L'inter-comunione non è una questione di coscienza
Il cardinal Robert Sarah e il vescovo Athanasius
Schneider replicano al commento del Papa sull’inter-comunione: “Non è una
questione di seguire la propria coscienza”.
All’inizio di questo mese, papa Francesco ha suscitato delle
polemiche quando ha espresso delle osservazioni riguardo l’inter-comunione,
mentre si trovava ad un incontro con i luterani di Roma. Rispondendo alla
domanda di una donna luterana non-italiana, che ha espresso il suo rammarico di
non poter ricevere la Santa Comunione con il marito cattolico, il Papa ha detto
che lui non può darle il permesso di ricevere l’Eucarestia, perché non è di sua
competenza o di giurisdizione, ma le ha detto che deve “parlarne con il Signore
e andare avanti”.
Avendo le parole del Papa creato una grande confusione,
abbiamo chiesto al cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il
Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, e al vescovo Athanasius Schneider
di Astana, in Kasakstan, il loro parere sull’argomento.
Replica del cardinale Sarah
«L’inter-comunione non è permessa fra cattolici e
non-cattolici», esordisce il cardinale Sarah. «È necessario professare la Fede
cattolica. Un non-cattolico non può ricevere la Comunione. Questo è
chiarissimo. Non è una questione di seguire la propria coscienza». Sua Eminenza
ha risposto ad altre domande.
Può un sacerdote dare la Santa Comunione ad entrambi i
coniugi, pur sapendo che uno dei due non è cattolico?
«No, possiamo dare la Comunione solo ai cattolici. Molti
preti mi hanno detto: “Io do la Comunione a tutti”. Questa è una sciocchezza.
Talvolta, un anglicano che sarà molto lontano dalla sua chiesa per un lungo
periodo di tempo e desidera ricevere la Comunione, può partecipare alla Messa
cattolica e ricevere la Comunione, qui non c’è peccato, ed è propriamente
sposato. Questo perché credono nell’Eucarestia, anche se nella comunione
anglicana non c’è realmente l’Eucarestia, non essendoci il sacerdozio. Ma è raro
e può accadere in circostanza del tutto eccezionali. È qualcosa di
straordinario, non ordinario. Ma un cattolico non può ricevere l’Eucarestia
dalla comunione anglicana, perché non c’è consacrazione; si tratto solamente di
pane. Il pane non viene consacrato, perché il sacerdote non è sacerdote. Con la
rottura di Enrico VIII con la Chiesa cattolica, le ordinazioni sacerdotali
nella comunione anglicana sono nulle. Quando la consacrazione non è valida, non
c’è l’Eucarestia».
Anche quando la moglie di un cattolico è luterana, oppure
anglicana? Se vanno insieme alla Messa la domenica, non sarà mai possibile per
lei ricevere la Comunione?
«Il giorno del loro matrimonio, il sacerdote ha dato la
Comunione solo al marito cattolico, non alla moglie luterana o anglicana. Vale
lo stesso quando vanno insieme alla Messa domenicale, proprio perché non esiste
l’inter-comunione tra cattolici e protestanti (luterani o anglicani). Se vanno
assieme alla Messa, il cattolico può ricevere la Comunione, ma la non-cattolica
non può».
Dato che non siamo uniti nella Fede e nella Dottrina, Lei
pensa che aprire le porte all’inter-comunione potrebbe minare la fede nella
Presenza Reale?
«Penso che sarebbe promuovere una profanazione. Non possiamo
farlo. Per sapere se posso ricevere la Comunione, la questione non è tanto di
parlare con il Signore, ma di essere in accordo con gli insegnamenti della
Chiesa. La mia coscienza può dirmi: “Vai”, solamente quando è illuminata dalla
Chiesa, la quale afferma che, per ricevere la Comunione, debbo essere in stato
di grazia, senza peccato, avendo la fede cattolica. Non è un desiderio
personale, neppure un dialogo personale con Gesù, a determinare se si può
ricevere la Comunione nella Chiesa cattolica. Come possiamo sapere se il
Signore ha davvero detto: “Vieni pure a ricevere il mio Corpo”? No, non è
possibile. Una persona non può decidere per conto proprio se è in grado di
ricevere la Comunione. Deve avere essere guidata dalla Chiesa, seguendo le sue
leggi, ovvero: essere cattolica, in stato di grazia e legittimante sposato».
E se qualcuno dicesse che aprire le porte
all’inter-comunione per i coniugi sarebbe un modo per creare più unità?
«Se non riceviamo il Signore in modo corretto – ed Egli ci
aiuta a farlo – non si creerà affatto unità. Anzi, mangeremo la nostra
condanna. San Paolo dice: “Ognuno esamini se stesso… chi mangia e beve senza
riconoscere il Corpo e il Sangue del Signore, mangia e beve la propria
condanna” (cfr. 1Cor 11, 27-29). Pertanto, non saremo mai uniti se partecipiamo
con il peccato, disprezzando il Corpo di Cristo».
Il card. Sarah e mons. Schneider ritratti insieme durante un evento del 2014. |
Replica del vescovo Schneider
Anche il vescovo Schneider è stato molto preciso sulla
questione, affermando che la Chiesa deve essere «assolutamente chiara con i
protestanti, non nascondendo nulla».
«Leggiamo nei documenti del Vaticano II che il vero
ecumenismo non è irenismo, ma un dialogo sincero in cui non nascondiamo nulla
della nostra identità». Aggiunge che ogni gesto che «non è chiaro, non è
sincero, ma è ambiguo, non potrà mai aiutare il vero ecumenismo» in «nessun
tipo di livello».
Secondo mons. Schneider «i vescovi e i sacerdoti» devono
essere «molto attenti» nei loro pronunciamenti, non devono «creare ambiguità e
confusione tra le persone», portandole a credere che «i cattolici e i protestanti
hanno fondamentalmente la stessa dottrina, seppur con qualche
differenza».
«E questo non è vero», continua il vescovo kazakistano. «Ciò
non corrisponde alla realtà, né al Vangelo. Tutte le verità della Chiesa
cattolica sono le verità del Vangelo. Rifiutando la dottrina cattolica, o una
parte di Essa, i protestanti vanno contro il Vangelo. Dobbiamo dirlo
chiaramente».
Per quanto riguarda le parole del Papa alla donna luterana,
mons. Schneider afferma che è importante non esagerare con l’infallibilità pontificia.
Un papa non può «obbligare o imporre» ai fedeli a credere quello che pensa o
esprime con gesti o espressioni informali.
«Sono convinto che papa Francesco non è contrario che
qualcuno che gli dica: “Santo Padre, non sono d’accordo con questo Suo pensiero.
Ella non mi può obbligare ad accettarlo, perché non è Sua intenzione definirlo
definitivamente. Così ci mettiamo in rispettoso dialogo con Vostra Santità per
chiarire queste questioni”».
Conclude: «Penso che abbiamo bisogno di dialogare, sì, ma in
un clima sereno, senza nessuna intimidazione. In caso contrario, il clima sarà
quello di una dittatura. Credo che a papa Francesco non piacerebbe essere
considerato come il creatore di un clima di inquisizione, di dittatura o di
persecuzione verso chi esprime pensieri e pareri ben motivati».
Di Diane Montagna (corrispondente romana per la versione inglese diAleteia)
Traduzione di CooperatoresVeritatis.net
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