatti, le guerre napoleoniche si risolsero in altrettante vittorie, non perché il Bonaparte fosse un genio di guerra come tutto il mondo crede, ma per il semplice fatto, che i Generali europei, contro i quali Napoleone combatteva, avevano l’ordine massonico di abbassare le armi alla di lui avanzata. Non essendo il Bonaparte riuscito allo scopo, quale limone spremuto, venne gettato nell’isola di S. Elena. Col Congresso di Vienna del 1815, tutto ritornò allo stato preesistente. (Purtroppo, anche la Russia — ultima fra le grandi Potenze — cascò fra le grinfie del giudaismo nel 1917). Alcuni decenni prima casco’ anche l’Italia con il Risorgimento fino ad arrivare alla prima guerra mondiale per l’omicidio nel 1914 dell’arciduca Francesco Ferdinando per mano dell’ ebreo Gabriele Princip.Quell’assassinio fu talmente premeditato da fare scoppiare la conflagrazione europea. È, con conseguente sparizione d’una sequela di Imperi e di Regni ela consecutivafondazione del Comunismo. “Gli ebrei danno il benvenuto a questa rivoluzione nel mondo cristiano … E non è un caso che l’ebraismo abbia dato i natali al marxismo, e non è un caso che gli ebrei aderirono prontamente al marxismo: tutto questo era in perfetto accordo con il progresso del giudaismo e gli ebrei”. (A Program for the Jews and Humanity, Rabbino Harry Waton, p. 148).
“L’anima comunista è l’anima del giudaismo. Ne consegue che, proprio come nella rivoluzione russa il trionfo del comunismo è stato il trionfo del giudaismo, così anche nel trionfo del fascismo trionferà l’ebraismo”. (A Program for the Jews and Humanity, Rabbi Harry Waton, p. 143-144). i massacri di cui si è macchiato il comunismo, soprattutto negli Stati dell’Est, superano ogni aspettativa. Si parla di 70 milioni di morti nella sola Russia, di 30 milioni di morti in Cina, 2 milioni in Cambogia (dal 1975 al 1979) e di un numero imprecisato negli altri Paesi satelliti caduti dopo la Rivoluzione d’ottobre del 1917 sotto l’egida marxista-leninista. Ciò che tuttavia viene taciuto nella maniera più assoluta è che in molti casi i macellai che si alternarono nelle varie stragi di cristiani, perpetrate all’ombra e in nome dell’ideologia, erano in grandissima parte di origine ebraica cinquecentoquarantacinque (545) ebrei membri degli uffici direttivi dello Stato, i cittadini di stirpe russa sono nulla più che trenta sebbene questi gli ebrei rappresentassero solamente l’1,8% della popolazione totale. Resta inteso che in quell’immenso impero ebraico chiamato «Occidente», i fatti cruciali inerenti il comunismo di matrice ebraica non devono essere mai documentati nei film, mai discussi in corsi universitari o descritti in periodici. scarica il libro “le forze occulte che governano il mondo”
A questo punto il lettore potrebbe obiettare: Come si spiega che, mentre da una parte i giudei — la quale cosa sanno pure i fanciulli — sono le persone più avide della proprietà, i detentori dell’oro del mondo, i più veri ed autentici capitalisti, d’altra parte e contemporaneamente si facciano, ovunque, così strenui propagatori del comunismo che, viceversa, abolisce la proprietà privata ed in cui tutto viene statizzato? E’ possibile che costoro si facciano paladini e difensori della classe operaia e dei diritti del proletariato, quando essi non sanno, né come è fatto né dove stia ad abitare il «servile lavoro»? Come si spiega una contraddizione così stridente? I giudei anelano a che trionfi ovunque la dittatura comunista perché, in questo modo, tutta la proprietà privata dovrà passare, senza sforzi, in mano allo Stato. Ora, siccome alle leve del comando delle nazioni comuniste vediamo, infallibilmente, installati, gloriosi e trionfanti, ognora i Giudei — sebbene a volte celati dietro terze persone come Stalin(che era pero’ ammogliato con una ebrea),— ecco, che con questo trapasso generale di proprietà, s’impadroniscono «ipso facto» di tutto l’oro e di tutti i beni appartenenti a quelle nazioni. Fanno, d’un colpo, un bottino di proporzioni così immense e colossali, che uno più spettacolare non si potrebbe davvero immaginare. La gran massa dei proletari che, mentre anelavano all’abolizione del capitalismo e convinti di operare in proprio favore, senz’accorgersene, si sono invece adoperati a… diventare lo sgabello dei più autentici e sfrenati capitalisti. L’iniziativa privata verrà completamente abolita e la vostra personalità sarà distrutta. Voi vi assoggetterete al lavoro forzato a vita, né più né meno come bestie da soma o come miserabili schiavi, sotto la sorveglianza di crudeli poliziotti e di spie ridotti a lavorare, consumare, dormire. I popoli, caduti sotto tale dittatura, vengono storditi con gran fracasso di propaganda, con dottrine che hanno la parvenza di verità, con paroloni altisonanti, come: pace, libertà, lavoro, democrazia, progresso, ecc…; e poi, canti, balli e cortei; un po’ di polvere negli occhi, col procurare loro un qualche effimero ed apparente benessere; ecco, allora, questi popoli, del tutto tacitati, bene addormentati, contenti e… canzonati. Eh, cari lettori, questo e’ il comunismo e questo e’ il disegno del Nuovo Ordine Mondiale.
Attenzione quindi a noi stessi, perché la vendetta e’ già in funzionamento con ritmo accelerato potrebbe ora colpirci, nella maniera più impensata ed atroce, grazie alla predominanza giudaico-massonica nei parlamenti, magistrature, eserciti, finanza, scuola, diplomazia, polizia, servizi segreti, media ecc...la Chiesa si rialzi da questa decadenza e tutti quelli rimasti fedeli all’insegnamento di Cristo cerchino di informare e difendere le ignare popolazioni perche’ tutto cio’ che stiamo vivendo e’ un piano perseguito da secoli che e’ stato arrestato solo dalla prudenza della Chiesa di una volta fino a 50 anni fa prima del Concilio Vaticano II. Se i popoli europei e i loro leaders non si svegliano da questo sonno mortale gli attentati e i false flag degli ultimi anni saranno nulla di fronte alle mioni di vite che potrebbero essere sacrificate da qui a poco. Una terza guerra per piegare l’ultimo bastione mediorientale non ancora indebitato e non ancora sottomesso al potere giudaico dietro alla bandiera stelle e strisce. Un collasso economico si profila davanti ai nostri occhi e mietrebbe molte piu’ vittime di quella del 1912 che riuscirono in qualche modo a sfamarsi quando c’erano ancora gli agricoltori e quando non esistevano né OGM né geoingegneria.
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Nostra Aetate 50 anni dopo
I leader del mondo ebraico vedono passi da gigante nei
rapporti fra la
Chiesa cattolica e l'ebraismo e una nuova apertura al mondo
intero
LISA PALMIERI-BILLIG* 25/10/2015
Si festeggia oggi il 50mo anniversario di «Nostra Aetate»
(«Nel nostro tempo»), documento fondamentale del Concilio Vaticano II,
anniversario che verrà celebrato a Roma questa settimana con due grandi eventi:
un simposio presso la Pontificia Università Gregoriana dal 26 al 28 ottobre a
cui parteciperanno leader ebrei, musulmani, hindu, buddisti e cattolici, e che
culminerà con una udienza papale per tutti i partecipanti, e un Forum, il 29
ottobre, sul tema «L’importanza del continuo impegno interreligioso nella lotta
contro l’intolleranza» organizzato dall’Ambasciata degli Stati Uniti presso la
Santa Sede e dalla John Cabot University, in cui prenderanno parola
rappresentanti cattolici, ebrei e musulmani. A margine delle celebrazioni, si
terrà a Castel Gandolfo dal 28 ottobre all’1 novembre l’assemblea europea di
«Religioni per la Pace» dal titolo «Accogliere l’altro: dalla paura alla
fiducia».
Nostra Aetate ha rivoluzionato in primo luogo le relazioni della Chiesa cattolica con gli ebrei, ma anche rispetto a tutte le altre grandi religioni del mondo. Istituzionalizzando un nuovo rispetto per la fede ebraica nel cattolicesimo, ha contribuito in maniera efficace a creare un'immagine più positiva e fiduciosa del cristianesimo (e delle altre religioni) nella psiche ebraica, dopo secoli di sofferenza e di persecuzioni.
Il documento nacque dalla necessità sentita da un papa visionario, san Giovanni XXIII, a seguito delle sue esperienze personali vissute durante la seconda guerra mondiale e l’Olocausto, di correggere i torti commessi dalla cristianità attraverso i secoli, nel predicare con insistenza l’idea che gli ebrei fossero un popolo reietto da Dio e condannato a vagare in eterno a causa del cosiddetto crimine di «deicidio» (Jules Isaac, storico di fede ebraica sopravvissuto all’Olocausto, che per primo portò il tema all’attenzione di Papa Roncalli durante il loro storico incontro nel 1960, fu il primo a definirlo «insegnamento del disprezzo»). Il «documento sugli ebrei» del Concilio Vaticano II divenne poi una dichiarazione in cinque punti che ha rivalutato il valore intrinseco dell’ebraismo e delle altre fedi non cristiane.
Come espressione concreta del programma di papa Giovanni XXIII di «aggiornamento» della Chiesa cattolica e di apertura al mondo, esso contiene il seme di una nuova consapevolezza e rispetto per «la comunità di tutti i popoli» e le grandi religioni del mondo che, afferma, «spesso riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini». Nel documento è contenuta l'importante affermazione che «la Chiesa cattolica non rifiuta nulla di quanto è vero e santo in queste religioni».
Il quarto comma, che tratta dei rapporti con il popolo e la religione ebraica, è l'embrione da cui si è sviluppato il documento.
Oggi, a distanza di cinquant’anni, come vengono valutati i cambiamenti portati da Nostra Aetate nelle relazioni tra ebrei e cattolici nel mondo ebraico? Si potrebbe ben dire che su questo tema c'è un accordo generale tra i principali rappresentanti di tutti i rami dell’ebraismo. Abbiamo raccolto i commenti di due eccezionali rabbini, da molti anni impegnati nel dialogo interreligioso. Entrambi saranno tra i relatori nelle celebrazioni di questa settimana.
David Rosen è un rabbino ortodosso, ex-rabbino capo d'Irlanda, attualmente direttore internazionale degli affari interreligiosi dell’Ajc (American Jewish Committee) e direttore dell’Istituto Heilbrunn for International Interreligious Understanding. Fa parte del consiglio direttivo di vari organismi interreligiosi internazionali tra cui la Commissione per le Relazioni Interreligiose del Gran Rabbinato di Israele. È uno dei Presidenti internazionali di Religioni per la Pace, ed è stato membro della Commissione bilaterale permanente dello Stato d'Israele e la Santa Sede che ha negoziato l'instaurazione di relazioni diplomatiche tra i due Stati.
Il rabbino liberale e riformato Jack Bemporad, nato in Italia, è fuggito dal regime fascista prima della seconda guerra mondiale, emigrando con la famiglia negli Stati Uniti all’età di cinque anni. Come risultato della sua personale sofferenza causata dalla persecuzione e dal pregiudizio, ha dedicato la sua carriera a migliorare le relazioni tra cristiani, musulmani ed ebrei in tutto il mondo. È Direttore del Centro Giovanni Paolo II e Professore di Studi Interreligiosi presso l'Angelicum (Pontificia Università San Tommaso D’Acquino), oltre a essere fondatore e direttore del Center for Interreligious Understanding nel New Jersey (Usa). Ha accompagnato gruppi di imam e di insegnanti religiosi musulmani del Medio Oriente a Dachau e a Auschwitz.
«Nostra Aetate ha affrontato la maggior parte dei problemi che Jules Isaac ha portato all'attenzione di san Giovanni XXIII”» dice il rabbino Bemporad. «Papa Roncalli, avendo vissuto e agito durante la seconda guerra mondiale, è stato testimone dell'Olocausto, ed è stato onorato come uno dei "Giusti "allo Yad Vashem di Gerusalemme, in quanto intervenne personalmente per aiutare a salvare migliaia di ebrei, quando era delegato apostolico in Turchia e in Grecia. Era sinceramente addolorato a causa del diffuso “insegnamento del disprezzo” da parte della Chiesa cattolica, che aveva prodotto una forma di apatia che contribuì a una certa riluttanza ad agire da parte di molti cristiani di fronte alle persecuzioni naziste degli ebrei».
«Prima del Concilio Vaticano II, la teologia della sostituzione, nota con il nome di “supercessione”, evocava l’immagine del Dio ebraico come un Dio etnico, vendicativo e iracondo, proprio di una religione dominata dal giustizialismo. Poi venne Gesù, che sostituì il Dio dell'Antico Testamento con il Dio dell'Amore. Tale insegnamento aveva lo scopo di mettere in evidenza le virtù del cristianesimo e di sostituire la “Vecchia” religione ebraica con il messaggio “Nuovo” del cristianesimo. Questo atteggiamento rendeva impossibile riconoscere il grande debito del cristianesimo verso l’ebraismo, cosa che poi Nostra Aetate ha affrontato e risolto».
Dice il rabbino Rosen: «Questo diffuso insegnamento precedente al Concilio Vaticano II rappresentava, erroneamente, l’ebraismo come una religione fatta solo di leggi, in contrasto col messaggio d'amore del cristianesimo. Eppure, l'insegnamento centrale di Gesù si basa sull’importanza data proprio dall'ebraismo al primato dell'amore per Dio e per il prossimo. L'amore per Dio è per la Bibbia ebraica un imperativo fondamentale, molto più del timore di Dio. L’insegnamento centrale della fede ebraica è contenuto nel Deut. 6: 4-9, lo “Shemà Israel” o “Ascolta Israele”, che viene recitato ogni mattina e sera dagli ebrei osservanti. Il versetto 5 inizia con "Amerai il Signore tuo Dio con tutta l'anima e tutta la tua forza...". Con la dichiarazione di Rabbi Akiva di 2mila anni fa, l’ebraismo insegna che il principio più importante della Torah è in Levitico 19:18: “ama il tuo prossimo come te stesso”. Perciò Gesù ha fatto suo un insegnamento fondamentale dell’ebraismo, e cioè che i principi che ci guidano sono l'amore per Dio e per il prossimo. Nei “Dialoghi d’Amore”, opera di Yehuda Abravanel, il grande studioso ebreo italiano del XVI secolo, noto come “Leon l’Ebreo2, si sintetizza l'essenza della religione ebraica in tre conversazioni - Sull’Amore e Desiderio, sull'Universalità dell'Amore, e sull'Origine dell’Amore».
Tuttavia, il travisamento dell’ebraismo da parte del cristianesimo è stato così persistente e diffuso che il documento del vaticano «Orientamenti e suggerimenti per l'applicazione della dichiarazione conciliare Nostra Aetate n.4», pubblicato nel 1974, torna esplicitamente sulla questione, mettendo in guardia contro lo stereotipo errato «di un Dio di amore opposto a un Dio di vendetta», continua il rabbino Rosen. «Di tanto in tanto, perfino Papa Francesco vi fa ricorso in qualche sua omelia - osserva - anche se ovviamente lo fa senza alcuna intenzione discriminatoria».
Il rabbino Rosen ci spiega che Francesco «è riconosciuto in tutto il mondo ebraico come un vero amico degli ebrei. E soprattutto, è proprio così che egli vede se stesso. Non c'è mai stato un altro papa che avesse così tanti intimi amici ebrei, e Francesco ne ha parlato e scritto in maniera commovente. Mai prima nella storia (sin dai tempi di Pietro!) abbiamo avuto un pontefice che abbia apprezzato e conosciuto così bene la vita e la spiritualità ebraica contemporanee».
Anche il rabbino Bemporad ritiene che sono stati creati forti legami tra Francesco e il popolo ebraico. Proprio di recente ha pubblicato un manifesto firmato da 420 rabbini per dare il benvenuto a Francesco negli Stati Uniti.
Bemporad rivolge la sua attenzione anche su altri passi importanti di Nostra Aetate, tra cui l'affermazione attribuita a Paolo, nella Lettera ai Romani, che «Dio ha grande considerazione per gli Ebrei per il bene dei loro padri; Non si pente dei doni che gli fa o delle parole che gli dice». Il rabbino Bemporad ci fa notare che «questa dichiarazione era del tutto sconosciuta o ignorata nell’insegnamento cattolico precedente al Concilio Vaticano II, così come l'affermazione che “gli Apostoli - e la maggior parte dei discepoli - erano membri del popolo ebraico” (come lo era anche, ovviamente, Gesù stesso). Erano concetti del tutto nuovi per la maggior parte dei cattolici, allora. E così, improvvisamente, anche gli ebrei cominciarono a essere chiamati “Popolo di Dio”».
Secondo il rabbino Rosen, «il cambiamento più importante causato da Nostra Aetate è quello di vedere l'esistenza del popolo ebraico in una luce positiva, con una integrità e uno scopo positivo a se stanti. L’insegnamento più significativo è di “non descrivere gli ebrei come rifiutati o maledetti da Dio”, ma di riconoscere che la Chiesa “nasce” (nel presente) “dall’ulivo coltivato su cui (ella) è stata innestata”, e l’appello a “favorire e promuovere la comprensione reciproca e il rispetto”. Questa affermazione è una vera e propria rivoluzione nel modo in cui viene visto il popolo ebraico, che è culminata nella dichiarazione contenuta nell’enciclica di Papa Francesco, dove si legge che i cristiani devono considerare il rapporto tra la Chiesa con il popolo ebraico in maniera complementare».
Quali sono le sfide principali che dobbiamo affrontare insieme, oggi?
Risponde il rabbino Rosen: «Dobbiamo ribadire il significato, lo scopo, e il valore intrinseco della vita. Questo ha conseguenze importanti per gli individui, per le famiglie, per le comunità, per le nazioni, per l'ambiente e per l’universo intero. Un'altra sfida è quella di far conoscere i documenti post-conciliari alle popolazioni in quelle aree del mondo cristiano occidentale e in altri luoghi dove non ci sono comunità ebraiche e dove “la nuova teologia” spesso non si fa sentire a livello locale. C’è quindi una grande sfida a livello educativo al fine di garantire che la rivoluzione sul monte Olimpo giunga fino alla gente comune».
Il rabbino Bemporad ritiene che «mentre negli Stati Uniti e in molti altri paesi le scuole cattoliche e, soprattutto, i college e le università insegnano la nuova teologia, ci sono molti luoghi in cui questo insegnamento è trascurato, dove il Secondo Concilio Vaticano viene ignorato o messo in disparte, e dove lo studio della nuova teologia non è popolare. Questo è un peccato, soprattutto perché ci sono alcuni studi teologici, storici e biblici molto interessanti in corso, che stanno contribuendo a portare a una migliore comprensione, e questo grazie anche al Vaticano II».
Il rabbino Bemporad sottolinea inoltre la necessità di una maggiore azione. «Non possiamo continuare a tenere conferenze dove ribadiamo il nostro amore reciproco senza creare anche altri gruppi di lavoro congiunti sul dialogo interreligioso che si concentrino su “come posso rimanere fedele al mio credo, mentre tu rimani fedele al tuo”. Il punto non è di costruire “apologie” della nostra religione, mettendo a confronto il meglio della mia con il peggio della tua, ma piuttosto di lavorare per eliminare il peggio nella nostra propria religione, e preservarne il meglio».
«Negli Anni ’60 e fino all’11 settembre, la religione era vista generalmente come una forza irrilevante rispetto ai fattori economici e politici», dice il rabbino Bemporad. «Adesso abbiamo capito che la religione ha un enorme potere e miliardi di seguaci. L'Islam radicale è una ideologia totalitaria, che non affonda le sue radici in questioni di economia o di politica. L’Isis è già diventato uno stato islamico fanatico con una sua economia e un suo popolo. Dobbiamo affrontare questa pericolosissima minaccia insieme, uniti. Un intervento immediato da intraprendere è quello di sostenere e rafforzare le opportunità di dialogo con i tanti esponenti dell'Islam moderato in tutto il mondo».
*Rappresentante dell’Ajc - American Jewish Committee in Italia e di collegamento presso la Santa Sede
Nostra Aetate ha rivoluzionato in primo luogo le relazioni della Chiesa cattolica con gli ebrei, ma anche rispetto a tutte le altre grandi religioni del mondo. Istituzionalizzando un nuovo rispetto per la fede ebraica nel cattolicesimo, ha contribuito in maniera efficace a creare un'immagine più positiva e fiduciosa del cristianesimo (e delle altre religioni) nella psiche ebraica, dopo secoli di sofferenza e di persecuzioni.
Il documento nacque dalla necessità sentita da un papa visionario, san Giovanni XXIII, a seguito delle sue esperienze personali vissute durante la seconda guerra mondiale e l’Olocausto, di correggere i torti commessi dalla cristianità attraverso i secoli, nel predicare con insistenza l’idea che gli ebrei fossero un popolo reietto da Dio e condannato a vagare in eterno a causa del cosiddetto crimine di «deicidio» (Jules Isaac, storico di fede ebraica sopravvissuto all’Olocausto, che per primo portò il tema all’attenzione di Papa Roncalli durante il loro storico incontro nel 1960, fu il primo a definirlo «insegnamento del disprezzo»). Il «documento sugli ebrei» del Concilio Vaticano II divenne poi una dichiarazione in cinque punti che ha rivalutato il valore intrinseco dell’ebraismo e delle altre fedi non cristiane.
Come espressione concreta del programma di papa Giovanni XXIII di «aggiornamento» della Chiesa cattolica e di apertura al mondo, esso contiene il seme di una nuova consapevolezza e rispetto per «la comunità di tutti i popoli» e le grandi religioni del mondo che, afferma, «spesso riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini». Nel documento è contenuta l'importante affermazione che «la Chiesa cattolica non rifiuta nulla di quanto è vero e santo in queste religioni».
Il quarto comma, che tratta dei rapporti con il popolo e la religione ebraica, è l'embrione da cui si è sviluppato il documento.
Oggi, a distanza di cinquant’anni, come vengono valutati i cambiamenti portati da Nostra Aetate nelle relazioni tra ebrei e cattolici nel mondo ebraico? Si potrebbe ben dire che su questo tema c'è un accordo generale tra i principali rappresentanti di tutti i rami dell’ebraismo. Abbiamo raccolto i commenti di due eccezionali rabbini, da molti anni impegnati nel dialogo interreligioso. Entrambi saranno tra i relatori nelle celebrazioni di questa settimana.
David Rosen è un rabbino ortodosso, ex-rabbino capo d'Irlanda, attualmente direttore internazionale degli affari interreligiosi dell’Ajc (American Jewish Committee) e direttore dell’Istituto Heilbrunn for International Interreligious Understanding. Fa parte del consiglio direttivo di vari organismi interreligiosi internazionali tra cui la Commissione per le Relazioni Interreligiose del Gran Rabbinato di Israele. È uno dei Presidenti internazionali di Religioni per la Pace, ed è stato membro della Commissione bilaterale permanente dello Stato d'Israele e la Santa Sede che ha negoziato l'instaurazione di relazioni diplomatiche tra i due Stati.
Il rabbino liberale e riformato Jack Bemporad, nato in Italia, è fuggito dal regime fascista prima della seconda guerra mondiale, emigrando con la famiglia negli Stati Uniti all’età di cinque anni. Come risultato della sua personale sofferenza causata dalla persecuzione e dal pregiudizio, ha dedicato la sua carriera a migliorare le relazioni tra cristiani, musulmani ed ebrei in tutto il mondo. È Direttore del Centro Giovanni Paolo II e Professore di Studi Interreligiosi presso l'Angelicum (Pontificia Università San Tommaso D’Acquino), oltre a essere fondatore e direttore del Center for Interreligious Understanding nel New Jersey (Usa). Ha accompagnato gruppi di imam e di insegnanti religiosi musulmani del Medio Oriente a Dachau e a Auschwitz.
«Nostra Aetate ha affrontato la maggior parte dei problemi che Jules Isaac ha portato all'attenzione di san Giovanni XXIII”» dice il rabbino Bemporad. «Papa Roncalli, avendo vissuto e agito durante la seconda guerra mondiale, è stato testimone dell'Olocausto, ed è stato onorato come uno dei "Giusti "allo Yad Vashem di Gerusalemme, in quanto intervenne personalmente per aiutare a salvare migliaia di ebrei, quando era delegato apostolico in Turchia e in Grecia. Era sinceramente addolorato a causa del diffuso “insegnamento del disprezzo” da parte della Chiesa cattolica, che aveva prodotto una forma di apatia che contribuì a una certa riluttanza ad agire da parte di molti cristiani di fronte alle persecuzioni naziste degli ebrei».
«Prima del Concilio Vaticano II, la teologia della sostituzione, nota con il nome di “supercessione”, evocava l’immagine del Dio ebraico come un Dio etnico, vendicativo e iracondo, proprio di una religione dominata dal giustizialismo. Poi venne Gesù, che sostituì il Dio dell'Antico Testamento con il Dio dell'Amore. Tale insegnamento aveva lo scopo di mettere in evidenza le virtù del cristianesimo e di sostituire la “Vecchia” religione ebraica con il messaggio “Nuovo” del cristianesimo. Questo atteggiamento rendeva impossibile riconoscere il grande debito del cristianesimo verso l’ebraismo, cosa che poi Nostra Aetate ha affrontato e risolto».
Dice il rabbino Rosen: «Questo diffuso insegnamento precedente al Concilio Vaticano II rappresentava, erroneamente, l’ebraismo come una religione fatta solo di leggi, in contrasto col messaggio d'amore del cristianesimo. Eppure, l'insegnamento centrale di Gesù si basa sull’importanza data proprio dall'ebraismo al primato dell'amore per Dio e per il prossimo. L'amore per Dio è per la Bibbia ebraica un imperativo fondamentale, molto più del timore di Dio. L’insegnamento centrale della fede ebraica è contenuto nel Deut. 6: 4-9, lo “Shemà Israel” o “Ascolta Israele”, che viene recitato ogni mattina e sera dagli ebrei osservanti. Il versetto 5 inizia con "Amerai il Signore tuo Dio con tutta l'anima e tutta la tua forza...". Con la dichiarazione di Rabbi Akiva di 2mila anni fa, l’ebraismo insegna che il principio più importante della Torah è in Levitico 19:18: “ama il tuo prossimo come te stesso”. Perciò Gesù ha fatto suo un insegnamento fondamentale dell’ebraismo, e cioè che i principi che ci guidano sono l'amore per Dio e per il prossimo. Nei “Dialoghi d’Amore”, opera di Yehuda Abravanel, il grande studioso ebreo italiano del XVI secolo, noto come “Leon l’Ebreo2, si sintetizza l'essenza della religione ebraica in tre conversazioni - Sull’Amore e Desiderio, sull'Universalità dell'Amore, e sull'Origine dell’Amore».
Tuttavia, il travisamento dell’ebraismo da parte del cristianesimo è stato così persistente e diffuso che il documento del vaticano «Orientamenti e suggerimenti per l'applicazione della dichiarazione conciliare Nostra Aetate n.4», pubblicato nel 1974, torna esplicitamente sulla questione, mettendo in guardia contro lo stereotipo errato «di un Dio di amore opposto a un Dio di vendetta», continua il rabbino Rosen. «Di tanto in tanto, perfino Papa Francesco vi fa ricorso in qualche sua omelia - osserva - anche se ovviamente lo fa senza alcuna intenzione discriminatoria».
Il rabbino Rosen ci spiega che Francesco «è riconosciuto in tutto il mondo ebraico come un vero amico degli ebrei. E soprattutto, è proprio così che egli vede se stesso. Non c'è mai stato un altro papa che avesse così tanti intimi amici ebrei, e Francesco ne ha parlato e scritto in maniera commovente. Mai prima nella storia (sin dai tempi di Pietro!) abbiamo avuto un pontefice che abbia apprezzato e conosciuto così bene la vita e la spiritualità ebraica contemporanee».
Anche il rabbino Bemporad ritiene che sono stati creati forti legami tra Francesco e il popolo ebraico. Proprio di recente ha pubblicato un manifesto firmato da 420 rabbini per dare il benvenuto a Francesco negli Stati Uniti.
Bemporad rivolge la sua attenzione anche su altri passi importanti di Nostra Aetate, tra cui l'affermazione attribuita a Paolo, nella Lettera ai Romani, che «Dio ha grande considerazione per gli Ebrei per il bene dei loro padri; Non si pente dei doni che gli fa o delle parole che gli dice». Il rabbino Bemporad ci fa notare che «questa dichiarazione era del tutto sconosciuta o ignorata nell’insegnamento cattolico precedente al Concilio Vaticano II, così come l'affermazione che “gli Apostoli - e la maggior parte dei discepoli - erano membri del popolo ebraico” (come lo era anche, ovviamente, Gesù stesso). Erano concetti del tutto nuovi per la maggior parte dei cattolici, allora. E così, improvvisamente, anche gli ebrei cominciarono a essere chiamati “Popolo di Dio”».
Secondo il rabbino Rosen, «il cambiamento più importante causato da Nostra Aetate è quello di vedere l'esistenza del popolo ebraico in una luce positiva, con una integrità e uno scopo positivo a se stanti. L’insegnamento più significativo è di “non descrivere gli ebrei come rifiutati o maledetti da Dio”, ma di riconoscere che la Chiesa “nasce” (nel presente) “dall’ulivo coltivato su cui (ella) è stata innestata”, e l’appello a “favorire e promuovere la comprensione reciproca e il rispetto”. Questa affermazione è una vera e propria rivoluzione nel modo in cui viene visto il popolo ebraico, che è culminata nella dichiarazione contenuta nell’enciclica di Papa Francesco, dove si legge che i cristiani devono considerare il rapporto tra la Chiesa con il popolo ebraico in maniera complementare».
Quali sono le sfide principali che dobbiamo affrontare insieme, oggi?
Risponde il rabbino Rosen: «Dobbiamo ribadire il significato, lo scopo, e il valore intrinseco della vita. Questo ha conseguenze importanti per gli individui, per le famiglie, per le comunità, per le nazioni, per l'ambiente e per l’universo intero. Un'altra sfida è quella di far conoscere i documenti post-conciliari alle popolazioni in quelle aree del mondo cristiano occidentale e in altri luoghi dove non ci sono comunità ebraiche e dove “la nuova teologia” spesso non si fa sentire a livello locale. C’è quindi una grande sfida a livello educativo al fine di garantire che la rivoluzione sul monte Olimpo giunga fino alla gente comune».
Il rabbino Bemporad ritiene che «mentre negli Stati Uniti e in molti altri paesi le scuole cattoliche e, soprattutto, i college e le università insegnano la nuova teologia, ci sono molti luoghi in cui questo insegnamento è trascurato, dove il Secondo Concilio Vaticano viene ignorato o messo in disparte, e dove lo studio della nuova teologia non è popolare. Questo è un peccato, soprattutto perché ci sono alcuni studi teologici, storici e biblici molto interessanti in corso, che stanno contribuendo a portare a una migliore comprensione, e questo grazie anche al Vaticano II».
Il rabbino Bemporad sottolinea inoltre la necessità di una maggiore azione. «Non possiamo continuare a tenere conferenze dove ribadiamo il nostro amore reciproco senza creare anche altri gruppi di lavoro congiunti sul dialogo interreligioso che si concentrino su “come posso rimanere fedele al mio credo, mentre tu rimani fedele al tuo”. Il punto non è di costruire “apologie” della nostra religione, mettendo a confronto il meglio della mia con il peggio della tua, ma piuttosto di lavorare per eliminare il peggio nella nostra propria religione, e preservarne il meglio».
«Negli Anni ’60 e fino all’11 settembre, la religione era vista generalmente come una forza irrilevante rispetto ai fattori economici e politici», dice il rabbino Bemporad. «Adesso abbiamo capito che la religione ha un enorme potere e miliardi di seguaci. L'Islam radicale è una ideologia totalitaria, che non affonda le sue radici in questioni di economia o di politica. L’Isis è già diventato uno stato islamico fanatico con una sua economia e un suo popolo. Dobbiamo affrontare questa pericolosissima minaccia insieme, uniti. Un intervento immediato da intraprendere è quello di sostenere e rafforzare le opportunità di dialogo con i tanti esponenti dell'Islam moderato in tutto il mondo».
*Rappresentante dell’Ajc - American Jewish Committee in Italia e di collegamento presso la Santa Sede
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